Introd1

Regione Toscana

Azienda USL 11 - Empoli

DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE - ZONA VALDARNO INF.

Settore Prevenzione Luoghi di Lavoro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Santa Croce sull’Arno, 27 Marzo 1998

Incontro del Gruppo di Lavoro Prevenzione e Controllo nei Luoghi di Lavoro

del Consiglio Regionale della Toscana con la realtà sociale e istituzionale

della Zona del Cuoio

 

 

Rischi  e  Tutela  della  Salute  nell’Industria  Conciaria

 

 

Introduzione e Descrizione del Contesto

            Questo incontro rappresenta un’ulteriore utile occasione per illustrare i vari problemi che interessano questo comparto, fondamentale fonte di ricchezza di questo territorio nonché importante settore dell’economia toscana, e per discutere le attività svolte e le prospettive dei vari soggetti sociali e istituzionali.

La struttura produttiva è caratterizzata (vedi doc. Caratteri Generali Industria Conciaria nel Valdarno Inferiore) da grande frammentazione ed elevato turn-over di numerose entità produttive di piccole dimensioni in un ambito territoriale relativamente contenuto, notevole presenza di contoterzisti ad elevata flessibilità produttiva in funzione dei repentini cambiamenti di mercato, utilizzo di numerosi tipi di macchine e presenza di una grande quantità e varietà di composti chimici.

            Dobbiamo prendere definitivamente coscienza che il “sistema della prevenzione”, particolarmente dopo l’entrata in vigore delle importanti norme di derivazione europea, si compone di due parti: quella privata (cioè il sistema delle aziende, a sua volta distinto nella componente direzionale dell'impresa con relativi consulenti e quella dei lavoratori e loro rappresentanti) e l’amministrazione pubblica di controllo (costituita principalmente dai servizi delle Aziende USL).

            La raccolta di documenti che qui presentiamo rappresenta l’attività svolta dalla nostra A.USL. Sappiamo però, in considerazione di quanto sopra, che la tutela della sicurezza è la risultante del lavoro di tutte le componenti sociali e istituzionali. In questo senso dobbiamo affermare, per questa zona, un importante rinnovato impegno delle associazioni imprenditoriali e del sindacato dei lavoratori, che comunque ha trovato e trova una significativa collaborazione con i servizi pubblici.

           

 

 

 

            Tuttavia, possiamo senz’altro affermare che, in linea generale, non si sono raggiunti, nonostante i progressi fatti negli ultimi tempi, dei livelli generalmente accettabili di rispetto delle norme.

            D’altra parte i dati sugli infortuni (vedi doc. Gli Infortuni sul Lavoro nel Comparto Concerie), confermano che molto rimane ancora da fare sulla strada di una più completa tutela della salute nei luoghi di lavoro. Gli infortuni illustrano comunque solo la parte più appariscente, più grave e più facilmente misurabile, dei danni da lavoro.

            Più complessa è la valutazione sulle malattie da lavoro. Dobbiamo distinguere a questo riguardo le malattie professionali “tabellate” (quadri nosologici “tradizionali”, riconosciuti INAIL, comunque negli ultimi anni in diminuzione, rappresentati nella nostra zona prevalentemente da decine di dermatosi all’anno in ragione della grande diffusione di composti chimici e da numerosi casi di ipoacusia), e le malattie “correlate al lavoro” per le quali si può riconoscere una causalità multifattoriale (professionale ed extraprofessionale): danni all’apparato locomotore (soprattutto la colonna vertebrale e gli arti superiori, alcuni disturbi genericamente “allergici”, fino ad alcuni tipi di tumore, ma anche altri disagi e malattie (veramente nel nostro paese poco studiati, ma diffusi), quali il cosiddetto "stress".

 

Produzione e Diffusione di Linee Guida per la Prevenzione

            Nel quadro delle attività di assistenza alle imprese e ai lavoratori (vedi doc. Piano Mirato di Prevenzione) sono in corso di produzione vari strumenti di standardizzazione, cioè delle Linee Guida Tecniche per la Prevenzione, che sono state elaborate dagli operatori del Dipartimento in collaborazione con i rappresentanti sociali e tecnici privati delle aziende conciarie.

            Le fondamentali grandi fasi lavorative che abbiamo individuato ai fini di quanto sopra sono:

a. Lavorazioni in bottale

b. Lavorazione meccanica e asciugatura

c. Rifinizione chimica

d. Deposito pellami

e. Deposito prodotti chimici

            Quelle che qui presentiamo (Reparto Bottali, Lavorare al “Pickel” in Sicurezza, Informazione e Formazione per la Sicurezza, La Prevenzione del Rischio Chimico in genere, Il rischio Chimico di Conceria, Protocollo per il Controllo Sanitario dei lavoratori), sono il frutto della prima fase di questo lavoro. Altri ne seguiranno nei prossimi tempi (macchine rasatrici, palissone, messa a vento, reparto rifinitura, ecc.).

