ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

Flow chart

 

Legenda: SMR = semirimorchio; SMV = semovente; CTR = contenitore/i;

 


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Descrizione flow chart

 

            La flow chart è strutturata per descrivere le principali fasi lavorative svolte all’interno dei Terminal che movimentano i contenitori. In particolare è possibile individuare due principali settori d’attività: quelle svolte in banchina, per le operazioni d’imbarco e sbarco dei contenitori sulle differenti tipologie di navi (Ro - Ro, Full container, Ro – Lo o Lo – Ro), e quelle che avvengono presso i piazzali di deposito dei contenitori. Le fasi lavorative svolte sui piazzali sono comuni ai diversi cicli di imbarco e sbarco presentati nella flow chart, infatti tutti i Terminal presentano delle attività di trasporto contenitori da e per banchina, come del resto sono presenti le movimentazioni dei CTR con i convogli ferroviari e con i mezzi degli autotrasportatori esterni.

            Occorre sottolineare che l’imbarco e lo sbarco dei contenitori sulle navi di tipo Ro - Ro è stato suddiviso in tre ulteriori settori di attività in quanto tale tipologia di nave risulta essere, per il trasporto dei contenitori, piuttosto versatile e variegata. È possibile effettuare l’imbarco e lo sbarco dei contenitori mediante l’utilizzo delle ralle portuale e dei carrelli elevatori a bordo, oppure con l’utilizzo delle gru di banchina od infine direttamente lasciando sulla nave i semirimorchi con i contenitori in essi trasportati.

Inoltre il blocco relativo alle attività delle navi Ro – Lo o Lo – Ro comprende le fasi lavorative già presenti nelle due precedenti tipologie di navi.

 

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

Documento Comparto

 

1. COMPARTO

MOVIMENTAZIONE PORTUALE CONTENITORI

 

2. CODICI ISTAT

63.21.0

63.11.2

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

  (riservato all’ufficio)

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

 

 

5. REGIONALE

LIGURIA

 

6. PROVINCIALE

GENOVA

 

7. USL

AZIENDA USL 3 GENOVESE UO PSAL N.O. PORTO

 

8. ANNO DI RILEVAZIONE

2

0

0

3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9. NUMERO  ADDETTI:

1706

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9A. IMPIEGATI:

0

uomini

0

donne

 

 

 

 

 

 

 

9B. OPERAI:

1702

uomini

4

donne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10. NUMERO  AZIENDE :

6

 

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

U.O.PSAL N.O. PORTO

 

12. REFERENTE:

DOTT. ROSARIA CARCASSI

 

             INDIRIZZO:

PIAZZA S. MATTEO, 15

 

 

                         CAP:

16123

 

 

 

                    CITTA’:

GENOVA

 

 

           PROVINCIA:

GENOVA

 

 

 

            TELEFONO:

010 3446064/66

 

 

 

 

                         FAX:

010 2473280

 

 

 

 

                   E-MAIL:

PSALPORT@LIBERO.IT

 

 

13. INFORTUNI:

Gli infortuni sono definiti nello specchietto specifico

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI:

 

DENOMINAZIONE

N° CASI

COD. INAIL

Malattie non tabellate

30

99.00

Mesotelioma pleurico

18

56.01

Asbestosi

16

91.01

Ammine alifatiche e loro derivati

8

34.01

Carcinoma polmonare

3

56.04

Ipoacusia da rumore da martellatura

1

50.01

Ipoacusia da frantumazione o macinazione

1

50.10

Mesotelioma pericardico

1

56.02

 

 

 

 

 

 

 

NOTE: i dati delle malattie professionali si riferiscono alle malattie professionali definite negli anni 2000-2002, risultanti per le 6 imprese del comparto. In realtà esse si riferiscono tutte a MP di addetti dell’impresa di manodopera portuale (oltre 1000 addetti), che è stata inserita nel comparto in quanto fornisce la manodopera per le altre 5 imprese Terminaliste.

E’ necessario considerare che gli addetti dell’impresa di manodopera portuale genovese operano in diversi Terminal, anche in quelli per la movimentazione di merci non containerizzate, e pertanto risultano esposti a differenti tipi di sostanze ed agenti nocivi. Inoltre una parte consistente di personale di questa impresa proviene dal settore delle riparazioni navali, avendo l’impresa assorbito dieci anni fa il personale della cessata compagnia del ramo industriale.

 

Negli ultimi anni il porto di Genova, primo scalo ad essere privatizzato in Italia, dove ha quindi esordito la figura imprenditoriale del terminalista, è diventato il principale porto europeo del mediterraneo, grazie anche al massiccio aumento dei traffici delle merci trasportate in contenitori. Questo incremento é dovuto allo sviluppo delle rotte che dall’Estremo Oriente portano alla East Coast statunitense, alla politica di gestione dello scalo genovese ed allo sviluppo degli approdi e delle aree di deposito dei Terminal. Questo ampliamento è stato attuato “sottraendo” spazi al mare, attraverso i riempimenti degli specchi acquei e la razionalizzazione delle aree esistenti.

L’utilizzo dei contenitori ha comportato una profonda trasformazione del trasporto marittimo semplificando la movimentazione delle merci. Le merci sono state “containerizzate” in contenitori con dimensioni standard, da 20 o 40 piedi, ed è stato definito il “TEU” (Twenty Equivalent Unit), corrispondente ad un contenitore da 20 piedi, per indicare la quantità di merce movimentata.

 

 

TRAFFICO ANNUALE TEU E MERCI CONTAINERIZZATE 1968 – 2001

ANNO

TEU

TONN.

ANNO

TEU

TONN.

1968

24.669

161.309

1985

324.506

3.220.797

1969

33.198

235.877

1986

316.223

3.191.525

1970

70.622

612.331

1987

264.871

2.857.503

1971

127.000

995.717

1988

325.119

3.333.188

1972

155.000

1.173.000

1989

238.205

2.495.550

1973

164.000

1.410.490

1990

310.217

2.989.501

1974

164.000

1.474.273

1991

344.353

3.274.690

1975

162.000

1.487.318

1992

337.624

3.209.448

1976

183.000

1.749.261

1993

343.479

3.173.287

1977

203.490

1.883.722

1994

512.098

4.244.526

1978

222.151

1.873.693

1995

615.242

5.371.498

1979

251.694

1.893.114

1996

825.752

7.333.469

1980

257.624

2.468.716

1997

1.179.954

10.707.746

1981

248.139

2.286.246

1998

1.265.593

12.280.434

1982

229.589

2.180.117

1999

1.233.817

11.884.234

1983

237.549

2.389.167

2000

1.500.632

14.271.032

1984

296.247

2.995.018

2001

1.526.526

14.069.770

 

 

L’aumento dei traffici e la necessità di riduzione dei costi di trasporto hanno comportato lo sviluppo tecnologico dei mezzi di movimentazione, l’incremento delle ore lavorate e/o della mano d’opera impiegata, l’aumento della velocità media di esecuzione delle operazioni portuali ed ha ridotto i margini di sicurezza degli operatori utilizzati. Il ciclo lavorativo è continuo sulle 24 ore e distribuito in quattro turni lavorativi, quindi anche notturni. Questo insieme di fattori determina un ciclo produttivo con numerose criticità derivate dalla elevata occupazione e dall’alta incidenza infortunistica.

 

 

DENOMINAZIONE

ANNO

IF

II

IG

DM

ORE

N.I.

GG

ADD*

IMPRESA DI MANODOPERA

PORTUALE

2000

35,2

58,6

5,8

16,6

693696

244

4046

417

(dati riferiti al solo lavoro della ditta presso i terminal A, B e C)

 

2001

39,8

61,3

8,6

21,5

754117

300

6461

490

 

2002

41,5

65,0

8,0

19,3

686365

285

5493

438

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DENOMINAZIONE

ANNO

IF

II

IG

DM

ORE

N.I.

GG

ADD

TERMINAL “A”

2000

7,4

15,2

1,5

19,6

364315

27

530

178

 

2001

7,3

15,4

1,6

22,0

368533

27

594

175

 

2002

9,6

18,4

1,9

20,1

355388

34

684

185

TERMINAL “B”

2000

13,9

27,2

1,6

11,8

222900

31

367

114

 

2001

15,0

25,9

4,7

31,5

233274

35

1102

135

 

2002

12,2

19,8

2,7

21,7

212707

26

565

131

TERMINAL “C”

2000

26,9

44,2

4,1

15,3

609497

164

2505

371

 

2001

18,6

31,4

3,2

17,3

606685

113

1957

360

 

2002

17,1

27,9

3,4

20,0

592297

101

2022

362

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Numero Aziende

ANNO

IF

II

IG

DM

ORE

N.I.

GG

ADD

3

2000

18,6

33,5

2,8

15,3

1196712

222

3402

663

3

2001

14,5

26,1

3,0

20,9

1208492

175

3653

670

3

2002

13,9

23,7

2,8

20,3

1160392

161

3271

678

 

Legenda

(indici espressi secondo il metodo Di Credico, Merluzzi, Grieco)

 

IF: indice di frequenza, rapporta il numero di casi di infortunio dichiarati al numero di ore lavorate per 100.000 (cioè numero di casi per 100.000 ore lavorate);

II: indice di  incidenza, rapporta il numero di casi di infortunio dichiarati al numero dei lavoratori per 100 (cioè numero di casi per 100 addetti); 

IG: indice di gravità (semplice), è il numero di giornate di assenza dal lavoro per 1000 ore lavorate;

DM: durata media in giorni, è il rapporto tra il numero totale di assenza dal lavoro ed il numero di infortuni;

ORE: ore lavorate;

N.I.: numero di infortuni sul lavoro accaduti (sono esclusi gli infortuni in itinere);

GG: giorni lavorati;

ADD: numero medio di addetti operativi nell’anno

(ADD*: per l’impresa di manodopera portuale viene indicato il numero di addetti calcolati in base alle ore lavorate presso i tre Terminal di movimentazione contenitori A, B, C);

 

 

Note:

- i dati degli infortuni si riferiscono solo a tre Terminal, sui cinque presi in esame, poiché gli altri due Terminal non operano esclusivamente nell’ambito della movimentazione dei contenitori ma effettuano anche altre movimentazioni di merci e, in un caso, di passeggeri. I dati degli infortuni forniti da queste aziende non sono divisi per ciclo lavorativo, non è quindi possibile estrapolare per queste due imprese i dati degli infortuni riferiti al solo ciclo contenitori;

- i dati sono stati raccolti direttamente dalle aziende e sono riferiti agli addetti operativi (con esclusione del personale di ufficio);

 

 

La A.USL 3 “Genovese” dal 1995 ha individuato il Porto di Genova come territorio di azione preventiva mirata, destinando, nella fase di riorganizzazione delle sue strutture, un Nucleo Operativo dell’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (U.O. PSAL) all’intervento esclusivo di prevenzione e vigilanza nell’area portuale genovese. L’operazione è stata necessaria per intervenire in maniera concentrata su un territorio a così forte connotazione specialistica, ponendosi come obiettivo un’azione tesa in primo luogo alla riduzione degli infortuni, attraverso un’analisi puntuale dei fattori di rischio infortunistico, l’individuazione dei determinanti degli eventi e l’azione specifica su di essi.

 

            Costituiscono il comparto Movimentazione Portuale Contenitori genovese cinque imprese terminalistiche che gestiscono cicli di movimentazione di contenitori, con aree operative in concessione (art.16 e 18 Legge 84 del 94 - Riordino della legislazione in materia portuale), oltre che l’impresa di manodopera portuale che fornisce ai cinque terminal la manodopera (art.17 Legge 84/94). Tre dei Terminal (identificati come A, B e C nella sintesi dei dati infortunistici) sono principalmente specializzati per il ciclo contenitori mentre gli altri due sono Terminal misti (in un caso anche merci varie, nell’altro caso anche passeggeri; non si affronteranno i profili di rischio di questi diversi comparti). Dei cinque, i due Terminal B e C operano su ciclo full container, uno su ciclo ro-ro e gli altri due su cicli misti. Complessivamente gli addetti operativi impegnati dalle imprese del comparto genovese  assommano a oltre 1700.

 

            Nella descrizione delle fasi saranno trattate in maniera appaiata, in quanto presentano problematiche di rischio identiche, la singola fase nel flusso da piazzale o banchina verso nave e la fase inversa da nave verso banchina o piazzale (ad es. “Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo” e “Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna”)

 

Una delucidazione a parte riguarda l’impresa di manodopera portuale che è, per effetto della legge di riordino della legislazione in materia portuale del 28 Gennaio 1994 n.84, società che fornisce mano d’opera specializzata a tutti i Terminalisti presenti nel porto di Genova (ad esclusione del settore delle rinfuse polverose, ove opera un’altra impresa di manodopera). La privatizzazione del lavoro portuale ha determinato profonde modifiche rispetto al passato per quel che riguarda la gestione delle banchine e dei processi di movimentazione delle merci. Fino agli anni Novanta lo svolgimento delle "operazioni portuali" era garantito sostanzialmente dai soci della compagnia portuale; con la nascita dei Terminal privati ogni impresa portuale che esercita operazioni portuali dispone oggi di propri addetti operativi in banchina e ricorre ai lavoratori dell’impresa di manodopera portuale in occasione di punte di traffico, entro i termini previsti dai contratti tra le parti. Tale trasversalità implica numerose problematiche, poiché l’impresa di manodopera stessa è nel contempo parte determinante nella gestione della sicurezza dei cicli, inserendo il proprio know-how storico, ma risulta “dipendente” dal Terminalista per quanto riguarda le procedure di lavoro e le specificità, anche logistiche, di ogni singola lavorazione. Ulteriore fattore di criticità è dato dal fatto che il personale dell’impresa di manodopera portuale, ruotando con turnazioni giornaliere sulle 24 ore, si trova a lavorare in situazioni differenti nell’arco di breve tempo; questo comporta la necessità di adattamento del singolo e una attenta opera di informazione e formazione del Datore di Lavoro in sinergia con ogni singolo Terminalista.

 

Le tipologie di navi utilizzate per il trasporto dei CTR

 

Le navi sono classificabili secondo vari criteri, in riferimento al tipo di carico da trasportare possiamo distinguere:

 

·          Navi ro – ro (o roll on – roll off): è un tipo di nave meccanizzata, idonea alla movimentazione di materiale rotabile, automezzi e CTR nei vari ponti sottocoperta e nel ponte principale. Ha un’apertura, generalmente a poppa, costituita da un grande e robusto portellone, abbassabile a piano di calata, che serve da ponte di comunicazione fra la banchina e la nave. E’ solitamente munita di una o più rampe di accesso al o ai ponti superiori ed, in alcuni casi, di un elevatore.

 

·          Navi porta contenitori (o full container o “lo – lo” cioè load on – load off): sono navi appositamente attrezzate per il trasporto dei CTR. Dispongono di stive, definite cellulari, con guide di scorrimento per l’alloggiamento dei CTR che ne garantiscono la stabilità, durante la navigazione, senza ulteriori operazioni di rizzaggio. Le aperture dei boccaporti delle stive sono molto ampie con ponte di coperta praticamente nullo. La copertura dei boccaporti avviene tramite grossi sistemi di chiusura amovibili, denominati “tappi” o “portelloni”, sopra i quali vengono alloggiati, seguendo le stesse procedure di rizzaggio adottate per la coperta, gli ulteriori appilamenti di CTR. Il sistema di copertura ha caratteristiche strutturali tali da sopportare numerosi tiri verticali di CTR. Le stive raggruppano più baie (termine usato per indicare gli spazi occupati dai CTR sotto coperta) disposte in senso longitudinale e trasversale. Ogni baia è dotata di una serie di guide verticali ad angolo, rinforzate trasversalmente, entro le quali scorrono i CTR; la parte superiore delle guide è generalmente fornita di inviti o alettoni di guida fissi, per agevolare l’entrata dei CTR. Le guide, oltre ad agevolare le operazioni di imbarco/sbarco, permettono la perfetta sovrapposizione e lo stivaggio dei CTR sottocoperta senza bisogno di rizzaggio. Le varie baie, divise dalle guide verticali, formano un sistema cellulare. I portelloni sono provvisti di speciali attacchi che ne permettono il sollevamento a mezzo spreaders con gru di banchina. Il peso di ogni singolo portellone varia dalle 15 alle 30 tonnellate circa e su ognuno sono saldati gli attacchi (scarpe), che servono per l’ancoraggio dei CTR da stivare in coperta.

 

·          Navi ro – lo o lo - ro: appartengono a questa categoria le navi che si avvalgono di metodi ibridi delle due tipologie precedentemente descritte. Possono quindi essere adibite a caricamenti sia verticali, con gru, che rotabili, su rampa, con possibilità di trasporto simultaneo di CTR su automezzi, su semirimorchi, a garage o in coperta. Parte delle sue stive sono predisposte per la ricezione di CTR (stive cellulari), parte per la ricezione, tramite rampa di accesso, di autovetture o mezzi rotabili (garage).

 

·          Altre navi: nella gamma delle navi adibite al trasporto dei CTR si possono anche menzionare le navi “a carroponte” e “lash”, entrambe munite di propri mezzi di sollevamento, le navi “multipurpose”, adibite al trasporto simultaneo di automezzi, CTR, carico pallettizzato e merce alla rinfusa.

 

Il contenitore

 

Il contenitore è nato negli anni ‘50 negli Stati Uniti dalla necessità del vettore marittimo di limitare i danni e le manomissioni alla merce e per un più sollecito disbrigo delle operazioni commerciali. Per CTR I.S.O. (International Standard Organization) si intende un strumento, atto a contenere merce, di misure internazionalmente definite ed espressamente disegnato e costruito per:

ü        risultare stagno all’acqua;

ü        sopportare ripetuti usi senza subire eccessive deformazioni;

ü        essere facilmente riempito e svuotato;

ü        poter essere trasportato con più mezzi di trasporto (nave, camion, ferrovia ecc.);

ü        essere facilmente manipolato e trasferito da un mezzo di trasporto all’altro;

ü        poter essere opportunamente ancorato (su camion o vagone ferroviario) o rizzato (su nave) durante il trasporto;

            I traffici all’interno del  Porto di Genova costituiscono la totalità delle specie classificabili. Le misure costruttive hanno lunghezze variabili secondo le seguenti diverse tipologie standard: 20’, 40’, 40’ HC (High Cube in altezza), 45’ HC (High Cube in lunghezza). Esistono altre tipologie denominate “Open Top” da 20’ o 40’ che hanno caratteristica di essere a cielo aperto; gli “Open Top”  sono dei contenitori box con i 4 lati normali e mancanti della sola copertura, spesso, se il carico lo ammette, sostituita da un telo in PVC, ancorato ai bordi, tenuto da un cavetto di acciaio a cui viene apposto poi un sigillo, per evitare manomissioni. Oltre a questa tipologia sono molto utilizzati, per particolari carichi ingombranti (denominati fuori sagoma), pianali denominati “Flat Rack”, con le sponde che di solito sono abbattibili  nei lati corti, per ricondurre tutto ad un unico piano di carico. Quelli senza sponde sono denominati “PLAT”, da platform.

 

Il contenitore frigorifero

 

I CTR frigo sono CTR molto particolari, dotati di propri impianti refrigeranti. Necessitano quindi di allaccio continuo alla rete elettrica del Terminal o della nave, a garanzia del costante mantenimento della temperatura prevista per la conservazione della merce. Ciò implica posizionamenti dedicati, sia a bordo che a terra, in appositi alloggiamenti predisposti, una continua sorveglianza del loro funzionamento e una successione di operazioni ed attenzioni specifiche durante la movimentazione e la messa a parco o a bordo. Sono forniti di un alto grado di isolamento termico tramite pareti e chiusure coibentate.

A bordo i collegamenti elettrici sono effettuati dal personale di bordo, nel Terminal questa funzione è assolta dai frigoristi.

 

Piazzale

 

            I Terminal contenitori presentano due principali aree distinte dove si svolgono le attività di movimentazione e stoccaggio dei CTR; è possibile infatti individuare la zona di banchina dove si ha l’attività specifica di imbarco/sbarco mentre vi è una seconda area definita piazzale che è un’area di deposito e ricezione dei CTR.

            Tutti i Terminal genovesi presentano entrambe le tipologie di lavoro e stoccaggio in particolare sui piazzali si possono individuare alcune zone di attività specifica come la zona di deposito dei contenitori pieni, la zona dei contenitori vuoti le aree di ricezione e smistamento in entrata/uscita, le zone di riparazione dei CTR, le zone di deposito delle merci pericolose.

            Su tali aree operano varie tipologie di mezzi di movimentazione come sotto meglio definite.

 

Le merci pericolose

 

Le merci pericolose richiedono una specifica cura e l’osservanza di norme di stivaggio e di sicurezza speciali, che sono raccolte in atti normativi nazionali e internazionali.

A questi carichi particolari appartengono i carichi esplosivi, infiammabili e tossico – nocivi.

Desiderando imbarcare merci considerate pericolose e/o nocive di qualsiasi categoria, il caricatore deve darne preventiva comunicazione all’agente marittimo, affinché lo stesso possa inoltrare regolare richiesta alle competenti Autorità (Marittima e Portuale) ed ottenere rispettivamente l’autorizzazione all’imbarco/sbarco e al transito ed eventuale sosta nelle aree portuali, con le relative prescrizioni previste dai regolamenti nazionali ed internazionali (IMO IMDG Code).

I regolamenti suddividono tutte queste merci in classi, categorie e gruppi diversi precisando, per ogni gruppo, le norme di sicurezza relative al loro imballaggio, etichettatura, movimentazione e stivaggio; non tutte le merci pericolose possono essere ubicate in stiva o in altri locali chiusi, e talvolta devono essere caricate e stivate in coperta; esistono regole categoriche anche per la sosta nei magazzini e in specifiche aree di deposito nei Terminal.

Le caratteristiche delle aree di sosta delle merci pericolose presso i Terminal portuali sono state più dettagliatamente descritte nella fase lavorativa dedicata al ciclo Piazzale/Banchina (BA), poiché in tale fase vi è la gestione di tale tipologia di merci che, per i Terminal genovesi, vengono concentrate in aree specifiche ed autorizzate dall’Autorità Portuale.

