PROFILO DI RISCHIO
NEL COMPARTO: CERAMICHE SANITARIE
FLOW CHART
1. COMPARTO |
CERAMICO MANUFATTI
IGIENICO SANITARI |
2. CODICI ISTAT |
2 |
6 |
2 |
2 |
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3. CODICE ISPESL |
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(riservato all’ufficio)
ZONA DI RILEVAZIONE
4. NAZIONALE: |
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5. REGIONALE |
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6. PROVINCIALE |
VITERBO |
7. USL |
VITERBO |
8.ANNO DI
RILEVAZIONE |
1 |
9 |
9 |
8 |
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9. NUMERO ADDETTI: |
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9A. IMPIEGATI: |
213 |
uomini |
37 |
donne |
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9B. OPERAI: |
1546 |
uomini |
3 |
donne |
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11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE |
ASL VITERBO SERVIZIO PISLL |
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C/O LAB. IGIENE INDUSTRIALE |
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All. 2/B
12. REFERENTE: Dott. CAVARIANI FULVIO
INDIRIZZO: |
ASL VT SPISLL
-OSPEDALE ANDOSILLA- VIA FERRETTI 169 |
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CAP: |
01033 |
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CITTA’: |
CIVITA CASTELLANA |
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PROVINCIA: |
VT |
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TELEFONO: |
0761 - 592248 |
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FAX: |
0761 - 592248 |
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E-MAIL: |
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13. INFORTUNI:
TOTALE: |
188 |
DI CUI MORTALI |
0 |
14. MALATTIE
PROFESSIONALI:
DENOMINAZIONE |
N° CASI |
COD. INAIL |
SILICOSI |
764 |
50 |
IPOACUSIE |
110 |
44 |
LOMBOSCIATALGIA DA SOVRACCARICO
FUNZIONALE |
8 |
N.D. |
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NOTE:
FASI DI LAVORAZIONE
Fase 1. Magazzino Materie Prime
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
MAGAZZINO MATERIE
PRIME |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-MICROCLIMA-POSTURA |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
3 |
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Il reparto materie prime si caratterizza per la presenza
dei materiali necessari alla formazione dell'impasto e degli smalti.
In questo luogo vengono stoccate prima del loro impiego
le materie prime e quindi vengono prelevate quotidianamente prelevate per far
fronte al consumo dovuto alla produzione.
Fase di lavorazione
Le materie prime vengono stoccate dipendentemente dalla loro tipologia in
differenti maniere:
Le argille ed i caolini vengono stoccate sfuse in cumuli
all'interno di box in cemento armato.
Vengono portate in stabilimento tramite camion cassonati
che le ribaltano direttamente all'interno di detti box.
I quarzi ed i feldspati vengono condotti o direttamente
ai silos metallici dalle cisterne tramite compressori, oppure se vengono
condotti in sacchetti di carta si procede allo scarico dai camion dei pallet
per mezzo di carrelli elevatori a forche.
La granulometria varia tra i 60 ed 1 m m
Gli altri materiali, soprattutto quelli necessari alla
formazione degli smalti quali carbonato di Calcio, Silicato di Zirconio,
Carbonato di Bario, sono approvvigionati in sacchetti di carta su pallet,
oppure all'interno di big-bag ovvero di un particolare tipo di grandi sacchi
movimentabili per mezzo di carrello elevatore a forche.
Nel caso dello stoccaggio in silos il trasporto avviene
per mezzo di camion muniti di cisterne chiuse che attraverso un compressore
travasano ai silos i materiali
La movimentazione dei big-bag avviene per mezzo dei
carrelli elevatori a forche (o muletti).
Le attrezzature e le macchine
Muletti per il trasporto e lo stoccaggio di materiale ventilato contenuto
in big-bag ed in sacchi al di sopra dei pallet
Mezzi di movimentazione terre, quali ruspe o pale
meccaniche per il trasporto delle materie prime dal magazzino terre alle
postazioni di carico
Silos metallici, muniti di filtri posti superiormente,
per lo stoccaggio dei materiali ventilati
Il fattore di rischio
1. |
Possibilità di inalazione di polveri aerodisperse contenenti silice cristallina durante le fasi di scarico e di movimentazione delle materie prime. |
2. |
Possibilità di urti dovuti alla presenza del muletto a forche o pale meccaniche |
3. |
Possibilità di cadute da posti di lavoro sospesi |
4. |
Possibilità di urti con ostacoli posti all'interno delle vie di corsa e dei posti di lavoro |
5. |
Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui di livello relativamente alto |
6. |
Possibile presenza di discontinuità nel pavimento dovuti all presenza di pozzi e buche |
7. |
Possibilità di cadute dovute alla presenza di miscele di terre rese scivolose dalla presenza di acqua. |
8. |
Microclima. |
1.Possibile inalazione di polveri ad alto contenuto di
silice ;
Lo sviluppo delle polveri avviene principalmente nelle fasi di scarico e
di movimentazione delle materie prime dallo stoccaggio alle zone di carico
delle terre ai macchinari.
I livelli di polverosità di tale fase non sono
disponibili da soli ma sono solitamente accorpati con la fase della
preparazione impasti, in quanto entrambi le fasi vengon svolte dalla stessa
persona.
Tali valori oscillano tra gli 0.81 e gli 1.48 mg/m 3 per
quanto riguarda la polvere respirabile, mentre tali vaolri si mantengono tra
gli 0.47 e gli 0.07 mg/m 3 per la polvere di silice libera cristallina.
Comunque il contributo dovuto alla polverosità durante lo
scarico può essere ritenuto esiguo rispetto a quello durante le operazioni di
carico delle pale, in quanto normalmento si approvvigionano materie per alcuni
mesi di lavoro, mentre il carico degli scioglitori per la preparazione degli
impasti avviene gionalmente.
Le pale meccaniche vengono utiltizzate soltanto da aziende di grandi
dimensioni.
Il deposito delle materie prime, per sua natura risulta essere una delle
maggiori fonti di polverosità, e quindi, quasi intutte le aziende del
comprensorio risulta essere fisicamente separato dagli altri locali.
Alcune aziende acquistano l'impasto e gli smalti già
pronti all'uso in forma liquida e quindi all'interno del loro ciclo produttivo
non hanno il reparto stoccaggio materie prime e preparazione impasti e smalti.
2. Possibilità di urti dovuti alla presenza dei
muletti o della pale all'interno della sala stocccaggio materie prime
I rischi specifici sono quelli connessi alla possibilità di essere urtati
da mezzi di movimentazione interna (quali palette o muletti) in manovra
all'interno dei locali.
3.Possibilità di cadute da posti di lavoro sospesi
Alcune operazioni avvengono da postazioni che a volte risultano però
rialzate rispetto al piano di calpestio del reparto, soprattutto i piani al di
sopra dei silos ove sono presenti i filtri che sono posti ad una altezza anche
di 12m dal livello del suolo.
4.Possibilità di urti con ostacoli posti all'interno
delle vie di corsa e dei posti di lavoro.
I rischi specifici sono quelli connessi alla presenza di sporgenze ed
ostacoli posti all'interno delle vie di corsa e dei posti di lavoro.
La presenza di numerose macchine provoca la conseguenza di avere passaggi
non sempre comodi ed il pericolo di urtare pezzi di macchinario o le stesse
protezioni.
5. Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui
di livello relativamente alto;
La rumorosità del reparto è in genere elevata con particolare
accentuazione nei periodi di movimentazione del materiale con pale e muletti
Il livello di emissione sonora generato da un carrello
elevatore a forche è compreso tra i 78 e gli 82 dB A , mentre quello generato
da una pala meccanica oscilla tra gli 82 e gli 85 dB A .
Tali valori sono stati misurati alla postazione di guida
delle sopracitate macchine.
Sono presenti nel locale cartelli monitori che ricordano l'obbligo
dell'uso dei D.P.I.
6.Possibile presenza di pavimento scivoloso con
conseguenti cadute
L'utilizzo pressoché continuo di acqua per il processo e per i lavaggi fa
sì che il pavimento sia spesso bagnato.
Se non si ha una pulizia efficace, la miscela acqua-materie prime diventa
scivolosissima con grave pregiudizio per gli operatori.
7.Problemi causati dalla movimentazione dei carichi
Alcune operazioni di movimentazione di carichi (bidoni, sacchi di materie
prime, ecc.) avvengono manualmente.
Tale movimento può essere di notevole pregiudizio per la spina dorsale
degli operatori, comportando una flessione e/o torsione del busto.
8.Problemi causati dalla movimentazione dei carichi
Il rischio legato al microclima è legato al fatto di dover lavorare
all'interno di tettoie parzialmente coperte o con porte sempre aperte..
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Solitamente le cabine delle pale meccaniche necessarie alla
movimentazione delle materie prime sono compartimentate e dotate di sistemi di
immissione di aria filtrata, mentre per i carrelli elevatori a forche tale
accortezza risulta non applicabile
In aggiunta alle misure impiantistiche vi sono misure
procedurali, quali l'adozione di mezzi di protezione personale (mascherine,
respiratori ecc.) con grado di filtrazione FFP2 adatto alle polveri in circolo,
durante le principali fasi che danno origine a sviluppo di polveri, ovvero scarichi
e movimentazione.
I silos di stoccaggio dei materiali ventilati sono stati
posti all'esterno dello stabilimento.
Per minimizzare il pericolo di urto a cose e persone si è
provveduto, ove possibile, a realizzare vie di corsa per i mezzi in manovra che
lascino un franco per il passaggio delle persone di almeno 0,70 m.(anche se
oggi non più obbligatorio)
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da
strisce continue gialle a pavimento, inoltre tutti i mezzi sono stati muniti di
lampeggiante e sirena o cicalino di retromarcia
Gli operatori che conducono tali mezzi hanno inoltre
l'obbligo di agire con la massima cautela evitando manovre brusche che possano
causare danni a persone e cose.
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa vengono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento, inoltre per minimizzare
tale pericolo si è provveduto a rendere ben visibili le sporgenze pericolose
con colorazione zebrata giallo-nera.
Onde minimizzare gli effetti dovuti al rumore sulle
persone, nei periodi di funzionamento dei dispositivi del reparto, gli
operatori hanno disposizione di indossare i dispositivi di protezione personale
(cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti al livello di rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione dei macchinari, con la tempestiva
comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento aumento della
rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi rotanti.
Da evitare anche l'utilizzo di muletti o palette con
eccessiva leggerezza, che oltre ad incrementare l'inquinamento acustico
producono altri pericoli di carattere fisico.
Anche di ciò gli operatori sono stati correttamente
avvertiti.
Per evitare i rischi da caduta e scivolamento all'interno del reparto si
è disposta una accurata pulizia della pavimentazione con cadenza giornaliera,
ed una cura particolare per minimizzare le discontinuità nel pavimento causa di
accumuli di sporcizia e di possibili inciampi.
Inoltre si sono dotati gli operatori di scarpe antisdrucciolevoli ed
antinfortunistiche.
Per limitare gli inconvenienti derivanti dalle operazioni di
movimentazione dei carichi si è programmato di far sollevare gradualmente e con
l'ausilio di una persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in
particolare quelli eccedenti i 30 kg
Onde evitare pericoli di cadute da postazioni sopraelevate si sono
predisposte protezioni antinfortunistiche su tutto il perimetro e sulle scale
di accesso:
- Parapetto normale (altezza 100 cm, fascia intermedia e
battuta di arresto al piede alta 15 cm dal piano di calpestio ) e scale munite
di pedate ben dimensionate e di parapetti normali.
Inoltre i vecchi filtri a maniche dei silos, si stanno
via via sostituendo con altri a cartucce autopulenti, tali sistemi sono
pressochè esenti da manutenzione e limitano fortemente la necessità della
presenza di personale sulla sommità dei silos.
Per quanto riguarda i rischi legati al microclima, gli
operatori sono stati muniti di indumenti pesanti in maniera di minimizzare
l'impatto con l'ambiente esterno.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante le
operazioni di carico dei silos metallici all'interno dei quali vengono caricate
le materie prime ventilate.
Lo scarico delle cisterne di trasporto ed il carico dei
silos avviene attraverso un compressore montato sul camion.
L'aria che funge da vettore per la materia prima deposita
la stessa all'interno del silos e prima di uscire attraversa un filtro a
tessuto che può essere a maniche o a cartucce con scuotimento meccanico
(vibratore) o pneumatico (tubi venturi con aria compressa)
Le polveri che escono dai filtri posti sulla sommità dei
silos hanno una concentrazione non superiore ai 5 mg/Nm 3 , ovviamente il media
filtrante deve essere adatto al materiale che viene introdotto all'interno del
silos.
Consideriamo inoltre la scarsa frequenza delle
sopracitate operazioni (10-12 scarichi/anno) e che la durata di uno scarico si
aggira intorno ai 15/20 minuti.
Eventuali acque utilizzate per il lavaggio del reparto
vengono convogliate al depuratore dello stabilimento ove insieme a le altre
acque provenienti dall'intero stabilimento subiscono un processo di
chiariflocculazione che ne permette il rispetto dei parametri della legge
319/76 “Merli”, terminato tale trattamento alcune aziende del compresnsorio le
inviano ad un corpo recettore per lo smaltimento.
É comunque in via di diffusione il riutilizzo dell'acqua
riciclata che una volta depurata viene reimmessa in una rete preferenziale di
acqua industriale, necessaria agli usi meno nobili (lavaggi, acqua per impianti
di abbattimento, ecc) tale sistema permette di ridurre comunque il quantitativo
di acqua attinta direttamente dalla falda, minimizza i costi dei reagenti e se
il riciclo avviene al 100% si evita lo scarico su corpo recettore.
Fase 2: Preparazione Impasti
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
PREPARAZIONE
IMPASTI |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-
POSTURA- RISCHI MECCANICI - RISCHI ELETTRICI |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
17 |
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L'impasto per la produzione di manufatti igienico
sanitari viene realizzato a partire da materie prime quali argille, caolini,
quarzi, feldspati e chamotte per la preparazione dell'impasto per fire-clay.
Sostanzialmente la preparazione dell'impasto di vitreous-china
non differisce da quello di fire-clay se non per le diverse percentuali di
materie prime (che sono le medesime) e per il fatto che al fire-clay viene
aggiunta la chamotte (formata da pezzi cotti rotti macinati).
La composizione media di un impasto per vitreous-china è la seguente:
Argille ball-clays 20-28 %
Caolini 25-35 %
Quarzo 23-31 %
Feldspato 15-23 %
Soda 0.5-1%
Solfato di cobalto 0.5-1%
Fase di lavorazione
La preparazione degli impasti prevede le seguenti fasi principali:
· Dosaggio delle materie prime
· Scioglitura delle argille e dei caolini (1° fase) all'interno di
scioglitori o turbodissolutori
· Setacciatura e deferrizzazione della frazione ottenuta
· Miscelazione della sospensione argillosa con quarzi e feldspati (2°
fase) sempre all'interno di scioglitori o turbodissolutori
· Stagionatura della barbottina all'interno di agitatori lenti a pale.
I quarzi ed i feldspati vengono estratti dai silos per mezzo di coclee
all'interno di tubi a tenuta da cui vengono addotti ad una bilancia automatica
da dove per mezzo di un sistema di ulteriori trasportatori a coclea vengono
addotti direttamente agli scioglitori ad elica o ai turbodissolutori.
I materiali sioccati in sacchi di carta sono sversati
manualmente sui punti di carico dei nastri o sulle bocche degli scioglitori..
Le argille ed i caolini per mezzo di nastri trasportatori
o attraverso pale meccaniche vengono tolti dai box in cemento ed introdotti
negli scioglitori.
La miscela così ottenuta viene setacciata attraverso
setacci vibranti, deferrizzata per mezzo di magneti elettrici o permanenti, ed
inviata ad un secondo scioglitore dove vengono aggiunte le altre materie prime,
e dopo ulteriore setacciatura e deferrizzazione viene inviata a serbatoi di
stoccaggio muniti di agitatori lenti a pale per evitare che i componenti più
pesanti vengano a precipitare.
L'impasto di vitreous-china o di fire-clay così fatto
viene stoccato in pozzi muniti di agitatori lenti e quindi addotto tramite
pompe alle tubazioni centrali di colaggio per servire le singole macchine o i
colatori manuali.
Le attrezzature e le macchine
Dosaggio Caolini ed argille
Il dosaggio di detti materiali avviene per mezzo di una
pala meccanica o di un muletto munito di benna di carico, solitamente il
dosaggio avviene a volume, tranne ove sono presenti sistemi di pesatura, allora
il dosaggio avviene a peso.
Una volta effettuato il dosaggio le materie prime vengono
introdotte all'interno di scioglitori veloci ad elica marina costituiti da
contenitori cilidrici con fondo tronco-conico all'interno dei quali una girante
terminante appunto con una elica marina provvede alla scioglitura in acqua del
prodotto
Per ottenere una scioglitura ancora più veloce sono
presenti in alcuni stabilimenti turbodissolutori, ovvero scioglitori muniti di
una girante speciale che permette una migliore e più rapida omogeneizzazione
del prodotto in acqua.
Stoccaggio Quarzo e Feldspato
Avviene in silos di metallo con carico materiale a compressione dotato di
filtro in grado di permettere che l'aria del carico possa fluire all'esterno,
oppure in big-bag, ovvero in grandi sacchi a tenuta di polvere.
Dai silos di stoccaggio i materiali vengono addotti ad una bilancia
mediante degli estrattori a coclea.
Sulla bilancia avviene la pesatura per il dosaggio delle
materie prime in modo da avere la certezza di ciò che viene introdotto
all'interno degli scioglitori.
Sono inoltre presenti dei filtri deferrizzatori e dei
setacci che consentono che la miscela venga deferrizzata e ridotta ad una
granulometria praticamente uniforme.
Il fattore di rischio
1. |
Possibilità di inalazione di polveri aerodisperse contenenti silice cristallina durante le fasi di carico e di movimentazione delle materie prime. |
2. |
Possibilità di urti dovuti alla presenza del muletto a forche all'interno di detta sala. |
3. |
Possibilità di cadute da posti di lavoro sospesi al di sopra di agitatori e scioglitori |
4. |
Possibilità di contatto con i nastri convoglianti le materie prime. |
5. |
Possibilità di urti con ostacoli posti all'interno delle vie di corsa e dei posti di lavoro |
6. |
Esposizione ai rumori impulsivi e continui dovuti alla presenza di motori e di nastri trasportatori all'interno di detto locale. |
7. |
Possibile presenza di discontinuità nel pavimento dovuti all presenza di pozzi e buche |
8. |
Possibile pericolo di danni fisici da organi in movimento (organi rotanti, cinghie in movimento) |
9. |
Possibilità di cadute dovute alla presenza di miscele di terre rese scivolose dalla presenza di acqua. |
10. |
Problemi causati dalla movimentazione dei carichi. |
11. |
Rischi elettrici |
1.Possibile inalazione di polveri ad alto contenuto di
silice ;
Lo sviluppo delle polveri avviene principalmente nelle fasi di carico
degli scioglitori o dei turbodissolutori.
Per tale motivo è presente un sistema di aspirazione centralizzato,
dotato di cappe di presa localizzate con velocità atte ad evitare che la
polvere sviluppatasi possa diffondersi nell'ambiente e con verso di movimento
dell'aria che tenda ad allontanarla dall'operatore (da evitare cappe ad aspirazione
dall'alto).
La velocità di captazione sul fronte delle cappe oscilla tra i 2 ed i 3.5
m/sec.
Lo stesso dicasi per i sistemi di pesatura che sono muniti di struttura
chiusa superiore con una parete delimitata da bandelle in gomma se caricati da
o ruspe o carri a coperchio chiuso nei quali il materiale viene immesso
direttamente dai silos.
Tutte le zone di carico sono state munite di punti di aspirazione atti ad
impedire che le polveri generatesi durante lo scarico delle terre sulla
bilancia, nella fattispecie ad opera di mezzi dotati di benna , possano
disperdersi in aria.
Tutto il sistema di aspirazione confluisce in un filtro di aspirazione
munito di media filtrante in maniche o cartucce di adatta permeabilità.
Esso deve garantire che l'aria aspirata, prima di
lasciare il filtro abbia depositato in esso la massima parte delle polveri
trasportate.
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure procedurali, quali
l'adozione di mezzi di protezione personale (mascherine, respiratori ecc.) con
grado di almeno FFP2, durante le principali fasi che danno origine a sviluppo
di polveri.
Il livello di polverosità all'interno del reparto oscilla tra 0.81 e 1.49
mg/m 3 per la polvere respirabile mentre per la polvere di silice libera
cristallina i valori oscillano tra 0.07 e 0.47 mg/m 3 .
2 Possibilità di urti dovuti alla presenza del muletto
e pala meccanica all'interno della sala impasti
I rischi specifici sono quelli connessi alla possibilità di essere urtati
da mezzi di movimentazione interna (quali palette o muletti) in manovra
all'interno dei locali.
3.Possibilità di cadute da posti di lavoro sospesi
sopra agitatori o scioglitori
Il controllo della qualità / caratteristiche della barbottina liquida
avviene da postazioni che a volte risultano però rialzate rispetto al piano di
calpestio del reparto.
Pertanto sono predisposte protezioni antinfortunistiche
su tutto il perimetro.
4.Possibilità di contatto con nastri convoglianti le
materie prime
I rischi specifici sono quelli connessi all'eventuale urto con organi in
movimento, quali quelli connessi alla presenza di nastri convoglianti materie
prime.
5.Possibilità di urti con ostacoli posti all'interno
delle vie di corsa e dei posti di lavoro.
I rischi specifici sono quelli connessi alla presenza di sporgenze ed
ostacoli posti all'interno delle vie di corsa e dei posti di lavoro.
La presenza di numerose macchine provoca la conseguenza
di avere passaggi non sempre comodi ed il pericolo di urtare pezzi di
macchinario o le stesse protezioni.
6. Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui
di livello relativamente alto;
La rumorosità del reparto è in genere elevata con particolare
accentuazione nei periodi di funzionamento dei vibrosetacci, degli scioglitori
dei turbodissolutori, delle pompe pneumatiche.
Il Lep,d del reparto preparazione impasti oscilla tra i
79 e gli 83 dB A .
7. Possibile presenza di discontinuità nel pavimento
(buche per pozzi ecc.) e conseguente pericolo di cadute
Nella sala impasti è solitamente prevista una buca per ottenere i seguenti
risultati:
Facilità nel carico dei pozzi di scioglitura e necessità
di far lavorare le pompe di trasporto del materiale sotto battente.
Così la presenza di fosse di discreta profondità (raramente superano i 4
metri) è fatto comune.
8. Possibile pericolo di danni fisici da organi in
movimento (organi rotanti, cinghie ecc.)
Essendovi la presenza di un notevole numero di macchinari i cui organi
del moto sono rappresentati da motori e motoriduttori, che trasmettono il
movimento agli assi rotanti tramite cinghie, si ha il pericolo di danni fisici
per fortuito contatto con tali organi.
9. Possibile presenza di pavimento scivoloso con
conseguenti cadute
L'utilizzo pressoché continuo di acqua per il processo e per i lavaggi fa
sì che il pavimento sia spesso bagnato.
Se non si ha una pulizia efficace, la miscela
acqua/impasto diventa scivolosissima con grave pregiudizio per gli operatori.
10.Problemi causati dalla movimentazione dei carichi
Alcune operazioni di movimentazione di carichi (bidoni, sacchi di materie
prime, ecc.) avvengono manualmente.
Tale movimento può essere di notevole pregiudizio per la spina dorsale
degli operatori, comportando una flessione e torsione del busto.
11.Presenza di tensione elettrica elevata- pericolo di folgorazione
Tutti i macchinari sono mossi da corrente elettrica, la presenza di acqua
e di luoghi umidi fa in modo che si abbia una rigorosa applicazione delle norme
di buona tecnica in campo elettrico onde evitare danni a cose e persone.
Sono state previste tutte le misure atte minimizzare i
rischi legati all'utilizzo di energia elettrica all'interno del reparto:
*protezione da contatti diretti: adozione di interruttori
differenziali ad alta sensibilità ed impianto di terra
*protezione da contatti indiretti: adozione di materiali
ed involucri con adatto grado di isolamento, apertura dei quadri possibile solo
con attrezzo o previo distacco della tensione (blocco porta)
*protezione generale: interruttore magnetotermico,
sezione dei conduttori adeguata atta ad evitare surriscaldamenti, posizione dei
quadri atta ad evitare un loro danneggiamento, pulizia all'interno dei quadri
nei quali non va introdotto materiale estraneo.
*manutenzione preventiva: serraggio delle viti ad intervalli regolari per
evitare surriscaldamenti o malfunzionamenti, sostituzione dei pezzi usurati
meccanicamente od elettricamente.
*I cavi devono essere del tipo non propagante la fiamma, di classe di
tensione adatta.
I quadri elettrici hanno grado d'isolamento degli
involucri adatto all'ambiente di installazione ( minimo IP44, vista la presenza
di acqua nel reparto).
Essi devono essere mantenuti puliti, sgombri e devono
essere apribili solo con attrezzo o devono essere dotati di interruttore con
blocco porta.
Tutte le strutture sono francamente messe a terra e le linee
di alimentazione sono derivate da interruttori differenziali ad alta
sensibilità atti a proteggere gli operatori dai contatti diretti.
Occorre anche evitare che personale non istruito alteri
le sicurezze o la circuitazione dei quadri stessi.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Gli interventi atti a ridurre i rischi derivanti dalla inalazione di
polveri ad elevato potere silicotigeno sono:
Aspirazione localizzata sui punti di emissione con cappe aventi velocità
di captazione comprese tra 2 e 3.5 m/sec;
Filtro con media adatto alla polvere trattata, avente una efficienza pari
almeno all'85% per polveri con grandezza superiore ad 1 micron;
Uso di mezzi di protezione personale delle vie
respiratorie aventi grado di filtrazione almeno FFP2;
Per minimizzare il pericolo dovuto all'urto di mezzi in movimento si è
provveduto, ove possibile, a realizzare vie di corsa per i mezzi in manovra che
lascino un franco per il passaggio delle persone di almeno 0,70 m.(anche se oggi
non più obbligatorio)
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da strisce continue
gialle a pavimento che dovranno essere permanentemente mantenute efficienti.
Inoltre i mezzi sono stati muniti di lampeggiante e
sirena di retromarcia
Gli operatori che conducono tali mezzi hanno inoltre
l'obbligo di agire con la massima cautela evitando manovre brusche che possano
causare danni a persone e cose.
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
Sono presenti anche cartelli monitori riguardanti al
presenza di mezzi in movimento.
Per evitare cadute da postazioni rialzate si predispone
un parapetto normale (altezza 100 cm, fascia intermedia e battuta di arresto al
piede alta 15 cm dal piano di calpestio ) sui luoghi in cui risulta necessario.
Per minimizzare il rischio di contatto con nastri
convoglianti materie prime si è provveduto a rendere ben visibili eventuali
sporgenze pericolose.
Per minimizzare il pericolo da contatto per la presenza
di ostacoli nei pressi delle vie di corsa si è provveduto a rendere ben
visibili le sporgenze pericolose con colorazione zebrata giallo-nera.
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da
strisce continue gialle a pavimento che dovranno essere permanentemente
mantenute efficienti.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
Si è provveduto ad attutire il livello sonoro del reparto nei seguenti
modi:
Per i vibrosetacci, con la corretta manutenzione ( sostituzione
programmata ) dei gommini di smorzamento dei setacci (soggetti, con
l'invecchiamento, ad indurirsi e quindi a trasmettere vibrazioni inutili al
loro funzionamento);
Per gli agitatori a chiudere gli sportelli delle aperture necessarie al
loro carico;
Per le pompe a dotarle di adatti silenziatori o di tratti di tubo in
gomma posti sull'orifizio di uscita dell'aria, terminanti non a tenuta in serbatoi
in plastica. Ciò ha consentito un abbattimento molto sensibile della loro
rumorosità, particolarmente dannosa e fastidiosa in quanto impulsiva;
Oltre a questo, nei periodi di funzionamento dei dispositivi suddetti,
gli operatori hanno comunque disposizione di indossare i dispositivi di
protezione personale (cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti al livello di
rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione dei macchinari, con la tempestiva
comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento aumento della
rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi rotanti.