            Questi stessi “standard di prevenzione” attengono ai rischi che reputiamo essere i principali (rischi specifici e rilevanti) e considerano i tre tipi di intervento necessari per la tutela della salute nei luoghi di lavoro: quelli Tecnici-Impiantistici, Organizzativi-Procedurali e quelli Informativi-Formativi che agiscono cioè sul cosiddetto “fattore umano” (ad es. quelli finalizzati al corretto e necessario uso dei Dispositivi di Protezione Individuale). E’ sempre comunque utile sottolineare la necessità di una loro applicazione integrata, anche alla luce dei due “grandi principi” del Dlgs 626/94: il principio della Massima Sicurezza Tecnologicamente Fattibile (art.3, lett.b) quello del “rispetto dei principi ergonomici...anche per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo”, art.3, lett.f).

            In relazione a questa attività il Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL 11 ha anche ricevuto l’incarico di ricerca dall’ISPESL (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro, Roma) di produrre, con specifica pubblicazione, un “profilo di rischio e soluzioni di prevenzione” di questa tipologia produttiva che stiamo portando avanti in collaborazione con ARPAT.

            L’attività di “assistenza” (svolta appunto dal servizio pubblico e dalle associazioni delle imprese e dei lavoratori), sempre fondamentale, risulta particolarmente importante in relazione alla struttura produttiva caratteristica di questo distretto industriale costituito da una frammentazione di punti produttivi (oltre novecento nel solo comparto conciario). Ogni azienda del tipo di quella media del comparto conciario, considerata separatamente, potrebbe infatti avere risorse e conoscenze inferiori a quelle necessarie per far fronte all’ordine di problemi da affrontare.

 

Attività di consulenza

            La nostra Azienda USL sta sviluppando anche in questa zona una limitata ma significativa attività di consulenza (32 ditte convenzionate con circa 900 addetti e un medico specialista convenzionato per 20 ore settimanali). In considerazione delle richieste che pervengono dalle aziende è necessario un rafforzamento di tale attività il cui sviluppo deve essere assolto da una struttura separata da quella di vigilanza/assistenza.

 

Attività di vigilanza

            Gli orientamenti sopra detti costituiscono riferimento anche per gli interventi degli operatori di vigilanza del Dipartimento per lo svolgimento della fondamentale funzione che deve istituzionalmente assolvere il servizio pubblico (in equilibrio con quella di “assistenza”), cioè quella di vigilanza circa l’applicazione delle norme.

            L’attività di vigilanza, obbligo istituzionale che costantemente viene svolta, pur in considerazione della scarsità di risorse impiegate (vedi doc. Struttura e Problemi della Sanità Pubblica di Zona), sarà nei prossimi tempi ancora più puntualmente indirizzata alla verifica degli aspetti più innovativi del 626, anche in relazione ad una iniziativa di carattere nazionale tesa, appunto, alla verifica di attuazione dell’importante Decreto.

 

Attività di ricerca

            Il ruolo del servizio pubblico deve esprimersi anche in attività di ricerca e di approfondimento della conoscenza e valutazione dei rischi. In questo senso dobbiamo segnalare la rete di collaborazione che abbiamo costituito in funzione della complessità dei problemi da affrontare: Istituto Superiore di Sanità (Roma), in relazione agli studi epidemiologici di mortalità (vedi doc. Studio di Coorte per la Valutazione della Mortalità dei Lavoratori delle Concerie), così pure il Centro per la Prevenzione Oncologica di Firenze, l’Università di Brescia (Istituto di Medicina del Lavoro) e la Tossicologia Industriale dell’A.USL di Firenze in relazione a vari aspetti di igiene industriale.

 

Interazioni ambiente di lavoro-ambiente di vita-ambiente naturale

            Questo punto è già stato oggetto di tanti interventi in numerose sedi. A fronte di un Dipartimento della Prevenzione organizzato con una relativa integrazione fra le due zone che compongono il territorio della nostra USL, rileviamo una certa difficoltà ad individuare il punto organizzativo ARPAT "parallelo" per questa zona, per la quale non è stato individuato, al contrario di altre due nella nostra Regione (Piombino e Zona Empolese) uno specifico Servizio subprovinciale.

Il livello di collaborazione personale con gli operatori ARPAT (vedi ad esempio il G.O. per il controllo dei N.I.P.) è comunque buono, ma riterremmo utile una maggiore precisazione della struttura organizzativa che insiste su questo peculiare territorio.

 

 

 

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