A bordo il comando nave disporrà per la sistemazione di tali merci, nelle stive o in coperta, in conformità all’apposito certificato della nave di “idoneità al trasporto di merci pericolose”, rilasciato in base alla particolare strutturazione della nave stessa.

Il rischio legato alla movimentazione di CTR contenenti merci pericolose risulta essere diffuso in tutte le aree dei Terminal, non solo nell’area di stoccaggio specifica, in quanto durante le movimentazioni degli stessi, è sempre possibile che avvenga uno sversamento di sostanze chimiche.

 

 Legenda

 

ü      Attrezzature

 

Attrezzo per i fuori sagoma: attrezzo collocabile tra spreader e asole superiori delle sponde dei flat in casi d’ingombri eccedenti in altezza.

 

Bridge (bridge – fitting): sono sistemi di collegamento tra CTR attigui che servono a rendere solidali le diverse cataste di CTR; sono dei morsetti uniti fra loro da vite senza fine, da inserirsi nei blocchi d’angolo superiori dei CTR.

 

Cavalletto: è un telaio metallico posizionato in prossimità delle zampe di stazionamento del semirimorchio onde aumentare la stabilità e la rigidità del sistema, ed evitare il collassamento delle zampe del semirimorchio. Alcuni modelli sono provvisti di ruote di posizionamento, altri devono essere abbattuti e trascinati in loco, la struttura in sé è notevolmente pesante in quanto “portante”.

 

Gabbia porta persone: la gabbia porta persone sostituisce il sistema di accesso e di lavoro in quota sul tetto dei CTR, in sostituzione delle scale portatili, oltremodo pericoloso per il rischio di caduta dall’alto. Le gabbie sono delle strutture delle dimensione di un CTR da 20’, che vengono agganciate allo spreader delle gru di banchina; oltre al bloccaggio normale tra gabbia e spreadear, viene aggiunto un ulteriore sistema di vincolo a maggiore garanzia di tenuta.

Le gru di banchina devono operare per la movimentazione della gabbia con movimenti lenti ed unidirezionali rallentando la velocità di esercizio o a mezzo di selettori che inibiscono la velocità a valori predeterminati o a mezzo di procedure di lavoro vincolanti. Le gabbie risultano dotate di adeguato parapetto e portano a bordo una serie di sistemi di sicurezza, quali ad esempio i dispositivi di aggancio per le cinture di sicurezza degli addetti. I lavoratori operano sopra i CTR indossando la cintura di sicurezza agganciata alla gabbia che li ha trasportati in quota. Dall’interno della gabbia è possibile effettuare operazioni di rizzaggio operando attraverso delle botole a pavimento o accostando la gabbia alle pareti dei CTR. E’ inoltre possibile inoltre operare al di fuori della gabbia, sulla sommità dei CTR.

            Durante le operazioni che prevedono l’utilizzo della gabbia portapersone è necessario assicurare la sorveglianza della corretta esecuzione delle procedure stabilite ed il supporto di un sistema di segnalazione. Deve essere inoltre assicurata la comunicazione a mezzo radio ricetrasmittente tra i vari soggetti onde garantire la massima efficienza in caso di emergenza

 

Punti di vincolo a bordo fissi (margherite, tasche, asole a terra): sono piastre metalliche, sagomate e saldate alle strutture della nave, che consentono l’alloggiamento dei sistemi di rizzaggio utilizzati per ancorare i CTR al primo tiro o i semirimorchi.

 

Sistemi di rizzaggio: è il complesso delle attrezzature (twist-lock, bridge, aste rigide di varie lunghezze e peso, golfari, ganci, tenditori costituiti da una struttura a “vite” chiamati tornichetti, catene con tensionatore, leve, asole a terra, ecc.) utilizzati per vincolare tra loro i CTR e fissarli alle strutture della nave.

 

Spreader: è un organo di presa per CTR, intercambiabile e telescopico in modo da essere usato per i diversi tipi di CTR (20’ o 40’ ecc.). E’ costituito da una struttura metallica, agganciata alle funi delle gru di banchina o di piazzale (foto uno), o  al gancio delle gru a rotazione portuale (foto due), a strutture di carrelli elevatori, ai bracci delle semoventi. L’aggancio al CTR avviene per mezzo di quattro perni simili a twist che, entrati nei blocchi d’angolo superiori dello stesso, sono fatti ruotare contemporaneamente di 90° per mezzo di un sistema idraulico, assicurandone così l’aggancio. Il CTR può essere così sollevato. Lo stesso spreader è fornito di guide d’angolo retrattili che abbassate favoriscono l’aggancio del CTR.

 

Tacchi di stazionamento: sono dei cunei posti tra le ruote del semirimorchio ed il pavimento che servono per impedire lo spostamento del semirimorchio stesso quando è staccato dalla motrice; possono essere di legno o di gomma.

 

Twist - lock: è un elemento di rizzaggio utilizzato per prevenire lo spostamento del CTR, impedendo quindi possibili danni alle strutture della nave, e per evitare che spostamenti di pesi provochino pericolose variazioni di stabilità della nave. Esso è costituito nella sua forma più semplice da due coni contrapposti fissi o che possono ruotare anche singolarmente e che si inseriscono in appositi blocchi d’angolo situati agli angoli inferiori e superiori del CTR.

 

Zampe di stazionamento: sono strutture scatolate retrattili utilizzate per mantenere orizzontale il semirimorchio, quando sganciato dalla motrice a ralla portuale.

 

ü      Macchine

 

Carrello elevatore con forche: carrello dotato di forche per il sollevamento montate su un gruppo di elevazione brandeggiabile. Le forche possono traslare in larghezza (manualmente o attraverso sistemi idraulici) per adattarsi alle sedi predisposte (tasche) per il sollevamento dei CTR da 20’ pieni o 40’ vuoti. Hanno la caratteristica che il gruppo di sollevamento, costituito da un castello di tiro telescopico, è sufficientemente basso per entrare negli spazi angusti dei garage delle navi (carrello ad alzata libera).

 

Carrello elevatore con organo di presa frontale: carrello dotato di organo di presa frontale (costituito da due blocchi di presa nella parte frontale del CTR, due in basso, due in alto e telescopico in larghezza per consentire l’aggancio dei CTR da 20’ e da 40’) per il sollevamento dei CTR. E’ prevalentemente utilizzato per i CTR vuoti a piazzale, dove può raggiungere anche l’ottavo tiro. Esistono anche carrelli elevatori utilizzati nei garage per la movimentazione dei CTR pieni.

 

Carrello elevatore con spreader: carrello dotato di spreader per il sollevamento dei CTR. Rispetto al  sistema con forche necessita di uno spazio maggiore in altezza per il sollevamento del CTR quindi non è sempre utilizzabile negli spazi angusti dei garage delle navi. Può essere adottato per la movimentazione dei CTR da 40’ privi di tasche.

 

Gru a rotazione portuale: nei Terminal ove non è adottata la tipologia a Portainer, si utilizzano gru cosiddette a rotazione portuale, nate per la movimentazione delle merci varie e altresì rese compatibili agli spostamenti dei CTR mediante appositi spreader vincolati al gancio e progettati per riprodurre la tecnologia comune alle gru a portale. Il sistema è efficiente ma, pur avendo dispositivi di blocco alla rotazione del gancio, non garantisce un’eguale eccellenza (e necessita di una maggiore padronanza da parte del manovratore) di controllo, rispetto al sistema Portainer, sui movimenti orizzontali, verticali e basculanti.

 

Gru di banchina (portainer): sono gru a portale, o carroponti, disegnate appositamente per il sollevamento di CTR da nave, che hanno una portata di 40/50 tonnellate, un’altezza di circa 35 metri ed uno sbraccio di circa 40 metri. Esse garantiscono, tramite il sistema a spreader sostenuto a quattro funi, un’affidabile stabilità del carico, un controllo totale sui movimenti orizzontali, verticali e basculanti. Sono un tipo di gru che si sposta su binari lungo tutta la lunghezza della banchina e garantiscono una buona flessibilità operativa su vari tipi di nave. Il braccio della gru può essere rialzabile o retrattile (obbligatorio nei casi di ingombro degli spazi aerei)  per permettere l’ormeggio delle navi. Sono munite di sistemi d’anticollisione, essendo alloggiate su vie di corsa comuni. Come tutte le gru il loro limite operativo è costituito principalmente dalle condizioni di forte vento, in cui le operazioni potrebbero determinare gravi pericoli sia per l’operatore che per il carico medesimo.

 

Gru di bordo (crane): sono dispositivi di sollevamento  propri della nave, dotati di ganci che permettono la movimentazione dei CTR. L’operatività di tale gru è molto bassa e pertanto non è utilizzata laddove sono presenti gru di banchina. Viene esclusivamente utilizzata nei porti non attrezzati con gru di banchina.

 

Gru di piazzale (transtainer) su rotaia (foto uno) o gomma (foto uno e foto due): sono gru a portale, o carroponti, dotate di un sistema, composto da quattro funi collegate a uno spreader, che permette l’aggancio e quindi la movimentazione dei CTR. Questo tipo di gru ha una elevata capacita operativa, in quanto l’operatore della gru ha il totale controllo di tutti i movimenti assiali del CTR. Come tutte le gru il limite operativo è determinato principalmente dall’operare in condizioni di forte vento, con  gravi pericoli sia per l’operatore che per il carico medesimo, e dalla oggettiva scarsa visibilità della zona operativa immediatamente sottostante l’operatore. Sono munite di sistemi anticollisione, essendo alloggiate su vie di corsa comuni.

 

Motrice a ralla portuale (ralla, trattore portuale): è adibita al trasporto dei semirimorchi, o dei rimorchi, all’interno del Terminal. È un trattore con velocità limitata a 40 km/h. Il piatto ralla è l’elemento della motrice che permette l’aggancio, il sollevamento ed il trasporto del rimorchio o del semirimorchio.

 

Motrice a ralla stradale (trattore stradale): è adibita al trasporto dei semirimorchi, all’interno e all’esterno del Terminal. Potendo circolare su aree pubbliche è soggetta al codice della strada, possiede quindi tutte le dotazioni da esso richieste (fanalerie, targhe ecc.). Il piatto ralla è l’elemento della motrice che permette l’aggancio, il sollevamento ed il trasporto del semirimorchio.

 

Rimorchio (trailer): qualsiasi veicolo privo di motore, trainato da un altro veicolo o motrice.

 

Semirimorchio o semirimorchio ribassato (ribassato): rimorchio, la cui parte anteriore, priva di ruote, poggia sul piatto ralla di un trattore, su cui è articolata. Ha un sistema, costituito da “zampe estraibili”, che in fase di parcheggio ne consente la stabilità. È generalmente dotato di impianto di frenatura proprio e di  inviti o selle nelle quali i CTR possono alloggiare. I CTR vengono assicurati al mezzo di trasporto disponendoli sui twist-lock.

Il tipo ribassato presenta un pianale di carico più basso rispetto all’altezza dei normali pianali. Questo consente, una volta caricato con il CTR, il passaggio in stive di altezza limitata. È sprovvisto di sistemi propri di frenatura ed ammortizzamento, di zampe di posizionamento e di illuminazione. È adibito al trasporto di carichi pesanti. I sistemi di aggancio possono determinare situazioni di pericolo, dovute allo sgancio del semirimorchio, nei passaggi su rampe con pendenze differenti.

 

Semovente: è una gru mobile gommata per la movimentazione “frontale” dei CTR tramite braccio telescopico e spreader;

 

ü      Personale

 

Addetto alla conduzione di gru di banchina (gruista): ha il compito di effettuare la movimentazione verticale dei CTR da/per la nave tramite l’utilizzo di gru di banchina;

 

Addetto alla conduzione di ralle (rallista): ha il compito di effettuare la movimentazione dei CTR per mezzo di motrice a ralla portuale. Per questioni contrattuali esiste anche la figura del “rallista retromarcista” che esegue l’operazione di ingresso nelle navi in retromarcia.

 

Addetto alla conduzione di semoventi o carrelli (semoventista, carrellista): ha il compito di effettuare la movimentazione dei CTR per mezzo di semovente gommata o carrello elevatore per il prelevamento da/al piazzale ed al posizionamento su/dalla motrice a ralla portuale;

 

Addetto alla conduzione di transtainer (carropontista / transtainerista): ha il compito di effettuare la movimentazione verticale dei CTR per mezzo di transtainer (carroponti) gommate e/o ferrate per il posizionamento a piazzale o su camion;

 

Caponave: ha il compito dell’organizzazione tecnica e burocratica delle attività di imbarco e sbarco; gestisce le squadre di bordo;

 

Caposquadra: responsabile operativo della squadra di rizzaggio e/o derizzaggio a bordo o in garage; lavora a stretto contatto con il responsabile delle operazioni di bordo;

 

Coordinatore operativo (capopiazzale): responsabile del piazzale che coordina le operazioni di bordo e di terra. Svolge il programma di lavoro tramite la gestione di tutti i mezzi operativi ed il controllo del personale. In materia di sicurezza, nella qualità di preposto, verifica il rispetto delle norme di prevenzione ed igiene del lavoro, ad esempio riscontra che siano indossati i previsti dispositivi di protezione individuale;

 

Frigorista: si occupa dei collegamenti elettrici dei CTR termoregolati negli alloggiamenti predisposti a piazzale ed effettua una continua sorveglianza del loro funzionamento attraverso il monitoraggio delle temperature;  

 

Planner: predispone il piano di carico della nave valutando il tipo e peso della merce, la stabilità della nave e l’ottimizzazione dello spazio a bordo;

 

Rizzatore: assicura tramite vincoli (rizze) i CTR sulla nave durante la fase d’imbarco, libera i CTR dai vincoli durante la fase di sbarco;

 

Segnalatore: soggetto preposto a coadiuvare operazioni nelle quali non vi è piena visione da parte dei conduttori di mezzi (gru, semoventi, carrelli ecc.), o utilizzatori di attrezzature, nella zona di azione dei mezzi stessi. La segnalazione può avvenire per mezzo di comunicazioni via radio o tramite segnali gestuali.

 

Smarcatore - spuntatore: segue le operazioni di imbarco/sbarco dei CTR e la loro posizione di imbarco o sistemazione a piazzale, seguendo il piano di carico/scarico e verificando il numero di pezzi movimentati annotando anche eventuali anomalie o danni al CTR;

 

Stivatore: si occupa dell’organizzazione tecnica e burocratica delle attività di imbarco e sbarco dei CTR, interagisce e modifica al momento il ciclo, coordina le operazioni sia di rizzaggio che di imbarco; sorveglia le operazioni di lavoro e decide in caso di anomalie o difficoltà le eventuali variazioni, avendo cura di seguire il piano di carico predisposto dall’ufficio pianificazione nave (eventualmente modificandolo o adattandolo alle situazioni contingenti) e fungendo, se del caso, da segnalatore nei confronti del gruista di banchina. Svolge, in alcuni Terminal, anche le funzioni di smarcatore;

 

Tecnico coordinatore (piazzalista): si occupa della gestione e del posizionamento del CTR sul piazzale e del regolare smistamento sottobordo sia all’atto dello sbarco che dell’imbarco, anche attraverso l’utilizzo di supporti informatici;

 

Nota: è possibile che una persona fisica, od una società, impersoni due o più figure giuridiche, ad esempio il proprietario di una nave può anche esserne l’armatore ed anche il vettore marittimo dei carichi trasportati.

 

Proprietario della nave (shipowner): è il titolare del diritto di proprietà della nave; tale diritto può essere diviso tra più persone.

 

Armatore (owner): è colui che esplica, sotto il proprio nome e la propria responsabilità, l’esercizio della navigazione; all’uopo ingaggia l’equipaggio, nomina il comandante e dota la nave delle necessarie attrezzature.

 

Vettore marittimo (sea carrier oppure common carrier): è l’imprenditore commerciale della navigazione, colui che prende a “noleggio” una nave “armata”, cioè pronta alla navigazione e la impiega a proprio rischio e sotto la sua responsabilità in attività di trasporto. E’ quindi il vettore marittimo che tratta le condizioni di trasporto via nave tramite il comandante, il quale è responsabile della merce a bordo e rilascia, a suo nome, i documenti inerenti al trasporto.

 

Raccomandatario marittimo, agente marittimo o spedizioniere (shipagent): è colui che prende contatti con il vettore per la prenotazione degli spazi a bordo, in funzione del numero di CTR da trasportare, e con i terminalisti; inoltre provvede all’adempimento di tutte le operazioni commerciali ed amministrative relative:

-         alla nave, nell’interesse dell’armatore per quanto attiene all’industria dell’armamento (pratiche marittime, assistenza all’equipaggio, operazioni commerciali ecc.)

-         al carico, nell’interesse del vettore, per tutto ciò che è relativo all’industria dei trasporti (ricevimento e consegna del carico, compilazione documenti di bordo ecc.)

 

Fiduciario d’impresa (supercargo, chief stevedor): è colui che nell’ambito portuale, con l’organizzazione che rappresenta, svolge funzioni di fiducia per conto del vettore (armatore, vettore marittimo, raccomandatario marittimo, mediatore marittimo, spedizioniere). In base alle consuetudini portuali, tali mansioni possono essere diverse, e vanno dalla predisposizione delle modalità di esecuzione delle operazioni di stivaggio/sbarco, al controllo dell’attività terminalistica collegata alla nave, alla compilazione di tutta la documentazione inerente il carico. Nell’esecuzione delle sue mansioni agisce per conto del/ed in collaborazione con il comandante o chi per esso (ufficiale addetto al carico). Più in generale deve adottare tutte le iniziative necessarie per un più sollecito ed economico svolgimento delle operazioni commerciali della nave, nel rispetto delle norme che regolano la sicurezza della nave.

 

Altro personale: è presente, sia in area di banchina sottobordo che a piazzale, personale costituito da marittimi, spedizionieri, agenti marittimi ed altro personale, che pur non essendo impiegato direttamente nelle operazioni di movimentazione, è comunque sottoposto a buona parte dei rischi (ad esempio investimento, caduta dei carichi ecc…), che incidono sulle figure professionali che agiscono direttamente nelle fasi lavorative considerate. E’ quindi necessario prevedere in analogia, il necessario coordinamento con le operazioni di lavoro, la necessaria formazione del personale e l’adeguata dotazione di DPI.

 

 

ü      Definizioni

 

Rizzaggio: è il complesso di operazioni effettuate con apposite attrezzature atte a garantire la stabilità dei CTR durante la navigazione. I metodi più moderni utilizzano dei twist locks automatici e semi automatici in sostituzione di quelli manuali. I CTR in coperta sono ulteriormente stabilizzati fino alla base del terzo tiro (piano di contenitori) mediante l’uso di catene, aste, e tiranti chiamati tornichetti. Il complesso delle attrezzature di rizzaggio è per convenzione proprietà della nave.

 

Operazioni portuali: è il complesso di operazioni effettuate per il carico, lo scarico, il trasbordo, il deposito, la movimentazione in genere delle merci e di ogni altro materiale, svolti nell'ambito portuale.

 

Brandeggio: spostamento avanti/indietro del castello di tiro onde inclinare verso il carrello elevatore, per una maggiore stabilità, il pezzo trasportato, o in avanti per favorire il carico del pezzo.

 

Guarnire: termine gergale che indica la preparazione ed il posizionamento dei sistemi di rizzaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Documento Fase / Fattore di Rischio

 

ü      Indice

 

A                     Imbarco - sbarco CTR

 

AA                  Ro – Ro

 

AA1.1                         Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo                                 Pag.  22

                        Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna

 

AA1.2             Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento       Pag.  26

                        Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco

 

AA1.3             Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio                                       Pag.  30

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

AA2.1             Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo               Pag.  35

                        Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

AA2.2             Prelievo con carrello specifico e posizionamento in coperta                       Pag.  39

                        Prelievo in coperta con carrello specifico

 

AA2.3             Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio                                       Pag.  43

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

AA3.1             Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla                Pag.  47

                        Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

 

AA3.2             Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla                       Pag.  51

                        Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla

           

AA3.3             Ancoraggio dei semirimorchi con sistemi di rizzaggio                            Pag.  55

                        Disancoraggio dei semirimorchi dai sistemi di rizzaggio

 

AB                  Full Container

 

AB1.1             Arrivo sottobordo con motrice a ralla e semirimorchio                         Pag.  58

                        Partenza sottobordo con motrice a ralla e semirimorchio

 

AB1.2             Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo               Pag.  62

                        Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

AB1.3             Posizionamento e ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio             Pag.  67

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

AB2.1             Costituzione di cataste prestivate di CTR / Consegna sottobordo con semovente di CTR

                        Deposito a terra e disposizione con semovente a piazzale                                Pag.  72

 

AB2.2             Sollevamento e imbarco a bordo con gru a rotazione portuale              Pag.  76

                        Sbarco a terra con gru a rotazione portuale

 

AB2.3             Posizionamento e ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio             Pag.  80

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

AC                  Ro – lo / Lo – ro

 

AC1.1             Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo                                 Pag.  84

                        Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna

 

AC1.2             Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento       Pag.  88

                        Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco

 

AC1.3             Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio                                       Pag.  92

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

AC2.1             Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla                Pag.  96

                        Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

 

AC2.2             Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla                       Pag. 100

                        Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla          

 

AC2.3             Ancoraggio del semirimorchio con sistemi di rizzaggio                          Pag. 104

                        Disancoraggio del semirimorchio dai sistemi di rizzaggio

 

AC3.1             Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo               Pag. 107

                        Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

AC3.2             Posizionamento definitivo del CTR in coperta                                      Pag. 111

                        Prelievo del CTR dalla coperta

 

AC3.3             Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio                                       Pag. 115

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

AC4.1             Costituzione di cataste prestivate di CTR / Consegna sottobordo con semovente di CTR                                                                                                                  Pag. 119

                        Deposito a terra e disposizione con semovente a piazzale

                  

AC4.2             Sollevamento e imbarco a bordo con gru a rotazione portuale              Pag. 123

                        Sbarco a terra con gru a rotazione portuale

 

AC4.3             Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio                                       Pag. 126

                        Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

B                     PIAZZALE

 

BA                              Ciclo Banchine

 

Prelievo con mezzi idonei, carico su semirimorchi e trasferimento con motrice a ralla sottobordo                                                                                                        Pag. 130

Trasferimento con motrice a ralla da sottobordo a piazzale e deposito a piazzale con mezzi idonei

 

BB                              Ciclo Ferrovia

 

BB1                Preparazione dei vagoni ferroviari per il carico e lo scarico dei CTR    Pag. 136

 

BB2                Scarico a piazzale con mezzi idonei da treno                                        Pag. 140

                        Carico con mezzi idonei su treno e rizzaggio

 

BC                  Ciclo autotrasportatori

 

Scarico con mezzi idonei da camion di autotrasportatori esterni                       Pag. 144

                        Carico con mezzi idonei su camion di autotrasportatori esterni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA1.1         Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo

                   Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo

-         Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

160 – Media totale sui 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage e/o sulla coperta della nave. L’ingresso della motrice a ralla portuale sulla rampa di accesso della nave avviene a marcia avanti o, se assenti gli spazi di manovra necessari all’inversione di marcia per predisporsi al prelievo del CTR, in retromarcia. Questo caso accade ad esempio in garage piccoli, durante la fase conclusiva d’imbarco degli ultimi CTR o lo stadio iniziale di sbarco dei primi CTR.