Onde evitare i pericoli connessi con la presenza di buche all'interno
della sala di preparazione impasti, si è provveduto a delimitare le varie zone
con ringhiera metallica a norma (con corrimano senza sporgenze, sbarra di
separazione in altezza e battipiede).
L'accesso alla zona è garantito da una scala con gradini
antisdrucciolevoli il cui accesso fortuito è inibito da una catena fissata con
moschettoni.
Il fondo delle buche è realizzato in leggera pendenza verso un pozzetto
di raccolta per drenare le eventuali perdite di liquido e consentire un facile
lavaggio
Si è anche curato il livello di illuminazione delle scale
di accesso e dei camminamenti interrati, sia a cielo aperto che sotto-pavimento
ove esistenti.
I passaggi sono realizzati con griglie o lamiere antisdrucciolevoli
essendo soggetti a sporcarsi ed a bagnarsi e sono muniti di scale di accesso il
cui uso fortuito è impedito dalla presenza di catene e moschettoni..
Per evitare i rischi da organi in movimento tutte le cinghie e catene
sono state coperte con carter di protezione a prova di dita e gli oragni
ruotanti compartimentati.
Lo stesso dicasi per i ventilatori che, se accessibili
montano reti antidita a protezione delle parti rotanti.
Onde minimizzare i rischi dovuti al pavimento scivoloso
si è disposta una accurata pulizia della pavimentazione con cadenza
giornaliera, ed una cura particolare per minimizzare le discontinuità nel
pavimento causa di accumuli di sporcizia e di possibili inciampi.
Inoltre si sono dotati gli operatori di scarpe
antisdrucciolevoli ed antinfortunistiche.
Per limitare gli inconvenienti legati alla movimentazione
dei carichi si è programmato di sollevare gradualmente e con l'ausilio di un'altra
persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in particolare quelli
eccedenti i 30 kg fornendo al tempo stesso informazione al personale sulla
corretta movimentazione e manipolazione dei carichi e sui danni derivanti da
comportamenti erronei.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante le
operazioni di dosaggio delle materie, la corrente fluida prima di fluire
all'esterno viene fatta fluire attraverso un opportuno impianto dotato di
filtro a secco.
Le acque utilizzate per i lavaggi del reparto vengono
convogliate al depuratore dello stabilimento ove insieme a le altre acque
provenienti dall'intero stabilimento subiscono un processo di
chiariflocculazione che ne permette il rispetto dei parametri della legge
319/76 “Merli”, terminato tale trattamento alcune aziende del compresnsorio le
inviano ad un corpo recettore per lo smaltimento.
É comunque in via di diffusione il riutilizzo dell'acqua
riciclata che una volta depurata viene reimmessa in una rete preferenziale di
acqua industriale, necessaria agli usi meno nobili (lavaggi, acqua per impianti
di abbattimento, ecc) tale sistema permette di ridurre comunque il quantitativo
di acqua attinta direttamente dalla falda, minimizza i costi dei reagenti e se
il riciclo avviene al 100% si evita lo scarico su corpo recettore.
I rifiuti prodotti sono costituiti prevalntemente da residuo impasto che
viene provvisoriamente stoccato in appositi cassoni e successivamente
riutilizzato.
Fase 3: Preparazione smalti
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
PREPARAZIONE SMALTI |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-
POSTURA- RISCHI MECCANICI - RISCHI ELETTRICI |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
17 |
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Gli smalti nel settore ceramico sono smalti a base di
acqua senza solventi, ovvero sono sospensioni di terre ed ossidi ridotti ad una
determinata granulometria per macinazione tramite mulini a tamburo a palle.
La composizione in peso di uno smalto per sanitari é tolta l'acqua che
rappresenta circa il 40% sul totale :
Feldspato Potassico 15 %
Feldspato Sodico 15 %
Dolomite 5 %
Caolino 13 %
Carbonato di bario 6 %
Carbonato di calcio 6 %
Quarzo 30 %
Silicato di zirconio 10 %
Fase di lavorazione
La lavorazione ha inizio con il carico delle terre e degli ossidi e degli
altri materiali all'interno dei mulini a palle.
I sacchi di materiale vengono posti al di sopra del
mulino fermo, il quale attraverso una botola ed un imbuto viene caricato al suo
interno.
Terminato il carico si ha la chiusura della botola e si
mette il mulino in movimento che vi rimarrà per il tempo necessario alla
macinazione.
La miscela viene messa in botti di macinazione per
ottenere un particolare fuso granulometrico, che presenti inoltre un basso
residuo.
Al termine della rotazione si ha l'estrazione dello
smalto tramite un apposito rubinetto montato sulla botte, lo smalto viene
successivamente deferrizzato con passaggi ripetuti tramite elettrocalamite, e
ripulito della frazione troppo grossolana, tramite vibrosetacciatura.
Al termine di tutte le operazioni di pulizia lo smalto
viene immagazzinato in tine di plastica pronto per alimentare, tramite pompe ad
aria compressa, gli aerografi per la smaltatura dei pezzi.
La rumorosità durante il processo di macinazione risulta
essere assai elevata (anche oltre i 90 dB A ), per questo motivo l'operazione
di rotazione viene fatta effettuare ai mulini durante i periodi pomeridiani e
notturni in cui non sono presenti gli operatori.
Le attrezzature e le macchine
à Mulini di macinazione
I mulini di macinazione sono costituiti da cilindri in acciaio rivestiti
internamente da materiale ceramico (mattoni di silice , oppure di porcellana o
di alubit)
All'interno del munlino sono presenti i corpi macinanti, sfere
cilindriche dello stesso materiale del rivestimento.
I mulini sono mossi da motoriduttori accoppiati ai cilindri mediante
cinghie trapezoidali.
I mulini sono protetti mediante barriere con cancelli muniti di finecorsa
di sicurezza in grado di bloccare la rotazione all'apertura dei cancelli stessi.
à Impianto di deferrizzazione e setacciatura
L'impianto di deferrizzazione è costituito da filtri deferrizzatori
funzionanti mediante magneti permanenti che permettono di catturare le
particelle ferrose eventualmente presenti all'interno dello smalto.
Lo smalto fluisce per gravità attraverso i filtri e
transita attraverso un vibrosetaccio a rete di acciaio inox che lo mantiene a
granulometria controllata.
Il parco macchine è assai vetusto in quanto essendo le
botti di macinazione rivestite internamente, si procede periodicamente alla
sostituzione o ripristino dell'interno, quindi le aziende del comprensorio
hanno proceduto alla rimessa a norma degli impianti esistenti mediante
compartimentazione degli impianti.
Le macchine nuove e marcate CE sono quelle dei nuovi
impianti che rappresentano una percentuale assai esigua rispetto al totaele
(circa il 5%).
Il fattore di rischio
1 |
Possibile inalazione di polveri ad alto contenuto di silice ; |
2 |
Possibilità di urti dovuti alla presenza del muletto all'interno della sala smalti |
3 |
Possibilità di cadute da posti di lavoro sospesi al di sopra dei mulini |
4 |
Possibilità di urti con ostacoli posti all'interno delle vie di corsa e dei posti di lavoro. |
5 |
Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui di livello relativamente alto; |
6 |
Possibile presenza di discontinuità nel pavimento (buche per pozzi ecc.) e conseguente pericolo di cadute |
7 |
Possibile pericolo di danni fisici da organi in movimento (organi rotanti, cinghie ecc.) |
8 |
Possibile presenza di pavimento scivoloso con conseguenti cadute |
9 |
Problemi causati dalla movimentazione dei carichi |
10 |
Presenza di tensione elettrica elevata- pericolo di folgorazione |
1.Possibile inalazione di polveri ad alto contenuto di
silice ;
Lo sviluppo delle polveri avviene principalmente nelle fasi di carico
delle botti.
I sacchi delle materie prime sono caricati su di un
soppalco al di sopra della botte mediante un carrello elevatore a forche, e dal
pallet i sacchi sono sversati tramite imbuti all'interno delle botti ruotanti.
Per tale motivo è presente un sistema di aspirazione centralizzato,
dotato di cappe di presa localizzate con velocità atte ad evitare che la
polvere sviluppatasi possa diffondersi nell'ambiente e con verso di movimento
dell'aria che tenda ad allontanarla dall'operatore (da evitare cappe ad
aspirazione dall'alto).
La velocità sul fronte di aspirazione delle cappe si aggira in un rnge
tra i 2 ed i 3,5 m/sec.
Tutto il sistema di aspirazione confluisce in un filtro di aspirazione
munito di media filtrante in maniche o cartucce con adatta permeabilità.
Esso deve garantire che l'aria aspirata, prima di
lasciare il filtro abbia depositato in esso la massima parte delle polveri
trasportate.
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure procedurali, quali
l'adozione di mezzi di protezione personale (mascherine, respiratori ecc.) con
grado di filtrazione adatto alle polveri in circolo, durante le principali fasi
che danno origine a sviluppo di polveri.
Il livello di polverosità all'interno del reparto si attesta tra gli 0.81
e gli 1.49 mg/m 3 , mentre quello della silice libera cristallina oscilla tra
0.07 e 0.47 mg/m 3 .
All'interno dello smalto viene utilzzato un prodotto, il
silicato di zirconio che contiene al proprio interno tracce di uranio e di
torio che generano radioattività all'esterno.
Comunque il livello di polverosità è mantenuto basso dai
sistemi di aspirazione a causa della presenza della silice libera cristallina.
2. Possibilità di urti dovuti alla presenza del
muletto all'interno della sala impasti
I rischi specifici sono quelli connessi alla possibilità di essere urtati
da mezzi di movimentazione interna (quali traspallet o muletti) in manovra
all'interno dei locali.
Per minimizzare tale pericolo si è provveduto, ove possibile, a
realizzare vie di corsa per i mezzi in manovra che lascino un franco per il
passaggio delle persone di almeno 0,70 m.(anche se oggi non più obbligatorio)
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da
strisce continue gialle a pavimento che sono permanentemente mantenute
efficienti.
Inoltre i mezzi sono stati muniti di lampeggiante e
sirena di retromarcia
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa sono sempre lasciate sgombre e ben pulite
per garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e
per avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
3.Possibilità di cadute da posti di lavoro sospesi
sopra agitatori o scioglitori
Il carico dei componenti lo smalto avviene da postazioni che risultano
però rialzate rispetto al piano di calpestio del reparto.
4.Possibilità di urti con ostacoli posti all'interno
delle vie di corsa e dei posti di lavoro.
I rischi specifici sono quelli connessi alla presenza di sporgenze ed
ostacoli posti all'interno delle vie di corsa e dei posti di lavoro.
La presenza di numerose macchine provoca la conseguenza di avere passaggi
non sempre comodi ed il pericolo di urtare pezzi di macchinario o le stesse
protezioni.
Per minimizzare tale pericolo si è provveduto a rendere
ben visibili le sporgenze pericolose con colorazione zebrata giallo-nera.
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da strisce
continue gialle a pavimento che sono permanentemente mantenute efficienti.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
5. Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui
di livello relativamente alto;
La rumorosità del reparto è in genere elevata con particolare
accentuazione nei periodi di funzionamento delle botti e dei vibrosetacci e
delle pompe pneumatiche.
Il valore medio di esposizione al rumore di un addetto al
reparto preparazione smalti oscilla tra i valori di 72 ed 81 dB A .
Il più basso di tali valori si riscontra in una azienda
recentemente costruita, con ampi spazi e con un numero sufficiente di mulini da
permetterne il funzionamento al di fuori degli orari in cui è presente
personale, mentre il limite superiore di tale intervallo è ottenuto all'interno
di una azienda con scarsa separazione rispetto agli altri reparti e con un
numero insufficiente di mulini.
6. Possibile presenza di discontinuità nel pavimento
(buche per pozzi ecc.) e conseguente pericolo di cadute
Nella sala preparazione smalti è prevista una buca per permettere il
carico delle botti di macinazione interrate;
Così la presenza di fosse di discreta profondità (raramente superano i 4
metri) è fatto comune. Onde evitare i pericoli connessi, si è provveduto a
delimitare le varie zone con ringhiera metallica a norma (con corrimano senza
sporgenze, sbarra di separazione in altezza e battipiede).
L'accesso alla zona è garantito da una scala con gradini
antisdrucciolevoli il cui accesso fortuito è inibito da una catena fissata con
moschettoni.
Il fondo delle buche è realizzato in leggera pendenza verso un pozzetto
di raccolta per drenare le eventuali perdite di liquido e consentire un facile
lavaggio
Si è anche curato il livello di illuminazione delle scale
di accesso e dei camminamenti interrati, sia a cielo aperto che sotto-pavimento
ove esistenti.
Il carico delle botti avviene dalle buche ricavate nel pavimento o nei
soppalchi sopraelevati.
I passaggi sono realizzati con griglie o lamiere antisdrucciolevoli
essendo soggetti a sporcarsi ed a bagnarsi e sono muniti di scale di accesso il
cui uso fortuito è impedito dalla presenza di catene e moschettoni..
7. Possibile pericolo di danni fisici da organi in
movimento (organi rotanti, cinghie ecc.)
Essendovi la presenza di macchinari i cui organi del moto sono
rappresentati da motori e motoriduttori, che trasmettono il movimento agli assi
rotanti tramite cinghie, si ha il pericolo di danni fisici per fortuito
contatto con tali organi.
Per evitare ciò tutte le cinghie e/o catene sono state coperte con carter
di protezione a prova di dita.
Lo stesso dicasi per i ventilatori degli impianti di aspirazione
che, se accessibili montano reti antidita a protezione delle parti rotanti.
Altra fonte di pericolo è data dalle botti rotanti, il
cui perimetro è delimitato da strutture metalliche robuste smontabili solo con
attrezzi e munite, per le parti apribili di finecorsa di blocco a norma
(apertura positiva o finecorsa di sicurezza a chiave non manomettibili).
Ulteriore problema rappresenta la fase di carico e
scarico della stessa in quanto in tali fasi l'operatore si avvicina al corpo
rotante che deve essere ben fermo e bloccato (con freni o blocchi meccanici di
vario tipo).
E' inoltre buona norma prevedere che le botti siano
disposte con un lato a contatto di una parete e rotanti verso di essa per
minimizzare i rischi di rotolamento in caso di cedimento di un mozzo o di un
supporto.
8.Possibile presenza di pavimento scivoloso con
conseguenti cadute
L'utilizzo pressoché continuo di acqua per il processo e per i lavaggi fa
sì che il pavimento sia spesso bagnato.
Se non si ha una pulizia efficace, la miscela acqua/impasto diventa
scivolosissima con grave pregiudizio per gli operatori.
9.Problemi causati dalla movimentazione dei carichi
Alcune operazioni di movimentazione di carichi (bidoni, sacchi di materie
prime, ecc.) avvengono manualmente o per spinta di carrelli o traspallet.
Tale movimento può essere di notevole pregiudizio per la spina dorsale
degli operatori, comportando una flessione e/o torsione del busto.
10.Presenza di tensione elettrica elevata- pericolo di
folgorazione
Tutti i macchinari sono mossi da corrente elettrica per
la qual cosa sono da prevedere tutte le misure atte a proteggere l'incolumità
degli operatori:
*protezione da contatti diretti: adozione di interruttori
differenziali ad alta sensibilità ed impianto di terra
*protezione da contatti indiretti: adozione di materiali
ed involucri con adatto grado di isolamento, apertura dei quadri possibile solo
con attrezzo o previo distacco della tensione (blocco porta)
*protezione generale: interruttore magnetotermico,
sezione dei conduttori adeguata atta ad evitare surriscaldamenti, posizione dei
quadri atta ad evitare un loro danneggiamento, pulizia all'interno dei quadri
nei quali non va introdotto materiale estraneo.
*manutenzione preventiva: serraggio delle viti ad
intervalli regolari per evitare surriscaldamenti o malfunzionamenti,
sostituzione dei pezzi usurati meccanicamente od elettricamente.
*I cavi devono essere del tipo non propagante la fiamma,
di classe di tensione adatta.
I quadri elettrici hanno grado d'isolamento degli
involucri adatto all'ambiente di installazione ( minimo IP44, vista la presenza
di acqua nel reparto).
Essi sono mantenuti puliti, sgombri e sono apribili solo con attrezzo o
sono dotati di interruttore con blocco porta.
Tutte le strutture sono francamente messe a terra e le linee di
alimentazione sono derivate da interruttori differenziali ad alta sensibilità
atti a proteggere gli operatori dai contatti diretti.
Occorre anche evitare che personale non istruito ed
autorizzato alteri le sicurezze o la circuitazione dei quadri stessi.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per quanto riguarda il rischio dovuto alla possibile inalazione delle
polveri durante lo sversamento, sono state predisposti sui punti di carico
degli aspiratori mobili in grado di aspirare la polvere di ritorno dal carico
dei mulini.
La corrente fluida, all'interno della quale sono presenti
le polveri provenienti dai punti di aspirazione, fluisce all'interno di un
filtro che viene posto all'esterno dello stabilimento insieme al ventilatore
responsabile della aspirazione in oggetto.
Le cappe di aspirazione sono collegate agli impianti
fissi di convogliamento mediante tubazioni flessibili, in grado di conferire
mobilità alle stesse e permetterne all'operatore il migliore posizionamento.
Le cappe sono poste di fronte all'operatore in maniera
tale da evitare l'effetto Aerosol.
Il silicato di zirconio viene approvvigionato in una
piccola quantità necessaria al fabbisogno di qualche giorno, tale quantità
viene stoccata in una zona controllata ed ad accesso controllato.
Per quanto riguarda il rischio da urto con mezzi in
movimento si sono adottati provvedimenti di tipo strutturale sull'edificio, vie
di corsa, segnalazione di ostacoli, strutturale sui macchinari, lampeggianti e
cicalino sulla retromarcia.
Inoltre sono stati presi dei provvedimenti riguardanti la
formazione e l'informazione del personale addetto alla movimentazione.
Per quanto rigurda i rischi di cadute da postazioni rialzate, si sono
predisposte protezioni antinfortunistiche su tutto il perimetro costituite da
parapetto normale (altezza 100 cm, fascia intermedia e battuta di arresto al
piede alta 15 cm dal piano di calpestio ).
Si è provveduto ad attutire il rumore nei seguenti modi:
Per ciò che riguarda le botti di macinazione esse si trovano in posizioni
isolate dalla zona di lavoro e la presenza degli operatori è limitata allo
stretto necessario per le operazioni di carico e scarico.
Per i vibrosetacci, con la corretta manutenzione ( sostituzione programmata
) dei gommini di smorzamento dei setacci (soggetti, con l'invecchiamento, ad
indurirsi e quindi a trasmettere vibrazioni inutili al loro funzionamento);
Per le pompe a dotarle di silenziatori sulle parti in cui
avviene lo scarico dell'aria compressa
Ciò ha consentito un abbattimento molto sensibile della
loro rumorosità, particolarmente dannosa e fastidiosa in quanto impulsiva;
Oltre a questo, nei periodi di funzionamento dei
dispositivi suddetti, gli operatori hanno disposizione di indossare i dispositivi
di protezione personale (cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti al livello di
rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione preventiva dei macchinari, con la
tempestiva comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento
aumento della rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi
rotanti.
Le botti sono compartimentate mediante cancelli muniti di
finecorsa di sicurezza che impediscono la rotazione del mulino se aperti,
inoltre il mozzo della botte si è dotato di freno per mantenere la botte ferma
durante il carico.
Onde minimizzare i rischi di scivolamento all'interno della sala
preparazione impasti si è disposta una accurata pulizia della pavimentazione
con cadenza giornaliera, ed una cura particolare per minimizzare le discontinuità
nel pavimento causa di accumuli di sporcizia e di possibili inciampi.
Inoltre si sono dotati gli operatori di scarpe antisdrucciolevoli ed
antinfortunistiche.
Per limitare gli inconvenienti legati alla movimentazione
dei carichi si è disposto di far sollevare gradualmente e con l'ausilio di
un'altra persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in particolare
quelli eccedenti i 30 kg, il tutto unitamente ad una accurata e specifica
informazione.
In questo reparto si sono adottati tutti i comandi elettrici alimentati
in bassa tensione (BTS), a causa della presenza di acqua in abbondanza.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
La legge 319/77 e tutte le direttive comunitarie connesse
relative allo smaltimento delle acque reflue provenienti dai cicli di
lavorazione.
La legge 447/1995 riguardante la legge quadro
sull'inquinamento acustico e sulle emissioni ed immissioni di rumore
all'esterno.
La UNIEN 294 per la protezione del contatto
dell'operatore con gli organi in movimento e la UNIEN60204/1 riguardante le
installazioni elettriche a bordo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante le
operazioni di dosaggio delle materie, la corrente fluida prima di fluire
all'esterno viene fatta fluire attraverso un opportuno impianto dotato di
filtro a secco.
Il valore di polverosità che fuoriesce dai filtri
all'esterno dello stabilimento si attesta tra i 5 ed i 10 mg/m 3 .
Eventuali acque utilizzate all'interno degli impianti di
abbattimento vengono convogliate al depuratore dello stabilimento ove insieme a
le altre acque provenienti dall'intero stabilimento subiscono un processo di
chiariflocculazione che ne permette il rispetto dei parametri della legge
319/76 “Merli”, terminato tale trattamento alcune aziende del comprensorio le
inviano ad un corpo recettore per lo smaltimento.
É comunque in via di diffusione il riutilizzo dell'acqua riciclata che
una volta depurata viene reimmessa in una rete preferenziale di acqua
industriale, necessaria agli usi meno nobili (lavaggi, acqua per impianti di
abbattimento, ecc) tale sistema permette di ridurre comunque il quantitativo di
acqua attinta direttamente dalla falda, minimizza i costi dei reagenti e se il
riciclo avviene al 100% si evita lo scarico su corpo recettore.
I rifiuti prodotti sono costituiti prevalentemente dai sacchi vuoti che
contenevano gli ingredienti per lo smalto, gli stessi sono stoccati all'interno
di un cassone metallico dal quale vengono poi inviati ad una discarica
autorizzata al loro smaltimento.
Fase 4: Modellazione Preparazione Forme in Gesso
Colaggio Stampi
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
PREPARAZIONE FORME
IN GESSO |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POSTURA- RISCHI
MECCANICI - RISCHI ELETTRICI |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
102 |
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In tale reparto si studiano le forme dei pezzi da
realizzare, e si costruiscono i prototipi in gesso o in resina, dei pezzi da
mettere in produzione.
Nello stesso reparto si procede alla esecuzione materiale
degli stampi necessari a condurre tutte le macchine di colaggio della fabbrica.
Il gesso necessario al fabbisogno del reparto viene
stoccato all'interno di un silos metallico posto all'esterno dello
stabilimento, da dove viene estratto a mezzo di coclea rotante.
Fase di lavorazione
Il reparto preparazione stampi costituisce oggi la parte più artigianale
dell'intera fabbrica per la produzione di sanitari.
In questo reparto vengono creati i modelli in gesso che,
con opportune controdeformazioni andranno a riprodurre il pezzo nella forma
desiderata, tenendo conto appunto del processo che tale pezzo subisce durante
la fase di cottura.
Il punto di partenza è un blocco di gesso che viene
colato all'interno di una forma standard (vaso, bidet, avabo,ecc.)
Tale blocco viene colato all'interno di uno stampo e qui
viene fatto essiccare per circa un giorno.
Il giorno successivo il blocco viene messo in
lavorazione, cioè viene lavorato manualmente dall'operatore per mezzo di
spatole, raschietti acuminati e carte vetrate, per conferirgli un aspetto
liscio e levigato, praticamente uguale al pezzo finito.
Si utilizza aria compressa per l'allontanamento dei
residui della lavorazione.
Una volta terminato l'originale è pronto per essere
utilizzato come modello nella preparazione della forma in resina.
La preparazione della forma in resina avviene preparando
una cassaforma all'interno della quale verrà colata la forma stessa per mezzo
di una miscela di resine.
All'interno della cassaforma vengono talvolta poste delle
armature in tondino di acciaio al carbonio che vengono composte per saldatura.
La forma in gesso viene fissata alla cassaforma per mezzo
di morsetti di bloccaggio, viene quindi colata la resina che viene lasciata ad
indurire almeno un giorno.
Estratta la forma originale in gesso dalla forma in
resina, si procede al colaggio delle forme in gesso che saranno utilizzate
nella produzione industriale.
Tale produzione industriale di forme avviene per mezzo
del colaggio del gesso disciolto con acqua all'interno delle forme di resina
precedentemente preparate.
Tale riempimento avviene per mezzo di un secchio con il
quale si vuota il recipiente all'interno del quale è avvenuta la scioglitura
del gesso in acqua.
Una volta che la miscela acqua-gesso ha raggiunto la
opportuna consistenza all'interno della forma, si procede al suo distacco per
mezzo di aria compressa.
Effettuato il distacco, si compone la forma che viene
posta ad essiccare al di sopra di steccali per mezzo di traspallet elettrici o
muletti.
Scioglitura e colaggio del gesso
Il gesso è stoccato all'interno di silos metallici ove
viene caricato dalla cisterna di approvvigionamento tramite un compressore
posto sulla cisterna stessa, tale operazione viene effettuata dalla ditta che
rifornisce lo stabilimento di materia prima.
Il silos è dotato sulla sua sommità di valvola di
sicurezza a contrappeso e di filtro che permette il contenimento delle
emissioni polverulente dovute al carico del silos stesso da parte della
cisterna munita di compressore.
Ad intervalli dipendenti dalle esigenze produttive il
gesso viene estratto dai silos per mezzo di estrattori a coclea collegati al
fondo del silos stesso, da tale punto il gesso viene convogliato al punto di
carico del recipiente all'interno del quale avverrà la miscelazione del gesso
con acqua.
In tale punto si ha dispersione in aria di polvere di
gesso.
Una volta messo nel recipiente il quantitativo desiderato
di gesso e di acqua, si procede alla sua scioglitura per mezzo di un agitatore
ad elica marina ruotante ad una velocità che può andare dai 100 ai 500 r.p.m.
Terminata la scioglitura, il gesso viene per mezzo di un
carrello su ruote portato in prossimità del punto di colaggio per essere messo
all'interno della forma in resina da colare.
Effettuato il colaggio i recipienti vengono puliti per
mezzo di battitura con un mazzuolo di plastica o di legno per asportare i
residui di gesso che sono rimasti attaccati al recipiente stesso.
Rischi:
Possibilità di inalazione di polveri generatesi durante lo scarico del
silos del gesso per mezzo della coclea di estrazione
Rischi elettrici dovuti al fatti di operare su di un
quadro in tensione
Rischi meccanici dovuti al fatto di dover operare nelle
vicinanze di uno scioglitore ad elica marina ruotante ad elevata velocità
Rischi dovuti alla movimentazione di carichi al di sopra
di carrelli
Rischi dovuti alla movimentazione di secchi pieni di
gesso ed acqua
Metodi per ovviarli:
Il punto di scarico del gesso dal silos a fine coclea è
munito di opportuna aspirazione in maniera tale da mantenere il livello delle
polveri respirabili di gesso al di sotto del valore limite indicato dal
produttore nella scheda di sicurezza.