 

Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo (da parte di carrello elevatore) del CTR: la motrice a ralla portuale che porta sul pianale il CTR che deve essere imbarcato dirige, a velocità moderata, nella zona prefissata secondo il piano d’imbarco consegnato allo stivatore, quest’ultimo sistemato all’entrata della nave. La motrice a ralla portuale arriva sul punto di prelievo designato, nel caso predisponendosi allo scarico con una manovra d’inversione di marcia, e attende che il carrello elevatore prelevi il CTR.

 

Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna del CTR: il rallista, alla guida della motrice a ralla portuale, con il semirimorchio vuoto, giunto sul punto di consegna designato, se del caso attraverso la manovra di retromarcia, attende che sia caricato dal carrello elevatore il CTR, che deve sbarcare, sul semirimorchio.

 

Profili professionali presenti: rallista, stivatore, smarcatore - spuntatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio o semirimorchio ribassato

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di urti della motrice a ralla portuale contro parti nave o strutture o merci con conseguente rischio per l’operatore: rallista;

2.      Pericolo di perdita del carico o non tenuta strutturale del semirimorchio a causa del peso eccessivo: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di investimento del personale pedonale: tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di caduta in mare uomo e/o veicolo: tutti i profili professionali;

5.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

6.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Malattie muscolo – scheletriche e patologie da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, causate da posture errate, vibrazioni, contraccolpi durante il lavoro alla guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento e/o schiacciamento da parte del materiale movimentato;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

4.      Sommersione o annegamento per cadute in mare. Tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova in un Terminal del comparto nel corso del 2001 e di altri episodi meno gravi;

5.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

6.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da fumi e gas di scarico. Patologie  delle mucose oculari di tipo irritativo. Dermatiti da contatto irritative o allergiche;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Adeguata illuminazione e segnalazione delle parti fisse o delle strutture o delle merci. Definire e mantenere sgombre le vie di transito o passaggio;

2.      Verificare se possibile il carico, attraverso pesata o documenti di spedizione, e successivamente adeguare il mezzo di trasporto al carico da trasportare;

3.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle corrette procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

4.      Protezione con barriere ove possibile e segnalazione dei punti più critici di pericolo di caduta in mare. Organizzazione della viabilità in modo che i percorsi dei pedoni e dei mezzi risultino distanti dal ciglio banchina. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi di recupero di persone cadute in mare;

5.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

6.      Utilizzo d’impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü      Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali -  Capo V illuminazione

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi d’esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

       IMO IMDG Code Regole per il trasporto di merci pericolose

 

       Decreto ministeriale 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In garage, sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale trafficato.

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA1.2         Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento

                   Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento

-         Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

330 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

In questa fase le operazioni descritte sono svolte sia all’interno dei garage sia sulla coperta della nave.

 

Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento: un carrello elevatore dotato di forche, o di spreader, si avvicina al CTR presente sul semirimorchio condotto dalla motrice a ralla, lo inforca o lo aggancia, lo solleva, compie una manovra di retromarcia, e si avvia verso il punto di posizionamento definitivo sulla nave. L’area di posizionamento è stata precedentemente preparata per lo scopo predisponendo dei twist-lock, a terra se si tratta di primo tiro, nelle asole superiori dei CTR se si tratta di tiri successivi, utilizzando scale portatili. Il CTR è appoggiato sui sistemi di vincolo. Successivamente, l’autista della motrice a ralla portuale si allontana dall’area per permettere il successivo arrivo di un altro mezzo.

 

Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco: il carrellista si dirige verso il CTR da prelevare a bordo, lo inforca nelle apposite tasche o lo aggancia, lo solleva, compie una manovra di retromarcia e si dirige, marcia avanti, verso la motrice a ralla portuale, precedentemente sistemata. A questo punto, depositato il CTR sul semirimorchio, dà il segnale di via libera per il conducente della motrice a ralla portuale che si allontana.

 

Profili professionali presenti: Rallista, semoventista, rizzatore, caposquadra, stivatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio o semirimorchio ribassato

ü      Scale portatili

ü      Twist-lock

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale che dispone i blocchi d’angolo: rizzatori;

2.      Pericolo di essere colpiti da carichi sospesi o movimentati: tutti i profili professionali;

3.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

4.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa della caduta dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

6.      Pericolo di caduta da scale portatili, di scivolamento e di caduta dall’alto: rizzatori;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento da parte di mezzi in transito a danno dei rizzatori in fase di guarnitura;

2.      Traumi e lesioni gravi da urto/investimento da parte di carichi sospesi o movimentati;

3.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

4.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas, fumi di scarico. Dermatiti da contatto irritative o allergiche. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo;

5.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio;

6.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto e da scivolamento;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Utilizzo di carrelli dotati di efficienti sistemi di segnalazione (luminosa e sonora). Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle corrette procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

2.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino al posizionamento del CTR. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

3.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

4.      Utilizzo d’impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

5.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI specifici (elmetto di protezione, guanti di protezione, scarpe antinfortunistiche);

6.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Nota: Gli infortuni dovuti a interazione tra mezzi e personale a piedi sono estremamente frequenti e gravi in questa fase.

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü      Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse;  Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In garage, sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale.

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA1.3         Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

-         Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

180 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage e/o sulla coperta della nave. La posizione in verticale del CTR è indicata tramite il “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato al piano di coperta, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

 

Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio: per il tiro oltre il primo, i twist-lock, se manuali, sono posizionati sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, ad imbarco effettuato, si azionano manualmente, con le apposite leve, per il blocco; se semi automatici la guarnitura avviene preliminarmente a terra, piazzando i twist-lock alla base del CTR da imbarcare, e il blocco avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo. Sono eventualmente predisposti i tiranti diagonali (barre di fissaggio), per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave, secondo la modalità prevista dal comando nave. La posa dei tiranti di rizzaggio può essere incrociata (punto in basso a destra verso sinistra del punto in alto e viceversa) in funzione dei piani di rizzaggio preventivamente stabiliti in fase di costruzione della nave. Dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. L’ultimo tiro (generalmente il terzo) è fissato mediante sistemazione di bridge sul cielo dei CTR per rendere solidali le cataste. I rizzatori utilizzano scale portatili o aste per la chiusura manuale in quota delle attrezzature o, in casi in cui sia possibile, gabbie porta persone (ovviamente solo in coperta) sospese allo spreader della gru di banchina. Le scale sono talvolta di proprietà della nave. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. In conclusione il personale della nave effettua l’allaccio dei collegamenti elettrici per CTR termoregolati, se presenti.

 

Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio: scollegamento delle connessioni elettriche per CTR termoregolati, se presenti. I sistemi di rizzaggio, twist-lock ed eventuali tiranti diagonali, vengono aperti e scollegati, per poi essere successivamente riposti in appositi recipienti forniti dal bordo.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbia porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di essere colpiti da carichi sospesi o movimentati: tutti i profili professionali;

2.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di investimento/schiacciamento a causa della caduta dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

4.      Pericolo di caduta da scale portatili: rizzatori;

5.      Caduta o scivolamento da piani non uniformi: rizzatori;

6.      Strappi muscolari dovuti a caduta delle rizze e/o delle aste d’apertura dei twist lock: rizzatori;

7.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne o in garage (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

8.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

9.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da carichi sospesi o movimentati;

2.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas, fumi e gas; Dermatiti da contatto irritative o allergiche. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio;

4.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto;

5.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta;

6.      Malattie muscolo – scheletriche derivate da pesi non trattenuti o sforzi eccessivi;

7.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

8.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

9.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra attigua (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza se in corso movimentazioni di CTR in area attigua a quella di rizzaggio. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

2.      Utilizzo d’impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

3.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (elmetto, guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

4.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

5.      Procedure adeguate alle zone di lavoro, uso delle cinture di sicurezza correttamente vincolate, illuminazione sufficiente a identificare gli ostacoli o le aperture;

6.      Informazione e formazione dei lavoratori alle corrette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, lavorare in coppia;

7.      Utilizzo di impianti di illuminazione supplementari;

8.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

9.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

    

     Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In garage, sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia ad un ambiente stradale congestionato.

In coperta e in garage, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA2.1         Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo

                   Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo

- Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e  sbarco a terra

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Fattori ergonomici; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

150 – media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono tra l’area di banchina sottostante la gru e la coperta della nave.

 

Prelievo da banchina e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo: la gru di banchina (o sporadicamente la gru di bordo) preleva da semirimorchio, mediante lo spreader, il CTR, lo solleva e lo deposita sulla coperta della nave.

 

Prelievo da nave con gru di banchina (e/o di bordo) e trasporto a terra: la gru di banchina (o sporadicamente la gru di bordo) preleva, mediante lo spreader, il CTR dalla coperta della nave, lo solleva e lo deposita in banchina sul semirimorchio.

 

Profili professionali presenti: gruista, rallista, rizzatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Gru di banchina

ü      Gru di bordo

ü      Spreader

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio” 

 

1.      Postura incongrua e carenze ergonomiche del posto di guida nella cabina della gru, microclima sfavorevole della cabina: gruista;

2.      Pericolo di investimento/schiacciamento degli operatori per caduta o sbilanciamento del sistema spreader/CTR o errore di manovra: rallisti, rizzatori;

3.      Pericolo di investimento per caduta dei sistemi di rizzaggio dall’alto: rizzatori,  rallisti;

4.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

5.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Malattie muscolo - scheletriche. Patologia da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, stress termico durante il lavoro alla guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento e/o schiacciamento da parte di carichi sospesi;

3.      Traumi e lesioni gravi da caduta di materiali di rizzaggio dall’alto; più frequentemente lesioni  alla parte superiore del corpo;

4.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da esposizione a condizioni climatiche sfavorevoli);

5.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi

 

1.      Prevedere periodi di riposo e/o di turnazione. Climatizzare adeguatamente la cabina. Comandi e sedili progettati ergonomicamente (eventuale cintura di trattenuta in posizione protesa);

2.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Prevedere procedure di lavoro tali da non consentire il passaggio aereo del CTR al di sopra del personale a piedi presente nell’area operativa durante le fasi d’imbarco o di sbarco. In analogia per le operazioni effettuate con la gabbia porta persone si deve prevedere, oltre a rigorose procedure, anche un’azione di sorveglianza diretta da parte di un preposto (su nave). Condizione necessaria è che le figure coinvolte nella movimentazione della gabbia con persone a bordo  siano dotate di sistema idoneo di comunicazione (es. radio ricetrasmittente). Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

3.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (elmetto, guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

4.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

5.      Controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali -  Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA2.2         Prelievo con carrello specifico e posizionamento in coperta

                  Prelievo in coperta con carrello specifico

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Prelievo con carrello specifico e posizionamento in coperta

- Prelievo in coperta con carrello specifico

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

240 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono sulla coperta.

 

Prelievo del CTR con carrello specifico e posizionamento in coperta: un carrello a forche, o dotato di spreader, aggancia o inforca il CTR precedentemente depositato dalla gru, lo solleva, effettua una manovra di retromarcia e si dirige, a marcia avanti, verso il punto di collocazione definitivo sulla coperta. L’area di posizionamento è stata precedentemente preparata per lo scopo dai rizzatori predisponendo i twist-lock nelle margherite, se si tratta di primo tiro, o nelle asole superiori dei CTR con scale portatili, se si tratta di tiri successivi. Questa operazione di guarnitura (che serve per poter vincolare un eventuale CTR da porre superiormente) viene effettuata sul CTR appena depositato dalla gru di banchina nell’apposita area. Da qui il CTR viene prelevato dal carrello, portato e quindi appoggiato nella posizione finale sui sistemi di vincolo. Il carrellista infine, compiendo una manovra di retromarcia uguale e contraria, si dirige nuovamente verso il punto d’arrivo dei CTR sulla coperta.

 

Prelievo del CTR in coperta con carrello specifico: il carrellista si dirige verso il CTR da prelevare dalla coperta, lo aggancia o inforca nelle apposite tasche, lo solleva, compie una manovra di retromarcia, si dirige verso il punto di presa del CTR da parte della gru di banchina o di bordo. Qui deposita il pezzo e si allontana predisponendosi ad un’altra operazione.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, semoventista – carrellista, smarcatore – spuntatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale in zona di lavoro da parte dei carrelli in movimento: rizzatori;

2.      Pericolo di investimento da parte dei carichi movimentati: tutti i profili professionali;

3.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

5.      Pericolo di caduta da scale portatili: rizzatori;

6.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento da parte di carrelli in movimento a danno dei rizzatori in fase di guarnitura;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento da carichi movimentati;

3.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

4.      Traumi e lesioni gravi da investimento per caduta di sistemi di rizzaggio dall’alto; più frequentemente lesioni  alla parte superiore del corpo;

5.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto;

6.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Utilizzo di carrelli dotati di efficienti sistemi di segnalazione (acustica e luminosa). Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle corrette procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

2.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino al posizionamento del CTR. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

3.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

4.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

5.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

6.      Controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Nota: Questa fase di lavoro è stata alla base di un infortunio mortale occorso in un Terminal del comparto nell’anno 1998, a danno di un rizzatore dell’impresa di manodopera portuale, investito in coperta da un carrello in movimento. Gli infortuni dovuti ad interazione tra mezzi e personale a piedi sono estremamente frequenti e gravi in questa fase.

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali -  Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA2.3         Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

-         Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

180 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono sulla coperta della nave. La posizione in verticale del CTR è indicata tramite il “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato sul piano di coperta o di fondo stiva, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

 

Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio: per il tiro oltre il primo, i rizzatori posizionano i twist-lock, se manuali, sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, ad imbarco effettuato del CTR, azionano manualmente le apposite leve per il blocco; se i twist-lock sono semi automatici la guarnitura avviene preliminarmente a terra, piazzando i twist-lock alla base del CTR da imbarcare, e il blocco avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo. Sono eventualmente predisposti i tiranti diagonali, per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave, secondo la modalità prevista dal comando nave. La posa dei tiranti di rizzaggio è incrociata (punto in basso a destra verso sinistra del punto in alto e viceversa). Dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. L’ultimo tiro (generalmente il terzo), su piani complanari, è fissato mediante sistemazione di bridge sul cielo dei CTR per rendere solidali le cataste. I rizzatori utilizzano scale portatili per la sistemazione manuale in quota delle attrezzature o, in casi rari in cui sia possibile, gabbie porta persone. Le scale sono talvolta di proprietà della nave. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. In conclusione il personale della nave effettua l’allaccio dei collegamenti elettrici per CTR termoregolati, se presenti.

 

Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio alla coperta: scollegamento delle connessioni elettriche per CTR termoregolati, se presenti. I sistemi di rizzaggio, twist-lock ed eventuali tiranti diagonali, vengono aperti e scollegati, per poi essere successivamente riposti in appositi recipienti forniti dal bordo.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbia porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di essere colpiti da carichi sospesi o movimentati: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di investimento/schiacciamento a causa della caduta dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

3.      Pericolo di caduta da scale portatili: rizzatori;

4.      Strappi muscolari dovuti a caduta delle rizze e/o delle aste d’apertura dei twist lock: rizzatori;

5.      Caduta o scivolamento da piani non uniformi: rizzatori;

6.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

7.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

8.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da carichi sospesi o movimentati;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio, più frequentemente alla parte superiore del corpo e agli arti;

3.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto;

4.      Malattie muscolo – scheletriche derivate da pesi non trattenuti o sforzi eccessivi;

5.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta;

6.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

7.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

8.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra attigua (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza se in corso  movimentazioni di CTR in area attigua a quella di rizzaggio. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

2.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (elmetto, guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

3.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

4.      Informazione e formazione dei lavoratori alle corrette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, lavorare in coppia;

5.      Procedure di lavoro adeguate alle zone di lavoro, uso delle cinture di sicurezza correttamente vincolate, illuminazione sufficiente a identificare gli ostacoli o le aperture;

6.      Utilizzo di impianti di illuminazione supplementari;

7.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

8.      Controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA3.1         Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

                   Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

- Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

150 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage della nave. L’ingresso, a velocità moderata, della motrice a ralla sulla nave, attraverso la rampa d’accesso, avviene a marcia avanti o, se assenti gli spazi di manovra necessari all’inversione di marcia, in retromarcia. Questo caso accade ad esempio in garage piccoli, durante la fase conclusiva d’imbarco o la fase iniziale di sbarco.

 

Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla: la motrice a ralla portuale dirige nel garage da caricare prefissato secondo il piano d’imbarco consegnato allo stivatore. Quest’ultimo, posizionato all’entrata della nave, indirizza i rallisti verso le posizioni assegnate ai CTR e verifica e annota i CTR con semirimorchio imbarcati.

 

Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla: il conducente della motrice a ralla portuale, entrato in garage, preleva il CTR e semirimorchio da sbarcare e procede verso la rampa di uscita dirigendosi a terra verso l’area di stoccaggio.

 

Profili professionali presenti: rallista, stivatore, smarcatore – spuntatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

                                    

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di urti della motrice a ralla portuale contro parti nave o strutture o merci con conseguente rischio per l’operatore: rallista;

2.      Pericolo di perdita del carico o non tenuta strutturale del semirimorchio a causa del peso eccessivo: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di investimento del personale pedonale in zona di lavoro: stivatore, smarcatore;

4.      Pericolo di caduta in mare uomo e/o veicolo: tutti i profili professionali;

5.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

6.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Malattie muscolo – scheletriche e patologie da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, causate da posture errate, vibrazioni, contraccolpi durante il lavoro alla guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte del materiale movimentato;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

4.      Sommersione o annegamento per caduta in mare (tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova nel corso del 2001 e di altri episodi meno gravi);

5.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

6.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas, fumi e gas; Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo. Dermatiti da contatto irritative o allergiche;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Adeguata illuminazione e segnalazione delle parti fisse o delle strutture o delle merci. Definire e mantenere sgombre le vie di transito o passaggio;

2.      Verificare se possibile il carico,  attraverso pesata o documenti di spedizione, e successivamente adeguare il mezzo di trasporto al carico da trasportare;

3.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

4.      Protezione con barriere ove possibile e segnalazione dei punti più critici di pericolo di caduta in mare. Organizzazione della viabilità in modo che i percorsi dei pedoni e dei mezzi risultino distanti dal ciglio banchina. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi di recupero di persone cadute in mare;

5.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

6.      Utilizzo degli impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       Decreto ministeriale 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

Sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA3.2         Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla        

                   Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla

- Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

310 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage della nave.

 

Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla: la motrice a ralla portuale si posiziona nella corsia assegnata per il posizionamento del semirimorchio. I rizzatori (generalmente personale dell’impresa di manodopera portuale) posizionano il cavalletto, abbassano le zampe di stazionamento del semirimorchio,  posizionano i tacchi di stazionamento e sganciano il semirimorchio, compreso il circuito aria dei freni, dalla motrice a ralla portuale.

 

Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla: il conducente aggancia il semirimorchio alla motrice a ralla, collegando anche i cavi dell’aria del circuito frenante. Alzate le zampe di stazionamento, tolto il cavalletto ed i tacchi, il rallista attende il segnale di via libera dal rizzatore per procedere verso l’uscita.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, rallista, caposquadra.

 

 

 

 

 

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio

ü      Cavalletto

ü      Cunei (tacchi) di stazionamento

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale in zona di lavoro: rizzatori;

2.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa dell’uso di attrezzature pesanti, cedimento/ rottura dei sistemi di rizzaggio (catene ecc.): rizzatori;

3.      Movimentazione manuale dei carichi (cavalletti, zampe di stazionamento): rizzatori;

4.      Pericolo di urto di parti del corpo (arti, capo) con strutture per spazi insufficienti di lavoro o per caduta/scivolamento in piano a seguito di ingombri: rizzatori;

5.      Pericolo di proiezione tacchi di posizionamento da parte delle ruote dei mezzi: tutti i profili professionali;

6.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

8.      Cedimento strutturale del veicolo: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in transito;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio;

3.      Malattie muscolo-scheletriche;

4.      Traumi e lesioni per urto di parti del corpo con strutture;

5.      Traumi e lesioni gravi da proiezione di materiale lasciato a piazzale o in corsia (in particolare cunei), a seguito di compressione con gomme dei mezzi in transito. Tra i casi di infortuni occorsi a Genova negli ultimi anni in questa fase di lavoro tre, determinati dalla proiezione di tacchi di stazionamento, in particolare hanno comportato lesioni molto gravi, fratture di arti e danni ad organi interni a lavoratori portuali;

6.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas e fumi. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo. Dermatiti da contatto irritative o allergiche;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

8.      Traumi e lesioni gravi per cedimento strutturale del veicolo;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle procedure di guida dei mezzi. Presenza di preposto segnalatore. Corrette procedure di coordinamento tra personale a piedi e rallisti. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

2.      Formazione del personale al corretto utilizzo delle attrezzature. Uso di specifici DPI (guanti e scarpe antinfortunistiche);

3.      Formazione a corrette procedure di movimentazione attrezzature pesanti. Lavoro in coppia;

4.      Distanze di posizionamento dei mezzi adeguate, uso di elmetti con sottogola, corrette procedure di immediato deposito dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli;

5.      Procedure di lavoro che prevedano in fase di sbarco l’immediata rimozione e lo stoccaggio in appositi cassoni dei tacchi di stazionamento;

6.      Utilizzo degli impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi. Controllo istantaneo delle concentrazioni di ossido di carbonio con rilevatori dotati di allarme; in caso di superamento di livelli prefissati, utilizzo di idonei D.P.I. respiratori e sospensione delle lavorazioni;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

8.      Inibizione all’imbarco di mezzi con carico eccedente la portata;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       Decreto ministeriale 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.13 Lavori in stiva

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

Sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AA              Ro – Ro

 

AA3.3         Ancoraggio del semirimorchio con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del semirimorchio dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Ancoraggio del semirimorchio con sistemi di rizzaggio

- Disancoraggio del semirimorchio dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

180 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage della nave.