I comandi sono in bassa tensione e l'impianto elettrico risponde ai
requisiti di impianto in zona umida (IP44)
Gli scioglitori ad elica marina sono muniti di dispositivi atti ad
impedire la rotazione fino a che questi non siano scesi in posizione bassa.
Gli operatori sono edotti sulle modalità di corretto uso
dei traspallets e per la movimentazione dei carichi dovranno usare il criterio
dei 30 kg/persona.
Scioglitura e colaggio delle resine
Le resine sono solitamente bicomponenti, cioè sono
costituite da due prodotti che uniti insieme danno vita alle reazioni di
catalisi necessarie al conferimento delle caratteristiche desiderate a tali
prodotti.
La fase della scioglitura ha inizio con il dosaggio delle
materie prime all'interno del recipiente in cui avviene la scioglitura, spesso
si mescolano anche altri prodotti alle resine per conferire caratteristiche di
durezza, di robustezza, ecc. ulteriormente desiderate.
Effettuato il dosaggio di prodotti da sciogliere si
procede alla scioglitura per mezzo di uno scioglitore ad elica ruotante avente
asse ortogonale a quello del terreno.
Una volta che la miscela ha raggiunto le caratteristiche
desiderate, si procede al suo colaggio all'interno della cassaforma in cui è
alloggiato l'originale in gesso e si depone la forma colata all'interno di un
box dotato di impianto di ventilazione onde permettere che i vapori che
fuoriescono dal recipiente possano esaurirsi prima del giorno seguente..
Rischi:
Possibilità di inalazione di vapori sviluppati da solventi o da resine
Rischi elettrici dovuti al fatto di operare su di un
quadro in tensione
Rischi meccanici dovuti all'utilizzo di scioglitori.
Metodi per ovviarli:
La preparazione ed il colaggio delle resine avviene
all'interno di una stanza appositamente attrezzata, munita di aspiratore che
permetta il ricambio di aria della stessa durante tali operazioni, in maniera
tale da mantenere bassa la concentrazione dei componenti volatili delle resine stesse.
Solitamente l'impianto di ventilazione ha caratteristiche
variabili tra i 2 ed i 5 ricambi di aria-ora.
Tale stanza è munita di porta a battente munita di
maniglione antipanico.
La stanza di preparazione delle resine è munita di
estintore a polvere posizionato in una zona facilmente accessibile
dall'operatore.
Comunque le operazioni sopraddette sono compiute da
operatore munito di respiratore dotato di filtri a carbone attivo in grado di
mantenere il valore respirabile al di sotto dei limiti consigliati dai
fornitori di materie prime nelle loro schede di sicurezza.
L'impianto elettrico all'interno della stanza di
preparazione resine ha grado di protezione almeno IP44, con cavi non propaganti
l'incendio e giunti di isolamento dalla fiamma negli attraversamenti delle
pareti.
L'agitatore per la scioglitura delle resine è in bassa
tensione munito di trasformatore di isolamento.
Stoccaggio delle forme in gesso
Le forme in gesso preparate vengono composte e stoccate
al di sopra di scaffali costituiti da steccali in metallo per mezzo di
trasportatori elevatori elettrici; con gli stessi mezzi vengono scaricati.
Rischi:
Movimentazione di carichi con l'ausilio di mezzi
meccanici
Possibilità di urto da parte dell'operatore delle altre
forme presenti al di sopra degli scaffali
Metodi per ovviarli:
Le vie di corsa sono opportunamente segnate e mantenute
Gli operatori ai mezzi meccanici sono opportunamente
istruiti sulla propria mansione.
La zona di deposito è interdetta alle persone non
autorizzate.
Le attrezzature e le macchine
Scioglitori veloci per la miscelazione del gesso con acqua e delle resine
Silos metallici, muniti di filtri posti superiormente,
per lo stoccaggio del gesso ventilato
Saldatrici per la realizzazione delle armature in tondino di ferro
Il parco macchine presente risulta essere assai vetusto in quanto il
livello tecnologico necessario è assai basso essendo la quasi totalità della
lavorazione artigianale.
Il fattore di rischio Preparazione Stampi
1. |
Possibilità di traumi meccanici causati dagli attrezzi taglienti per la modellazione delle forme in gesso |
2. |
Possibilità di inspirazione dei detriti e delle polveri generatisi dalla modellazione e dalla soffiatura dei modelli in gesso, , dei fumi di saldatura e delle polveri di gesso |
3. |
Movimentazione dei carichi |
4. |
Possibilità di caduta di carichi sui piedi degli operatori |
5. |
Rischi connessi alla circolazione di mezzi nel reparto (muletti, transpallet,..) |
6. |
Rumore dovuto alle utenze di aria compressa sia per il distacco delle forme che per il soffiaggio dei detriti durante le fasi |
7. |
Rischi legati alla possibile inspirazione di resine epossidiche durante la catalisi |
1.Possibilità di traumi meccanici causati dagli
attrezzi taglienti per la modellazione delle forme in gesso
L'utilizzo di attrezzi manuali (dotati di lame e punte acuminate) per
eseguire e rifinire il modello può determinare danni fisici (tagli, punture ,
abrasioni, etc.)
2.Possibilità di inspirazione dei detriti e delle
polveri generatisi dalla modellazione e dalla soffiatura dei modelli in gesso,
dei fumi di saldatura e delle polveri di gesso
Lo sviluppo delle polveri avviene principalmente nelle fasi di utilizzo
del gesso.
Nelle aree predisposte (pesatura, miscelazione, etc.), è
presente previsto un sistema di aspirazione munito all'esterno di filtro avente
media filtrante adatto al materiale aspirato..
Esso garantisce che l'aria aspirata, prima di lasciare il
filtro abbia depositato in esso la massima parte delle polveri trasportate.
Ciò rende necessaria la manutenzione programmata di tutti
gli impianti di aspirazione ed abbattimento, che va attuata con molta
attenzione essendo tali impianti dei concentratori di polvere.
3.Movimentazione dei carichi
Alcune operazioni di movimentazione di carichi avvengono manualmente.
Tale movimento può essere di notevole pregiudizio per la
spina dorsale degli operatori, comportando una flessione e/o torsione del
busto.
4.Possibilità di caduta di carichi sui piedi degli
operatori
Movimentando porzioni di stampi e modelli, è possibile che l'operatore
possa subire, per una caduta di materiale schiacciamento o danni ai un piedi.
5.Rischi connessi alla circolazione di mezzi nel
reparto (muletti, transpallet,..)
I rischi specifici sono quelli connessi alla possibilità di essere urtati
da mezzi di movimentazione interna (quali palette o muletti) in manovra
all'interno dei locali.
6.Rumore dovuto alle utenze di aria compressa sia per
il distacco delle forme che per il soffiaggio dei detriti
La rumorosità del reparto non è in genere elevata, se si esclude la fase
di distacco delle forme ed il soffiaggio dei detriti durante le quali si
utilizza aria compressa, anche perchè essendo la lavorazione completamente
artigianale il numero di pezzi prodotti da ciascun operatore risulta essere
assai limitato (4-5 pezzi al giorno da ciascun operatore)
Consideriamo che un grande stabilimento (circa 1000
sanitari al giorno prodotti) occupa all'interno del proprio reparto
modellazione 5 persone..
Nei periodi di funzionamento dei dispositivi suddetti,
gli operatori hanno disposizione di indossare i dispositivi di protezione
personale (cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti al livello di rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione dei macchinari, con la tempestiva
comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento aumento della
rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi rotanti.
7.Rischi connessi all'utilizzo di resine epossidiche
I rischi specifici sono quelli connessi alla possibilità respirare resine
epossidiche durante la fase di catalisi..
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
L'operatore indossa dei guanti a protezione delle mani ed è stato
informato circa i rischi connessi con l' attività da lui stesso svolta
Sono presenti impianti di aspirazione localizzata sui
punti di utilizzo del gesso, che sono realizzati in modo da “autopulirsi”
minimizzando gli interventi umani straordinari.
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure
procedurali, quali l'adozione di mezzi di protezione personale (mascherine,
respiratori ecc.) con grado di filtrazione adatto alle polveri in circolo.
Completa la prevenzione la disposizione data dall'azienda
di effettuare tali operazioni con la massima attenzione e con una certa
gradualità (evitare scarichi improvvisi di materiale ecc.), oltre alla cura che
dovrà avere l'operatore nell'evitare, durante le fasi di pulizia, di utilizzare
soffi liberi in zone non aspirate che potrebbero fare da vettore per le polveri
estendendo la zona di rischio.
Per limitare gli inconvenienti legati alla movimentazione
manuale dei carichi si è programmato di sollevare gradualmente e con l'ausilio
di una persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in particolare
quelli eccedenti i 30 kg
Per evitare traumi da caduta di oggetti sui piedi si
ritiene utile che indossi scarpe antinfortunistiche appositamente progettate
per proteggere gli arti inferiori da tale pericolo
Per minimizzare il pericolo relativo alla presenza di
mezzi meccanici in movimento si è provveduto, ove possibile, a realizzare vie
di corsa per i mezzi in manovra che lascino un franco per il passaggio delle
persone di almeno 0,70 m.
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da
strisce continue gialle a pavimento che dovranno essere permanentemente
mantenute efficienti.
Inoltre i mezzi sono stati muniti di lampeggiante e
sirena di retromarcia
Gli operatori che conducono tali mezzi hanno inoltre
l'obbligo di agire con la massima cautela evitando manovre brusche che possano
causare danni a persone e cose.
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per garantire
gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per avere
sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
Sono presenti anche cartelli monitori riguardanti al
presenza di mezzi in movimento.
Per la postazione di saldatura viene usata una cappa aspirante mobile
dotata di filtro opportuno per i fumi di saldatura.
Adozione di opportune mascherine atte al contenimento
delle polveri di gesso.
Dotazione degli operatori di opportune calzature
antinfortunistiche munite di puntale rinforzato
Le vie di corsa all'interno del reparto dovranno essere opportunamente
segnate e correttamente mantenute, gli operatori addetti alla movimentazione
dei mezzi meccanici sono formati ed informati sull'utilizzo dei mezzi loro in
dotazione.
Durante le fasi di distacco dei pezzi in gesso dalle
forme in resina, gli operatori sono dotati di protezioni auricolari o cuffie
dipendentemente dal livello acustico raggiunto all'interno dell'ambiente.
Per quanto concerne il rischio di poter inspirare resine epossidiche, si
ha che le resine vengono preparate all'interno di un box dotato di aspirazione
e gli operatori stessi sono munitii di autorespiratori dotati di filtri a
carbone attivo in grado di rendere l'aria respirabile.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante le
operazioni di dosaggio delle materie, la corrente fluida prima di fluire
all'esterno viene fatta fluire attraverso un impianto dotato di filtro a secco
a maniche o a calze in gradfo di autopulirsi mediante gett di aria compressa.
I rifiuti prodotti sono costituiti prevalentemente da residuo di gesso
che viene provvisoriamente
stoccato in appositi cassoni e successivamente inviato in
discarica.
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
COLAGGIO |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI RISCHIO: |
POLVERE- - POSTURA-
RISCHI MECCANICI - |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
472 |
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La formatura dei sanitari viene effettuata per colaggio
di barbottina in stampi porosi di gesso, che assorbendo acqua determinano la
solidificazione dell'impasto a partire da uno spessore sottile che si forma
sulla parete dello stampo e va progressivamente aumentando.
Tale processo prosegue nel tempo con velocità sempre più
ridotte a causa di un aumento del tempo necessario all'acqua per attraversare
lo spessore dello strato consolidatosi precedentemente e del grado di
saturazione dei capillari.
Fase di lavorazione
La formatura per colaggio dei manufatti sia in fire-clay che in
vitreous-china può avvenire manualmente o in maniera meccanizzata.
La distinzione tra colaggio manuale e meccanizzato
consiste esclusivamente nella differente maniera di movimentazione degli stampi
che nel primo caso avviene ad esclusiva cura dell'operatore, mentre nel secondo
caso si ha l'aiuto più o meno determinante della macchina utilizzata.
In genere per il colaggio meccanizzato si utilizzano
macchine che permettono la chiusura automatica degli stampi di gesso
all'interno dei quali viene introdotta la barbottina a mezzo pompe.
Aperti gli stampi per mezzo di sformatori automatici, di
foggia e dimensioni varie a seconda del pezzo in produzione, gli operai
estraggono i pezzi dalle forme e li depositano su carrelli predisposti ove
vengono lasciati ad essiccare ulteriormente.
Quando l'impasto raggiunge una certa resistenza in crudo
è possibile effettuare la movimentazione dei manufatti che può essere
meccanizzata o manuale
Una volta terminato il colaggio le forme di gesso sono
assai umide, per ridurre l'elevata percentuale di umidità presente viene usato
un sistema di canali che adducono calore in prossimità degli stampi, tale
sistema di canali è posto al di sotto degli stampi stessi ed il calore può
essere conferito attraverso aria calda direttamente sugli stampi o mediante
tubi contenenti aria calda alimentati da generatori di aria calda.
L'aria calda dopo avere lambito le porzioni costituenti
gli stampi, essendo satura di umidità, viene espulsa.
L'operazione di essiccazione degli stampi avviene in
assenza di personale all'interno dello stabilimento.
Le attrezzature e le macchine
Gli impianti per il colaggio manuale e meccanizzato sono costituiti da:
à Impianti di distribuzione barbottina, ovvero tratti di tubazioni che
consentono l'adduzione dell'impasto in forma liquida dai serbatoi di stoccaggio
all'interno delle forme in gesso.
à Banchi di colaggio manuali, sono banchi in legno su cui vengono
poggiate le porzioni di stampo che una volta costituite, assemblate e serrate
costituiscono la base per il colaggio dei manufatti.
à Banchi di colaggio meccanizzati semiautomatici ed automatici, sono
sostanzialmente dei banchi di colaggio in cui la movimentazione degli stampi
avviene per scorrimento su binari o altri sistemi, quindi può avvenire senza
fatica da parte dell'operatore.
à Banchi di colaggio meccanizzati dotati di manipolatore di sformatura,
oltre alle funzioni dei banchi di colaggio automatici riducono lo sforzo anche
nella sformatura dei pezzi dagli stampi e nel loro deposito sui banchi di
deposito.
Gli impianti di colaggio meccanizzati consentono di eseguire le medesime
attività svolte con il colaggio manuale, garantendo però mediante modalità di
esecuzione standardizzate notevole riduzione di tempi, spazi ed uniformità di
prodotto e di tempi di lavorazione.
É' altresì importante sottolineare che la sempre maggiore
diffusione di questa tipologia impiantistica ha permesso un notevole
miglioramento delle condizioni dell'ambiente di lavoro.
I banchi di colaggio semiautomatici sono dotati di un impianto di
colaggio che consente di colare contemporaneamente tutti gli stampi, le altre
operazioni di chiusura ed apertura degli stampi, estrazione e movimentazione
dei pezzi sono svolte manualmente.
I banchi di colaggio automatici garantiscono un numero maggiore di
operazioni che si possono svolgere in automatico mediante manipolatori di
sformatura (per la estrazione dei pezzi e la loro successiva moviemntazione) e
apparecchiature che eseguono i fori funzionali.
Il parco macchine risulta essere in generale assai
vetusto a causa della scarsa necessità di rinnovo tecnologico, soprattutto per
le postazioni manuali e per i primi banchi semiautomatici, negli ultimi anni si
assiste comunque al rinnovo di tali postazioni ed all'avvento di linee più
complesse e più produttive che stanno via via soppiantando le vecchie, anche se
alcune tipologie produttive ad oggi a causa della loro notevole complessità
debbono ancora essere prodotte a mano.
Ovviamente le ultime macchine prodotte sono marcate CE e
conformi alla direttiva europea, anche quelle prodotte da ditte artigiane
locali presenti all'interno del comprensorio.
Il fattore di rischio Colaggio Manuale
1. |
Possibilità di inalazione di polveri di varia natura ed in particolare contenenti materiali silicotigeni. |
2. |
Rischi dovuti alla movimentazione dei pezzi |
3. |
Rischi dovuti alla possibilità di traumi dovuti alla possibile caduta di pezzi dalle mani del colatore |
4. |
Rischi dovuti alla movimentazione di utensili necessari alla formatura di fori funzionali sui pezzi stessi. |
5. |
Rischi dovuti alla possibilità di scivolamento dovuti alla possibile fuoriuscita di barbottina dalle tubazioni di colaggio |
6. |
Rischi di strappi dorso lombari dovuti al particolare movimento che viene eseguito per l'estrazione dei pezzi formati dall'interno degli stampi. |
7. |
Microclima. |
Colaggio automatico
Oltre ai rischi propri delle operazioni di colaggio manuale sono presenti
inoltre:
8. |
Rischi di intrappolamento tra le due metà degli stampi. |
9. |
Rischi elettrici dovuti all'operare su di un quadro in tensione. |
1.Possibile inalazione di polveri contenenti silice ;
Una possibile fonte di polverosità è dovuta all'impasto, caduto durante
le operazioni di colaggio sul pavimento, che calpestato produce diffusione di
polveri.
Tale situazione si verifica con scarsa frequenza ed è dovuta alla cattiva
tenuta dei circuiti o al cattivo accoppiamento degli stampi e di solito
all'eccessiva usura degli stessi.
Altra fonte di inalazione di polveri è quella dovuta al
passaggio del talco sugli stampi durante le operazioni di preparazione degli
stessi per la colata del turno o del giorno successivo.
Il passaggio del talco avviene a secco tramite una
spugna, la spugna viene saturata di talco e passata sullo stampo in gesso,
inoltre sempre con una spugna si rimuove il talco depositato in eccesso.
Inoltre all'interno del reparto colaggio in quasi tutte
le aziende del comprensorio viene effettuata l'operazione di rifinitura dei
pezzi colati, operazione che per le sua natura genera un notevole quantitativo
di polvere all'interno del reparto.(comunque la fase di rifinitura verrà presa
in considerazione come fase separata e non all'interno della presente).
2.Problemi causati dalla movimentazione dei carichi
Alcune operazioni di movimentazione di carichi (stampi, sanitari crudi,
ecc.) avvengono manualmente.
Tale movimento può essere di notevole pregiudizio a causa della
incongruità della postura.
Gli stampi cono costituiti da un elevato numero di
componenti (dipendentemente dalla complessità della forma colata), che vengono
assemblati mediante morsetti per costituire la cavità a tenuta necessaria per
il colaggio.
3.Rischi dovuti alla possibilità di traumi dovuti alla possibile caduta
di pezzi dalle mani del colatore
A causa del peso dei pezzi, degli stampi e delle porzioni degli stessi,
esiste il rischio di caduta di pezzi sugli arti inferiori degli operatori.
4.Rischi dovuti alla movimentazione di utensili necessari alla formatura
di fori funzionali sui pezzi stessi
L'utilizzo di utensili manuali (lame , coltelli, ecc) per l'esecuzione di
fori funzionali sui pezzi,. può essere causa di infortunio.
5..Possibile presenza di pavimento scivoloso con conseguenti cadute
L'utilizzo pressoché continuo di acqua per il processo e per i lavaggi fa
sì che il pavimento sia spesso bagnato.
Se non si ha una pulizia efficace, la miscela acqua/impasto diventa
scivolosissima con grave pregiudizio per gli operatori.
6.Rischi di strappi dorso lombari
Indipendentemente dal peso dei manufatti e degli stampi, la
movimentazione dei pezzi e degli stampi in posizione distante dal baricentro
costituisce un rischio a causa della incongrua postura che l'operatore viene ad
avere.
Oltre ai rischi generali derivanti dalla mansione di colatore, sono
inoltre presenti quelli dovuti all'operare su di un macchinario automatico
7.Microclima
L'umidità prodotta dall'asciugatura degli stampi in gesso e dei pezzi
colati si riversa in ambiente rendendo le condizioni assai pesanti dal punto di
vista microclimatico, tanto che gli operatori lavorano con magliette a maniche
corte e pantaloncini corti.
8. Rischi da intrappolamento tra le porzioni costituenti gli stampi
Visto che le operazioni di chiusura avvengono in maniera automatica a
cura della macchina, esiste il pericolo che l'operatore, o altro personale
venga imprigionato tra le parti costituenti gli stampi.
In questo caso si è previsto che i comandi atti a
svolgere tale funzione siano del tipo a uomo presente ovvero che la postazione
sia costantemente presidiata durante lo svolgimento della mansione.
9. Presenza di tensione elettrica elevata- pericolo di folgorazione
Tutti i macchinari di colaggio (tranne i banchi manuali) sono mossi da
corrente elettrica, quindi sono presenti per gli operatori i rischi legati
all'utilizzo di tale fonte di energia.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per evitare una notevole diffusione di polvere dovuta al calpestare le
porzioni di impasto caduto a terra si procede alla rimozione dello stesso
quando risulta ancora umido in modo da evitare che con l'essiccazione si abbia
una ulteriore diffusione di polveri.
Durante il passaggio del talco che ha una durata di circa 30 minuti
sull'intero arco lavorativo, gli operatori sono obbligati ad indossare maschere
facciali filtranti aventi grado di filtrazione almeno FFP2.
I pavimenti e le zone di passaggio vengono pulite per
mezzo di macchina lava-asciuga ad umido e per le parti inaccessibili si
utilizzano spandiacqua a secco e non scope
Si effettuano periodicamente delle pulizie straordinarie
mediante impianti di aspirazione mobili sulle macchine e sulle strutture
Inoltre all'interno dei locali colaggio una particolare
cura è stata posta nella installazione di sistemi di ricambio di aria in grado
di diluire la presenza di inquinanti all'interno del reparto.
Il numero di ricambi di aria all'interno delle aziende
del comprensorio di Civita castellana varia da un numero di 2 ad un numero di
5, ovviamente il numero dipende dalla densità di persone intente alle
operazioni di colaggio all'interno del reparto.
Ad un maggiore numero di ricambi di aria corrisponde un
abbassamento del livello di polverosità ambientale.
Per limitare gli inconvenienti legati alla movimentazione manuale dei
carichi durante le operazioni di colaggio,si è programmato di sollevare
gradualmente e con l'ausilio di una persona o di un'apparecchiatura i carichi
pesanti ed in particolare quelli eccedenti i 30 kg.
Inoltre le operazioni manuali di apertura degli stampi avvengono in
coppia e il ribaltamento e l'inclinazione per lo scolaggio avvengono
“rotolando” gli stampi sugli appositi banchi in legno di deposito.
Al rischio legato all'utilizzo di attrezzi taglienti per praticare i fori
ed i tagli necessari sui pezzi si è cercato di supplire intervenendo dal punto
di vista informativo circa le possibili conseguenze di un uso improprio di tali
mezzi.
Per minimizzare i rischi da traumi legati alla caduta di pezzi al di
sopra degli arti inferiori degli operatori, si sono dotati gli stessi di scarpe
antiscivolo ed antinfortunistiche
Onde minimizzare i rischi da scivolamento legati alla
presenza di impasto in forma liquida sul pavimento si è disposta una accurata
pulizia della pavimentazione con cadenza giornaliera, ed una cura particolare
per minimizzare le discontinuità nel pavimento causa di accumuli di sporcizia e
di possibili inciampi.
Inoltre si sono dotati gli operatori di scarpe
antisdrucciolevoli ed antinfortunistiche.
Onde minimizzare i rischi dovuti alla movimentazione
manuale dei carichi costituisce misura di prevenzione la formazione diretta
agli operatori circa i corretti metodi di movimentazione dei carichi.
Sono state adottate tutte le misure atte a garantire
contro i rischi legati all'utilizzo dell'energia elettrica l'incolumità degli
operatori e l'integrità dei macchinari:
*protezione da contatti diretti: adozione di interruttori
differenziali ad alta sensibilità ed impianto di terra
*protezione da contatti indiretti: adozione di materiali
ed involucri con adatto grado di isolamento, apertura dei quadri possibile solo
con attrezzo o previo distacco della tensione (blocco porta)
*protezione generale: interruttore magnetotermico,
sezione dei conduttori adeguata atta ad evitare surriscaldamenti, posizione dei
quadri atta ad evitare un loro danneggiamento, pulizia all'interno dei quadri
nei quali non va introdotto materiale estraneo.
*manutenzione preventiva: serraggio delle viti ad
intervalli regolari per evitare surriscaldamenti o malfunzionamenti,
sostituzione dei pezzi usurati meccanicamente od elettricamente.
*I cavi sono del tipo non propagante la fiamma, di classe
di tensione adatta.
I quadri elettrici hanno grado di isolamento degli
involucri adatto all'ambiente di installazione ( minimo IP44, vista la presenza
di acqua e polvere nel reparto).
Essi sono mantenuti puliti, sgombri e sono apribili solo
con attrezzo o debbono essere dotati di interruttore con blocco porta.
Ci si deve assicurare che tutte le strutture siano
francamente messe a terra, le linee di alimentazione sono derivate da
interruttori differenziali ad alta sensibilità atti a proteggere gli operatori
dai contatti diretti.
Occorre anche evitare che personale non istruito ed
autorizzato alteri le sicurezze o la circuitazione dei quadri stessi.
Appalto a ditta esterna
Le operazioni di pulizia del reparto colaggio e rifinitura sono
solitamente affidate a ditte esterne che espletano questo servizio (almeno nel
90% delle aziende del comprensorio).
Risulta molto importante in questo caso la valutazione da parte del
datore di lavoro della idoneità da parte della ditta che esegue le pulizie
dello svolgimento di tale mansione.
In questo caso uno dei primi controlli che viene eseguito
è la valutazione dei requisiti tramite il Certificato di Iscrizione alla Camera
di Commercio, inoltre si chiede al titolare della ditta una dichiarazione in
cui egli porti a conoscenza dell'adempimento degli obblighi imposti dalla legge
626/94 e 277/91 nei confronti dei suoi dipendenti.
Inoltre completa il tutto il coordinamento tra le due
ditte in cui ciascuno porta l'altro a conoscenza dei propri rischi residui.
Completa il quadro la disposizione di non utilizzare
scope ma spandiacqua a secco per la rimozione di materiali polverulenti e
quella di utilizzare la macchina lavasciuga ad umido.
Inoltre gli operatori della ditta appaltatrice indossano
mezzi di protezione individuale per la protezione delle vie respiratorie con
grado di filtrazione almeno FFP2.
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Il Dlgs 626/94 e successive modificazioni per quanto
riguarda la gestione dei contratti di appalto.
Il DPR 203/88 che disciplina lo scarico di emissioni in
atmosfera.
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante le
fasi di spolvero e rifinitura. Durante tali operazioni un sistema di
aspirazione convoglia l'aria nell'ambiente esterno, avendo prima provveduto ad
un'opportuna filtrazione.
I rifiuti prodotti sono costituiti prevalentemente da
residuo impasto che viene provvisoriamente stoccato in appositi cassoni e
successivamente riutilizzato.
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1. COMPARTO: |
CERAMICO - MANUFATTI
IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
ESSICCAZIONE |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
-MICROCLIMA-
-POSTURA |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
35 |
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Tale fase consiste nell'eliminazione dell'acqua che si
trova negli interstizi del pezzo ormai formato.
Fase di lavorazione
Tale fase non riveste la funzione di fase lavorativa vera e propria, in
quanto i pezzi per essiccare vengono o stoccati all'interno di essiccatoi intermittenti
o vengono lasciati ad essiccare in ambiente o su delle catene a bilancelle,
quindi le operazioni che investono tale fase sono costituite dalla
movimentazione dei pezzi o dei carrelli contenenti gli stessi.
Le attrezzature e le macchine
Gli essiccatoi hanno lo scopo di portare i sanitari prodotti alle
condizioni di umidità adeguate per potere eseguire le successive operazioni di
collaudo e di smaltatura., ovvero portare il pezzo ad avere una umidità residua
inferiore all'1%, facendogli perdere circa un 30% in peso di acqua..
Nel comprensorio di Civita Castellana, tali apparecchiature sono in una
fase di diffusione all'interno delle industrie, poiché consentono dei cicli di
essiccazione rapidi unitamente ad una riduzione degli spazi occupati.
Si è infatti in una fase di passaggio: i metodi di
essiccazione che consistevano nel fare sostare i sanitari su carrelli o su
bilancelle in prossimità del forno stanno andando in disuso, in quanto
oltretutto durante tale fase si ha una generazione di umidità all'interno dei
reparti dannosa per il personale e per le lavorazioni che vi avvengono..
Gli essiccatoi sono costituiti da camere che consentono
l'essiccazione dei pezzi una forte verticosità dell'aria di trattamento.
I cicli di essiccazione hanno tempi variabili tra le 12
ore ed i 2 giorni, tali processi permettono che ad una temperatura massima di
100°C si riduca il contenuto di umidità a valori prossimi allo zero.
Gli essiccatoi utilizzano flussi di aria calda che
colpiscono i pezzi in maniera indiretta e tramite cicli alternati di immissione
di calore estrazione di aria satura.
Per quanto riguarda possibili fonti di rumore proveniente
dall'essiccatoio, lo stesso viene acceso durante il pomeriggio in cui non si ha
presenza di personale.
Il fattore di rischio
1. |
Rischio causato dalla spinta dei carrelli di deposito dei pezzi per il carico e lo scarico dell'essiccazione. |
Il rischio legato a questa mansione è causato essenzialmente dalla
movimentazione per spinta dei carrelli di deposito dei pezzi, in quanto una
volta effettuato il carico dell'essiccatoio, lo stesso inizia il ciclo di
essiccazione che avrà termine alla fine del ciclo temporale impostato.
Consideriamo che questa mansione è nata come soluzione al
problema della essiccazione dei pezzi in ambiente per mezzo di ventole che
diffondeva polveri nell'ambiente di lavoro e contribuiva a rendere insalubre
l'ambiente stesso.
I possibili danni possono essere causati dall'urto delle
ruote dei carrelli con i piedi dell'operatore.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Gli operatori sono stati muniti di scarpe antinfortunistiche dotate di
puntale rinforzato onde poter minimizzare e ridurre i traumi da schiacciamento
del piede.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference of Governmental
Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della silice libera
cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R. 459/97 che norma la
sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera, in quanto l'aria che
fluisce all'esterno provoca un trascinamento di materiale particellare.
Consideriamo comunque che l'entità di tale emissione risulta essere assai
modesta, in quanto in assenza di mezzi filtranti il valore di polvere emessa si
attesta tra gli 0.5 e gli 0.9 mg/m 3 .
Fase 7: Rifinitura
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
RIFINITURA |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-
MICROCLIMA-POSTURA- RISCHI MECCANICI |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
118 |
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Gli operatori del colaggio sono anche responsabili della
rifinitura dei pezzi, cioè provvedono all'asportazione delle bave delle uniture
dal pezzo, generate dall'unione degli stampi.
Fase di lavorazione
L'addetto preleva il pezzo da rifinire, lo posiziona sulla tornietta e
procede alla operazione di rifinitura per mezzo di raschietti metallici e
spugnette abrasivein materiale plastico.
Terminata tale operazione, l'operatore deposita il pezzo
sui carrelli predisposti.
L'operazione di rifinitura consiste nella asportazione
mediante raschietti in metallo e spugnette abrasive delle bave di barbottina
presenti sul pezzo lasciate dalle unioni degli stampi.
Al termine della fase di asportazione l'operatore ribalta
il pezzo per svuotarlo della polvere all'interno della carenatura della
tornietta, e lo ridepone sul banco di deposito per passare al pezzo successivo.
Le attrezzature e le macchine
Tale operazione avviene all'interno di postazioni ruotanti di rifinitura
(torniette di rifinitura) carenate, ovvero al di sotto del tornio ruotante di
rifinitura vera e propria è presente un imbuto di lamiera che consente la
raccolta delle polveri prodotte durante la fase ed il loro convogliamento
all'interno di un recipiente posto al di sotto del cono.
Inoltre al di sotto delle torniette carenate è presente
un piano in grigliato sollevato dal terreno, al di sotto del quale sono poste
delle cassette di raccolta in lamiera che permettono l'asportazione delle
polveri stesse per consentirne la pulizia.
Il grigliato al di sotto delle torniette di rifinitura ha
anche la funzione di evitare che i residui della rifinitura vengano calpestati
e le frazioni più piccole vengano reiimesse in ambiente
Il fattore di rischio
1. |
Possibilità di inalazione di polveri di varia natura ed in particolare contenenti materiali silicotigeni. |
2. |
Rischi dovuti alla movimentazione dei pezzi |
3. |
Rischi dovuti alla possibilità di traumi causati dalla possibile caduta di pezzi dalle mani del colatore |
4. |
Rischi dovuti al continuo utilizzo della spugna bagnata |
1.Possibile inalazione di polveri ad alto contenuto di silice ;
Il livello di polvere che si ha nella fase di rifinitura oscilla tra gli
0.942 e 1.138 mg/m 3 per le polveri respirabili e tra gli 0.06 e gli 0.08 mg/m
3 per la polvere di silice libera cristallina.
Lo sviluppo delle polveri che avviene principalmente nelle fasi di
rifinitura dei pezzi colati il giorno precedente viene limitato dal tipo di
torniette di cui si è detto in precedenza.
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure
procedurali, quali l'adozione di mezzi di protezione personale (mascherine,
respiratori ecc.) con grado di filtrazione adatto alle polveri in circolo,
durante le principali fasi che danno origine a sviluppo di polveri.
Altra misura che viene adottata per ridurre la
polverosità durante le operazioni di rifinitura è quelle di coprire i pezzi in
deposito sui banchi di essiccazione onde evitare che i pezzi essicchino
eccessivamente e che quindi durante la rifinitura presentino ancora un apprezzabile
tasso di umidità.
Altra possibile fonte di polverosità è dovuta all'impasto
caduto sul pavimento che calpestato produce diffusione di polveri.
2.Problemi causati dalla movimentazione dei carichi
La movimentazione di sanitari crudi avviene manualmente, ovvero
l'operatore preleva il pezzo da rifinire, lo depone sulla tornietta ed una
volta terminata l'operazione di rifinitura lo ridepone al di sopra di un
carrello a ruote folli.
Tale movimento può essere di notevole pregiudizio per la spina dorsale degli
operatori, comportando una flessione e torsione del busto con presa del carico
al di fuori del baricentro dell'operatore..
3 Rischi dovuti di traumi causati dalla possibile caduta di pezzi dalle
mani dell'operatore
L'operatore movimenta pezzi che se cadono al di sopra degli arti
inferiori possono causare dei traumi.
4 Rischi dovuti all'utilizzo pressochè continuo della
spugna bagnata
L'operatore al termine delle operazioni di rifinitura compie quelle di
spugnatura ovvero uniforma il pezzo passando al di sopra dello stesso una
spugna bagnata opportunamente strizzata
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per limitare gli effetti dovuti allo sviluppo di polveri durante le
operazioni di rifinitura sono stati adottati i seguenti provvedimenti:
Si procede al termine delle operazioni di colaggio alla copertura dei
pezzi con sacchi di plastica (che tendono a non accumulare polvere) in maniera
tale da minimizzare la perdita di umidità e fare in modo che i pezzi durante la
rifinitura non siano eccessivamente secchi.
Sono state adottate torniette carenate dotate al di sotto di gligliato
con cassetti in lamiera estraibili per permetterne la pulizia.
Attualmente è in uso dotare le torniette di finitura di
un impianto di aspirazione delle polveri prodotte durante le operazioni di
finitura stesse, tale impianto è costituito da cappe aspiranti, sul cui fronte
la velocità dell'aria oscilla tra i 2 ed i 3 m/sec, in grado di aspirare le
polveri e convogliarle ad un impianto di abbattimento posto all'esterno dello
stabilimento.
Tale sistema ha il pregio di mantenere la zona in
depressione e quindi rendere minimo il quantitativo di polvere che si sviluppa
verso l'operatore, e di provvedere ad aumentare il numero di ricambi di aria
all'interno dell'ambiente provocando contemporaneamente una diluizione
dell'inquinante.
In aggiunta a tale sistema in un numero ridotto di
aziende è stato ultimamente adottato un sistema di aspirazione delle polveri
(tipo aspirapolvere con convogliamento del flusso depurato all'esterno)
all'interno del pezzo in maniera tale da evitare che lo stesso venga svuotato
per ribaltamento e che si abbia la nuvola di polvere conseguente a tale
operazione; il sistema di aspirazione in questione permette una efficace e rapida
pulizia del posto di lavoro..
Tali soluzioni combinate hanno evidenziato un
dimezzamento della polverosità totale durante le fasi di lavorazione, ed
inoltre l'evitare il rovesciamento del pezzo ha permesso che la polvere non si
depositi sugli indumenti dell'operatore.
Oltre a tutte le procedure ed accorgimenti tecnici
sopracitati si sono fatti indossare agli operatori mezzi individuali di
protezione delle viie respiratorie, ovvero facciali filtranti con potere di
filtrazione almeno FFP2, ed idonee coperture degli abiti che non trattengono
polvere (grembiuli)
Per limitare gli inconvenienti dovuti alla movimentazione dei carichi, si
è programmato di far sollevare gradualmente e con l'ausilio di una persona o di
un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in particolare quelli eccedenti i 30
kg, inoltre si è proceduto alla informazione degli operatori circa i rischi
derivanti da errate manovre durante la movimentazione dei carichi.
Consideriamo che la soluzione di aspirare le polveri dall'interno dei
pezzi ha permesso che i pezzi non vengano più ribaltati per essere svuotati
provocando così una diminuzione del numero di sollevamenti dei pezzi stessi.
Onde minimizzare i rischi da caduta di pezzi sugli arti
inferiori, si sono dotati gli operatori di scarpe antinfortunistiche dotate di
puntale rinforzato.
Appalto a ditta esterna
Le operazioni di pulizia del reparto colaggio e rifinitura sono
solitamente affidate a ditte esterne che espletano questo servizio (almeno nel
90% delle aziende del comprensorio).
Risulta molto importante in questo caso la valutazione da
parte del datore di lavoro della idoneità da parte della ditta che esegue le
pulizie dello svolgimento di tale mansione.
In questo caso uno dei primi controlli che viene eseguito
è la valutazione dei requisiti tramite il Certificato di Iscrizione alla Camera
di Commercio, inoltre si chiede al titolare della ditta una dichiarazione in
cui egli porti a conoscenza dell'adempimento degli obblighi imposti dalla legge
626/94 e 277/91 nei confronti dei suoi dipendenti.
Inoltre completa il tutto il coordinamento tra le due
ditte in cui ciascuno porta l'altro a conoscenza dei propri rischi residui.
Completa il quadro la disposizione di non utilizzare
scope ma spandiacqua a secco per la rimozione di materiali polverulenti e
quella di utilizzare la macchina lavasciuga ad umido.
Inoltre gli operatori della ditta appaltatrice indossano
mezzi di protezione individuale per la protezione delle vie respiratorie con
grado di filtrazione almeno FFP2.
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Il Dlgs 626/94 e successive modificazioni per quanto
riguarda la gestione dei contratti di appalto.
Il DPR 203/88 che disciplina lo scarico di emissioni in
atmosfera.
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera durante le operazioni di
rifinitura dei pezzi ove sono presenti sistemi localizzati di aspirazione, la
corrente fluida prima di fluire all'esterno viene fatta fluire attraverso un
opportuno impianto dotato di filtro a cartucce a secco autopulentesi mediante
getti di aria compressa.
Il valore di polverosità che fuoriesce dai filtri
all'esterno dello stabilimento si attesta tra i 6 ed gli 8 mg/m 3 .
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
COLLAUDO |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-POSTURA |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
107 |
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Il collaudo è una operazione che avviene sui pezzi una
volta essiccati prima che gli stessi subiscano l'operazione di smaltatura.
Fase di lavorazione
I pezzi una volta essiccati vengono passati al collaudo, cioè sono
ulteriormente rifiniti e sono minuziosamente ispezionati per verificare la
presenza di difetti evidenti che pregiudicano l'integrità del pezzo.
L'operatore preleva il pezzo dal carrello di stoccaggio, lo depone su di
un tornio ruotante spinto manualmente, lo ispeziona minuziosamente, per mezzo
di una pennellata di petrolio fiammante verifica se sono presenti delle cricche
o degli spacchi appena sotto la superficie, al termine di queste operazioni,
rifinisce ulteriormente il pezzo e ne toglie la polvere presente che
pregiudicherebbe la successiva fase della smaltatura, per mezzo di una spugna
umida uniforma il pezzo coprendo eventuali affossamenti o asperità.
Terminata questa sequenza di operazioni toglie il pezzo
dal tornio girevole e lo ridepone al di sopra di un carrello di stoccaggio.
Tutte le operazioni avvengono in cabine compartimentate dotate di
aspirazione.
Le attrezzature e le macchine
Tutte le operazioni sopracitate avvengono all'interno di una cabina
dotata di aspirazione in posizione anteriore rispetto all'operatore.
Le cabine presenti sono di due tipologie, sia a secco dotate di
aspirazione ed abbattimento degli effluenti posti all'esterno dello
stabilimento, oppure dotate di filtro a velo di acqua e con il ventilatore
responsabile della aspirazione posto al di sopra della cabina stessa.
E' inevitabile verificare che la disposizione all'esterno
dei ventilatori e dei sistemi di abbattimento riduce notevolmente il rumore di
fondo presente all'interno del reparto.
Le velocità di captazione normalmente riscontrate nel
comparto produttivo oscillano all'interno di un range tra 0.7 m/s e 1.4 m/s.
Ovviamente maggiore è la velocità migliore sarà
l'efficienza di captazione delle polveri, ma oltre certi valori si hanno
problemi di benessere del personale (eccessive correnti di aria)
Per l'asportazione delle polveri risultanti si procede
mediante soffiaggio con pistole ad aria compressa, ma data l'alta portata
necessaria, si hanno in questa fase notevoli problemi di rumore (valori
maggiori di 100 dBA).
La polverosità misurata all'interno di codesta fase
oscilla tra 0.88 e 1.174 mg/m 3 per la polvere respirabile, mentre la silice
libera cristallina rilevata varia tra 0.092 e 0.127 mg/m 3 .
Si è proceduto a silenziare le pistole mediante
silenziatori convogliatori del flusso d'aria che ottimizzano il flusso
riducendo i vortici e quindi abbassando la potenza sonora (valori minori di 85
dBA).
All'esterno delle cabine al di sotto dei piedi
dell'operatore sono disposti dei pannelli di grigliato per fare in modo che
eventuali polveri provenienti dalle operazioni di collaudo non vengano
calpestate e reimmesse in aria dai piedi dell'operatore.
Al momento sono allo studio dei sistemi che permettono
l'aspirazione delle polveri anziché il loro soffiaggio, soluzione che a parità
di risultato permetterebbe di lavorare con velocità di captazione più basse,
riducendo i consumi energetici degli impianti di abbattimento , inoltre
eviterebbe che gli operatori abbiano a ribaltare il pezzo onde farne
fuoriuscire la frazione polverulenta più grossolana.
Per ciò che riguarda la vetustà del parco macchine,
possiamo dire che circa il 50% del parco macchine risulta essere assai
superiore a 10-15 anni, mentre la restante parte è assai nuova ed ha risentito
della adozione della Direttiva Comunitaria 89/392 sulla sicurezza delle
macchine quindi le nuove macchine risultano dotate di marcatura CE.
Il fattore di rischio
1. |
Rumore generato dalle pistole di soffiaggio ad aria compressa |
2. |
Formazione di polveri durante il soffiaggio dei pezzi ed utilizzo della spugna bagnata |
3. |
Possibilità di caduta dei pezzi al di sopra dei piedi degli operatori, dovuta alla presa inefficiente da parte dell'operatore |
4. |
Movimentazione manuale dei carichi dovuta al carico scarico dei carrelli e dei torni portapezzo |
5. |
Uso di petrolio fiammante |
Rischio rumore
La rumorosità del reparto è in genere elevata, ciò è dovuto
sia all'utilizzo di pistole il soffiaggio dei pezzi per mezzo di aria
compressa, sia ove sono disposti all'interno del reparto di produzione dei
ventilatori di aspirazione.
Durante il soffiaggio si possono avere punte che superano i 100 dB A .
Il rumore generato dal ventilatore di aspirazione si riversa in ambiente
dove spesso si concentra un certo numero di cabine; si ha pertanto il problema
della sovrapposizione di tale rumorosità che da sola non costituisce di per sé
problema ma crea un fondo sonoro spesso non indifferente.
Solitamente per ventilatori installati all'interno dei
reparti produttivi, il rumore di fondo oscilla tra i 78 e gli 80 dB A .
Rischio dovuto a possibile inalazione di polveri
Lo sviluppo delle polveri che avviene durante la soffiatura
in cabina è mantenuto sotto controllo mediante un sistema di aspirazione con
velocità atte ad evitare che la polvere sviluppatasi possa diffondersi
nell'ambiente e con verso di movimento dell'aria che tenda ad allontanarla
dall'operatore. In tale operazione la concentrazione di silice libera
cristallina respirabile varia da 0.13 a 0.60 mg/m 3
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure
procedurali, quali l'adozione di mezzi di protezione personale, ovvero
mascherine facciali con grado di filtrazione almeno di tipo P2 adatto alle
polveri in circolo (di tipo prevalentemente silicotigeno), durante le
principali fasi che danno origine a sviluppo di polveri ed abiti di lavoro che
non trattengono le polveri.
Completa la prevenzione la procedura impartita
dall'azienda di effettuare tali operazioni con la massima attenzione.
L'utilizzo della spugna bagnata per ultimare il pezzo
comporta il rischio di artrite alla mano
Rischio di schiacciamento degli arti inferiori
Movimentando i sanitari per eseguire il collaudo, è possibile che
l'operatore possa subire, per una caduta di materiale, danni in particolare
agli arti inferiori.
Per questo motivo si ritiene utile che indossi scarpe antinfortunistiche
appositamente progettate per proteggere i piedi da schiacciamento.
Necessita inoltre comunque che l'operatore sia
correttamente informato circa i rischi cui incorre durante l'esecuzione della
propria mansione ed anche delle corrette procedure di sicurezza adottate e da
adottare.
Rischio da movimentazione manuale dei pezzi
La movimentazione per il carico e scarico dei carrelli,
la predisposizione dei pezzi nelle cabine, obbliga l'addetto al sollevamento e
trasporto dei pezzi, che hanno pesi compresi fra 15 e 20 kg. Usualmente vengono
collaudati in un turno circa 150 pezzi.
Rischio da movimentazione manuale dei pezzi
Il fatto di utilizzare il petrolio fiammante che è una miscela di
idrocarburi comporta il rischio di inalazione, per questo motivo tale
operazione viene effettuata all'interno della cabina dotata di aspirazione sul
lato posteriore si da evitare che l'operatore abbia a respirarne i vapori.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per quanto riguarda il rischio dovuto al rumore, è possibile provvedere
ad attutirlo nei seguenti modi:
· Dotazione di adatti silenziatori, posti sull'orifizio di uscita
dell'aria.
Ciò ha consentito un abbattimento molto sensibile della loro rumorosità,
particolarmente dannosa e fastidiosa in quanto impulsiva;
· Oltre a questo, nei periodi di funzionamento dei dispositivi suddetti,
gli operatori hanno disposizione di indossare i dispositivi di protezione
personale (cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti al livello di rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione dei macchinari, evita un lento aumento
della rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi rotanti.
Sono presenti nei locali cartelli monitori che ricordano
l'obbligo dell'uso dei D.P.I., ovvero l'utilizzo di tappi e cuffie di
otoprotezione, i quali visto che comunque per tale operazione il Lep d supera
il valore degli 85 dB A , sono comunque obbligatori
Per quanto riguarda il rischio da polveri, ultimamamente
sono in studio dei sistemi di aspirazione localizzata realizzati medianti tubi
che sfruttano l'effetto Venturi, i quali permettono che la polvere non venga
più interamente soffiata dal pezzo, ma che prima venga aspirata tramite detto
dispositivo.
L'adozione di tale soluzione ha permesso una riduzione
della polverosità anche in quelle postazioni dotate di velocità frontale di
captazione assai bassa, consideriamo che la polverosità ha subito praticamente
un dimezzamento.
Comunque ad oggi le soluzioni consistono nella adozione
di mezzi di protezione individuale quali facciali filtranti con grado di
protezione FFP2
Per il rischio dovuto alla caduta di materiale sui piedi
degli operatori, sono state adottate scarpe antinfortunistiche con puntale
rinforzato.
Per il problema della movimentazione dei carichi si è
agito sulla informazione indirizzata agli operatori sulle corrette posture da
mantenere durante le movimentazioni, e sui danni derivanti da lavori effettuati
con procedure scorrette.
Per limitare gli inconvenienti relativi alla movimentazione manuale dei
carichi si è programmato inoltre di sollevare gradualmente e con l'ausilio di
una persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in particolare quelli
eccedenti i 30 kg.
I carichi eccedenti i 30 kg sono costituiti dai pezzi in fire clay che
per propria natura, forma e peso vengono sollevati in coppia, inoltre si è
provveduto a formare gli addetti rendendoli edotti circa la corretta
movimentazione dei carichi e sui danni derivanti dalle sopracitate operazioni
effettuate in cattiva maniera.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa
fase, quelli a cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera effluenti in particolar modo dal punto
di vista delle emissioni in atmosfera, in quanto la corrente fluida aspirata
mista a particolato, viene convogliata all'esterno.
Le polveri ovviamente prima di fluire all'esterno vengono
fatte fluire attraverso un opportuno impianto di abbattimento.
I vecchi impianti ovvero quelli dotati di filtro a velo
d'acqua, avevano una efficienza non eccezionale, anche se garantivano un
quantitativo di polveri in uscita inferiore a 30 mg/m 3 , in quanto l'acqua
come mezzo di abbattimento sulle polveri risulta essere poco efficace.
Oggi con i nuovi sistemi di abbattimento a secco, dotati
principalmente di sistema di autopulizia pneumatico (praticamente assenza di
manutenzione e mantenimento del filtro in condizioni prossime a quelle
nominali) si raggiungono valori assai inferiori a 5 mg/m 3 .
Le polveri sedimentate all'interno degli abbattitori a
secco vengono reimpiegate all'interno del ciclo produttivo una volta riportate
in sala impasti, oppure se lo stabilimento non è dotato di sala preparazione
impasti, vengono conferite a ditta autorizzata che le trasporta come materia
riutilizzabile a stabilimenti che si occupano esclusivamente di preparazione
impasti per conto terzi.
Le acque presenti all'interno degli impianti di
abbattimento ad umido vengono convogliate al depuratore dello stabilimento ove
insieme a le altre acque provenienti dall'intero stabilimento subiscono un
processo di chiariflocculazione che ne permette il rispetto dei parametri della
legge 319/76 “Merli”, terminato tale trattamento alcune aziende del
comprensorio le inviano ad un corpo recettore per lo smaltimento.
Si va sempre più diffondendo, comunque, la cultura del
riutilizzo dell'acqua riciclata ovvero una volta depurata viene reimmessa in
una rete preferenziale di acqua industriale, necessaria agli usi meno nobili
(lavaggi, acqua per impianti di abbattimento, ecc) tale sistema permette di
ridurre comunque il quantitativo di acqua attinta direttamente dalla falda,
minimizza i costi dei reagenti e se il riciclo avviene al 100% si evita lo
scarico su corpo recettore.
I fanghi risultanti dai processi depurativi vengono
provvisoriamente stoccati in appositi cassoni e poi da ditte autorizzate
vengono trasportati ad aziende che li reimpiegano come parte della materia
prima (cementifici, piastrellifici, ecc.)
Fase 9: Spruzzatura
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
SPRUZZATURA |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-POSTURA |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
130 |
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In tale fase il prodotto essiccato viene spruzzato con
uno smalto a base di acqua per mezzo di pistole di spruzzo ad aria compressa.
Fase di lavorazione
Nel reparto smaltatura si applica agli articoli sanitari il rivestimento
per ottenere un prodotto con caratteristiche tecniche ed estetiche prestabilite.
Questo processo viene eseguito dipendentemente dalla
tipologia impiantistica posseduta:
· manualmente, all'interno di una cabina
· automaticamente, su una catena di stazioni.
Le fasi di lavorazione sono le seguenti:
· prelievo dal carro di stoccaggio e posizionamento del sanitario in
cabina, o nel nastro di convogliamento del robot
· smaltatura del pezzo mediante aerografo comandato manualmente o
mediamte robot preventivamente programmato, comunque all'interno di una cabina
dotata di aspirazione
· scarico del pezzo dalla cabina o dal nastro di uscita del robot e sua
rideposizione su di un carro a ruote folli di accumulo.
Le attrezzature e le macchine
· Le cabine con aerografo manuale sono dotate di pistola di spruzzo che
aspira (attraverso una pompa) lo smalto da un recipiente posto lateralmente ad
una cabina.
All'interno della cabina stessa viene effettuata la smaltatura del pezzo
posto su un torniello girevole.
La cabina garantisce il confinamento dell'overspray dello smalto
spruzzato ad una pressione di circa 4 - 6 bar.
Le polveri di smalto sono aspirate da un ventilatore posto superiormente
alla cabina stessa, mediante tale aspirazione le polveri di smalto vengono
abbattute da un sistema di filtri a velo d'acqua ed attraverso una ulteriore
filtrazione meccanica.
Le cabine di smaltatura manuale con pistola ad aria compressa possono
essere di due tipi:
con aspirazione incorporata ed abbattimento a velo d'acqua
con aspirazione centralizzata ed abbattimento esterno ad umido
· I sistemi robotizzati sono costituiti da una catena in cui si
susseguono delle stazioni in cui avvengono operazioni distinte.
Le macchine automatiche sorvegliate all'ingresso e all'uscita isolate
dall'esterno attraverso elementi che rendono inaccessibili agli operatori gli
organi in movimento.
Gli articoli sanitari posti su bilancelle attraversano
una catena di stazioni costituita da: ingresso / carico; spruzzatura mediante
aerografo ad aria compressa; postazioni di spruzzo manuale per eseguire la
smaltatura di zone difficilmente accessibili; lavaggio bilancelle; asciugatura.
I sistemi di smaltatura automatizzati sono molteplici, i
più diffusi sono i sistemi a giostra a più postazioni, i sistemi ad accumulo ed
i sistemi a carosello.
Il sistema a giostra consente di realizzare la smaltatura
robotizzata con ingombri molto contenuti e con investimenti ridotti rispetto ad
altre soluzioni.
In ogni postazione della giostra viene eseguita una
specifica lavorazione: carico pezzo, smaltatura robotizzata, scarico pezzo,
lavaggio supporto.
Il sistema ad accumulo si sviluppa a partire dal sistema
precedente al quale sono stati aggiunti:
convogliatore di alimentazione
caricatore automatico che preleva il pezzo dal
convogliatore di alimentazione e lo posiziona automaticamente sulla postazione
di carico della giostra
scaricatore automatico che esegue l'operazione inversa alla precedente
convogliatore di scarico che riceve ed accumula i pezzi smaltati per il
loro successivo prelievo.
Il sistema a carosello è realizzato da una giostra a carrelli appoggiata
a pavimento sulla quale sono state posizionate le torniette
Nel reparto sono inoltre presenti delle lance nebulizzatrici che
spruzzando acqua ad alta pressione consentono di eseguire, a fine turno, la
pulizia completa del reparto.
Inoltre nel reparto viene usata una lancia nebulizzatrice
per la pulizia e rimozione di eventuali residui di smalto.