 

Ancoraggio dei semirimorchi con sistemi di rizzaggio: all’imbarco, dopo aver posizionato i tacchi di stazionamento, il semirimorchio viene ancorato alla nave da parte dei rizzatori a mezzo di sistemi di fissaggio costituiti da catene con tensionatori o aste con tornichetti. Vengono collegate ai quadri elettrici di bordo le alimentazioni elettriche dei CTR frigo o mezzi refrigerati se presenti.

 

Disancoraggio dei semirimorchi dai sistemi di rizzaggio: allo sbarco, la squadra di lavoro (rizzatori) libera dai vincoli i semirimorchi, partendo dal fondo garage e procedendo verso l’uscita. Successivamente i rizzatori dispongono il materiale di rizzaggio ed i tacchi negli appositi recipienti. Vengono scollegate dai quadri elettrici di bordo le alimentazioni elettriche dei CTR frigo o mezzi refrigerati se presenti.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Tacchi di stazionamento

 

 

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di schiacciamento delle mani dovuto all’uso di tensionatori manuali: rizzatori;

2.      Movimentazione manuale dei carichi, pericolo di lesioni da sforzo muscolare: rizzatori;

3.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi, lesioni da schiacciamento arti superiori;

2.      Malattie muscolo - scheletriche;

3.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Utilizzo di prolunghe da inserire sui tensionatori manuali, utilizzo di specifici DPI (guanti) e lavorare in coppia;

2.      Utilizzo di prolunghe da inserire sui tensionatori manuali, formazione a corrette procedure di movimentazione dei carichi; lavorare in coppia;

3.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III - Prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI - Informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II - Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III - Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV - Uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V - Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 - Requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 - Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.13 Lavori in stiva

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

L’operazione di ancoraggio non determina rischio esterno

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AB              Full CTR

 

AB1.1         Arrivo sottobordo con motrice a ralla e semirimorchio

                   Partenza sottobordo con motrice a ralla e semirimorchio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Arrivo sottobordo con motrice a ralla e semirimorchio

- Partenza sottobordo con motrice a ralla e semirimorchio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

310 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Per l’imbarco su navi Full container, il CTR è prelevato dal punto d’origine a piazzale e trasferito su semirimorchio sottobordo, in corrispondenza alla gru di banchina. Più raramente, giunge sottobordo, caricato su motrici a ralla stradali private, senza tappe intermedie dal cancello (gate) d’ingresso. I Terminal portuali genovesi riservano l’accesso alle corsie di banchina sottobordo ai propri mezzi. Solo in casi d’imbarchi speciali, o situazioni particolari, consentono l’accesso in tali aree a motrici a ralla stradali private. Squadre d’operatori sostano normalmente in corrispondenza delle corsie sotto portainer. Delicata è quindi l’area in questione e particolare attenzione va posta alla massima razionalizzazione del flusso dei mezzi in transito.

 

Lo sbarco è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: rallista, gruista, carrellista o semoventista, capoturno e caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Motrice a ralla stradale

ü      Semirimorchio

ü      CTR specifici per carichi d’ingombro particolare o eccezionale

ü      Attrezzo per i fuori sagoma

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale da parte dei mezzi in circolazione: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di caduta di carichi sospesi o attrezzature di rizzaggio (per le operazioni contemporanee della portainer sottobordo): tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di caduta in mare uomo e/o veicolo: tutti i profili professionali;

4.      Ribaltamento di carichi e mezzi durante la circolazione sottobordo: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di collisione tra mezzi operativi: rallisti, carrellisti o semoventisti, gruisti;

6.      Pericolo di caduta dalle scale d’accesso alla gru, dai predellini d’accesso alle cabine dei mezzi operativi: gruista, carrellista, rallista;

7.      Proiezione materiali di risulta (lasciati a piazzale o in corsia), a seguito compressione con gomme dei mezzi in transito: tutti i profili professionali;

8.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione sottobordo;

2.      Traumi e lesioni gravi da caduta di carichi sospesi e attrezzature di rizzaggio;

3.      Sommersione o annegamento per caduta in mare. Tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova in un Terminal del comparto nel corso del 2001 (un addetto dell’impresa di manodopera portuale alla guida di carrello è caduto in mare durante una manovra a ciglio banchina) e di altri episodi meno gravi;

4.      Traumi e lesioni da investimento e/o schiacciamento da parte di mezzi e carichi ribaltati sottobordo;

5.      Traumi e lesioni da scontro fra mezzi in movimentazione;

6.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dal mezzo operativo. Traumi o lesioni da investimento e/o schiacciamento di terzi trasportati dai mezzi in modo non convenzionale (sul predellino, sul pianale di carico ecc. Tale fattore è stato origine di due infortuni mortali, in due aziende del comparto ma non nell’ambito del ciclo contenitori, nel Porto di Genova nel corso del 1998, per persone trasportate da mezzi in condizioni precarie e in postazioni non consentite; nel ciclo contenitori, in un’altra delle aziende del comparto questo fattore è stato alla base di un gravissimo infortunio con perdita di un braccio del lavoratore trasportato sul predellino al di fuori della cabina della motrice a ralla);

7.      Traumi e lesioni da proiezione di materiali lasciati a piazzale o in corsia, a seguito compressione con gomme dei mezzi in transito;

8.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Pianificazione rigorosa della viabilità. Razionalizzazione delle vie di circolazione sottobordo, definite e demarcate in maniera chiara e mantenute pulite da ingombri (tacchi di legno, reggette, materiali di risulta). Predisporre adeguata segnaletica verticale e orizzontale di viabilità. Evitare accumuli di CTR di scartaggio sottobordo che causano intralcio o riduzione della visibilità. Imporre velocità moderate ai mezzi in circolazione, predisposizione di camminamenti dedicati al transito pedonale. DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanalerìa, cicalini ecc.);

2.      Mantenersi fuori dalle aree sottostanti a carichi sospesi durante le traiettorie aeree dei CTR sollevati dalla portainer. Controllare, prima della movimentazione, che eventuali attrezzature di rizzaggio non siano state abbandonate sopra i CTR. DPI specifici (elmetto);

3.      Delimitazione del ciglio banchina con linee di demarcazione invalicabili. Organizzazione del lavoro nell’area in modo da non effettuare operazioni a ridosso del ciglio banchina. Informare e sensibilizzare gli esposti. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi e attrezzature di recupero di persone cadute in mare e pianificazione degli eventuali interventi in emergenza con personale specificamente formato e addestrato al suo utilizzo. Mantenere idonea illuminazione delle vie di scorrimento in notturna;

4.      Controllo del rispetto dei parametri limite di velocità di circolazione dei mezzi, controllare il baricentro degli stessi a caricamento avvenuto, verificare l’idoneità della pavimentazione stradale, provvedere alla manutenzione dei piani banchina (con interventi di appianamento, controllo e ripristino di pendenze, eliminazione di buche, dissesti avvallamenti e dossi);

5.      Le vie di transito dei mezzi operativi devono essere evidenziate con apposita segnaletica; si deve predisporre un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione/informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. Utilizzo di mezzi adeguati al trasporto dei carichi, dotati di dispositivi acustici e luminosi (fanaleria, cicalini ecc.). Limitazioni delle massime velocità consentite ai mezzi. Fornire strumenti di comunicazione radio tra i vari operatori. Verificare periodicamente la funzionalità dei dispositivi  anticollisione delle gru di banchina che scorrono su rotaie comuni;

6.      Mantenere i dispositivi di accesso ai mezzi operativi puliti da eventuali parti di grasso o altre sostanze scivolose, cautela durante salita e discesa dai mezzi. Vietare il trasporto di persone in modo non convenzionale (predellino, pianale..) con qualsiasi mezzo di movimentazione, sollevamento e trasporto; DPI specifici (scarpe antinfortunistiche);

7.      Asportazione  immediata dei materiali di risulta prodotti da precedenti lavorazioni o ingombri pericolosi. Pulizia continua delle vie di scorrimento;

8.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico). Accessibilità a posti di ricovero e ristoro;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AB              Full CTR

 

AB1.2         Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo

                   Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo

-         Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Fattori ergonomici;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

550 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Nella tipologia “full container”, le movimentazioni di imbarco avvengono esclusivamente a caricamento dall’alto a mezzo gru di banchina (normalmente una portainer a cavalletto). Questa preleva il CTR, precedentemente condotto sottobordo con semirimorchi provenienti da piazzale; l’aggancio avviene con organi di presa (spreader), segue la movimentazione mediante sollevamento e traslazione del carrello, abbassamento del carico nella posizione predestinata a bordo, sgancio e svincolo del pezzo. Le sistemazioni dei CTR seguono la pianificazione del piano d’imbarco per ogni specifica nave.

L’imbarco può avvenire sia in stiva che in coperta. Le moderne navi cellulari hanno coperture della stiva a portelloni amovibili, la cui rimozione è eseguita ad inizio operazioni dalla stessa gru di banchina. I tappi trovano collocazione a terra in zone adiacenti alle gru e in condizioni tali da non arrecare intralcio alla circolazione dei mezzi in transito nelle corsie sotto portainer o a ciglio banchina.

La guarnitura è altra lavorazione accessoria di preparazione all’imbarco per i pezzi destinati alla coperta della nave. Questa operazione viene condotta in banchina nei casi di navi dotate di twist lock auto o semi automatici. I CTR in questo caso vengono guarniti sottobordo da un’apposita squadra di operatori. Questi twist lock permettono di fissare automaticamente i pezzi in imbarco sul cielo dei CTR sottostanti, senza l’ausilio manuale dell’operatore che aziona la leva di blocco, attraverso la pressione esercitata dal loro stesso peso nella fase di rilascio del pezzo da parte della gru. Si riscontra solitamente la seguente procedura: due operatori stazionano in corsia sotto portainer e attendono l’arrivo sotto bordo della motrice a ralla portuale. La gru opera l’aggancio del CTR allo spreader e il pezzo viene, per breve altezza, sollevato in modo da consentire al rallista e al semirimorchio di abbandonare l’area. Il gruista riabbassa il CTR tenendolo sospeso a circa 1 metro da terra mentre i due operatori intervengono a inserire, per ogni blocco d’angolo inferiore, i dispositivi di blocco twist lock. Tali attrezzature sono normalmente contenute in cassoni di bordo, che vengono sbarcati all’uopo per queste operazioni. I cassoni possono non servire nel caso sia sufficiente il riutilizzo dei dispositivi risultanti dalla rimozione della precedente fase di sbarco (ove svolta). Nei Terminal che sono provvisti di particolari semirimorchi, tale operazione avviene direttamente con il CTR ancora posato sul rimorchio della ralla portuale che ha, nella parte sottostante il pianale, dei fori in corrispondenza dei blocchi d’angolo inferiori. Tali semirimorchi sono denominati “cornerless”.

Nelle stive cellulari vengono posizionati elementi di rizzaggio per gli accatastamenti di CTR da 20’ in alloggiamenti da 40’.

 

Lo sbarco è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: gruista, rallista, rizzatore, segnalatore, stivatore, smarcatore, capoturno e caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Gru di banchina

ü      Spreader

ü      Twist-lock

ü      Attrezzo per i fuori sagoma 

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di collisione tra gru di banchina: gruisti;

2.      Pericolo di investimento del personale pedonale: tutti i profili professionali;

3.      Caduta di CTR dall’alto per gravi errori di manovra o mal funzionamenti della gru portainer (es. sfilamenti accidentali del carico): tutti i profili professionali;

4.      Postura errata assunta dal conduttore di portainer in cabina durante il lavoro, vibrazioni in cabina: gruisti;

5.      Rumore impulsivo rilevante per gli urti dei CTR su strutture metalliche: rallisti, rizzatori, segnalatori;

6.      Pericolo di inciampare in piano o su attrezzature fuori posto, scivolare, cadere in buche stradali, sporgenze: tutti i profili professionali;

7.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto e/o da contraccolpi durante la guida di mezzi;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in transito;

3.      Traumi e lesioni gravi da schiacciamento per caduta dall’alto di CTR;

4.      Malattie muscolo - scheletriche. Patologia da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo durante la guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

5.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

6.      Traumi e lesioni da scivolamento o caduta in piano;

7.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Mantenere e verificare periodicamente i sistemi di anticollisione delle portainer viaggianti su rotaia comune; manutenzione puntuale, periodica e registrata (adozione eventuale di segnalatori);

2.      Tenersi fuori dalle vie di transito di eventuali carrelli utilizzati per le piccole movimentazioni all’interno dell’area di lavoro e dalle vie di scorrimento limitrofe esterne all’area di lavoro. Interdire l’accesso all’area operativa  a mezzi non autorizzati. Mantenere visibilità reciproca tra uomini e mezzi in interazione. DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

3.      Formazione e addestramento specifici del personale conduttore di gru portainer; evitare turni di lavoro consecutivi affaticanti; cautela nelle traiettorie paraboliche dei CTR; non operare sotto carichi sospesi;

4.      Sedili ergonomici ai posti di guida delle gru. Manutenzione puntuale della pavimentazione stradale, appianamento dei dissesti;

5.      Controllo dell’esposizione al rumore, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari).

6.      Predisposizione di adeguati percorsi per le persone, diminuzione massima di ingombri e sporgenze nei percorsi viari, controllo sul riordino delle attrezzature durante e a fine lavoro, manutenzione puntuale della pavimentazione stradale, appianamento dei dissesti. Utilizzo di DPI specifici (scarpe antinfortunistiche);

7.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico).  Accessibilità a posti di ricovero e ristoro;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AB              Full CTR

 

AB1.3         Posizionamento e ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Posizionamento e ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

- Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

410 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni di imbarco avvengono secondo pianificazione codificata (piano di imbarco). Usualmente dapprima s’imbarcano i CTR nelle stive cellulari che vengono poi chiuse a mezzo degli appositi portelloni che fungono da piano di coperta per i successivi imbarchi e accatastamenti di CTR. La posizione in verticale del CTR è chiamata “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato al piano di coperta, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

I CTR allocati in stive cellulari non necessitano di particolare rizzaggio, essendo la conformazione delle stive e i sistemi di scorrimento a guide sufficienti a garantire la stabilità del carico durante la navigazione. Durante il caricamento le diverse distribuzioni di pesi sulla nave provocano sollecitazioni e possibili oscillazioni che devono essere costantemente monitorate dal comando di bordo per garantire il mantenimento della verticalità: un difetto d’allineamento può causare blocco dei CTR durante la discesa, con danneggiamento alle guide (con rischio di fermo delle operazioni per le riparazioni da parte del personale marittimo, in condizioni difficili e di rischio di caduta dall’alto).

Per le navi non cellulari, o per le navi cellulari con baie da 40’ dove avvengono imbarchi di contenitori da 20’, è viceversa necessaria la messa in opera dei piedini in stiva.

Per il rizzaggio successivo in coperta, per il tiro oltre il primo, i rizzatori  posizionano i twist-lock, se manuali, sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, a imbarco effettuato del CTR, azionano manualmente le apposite leve per il blocco; se i twist-lock sono semi automatici, la guarnitura avviene preliminarmente a terra alla base del CTR da imbarcare e il blocco del CTR avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo.

Sono predisposti i tiranti diagonali, per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave. La posa dei tiranti di rizzaggio può essere singola o incrociata; dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. Tale rizzaggio ulteriore, a seconda della tipologia di nave, della zona e delle sollecitazioni trasmesse in navigazione alle strutture, e a seconda del peso e del tipo di contenitore, è necessario sino al terzo tiro di sovrappilaggio.

All’ultimo tiro delle cataste, su piani complanari, si fissano i bridge per rendere solidali le cataste. Per il lavoro in quota, i rizzatori utilizzano gabbie porta persone o scale portatili per la sistemazione manuale delle attrezzature. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. Per i CTR termoregolati, terminato il rizzaggio, si dispone l’allaccio alle utenze elettriche da parte del personale marittimo.

 

Il disancoraggio è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: gruista, rizzatore, segnalatore, stivatore, smarcatore, capoturno e caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbia porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di caduta d’attrezzature dall’alto (in particolare twist lock): tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di urto, schiacciamento, cesoiamento con CTR in fase di posizionamento o con attrezzature di rizzaggio: rizzatori, stivatori, segnalatori;

3.      Pericolo di caduta dall’alto o in piano di persone: rizzatori, stivatori, segnalatori;

4.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

5.      Movimentazione manuale dei carichi per manipolazione attrezzature di rizzaggio: rizzatori;

6.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da schiacciamento per caduta di attrezzature dall’alto;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento o urto da parte dei sistemi di rizzaggio. Traumi e lesioni gravi da  investimento o schiacciamento da parte di CTR. Ferite da taglio e da punta dai sistemi di rizzaggio;

3.      Traumi e lesioni da caduta dall’alto o in piano;

4.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

5.      Traumi e lesioni per urti nella manipolazione delle attrezzature di rizzaggio e malattie muscolo - scheletriche dovute a scorretta movimentazione manuale dei carichi;

6.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Mantenersi fuori dalle parabole aeree dei carichi fino al completo posizionamento dei CTR. Cautela nella manipolazione di attrezzature nella fase di preparazione al rizzaggio. Obbligo di trasporto su gabbia dei twist lock eccedenti quelli richiesti; divieto del lancio degli stessi dall’alto in coperta. DPI specifici (guanti, scarpe antinfortunistici, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

2.      Coordinamento delle operazioni di rizzaggio con l’operatività della gru; formazione del personale alle corrette procedure in situazioni di interazione tra mezzi di sollevamento e addetti a piedi: per il gruista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con il segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino ad imbarco terminato; avviare l’operazione manuale di guarnitura e rizzaggio solo in assenza di carico sospeso o di altre attrezzature o macchine interagenti;  non operare zone interessate da altri rizzaggi. DPI specifici (guanti, scarpe anti­nfortunistiche, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

3.      Utilizzo per le operazioni di rizzaggio in quota di gabbie porta persone, di cinture di sicurezza e sistemi di imbracatura e vincolo a parti fisse per uscire dalla gabbia. Deve essere prevista, oltre a rigorose procedure di rizzaggio/derizzaggio dall’interno della gabbia o al di fuori di essa, anche un’azione di sorveglianza diretta da parte di un preposto (su nave). Condizione necessaria è che le figure coinvolte nella movimentazione della gabbia con persone a bordo  siano dotate di sistema idoneo di comunicazione (es. radio ricetrasmittente). Corrette procedure nell’utilizzo di scale (scale a norma, assicurare la tenuta al piede). Attenzione nel percorrere passerelle, ponti, corridoi a bordo, potenzialmente scivolosi; controllo sul riordino e lo sgombero delle attrezzature; DPI specifici (guanti, scarpe antinfortunistiche, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

4.      Gestione delle sequenze operative a bordo in maniera tale che sia garantita per ogni operazione in corso una sufficiente illuminazione (usualmente fornita dalla  portainer);

5.      Attenzione nella manipolazione dei sistemi di rizzaggio, se necessario lavorare in coppia. Informazione e formazione dei lavoratori sulle corrette procedure di movimentazione manuale dei carichi;

6.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico). Disponibilità di accesso a posti di ricovero e ristoro;

7.      Controllo dell’esposizione al rumore con rilevazioni; utilizzo di DPI specifici (cuffie e tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AB              Full CTR

 

AB2.1         Costituzione di cataste prestivate di CTR / Consegna sottobordo con semovente di CTR

                   Deposito a terra e disposizione con semovente a piazzale

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Costituzione di cataste prestivate di CTR / Consegna sottobordo con semovente di CTR

- Deposito a terra e disposizione con semovente a piazzale

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

10 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Nelle zone di piazzale di un Terminal, divise tra Import ed Export, la sistemazione sottobordo dei CTR destinati all’imbarco avviene secondo un ordine di divisione per dimensioni, classi di peso, porti di destinazione, tipologie e  classi di pericolo IMO.

Nei Terminal ove, per ragioni legate alla disponibilità di spazi e attrezzature, gli accatastamenti vengono fatti in diretta adiacenza alla zona d’imbarco, questi sono già posizionati su cataste con un ordine funzionale all’imbarco (pre-stivati); successivamente vengono utilizzate gru a rotazione portuale per l’imbarco diretto dei CTR della catasta pre-stivata.

Nei casi in cui la gru a rotazione portuale non arriva a poter prelevare un CTR, la consegna sottobordo viene effettuata a mezzo della stessa semovente con spreader che opera la presa a piazzale.

Queste due fasi costituiscono un sistema alternativo all’utilizzo della motrice a ralla portuale per il trasferimento sottobordo. L’utilizzo del carrello elevatore con forche, in alternativa alla semovente dotata di spreader, può riguardare soltanto i CTR  forniti delle apposite tasche.

 

In fase di sbarco, la gru a rotazione portuale deposita il CTR sottobordo e la semovente ne opera il posizionamento a piazzale.

 

Profili professionali presenti: rallista, gruista, carrellista o semoventista, capoturno e caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Semovente

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Gru a rotazione portuale

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento di persone a piedi da parte di mezzi in circolazione sottobordo: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di caduta di carichi sospesi: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di caduta di persone e/o mezzi in mare: tutti i profili professionali;

4.      Ribaltamento di carichi e mezzi durante la circolazione sottobordo: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di collisione tra mezzi operativi e tra questi e strutture fisse: rallisti, carrellisti, gruisti;

6.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione sottobordo;

2.      Traumi e lesioni gravi da caduta di carichi sospesi;

3.      Sommersione o annegamento per caduta in mare. Tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova in un Terminal del comparto nel corso del 2001 e di altri episodi meno gravi;

4.      Traumi e lesioni da investimento e/o schiacciamento da parte di mezzi e carichi ribaltati durante la circolazione sottobordo;

5.      Traumi e lesioni da scontro fra mezzi in movimentazione;

6.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni microclimatiche sfavorevoli);

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Aree di lavoro e di viabilità sottobordo definite e chiaramente demarcate, mantenute continuamente libere da ingombri (tacchi di legno, reggette, materiali di risulta). Evitare accumuli di CTR sottobordo a seguito di scartaggi che causino intralcio o riduzione della visibilità. Tenersi a distanza dell’area di manovra della semovente, predisporre se occorre un servizio di segnalazione. Predisposizione di camminamenti dedicati al transito pedonale (ad es. marittimi, spedizionieri, agenti, periti, ecc.). DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanalerìa, cicalini ecc.);

2.      Coordinamento stretto dei mezzi contemporaneamente in movimento in modo da evitare presenza di mezzi sotto carichi sospesi; per il personale a piedi mantenersi a distanza dai mezzi in movimento fino ad imbarco terminato;

3.      Delimitazione del ciglio banchina con linee di demarcazione invalicabili. Organizzazione del lavoro nell’area in modo da non effettuare operazioni a ridosso del ciglio banchina. Informare e sensibilizzare gli esposti. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi e attrezzature di recupero di persone cadute in mare e pianificazione degli eventuali interventi in emergenza con personale specificamente formato e addestrato al suo utilizzo. Aree di lavoro idoneamente illuminate;

4.      Controllo del rispetto dei parametri limite di velocità di circolazione dei mezzi, controllare il baricentro degli stessi a caricamento avvenuto, verificare l’idoneità della pavimentazione stradale, provvedere alla manutenzione dei piani banchina (con interventi di appianamento, controllo e ripristino di pendenze, eliminazione di buche, dissesti avvallamenti e dossi);

5.      Limitare il numero dei mezzi nell’area operativa, definire procedure rigorose per le operazioni di consegna sottobordo e imbarco. Verificare l’assenza di ingombri nel raggio di azione della gru a rotazione portuale che, data l’estrema mobilità del braccio rotante può intercettare parti fisse della nave o altri mezzi presenti. Formazione specifica del personale gruista;

6.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico). Disponibilità di accesso a posti di ricovero e ristoro;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali ; Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

      

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AB             Full CTR

 

AB2.2         Sollevamento e imbarco a bordo con gru a rotazione portuale

                   Sbarco a terra con gru a rotazione portuale

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Sollevamento e imbarco a bordo con gru a rotazione portuale

- Sbarco a terra con gru a rotazione portuale

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Fattori ergonomici;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

20 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

L’imbarco dei CTR avviene operando con la gru a rotazione portuale. Questa può provvedere direttamente al prelievo del CTR dalla colonna prestivata a piazzale, quando l’accatastamento è adiacente al ciglio banchina, oppure prelevare il CTR consegnato da semovente a spreader o carrello a forche.

 In queste due tipologie non si utilizzano motrici a ralla portuale.

 Nel caso di twist-lock semi automatici in questa fase si esegue la rituale operazione di guarnitura a terra da parte degli addetti rizzatori. Negli altri casi il fissaggio con twist-lock manuali è eseguito a bordo dai rizzatori (vedere fase AB2.3).

 

Lo sbarco è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: gruista, semoventista, rizzatore, capoturno, capopiazzale, smarcatore, stivatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Gru a rotazione portuale

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Semovente

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Caduta di CTR dall’alto per gravi errori di manovra o mal funzionamenti della gru a rotazione (es. urti di CTR sospesi con pile a terra o a bordo, sfilamenti accidentali del carico): tutti i profili professionali;

2.      Postura errata assunta dal conduttore di gru durante il lavoro in cabina, vibrazioni in cabina: gruisti;

3.      Rumore impulsivo rilevante (per urti dei CTR su strutture metalliche): tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di caduta da scale di accesso ai mezzi operativi o alle gru: gruisti, semoventisti;

5.      Caduta di attrezzature di rizzaggio mal posizionate durante le parabole aeree dei CTR: rizzatori, capiturno, capopiazzale, smarcatori, stivatori;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da schiacciamento per caduta dall’alto di CTR;

2.      Malattie muscolo - scheletriche. Patologie da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo durante il lavoro alla guida di gru (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

3.      Ipoacusia da trauma acustico acuto;

4.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dal mezzo operativo;

5.      Traumi e lesioni da schiacciamento per caduta di attrezzature di rizzaggio dall’alto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Formazione e addestramento specifici del personale conduttore di gru a rotazione portuale. Evitare turni di lavoro consecutivi affaticanti, cautela nelle traiettorie paraboliche dei CTR. Non operare carichi sospesi o in prossimità delle cataste dei CTR. Definizione di sequenze di imbarco tali che i rizzatori possano operare in zone escluse dalla traiettoria della gru;

2.      Sedili ergonomici ai posti di guida della gru;

3.      Controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo; se praticabile, interventi di riduzione alla fonte del rumore.  Utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

4.      Mantenere i dispositivi di accesso ai mezzi operativi puliti da eventuali parti di grasso o altre sostanze scivolose, cautela durante la salita e discesa dai mezzi. Utilizzo di DPI specifici (scarpe antinfortunistiche);

5.      Non operare sotto le parabole aeree dei CTR movimentati, nella fase di guarnitura sottobordo dei twist semiautomatici accertarsi della corretta collocazione del twist. DPI specifici: elmetto;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AB              Full CTR

 

AB2.3         Posizionamento e ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Posizionamento e ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

- Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

15 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni d’imbarco avvengono secondo pianificazione codificata. Usualmente dapprima s’imbarcano i CTR nelle stive cellulari che vengono poi chiuse a mezzo degli appositi portelloni che fungono da piano di coperta per i successivi imbarchi e accatastamenti di CTR. La posizione in verticale del CTR è chiamata “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato al piano coperta, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

I CTR allocati in stive cellulari non necessitano di particolare rizzaggio, essendo la conformazione delle stive e i sistemi di scorrimento a guide sufficienti a garantire la stabilità del carico durante la navigazione. Durante il caricamento le diverse distribuzioni di pesi sulla nave provocano sollecitazioni e possibili oscillazioni che devono essere costantemente monitorate dal comando di bordo per garantire il mantenimento della verticalità: un difetto d’allineamento può causare blocco dei CTR durante la discesa, con danneggiamento alle guide (con rischio di fermo delle operazioni per le riparazioni da parte del personale marittimo, in condizioni difficili e di rischio di caduta dall’alto).

Per le navi non cellulari, o per le navi cellulari con baie da 40’ dove vengono imbarchi di contenitori da 20’, è viceversa necessaria la messa in opera dei piedini in stiva.

Per il rizzaggio successivo in coperta, per il tiro oltre il primo, i rizzatori posizionano i twist-lock, se manuali, sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, a imbarco effettuato del CTR, azionano manualmente le apposite leve per il blocco; se i twist-lock sono semi automatici, la guarnitura avviene preliminarmente a terra alla base del CTR da imbarcare e il blocco del CTR avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo.

Sono predisposti i tiranti diagonali, per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave. La posa dei tiranti di rizzaggio può essere singola o incrociata; dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. Tale rizzaggio supplementare, a seconda della tipologia di nave, della zona e delle sollecitazioni trasmesse in navigazione alle strutture, e a seconda del peso e del tipo di contenitore, è necessario sino al terzo tiro di sovrappilaggio. All’ultimo tiro delle cataste, su piani complanari, si fissano i bridge per rendere solidali le cataste.

Per il lavoro in quota, i rizzatori utilizzano gabbie porta persone o scale portatili per la sistemazione manuale delle attrezzature. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. Per i CTR termoregolati, terminato il rizzaggio, si dispone l’allaccio alle utenze elettriche da parte del personale marittimo.

 

Il disancoraggio è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, stivatore, smarcatore, capoturno e caposquadra, .

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbie porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di caduta d’attrezzature dall’alto (in particolare twist lock): tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di urto, schiacciamento, cesoiamento con CTR in fase di posizionamento o con attrezzature di rizzaggio: rizzatori, stivatori, segnalatori;

3.      Pericolo di caduta dall’alto o in piano di persone: rizzatori, stivatori, segnalatori;

4.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

5.      Movimentazione manuale dei carichi per manipolazione attrezzature di rizzaggio: rizzatori;

6.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da schiacciamento per caduta di attrezzature dall’alto;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento o urto da parte dei sistemi di rizzaggio. Traumi e lesioni gravi da  investimento o schiacciamento da parte di CTR. Ferite da taglio e da punta dai sistemi di rizzaggio;

3.      Traumi e lesioni da caduta dall’alto o in piano;

4.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

5.      Traumi e lesioni per urti nella manipolazione delle attrezzature di rizzaggio e malattie muscolo - scheletriche dovute a scorretta movimentazione manuale dei carichi;

6.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Mantenersi fuori dalle parabole aeree dei carichi fino al completo posizionamento dei CTR. Cautela nella manipolazione di attrezzature nella fase di preparazione al rizzaggio. Obbligo di trasporto su gabbia dei twist lock eccedenti quelli richiesti; divieto del lancio degli stessi dall’alto in coperta. DPI specifici (guanti, scarpe antinfortunistici, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

2.      Coordinamento delle operazioni di rizzaggio con l’operatività della gru; formazione del personale alle corrette procedure in situazioni di interazione tra mezzi di sollevamento e addetti a piedi: per il gruista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con il segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino ad imbarco terminato; avviare l’operazione manuale di guarnitura e rizzaggio solo in assenza di carico sospeso o di altre attrezzature o macchine interagenti;  non operare zone interessate da altri rizzaggi. DPI specifici (guanti, scarpe anti­nfortunistiche, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

3.      Utilizzo per le operazioni di rizzaggio in quota di gabbie porta persone, di cinture di sicurezza e sistemi di imbracatura e vincolo a parti fisse per uscire dalla gabbia. Corrette procedure nell’utilizzo di scale (scale a norma, assicurare la tenuta al piede). Attenzione nel percorrere passerelle, ponti, corridoi a bordo, potenzialmente scivolosi; controllo sul riordino e lo sgombero delle attrezzature; DPI specifici (guanti, scarpe antinfortunistiche, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

4.      Gestione delle sequenze operative a bordo in maniera tale che sia garantita per ogni operazione in corso una sufficiente illuminazione (usualmente fornita dalla  portainer);

5.      Attenzione nella manipolazione dei sistemi di rizzaggio, se necessario lavorare in coppia. Informazione e formazione dei lavoratori sulle corrette procedure di movimentazione manuale dei carichi;

6.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico). Disponibilità di accesso a posti di ricovero e ristoro;

7.      Controllo dell’esposizione al rumore con rilevazioni; utilizzo di DPI specifici (cuffie e tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC1.1        Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo

                   Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo

-         Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

160 – Media totale sui 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage e/o sulla coperta della nave. L’ingresso della motrice a ralla portuale sulla rampa di accesso della nave avviene a marcia avanti o, se assenti gli spazi di manovra necessari all’inversione di marcia per predisporsi al prelievo del CTR, in retromarcia. Questo caso accade ad esempio in garage piccoli, durante la fase conclusiva d’imbarco degli ultimi CTR o lo stadio iniziale di sbarco dei primi CTR.

 

Imbarco con motrice a ralla e predisposizione al prelievo (da parte di carrello elevatore) del CTR: la motrice a ralla portuale che porta sul pianale il CTR che deve essere imbarcato dirige, a velocità moderata, nella zona prefissata secondo il piano d’imbarco consegnato allo stivatore, quest’ultimo sistemato all’entrata della nave. La motrice a ralla portuale arriva sul punto di prelievo designato, nel caso predisponendosi allo scarico con una manovra d’inversione di marcia, e attende che il carrello elevatore prelevi il CTR.

 

Sbarco con motrice a ralla e predisposizione alla consegna del CTR: il rallista, alla guida di motrice con il semirimorchio vuoto, giunto sul punto di consegna designato, se del caso attraverso la manovra di retromarcia, attende che sia caricato dal carrello elevatore il CTR, che deve sbarcare, sul semirimorchio.

 

Profili professionali presenti: rallista, stivatore, smarcatore - spuntatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio o semirimorchio ribassato

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di urti della motrice a ralla portuale contro parti nave o strutture o merci con conseguente rischio per l’operatore: rallista;

2.      Pericolo di perdita del carico o non tenuta strutturale del semirimorchio a causa del peso eccessivo: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di investimento del personale pedonale: tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di caduta in mare uomo e/o veicolo: tutti i profili professionali;

5.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

6.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Malattie muscolo – scheletriche e patologie da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, causate da posture errate, vibrazioni, contraccolpi durante il lavoro alla guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento e/o schiacciamento da parte del materiale movimentato;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

4.      Sommersione o annegamento per cadute in mare. Tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova in un Terminal del comparto nel corso del 2001 e di altri episodi meno gravi;

5.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

6.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da fumi e gas di scarico. Patologie  delle mucose oculari di tipo irritativo. Dermatiti da contatto irritative o allergiche;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Adeguata illuminazione e segnalazione delle parti fisse o delle strutture o delle merci. Definire e mantenere sgombre le vie di transito o passaggio;

2.      Verificare se possibile il carico, attraverso  pesata o documenti di spedizione, e successivamente adeguare il mezzo di trasporto al carico da trasportare;

3.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle corrette procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

4.      Protezione con barriere ove possibile e segnalazione dei punti più critici di pericolo di caduta in mare. Organizzazione della viabilità in modo che i percorsi dei pedoni e dei mezzi risultino distanti dal ciglio banchina. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi di recupero di persone cadute in mare;

5.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

6.      Utilizzo d’impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü      Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali -  Capo V illuminazione

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi d’esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

       IMO IMDG Code Regole per il trasporto di merci pericolose

 

       Decreto ministeriale 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In garage, sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale trafficato.

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC1.2        Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento

                   Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento

-         Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

330 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

In questa fase le operazioni descritte sono svolte sia all’interno dei garage sia sulla coperta della nave.

 

Prelievo da semirimorchio con carrello specifico e posizionamento: un carrello elevatore dotato di forche, o di spreader, si avvicina al CTR presente sul semirimorchio condotto dalla motrice a ralla, lo inforca o lo aggancia, lo solleva, compie una manovra di retromarcia, e si avvia verso il punto di posizionamento definitivo sulla nave. L’area di posizionamento è stata precedentemente preparata per lo scopo predisponendo dei twist-lock, a terra se si tratta di primo tiro, nelle asole superiori dei CTR se si tratta di tiri successivi, utilizzando scale portatili. Il CTR è appoggiato sui sistemi di vincolo. Successivamente, l’autista della motrice a ralla portuale si allontana dall’area per permettere il successivo arrivo di un altro mezzo.

 

Posizionamento su semirimorchio con carrello specifico e sbarco: il carrellista si dirige verso il CTR da prelevare a bordo, lo inforca nelle apposite tasche o lo aggancia, lo solleva, compie una manovra di retromarcia e si dirige, marcia avanti, verso la motrice a ralla portuale, precedentemente sistemata. A questo punto, depositato il CTR sul semirimorchio, dà il segnale di via libera per il conducente della motrice a ralla portuale che si allontana.

 

Profili professionali presenti: Rallista, semoventista, rizzatore, caposquadra, stivatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio o semirimorchio ribassato

ü      Scale portatili

ü      Twist-lock

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale che dispone i blocchi d’angolo: rizzatori;

2.      Pericolo di essere colpiti da carichi sospesi o  movimentati: tutti i profili professionali;

3.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

4.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa della caduta dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

6.      Pericolo di caduta da scale portatili, di scivolamento e di caduta dall’alto: rizzatori;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento da parte di mezzi in transito a danno dei rizzatori in fase di guarnitura;

2.      Traumi e lesioni gravi da urto/investimento da parte di carichi sospesi o movimentati;

3.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

4.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas, fumi di scarico. Dermatiti da contatto irritative o allergiche. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo;

5.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio;

6.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto e da scivolamento;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Utilizzo di carrelli dotati di efficienti sistemi di segnalazione (luminosa e sonora). Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle corrette procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

2.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino al posizionamento del CTR. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

3.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

4.      Utilizzo d’impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

5.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI specifici (elmetto di protezione, guanti di protezione, scarpe antinfortunistiche);

6.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Nota: Gli infortuni dovuti a interazione tra mezzi e personale a piedi sono estremamente frequenti e gravi in questa fase.

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü      Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse;  Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In garage, sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale.

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC1.3        Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

-         Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

180 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage e/o sulla coperta della nave. La posizione in verticale del CTR è indicata tramite il “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato al piano di coperta, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

 

Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio: per il tiro oltre il primo, i twist-lock, se manuali, sono posizionati sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, ad imbarco effettuato, si azionano manualmente, con le apposite leve, per il blocco; se semi automatici la guarnitura avviene preliminarmente a terra, piazzando i twist-lock alla base del CTR da imbarcare, e il blocco avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo. Sono eventualmente predisposti i tiranti diagonali (barre di fissaggio), per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave, secondo la modalità prevista dal comando nave. La posa dei tiranti di rizzaggio può essere incrociata (punto in basso a destra verso sinistra del punto in alto e viceversa) in funzione dei piani di rizzaggio preventivamente stabiliti in fase di costruzione della nave. Dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. L’ultimo tiro (generalmente il terzo) è fissato mediante sistemazione di bridge sul cielo dei CTR per rendere solidali le cataste. I rizzatori utilizzano scale portatili o aste per la chiusura manuale in quota delle attrezzature o, in casi in cui sia possibile, gabbie porta persone (ovviamente solo in coperta) sospese allo spreader della gru di banchina. Le scale sono talvolta di proprietà della nave. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. In conclusione il personale della nave effettua l’allaccio dei collegamenti elettrici per CTR termoregolati, se presenti.

 

Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio: scollegamento delle connessioni elettriche per CTR termoregolati, se presenti. I sistemi di rizzaggio, twist-lock ed eventuali tiranti diagonali, vengono aperti e scollegati, per poi essere successivamente riposti in appositi recipienti forniti dal bordo.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbia porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di essere colpiti da carichi sospesi o movimentati: tutti i profili professionali;

2.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di investimento/schiacciamento a causa della caduta dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

4.      Pericolo di caduta da scale portatili: rizzatori;

5.      Caduta o scivolamento da piani non uniformi: rizzatori;

6.      Strappi muscolari dovuti a caduta delle rizze e/o delle aste d’apertura dei twist lock: rizzatori;

7.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne o in garage (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

8.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

9.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da carichi sospesi o movimentati;

2.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas, fumi e gas. Dermatiti da contatto irritative o allergiche. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio;

4.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto;

5.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta;

6.      Malattie muscolo – scheletriche derivate da pesi non trattenuti o sforzi eccessivi;

7.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

8.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

9.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra attigua (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza se in corso movimentazioni di CTR in area attigua a quella di rizzaggio. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

2.      Utilizzo d’impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

3.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (elmetto, guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

4.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

5.      Procedure adeguate alle zone di lavoro, uso delle cinture di sicurezza correttamente vincolate, illuminazione sufficiente a identificare gli ostacoli o le aperture;

6.      Informazione e formazione dei lavoratori alle corrette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, lavorare in coppia;

7.      Utilizzo di impianti di illuminazione supplementari;

8.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

9.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

       Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

    

            Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In garage, sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia ad un ambiente stradale congestionato.

In coperta e in garage, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC2.1        Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

                   Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

- Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

150 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage della nave. L’ingresso, a velocità moderata, della motrice a ralla sulla nave, attraverso la rampa d’accesso, avviene a marcia avanti o, se assenti gli spazi di manovra necessari all’inversione di marcia, in retromarcia. Questo caso accade ad esempio in garage piccoli, durante la fase conclusiva d’imbarco o la fase iniziale di sbarco.

 

Imbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla: la motrice a ralla portuale dirige nel garage da caricare prefissato secondo il piano d’imbarco consegnato allo stivatore. Quest’ultimo, posizionato all’entrata della nave, indirizza i rallisti verso le posizioni assegnate ai CTR e verifica e annota i CTR con semirimorchio imbarcati.

 

Sbarco di CTR e semirimorchi (solidali) con motrice a ralla: il conducente della motrice a ralla portuale, entrato in garage, preleva il CTR e semirimorchio da sbarcare e procede verso la rampa di uscita dirigendosi a terra verso l’area di stoccaggio.

 

Profili professionali presenti: rallista, stivatore, smarcatore - spuntatore

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

                                    

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di urti della motrice a ralla portuale contro parti nave o strutture o merci con conseguente rischio per l’operatore: rallista;

2.      Pericolo di perdita del carico o non tenuta strutturale del semirimorchio  a causa del peso eccessivo: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di investimento del personale pedonale in zona di lavoro: stivatore, smarcatore;

4.      Pericolo di caduta in mare uomo e/o veicolo: tutti i profili professionali;

5.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

6.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Malattie muscolo – scheletriche e patologie da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, causate da posture errate, vibrazioni, contraccolpi durante il lavoro alla guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte del materiale movimentato

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

4.      Sommersione o annegamento per caduta in mare (tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova nel corso del 2001 e di altri episodi meno gravi);

5.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

6.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas, fumi e gas. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo. Dermatiti da contatto irritative o allergiche;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Adeguata illuminazione e segnalazione delle parti fisse o delle strutture o delle merci. Definire e mantenere sgombre le vie di transito o passaggio;

2.      Verificare se possibile il carico,  attraverso pesata o documenti di spedizione, e successivamente adeguare il mezzo di trasporto al carico da trasportare;

3.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

4.      Protezione con barriere ove possibile e segnalazione dei punti più critici di pericolo di caduta in mare. Organizzazione della viabilità in modo che i percorsi dei pedoni e dei mezzi risultino distanti dal ciglio banchina. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi di recupero di persone cadute in mare;

5.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

6.      Utilizzo degli impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       Decreto ministeriale 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

Sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale.