Le cabine di smaltatura manuale hanno una velocità di captazione delle
polveri sul fronte variabile tra un minimo di 0.6 ed un massimo di 1.4 m/sec.
Velocità maggiori garantirebbero una migliore captazione delle polveri,
ma al tempo stesso provocano dei disagi di ordine microclimatico all'operatore
esposto a detta lavorazione.
Il Fattore di rischio
Spruzzatura Manuale ed Automatica
Spruzzatura Manuale
1. |
Rumore generato dalle pistole di spruzzo ad aria compressa e della lancia nebulizzatrice |
2. |
Formazione di polveri durante la spruzzatura per la nebulizzazione delle frazioni componenti lo smalto. |
3. |
Possibilità di caduta dei pezzi al di sopra dei piedi degli operatori, dovuta alla presa inefficiente da parte dell'operatore |
4. |
Movimentazione manuale dei carichi |
Per la Spruzzatura automatica oltre ai rischi precedenti sono presenti
anche i seguenti:
5. |
Movimento delle bilancelle o dei bancali per il trasporto dei pezzi alla postazione di spruzzo. |
* Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui di livello
relativamente alto;
La rumorosità del reparto è in genere elevata, ciò è dovuto all'utilizzo
di pistole per la spruzzatura in cabine predisposte, ed alla presenza dei
ventilatori per l'aspirazione del flusso di aria all'interno della cabina
stessa..
Il livello di esposizione sonora di un addetto alla
smaltatura manuale varia tra gli 85 ed i 90 dB A , mentre quello di un
operatore addetto alla postazione automatica di spruzzatura oscilla tra i 78 e
gli 85 dB A .
Tale differenza consiste nel fatto che l'addetto alla
cabina manuale deve essere costantemente presente sulla postazione, mentre
sulla linea robotizzata gli addetti compiono esclusivamente il carico e lo
scarico delle bilancelle, mentre l'operazione di smaltatura vera e propria
avviene ad opera di bracci robotizzati all'interno di postazioni coibentate.
Le cabine risultano assai rumorose in quanto il rumore generato dal
ventilatore di aspirazione se presente all'interno dello stabilimento si
riversa in ambiente dove spesso si concentra un certo numero di cabine; si ha
pertanto il problema della sovrapposizione di tale rumorosità che da sola non
costituisce di per sé problema ma crea un fondo sonoro spesso non indifferente.
Possibile inalazione di polveri;
Lo sviluppo delle polveri che avviene durante la
spruzzatura in cabina è mantenuto sotto controllo mediante un sistema di
aspirazione con velocità atte (0.6 - 1.4 m/sec) ad evitare che la polvere
sviluppatasi possa diffondersi nell'ambiente e con verso di movimento dell'aria
che tenda ad allontanarla dall'operatore.
I vallori di polverosità all'interno del rparto oscillano
tra 0.86 e 1.24 mg/m 3 per le polveri respirabili, mentre per le polveri di
silice libera cristallina il range di valori è pari a 0.1 e 0.15 mg/m 3 . .
Sono presenti nel locale cartelli monitori che ricordano
l'obbligo dell'uso dei D.P.I.
Pericolo di schiacciamento degli arti inferiori
Movimentando i sanitari per eseguire la smaltatura, è possibile che
l'operatore possa subire, per una caduta del materiale, uno schiacciamentoo dei
danni danni al piede.
Rischio da movimentazione manuale dei pezzi
La movimentazione per il carico e scarico dei carrelli, la
predisposizione dei pezzi nelle cabine, obbliga l'addetto al sollevamento e
trasporto dei pezzi, che hanno pesi compresi fra 15 e 20 kg. Usualmente vengono
smaltati in un turno circa 100 pezzi.
Movimento delle bilancelle o dei bancali per il trasporto
dei pezzi alla postazione di spruzzo.
La movimentazione dei sanitari attraverso bilancelle o bancali deve
essere eseguita con cura ed attenzione.
Le bilancelle nel caso attraversamento di zone zone al di sotto delle
quali è possibile il transito pedonale mediante macchinari sono adeguatamente
protette
Inoltre tutti i sistemi robotizzati sono dotati di
efficienti protezioni di emergenza.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Si è provveduto a ridurre il livello sonoro all'interno del reparto
spruzzatura nei seguenti modi:
Portando all'esterno i sistemi di aspirazione ed
abbattimento in maniera tale da ridurre il fondo sonoro in ambiente.
Si è inoltre tentato di effettuare la smaltatura dei
pezzi abbassando la pressione delle pistole, ma ciò ha dato risultati assai
scadenti dal punto di vista qualitativo.
Oltre a questo, nei periodi di funzionamento dei
dispositivi suddetti, gli operatori hanno disposizione di indossare i
dispositivi di otoprotezione personale (cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti
al livello di rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione dei macchinari, con la
tempestiva comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento
aumento della rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi
rotanti.
Le operazioni di smaltatura, affichè non comportino
rischi per gli operatori, sono state oggetto dei seguenti interventi:
Nella cabina le polveri sono aspirate per mezzo di un ventilatore posto
al di sopra della cabina stessa e vengono abbattute da un sistema di
filtrazione combinato costituito da una prima fase a velo di acqua, e da una
seconda fase di abbattimento meccanico su dei filtri in tessuto.
Esso garantisce che l'aria aspirata, prima di lasciare il filtro abbia
depositato in esso la massima parte delle polveri trasportate.
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure
procedurali, quali l'adozione di mezzi di protezione personale (mascherine,
respiratori ecc.) con grado di filtrazione almeno FFP2 adatto alle polveri in
circolo.
Completa la prevenzione la procedura impartita
dall'azienda di effettuare tali operazioni con la massima attenzione.
Per evitare che l'operatore possa avere dei danni causati
dalla caduta di oggetti al di sopra dei piedi, si ritiene utile che indossi
scarpe antinfortunistiche appositamente progettate per proteggere gli arti
inferiori da tale pericolo
Per il problema della movimentazione dei carichi si è agito sulla
informazione indirizzata agli operatori sulle corrette posture da mantenere
durante le movimentazioni, e sui danni derivanti da lavori effettuati con
procedure scorrette.
Per limitare gli inconvenienti relativi alla movimentazione manuale dei
carichi si è programmato inoltre di sollevare gradualmente e con l'ausilio di
una persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in particolare quelli
eccedenti i 30 kg.
I carichi eccedenti i 30 kg sono costituiti dai pezzi in
fire clay che per propria natura, forma e peso vengono sollevati in coppia,
inoltre si è provveduto a formare gli addetti rendendoli edotti circa la
corretta movimentazione dei carichi e sui danni derivanti dalle sopracitate
operazioni effettuate in cattiva maniera.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R. 459/97 che norma la
sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Il DPR 203/1988 disciplinante le emissioni all'esterno provenienti da
immissioni in atmosfera da impianti industriali.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro stato in materia
di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera durante le operazioni di
spruzzatura degli articoli sanitari, la corrente fluida prima di essere immessa
all'esterno viene fatta fluire attraverso un opportuno impianto dotato di
filtro ad umido (per le polveri a bassa temperatura in flusso umido, usualmente
si adottano filtri ad umido, venturi scrubber o filtri combinati).
Il livello di efficienza dei filtri varia ovviamente con
il variare delle caratteristiche costruttive.
Nel comprensorio di Civita Castellana si passa da filtri
aventi una polverosità paria 4-5 mg/Nm 3 , a filtri aventi una polverosità in
emissione pari anche a 30 mg/Nm 3 .
Eventuali acque utilizzate all'interno degli impianti di
abbattimento vengono convogliate al depuratore dello stabilimento ove insieme a
le altre acque provenienti dall'intero stabilimento subiscono un processo di
chiariflocculazione che ne permette il rispetto dei parametri della legge
319/76 “Merli”, terminato tale trattamento alcune aziende del comprensorio le
inviano ad un corpo recettore per lo smaltimento.
É comunque in via di diffusione il riutilizzo dell'acqua
riciclata che una volta depurata viene reimmessa in una rete preferenziale di
acqua industriale, necessaria agli usi meno nobili (lavaggi, acqua per impianti
di abbattimento, ecc) tale sistema permette di ridurre comunque il quantitativo
di acqua attinta direttamente dalla falda, minimizza i costi dei reagenti e se
il riciclo avviene al 100% si evita lo scarico su corpo recettore.
I rifiuti prodotti sono costituiti prevalentemente da
residuo di smalto che viene riutilizzato in ciclo dopo essere stato nuovamente
macinato all'interno dei mulini ruotanti a palle.
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
COTTURA |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-MICROCLIMA-
ILLUMINAZIONE-POSTURA- RISCHI MECCANICI-RISCHI ELETTRICI |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
127 |
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La fase di cottura si colloca tra quelle di smaltatura e
quelle di scelta al magazzino dei pezzi ormai cotti
All'uscita del forno di finito il pezzo ha raggiunto il
suo equilibrio chimico fisico e la sua massima resistenza meccanica.
La fase di ricottura avviene per quei pezzi che al
reparto scelta non hanno superato pienamente i test qualitativi, ma presentano
difetti talmente lievi che con una piccola riparazione possono essere
mascherati
Le due fasi sono sostanzialmente identiche, avvengono
all'interno degli stessi forni con prevalenza totale dei forni intermittenti
per la fase di ricottura
Fase di lavorazione
I pezzi, una volta smaltati, vengono stoccati su dei carrelli a ruote
folli, dai quali gli addetti al forno preleveranno il mix di pezzi di varie
fogge e dimensioni necessario alla ottimizzazione del carico dei carrelli del
forno stesso.
Nel reparto cottura viene effettuata la termolavorazione degli articoli
sanitari in impianti alimentati in generale con combustibile gassoso.
Prima di essere caricati sui forni i pezzi vengono
soffiati con pistole ad aria compressa all'interno di cabine dotate di aspirazione.
Le cabine per il soffiaggio dei pezzi sono
sostanzialmente analoghe a quelle adottate nella fase di collaudo dei pezzi.
I pezzi per essere cotti vengono posti a mano da
operatori al di sopra dei ripiani di carri in carpenteria metallica rivestiti
di materiale refrattario.
La fase di cottura ha la funzione di riscaldare i
sanitari per portare il prodotto a varie temperature in corrispondenza delle
quali si verificano trasformazioni chimico fisiche che consentono di ottenere
un prodotto con caratteristiche prestabilite.
Terminata la cottura i pezzi estratti dal forno vengono
quindi stoccati su una catena a bilancelle o su carrelli per essere trasportati
al magazzino.
Le attrezzature e le macchine
I forni per la cottura di materiale ceramico si dividono sostanzialmente
in due grandi categorie, i forni continui e quelli intermittenti.
Nei forni continui o a tunnel si ha il passaggio deil carri dalla bocca
di carico a quella di scarico attraverso il forno che presenta delle zone a
temperature differenti, per ogni carro che esce ne viene introdotto un altro in
maniera tale da avere un ciclo appunto continuo.
Nei forni intermittenti i carri vengono introdotti tutti
insieme nella camera di cottura, quando il carico è terminato si chiudono le
porte e si avvia il ciclo di cottura.
La temperatura massima di cottura dei sanitari è di circa 1270°C, il
combustibile maggiormente utilizzato per l'alimentazione di detti macchinari è
il gas metano, anche se un numero esiguo di aziende utilizza il GPL.
I forni sono costituiti da una struttura esterna in carpenteria metallica
od in muratura e da una struttura interna in materiale refrattario e/o fibra
ceramica.
Anche i carri dei forni sono costituiti da una struttura
in carpenteria metallica rivestita da una struttura in materiale refrattario o
in fibra ceramica.
Sono inoltre presenti binari per lo spostamento dei
carri, sistemi oleodinamici per la spinta dei carri all'interno del forno
stesso e trasbordatori per il cambio delle linee di binari.
La polverosità in questo reparto risulta essere assai
bassa, in quanto i valori oscillano tra 0.434 e 0.646 mg/m 3 per le polveri
respirabili, mentre per la polvere di silice libera cristallina i valori sono
compresi nel range di 0.032 e 0.048 mg/m 3 .
Il fattore di rischio
1. |
Movimenti di carrelli e di trasbordatori. |
2. |
Rumore generato dai ventilatori del forno e dalle operazioni di soffiaggio |
3. |
Possibile presenza di discontinuità nel pavimento e conseguente pericolo di cadute |
4. |
Presenza di corpi caldi o ustionanti |
5. |
Presenza di fibra ceramica |
6. |
Microclima |
7. |
Presenza di elementi sotto tensione elettrica |
8. |
Movimentazione manuale dei carichi |
1- Movimenti di carrelli e di trasbordatori.
Nella movimentazione dei carrelli e dei trasbordatori, è possibile che
l'operatore possa subire, per urti o schiacciamenti o danni al piede.
Inoltre sono presenti rischi dovuti alla postura incongrua assunta nella
spinta o trazione dei carri e dei trasbordatori.
2- Possibile esposizione a rumori continui ed impulsivi
di livello relativamente alto;
La rumorosità del reparto è in genere elevata per la presenza di
elettroventilatori e di tubazioni di adduzione gas in cui la velocità del
fluido è abbastanza alta.
La rumorosità del reparto è dovuta principalmente a:
Rumore durante le fasi di cottura in quei forni che hanno
i ventilatori posti all'interno della fabbrica;
Rumore dovuto al soffiaggio tramite aria compressa dei
pezzi prima della loro introduzione all'interno del forno ed eventualmente
generato dalla presenza di ventilatori di estrazione della cabina di spolvero
all'interno del locale stesso.
La rumorosità dei reparti ove sono presenti i forni si
attesta intorno agli 82 dB A per i forni continui, mentre il valore di
riferimento risulta essere 78 dB A per i forni intermittenti se i ventilatori
sono posti all'esterno dello stabilimento, mentre si arriva anche agli 85 dB A
se i ventilatori sono posti in prossimità del forno.
Comunque va fatta una distinzione tra i due tipi di
macchinari, infatti gli addetti al forno continuo sono costantemente presenti
nei pressi del macchinario, mentre per gli addetti al forno intermittente
l'accensione del forno e l'inizio delle operazioni di cottura coincide con la
fine del prorpio turno.
Mediamente il livello di esposizione di un operatore
addetto ai forni oscilla tra gli 82 e 85 dB A .
3 -Possibile presenza di discontinuità nel pavimento
(buche per ispezione ecc.) e conseguente pericolo di cadute
Nei forni a tunnel è prevista una serie di buche per ispezionare i carri
ed il forno stesso dal di sotto.
L'accesso a tali buche si ha tramite scale protette da ringhiere e con
catenelle fissate con moschettoni, atte ad evitare cadute fortuite.
Mentre per entrambe le tipologie di forni (continui ed
intermittenti sono presenti nel terreno alloggiamenti per le linee di spinta,
per i trasbordatori ed inoltre i binari.
4 - Presenza di corpi caldi o ustionanti
Nel caso di forni continui le manutenzioni debbono essere effettuate con
il macchinario a regime, quindi gli operatori vengono a trovarsi in presenza di
corpi molto caldi durante tali operazioni.
Gli impianti, per quanto possibile, sono previsti o modificati per
consentire interventi agevoli e veloci.
Comunque per cercare di ridurre al massimo tali
inconvenienti si attuano procedure di manutenzione preventiva nei tempi di
fermo normale dell'impianto, tendenti ad evitare manutenzioni a rottura ad
impianto in temperatura.
5 - Utilizzo di fibra ceramica come isolante termico.
La fibra ceramica costituisce uno dei più utilizzati
isolanti termici ad alta temperatura (fino a 1600°C) maggiormente utilizzati
negli ultimi tempi per la costruzione dei forni e dei carri degli stessi.
La fibra solitamente costituisce pareti termisolanti sui
forni o sui carri, quindi in condizioni normali di utilizzo non si disperde in
aria o comunque la sua dispersione è minima.
Il massimo della polverosità si ottiene nell'allestimento
di queste pareti e soprattutto nel loro disallestimento.
La fibra ceramica al disopra dei 900°C subisce una
trasformazione in cristobalite un particolare forma di silice libera
cristallina.
6 - Microclima.
Il reparto ove sono installati i forni, all'interno di
uno stabilimento per la produzione di manufatti ceramici, risulta per sua
natura essere assai caldo data la presenza di notevoli potenze termiche
installate ( 2.000.000 - 10.000.000 kCal/h).
Infatti l'isolamento delle pareti non potendo essere
totale lascia passare per conduzione un certo quantitativo di energia termica
dall'interno che si trova a temperature prossime ai 1270°C.
L'energia termica che si riversa in ambiente tende ad
innalzare la temperatura ed a creare cattive situazioni di benessere fisico.
Il problema del microclima nelle vicinanze dei forni
tende ad essere più pesante nei mesi estivi andandosi a sommare alle
temperature esterne normalmente alte.
7 - Presenza di tensione elettrica elevata- pericolo di
folgorazione
Sui forni sono installati un gran numero di macchinari in particolare
ventilatori mossi da corrente elettrica
8 - Movimentazione manuale dei carichi
Le operazioni di carico e scarico dei sanitari dai carri rivestiti in
materiale refrattario dei forni avvengono manualmente, inoltre si ha un
sollevamento con rotazione laterale del busto, movimento che può risultare di
notevole pregiudizio per la spina dorsale degli operatori.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per quanto riguarda la movimentazione di carri e trasbordatori nella
maggior parte delle aziende del comprensorio tale mansione avviene in maniera
automatica in modo da evitare richi dovuti alla movimentazione di pesi, inoltre
gli operatori sono dotati di scarpe antinfortunistiche dotate di puntale
rinforzato.
Uno degli interventi di maggior successo all'interno del
reparto cottura e ricottura è stato quello di portare i ventilatori dei forni
all'esterno dello stabilimento, all'interno di un casotto comunque
insonorizzato, in maniera tale da diminuire il rumore di fondo del reparto e
diminuire di conseguenza il livello personale di esposizione.
Una corretta manutenzione dei macchinari, con la
tempestiva comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento
aumento della rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi
rotanti.
Inoltre le pistole per il soffiaggio dei pezzi prima
della cottura sono state dotate di silenziatori atti a minimizzare il livello
sonoro di emissione diretta delle pistole stesse.
Onde evitare i pericoli connessi con la presenza di
buche, si è provveduto a delimitare le varie zone con ringhiera metallica
dotata di parapetto normale, ad evitare l'accesso del personale non autorizzato
e quindi non informato, e a dotare le zone di una buona illuminazione.
Inoltre le linee di spinta sono anche esse state protette dall'accesso di
personale che avviene soltanto sul punto di carico e l'accesso è consentito
agli operai addetti ed ai tecnici e manutentori.
In vicinanza dei forni od attrezzature calde, nel caso in cui non sia
possibile spegnerli per ragioni tecnologiche, (ad esempio forni continui ecc.)
occorre che l'operatore adotti ogni possibile cautela per difendersi dal
calore.
Precisamente deve utilizzare guanti non plastici termoisolanti, a
protezione delle mani;
In caso di temperature molto alte occorre indossare
apposite tute isolanti ad alta temperatura (in kevlar alluminizzato evitando
indumenti di amianto specie se in cattivo stato di conservazione), complete di
casco, guanti e calzature;
La durata degli interventi deve essere breve e, se
occorre più tempo, devono essere spezzati in più sequenze interrotte per
evitare malori all'operatore dovuti ad eccessiva esposizione al calore
(collassi ecc.), inoltre gli interventi dovranno essere eseguiti almeno alla
presenza di un'altra persona.
Durante le operazioni di allestimento e disallestimento delle pareti
isolanti in fibra ceramica è opportuno predisporre delle aspirazioni
localizzate dal basso in modo da tenere l'ambiente in depressione e garantire
il ricambio di aria.
Durante le operazioni di allestimento è opportuno che gli
operatori indossino occhiali , maschere filtranti ed indumenti in tessuto non
tessuto usa e getta onde evitare che le fibre penetrino nella pelle, inoltre
durante le operazioni di disallestimento dovranno essere utilizzati
autorespiratori.
E bene che queste operazioni vengano eseguite da
personale specializzato, ovvero da ditte esterne specializzate che siano in
grado di garantire per specializzazione e precisione la salute degli operatori
addetti alla mansione manutentiva e quella degli operatori all'interno dello
stabilimento.
Per il problema del microclima si sono installati sistemi
di ricambio di aria che ventilando l'ambiente tendono ad aumentare le
condizioni di benessere fisico.
Tali sistemi di ventilazione ambientale sono stati
realizzati in maniera tale da avere la movimentazione alti volumi a basse
velocità in maniera tale da non creare situazioni di disagio termico.
Sono state previste tutte le misure atte a proteggere l'incolumità degli
operatori e l'integrità dei macchinari che vengono mossi per mezzo di energia
elettrica:
*protezione da contatti diretti: adozione di interruttori differenziali
ad alta sensibilità ed impianto di terra
*protezione da contatti indiretti: adozione di materiali
ed involucri con adatto grado di isolamento, apertura dei quadri possibile solo
con attrezzo o previo distacco della tensione (blocco porta)
*protezione generale: interruttore magnetotermico,
sezione dei conduttori adeguata atta ad evitare surriscaldamenti, posizione dei
quadri atta ad evitare un loro danneggiamento, pulizia all'interno dei quadri
nei quali non va introdotto materiale estraneo.
*manutenzione preventiva: serraggio delle viti ad
intervalli regolari per evitare surriscaldamenti o malfunzionamenti,
sostituzione dei pezzi usurati meccanicamente od elettricamente.
*I cavi sono del tipo non propagante la fiamma, di classe
di tensione adatta.
I quadri elettrici hanno grado d'isolamento degli
involucri adatto all'ambiente di installazione ( minimo IP44, con tendenza ad
evitare le zone a ventilazione impedita per la presenza di metano in ambiente).
Essi devono sono mantenuti puliti, sgombri e sono
apribili solo con attrezzo o sono dotati di interruttore con blocco porta.
Ci si deve assicurare periodicamente che tutte le
strutture siano dotate di impianto di messa a terra e vi siano connesse e le
linee di alimentazione siano derivate da interruttori differenziali ad alta
sensibilità atti a proteggere gli operatori dai contatti diretti.
Occorre anche evitare che personale non istruito ed
autorizzato alteri le sicurezze o la circuitazione dei quadri stessi.
Per limitare gli inconvenienti relativi alla
movimentazione manuale dei carichi si è programmato di sollevare gradualmente e
con l'ausilio di una persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in
particolare quelli eccedenti i 30 kg.
I carichi eccedenti i 30 kg sono costituiti dai pezzi in
fire clay che per propria natura, forma e peso vengono sollevati in coppia,
inoltre si è provveduto a formare gli addetti rendendoli edotti circa la
corretta movimentazione dei carichi e sui danni derivanti dalle sopracitate operazioni
effettuate in cattiva maniera.
Appalto a ditta esterna
Le operazioni di montaggio e smontaggio dei forni sono
sempre state affidate alle ditte esterne costruttici.
Oggi con il passaggio della fibra ceramica tra i
materiali considerati cancerogeni, anche le operazioni di manutenzione degli
strati isolanti in fibra ceramica vengono appaltati a ditte esterne
specializzate.
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Per le emissioni in atmosfera si fa riferimento al
DPR203/88 e sue successive modificazioni.
Inoltre per quanto riguarda l'utilizzo di fibra ceramica
si sono utilizzati i consigli e le indicazioni dell'ECFIA.
Per la progettazione ed esecuzione degli impianti
elettrici si fa riferimento alla norma CEI 64/4 disciplinante le installazioni
in luoghi a maggior rischi di incendio ed esplosione.
Per le emissioni sonore generate all'esterno dello stabilimento
si fa riferimento alla legge quadro sull'inquinamento acustico 447/1995.
Le attività oggetto della presente fase sono tutte
attività soggette a controllo da parte dei Vigili del Fuoco, in quanto
rientrano in quelle a maggior rischio di incendio, quindi si fa riferimento a
tutta la legislazione nazionale ed alle norme di buona tecnica che coordinano
la materia.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante:
· le operazioni di spolvero dei sanitari, la corrente fluida prima di
fluire all'esterno viene fatta fluire attraverso un opportuno impianto dotato
di filtro a secco (cartucce o maniche), la concentrazione dell'effluente si
aggira intorno ai 5 - 8 mg/m 3
· durante le fasi di cottura;tali emissioni sono però costituite
prevalentemente da una corrente fluida a temperatura elevata avente
indicativamente le seguenti caratteristiche:
Portata 1800 Nm 3 /h
Particolato 0.150 mg/Nm 3
No x 41
mg/Nm 3
SiO 2 0.053
Pb-Mg-Al-Fe-Ca-Ti-K-Th Tracce
Consideriamo che comunque ogni forno viene progettato su
specifica richiesta del cliente, quindi è estremamente variabile la portata e
la composizione degli effluenti che nello schema superiore sono state riportate
in via del tutto indicativa.
Fase 11: Scelta
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
SCELTA |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
MICROCLIMA- POSTURA |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
39 |
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Il pezzo all'uscita dal forno viene verificato ed inviato
al magazzino o alla ricottura dipendentemente dal tipo di difetto che presenta.
Nel caso che venga inviato alla ricottura viene prima
effettuata la correzione dei difetti.
Fase di lavorazione
In questo luogo gli addetti scelgono i pezzi, li dividono per categorie
di colore, di qualità, di serie e li imballano su dei bancali in legno
sorreggendoli a mezzo estensibile in polietilene, oppure per pezzi di prima
qualità si procede all'imballaggio in scatole di cartone.
Dipendentemente dal tipo di difetti alcuni pezzi vengono
inviati alla ricottura.
Altra tipologia di imballaggio è costituita dal fermo del
materiale mediante film termoretraibile che viene scaldato mediante fiamma a
gas.
Il rumore al reparto magazzino è solitamente basso in
quanto nonostante gli alti valori riscontrati alla fiamma di pallettizzazione
(anche 90dB A ), il tempo di pallettizzazione è estremamante basso, il rumore
di fondo è praticamente inesistente (65 -70dB A ), in quanto il magazzino è
solitamente distaccato dagli altri reparti produttivi ed è notevolmente esteso
con poche persone al proprio interno.
Il rumore si innalza nel caso che si abbia il ritocco dei
pezzi difettati prima che gli stessi vengano inviati alla fase di ricottura.
Le attrezzature e le macchine
La dotazione di macchine in magazzino risulta essere assai povera, in
quanto tal maggior parte delle operazioni consiste nella movimentazione, nella
scelta e nell'imballaggio dei pezzi, operazioni che per loro natura risultano
avere una componante prevalentemente manuale.
Quindi il parco macchine del magazzino è costituito da:
à Carrelli per la movimentazione dei pezzi e carrelli elevatori a forche
à Fiamme per il riscaldamento del materiale estensibile per l'imballaggio
I carrelli elevatori a forche sono mezzi che lavorano per quasi tutta la
giornata lavorativa, quindi sono sottoposti a notevole stress meccanico ed
usura, questo comporta che si abbia un rapido turn-over dei macchiari e che
quindi gli stessi siano sempre all'avanguardia sia dal punto di vista
produttivo ch dal punto di vista normativo.
Sono inoltre presenti pistole pneumatiche per il ritocco dei difetti sui
pezzi.
Il fattore di rischio Scelta e Magazzino
1. |
Caduta dei pezzi e quindi possibilità di traumi contusivo-distorsivi sia alle mani che ai piedi. |
2. |
Urti dovuti al passaggio di carrelli a forche (muletti) e di transpallets |
3. |
Presenza di gas infiammabili compressi/ materiali infiammabili |
4. |
Movimentazione manuale dei carichi |
5. |
Utilizzo di penne a percussione pneumatica. |
1) Caduta dei pezzi e quindi possibilità di traumi
contusivo-distorsivi sia alle mani che ai piedi..)
Movimentando i sanitari per eseguire la scelta e l'imballaggio, è
possibile che l'operatore possa subire, per una caduta di materiale
schiacciamenti o danni al un piede.
Per questo motivo si ritiene utile che indossi scarpe
antinfortunistiche appositamente progettate per proteggere gli arti inferiori
da tale pericolo
2) Urti dovuti al passaggio di carrelli a forche (muletti) e di
transpallets
I rischi specifici sono quelli connessi alla movimentazione, mediante
l'uso del muletto, dei sanitari.
La presenza di un notevole numero di sanitari in deposito, determina,
spesso la presenza di passaggi non sempre comodi ed il pericolo di urtare pezzi
di macchinario o le stesse protezioni.
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
3) Presenza di gas infiammabili compressi/ materiali infiammabili
Per il gas tale presenza è limitata ad una presa di metano di piccola
portata necessaria per alimentare la pistola di retrazione, oppure ad una
piccola bombola di GPL.
Sono state montate valvole antiritorno di fiamma e sezionatori manuali
ben raggiungibili.
Il tubo flessibile a fine lavoro va raccolto e riposto in
bobina su un supporto appositamente costruito.
Tale tubo va sostituito al minimo segno di danneggiamento
e comunque ad intervalli non superiori a cinque anni.
Per il materiale infiammabile (cartonaggi) si limita al
massimo la presenza di cartone nell'intorno della zona ove avviene la
pallettizzazione e sono presenti cartelli di divieto di usare fiamme libere e
fumare al di fuori delle aree specifiche.
Le fiamme libere per la pallettizzazione sono usate in un apposito
spazio, opportunamente aerato, dotato nelle vicinanze di estintore, da
personale addetto ed istruito.
Gli operatori dovranno sono dotati di opportuni indumenti
ignifughi, di maschera parafaccia e di guanti, le scarpe sono di tipo ignifugo
a rapido sfilamento.
La pallettizzazione avviene lontano da altri pallets, ed
il cappuccio di plastica è del tipo non propagante diossina per riscaldamento.
L'operatore indossa protezioni auricolari per difendersi
dal rumore prodotto dalla velocità di emissione della fiamma stessa.
4) Movimentazione manuale dei carichi
Comunque va considerato che il materiale cotto ha perso
un ulteriore 20% in peso rispetto al materiale crudo proprio in seguito alle
operazioni di cottura, si da risultare assai leggero e maneggevole.
Inoltre il materiale cotto risulta assai maneggevole
essendo compatto a differenza del materiale crudo che se movimentato a forte
velocità e con urti si sbriciola letteralmente.
E' comunque presente la movimentazione dei carichi su
traspallet a mano che vengono mossi per spinta dallìoperatore.
5) Utilizzo di penne a percussione pneumatica
Nella fase di ritocco dei pezzi vengono utilizzate delle penne a
percussione pneumatica che quando vengono a contatto con il pezzo cotto
generano un rumore notevole.
Il rumore di picco rasenta i 100 dB A , nel caso di
silenziamento dello scarico arriva anche a 95 dB A , anche se il tempo di
utilizzo è assai limitato ed il Lep,d arriva intorno agli 85 dB A.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per quanto riguarda il rischio di traumi ai piedi causati da caduta di
oggetti si è ritenuto opportuno far indossare agli operatori scarpe
antinfortunistiche dotate di puntale metallico rinforzato.
Per minimizzare il pericolo dovuto all'urto con mezzi in movimento si è
provveduto a rendere ben visibili le sporgenze pericolose con colorazione
zebrata giallo-verde e a garantire, ove possibile vie di corsa per i mezzi in
manovra che lascino un franco per il passaggio delle persone di almeno 0,70
m.(anche se oggi non più obbligatorio)
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da strisce continue
gialle a pavimento che dovranno essere permanentemente mantenute efficienti.
Inoltre i mezzi sono stati muniti di lampeggiante e
sirena di retromarcia
Per la risoluzione del problema del rumore derivante dalla
pallettizzazione si sono sperimentate delle pistole riscaldanti a bassa
rumorosità, ovvero dotate di un opportuno sistema di convogliamento dei gas
della combustione realizzato in maniera tale da evitare la formazione di
vortici e quindi ridurre il tasso di rumorosità della macchina stessa.
Per limitare i danni da rumore sono forniti agli operatori
tappi auricolari e cuffie che gli stessi sono obbligati ad indossare.
Purtroppo il risultato di tale sperimentazione è stato
deludente in quanto in abbinamento a tali pistole si doveva utilizzare un film
estensibile di spessore ridotto che non garantiva sufficiente protezione a
materiale pallettizzato che successivamente viene stoccato su piazzali
all'esterno esposto alle intemperie.
Le postazioni di ritocco sono separate dalle altre
all'interno del magazzino, ed inoltre un notevole beneficio è stato provocato
dall'adozione di scarichi silenziati ove fuoriesce l'aria compressa dalle
pistole.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Tale fase lavorativa non genera alcun tipo di rischio esterno, se si
escludono eventuali operazioni di imballaggio con termoretraibile.
Durante tale operazione, infatti, si generano delle emissioni in
atmosfera che richiedono prima di essere immesse in atmosfera una opportuna
filtrazione.
I prodotti di scarto che vengono prodotti sono:
Pezzi rotti da buttare che vengono posti in un apposito
cassone per essere inviati tramite una ditta esterna alla macinazione per
ottenere chamotte.
Imballi e cartoni rotti o inservibili che vengono
stoccati in un cassone metallico ed inviati ad una discarica autorizzata per lo
smaltimento.
Non sono presenti rifiuti nocivi o tossici.
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
RICOTTURA |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
POLVERE-RUMORE-MICROCLIMA-
ILLUMINAZIONE-POSTURA- RISCHI MECCANICI-RISCHI ELETTRICI |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
32 |
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La fase di ricottura si colloca dopo la prima scelta dei
pezzi ormai cotti che avviene al magazzino, ove i pezzi con liev
All'uscita del forno di finito il pezzo ha raggiunto il
suo equilibrio chimico fisico e la sua massima resistenza meccanica.
La fase di ricottura avviene per quei pezzi che al
reparto scelta non hanno superato pienamente i test qualitativi, ma presentano
difetti talmente lievi che con una piccola riparazione possono essere
mascherati
Le due fasi sono sostanzialmente identiche, avvengono
all'interno degli stessi forni con prevalenza totale dei forni intermittenti
per la fase di ricottura
Fase di lavorazione
I pezzi, vengono stoccati su dei carrelli a ruote folli, dai quali gli
addetti al forno preleveranno il mix di pezzi di varie fogge e dimensioni
necessario alla ottimizzazione del carico dei carrelli del forno stesso.
Nel reparto cottura viene effettuata la termolavorazione degli articoli
sanitari in impianti alimentati in generale con combustibile gassoso.
Prima di essere caricati sui forni i pezzi vengono
soffiati con pistole ad aria compressa all'interno di cabine dotate di
aspirazione.
Le cabine per il soffiaggio dei pezzi sono
sostanzialmente analoghe a quelle adottate nella fase di collaudo dei pezzi.
I pezzi per essere cotti vengono posti a mano da
operatori al di sopra dei ripiani di carri in carpenteria metallica rivestiti
di materiale refrattario.
La fase di cottura ha la funzione di riscaldare i
sanitari per portare il prodotto a varie temperature in corrispondenza delle
quali si verificano trasformazioni chimico fisiche che consentono di ottenere
un prodotto con caratteristiche prestabilite.
Terminata la cottura i pezzi estratti dal forno vengono
quindi stoccati su una catena a bilancelle o su carrelli per essere trasportati
al magazzino.
Le attrezzature e le macchine
I forni per la cottura di materiale ceramico si dividono sostanzialmente
in due grandi categorie, i forni continui e quelli intermittenti.
Nei forni continui o a tunnel si ha il passaggio deil carri dalla bocca
di carico a quella di scarico attraverso il forno che presenta delle zone a
temperature differenti, per ogni carro che esce ne viene introdotto un altro in
maniera tale da avere un ciclo appunto continuo.
Nei forni intermittenti i carri vengono introdotti tutti
insieme nella camera di cottura, quando il carico è terminato si chiudono le
porte e si avvia il ciclo di cottura.
La temperatura massima di cottura dei sanitari è di circa
1270°C, il combustibile maggiormente utilizzato per l'alimentazione di detti
macchinari è il gas metano, anche se un numero esiguo di aziende utilizza il
GPL.
I forni sono costituiti da una struttura esterna in
carpenteria metallica od in muratura e da una struttura interna in materiale
refrattario e/o fibra ceramica.
Anche i carri dei forni sono costituiti da una struttura
in carpenteria metallica rivestita da una struttura in materiale refrattario o
in fibra ceramica.
Sono inoltre presenti binari per lo spostamento dei
carri, sistemi oleodinamici per la spinta dei carri all'interno del forno
stesso e trasbordatori per il cambio delle linee di binari.
La polverosità in questo reparto risulta essere assai
bassa, in quanto i valori oscillano tra 0.434 e 0.646 mg/m 3 per le polveri
respirabili, mentre per la polvere di silice libera cristallina i valori sono
compresi nel range di 0.032 e 0.048 mg/m 3 .
Il fattore di rischio
1. |
Movimenti di carrelli e di trasbordatori. |
2. |
Rumore generato dai ventilatori del forno e dalle operazioni di soffiaggio |
3. |
Possibile presenza di discontinuità nel pavimento e conseguente pericolo di cadute |
4. |
Presenza di corpi caldi o ustionanti |
5. |
Presenza di fibra ceramica |
6. |
Microclima |
7. |
Presenza di elementi sotto tensione elettrica |
8. |
Movimentazione manuale dei carichi |
1- Movimenti di carrelli e di trasbordatori.
Nella movimentazione dei carrelli e dei trasbordatori, è possibile che
l'operatore possa subire, per urti o schiacciamenti o danni al piede.
Inoltre sono presenti rischi dovuti alla postura incongrua assunta nella
spinta o trazione dei carri e dei trasbordatori.
2- Possibile esposizione a rumori continui ed impulsivi
di livello relativamente alto;
La rumorosità del reparto è in genere elevata per la presenza di
elettroventilatori e di tubazioni di adduzione gas in cui la velocità del
fluido è abbastanza alta.
La rumorosità del reparto è dovuta principalmente a:
Rumore durante le fasi di cottura in quei forni che hanno
i ventilatori posti all'interno della fabbrica;
Rumore dovuto al soffiaggio tramite aria compressa dei
pezzi prima della loro introduzione all'interno del forno ed eventualmente
generato dalla presenza di ventilatori di estrazione della cabina di spolvero
all'interno del locale stesso.
La rumorosità dei reparti ove sono presenti i forni si attesta intorno
agli 82 dB A per i forni continui, mentre il valore di riferimento risulta
essere 78 dB A per i forni intermittenti se i ventilatori sono posti
all'esterno dello stabilimento, mentre si arriva anche agli 85 dB A se i
ventilatori sono posti in prossimità del forno.
Comunque va fatta una distinzione tra i due tipi di macchinari, infatti
gli addetti al forno continuo sono costantemente presenti nei pressi del
macchinario, mentre per gli addetti al forno intermittente l'accensione del
forno e l'inizio delle operazioni di cottura coincide con la fine del prorpio
turno.
Mediamente il livello di esposizione di un operatore
addetto ai forni oscilla tra gli 82 e 85 dB A .
3 -Possibile presenza di discontinuità nel pavimento
(buche per ispezione ecc.) e conseguente pericolo di cadute
Nei forni a tunnel è prevista una serie di buche per ispezionare i carri
ed il forno stesso dal di sotto.
L'accesso a tali buche si ha tramite scale protette da ringhiere e con
catenelle fissate con moschettoni, atte ad evitare cadute fortuite.
Mentre per entrambe le tipologie di forni (continui ed
intermittenti sono presenti nel terreno alloggiamenti per le linee di spinta,
per i trasbordatori ed inoltre i binari.
4 - Presenza di corpi caldi o ustionanti
Nel caso di forni continui le manutenzioni debbono essere effettuate con
il macchinario a regime, quindi gli operatori vengono a trovarsi in presenza di
corpi molto caldi durante tali operazioni.
Gli impianti, per quanto possibile, sono previsti o modificati per
consentire interventi agevoli e veloci.
Comunque per cercare di ridurre al massimo tali
inconvenienti si attuano procedure di manutenzione preventiva nei tempi di
fermo normale dell'impianto, tendenti ad evitare manutenzioni a rottura ad
impianto in temperatura.
5 - Utilizzo di fibra ceramica come isolante termico.
La fibra ceramica costituisce uno dei più utilizzati
isolanti termici ad alta temperatura (fino a 1600°C) maggiormente utilizzati
negli ultimi tempi per la costruzione dei forni e dei carri degli stessi.
La fibra solitamente costituisce pareti termisolanti sui
forni o sui carri, quindi in condizioni normali di utilizzo non si disperde in
aria o comunque la sua dispersione è minima.
Il massimo della polverosità si ottiene nell'allestimento
di queste pareti e soprattutto nel loro disallestimento.
La fibra ceramica al disopra dei 900°C subisce una
trasformazione in cristobalite un particolare forma di silice libera
cristallina.
6 - Microclima.
Il reparto ove sono installati i forni, all'interno di
uno stabilimento per la produzione di manufatti ceramici, risulta per sua
natura essere assai caldo data la presenza di notevoli potenze termiche
installate ( 2.000.000 - 10.000.000 kCal/h).
Infatti l'isolamento delle pareti non potendo essere
totale lascia passare per conduzione un certo quantitativo di energia termica
dall'interno che si trova a temperature prossime ai 1270°C.
L'energia termica che si riversa in ambiente tende ad
innalzare la temperatura ed a creare cattive situazioni di benessere fisico.
Il problema del microclima nelle vicinanze dei forni
tende ad essere più pesante nei mesi estivi andandosi a sommare alle
temperature esterne normalmente alte.
7 - Presenza di tensione elettrica elevata- pericolo di
folgorazione
Sui forni sono installati un gran numero di macchinari in particolare
ventilatori mossi da corrente elettrica
8 - Movimentazione manuale dei carichi
Le operazioni di carico e scarico dei sanitari dai carri rivestiti in
materiale refrattario dei forni avvengono manualmente, inoltre si ha un
sollevamento con rotazione laterale del busto, movimento che può risultare di
notevole pregiudizio per la spina dorsale degli operatori.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per quanto riguarda la movimentazione di carri e trasbordatori nella
maggior parte delle aziende del comprensorio tale mansione avviene in maniera
automatica in modo da evitare richi dovuti alla movimentazione di pesi, inoltre
gli operatori sono dotati di scarpe antinfortunistiche dotate di puntale
rinforzato.
Uno degli interventi di maggior successo all'interno del reparto cottura
e ricottura è stato quello di portare i ventilatori dei forni all'esterno dello
stabilimento, all'interno di un casotto comunque insonorizzato, in maniera tale
da diminuire il rumore di fondo del reparto e diminuire di conseguenza il
livello personale di esposizione.
Una corretta manutenzione dei macchinari, con la
tempestiva comunicazione al responsabile di ogni anomalia, evita un lento
aumento della rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi
rotanti.
Inoltre le pistole per il soffiaggio dei pezzi prima
della cottura sono state dotate di silenziatori atti a minimizzare il livello
sonoro di emissione diretta delle pistole stesse.
Onde evitare i pericoli connessi con la presenza di
buche, si è provveduto a delimitare le varie zone con ringhiera metallica
dotata di parapetto normale, ad evitare l'accesso del personale non autorizzato
e quindi non informato, e a dotare le zone di una buona illuminazione.
Inoltre le linee di spinta sono anche esse state protette dall'accesso di
personale che avviene soltanto sul punto di carico e l'accesso è consentito
agli operai addetti ed ai tecnici e manutentori.
In vicinanza dei forni od attrezzature calde, nel caso in cui non sia
possibile spegnerli per ragioni tecnologiche, (ad esempio forni continui ecc.)
occorre che l'operatore adotti ogni possibile cautela per difendersi dal
calore.
Precisamente deve utilizzare guanti non plastici termoisolanti, a
protezione delle mani;
In caso di temperature molto alte occorre indossare apposite tute
isolanti ad alta temperatura (in kevlar alluminizzato evitando indumenti di
amianto specie se in cattivo stato di conservazione), complete di casco, guanti
e calzature;
La durata degli interventi deve essere breve e, se occorre più tempo,
devono essere spezzati in più sequenze interrotte per evitare malori
all'operatore dovuti ad eccessiva esposizione al calore (collassi ecc.),
inoltre gli interventi dovranno essere eseguiti almeno alla presenza di
un'altra persona.
Durante le operazioni di allestimento e disallestimento delle pareti
isolanti in fibra ceramica è opportuno predisporre delle aspirazioni
localizzate dal basso in modo da tenere l'ambiente in depressione e garantire
il ricambio di aria.
Durante le operazioni di allestimento è opportuno che gli
operatori indossino occhiali , maschere filtranti ed indumenti in tessuto non
tessuto usa e getta onde evitare che le fibre penetrino nella pelle, inoltre
durante le operazioni di disallestimento dovranno essere utilizzati
autorespiratori.
E bene che queste operazioni vengano eseguite da
personale specializzato, ovvero da ditte esterne specializzate che siano in grado
di garantire per specializzazione e precisione la salute degli operatori
addetti alla mansione manutentiva e quella degli operatori all'interno dello
stabilimento.
Per il problema del microclima si sono installati sistemi
di ricambio di aria che ventilando l'ambiente tendono ad aumentare le
condizioni di benessere fisico.
Tali sistemi di ventilazione ambientale sono stati
realizzati in maniera tale da avere la movimentazione alti volumi a basse
velocità in maniera tale da non creare situazioni di disagio termico.
Sono state previste tutte le misure atte a proteggere l'incolumità degli
operatori e l'integrità dei macchinari che vengono mossi per mezzo di energia
elettrica:
*protezione da contatti diretti: adozione di interruttori differenziali
ad alta sensibilità ed impianto di terra
*protezione da contatti indiretti: adozione di materiali
ed involucri con adatto grado di isolamento, apertura dei quadri possibile solo
con attrezzo o previo distacco della tensione (blocco porta)
*protezione generale: interruttore magnetotermico,
sezione dei conduttori adeguata atta ad evitare surriscaldamenti, posizione dei
quadri atta ad evitare un loro danneggiamento, pulizia all'interno dei quadri
nei quali non va introdotto materiale estraneo.
*manutenzione preventiva: serraggio delle viti ad
intervalli regolari per evitare surriscaldamenti o malfunzionamenti,
sostituzione dei pezzi usurati meccanicamente od elettricamente.
*I cavi sono del tipo non propagante la fiamma, di classe
di tensione adatta.
I quadri elettrici hanno grado d'isolamento degli
involucri adatto all'ambiente di installazione ( minimo IP44, con tendenza ad
evitare le zone a ventilazione impedita per la presenza di metano in ambiente).
Essi devono sono mantenuti puliti, sgombri e sono
apribili solo con attrezzo o sono dotati di interruttore con blocco porta.
Ci si deve assicurare periodicamente che tutte le
strutture siano dotate di impianto di messa a terra e vi siano connesse e le
linee di alimentazione siano derivate da interruttori differenziali ad alta
sensibilità atti a proteggere gli operatori dai contatti diretti.
Occorre anche evitare che personale non istruito ed
autorizzato alteri le sicurezze o la circuitazione dei quadri stessi.
Per limitare gli inconvenienti relativi alla
movimentazione manuale dei carichi si è programmato di sollevare gradualmente e
con l'ausilio di una persona o di un'apparecchiatura i carichi pesanti ed in
particolare quelli eccedenti i 30 kg.
I carichi eccedenti i 30 kg sono costituiti dai pezzi in
fire clay che per propria natura, forma e peso vengono sollevati in coppia,
inoltre si è provveduto a formare gli addetti rendendoli edotti circa la
corretta movimentazione dei carichi e sui danni derivanti dalle sopracitate
operazioni effettuate in cattiva maniera.
Appalto a ditta esterna
Le operazioni di montaggio e smontaggio dei forni sono
sempre state affidate alle ditte esterne costruttici.
Oggi con il passaggio della fibra ceramica tra i
materiali considerati cancerogeni, anche le operazioni di manutenzione degli
strati isolanti in fibra ceramica vengono appaltati a ditte esterne
specializzate.
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference
of Governmental Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della
silice libera cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Per le emissioni in atmosfera si fa riferimento al
DPR203/88 e sue successive modificazioni.
Inoltre per quanto riguarda l'utilizzo di fibra ceramica
si sono utilizzati i consigli e le indicazioni dell'ECFIA.
Per la progettazione ed esecuzione degli impianti
elettrici si fa riferimento alla norma CEI 64/4 disciplinante le installazioni
in luoghi a maggior rischi di incendio ed esplosione.
Per le emissioni sonore generate all'esterno dello
stabilimento si fa riferimento alla legge quadro sull'inquinamento acustico
447/1995.
Le attività oggetto della presente fase sono tutte
attività soggette a controllo da parte dei Vigili del Fuoco, in quanto
rientrano in quelle a maggior rischio di incendio, quindi si fa riferimento a
tutta la legislazione nazionale ed alle norme di buona tecnica che coordinano
la materia.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante:
· le operazioni di spolvero dei sanitari, la corrente fluida prima di
fluire all'esterno viene fatta fluire attraverso un opportuno impianto dotato
di filtro a secco (cartucce o maniche), la concentrazione dell'effluente si
aggira intorno ai 5 - 8 mg/m 3
· durante le fasi di cottura;tali emissioni sono però costituite
prevalentemente da una corrente fluida a temperatura elevata avente
indicativamente le seguenti caratteristiche:
Portata 1800 Nm 3 /h
Particolato 0.150 mg/Nm 3
No x 41
mg/Nm 3
SiO 2 0.053
Pb-Mg-Al-Fe-Ca-Ti-K-Th Tracce
Consideriamo che comunque ogni forno viene progettato su
specifica richiesta del cliente, quindi è estremamente variabile la portata e
la composizione degli effluenti che nello schema superiore sono state riportate
in via del tutto indicativa.
Fase 13: Magazzino
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1. COMPARTO: |
CERAMICO -
MANUFATTI IGIENICO SANITARI |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
MAGAZZINO |
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3. COD.INAIL: |
7341 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
RUMORE-MICROCLIMA-POSTURA |
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5. CODICE DI
RISCHIO: |
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(riservato all ’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
163 |
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Il prodotto ormai terminato il proprio ciclo produttivo
viene confezionato e preparato per essere spedito.
Fase di lavorazione
In questo luogo gli addetti scelgono i pezzi, li dividono per categorie
di colore, di qualità, di serie e li imballano su dei bancali in legno
sorreggendoli a mezzo estensibile in polietilene, oppure per pezzi di prima
qualità si procede all'imballaggio in scatole di cartone.
Altra tipologia di imballaggio è costituita dal fermo del
materiale mediante film termoretraibile che viene scaldato mediante fiamma a
gas.
Il rumore al reparto magazzino è solitamente basso in
quanto nonostante gli alti valori riscontrati alla fiamma di pallettizzazione
(anche 90dB A ), il tempo di pallettizzazione è estremamante basso, il rumore
di fondo è praticamente inesistente (65 -70dB A ), in quanto il magazzino è
solitamente distaccato dagli altri reparti produttivi ed è notevolmente esteso
con poche persone al proprio interno.
Sono comunque presenti in alcune aziende macchine
rettificatrici per la rettifica di alcuni particolari tipi di lavabi
Le attrezzature e le macchine
La dotazione di macchine in magazzino risulta essere assai povera, in
quanto tal maggior parte delle operazioni consiste nella movimentazione, nella
scelta e nell'imballaggio dei pezzi, operazioni che per loro natura risultano
avere una componante prevalentemente manuale.
Quindi il parco macchine del magazzino è costituito da:
à Carrelli per la movimentazione dei pezzi e carrelli elevatori a forche
à Fiamme per il riscaldamento del materiale estensibile per l'imballaggio
I carrelli elevatori a forche sono mezzi che lavorano per quasi tutta la
giornata lavorativa, quindi sono sottoposti a notevole stress meccanico ed
usura, questo comporta che si abbia un rapido turn-over dei macchiari e che
quindi gli stessi siano sempre all'avanguardia sia dal punto di vista
produttivo ch dal punto di vista normativo.
Le ultime macchine rettificatrici sono dotate di
marcatura CE e sono fonoisolate con livelli di rumorosità assai ridotti
Il fattore di rischio Magazzino
1. |
Caduta dei pezzi e quindi possibilità di traumi contusivo-distorsivi sia alle mani che ai piedi. |
2. |
Urti dovuti al passaggio di carrelli a forche (muletti) e di transpallets |
3. |
Presenza di gas infiammabili compressi/ materiali infiammabili |
4. |
Movimentazione manuale dei carichi |
5. |
Richi di rumore dovuti all'utilizzo di rettificatrici |
1) Caduta dei pezzi e quindi possibilità di traumi
contusivo-distorsivi sia alle mani che ai piedi..)
Movimentando i sanitari per eseguire la scelta e l'imballaggio, è
possibile che l'operatore possa subire, per una caduta di materiale
schiacciamenti o danni al un piede.
Per questo motivo si ritiene utile che indossi scarpe
antinfortunistiche appositamente progettate per proteggere gli arti inferiori
da tale pericolo
2) Urti dovuti al passaggio di carrelli a forche (muletti) e di
transpallets
I rischi specifici sono quelli connessi alla movimentazione, mediante
l'uso del muletto, dei sanitari.
La presenza di un notevole numero di sanitari in deposito, determina,
spesso la presenza di passaggi non sempre comodi ed il pericolo di urtare pezzi
di macchinario o le stesse protezioni.
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
3) Presenza di gas infiammabili compressi/ materiali infiammabili
Per il gas tale presenza è limitata ad una presa di metano di piccola
portata necessaria per alimentare la pistola di retrazione, oppure ad una
piccola bombola di GPL.
Sono state montate valvole antiritorno di fiamma e sezionatori manuali
ben raggiungibili.
Il tubo flessibile a fine lavoro va raccolto e riposto in
bobina su un supporto appositamente costruito.
Tale tubo va sostituito al minimo segno di danneggiamento
e comunque ad intervalli non superiori a cinque anni.
Per il materiale infiammabile (cartonaggi) si limita al
massimo la presenza di cartone nell'intorno della zona ove avviene la
pallettizzazione e sono presenti cartelli di divieto di usare fiamme libere e
fumare al di fuori delle aree specifiche.
Le fiamme libere per la pallettizzazione sono usate in un apposito
spazio, opportunamente aerato, dotato nelle vicinanze di estintore, da
personale addetto ed istruito.
Gli operatori dovranno sono dotati di opportuni indumenti ignifughi, di
maschera parafaccia e di guanti, le scarpe sono di tipo ignifugo a rapido
sfilamento.
La pallettizzazione avviene lontano da altri pallets, ed
il cappuccio di plastica è del tipo non propagante diossina per riscaldamento.
L'operatore indossa protezioni auricolari per difendersi
dal rumore prodotto dalla velocità di emissione della fiamma stessa.
4) Movimentazione manuale dei carichi
Comunque va considerato che il materiale cotto ha perso
un ulteriore 20% in peso rispetto al materiale crudo proprio in seguito alle
operazioni di cottura, si da risultare assai leggero e maneggevole.
Inoltre il materiale cotto risulta assai maneggevole
essendo compatto a differenza del materiale crudo che se movimentato a forte
velocità e con urti si sbriciola letteralmente.
E' comunque presente la movimentazione dei carichi su
traspallet a mano che vengono mossi per spinta dallìoperatore.