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC2.2        Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla        

                  Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla

- Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

310 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage della nave.

 

Posizionamento in garage del semirimorchio con motrice a ralla: la motrice a ralla portuale si posiziona nella corsia assegnata per il posizionamento del semirimorchio. I rizzatori (generalmente personale dell’impresa di manodopera portuale) posizionano il cavalletto, abbassano le zampe di stazionamento del semirimorchio,  posizionano i tacchi di stazionamento ed sganciano il semirimorchio, compreso il circuito aria dei freni, dalla motrice a ralla portuale.

 

Prelievo in garage del semirimorchio con motrice a ralla: il conducente aggancia il semirimorchio alla motrice a ralla, collegando anche i cavi dell’aria del circuito frenante. Alzate le zampe di stazionamento, tolto il cavalletto e i tacchi, il rallista attende il segnale di via libera dal rizzatore per procedere verso l’uscita.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, rallista, caposquadra.

 

 

 

 

 

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio

ü      Cavalletto

ü      Cunei (tacchi) di stazionamento

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale in zona di lavoro: rizzatori;

2.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa dell’uso di attrezzature pesanti, cedimento/ rottura dei sistemi di rizzaggio (catene ecc.): rizzatori;

3.      Movimentazione manuale dei carichi (cavalletti, zampe di stazionamento): rizzatori;

4.      Pericolo di urto di parti del corpo (arti, capo) con strutture per spazi insufficienti di lavoro o per caduta/scivolamento in piano a seguito di ingombri: rizzatori;

5.      Pericolo di proiezione da parte delle ruote dei mezzi dei tacchi di posizionamento: tutti i profili professionali;

6.      Esposizione a fumi e gas di scarico: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

8.      Cedimento strutturale del veicolo: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in transito;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio;

3.      Malattie muscolo - scheletriche;

4.      Traumi e lesioni per urto di parti del corpo con strutture;

5.      Traumi e lesioni gravi da proiezione di materiale lasciato a piazzale o in corsia (in particolare cunei), a seguito di compressione con gomme dei mezzi in transito. Tra i casi di infortuni occorsi a Genova negli ultimi anni in questa fase di lavoro tre, determinati dalla proiezione di tacchi di stazionamento, in particolare hanno comportato lesioni molto gravi, fratture di arti e danni ad organi interni a lavoratori portuali;

6.      Condizioni morbose respiratorie da inalazione di fumi e gas. Intossicazioni da gas e fumi. Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo. Dermatiti da contatto irritative o allergiche;

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

8.      Traumi e lesioni gravi per cedimento strutturale del veicolo;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle procedure di guida dei mezzi. Presenza di preposto segnalatore. Corrette procedure di coordinamento tra personale a piedi e rallisti. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

2.      Formazione del personale al corretto utilizzo delle attrezzature. Uso di specifici DPI (guanti e scarpe antinfortunistiche);

3.      Formazione a corrette procedure di movimentazione attrezzature pesanti. Lavoro in coppia;

4.      Distanze di posizionamento dei mezzi adeguate, uso di elmetti con sottogola, corrette procedure di immediato deposito dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli;

5.      Procedure di lavoro che prevedano in fase di sbarco l’immediata rimozione e lo stoccaggio in appositi cassoni dei tacchi di stazionamento;

6.      Utilizzo degli impianti di ventilazione di bordo per tutto il periodo delle operazioni commerciali. Procedure per l’accensione preordinata del motore. Riduzione, attraverso adeguate procedure, del sovraffollamento dei mezzi. Controllo istantaneo delle concentrazioni di ossido di carbonio con rilevatori dotati di allarme; in caso di superamento di livelli prefissati, utilizzo di idonei D.P.I. respiratori e sospensione delle lavorazioni;

7.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

8.      Inibizione all’imbarco di mezzi con carico eccedente la portata;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

Titolo VII bis Protezione da agenti chimici

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       Decreto ministeriale 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione delle emergenze

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.13 Lavori in stiva

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

Sviluppo e dispersione di fumi e gas di scarico delle motrici a ralla; il rischio è quantificabile in analogia all’ambiente stradale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC2.3        Ancoraggio del semirimorchio con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del semirimorchio dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Ancoraggio del semirimorchio con sistemi di rizzaggio

- Disancoraggio del semirimorchio dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

180 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono all’interno dei garage della nave.

 

Ancoraggio dei semirimorchi con sistemi di rizzaggio: all’imbarco, dopo aver posizionato i tacchi di stazionamento, il semirimorchio viene ancorato alla nave da parte dei rizzatori a mezzo di sistemi di fissaggio costituiti da catene con tensionatori o aste con tornichetti. Vengono collegate ai quadri elettrici di bordo le alimentazioni elettriche dei CTR frigo o mezzi refrigerati se presenti.

 

Disancoraggio dei semirimorchi dai sistemi di rizzaggio: allo sbarco, la squadra di lavoro (rizzatori) libera dai vincoli i semirimorchi, partendo dal fondo garage e procedendo verso l’uscita. Successivamente i rizzatori dispongono il materiale di rizzaggio ed i tacchi negli appositi recipienti. Vengono scollegate dai quadri elettrici di bordo le alimentazioni elettriche dei CTR frigo o mezzi refrigerati se presenti.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Tacchi di stazionamento

 

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di  schiacciamento delle mani dovuto all’uso di tensionatori manuali: rizzatori;

2.      Movimentazione manuale dei carichi, pericolo di lesioni da sforzo muscolare: rizzatori;

3.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi, lesioni da schiacciamento arti superiori;

2.      Malattie muscolo – scheletriche;

3.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Utilizzo di prolunghe da inserire sui tensionatori manuali, utilizzo di specifici DPI (guanti) e lavorare in coppia;

2.      Utilizzo di prolunghe da inserire sui tensionatori manuali, formazione a corrette procedure di movimentazione dei carichi, lavorare in coppia;

3.      Riduzione del numero di mezzi in movimento e controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni con rilevazioni di rumore sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali; Capo V illuminazione;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III - Prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI - Informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

 

Titolo  II - Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III - Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV - Uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo V - Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 Obblighi del datore di lavoro

Art.49 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 - Requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 - Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.13 Lavori in stiva

Art.17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

L’operazione di ancoraggio non determina rischio esterno

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC3.1        Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo

                   Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e sbarco a terra

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Prelievo e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo

- Prelievo da nave con gru di banchina e/o di bordo e  sbarco a terra

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Fattori ergonomici; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

150 – media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono tra l’area di banchina sottostante la gru e la coperta della nave.

 

Prelievo da banchina e imbarco su nave con gru di banchina e/o di bordo: la gru di banchina (o sporadicamente la gru di bordo) preleva da semirimorchio, mediante lo spreader, il CTR, lo solleva e lo deposita sulla coperta della nave.

 

Prelievo da nave con gru di banchina (e/o di bordo) e trasporto a terra: la gru di banchina (o sporadicamente la gru di bordo) preleva, mediante lo spreader, il CTR dalla coperta della nave, lo solleva e lo deposita in banchina sul semirimorchio.

 

Profili professionali presenti: gruista, rallista, rizzatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Gru di banchina

ü      Gru di bordo

ü      Spreader

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio” 

 

1.      Postura incongrua e carenze ergonomiche del posto di guida nella cabina della gru, microclima sfavorevole della cabina: gruista;

2.      Pericolo di investimento/schiacciamento degli operatori per caduta o sbilanciamento del sistema spreader/CTR o errore di manovra: rallisti, rizzatori;

3.      Pericolo di investimento per caduta dei sistemi di rizzaggio dall’alto: rizzatori,  rallisti;

4.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

5.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Malattie muscolo - scheletriche. Patologia da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo, stress termico durante il lavoro alla guida di mezzi (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento e/o schiacciamento da parte di carichi sospesi;

3.      Traumi e lesioni gravi da caduta di materiali di rizzaggio dall’alto; più frequentemente lesioni  alla parte superiore del corpo;

4.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da esposizione a condizioni climatiche sfavorevoli);

5.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi

 

1.      Prevedere periodi di riposo e/o di turnazione. Climatizzare adeguatamente la cabina. Comandi e sedili progettati ergonomicamente (eventuale cintura di trattenuta in posizione protesa);

2.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Prevedere procedure di lavoro tali da non consentire il passaggio aereo del CTR al di sopra del personale a piedi presente nell’area operativa durante le fasi d’imbarco o di sbarco. In analogia per le operazioni effettuate con la gabbia porta persone si deve prevedere, oltre a rigorose procedure, anche un’azione di sorveglianza diretta da parte di un preposto (su nave). Condizione necessaria è che le figure coinvolte nella movimentazione della gabbia con persone a bordo  siano dotate di sistema idoneo di comunicazione (es. radio ricetrasmittente). Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

3.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (elmetto, guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

4.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

5.      Controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali -  Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC3.2        Posizionamento definitivo del CTR in coperta

                   Prelievo del CTR dalla coperta

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Posizionamento definitivo del CTR in coperta

- Prelievo del CTR dalla coperta

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

240 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono sulla coperta.

 

Prelievo del CTR con carrello specifico e posizionamento in coperta: un carrello a forche, o dotato di spreader, aggancia o inforca il CTR precedentemente depositato dalla gru, lo solleva, effettua una manovra di retromarcia e si dirige, a marcia avanti, verso il punto di collocazione definitiva sulla coperta. L’area di  posizionamento è stata precedentemente preparata per lo scopo dai rizzatori predisponendo i twist-lock nelle margherite, se si tratta di primo tiro, o nelle asole superiori dei CTR con scale portatili, se si tratta di tiri successivi. Questa operazione di guarnitura (che serve per poter vincolare un eventuale CTR  da porre superiormente) viene effettuata sul CTR appena depositato dalla gru di banchina nell’apposita area. Da qui il CTR viene prelevato dal carrello, portato e quindi appoggiato nella posizione finale sui sistemi di vincolo. Il carrellista infine, compiendo una manovra di retromarcia uguale e contraria, si dirige nuovamente verso il punto d’arrivo dei CTR sulla coperta.

 

Prelievo del CTR in coperta con carrello specifico: il carrellista si dirige verso il CTR da prelevare dalla coperta, lo aggancia o inforca nelle apposite tasche, lo solleva, compie una manovra di retromarcia, si dirige verso il punto di presa del CTR da parte della gru di banchina o di bordo. Qui deposita il pezzo e si allontana predisponendosi ad un’altra operazione.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, semoventista – carrellista, smarcatore – spuntatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale in zona di lavoro da carrelli in movimento: rizzatori;

2.      Pericolo di investimento da carichi movimentati: tutti i profili professionali;

3.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

5.      Pericolo di caduta da scale portatili: rizzatori;

6.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento da parte di carrelli in movimento a danno dei rizzatori in fase di guarnitura;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento da carichi movimentati;

3.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

4.      Traumi e lesioni gravi da investimento per caduta di sistemi di rizzaggio dall’alto; più frequentemente lesioni  alla parte superiore del corpo;

5.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto;

6.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Applicare percorsi per quanto possibile separati per persone e mezzi. Utilizzo di carrelli dotati di efficienti sistemi di segnalazione (acustica e luminosa). Installazione e rispetto della segnaletica di sicurezza. Formazione del personale alle corrette procedure di guida dei mezzi. Fornitura di DPI specifici (vestiario ad alta visibilità);

2.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino al posizionamento del CTR. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

3.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

4.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

5.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

6.      Controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Nota: Questa fase di lavoro è stata alla base di un infortunio mortale occorso in un Terminal del comparto nell’anno 1998, a danno di un rizzatore dell’impresa di manodopera portuale, investito in coperta da un carrello in movimento. Gli infortuni dovuti a interazione tra mezzi e personale a piedi sono estremamente frequenti e gravi in questa fase.

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali -  Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC3.3        Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

-         Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

180 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni descritte avvengono sulla coperta della nave. La posizione in verticale del CTR è indicata tramite il “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato sul piano di coperta o di fondo stiva, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

 

Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio: per il tiro oltre il primo, i rizzatori  posizionano i twist-lock, se manuali, sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, ad imbarco effettuato del CTR, azionano manualmente le apposite leve per il blocco; se i twist-lock sono semi automatici la guarnitura avviene preliminarmente a terra, piazzando i twist-lock alla base del CTR da imbarcare, e il blocco avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo. Sono eventualmente predisposti i tiranti diagonali, per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave, secondo la modalità prevista dal comando nave. La posa dei tiranti di rizzaggio è incrociata (punto in basso a destra verso sinistra del punto in alto e viceversa). Dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. L’ultimo tiro (generalmente il terzo), su piani complanari, è fissato mediante sistemazione di bridge sul cielo dei CTR per rendere solidali le cataste. I rizzatori utilizzano scale portatili per la sistemazione manuale in quota delle attrezzature o, in casi rari in cui sia possibile, gabbie porta persone. Le scale sono talvolta di proprietà della nave. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. In conclusione il personale della nave effettua l’allaccio dei collegamenti elettrici per CTR termoregolati, se presenti.

 

Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio alla coperta: scollegamento delle connessioni elettriche per CTR termoregolati, se presenti. I sistemi di rizzaggio, twist-lock ed eventuali tiranti diagonali, vengono aperti e scollegati, per poi essere successivamente riposti in appositi recipienti forniti dal bordo.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbia porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di essere colpiti da carichi sospesi o movimentati: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di investimento/schiacciamento a causa della caduta dei sistemi di rizzaggio: rizzatori;

3.      Pericolo di caduta da scale portatili: rizzatori;

4.      Strappi muscolari dovuti a caduta delle rizze e/o delle aste d’apertura dei twist lock: rizzatori;

5.      Caduta o scivolamento da piani non uniformi: rizzatori;

6.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

7.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

8.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da carichi sospesi o movimentati;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento/schiacciamento da parte dei sistemi di rizzaggio, più frequentemente alla parte superiore del corpo e agli arti;

3.      Traumi e lesioni gravi da caduta dall’alto;

4.      Malattie muscolo – scheletriche derivate da pesi non trattenuti o sforzi eccessivi;

5.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta;

6.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

7.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

8.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Formazione del personale alle corrette procedure per la movimentazione in situazioni di interazione tra mezzi e personale a piedi. Per il carrellista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra attigua (visivamente o tramite comunicazioni con l’eventuale segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza se in corso  movimentazioni di CTR in area attigua a quella di rizzaggio. Fornitura e controllo dell’utilizzo dei DPI (elmetto, vestiario ad alta visibilità, scarpe antinfortunistiche);

2.      Corrette procedure di rimozione e immediato deposito (in fase di sbarco) dei materiali di rizzaggio in adeguate aree o cassoni o cestelli, utilizzo di DPI (elmetto, guanti di protezione e scarpe antinfortunistiche);

3.      Utilizzo di scale portatili a norma e trattenute al piede;

4.      Informazione e formazione dei lavoratori alle corrette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, lavorare in coppia;

5.      Procedure di lavoro adeguate alle zone di lavoro, uso delle cinture di sicurezza correttamente vincolate, illuminazione sufficiente a identificare gli ostacoli o le aperture;

6.      Utilizzo di impianti di illuminazione supplementari;

7.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

8.      Controllo dei comportamenti che determinano urti sulle strutture metalliche, controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo, utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

    

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

      

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

Art.34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e/o a carico orizzontale

Art.36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

In coperta, CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC4.1         Costituzione di cataste prestivate di CTR / Consegna sottobordo con semovente di CTR

                   Deposito a terra e disposizione con semovente a piazzale

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Costituzione di cataste prestivate di CTR / Consegna sottobordo con semovente di CTR

- Deposito a terra e disposizione con semovente a piazzale

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

10 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Nelle zone di piazzale di un Terminal, divise tra Import ed Export, la sistemazione sottobordo dei CTR destinati all’imbarco avviene secondo un ordine di divisione per dimensioni, classi di peso, porti di destinazione, tipologie e  classi di pericolo IMO.

Nei Terminal ove, per ragioni legate alla disponibilità di spazi e attrezzature, gli accatastamenti vengono fatti in diretta adiacenza alla zona d’imbarco, questi sono già posizionati su cataste con un ordine funzionale all’imbarco (prestivati); successivamente vengono utilizzate gru a rotazione portuale per l’imbarco diretto dei CTR della catasta prestivata.

Nei casi in cui la gru a rotazione portuale non arriva a poter prelevare un CTR, la consegna sottobordo viene effettuata a mezzo della stessa semovente con spreader che opera la presa a piazzale.

Queste due fasi costituiscono un sistema alternativo all’utilizzo della motrice a ralla portuale per il trasferimento sottobordo. L’utilizzo del carrello elevatore con forche, in alternativa alla semovente dotata di spreader, può riguardare soltanto i CTR forniti delle apposite tasche.

 

In fase di sbarco, la gru a rotazione portuale deposita il CTR sottobordo e la semovente ne opera il posizionamento a piazzale.

 

Profili professionali presenti: rallista, gruista, carrellista o semoventista, capoturno e caposquadra.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Semovente

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Gru a rotazione portuale

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento di persone a piedi da parte di mezzi in circolazione sottobordo: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di caduta di carichi sospesi: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di caduta di persone e/o mezzi in mare: tutti i profili professionali;

4.      Ribaltamento di carichi e mezzi durante la circolazione sottobordo: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di collisione tra mezzi operativi e tra questi e strutture fisse: rallisti, carrellisti, gruisti;

6.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione sottobordo;

2.      Traumi e lesioni gravi da caduta di carichi sospesi;

3.      Sommersione o annegamento per caduta in mare. Tale fattore è stato origine di infortunio mortale nel Porto di Genova in un Terminal del comparto nel corso del 2001 e di altri episodi meno gravi.;

4.      Traumi e lesioni da investimento e/o schiacciamento da parte di mezzi e carichi ribaltati durante la circolazione sottobordo;

5.      Traumi e lesioni da scontro fra mezzi in movimentazione;

6.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni microclimatiche sfavorevoli);

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Aree di lavoro e di viabilità sottobordo definite e chiaramente demarcate, mantenute continuamente libere da ingombri (tacchi di legno, reggette, materiali di risulta). Evitare accumuli di CTR sottobordo a seguito di scartaggi che causino intralcio o riduzione della visibilità. Tenersi a distanza dell’area di manovra della semovente, predisporre se occorre un servizio di segnalazione. Predisposizione di camminamenti dedicati al transito pedonale (ad es. marittimi, spedizionieri, agenti, periti, ecc.). DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanaleria, cicalini ecc.);

2.      Coordinamento stretto dei mezzi contemporaneamente in movimento in modo da evitare presenza di mezzi sotto carichi sospesi; per il personale a piedi mantenersi a distanza dai mezzi in movimento fino ad imbarco terminato;

3.      Delimitazione del ciglio banchina con linee di demarcazione invalicabili. Organizzazione del lavoro nell’area in modo da non effettuare operazioni a ridosso del ciglio banchina. Informare e sensibilizzare gli esposti. Adeguata dotazione, su tutto lo sviluppo delle banchine, di mezzi e attrezzature di recupero di persone cadute in mare e pianificazione degli eventuali interventi in emergenza con personale specificamente formato e addestrato al suo utilizzo. Aree di lavoro idoneamente illuminate;

4.      Controllo del rispetto dei parametri limite di velocità di circolazione dei mezzi, controllare il baricentro degli stessi a caricamento avvenuto, verificare l’idoneità della pavimentazione stradale, provvedere alla manutenzione dei piani banchina (con interventi di appianamento, controllo e ripristino di pendenze, eliminazione di buche, dissesti avvallamenti e dossi);

5.      Limitare il numero dei mezzi nell’area operativa, definire procedure rigorose per le operazioni di consegna sottobordo e imbarco. Verificare l’assenza di ingombri nel raggio di azione della gru a rotazione portuale che, data l’estrema mobilità del braccio rotante può intercettare parti fisse della nave o altri mezzi presenti. Formazione specifica del personale gruista;

6.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico). Disponibilità di accesso a posti di ricovero e ristoro;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali ; Capo V illuminazione;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC4.2        Sollevamento e imbarco a bordo con gru a rotazione portuale

                   Sbarco a terra con gru a rotazione portuale

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Sollevamento e imbarco a bordo con gru a rotazione portuale

- Sbarco a terra con gru a rotazione portuale

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Fattori ergonomici;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

20 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

L’imbarco dei CTR avviene operando con la gru a rotazione portuale. Questa può provvedere direttamente al prelievo del CTR dalla colonna prestivata a piazzale, quando l’accatastamento è adiacente al ciglio banchina, oppure prelevare il CTR consegnato da semovente a spreader o carrello a forche.

 In queste due tipologie non si utilizzano motrici a ralla portuale.

 Nel caso di twist-lock semi automatici in questa fase si esegue la rituale operazione di guarnitura a terra da parte degli addetti rizzatori. Negli altri casi il fissaggio con twist-lock manuali è eseguito a bordo dai rizzatori (vedi fase AC4.3).