5) Rettificatrici e mole
La presenza di mole abrasive e rettificatrici all'interno
del reparto contribuisce ad innalzarne la rumorosità 82-83 dB A , il rischio
presente è principalmente dovuto al rumore della rotazione della mola
diamantata al di sopra del pezzo.
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
Per quanto riguarda il rischio di traumi ai piedi causati da caduta di
oggetti si è ritenuto opportuno far indossare agli operatori scarpe
antinfortunistiche dotate di puntale metallico rinforzato.
Per minimizzare il pericolo dovuto all'urto con mezzi in movimento si è
provveduto a rendere ben visibili le sporgenze pericolose con colorazione
zebrata giallo-verde e a garantire, ove possibile vie di corsa per i mezzi in
manovra che lascino un franco per il passaggio delle persone di almeno 0,70
m.(anche se oggi non più obbligatorio)
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da strisce continue
gialle a pavimento che dovranno essere permanentemente mantenute efficienti.
Inoltre i mezzi sono stati muniti di lampeggiante e
sirena di retromarcia
Per la risoluzione del problema del rumore derivante dalla
pallettizzazione si sono sperimentate delle pistole riscaldanti a bassa
rumorosità, ovvero dotate di un opportuno sistema di convogliamento dei gas
della combustione realizzato in maniera tale da evitare la formazione di
vortici e quindi ridurre il tasso di rumorosità della macchina stessa.
Per limitare i danni da rumore sono forniti agli
operatori tappi auricolari e cuffie che gli stessi sono obbligati ad indossare.
Purtroppo il risultato di tale sperimentazione è stato
deludente in quanto in abbinamento a tali pistole si doveva utilizzare un film
estensibile di spessore ridotto che non garantiva sufficiente protezione a
materiale pallettizzato che successivamente viene stoccato su piazzali
all'esterno esposto alle intemperie.
Le macchine rettificatrici sono state isolate dal resto
delle lavorazioni, in maniera tale da abbassare il livello sonoro dell'intero
reparto, inoltre le macchine sono state dotate di capottature fonoimpedenti in
maniera tale da ridurre ed in alcuni casi quasi annullare totalmente il
contributo del rumore.
Appalto a ditta esterna
Nessuna delle ordinarie operazioni di questa fase viene appaltata a ditta
esterna
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa fase, quelli a
cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R.
459/97 che norma la sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Tale fase lavorativa non genera alcun tipo di rischio esterno, se si
escludono eventuali operazioni di imballaggio con termoretraibile.
Durante tale operazione, infatti, si generano delle
emissioni in atmosfera che richiedono prima di essere immesse in atmosfera una
opportuna filtrazione.
I prodotti di scarto che vengono prodotti sono:
Pezzi rotti da buttare che vengono posti in un apposito
cassone per essere inviati tramite una ditta esterna alla macinazione per
ottenere chamotte.
Imballi e cartoni rotti o inservibili che vengono stoccati in un cassone
metallico ed inviati ad una discarica autorizzata per lo smaltimento.
Non sono presenti rifiuti nocivi o tossici.
Fase 14: Manutenzione
In tale reparto si effettuano le piccole riparazioni elettriche e
meccaniche e le operazioni di manutenzione ordinaria, necessarie alla
conduzione della fabbrica.
La permanenza in officina degli addetti ha lo scopo
prevalente di prelevare i materiali necessari alle riparazioni, o alla
preparazione dei pezzi da collocare / sostituire, mentre la maggior parte del
lavoro viene effettuato all'interno dello stabilimento in prossimità delle
macchine o degli impianti da riparare.
Per specifiche operazioni di manutenzione straordinaria
ci si affida a ditte esterne specializzate.
Fase di lavorazione
Il “meccanico” o manutentore dello stabilimento è colui che si occupa
della ordinaria manutenzione dei macchinari e degli impianti dello stabilimento,
del coordinamento con ditte esterne nella installazione o riparazione di nuovi
macchinari.
Solitamente all'interno dello stabilimento è presente una
piccola officina per consentire le piccole riparazioni, mentre per quelle più
impegnative si ricorre a ditte specializzate (idraulici, meccanici,
elettricisti, installatori di impianti specifici,ecc) esterne.
Per la natura della sua mansione il manutentore risulta
essere esposto a tutti i rischi dello stabilimento.
Le attrezzature e le macchine
Il reparto servizi generali, comprende tutti i servizi indispensabili
alla corretta gestione tecnologica dell'azienda, non inseribili in uno
specifico reparto e il supervisore e responsabile del buon funzionamento degli
stessi è l'officina.
In tale reparto sono presenti i manutentori meccanici e/o
elettrici.
Per il corretto svolgimento del loro lavoro essi devono
conoscere alla perfezione i cicli tecnologici dell'azienda ed i macchinari
presenti all'interno della stessa.
La strumentazione presente nel reparto è quella
indispensabile per la manutenzione preventiva e da ripristino dopo una rottura.
Sono solitamente presenti i seguenti macchinari
à Tornio con o senza dispositivo “a copiare”;
à Bombole e cannelli per taglio ossiacetilenico;
à Trapano a colonna;
à Saldatrice/i ad elettrodo o a filo;
à Mole, smerigliatrici
à Seghe, troncatrici.
à Altri utensili portatili.
Al di fuori del reparto officina vi sono altri macchinari di vario genere
quali:
à Compressori;
à Generatori di calore ( scambio fumi/aria );
à Generatori di calore (scambio fumi/acqua);
à Cabina decompressione metano;
à Cabina trasformazione energia elettrica;
à Gruppo elettrogeno;
à Gruppi condizionamento aria
Il fattore di rischio
Da quanto detto si deduce che, essendo i meccanici esposti ad ogni tipo
di rischio presente in azienda è stata curata particolarmente la loro corretta
informazione circa i pericoli e le procedure da attuare, oltre a dotarli di
strumentazione e D.P.I. adatti alle varie operazioni da compiere.
Si provvede inoltre a tenerli aggiornati su eventuali nuove macchine o
procedure adottate.
1. |
Possibile pericolo di danni fisici da organi in movimento (organi rotanti, cinghie ecc.) |
2. |
Possibile urto contro superfici sporgenti o mezzi in movimento (muletti ecc.) |
3. |
Possibile presenza di pavimento scivoloso con conseguenti cadute |
4. |
Manipolazione di carichi superiori a 30 kg |
5. |
Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui di livello relativamente alto; |
6. |
Presenza di gas compressi; senza di gas infiammabili e/o compressi 8) Presenza di tensione elettrica elevata; 9) Presenza di corpi o liquidi caldi ustionanti |
7. |
Presenza di gas infiammabili e/o compressi |
8. |
Presenza di tensione elettrica elevata; |
9. |
Presenza di corpi o liquidi caldi ustionanti |
10. |
Possibile inalazione/ingestione di polveri ad alto
contenuto di silice; |
Possibile pericolo di danni fisici da organi in
movimento (organi rotanti, cinghie ecc.)o scossa elettrica;
In officina:
i macchinari passibili di creare rischi meccanici da
impigliamento od urto sono i trapani, i torni, le mole e gli altri macchinari
rotanti.
Per limitare tali pericoli i torni vengono muniti di
schermo trasparente rimovibile a macchina ferma, che protegga l'operatore da
urto con il pezzo in rotazione e dall'espulsione di trucioli di lavorazione
ustionanti o comunque passibili di danni fisici viste le velocità in gioco.
Gli operatori del reparto sanno inoltre di dover
indossare indumenti aventi maniche con elastico o con chiusura atta ad evitare
parti pendenti, in grado di impigliarsi nelle attrezzature in movimento.
Altra cautela da seguire, cui gli operatori sono stati
richiamati è l'indossare occhiali paraschegge se si lavora su mole rotanti, il
cui stato di conservazione deve essere verificato visivamente ad ogni sessione
di lavoro.
Vanno inoltre utilizzati guanti antitaglio se si devono
manovrare pezzi taglienti o scivolosi e di guanti “non plastici” per prendere
pezzi molto caldi.
Ogni cautela è messa nell'utilizzo del cannello
ossiacetilenico, con l'esclusione di uso di grasso sulle tenute, con
l'inserimento sui tubi di valvole antiritorno di fiamma, con la sostituzione
dei tubi anche minimamente danneggiati e con l'accortezza di limitare
l'apertura delle bombole al tempo di utilizzo strettamente necessario.
Sono presenti cappe aspirate mobili dotate di filtri a
carbone attivo in grado di aspirare i fumi prodotti dalle operazioni di
saldatura
Inoltre, onde evitare l'avvio automatico delle macchine
al ritorno della tensione dopo qualche guasto, si è provveduto a mettere un
dispositivo di sgancio a minima tensione su ciascuno degli stessi.
All'esterno:
Essendovi la presenza di un notevole numero di macchinari
i cui organi del moto sono rappresentati da motori, motoriduttori, che
trasmettono il moto agli assi rotanti tramite cinghie, si ha il pericolo di
danni fisici per fortuito contatto con tali organi.
Per evitare ciò tutte le cinghie e le catene sono state
coperte con carter di protezione a prova di dita.
Lo stesso dicasi per i ventilatori che, se accessibili
montano reti antidita a protezione delle parti ruotanti.
I meccanici sanno di dover staccare la tensione di
alimentazione prima di intervenire su organi in moto e, se la loro visibilità è
scarsa ( lavori accovacciati o dietro macchinari) si deve apporre sull'organo
di comando apposito cartello monitore di macchina in riparazione e, se
possibile attuare tutte le misure ad evitare un azionamento involontario della
stessa ( ad. es. estrazione dei fusibili generali ecc.).
Altra fonte di pericolo è data dalle botti rotanti, il
cui perimetro è delimitato da strutture metalliche robuste smontabili solo con
attrezzi e munite, per le parti apribili di finecorsa di blocco a norma (
apertura positiva o finecorsa di sicurezza a chiave non manomettibili ).
Lo stesso dicasi per le botti al riguardo delle misure da
prendere prima di manutenerle.
Per ciò che riguarda il pericolo di folgorazione
l'impianto elettrico deve essere continuamente curato e manutenuto a regola
d'arte da tecnici specificamente competenti, mentre il meccanico interno ha il
compito di ripristinare le protezioni eventualmente scattate, di sostituire i
fusibili bruciati con altri di uguale taratura, potere e rapidità
d'interruzione. .
I quadri elettricisono tutti stagni, muniti di
interruttore blocco porta o comunque di porta apribile solo con chiave o
attrezzo;
I circuiti di comando sono realizzati in BTS (24Vac) e le
pulsantiere adottate oltre che stagne (IP44)sono di agevole utilizzo e facile
individuazione;
L'alimentazione generale del reparto è derivata a monte di
un interruttore magneto-termico-differenziale ad alta sensibilità;
I quadri sono tutti muniti di schemi elettrici e di
filatura numerata per un'agevole e sicura manutenzione sia ordinariache
straordinaria;
L'impianto di illuminazione è anch'esso IP44 e realizzato
con corpi illuminanti di adeguata potenza onde ben visualizzare i pericoli
presenti;
Sono presenti lampade di emergenza autoalimentate in
numero sufficiente a garantire un corretto abbandono del locale senza pericoli
per l'operatore.
Particolare cura è stata messa anche nella realizzazione
dell'impianto di terra ed equipotenziale in tutto lo stabilimento, comprese le
tubazioni entranti ed uscenti passibili di introdurre potenziali pericolosi
verso terra.
Sono presenti anche cartelli specifici recanti i divieti
di manomettere i dispositivi di sicurezza, di oliare e pulire organi in moto,
di aprire i quadri elettrici se non addetti a tale servizio e di pericolo
elettrico generico
Possibile urto contro superfici sporgenti o mezzi in
movimento ( muletti ecc.)
In officina:
Pericolo incombente sono le travi metalliche da tagliare
o tagliate, che devono essere subito staccate dalla sega e posizionate in
verticale o in orizzontale su apposite rastrelliere
All'esterno:
La presenza di una notevole quantità di macchine provoca
la conseguenza di avere passaggi non sempre comodi ed il pericolo di urtare
pezzi di macchinario o le stesse protezioni. Altro pericolo esistente è
l'essere urtati da mezzi di movimentazione interna (quali palette o muletti) in
manovra all'interno dei locali mentre si sta facendo manutenzione.
Per minimizzare tale pericolo si è provveduto a rendere
ben visibili le sporgenze pericolose con colorazione zebrata giallo-verde e a
garantire, ove possibile vie di corsa per i mezzi in manovra che lascino un
franco per il passaggio delle persone di almeno 0,70 m.
Le stesse vie di corsa inoltre sono ben delimitate da
strisce continue gialle a pavimento.
Inoltre i mezzi sono stati muniti di lampeggiante e
sirena di retromarcia
Gli operatori che conducono tali mezzi hanno inoltre
l'obbligo di agire con la massima cautela evitando manovre brusche che possano
causare danni a persone e cose.
Il livello di illuminamento è sufficientemente ben
distribuito sì da evitare la presenza di forti disparità quali zone semibuie ed
altre luminosissime, frequenti fonti di abbagliamento.
Le vie di corsa sono lasciate sgombre e ben pulite per
garantire gli operatori dei mezzi dalla presenza di ostacoli inaspettati e per
avere sempre un buon attrito tra mezzo e pavimento
Sono presenti anche cartelli monitori riguardanti al
presenza di mezzi in movimento.
Possibile presenza di pavimento scivoloso con
conseguenti cadute
In officina
Si ha utilizzo di lubrificanti solidi o liquidi, di
liquidi da taglio (su torni e trapani), che possono disperdersi a pavimento,
con grave pericolo per gli addetti e per chi dovesse entrare in officina. Si è
data quindi disposizione di provvedere accuratamente a mantenere efficienti le
tenute delle pompe per liquidi da taglio e di pulire immediatamente ogni
versamento di lubrificante ricorrendo a sostanze assorbenti quali segatura,
caolino o stracci adatti.
Tali assorbenti devono successivamente essere smaltiti in
adatti contenitori a seconda della loro classe di pericolosità.
All'esterno
L'utilizzo pressoché continuo di acqua per il processo e
per i lavaggi fa' sì che il pavimento dei locali specie smaltatura ed impasti,
sia spesso bagnato. Se non si ha una pulizia efficace, la miscela acqua/impasto
diventa scivolosissima con grave pregiudizio per gli operatori.
Onde minimizzare tali rischi si è disposta una accurata
pulizia della pavimentazione con cadenza giornaliera, ed una cura particolare
per minimizzare le discontinuità nel pavimento causa di accumuli di sporcizia e
di possibili inciampi.
Inoltre si sono dotati gli operatori di scarpe
antisdrucciolevoli.
Manipolazione di carichi superiori a 30 kg
In officina:
accade spesso di dover sollevare carichi eccedenti i 30
kg ( motori da riparare, pulegge ecc.) nel qual caso si ricorre all'aiuto di altri
operatori o a mezzi di sollevamento idonei (gruette, sollevatori a forche ecc.)
Tutti i mezzi di sollevamento sono muniti delle sicurezze
previste ( se ad olio di valvole di blocco
pilotate, se elettrici di freni antiretro ecc.) e sarà
cura dell'operatore utilizzarli correttamente, senza superare le portate di
collaudo.
Se i pezzi debbono essere imbragati verranno usate braghe
in stoffa omologate per quella classe di carico o catene di adatta maglia.
Sarà cura dell'operatore verificare l'integrità dei mezzi
di sollevamento, dei ganci del corretto bilanciamento/stabilità del carico da
sollevare
All'esterno:
Vale quanto già detto per il locale officina
Possibile esposizione a rumori impulsivi e continui di
livello relativamente alto;
In officina:
La rumorosità del reparto è in genere elevata con
particolare accentuazione nei periodi di funzionamento delle seghe, dei torni e
dei trapani.
Il livello di esposizione di un manutentore presenta un
Lep, w oscillante tra gli 82 e gli 85 dB A , ma alcuni macchinari posseggono un
Leq assai elevato:
Tornio 85 dB A
Mola smerigliatrice 100 dB A
Saldatrice 82 dB A
Troncatrice 102 dB A
Comunque i tempi di esposizione al rumore di tali
macchinari risultano essere assai bassi.
Nei periodi di funzionamento dei dispositivi suddetti,
gli operatori hanno disposizione di indossare i dispositivi di protezione
personale (cuffie, tappi auricolari ecc.) adatti al livello di rumore presente.
Inoltre una corretta manutenzione dei macchinari, con la
tempestiva risoluzione di ogni anomalia, evita un lento aumento della
rumorosità dovuto al cedimento di cuscinetti o altri organi rotanti.
Le pistole di soffiaggio sono del tipo silenziato o
munite comunque di silenziatori.
Sono presenti nel locale cartelli monitori che ricordano l'obbligo
dell'uso dei D.P.I
Presenza di gas compressi
Locale compressori:
La manutenzione preventiva sui compressori in specie
sugli organi di taratura e sicurezza è fondamentale per evitare inconvenienti
anche di notevole entità (valvole sovrapressione, blocchi di funzionamento,
allarmi)
Tutte le manutenzioni vengono eseguite dopo aver
scaricato l'impianto dall'aria residua contenuta e dopo aver spento
l'alimentazione elettrica dei macchinari.
Viene fatta una verifica visiva sull'assenza di cricche
su tubazioni e serbatoi e sull'integrità e tenuta delle tubazioni.
E' da evitare comunque ogni saldatura su serbatoi in
pressione ed ogni manomissione e ritaratura degli organi di sicurezza.
Il meccanico dovrà verificare anche il lavoro dei
manutentori esterni (idraulici ecc.) ed il loro pieno rispetto delle
apparecchiature di sicurezza e delle norme, segnalando alla direzione ogni
intervento, a suo parere discordante da quanto previsto o anomalo.
Presenza di gas infiammabili od esplosivi
Nello stabilimento è presente una rete di distribuzione di combustibile (
metano) in pressione, con i relativi gruppi di decompressione finali, filtri e
controlli.
Tale rete deve essere ispezionata a cadenza fissa per
verificarne l'integrità e l'assenza di fughe.
La verifica va fatta con acqua saponata o meglio con
adatto cercafughe, con l'esclusione totale di fiamme libere od altri mezzi
simili.
Essendo tale rete derivata da impianto a maggior
pressione tramite cabina di decompressione, occorre verificare che in tale
cabina tutte le apparecchiature funzionino correttamente, senza fughe o
rumorosità anomale. Il locale di decompressione va tenuto pulito e sgombro onde
verificare fughe di liquidi visivamente.
Ove presenti mezzi di riscaldamento anticongelamento (
essendo la decompressione pressoché adiabatica) questi devono essere in piena
efficienza e non devono causare possibili inneschi per esplosioni od incendi.
L'impianto elettrico, del tipo antideflagrante o AD-FT
deve essere verificato nei serraggi onde garantire la corretta tenuta delle
scatole e delle giunte.
Manovre manutentive straordinarie devono essere affidate
a ditte abilitate che rilasceranno apposita certificazione riguardante il tipo
di intervento svolto ed il completo ripristino delle sicurezze originali.
All'interno della fabbrica si dovranno verificare i
sensori di fuga-gas con scadenza almeno bimestrale per essere sicuri del loro
funzionamento e si dovrà sostituire la testa sensibile appena si riscontra una
perdita sostanziale di sensibilità.
Le elettrovalvole del gas di utenza dovranno essere
verificate con particolare cura per ciò che riguarda l'assenza di fughe e
l'integrità delle bobine di comando.
Il meccanico dovrà verificare anche il lavoro dei
manutentori esterni (idraulici ecc.) ed il loro pieno rispetto delle apparecchiature
di sicurezza e delle norme, segnalando alla direzione ogni intervento, a suo
parere discordante da quanto previsto o anomalo.
Le rampe dei bruciatori ad aria soffiata dovranno essere
modificate nel pieno rispetto delle vigenti norme UNI-CIG.
Essa garantisce la prova di tenuta sulle valvole, la
ridondanza del sistema in chiusura, l'impossibilità di manomettere in maniera
continuativa i pressostati di controllo, ed il blocco del gas in mancanza di
fiamma entro 3 secondi.
In caso di riparazioni sulle tubazioni occorrerà
procedere allo svuotamento dell'impianto ed al suo
lavaggio prima con gas inerte, tipicamente azoto e con
aria per scongiurare pericoli dovuti all'utilizzo di fiamme o scintille ( quali
quelle generate dai cannelli o dalle smerigliatrici)
Presenza di tensione elettrica elevata
Tutte le manutenzioni in cabina elettrica di trasformazione vanno fatte
effettuare, se non presente all'interno persona abilitata, a ditte autorizzate
con l'assoluta esclusione dell'intervento di interni non specificamente
designati.
Uniche operazioni da effettuarsi a carico del servizio
interno, sono quelle di pulizia dei locali, e quelle di ripristino di
protezioni intervenute solo nel caso di indisponibilità del servizio esterno.
In tale caso occorre seguire scrupolosamente la procedura
prevista così schematizzabile:
Apertura degli interruttori automatici di bassa tensione
e di quelli dei condensatori di rifasamento fisso del trasformatore;
Attesa che questi ultimi si scarichino sulle apposite
resistenze;( ove ciò non avvenga si ha la media tensione sul primario del
trasformatore anche se questo e distaccato dalla rete _)
Utilizzo dei guanti e della pedana isolante
Apertura dei sezionatori sotto-carico di media tensione.;
Verifica visiva dell'avvenuta apertura (ove possibile)
Chiusura dei coltelli di terra;
Verifica visiva dell'avvenuta chiusura degli stessi (ove
possibile)
Accesso ai fusibili - verifica e sostituzione
Chiusura delle protezioni;
Apertura dei coltelli di terra;
Utilizzo dei guanti e della pedana isolante;
Chiusura del sezionatore di media tensione;
Verifica visiva dell'assenza di archi od anomalie;
Chiusura degli interruttori di bassa tensione.
Ove si abbia una riapertura automatica evitare altre
manovre ed attendere comunque l'intervento di tecnici esterni abilitati.
Presenza di corpi o liquidi caldi o ustionanti
Nella manutenzione di stabilimento può capitare di dover intervenire su
forni od attrezzature calde. Ove non sia possibile spegnerli per ragioni
tecnologiche, (ad esempio forni continui ecc.) occorre che l'operatore adotti
ogni possibile cautela per difendersi dal calore.
Precisamente deve adottare guanti non plastici
termoisolanti, a protezione delle mani;
Indumenti in stoffa che coprano integralmente il corpo
con esclusione di magliette a maniche corte od altro simile;
In caso di temperature molto alte occorre indossare
apposite tute isolanti ad alta temperatura in kevlar alluminizzato (evitare
quelle contenenti amianto soprattutto se vecchie),. complete di casco e guanti;
La durata degli interventi deve essere breve e, se
occorre più tempo, devono essere spezzati in più sequenze interrotte per
evitare malori all'operatore dovuti ad eccessiva esposizione al calore
(collassi ecc.)
Gli impianti, per quanto possibile, devono essere previsti
o modificati per consentire interventi agevoli e veloci.
Comunque si attuano procedure di manutenzione preventiva
nei tempi di fermo normale dell'impianto, tendenti ad evitare manutenzioni a
rottura ad impianto in temperatura.
Possibile inalazione/ingestione di polveri ad alto
contenuto di silice ;
Tutti i sistemi di aspirazione e di filtrazione delle polveri necessitano
di manutenzione ordinaria e straordinaria, inoltre l'intervento in qualsiasi
punto dello stabilimento è facile che avvenga in presenza di polvere.
Ciò rende necessaria la manutenzione programmata di tutti
gli impianti di aspirazione ed abbattimento, che va attuata con molta
attenzione essendo tali impianti dei concentratori di polvere.
Risulta difficoltoso stabilire il livello di esposizione
alla polverosità degli addetti alla manutenzione, comunque durante tutte le
manutenzioni su impianti che possono presentare polvere dovranno essere
effettuati dopo che i manutentori avranno indossato appositi mezzi di
protezione delle vie respiratorie, indossando appunto facciali filtranti avendo
grado di filtrazione almeno FFP2.
In aggiunta a tale misura impiantistica vi sono misure
procedurali, quali l'adozione di mezzi di protezione personale ( mascherine,
respiratori ecc.) con grado di filtrazione adatto alle polveri in circolo.
Completa la prevenzione la disposizione data dall'azienda
di effettuare tali operazioni con la massima attenzione e con una certa
gradualità (evitare scarichi improvvisi di materiale ecc.), oltre alla cura che
dovrà avere l'operatore nell'evitare, durante le fasi di pulizia, di utilizzare
soffi liberi in zone non aspirate che potrebbero fare da vettore per le polveri
estendendo la zona di rischio.
Finite tali fasi sarà bene, prima di rimuovere i mezzi
personali di protezione, aerare a sufficienza il locale.
Sono presenti nei locali cartelli monitori che ricordano
l'obbligo dell'uso dei D.P.I
Il danno atteso
Si rimanda all'unico capitolo sul danno atteso.
Gli interventi
In sintesi gli interventi per limitare i danni da organi ruotanti e
traslanti in movimento: Schermi sui torni o trapani; Carter sugli organi
rotanti; Interruttori. di minima tensione in officina; Valvole antiscoppio
sulle bombole per saldatura; Reti sui ventilatori; Manutenzione preventiva
accurata; Differenziale alta sensibilità generale; Quadri ed illuminazione con
grado di protezione minimo IP44 ; Adozione di BTS per i comandi; Impianti di
Terra ed equipotenziale; Cartellonistica.
In sintesi gli interventi per limitare i rischi dovuti a
mezzi in movimento: Posizionamento travi lunghe fuori dalle zone di lavoro;
Zebratura giallo-nera ove necessaria; Delimitazione vie di corsa; Lampeggianti
e sirene sui mezzi; Vie di corsa sgombre e pulite; Cartellonistica.
In sintesi per minimizzare i rischi di cadute da scivolamento
si adottano i seguenti accorgimenti : Manutenzione pompe liquidi da taglio;
Pulizia cadute lubrificanti; Pulizia generale; Scarpe antisdrucciolo.
Per minimizzare i rischi da sollevamento di carichi:
Sollevamento in coppia o con mezzi idonei se si superano 30 kg; Verifica
integrità mezzi di sollevamento; Verifica portata mezzi di sollevamento;
Verifica stabilità del carico.
Per la riduzione degli effetti provocati dal rumore:
Manutenzione programmata di tutti i macchinari; Silenziatori sull'aria compressa;
Cura nell'eseguire le operazioni senza creare rumori inutili; Utilizzo dei
mezzi di protezione personali; Cartellonistica.
Per la riduzione dei rischi derivanti da gas compressi si
adottano i seguenti accorgimenti: Riparazione ad impianto vuoto e fermo;
Verifiche visive degli impianti; Verifica lavori di impiantisti esterni.
Per la eliminazione dei rischi derivanti dall'utilizzo
all'interno della attività di gas infiammabile: Riparazione ad impianto vuoto e
fermo; Verifiche visive degli impianti; Verifica lavori di impiantisti esterni;
Verifica integrità protezioni; Verifica tenuta alle fughe; Verifica impianto
AD-FT.
Per ridurre i rischi da utilizzo di energia elettrica:
Utilizzo di mezzi di protezione isolanti adeguati; Procedure rispettate scrupolosamente;
Evitare tentate manovre reiterate; Chiamata servizio esterno abilitato
Onde ridurre i rischi derivanti dal possibile contatto
con mezzi caldi ed ustionanti si dovranno adottare le seguenti procedure e
provvedimenti: Utilizzo dei mezzi di protezione adatti; Interventi brevi e
mirati; Ottimizzazione impianti e procedure; Preferenza per manutenzione
preventiva.