 

Lo sbarco è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: gruista, semoventista, rizzatore, capoturno, capopiazzale, smarcatore, stivatore.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Gru a rotazione portuale

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Semovente

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Caduta di CTR dall’alto per gravi errori di manovra o mal funzionamenti della gru a rotazione (es. urti di CTR sospesi con pile a terra o a bordo, sfilamenti accidentali del carico): tutti i profili professionali;

2.      Postura errata assunta dal conduttore di gru durante il lavoro in cabina, vibrazioni in cabina: gruisti;

3.      Rumore impulsivo rilevante (per urti dei CTR su strutture metalliche): tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di caduta da scale di accesso ai mezzi operativi o alle gru: gruisti, semoventisti;

5.      Caduta di attrezzature di rizzaggio mal posizionate durante le parabole aeree dei CTR: rizzatori, capiturno, capopiazzale, smarcatori, stivatori;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da schiacciamento per caduta dall’alto di CTR;

2.      Malattie muscolo - scheletriche. Patologie da vibrazioni trasmesse a tutto il corpo durante il lavoro alla guida di gru (possibile insorgenza di malattia professionale per situazioni perduranti nel tempo);

3.      Ipoacusia da trauma acustico acuto;

4.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dal mezzo operativo;

5.      Traumi e lesioni da schiacciamento per caduta di attrezzature di rizzaggio dall’alto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Formazione e addestramento specifici del personale conduttore di gru a rotazione portuale. Evitare turni di lavoro consecutivi affaticanti, cautela nelle traiettorie paraboliche dei CTR. Non operare carichi sospesi o in prossimità delle cataste dei CTR. Definizione di sequenze di imbarco tali che i rizzatori possano operare in zone escluse dalla traiettoria della gru;

2.      Sedili ergonomici ai posti di guida della gru;

3.      Controllo delle esposizioni al rumore con rilevazioni sul campo; se praticabile, interventi di riduzione alla fonte del rumore.  Utilizzo di DPI specifici (cuffie, tappi auricolari);

4.      Mantenere i dispositivi di accesso ai mezzi operativi puliti da eventuali parti di grasso o altre sostanze scivolose, cautela durante la salita e discesa dai mezzi. Utilizzo di DPI specifici (scarpe antinfortunistiche);

5.      Non operare sotto le parabole aeree dei CTR movimentati, nella fase di guarnitura sottobordo dei twist semiautomatici accertarsi della corretta collocazione del twist. DPI specifici: elmetto;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

A                Imbarco/sbarco CTR

 

AC             Ro – lo / Lo – ro

 

AC4.3        Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

                   Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

- Ancoraggio del CTR con sistemi di rizzaggio

- Disancoraggio del CTR dai sistemi di rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

15 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Le operazioni d’imbarco avvengono secondo pianificazione codificata. Usualmente dapprima s’imbarcano i CTR nelle stive cellulari che vengono poi chiuse a mezzo degli appositi portelloni che fungono da piano di coperta per i successivi imbarchi e accatastamenti di CTR. La posizione in verticale del CTR è chiamata “tiro”. Il primo tiro corrisponde ad un CTR sistemato al piano coperta, il secondo tiro corrisponde al CTR posto sopra al primo e così via.

I CTR allocati in stive cellulari non necessitano di particolare rizzaggio, essendo la conformazione delle stive e i sistemi di scorrimento a guide sufficienti a garantire la stabilità del carico durante la navigazione. Durante il caricamento le diverse distribuzioni di pesi sulla nave provocano sollecitazioni e possibili oscillazioni che devono essere costantemente monitorate dal comando di bordo per garantire il mantenimento della verticalità: un difetto d’allineamento può causare blocco dei CTR durante la discesa, con danneggiamento alle guide (con rischio di fermo delle operazioni per le riparazioni da parte del personale marittimo, in condizioni difficili e di rischio di caduta dall’alto).

Per le navi non cellulari, o per le navi cellulari con baie da 40’ dove vengono imbarchi di contenitori da 20’, è viceversa necessaria la messa in opera dei piedini in stiva.

Per il rizzaggio successivo in coperta, per il tiro oltre il primo, i rizzatori  posizionano i twist-lock, se manuali, sui quattro blocchi d’angolo sul cielo del CTR ospitante e, a imbarco effettuato del CTR, azionano manualmente le apposite leve per il blocco; se i twist-lock sono semi automatici, la guarnitura avviene preliminarmente a terra alla base del CTR da imbarcare e il blocco del CTR avviene automaticamente al suo accatastamento a bordo.

Sono predisposti i tiranti diagonali, per fissare ulteriormente il carico alla coperta della nave. La posa dei tiranti di rizzaggio può essere singola o incrociata; dopo la posa delle attrezzature nelle opportune sedi si opera la messa in tensione dei sistemi d’ancoraggio agendo sugli appositi tiranti. Tale rizzaggio supplementare, a seconda della tipologia di nave, della zona e delle sollecitazioni trasmesse in navigazione alle strutture, e a seconda del peso e del tipo di contenitore, è necessario sino al terzo tiro di sovrappilaggio. All’ultimo tiro delle cataste, su piani complanari, si fissano i bridge per rendere solidali le cataste.

Per il lavoro in quota, i rizzatori utilizzano gabbie porta persone o scale portatili per la sistemazione manuale delle attrezzature. In tale fase si registra la maggiore incidenza d’episodi infortunistici. Per i CTR termoregolati, terminato il rizzaggio, si dispone l’allaccio alle utenze elettriche da parte del personale marittimo.

 

Il disancoraggio è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Profili professionali presenti: rizzatore, stivatore, smarcatore, capoturno e caposquadra, .

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Gabbie porta persone

ü      Scale portatili

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di caduta d’attrezzature dall’alto (in particolare twist lock): tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di urto, schiacciamento, cesoiamento con CTR in fase di posizionamento o con attrezzature di rizzaggio: rizzatori, stivatori, segnalatori;

3.      Pericolo di caduta dall’alto o in piano di persone: rizzatori, stivatori, segnalatori;

4.      Carenza di illuminazione durante le operazioni notturne (costituisce fattore peggiorativo del rischio di scivolamento, caduta e investimento): tutti i profili professionali;

5.      Movimentazione manuale dei carichi per manipolazione attrezzature di rizzaggio: rizzatori;

6.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

7.      Rumore a livelli rilevanti: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da schiacciamento per caduta di attrezzature dall’alto;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento o urto da parte dei sistemi di rizzaggio. Traumi e lesioni gravi da  investimento o schiacciamento da parte di CTR. Ferite da taglio e da punta dai sistemi di rizzaggio;

3.      Traumi e lesioni da caduta dall’alto o in piano;

4.      Traumi e lesioni gravi da scivolamento o caduta. Traumi e lesioni gravi da investimento;

5.      Traumi e lesioni per urti nella manipolazione delle attrezzature di rizzaggio e malattie muscolo - scheletriche dovute a scorretta movimentazione manuale dei carichi;

6.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

7.      Ipoacusia da rumore. Ipoacusia da trauma acustico acuto;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Mantenersi fuori dalle parabole aeree dei carichi fino al completo posizionamento dei CTR. Cautela nella manipolazione di attrezzature nella fase di preparazione al rizzaggio. Obbligo di trasporto su gabbia dei twist lock eccedenti quelli richiesti; divieto del lancio degli stessi dall’alto in coperta. DPI specifici (guanti, scarpe antinfortunistici, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

2.      Coordinamento delle operazioni di rizzaggio con l’operatività della gru; formazione del personale alle corrette procedure in situazioni di interazione tra mezzi di sollevamento e addetti a piedi: per il gruista assicurarsi dell’assenza di personale nella zona di manovra (visivamente o tramite comunicazioni con il segnalatore); per i rizzatori mantenersi a distanza fino ad imbarco terminato; avviare l’operazione manuale di guarnitura e rizzaggio solo in assenza di carico sospeso o di altre attrezzature o macchine interagenti;  non operare zone interessate da altri rizzaggi. DPI specifici (guanti, scarpe anti­nfortunistiche, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

3.      Utilizzo per le operazioni di rizzaggio in quota di gabbie porta persone, di cinture di sicurezza e sistemi di imbracatura e vincolo a parti fisse per uscire dalla gabbia. Corrette procedure nell’utilizzo di scale (scale a norma, assicurare la tenuta al piede). Attenzione nel percorrere passerelle, ponti, corridoi a bordo, potenzialmente scivolosi; controllo sul riordino e lo sgombero delle attrezzature; DPI specifici (guanti, scarpe antinfortunistiche, elmetto, vestiario ad alta visibilità);

4.      Gestione delle sequenze operative a bordo in maniera tale che sia garantita per ogni operazione in corso una sufficiente illuminazione (usualmente fornita dalla  portainer);

5.      Attenzione nella manipolazione dei sistemi di rizzaggio, se necessario lavorare in coppia. Informazione e formazione dei lavoratori sulle corrette procedure di movimentazione manuale dei carichi;

6.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico). Disponibilità di accesso a posti di ricovero e ristoro;

7.      Controllo dell’esposizione al rumore con rilevazioni; utilizzo di DPI specifici (cuffie e tappi auricolari);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.08 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave

Art.09 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave

Art.10 Spazio libero per l’accesso alle stive

Art.11 Boccaporti

Art.13 Lavori in stiva

Art.14 Registro degli apparecchi e degli accessori

Art.15 Controllo degli accessori e degli apparecchi di sollevamento a terra

Art.16 Manovra degli apparecchi di sollevamento di bordo

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.28 Merce in colli e contenitori

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

B                Piazzale

 

BA              Ciclo Banchine;

Prelievo con mezzi idonei, carico su semirimorchi e trasferimento con motrice a ralla sottobordo

Trasferimento con motrice a ralla da sottobordo a piazzale e deposito a piazzale con mezzi idonei

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Ciclo Banchine;

-         prelievo con mezzi idonei, carico su semirimorchi e trasferimento con motrice a ralla sottobordo

-         trasferimento con motrice a ralla da sottobordo a piazzale e deposito a piazzale con mezzi idonei

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

 

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Carenze di sicurezza degli impianti elettrici;

Incendio e/o esplosioni;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici;

Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

9220

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

120 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Il Piazzale è l’area del Terminal in cui sono depositati i CTR in attesa di imbarco e caricamento su mezzi rotabili, sia gommati che ferroviari. Le zone di piazzale sono suddivise tra Import ed Export; la sistemazione dei CTR destinati all’imbarco avviene secondo un ordine di divisione per dimensioni, classi di peso, porti di destinazione, tipologie e  classi di pericolo IMO. La disponibilità in un Terminal Contenitori di vaste aree di stoccaggio a piazzale è la condizione ottimale per una buona razionalizzazione del deposito delle merci. Spazi di vaste dimensioni consentono di poter stoccare i CTR nella maniera più appropriata, predisponendo i CTR (vuoti o pieni) in baie (cataste), pronte per gli  imbarchi in dipendenza dei porti di destinazione.

Ogni giorno il Terminal deve aggiornare e gestire tutte le informazioni ricevute di previsioni di arrivo dei CTR via mare, via terra e ferrovia e deve predisporre uomini e mezzi necessari per la loro movimentazione e il loro posizionamento. Nello stoccaggio dei CTR nelle aree di piazzale è in ogni caso seguito il criterio di predisporre, per quanto possibile, le file di CTR in modo che gli stessi possano essere prelevati da piazzale e imbarcati, o caricati per le consegne terrestri, senza la necessità di effettuare ulteriori movimentazioni. Per gli imbarchi sulle navi vengono conformate sul piazzale delle cataste di CTR che presentano posizioni inverse a quelle che verranno attuate a bordo nave,  predisponendo i CTR di minor peso a terra e quelli di maggior peso in cima alla catasta.

La movimentazione dei CTR sul piazzale può avvenire con l’utilizzo di vari mezzi di sollevamento. La selezione del mezzo da utilizzare dipende dal tipo di CTR, che può essere da 20’, da 40’ o “fuori sagoma”.

Il prelievo di CTR pieni da 20’ o da 40’ può essere effettuato con l’utilizzo di semoventi; nel caso di CTR da 20’ con tasche possono utilizzarsi carrelli a forche. Nel primo caso il carrellista si dirige con la semovente munita di spreader verso il CTR da prelevare, si colloca in posizione ortogonale al CTR, regola il braccio di sollevamento del mezzo in funzione dell’altezza cui si trova il CTR, quindi lo aggancia con lo spreader, alza il braccio per far uscire il CTR dalla pila e quindi lo ritrae sino all’altezza minima da terra sufficiente a garantire la visibilità di manovra, quindi procede ad effettuare una prima manovra in retromarcia e successivamente in marcia avanti procede a posizionare il CTR sul semirimorchio della motrice a ralla che lo deve accogliere. Nel secondo caso (uso di carrello a forche)  il carrellista si dirige con il carrello (forche in posizione ribassata) verso il CTR da prelevare, posiziona le forche in funzione dell’altezza a cui si trova il CTR, quindi inforca nelle apposite tasche, alza o abbassa il CTR sino ad un’altezza sufficiente a garantire la visibilità di manovra, quindi procede ad effettuare una prima manovra in retromarcia e successivamente in marcia avanti procede a posizionare il CTR sul semirimorchio della motrice a ralla che lo deve accogliere.

La movimentazione di CTR vuoti da 20’ o da 40’ può essere effettuata con tutte le macchine sopra citate.

Tutti i tipi di CTR possono essere movimentati ancora con l’utilizzo di gru a portale (transtainer ferrate o gommate) o gru a rotazione portuale. In questo caso il gruista si posiziona con la gru sulla verticale del CTR da sollevare, fa scendere lo spreader sino ad agganciare il CTR, quindi lo solleva e lo trasla sino a calare il medesimo sul pianale del vettore che lo deve trasportare. Quindi in funzione del tipo di CTR da movimentare e dei mezzi a disposizione, si può procedere al prelievo del CTR da una “baia” a piazzale, con il conseguente caricamento su semirimorchio, e quindi procedere al successivo trasferimento sotto bordo.

I CTR termoregolati sono collocati in un’area dedicata di piazzale, con impianti di allacciamento elettrico; una volta depositati nell’area intervengono i frigoristi che collegano alla rete di distribuzione elettrica i CTR.

 

Il trasferimento del CTR da sottobordo con motrice a ralla e il deposito a piazzale è un’operazione speculare che rappresenta situazioni pressoché identiche, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

 

Nota: Tre Terminal CTR del comparto hanno un’area specifica dedicata allo stoccaggio delle merci pericolose;  tale deposito deve essere specificatamente autorizzato dall’Autorità portuale previo parere dei Vigili del Fuoco e dell’Azienda USL. La localizzazione del deposito e la sua strutturazione devono essere definite in modo che eventuali sversamenti delle sostanze presenti non  determinino situazioni di pericolo per le attività lavorative o per l’area esterna alla zona portuale (vasche di contenimento, guardia attiva da personale guardiafuochi, disponibilità di mezzi di estinzione e intervento di emergenza). Il Terminal che gestisce un’area di merci Pericolose deve elaborare una dettagliata valutazione dei rischi (compreso il rischio chimico) con specificazione delle tipologie e della classificazione delle sostanze chimiche che possono essere stoccate, individuando le eventuali  incompatibilità e le misure di emergenza in caso di sversamenti, incendi, ecc.    

 

            Profili professionali presenti: gruista, semoventista - carrellista, rallista, capopiazzale, frigorista;

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Semirimorchio o semirimorchio ribassato

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Semovente

ü      Gru a rotazione portuale

ü      Gru di piazzale su rotaia o gomma

ü      Spreader

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale da parte dei mezzi in circolazione: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di collisione tra mezzi in movimento: tutti i profili professionali alla guida di mezzi;

3.      Ribaltamento di carichi e mezzi durante la circolazione e l’accatastamento: tutti i profili professionali alla guida di mezzi;

4.      Pericolo di urto per caduta di CTR scontrati per errori di manovra: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di investimento/schiacciamento da CTR accatastati, caduti per vento forte: tutti i profili professionali;

6.      Pericolo di caduta dalle scale d’accesso alla gru, dai predellini d’accesso alle cabine dei mezzi operativi, da passerelle e scale di  servizio per le verifiche sui CTR refrigerati: gruista, carrellista, rallista, frigorista;

7.      Pericolo di inciampare in piano o su attrezzature fuori posto, scivolare, cadere in buche stradali o caditoie: tutti i profili professionali;

8.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

9.      Elettrocuzione: frigoristi;

10.  Esposizione ad agenti chimici pericolosi aerodispersi: tutti i profili professionali;

11.  Pericolo di incendio: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

2.      Traumi e lesioni gravi da scontro fra mezzi in movimentazione;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento e/o schiacciamento da parte di mezzi e carichi ribaltati sottobordo;

4.      Traumi e lesioni gravi per urto/investimento da parte di CTR caduti;

5.      Traumi e lesioni gravi da investimento da CTR caduti da cataste;

6.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dal mezzo operativo o da passerelle e scale. Traumi o lesioni da investimento e/o schiacciamento di terzi trasportati dai mezzi in modo non convenzionale (sul predellino, sul pianale di carico ecc. Tale fattore è stato origine di due infortuni mortali, in due aziende del comparto ma non nell’ambito del ciclo contenitori, nel Porto di Genova nel corso del 1998, per persone trasportate da mezzi in condizioni precarie e in postazioni non consentite; nel ciclo contenitori, in un’altra delle aziende del comparto questo fattore è stato alla base di un gravissimo infortunio con perdita di un braccio del lavoratore trasportato sul predellino al di fuori della cabina della motrice a ralla);

7.      Traumi e lesioni da scivolamento o da caduta in piano;

8.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

9.      Folgorazione: effetti generali – lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico);

10.  Condizioni morbose respiratorie da inalazione di sostanze tossiche; patologie delle mucose oculari di tipo irritativo;

11.  Traumi e lesioni da incendio;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Pianificazione rigorosa della viabilità con separazione delle vie di transito dei mezzi operativi e dei pedoni devono essere separate ed evidenziate con apposita segnaletica. Predisporre adeguata segnaletica verticale e orizzontale di viabilità. Imporre velocità moderate ai mezzi in circolazione. I piazzali devono avere un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione e informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanalerìa, cicalini ecc.);

2.      Le vie di transito dei mezzi operativi devono essere evidenziate con apposita segnaletica; si deve predisporre un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione/informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. Utilizzo di mezzi adeguati al trasporto dei carichi, dotati di dispositivi acustici e luminosi (fanaleria, cicalini ecc.). Limitazioni delle massime velocità consentite ai mezzi. Fornire strumenti di comunicazione radio tra i vari operatori. Verificare periodicamente la funzionalità dei dispositivi  anticollisione delle gru di piazzale che scorrono su vie comuni;

3.      Controllo del rispetto dei parametri limite di velocità di circolazione dei mezzi, controllare il baricentro degli stessi a caricamento avvenuto, verificare l’idoneità della pavimentazione stradale, provvedere alla manutenzione dei piani di piazzale (con interventi di appianamento, controllo e ripristino di pendenze, eliminazione di buche, dissesti, avvallamenti e dossi);

4.      Formazione e addestramento del personale gruista/semoventista, riduzione dei movimenti combinati della gru in caso di spazi di manovra ristretti, evitare turni di lavoro affaticanti; per il personale pedonale tenersi fuori dal raggio di azione delle gru;

5.      Valutazione del rischio da condizioni meteo critiche (vento forte) nell’area di piazzale; predisposizione conseguente di piani di accatastamento in sicurezza (evitare pile isolate, ridurre il numero di tiri in altezza, per i CTR vuoti evitare di lasciarli con porte aperte);

6.      Mantenere i dispositivi di accesso ai mezzi operativi puliti da eventuali parti di grasso o altre sostanze scivolose, cautela durante salita e discesa dai mezzi. Vietare il trasporto di persone in modo non convenzionale (predellino, pianale..) con qualsiasi mezzo di movimentazione, sollevamento e trasporto; DPI specifici (scarpe antinfortunistiche); Utilizzo di apposite passerelle per salire in quota per le operazioni sui CTR refrigerati;

7.      Percorsi adeguati per le persone, controllo sul riordino delle attrezzature a fine lavoro, verifica dello stato del fondo stradale ed eventuale ripristino;

8.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

9.      Utilizzo di prese e cavi d’alimentazione idonei, adeguati al tipo d’installazione e mantenuti  in buono stato di conservazione. Disposizione dei CTR in aree dedicate in modo da ridurre la lunghezza delle connessioni elettriche;

10.  Corretta gestione del Parco Merci Pericolose in relazione alla valutazione del rischio, disponibilità delle misure di prevenzione definite per il parco, controllo e immediato intervento in caso di sversamenti;

11.  Corretta gestione del Parco Merci Pericolose in relazione alla valutazione del rischio, disponibilità delle misure di prevenzione definite per il parco, controllo e immediato intervento in caso di sversamenti;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

ü       Frigoristi (possono essere di imprese esterne o dell’impresa terminalista)

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo II scale fisse; Capo III scale e ponti sospesi; Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

Art.17 Medico competente

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

            CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

B                Piazzale

 

BB              Ciclo Ferrovia;

                  

BB1            Preparazione dei vagoni ferroviari per il carico o lo scarico dei CTR

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Ciclo Ferrovia;

Preparazione dei vagoni ferroviari per il carico o lo scarico dei CTR

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza degli impianti elettrici;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro;

Fattori psicologici; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

50 – Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

La movimentazione dei vagoni ferroviari è effettuata esclusivamente dalla società che ha la gestione, all’interno del porto, della movimentazione ferroviaria e che dispone di locomotori, provvisti di dispositivi automatici di bloccaggio del CTR, ed attrezzature proprie. Dopo aver preso in carico il convoglio, proveniente dall’esterno dell’ambito portuale, il personale di tale società lo porta nel Terminal di destinazione e lo smista, dividendolo generalmente in più tronconi sui vari binari del Terminal medesimo, che corrono all’interno di aree di piazzale servite generalmente da transtainer. Eseguita questa operazione la motrice viene sganciata ed allontanata lasciando i vagoni in condizioni di sicurezza al personale del Terminal, che procede quindi alla preparazione dei vagoni e al carico dei CTR sui vagoni.

Una buona parte dei vagoni è provvista di stanti laterali, montanti utilizzati per la trattenuta dei carichi (ad es. per trafilati siderurgici o legname) che durante il tragitto, anche trasportando CTR, devono essere in posizione verticale. Per i vagoni vuoti, una o più squadre di lavoratori (generalmente dedicati solo al ciclo ferroviario) procedono per ogni vagone quindi, di volta in volta, ad abbassare gli stanti per poter caricare il CTR  e a preparare i twist-lock necessari alla trattenuta del CTR medesimo. Il ciclo “carico treno” avviene a convoglio fermo, intero o suddiviso all’arrivo nel Terminal in più tronconi e quindi smistato su più binari.

Per i vagoni pieni da scaricare di CTR, la squadra deve abbassare gli stanti laterali e aprire i twist lock.

Dopo il carico con i CTR del treno che deve ripartire per l’esterno del porto, lo stesso personale provvede a fare l’operazione inversa (chiudendo i twist lock e rialzando gli stanti).

Se i CTR sono termoregolati, i frigoristi provvedono alla connessione/disconnessione alla alimentazione elettrica dei vagoni.

 

Terminate le operazioni di carico dei CTR sui vagoni, il personale ferroviario ricompone il convoglio, sul quale sono eseguiti i controlli di verifica sugli organi di aggancio e frenatura, e può quindi essere indirizzato su linea ferroviaria verso la propria destinazione fuori del porto. 

 

Profili professionali presenti: macchinista, manovratore ferroviario, rizzatore, frigorista;

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Sistemi di rizzaggio

ü      Treni e convogli

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di inciampare in piano o su attrezzature fuori posto, scivolare, cadere in buche stradali, cadere in mezzo ai binari: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di scivolamento nel salire o scendere dal convoglio ferroviario: rizzatori;

3.      Investimento del personale pedonale da convogli, semoventi e carrelli: tutti i profili professionali;

4.      Pericolo di schiacciamento degli arti a causa di caduta dei sistemi di rizzaggio o dell’abbattimento degli stanti laterali: rizzatori;

5.      Elettrocuzione: frigoristi;

6.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni da scivolamento o cadute in piano;

2.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dal convoglio ferroviario;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

4.      Traumi e lesioni gravi da investimento da parte dei sistemi di rizzaggio e degli stanti;

5.      Folgorazione: effetti generali – lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico);

6.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Percorsi adeguati per le persone, controllo sul riordino delle attrezzature a fine lavoro, verifica dello stato del fondo stradale ed eventuale ripristino;

2.      Particolare cautela nel salire o scendere dai gradini d’accesso ai vagoni ferroviari, pulizia degli stessi e disponibilità di calzature antinfortunistiche;

3.      Pianificazione rigorosa della viabilità con separazione delle vie di transito dei mezzi operativi e dei pedoni. Predisporre adeguata segnaletica verticale e orizzontale di viabilità. Imporre velocità moderate ai mezzi in circolazione. I piazzali devono avere un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione e informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. Coordinamento tra personale di movimentazione  ferroviaria e addetti del terminal nelle fasi di ingresso/uscita dei convogli. DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanalerìa, cicalini ecc.); disponibilità di comunicazione via radio tra i vari operatori, ove quelli visivi non siano sufficienti;

4.      Adeguate procedure di lavoro ed utilizzo di specifici DPI (guanti, scarpe antinfortunistiche, casco);

5.      Utilizzo di prese e cavi d’alimentazione idonei adeguati al tipo d’installazione e mantenuti  in buono stato di conservazione;

6.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

ü       Frigoristi (possono essere di imprese esterne o dell’impresa terminalista)

ü      Impresa di movimentazione carri ferroviari*

 

* Questa azienda è autorizzata a svolgere, utilizzando personale proprio, il servizio di movimentazione dei carri ferroviari all’interno del porto.  Il personale ferroviario dell’impresa  interagisce con il personale del Terminal e ne condivide parte dei rischi presenti nella fase lavorativa. 

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

    

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo V illuminazione;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

   

     Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

            CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

B                Piazzale

 

BB              Ciclo Ferrovia;

 

BB2            Scarico a piazzale con mezzi idonei da treno

                   Carico con mezzi idonei su treno e rizzaggio

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

-         Scarico a piazzale con mezzi idonei da treno

-         Carico con mezzi idonei su treno e rizzaggio

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro;

Fattori psicologici; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

100Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

La movimentazione dei CTR da piazzale ed il successivo carico su treno avviene normalmente per mezzo di transtainer ferrate e/o gommate ma, in generale, possono essere anche utilizzate altre gru di piazzale o carrelli di alta portata (maggiore di 20 tonnellate). In questo caso il gruista (o il carrellista) posiziona lo spreader sulla verticale del CTR da movimentare, fa scendere lo spreader sino ad agganciare il CTR, quindi lo solleva e lo trasla sino a calare il medesimo sul pianale del carro ferroviario.

Tutti i tipi di CTR possono essere caricati (in alternativa alle transtainer) con l’utilizzo di semoventi o carrelli. In questo caso il carrellista - semoventista si posiziona con il mezzo in posizione ortogonale al CTR da prelevare, regola il braccio di sollevamento del mezzo in funzione dell’altezza a cui si trova il CTR, quindi cala lo spreader sul CTR; una volta agganciato, alza il braccio per far uscire il CTR dalla pila di contenitori e, sempre a macchina ferma, ritrae il braccio sino all’altezza minima da terra sufficiente a garantire la visibilità di manovra, quindi effettuata una prima manovra in retromarcia procede marcia avanti a posizionare il CTR sul  vagone ferroviario.

Nel solo caso di CTR da 20’, provvisti di tasche di presa, possono utilizzarsi carrelli elevatori a forche. La movimentazione di CTR vuoti può essere effettuata con tutte le macchine sopra citate; resta l’obbligo per i carrelli elevatori a forche di movimentare CTR provvisti di apposite tasche di presa. In questo caso il carrellista si dirige con il carrello (con le forche in posizione ribassate) verso il CTR da prelevare da una “baia” a piazzale, posiziona le forche in funzione dell’altezza a cui si trova il CTR, quindi inforca nelle apposite tasche, alza o abbassa il CTR sino ad una altezza sufficiente a garantire la visibilità di manovra, quindi effettuata una prima manovra in retromarcia procede marcia avanti a posizionare il CTR sul vagone ferroviario.

Quando il CTR da prelevare è fuori dal raggio di azione della transtainer, il trasporto dello stesso in prossimità della linea ferroviaria avviene mediante l’utilizzo di motrici a ralla (portuali). Giunto a destinazione può essere quindi caricato su vagone con semovente o transtainer. Non è previsto il caricamento diretto di CTR da nave a vagone ferroviario.

 

Profili professionali presenti: gruista, carrellista - semoventista, rallista, capopiazzale, frigorista;

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Semirimorchio o semirimorchio ribassato

ü      Motrice a ralla portuale

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Gru di piazzale su rotaia o gomma

ü      Spreader

ü      Semovente

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di inciampare in piano o su attrezzature fuori posto, scivolare, cadere in buche stradali, cadere in mezzo ai binari: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di investimento del personale pedonale da convogli, semoventi, carrelli: tutti i profili professionali;

3.      Pericolo di essere colpiti da attrezzature di rizzaggio abbandonate sui CTR: tutti i profili professionali;

4.      Caduta dalle scale d’accesso alla gru, dai predellini d’accesso alle cabine dei mezzi operativi: gruista, carrellista, rallista;

5.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni da caduta in piano;

2.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

3.      Traumi e lesioni da caduta  dall’alto di sistemi di rizzaggio;

4.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dai mezzi operativi;

5.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Percorsi adeguati per le persone, controllo sul riordino delle attrezzature a fine lavoro, verifica dello stato del fondo stradale ed eventuale ripristino;

2.      Pianificazione rigorosa della viabilità con separazione delle vie di transito dei mezzi operativi e dei pedoni. Predisporre adeguata segnaletica verticale e orizzontale di viabilità. Imporre velocità moderate ai mezzi in circolazione. I piazzali devono avere un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione e informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanaleria, cicalini ecc.); disponibilità di comunicazione via radio tra i vari operatori, ove quelli visivi non siano sufficienti;

3.      Sgombero delle eventuali attrezzature poste sopra i CTR;

4.      Mantenere i dispositivi di accesso ai mezzi operativi puliti da eventuali parti dei grasso o altre sostanze scivolose, particolare cautela nel salire o scendere dai gradini d’accesso ai mezzi. DPI specifici (calzature antinfortunistiche);

5.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

ü       Frigoristi (possono essere di imprese esterne o dell’impresa terminalista)

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

       DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

      

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.23 Sostanze radioattive

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

            CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

B              Piazzale

 

BC            Ciclo autotrasportatori;

                 Scarico con mezzi idonei da camion di autotrasportatori esterni

                 Carico con mezzi idonei su camion di autotrasportatori esterni

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Movimentazione portuale contenitori

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Ciclo autotrasportatori;

-         Scarico con mezzi idonei da camion di autotrasportatori esterni

-         Carico con mezzi idonei su camion di autotrasportatori esterni

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

9220

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi per la sicurezza:

Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;

Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature;

Carenze di sicurezza degli impianti elettrici;

Incendio e/o esplosione;

Rischi per la salute o igienico ambientali:

Agenti chimici; Agenti fisici;

Rischi trasversali – organizzativi:

Organizzazione del lavoro;

Fattori psicologici; Condizioni di lavoro difficili;

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

(riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

70Media su totale 4 turni lavorativi

 

 

 

 

 

 

Capitolo 1 – “La fase di lavorazione”

 

Il ciclo ha inizio all’ingresso (gate) del Terminal con la presentazione da parte dell’autotrasportatore al personale del Terminal medesimo della bolla di spedizione relativa al CTR (corrisponde ad un passaggio di consegne al Terminal che lo prende in carico), nonché al personale doganale, che devono verificare le conformità della documentazione d’imbarco.

Al conducente del mezzo viene indicata la posizione a piazzale in cui va scaricato e posizionato il CTR. Una volta raggiunta tale area l’autista scende dal mezzo, apre i twist-lock che bloccano il CTR, risale in cabina e attende che il personale del Terminal prelevi dal pianale del semirimorchio il CTR.

La movimentazione dei CTR da camion a piazzale all’interno di un Terminal avviene normalmente per mezzo di transtainer ferrate o gommate  e/o altri tipi di gru.

Nel caso di transtainer  il gruista si posiziona con la gru sulla verticale del CTR da sollevare dal semirimorchio, fa scendere lo spreader sino ad agganciare il CTR, quindi lo solleva  e lo trasla sino a calare il medesimo nell’area di piazzale prestabilita per il deposito.

Il prelievo di CTR dal semirimorchio dell’autotrasportatore può essere effettuato anche con l’utilizzo di semoventi. In questo caso il semoventista si dirige con la semovente munita di spreader verso il CTR da prelevare, posiziona il mezzo ortogonalmente al CTR, regola il braccio di sollevamento, quindi cala lo spreader sul CTR; una volta agganciato, alza il braccio per sollevare il CTR dal pianale del semirimorchio, e, quando il semirimorchio riparte, a macchina ferma posiziona il braccio sino all’altezza minima da terra sufficiente a garantire la visibilità di manovra; dopodiché  si dirige verso l’area di piazzale che deve accogliere il CTR.

Nel solo caso di CTR da 20’ provvisti di tasche di presa per le forche possono utilizzarsi carrelli elevatori a forche. La movimentazione di CTR vuoti sia da 20’ che da 40’ può essere effettuata con tutte le macchine sopra citate; resta l’obbligo per i carrelli elevatori a forche di movimentare i CTR da 40’ vuoti solo se muniti di tasche. In questo caso il carrellista si dirige con il carrello (con le forche in posizione ribassate) verso il CTR da prelevare, posiziona le forche all’altezza del pianale del semirimorchio in cui si trova il CTR, inforca nelle apposite tasche ed alza il CTR per sollevarlo dal pianale. In un secondo tempo lo sistema ad un’altezza sufficiente a garantire la visibilità di manovra; dopodiché  si dirige verso l’area di piazzale che deve accogliere il CTR.

Nella fase di ricarico, il CTR viene trasferito dal deposito a piazzale al pianale del semirimorchio dell’autotrasportatore che lo prende in consegna. Questa è una fase speculare, che rappresenta situazioni pressoché identiche rispetto alla fase di carico, invertite nell’ordine cronologico d’esecuzione.

In caso di CTR termoregolati, gli stessi autotrasportatori provvedono alla connessione/disconnessione della alimentazione elettrica alle motrici stradali; mentre presso le aree di piazzale prestabilite per il deposito dei CTR questa operazione viene effettuata dai frigoristi del Terminal.

 

Profili professionali presenti: gruista, carrellista - semoventista, autotrasportatore, capopiazzale, frigorista.

 

Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”

 

ü      Motrice a ralla stradale

ü      Semirimorchio

ü      Carrello elevatore con forche

ü      Carrello elevatore con spreader

ü      Semovente

ü      Gru di piazzale su rotaia o gomma

ü      Spreader

 

Capitolo 3 – “Il fattore di rischio”

 

1.      Pericolo di investimento del personale pedonale da parte dei mezzi in circolazione: tutti i profili professionali;

2.      Pericolo di collisione tra mezzi in movimento: tutti i profili professionali alla guida di mezzi;

3.      Ribaltamento di carichi e mezzi durante la circolazione e l’accatastamento: tutti i profili professionali alla guida di mezzi;

4.      Pericolo di urto per caduta di CTR scontrati per errori di manovra: tutti i profili professionali;

5.      Pericolo di urto, schiacciamento, cesoiamento con CTR in fase di posizionamento o con attrezzature di rizzaggio: tutti i profili professionali;

6.      Pericolo di investimento/schiacciamento da CTR accatastati, caduti per vento forte: tutti i profili professionali;

7.      Pericolo di caduta dalle scale d’accesso alla gru, dai predellini d’accesso alle cabine dei mezzi operativi, da passerelle e scale di  servizio per le verifiche sui CTR refrigerati: gruista, carrellista, autotrasportatore, frigorista;

8.      Pericolo di inciampare in piano o su attrezzature fuori posto, scivolare, cadere in buche stradali o caditoie: tutti i profili professionali;

9.      Agenti atmosferici: tutti i profili professionali;

10.  Elettrocuzione: frigoristi, autotrasportatori;

11.  Esposizione ad agenti chimici pericolosi aerodispersi: tutti i profili professionali;

12.  Pericolo di incendio: tutti i profili professionali;

 

Capitolo 4 – “Il danno atteso”

 

1.      Traumi e lesioni gravi da investimento causate dai mezzi in circolazione;

2.      Traumi e lesioni gravi da scontro fra mezzi in movimentazione;

3.      Traumi e lesioni gravi da investimento e/o schiacciamento da parte di mezzi e carichi ribaltati;

4.      Traumi e lesioni gravi per urto/investimento da parte di CTR caduti;

5.      Traumi e lesioni gravi  per urto/schiacciamento da parte di carichi sospesi;

6.      Traumi e lesioni gravi da investimento da CTR caduti da cataste;

7.      Traumi e lesioni da caduta in fase di accesso o uscita dal mezzo operativo o da passerelle e scale. Traumi o lesioni da investimento e/o schiacciamento di terzi trasportati dai mezzi in modo non convenzionale (sul predellino, sul pianale di carico ecc. Tale fattore è stato origine di due infortuni mortali, in due aziende del comparto ma non nell’ambito del ciclo contenitori, nel Porto di Genova nel corso del 1998, per persone trasportate da mezzi in condizioni precarie e in postazioni non consentite; nel ciclo contenitori, in un’altra delle aziende del comparto questo fattore è stato alla base di un gravissimo infortunio con perdita di un braccio del lavoratore trasportato sul predellino al di fuori della cabina della motrice a ralla);

8.      Traumi e lesioni da scivolamento o da caduta in piano;

9.      Stress termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli);

10.  Folgorazione: effetti generali – lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico);

11.  Condizioni morbose respiratorie da inalazione di sostanze tossiche; patologie delle mucose oculari di tipo irritativo;

12.  Traumi e lesioni da incendio;

 

Capitolo 5 – “Gli interventi”

 

1.      Pianificazione rigorosa della viabilità con separazione delle vie di transito dei mezzi operativi e dei pedoni devono essere separate ed evidenziate con apposita segnaletica. Predisporre adeguata segnaletica verticale e orizzontale di viabilità. Imporre velocità moderate ai mezzi in circolazione. I piazzali devono avere un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione e informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. DPI specifici (vestiario ad alta visibilità). Mezzi adeguati al carico da movimentare, dotati degli idonei dispositivi acustici e luminosi (fanalerìa, cicalini ecc.);

2.      Le vie di transito dei mezzi operativi devono essere evidenziate con apposita segnaletica; si deve predisporre un’illuminazione che garantisca una buona visibilità in tutte le condizioni meteorologiche. Formazione/informazione del personale sulle corrette procedure di guida dei mezzi. Corretta informazione agli autotrasportatori sulla viabilità del terminal, sull’organizzazione degli spazi e sulle procedure per lo scarico/carico dei mezzi. Utilizzo di mezzi adeguati al trasporto dei carichi, dotati di dispositivi acustici e luminosi (fanaleria, cicalini ecc.). Limitazioni delle massime velocità consentite ai mezzi. Fornire strumenti di comunicazione radio tra i vari operatori. Verificare periodicamente la funzionalità dei dispositivi  anticollisione delle gru di piazzale che scorrono su vie comuni;

3.      Controllo del rispetto dei parametri limite di velocità di circolazione dei mezzi, controllare il baricentro degli stessi a caricamento avvenuto, verificare l’idoneità della pavimentazione stradale, provvedere alla manutenzione dei piani di piazzale (con interventi di appianamento, controllo e ripristino di pendenze, eliminazione di buche, dissesti, avvallamenti e dossi);

4.      Formazione e addestramento del personale gruista/semoventista, riduzione dei movimenti combinati della gru in caso di spazi di manovra ristretti, evitare turni di lavoro affaticanti; per il personale pedonale tenersi fuori dal raggio di azione delle gru;

5.      Sgombero delle eventuali attrezzature poste sopra i CTR. Installazione esposizione di cartelli d’avvertimento e divieto. Coordinamento delle operazioni a carico dell’autotrasportatore con l’operatività del mezzo di sollevamento (il conducente del mezzo di sollevamento prima di procedere a posizionare il CTR si assicura che l’autotrasportatore sia in cabina o visibile);

6.      Valutazione del rischio da condizioni meteo critiche (vento forte) nell’area di piazzale; predisposizione conseguente di piani di accatastamento in sicurezza (evitare pile isolate, ridurre il numero di tiri in altezza, per i CTR vuoti evitare di lasciarli con porte aperte);

7.      Mantenere i dispositivi di accesso ai mezzi operativi puliti da eventuali parti di grasso o altre sostanze scivolose, cautela durante salita e discesa dai mezzi. Vietare il trasporto di persone in modo non convenzionale (predellino, pianale..) con qualsiasi mezzo di movimentazione, sollevamento e trasporto; DPI specifici (scarpe antinfortunistiche); Utilizzo di apposite passerelle per salire in quota per le operazioni sui CTR refrigerati;

8.      Percorsi adeguati per le persone, controllo sul riordino delle attrezzature a fine lavoro, verifica dello stato del fondo stradale ed eventuale ripristino;

9.      Fornitura ed impiego d’indumenti di protezione adeguati alle varie situazioni climatiche (impermeabili e/o a protezione dallo stress termico);

10.  Utilizzo di prese e cavi d’alimentazione idonei, adeguati al tipo d’installazione e mantenuti  in buono stato di conservazione. Disposizione dei CTR in aree dedicate in modo da ridurre la lunghezza delle connessioni elettriche;

11.  Corretta gestione del Parco Merci Pericolose in relazione alla valutazione del rischio, disponibilità delle misure di prevenzione definite per il parco, controllo e immediato intervento in caso di sversamenti;

12.  Corretta gestione del Parco Merci Pericolose in relazione alla valutazione del rischio, disponibilità delle misure di prevenzione definite per il parco, controllo e immediato intervento in caso di sversamenti;

 

Capitolo 6 – “Appalto a ditta esterna”

 

ü       Impresa di manodopera portuale

ü       Frigoristi

 

Capitolo 7 – “Riferimenti legislativi”

 

            DPR 547/55

Titolo I Disposizioni generali - Capo IV parapetti; Capo V illuminazione;

     Titolo V Apparecchi di sollevamento – Capo I disposizioni di carattere generale; Capo II Gru argani paranchi;

 

       D.P.R. 24/07/1996 n. 459: Direttiva Macchine;

 

            D.Lgs.vo 626/94

Art.03 Misure generali di tutela;

Art.04 Obblighi del datore di lavoro del dirigente e del preposto

Art.05 Obblighi dei lavoratori

Art.06 Obblighi dei progettisti, dei fabbricanti….

Art.07 Contratto d’appalto, contratto d’opera

 

Capo III prevenzione incendi evacuazione  dei lavoratori, pronto soccorso

Art.12 Disposizioni generali

Art.13 Prevenzione incendi

Art.14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e d immediato

Art.15 Pronto soccorso

 

Capo VI informazione e formazione dei lavoratori

Art.21 Informazione dei lavoratori

Art.22 Formazione dei lavoratori

 

Titolo  II Luoghi di lavoro

Art.31 Requisiti di sicurezza e di salute

Art.32 Obblighi del datore di lavoro

Art.33 Adeguamenti di norme

 

Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro;

Art.35 Obblighi del datore di lavoro

Art.36 Disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro

Art.37 Informazione sulle attrezzature di lavoro

Art.38 Formazione ed addestramento

Art.39 Obblighi dei lavoratori

 

Titolo IV uso dei dispositivi di protezione individuale

Art.41 Obbligo d’uso

Art.42 Requisiti dei DPI

Art.43 Obblighi dei datori di lavoro

Art.44 Obblighi dei lavoratori

 

       D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore.

 

       D.Lgs.vo 475/92 requisiti dei DPI

 

       D.Lgs.vo 493/96 Segnaletica di sicurezza

Art.02 Obblighi del datore di lavoro

Art.03 Requisiti della segnaletica

Art.04 Informazione e formazione

 

       D.Lgs.vo 272/99

Art.21 Informazioni ai lavoratori relativamente alle merci pericolose

Art.22 Sosta nelle aree portuali delle merci pericolose

Art.29 Movimentazione dei contenitori

Art.30 Contenitori appilati  e su pianali

Art.31 Protezione e dotazioni dei mezzi addetti alla movimentazione dei contenitori

Art.32 Ausilio ai conducenti dei mezzi di movimentazione dei contenitori

 

 

 

 

Capitolo 8 – “Il rischio esterno”

 

            CTR contenenti merci pericolose possono rilasciare sostanze liquide e/o volatili di vario genere in funzione della natura di merce trasportata dal CTR (vedere “Merci Pericolose” e IMDG Code). Il rischio esterno e il livello di interventi di emergenza sono in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche e tossicologiche delle sostanze disperse (non quantificabili a priori).