Le azioni per ridurre il rischio da esposizione alla
polvere: Uso di mezzi di protezione personale idonei; Cura nell'attuazione
delle operazioni; Evitare l'utilizzo di aria compressa in aria libera;
Cartellonistica.
Appalto a ditta esterna
Le operazioni che vengono appaltate a ditta esterna sono le manutenzioni
ordinarie e straordinarie di carattere elettrico, idraulico.
Tali operazioni dovranno essere svolte da ditte abilitate
e dotate dei requisiti tecnico-professionali, ed in grado di rilasciare idonee
certificazioni circa la conformità dei lavori eseguiti.
Tutto ciò dovrà avvenire nel rispetto degli appalti come
sancito dal Dlgs 626/94 e successive modificazioni.
Riferimenti legislativi
Per quanto riguarda i riferimenti legislativi in questa
fase, quelli a cui si fa riferimento sono :
Il D.L. 277/91 per quanto riguarda il rumore e le polveri
Le indicazioni impartite dalla ACGIH (American Conference of Governmental
Industrial Hygienists) per quanto riguarda il TLV-TWA della silice libera
cristallina
La Direttiva Comunitaria 89/392 recepita con D.P.R. 459/97 che norma la
sicurezza e l'utilizzo delle macchine.
La legge 46/90 sulla sicurezza degli impianti tecnici e
le varie norme CEI ed UNI specifiche per singolo argomento
Le leggi sulle reti di trasporto del gas metano e del
GPL.
Oltre naturalmente a tutte le leggi in vigore nel nostro
stato in materia di sicurezza ed igiene del lavoro.
Il rischio esterno
Questa fase genera delle emissioni in atmosfera soprattutto durante le
operazioni di saldatura, etc., la corrente fluida prima di fluire all'esterno
viene fatta fluire attraverso un opportuno impianto dotato di filtro a secco a
carbone attivo.
I rifiuti prodotti sono costituiti prevalentemente da residui di
operazioni di manutenzione (materiale di consumo , ricambi, etc.) che dovranno
essere accumulati e smaltiti a mezzo di ditte autorizzate presso discariche
autorizzate..
IL DANNO ATTESO
Le malattie professionali I dati Inail relativi
alle malattie professionali per il comparto ceramica sanitaria ( voce 7341)
descrivono una presenza rilevante di patologie professionali dell'apparato
respiratorio, dell'udito, di malattie cutanee e a carico dell'apparato
locomotore, con una marcata tendenza alla diminuzione (Tab. 1-2).
Tabella 1. Malattie professionali denunciate in ciascun
anno del periodo 1993-'97 (voce 7341)
Anno |
Provincia di Viterbo |
Lazio |
Italia |
1993 |
15 |
25 |
208 |
1994 |
14 |
19 |
170 |
1995 |
11 |
12 |
183 |
1996 |
8 |
9 |
193 |
1997 |
14 |
15 |
100 |
Tabella 2. Rendite ad inabili nel Lazio e in Italia, a
tutto il 30.11.1998, per tipo di malattia
professionale (voce Inail: 7341)
Cod.Inail MP |
Malattia Profess. |
ITALIA |
Roma |
Frosinone |
Latina |
Rieti |
Viterbo |
01 |
Piombo |
139 |
|
|
|
1 |
|
05 |
Cromo |
2 |
|
|
|
|
|
08 |
Vanadio |
1 |
|
|
|
|
|
12 |
Ac.nitrico, N |
4 |
|
|
|
|
|
13 |
SO2 |
1 |
|
|
|
|
|
14 |
Tallio |
1 |
|
|
|
|
|
20 |
Zinco |
2 |
|
|
|
|
|
21 |
Ac.carbamm. |
9 |
|
|
|
|
|
24 |
Ac.cianidrico |
1 |
|
1 |
|
|
|
30 |
Idroc.arom. |
2 |
|
|
|
|
|
34 |
Amine.alif. |
1 |
|
|
|
|
|
36 |
Pvc |
1 |
1 |
|
|
|
|
39 |
Ald., ac.org. |
1 |
|
|
|
|
|
42 |
Mal.cutasnee |
40 |
|
|
|
|
|
43 |
Pneu.silicati |
16 |
|
|
|
|
|
44 |
Pneu.calcari |
4 |
|
|
|
|
|
45 |
Pneu.allum. |
1 |
|
|
|
|
|
46 |
Pneu.pr.fibr. |
1 |
|
|
|
|
|
49 |
Bronc.cron. |
1 |
|
|
|
|
|
50 |
Ipoacusia |
1624 |
4 |
14 |
|
5 |
24 |
51 |
Rx |
1 |
|
|
|
|
|
52 |
Malt.osteoar. |
12 |
|
|
|
|
2 |
53 |
Mal.lav.
sub |
3 |
|
|
|
|
1 |
77 |
Bronc.silicati |
298 |
11 |
6 |
|
22 |
2 |
78 |
Bronc.polv. |
12 |
|
1 |
|
1 |
|
79 |
Bronc.altro |
3 |
|
|
|
|
|
90 |
Silicosi |
4078 |
12 |
10 |
4 |
30 |
512 |
91 |
Asbestosi |
4 |
|
|
|
|
|
99 |
Mal.non tab. |
16 |
|
1 |
|
|
|
TOTALI |
|
6279 |
28 |
41 |
4 |
59 |
541 |
Nella provincia di Viterbo e, quindi, nel comprensorio di
Civita Castellana, esiste una significativa prevalenza di una delle più
classiche e più gravi malattie professionali correlate alla lavorazione
ceramica : la silicosi.
Anche se in questi ultimi anni molto è stato fatto in tema di prevenzione
per ridurre il rischio, per i lavoratori professionalmente esposti, permangono
situazioni di rischio in alcune fase lavorative.
Tuttavia, anche se si riuscisse ad avere le concentrazioni ambientali di
silice libera cristallina al di sotto dei valori limite consigliati, va
sottolineato che rimarrebbe una quota percentuale di lavoratori esposti a basse
concentrazioni, i cui effetti a medio e a lungo termine, anche se ancora poco
studiati, segnalano un'attività cancerogena della silice: questo rischio
riveste quindi un grande interesse in sanità pubblica per il forte impatto
sociale dovuto ai costi umani ed economici connessi con l'elevato numero di
esposti a rischio.
Come già visto, i dati INAIL relativi alle malattie professionali
indennizzate, segnalano una situazione gravemente compromessa per quanto
riguarda i casi di pneumoconiosi silicotica; questo già a partire dal 1956,
anno di concessione delle prime rendite nel comprensorio delle ceramiche.
I casi denunciati divengono più numerosi con l'istituzione di una
struttura comunale ( Centro di lotta contro la nocività dell'ambiente di
lavoro ) nel 1973 a Civita Castellana, che inizia un programma di
sorveglianza sanitaria sistematica dei ceramisti.
Nel 1985 uno studio epidemiologico, caso-controllo, nella popolazione
maschile di Civita Castellana rivela un rischio di contrarre tumori polmonari
doppio degli esposti a silice libera cristallina; nel 1987 lo IARC pone la
silice nel gruppo 2A dei sospetti cancerogeni per l'uomo .
Nel 1989 un convegno nazionale sul comparto ceramico
cerca di fare il punto sui rischi e sui danni nella produzione ceramica. Nello
stesso periodo si evidenzia un gruppo di 595 indennizzati INAIL per silicosi e
di questi ne risultano 64 deceduti per tumore polmonare.
Dal 1993 al 1995 vari studi su gruppi di esposti (minatori del Sud Africa
e del Sud Dakota, ceramisti e silicotici nel Lazio e in Italia) contribuisce a
far classificare dalla IARC la silice cristallina nel gruppo 1A-cancerogeno
per l'uomo .
Nel 1994 risultavano essere in vigore nel comprensorio
delle ceramiche di Civita Castellana 1062 rendite per silicosi a carico INAIL,
di cui 778 a carico dei diretti interessati e 284 agli eredi aventi diritto;
per quanto riguardava le ipoacusie professionali, le rendite erano 60 di cui 53
a carico di lavoratori dell'industria e 7 dell'artigianato.
Nello stesso periodo è stata condotta un'indagine in 12
aziende ceramiche del settore sanitari con un totale di 825 dipendenti (
Tabella 3 ) in cui erano presenti 259 casi denunciati di silicosi, 37 casi di
ipoacusia professionale e 46 casi di lavoratori con entrambe le malattie
professionali addetti a varie fasi produttive.
Tabella 3 - Malattie professionali e addetti presenti
in 12 aziende ceramiche di sanitari
suddivise per fasi lavorative
FASI LAVORATIVE |
TOTALE ADDETTI |
M.P. SILICOSI |
M.P. IPOACUSIA |
M.P. SIL.+ IPO. |
COLAGGIO |
356 |
148 |
14 |
17 |
COLLAUDO/SPRUZZATURA |
119 |
40 |
2 |
15 |
FORNO |
93 |
18 |
5 |
3 |
PREP.IMPASTI |
24 |
7 |
5 |
1 |
MAGAZZINO |
95 |
23 |
2 |
1 |
GESSO |
38 |
15 |
1 |
1 |
ALTRO |
100 |
8 |
8 |
8 |
TOTALE |
825 |
259 |
37 |
46 |
Dall'analisi effettuate sugli anni di esposizione dei lavoratori a silice
cristallina, si è visto che la percentuale maggiore di esposti (35.6 %)
lo è stato per un periodo compreso tra 6 – 10 anni prima di sviluppare la
silicosi; nel 25.5% per il periodo era di 11 - 15; nel 15.8% il periodo era
stato inferiore a 5 anni; il 13.3% aveva contratto la malattia dopo un periodo
superiore a 20 anni e il 9.8% dopo un periodo compreso tra 16 e 20 anni.
L'esposizione a silice cristallina risulta molto
variabile a seconda dei casi, in diretta correlazione con il livello
tecnologico delle aziende e delle procedure di pulizia giornaliera attivate; i
risultati mostrano comunque il superamento del TLV-TWA (consigliato dall'ACGIH)
nel 15 % dei casi e del livello di azione ( 0.05 mg/m 3 di SiO
2 ) nel 35 % dei campionamenti personali effettuati.
Nel 1996 il Servizio PISLL, avvia un'indagine sui casi
denunciati di malattie professionali nelle ceramiche del comprensorio (oltre
alle 35 aziende produttrici di idrosanitari, ve ne sono altre 53, che producono
stoviglie e oggettistica varia, per un totale di circa 4000 addetti del
settore) e precisamente:
· 534 silicosi
· 156 ipoacusie
· 5 dermatiti
· 8 lombosciatalgie da sovraccarico funzionale,
e di queste, in grande maggioranza, appartenenti a
lavoratori del comparto della ceramica sanitaria.
Accanto alla patologia tradizionale dei ceramisti,
risultano, come detto, malattie a carico dell'apparato locomotore, della pelle,
e soprattutto dell'udito.
Dai risultati di alcuni campionamenti ambientali in
alcune aziende che producono sanitari, si è visto che il rischio da rumore è
rilevante solo per alcune particolari fasi lavorative come il collaudo e lo
spruzzo ( in cui nel 38% delle misurazioni era superato il livello di 85
dB(A )) dove è presente l'uso di utensili ad aria compressa, la
collocazione di motori per l'aspirazione delle polveri sopra le cabine, la
concentrazione di impianti in spazi ristretti.
Il superamento del Lep,d 85 dB(A) avviene per oltre il
50% delle misurazioni nello spruzzatore e per oltre il 75% nel collaudatore . I
valori di Lep,d in dB(A) presentano una media aritmetica di 84.5 (+/- 2.3)
nello spruzzo e nel collaudo una media di 81.5 (+/- 2.8).
Un'altra mansione a rischio rumore è la preparazione
impasti e smalti dove si possono ritrovare anche valori di rumorosità superiori
a 90 dB(A), con una media ponderata di 81 (+/- 2.3) dB(A) per l'azione
dei mulini scioglitori a palle.
Al colaggio, lavorazione a maggior numerosità di addetti
, si registrano valori di Lep,d con media di 69.5 (+/- 3.9 ) dB(A).
Altre fasi lavorative a rischio risultano essere la
rettifica dei pezzi difettati (abrasione del fondo con mole) con valori di
Lep,d che presentano media di 85.5 dB(A) (+/- 3.8) e la mansione del
ritocco (correzione di difetti di smaltatura con piccole mole) con media
ponderata di 80.5 (+/-5.4) dB(A).
Concludendo nella produzione di sanitari, i lavoratori
esposti a rischio rumore (valori superiori ad 85 dB(A)) risultano relativamente
pochi (in media 6-8% degli addetti per azienda), ma nonostante significativi
interventi di bonifica (come insonorizzazione degli impianti e utensili ad aria
compressa “ silenziati ”) ormai diffusi, si rileva il permanere di
situazioni con livelli di inquinamento superiori al “livello d'azione ”
in diverse fasi lavorative.
Va comunque considerato con attenzione, nel valutare il rischio delle
malattie professionali, l'effetto di esposizioni sicuramente più elevate per
gli anni passati, dovuto a tecnologie produttive ora modificatesi e il suo peso
relativo riguardo al manifestarsi della malattia, soprattutto nel caso di
patologie a lenta manifestazione, come è il caso della silicosi.
E' ormai noto inoltre il rischio di lombosciatalgie da sovraccarico
funzionale causate da sforzi muscolari soprattutto a carico della regione
lombosacrale; questi disturbi risultano essere segnalati con maggior frequenza
tra i colatori ( 52%, in una recente indagine svolta dal Servizio PISLL
) seguiti dai manovali ( 27% ). Le sedi del corpo più coinvolte sono il
dorso ( 41.7% ), le spalle e le braccia ( 25% ). Questo fatto propone
la necessità di porre maggiore attenzione agli aspetti inerenti la
progettazione ergonomica sia del posto di lavoro che della mansione per
l'ancora diffusa necessità di trasportare manualmente i manufatti in ceramica,
che superano spesso i 20 Kg. di peso. Non devono essere sottovalutati neanche
la formazione e l'addestramento dei lavoratori alla corretta esecuzione delle
varie operazioni con particolare riferimento al sollevamento manuale dei
carichi.
Gli infortuni professionali
Gli infortuni costituiscono in tutto il mondo uno dei più rilevanti
problemi sanitari, reso particolarmente acuto dal fatto che essi colpiscono, in
misura prevalente, gli strati giovanili della popolazione. I dati disponibili (
Fonte: Inail) per l'ultimo quinquennio sono presentati in Tabella 4,
rispettivamente per l'Italia, il Lazio e la provincia di Viterbo e descrivono
un fenomeno sostanzialmente stabile.
Tabella 4. Infortuni avvenuti in ciascun anno del periodo
1993-'97 e denunciati all'Inail
(voce 7341)
Anno |
Provincia di Viterbo |
Lazio |
ITALIA |
1993 |
120 |
209 |
4124 |
1994 |
104 |
195 |
4191 |
1995 |
126 |
218 |
4598 |
1996 |
81 |
154 |
4221 |
1997 |
91 |
170 |
3972 |
Nel comparto ceramico dei manufatti sanitari, l'analisi degli eventi
accaduti nel 1994 mostra che si sono avuti infortuni subiti principalmente da
lavoratori che operano come colatori ( 38.9% ), che comunque
rappresentano circa il 40% degli addetti totali, seguiti dai manovali (
17.4% ) e dagli addetti al magazzino ( 12.8%).
La durata media maggiore dei giorni di infortunio si registra tra gli
spruzzatori per i quali la natura di infortunio più frequente è la frattura; le
sedi prevalentemente interessate sono le braccia e le mani.
La causa più frequente di infortunio sia per i colatori
che per i manovali è il contatto con materiali pungenti, da taglio o
contundenti; anche gli strappi muscolari da sollevamento carichi sono eventi
presenti con rilevante frequenza.
Le fasi di lavorazione maggiormente implicate
nell'accadimento di infortuni sono il colaggio e la sformatura ( 40.6%
), la pallettizzazione in magazzino ( 14.1% ), la preparazione degli
impasti ( 12.2% ).
La distribuzione degli infortuni secondo la causa di
accadimento risulta così suddivisa globalmente:
· contatto con materiali pungenti, da taglio e contundenti ( 36.9%
)
· caduta per scivolamento ( 13%)
· sforzi muscolari ( 10.4% ).
Le mansioni in cui avvengono in modo più frequente le
cadute per scivolamento sono la colatura ( 41% ); questi lavoratori si
procurano essenzialmente contusioni ( 46.6% ) e distorsioni o lussazioni
( 31.6% ) alle ginocchia ( 15% ) oppure ai piedi e alle caviglie
( 30% ).
Gli infortuni causati da strappi muscolari sono frequenti
tra i colatori ( 52% ), seguiti dai manovali ( 27% ) ; entrambi
si procurano soprattutto distorsioni e lussazioni ( 39.6% ) e lombalgie
da sforzo ( 33.3% ); le sedi più coinvolte sono il dorso ( 41.7%
), le spalle e le braccia ( 25% ).
Gli arti superiori ed in particolare mani, polsi e dita
(26.5%) sono le sedi più spesso colpite da infortuni insieme ai piedi ed alle
caviglie ( 28.6% ).
La durata media più lunga si ha per infortuni avvenuti
alle braccia o alle spalle (circa 26 giorni ). Il giorno della settimana
in cui avvengono più infortuni è il lunedì ( 21.7% ).
Recentemente è stata condotta un'indagine in 8 aziende
ceramiche del comprensorio di Civita Castellana, con un totale di oltre 500
addetti, per le quali sono stati calcolati degli indici di infortunio su un
gruppo di 115 infortuni rilevati dai registri specifici relativamente al
periodo 1993-1997.
Scopo della valutazione degli indici di infortunio è
quello di definire i parametri che caratterizzano il fenomeno infortunistico e
la quantificazione dell'esposizione a rischio, allo scopo di identificare
alcuni indici significativi che consentano la quantificazione del fenomeno e la
comparazione dei dati a livello settoriale e temporale. La misura
dell'esposizione a rischio può essere definita per indici di frequenza o indici
di gravità ( UNI 7249 ) * . Sono state calcolate anche la frequenza
percentuale e la durata media.
Per quanto riguarda gli indici suddetti l'analisi ha
evidenziato (Tabella 5) nel gruppo dei 115 infortuni che l'anno 1995 è stato
quello in cui si è verificato il maggior numero di infortuni ( 31 )
(Grafico 1), tanto che nello stesso anno l'Indice di Frequenza è maggiore con
il valore di 35,6 (Grafico 2) .
Tabella 5 - Infortuni sul lavoro in un campione di 8
ceramiche (anni 1993-1997)
ANNI |
NUMERO INFORTUNI |
GIORNI ASSENZA |
ORE - ANNO LAVORATE |
I.F. |
I.G. |
D.M. |
1993 |
29 |
816 |
860.270 |
33,7 |
0,94 |
28,13 |
1994 |
20 |
478 |
914.979 |
21,8 |
0,52 |
23,9 |
1995 |
31 |
580 |
868.886 |
35,6 |
0,66 |
18,71 |
1996 |
14 |
224 |
856.310 |
16,3 |
0,26 |
16 |
1997 |
21 |
212 |
824.100 |
25,4 |
0,25 |
10,09 |
TOTALE |
115 |
2.310 |
4.324.545 |
26,5 |
0,53 |
20,09 |
Legenda
NUMERO INFORTUNI = Numero di infortuni denunciati all'INAIL compresi
quelli con inabilità lavorativa da 1 a 3 giorni, escluso quello dell'infortunio
n° infortuni
I.F. (Indice di Frequenza) =
----------------------------- x 10 6
n° ore-anno lavorate
n° giorni di assenza
I.G. (Indice di Gravità) = ------------------------------ x 10 3
n° ore-anno lavorate
n° giorni assenza
D.M. (Durata Media) = -------------------------------
n° infortuni
Il numero maggiore di giorni di assenza dal lavoro si è verificato nel
1993 con 816 giorni ed il corrispondente Indice di Gravità presenta il suo
massimo valore di 0,94 nello stesso anno (Grafico 3 ); la D. M. è massima nel
1993 con 28,13 giorni di inabilità al lavoro.
Per l'intero periodo1993-1997, l'I.F. risulta essere
26,5; l'I.G. è 0.53 e la D.M. 20.09.
Le mansioni maggiormente implicate nell'accadimento di infortuni (Tabella
6) sono il colatore ( 28.7% ), il magazziniere/sceglitore ( 21.7%
), il turnista ai forni ( 15.6% ).
Tabella 6 - Distribuzione degli infortuni secondo la MANSIONE (anni
1993-1997)
MANSIONE |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
Totale |
Freq. % |
PREP.IMPASTI/SMALTI |
1 |
/ |
2 |
/ |
1 |
4 |
3.5 |
COLATORE GESSO/MODELL. |
1 |
1 |
1 |
2 |
2 |
7 |
6.1 |
COLATORE |
6 |
7 |
12 |
4 |
4 |
33 |
28.7 |
COLLAUDATORE |
2 |
1 |
/ |
1 |
/ |
4 |
3.5 |
SPRUZZATORE |
1 |
/ |
3 |
/ |
3 |
7 |
6.1 |
TURNISTA AI FORNI |
5 |
5 |
2 |
3 |
3 |
18 |
15.6 |
MAGAZZINIERE/SCEGLITORE |
8 |
3 |
7 |
1 |
6 |
25 |
21.7 |
MECCANICO |
1 |
3 |
2 |
1 |
2 |
9 |
7.8 |
MANOVALE |
4 |
/ |
2 |
1 |
/ |
7 |
6.1 |
RETTIFICATORE |
/ |
/ |
/ |
1 |
/ |
1 |
0.9 |
TOTALE |
29 |
20 |
31 |
14 |
21 |
115 |
100 |
La distribuzione degli infortuni secondo la sede, nei
colatori fa rilevare un 27.3% di infortuni a carico della mano ed un 15.2% a
carico della testa e del polso.
La distribuzione degli infortuni secondo la causa (
tabella 7) vede al primo posto gli infortuni verificatisi “ sollevando -
spostando ” ( 26% ), poi “ urto contro ” ( 23% ) e “
ferito con ” ( 19% ).
Tabella 7 - Distribuzione degli infortuni secondo la CAUSA (anni
1993-1997)
CAUSA |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
Totale |
Freq. % |
COLPITO DA |
4 |
3 |
3 |
3 |
4 |
17 |
14.8 |
URTO CONTRO |
10 |
5 |
4 |
1 |
3 |
23 |
20.0 |
CADUTA IN PIANO |
2 |
4 |
1 |
2 |
3 |
12 |
10.4 |
CADUTA DALL'ALTO |
|
|
1 |
|
|
1 |
0.9 |
SOLLEVANDO-SPOSTANDO |
8 |
5 |
9 |
4 |
4 |
30 |
26.0 |
SCHIACCIAMENTO |
1 |
|
3 |
2 |
|
6 |
5.2 |
INCIDENTE ALLA GUIDA |
|
|
1 |
|
1 |
2 |
1.7 |
MORSO DA |
|
|
|
|
1 |
1 |
0.9 |
USTIONE DA/CON |
|
|
1 |
1 |
|
2 |
1.7 |
FERITO CON |
4 |
2 |
8 |
1 |
4 |
19 |
16.5 |
ALTRE CAUSE NON CLASS. |
|
|
|
|
1 |
1 |
0.9 |
SENZA CAUSE |
|
1 |
|
|
|
1 |
0.9 |
TOTALE |
29 |
20 |
31 |
14 |
21 |
115 |
100 |
Infine la distribuzione degli infortuni secondo la sede
del corpo offesa ( tabella 8 ), evidenzia una nettissima maggioranza di
infortuni alla mano (31.3%) a carico principalmente delle dita che subiscono
ferite e schiacciamenti. Al secondo posto come sede di infortuni in questo
campione di 8 aziende c'è il piede (10.4%) seguito dal ginocchio (8.7%); da
notare sono le sedi multiple che rientrano nel fenomeno infortunistico con una
percentuale interessante: 7.8%.
Tabella 8 - Distribuzione degli infortuni secondo la SEDE (anni
1993-1997)
SEDE |
1993 |
1994 |
1995 |
1996 |
1997 |
Totale |
Freq. % |
CAPO |
|
1 |
3 |
|
3 |
7 |
6.1 |
FACCIA O COLLO |
2 |
|
1 |
|
|
3 |
2.6 |
OCCHIO |
|
|
2 |
|
|
2 |
1.7 |
DORSO |
|
2 |
|
2 |
1 |
5 |
4.3 |
REGIONE LOMBARE |
1 |
|
|
|
1 |
2 |
1.7 |
ADDOME |
1 |
|
|
|
|
1 |
0.9 |
BRACCIO |
|
|
1 |
|
|
1 |
0.9 |
SPALLA |
1 |
|
|
|
|
1 |
0.9 |
GOMITO |
2 |
2 |
1 |
|
1 |
6 |
5.2 |
AVAMBRACCIO |
|
|
2 |
1 |
1 |
4 |
3.5 |
POLSO |
1 |
2 |
1 |
|
2 |
6 |
5.2 |
MANO |
10 |
4 |
13 |
5 |
4 |
36 |
31.3 |
GINOCCHIO |
1 |
5 |
1 |
2 |
1 |
10 |
8.7 |
GAMBA |
2 |
1 |
|
1 |
2 |
6 |
5.2 |
CAVIGLIA |
2 |
|
1 |
|
|
3 |
2.6 |
PIEDE |
4 |
1 |
2 |
2 |
3 |
12 |
10.4 |
SEDI MULTIPLE |
2 |
1 |
3 |
1 |
2 |
9 |
7.8 |
ALTRO |
|
1 |
|
|
|
1 |
0.9 |
TOTALE |
29 |
20 |
31 |
14 |
21 |
115 |
100 |
Dal complesso dei dati emerge quindi un quadro
infortunistico che correla in senso generale con carenze nell'organizzazione
del lavoro aziendale e, nello specifico, al problema della movimentazione di
pezzi e materiali.
(*) Nota:
L'Indice di Frequenza (I.F.) definisce il rapporto tra
il numero degli infortuni avvenuti ed una misura dell'esposizione al rischio
(ore - anno lavorate), entrambi omogeneamente delimitati nel tempo e nello
spazio.
L'Indice di Gravità (I.G.) definisce il rapporto fra
la durata dell'inabilità ed una misura dell'esposizione a rischio nelle ore -
anno lavorate; inoltre la Durata Media (D.M.) definisce il rapporto tra il
numero di giorni di assenza dal lavoro ed il numero di infortuni.
Grafico 1 - Numero di infortuni negli anni 1993-1997
>
Grafico 2 - Indice di Frequenza nel periodo 1993-1997
>
Grafico 3 - Indice di Gravità nel periodo 1993-1997
>
BIBLIOGRAFIA
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fabbricazione dei sanitari , a cura di G.Timellini, Aster, Bologna, 1996
· Atti Convegno Nazionale “ Comparto Ceramica – Stato attuale dei
rischi e dei danni alla salute in alcuni settori dell'industria ceramica
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· Atti Convegno Nazionale “ Comparto Ceramica – Il
Comprensorio della ceramica di Civita Castellana – Profilo dei rischi
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Ideastampa, 1989
· Forastiere F. , Lagorio S. , Michelozzi P. , Cavariani
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· Cavariani F. et al.: Risultati preliminari di uno
studio sulle posture di lavoro ed alterazioni del rachide negli addetti alla
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Nazionale “Lavoro e patologia del rachide”, EPM – Clinica del Lavoro, Milano,
1989
· F.Cavariani et al.: Il rischio rumore nella
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·
Cavariani F. et al .: A case referent study on lung cancer mortality among
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·
Cavariani F. et al.: Incidence of silicosis among ceramic workers in Central
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· Cavariani F., Schiavi M., Cacchioli G., Papandrea F.,
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· Arch Scienze Lav.1994: 10: 805