PROFILO DI RISCHIO NEL COMPARTO: IMPIANTI DI DEPURAZIONE

 

All. 2/A

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI .PRE.                                      REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

1. COMPARTO

IMPIANTI DI DEPURAZIONE

 

2. CODICI ISTAT

 90.00.2

 

 

 

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

     (riservato all’ufficio)

 

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

 

 

5. REGIONALE

 

 

6. PROVINCIALE

 

 

7. USL

AZIENDA USL RMB- ROMA

 

8.ANNO DI RILEVAZIONE

2

0

0

0

 

 

 

 

 

9. NUMERO  ADDETTI:

291*

 

 

 

 

 

   285*

uomini                                  

6*

Donne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* ) cifre fonte ACEA

 

10. NUMERO  AZIENDE:

06

 

 

 

 

All. 2/B

 

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

SERVIZIO PISLL (PREV.IGIENE E SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO -AUSL RM B – ROMA

 

Viale Bardanzellu 8 – 00155 Roma

                                                                                                           

12. REFERENTE: Dr. SERGIO ROVETTA

 

             INDIRIZZO:

SPISLL AUSL RMB - Viale Bardanzellu 8

 

 

                         CAP:

00155

 

 

 

                    CITTA’:

ROMA

 

 

           PROVINCIA:

ROMA

 

 

 

            TELEFONO:

06/ 41434946

 

 

 

 

                         FAX:

06/ 41434936

 

 

 

 

                   E-MAIL:

 

 

 

 

13. INFORTUNI *: ANNO 2000

 

TOTALE:

32

DI CUI MORTALI

0

 

 

*Non sono reperibili dati statistici relativi agli infortuni del comparto presso l’INAIL.

 

INFORTUNI VERIFICATISI ANNO 2000 DEPURATORI  ACQUE REFLUE - ROMA

 

FORMAGENTE

N° Infortuni: 32

DANNO RILEVATO

Scivolamento

15

Fratture, distorsioni, infrazioni,contusioni, ernia ombelicale da sforzo improvviso.

Schizzo da sostanze chimiche

4

Iperemia congiuntivale, causticazione corneale

Caduta con moto

1

Frattura

Urto fune di acciaio

1

Trauma da schiacciamento

Disostruzione fogna

2

Ferite

Uso scala di legno

1

Ferita

Spostamento cuscinetto in acciaio

1 

Ferita

Utilizzo di utensileria da lavoro

3

Ferite

Assestamento palo filtropressa

1

Rottura capolungo bicipite

Sollevamento bidoni poliettrolita

1

Distrazione muscolare

Regolazione saracinesca dell’ispessitore

1

Distorsione

Puntura da insetto

1

Edema mano dx.

 

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI :

 

 

Non esistono denunce di MP nell’anno in corso

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                          REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

1. COMPARTO:

IMPIANTI DI DEPURAZIONE

 

 

 

 

2. FASI DI LAVORAZIONE:

LINEA cONDUZIONE:

                           disidratazione fanghi

                          pulizia canalette

                          pulizia corpo agitatore

                          pulizia griglia fine

                           caricamento polielettrolita

                           pulizia filtro dissolutore

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

 

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,

Igienico Ambientali (agenti fisici, chimici  e biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

143

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

IMPIANTI DI DEPURAZIONE

 

 

 

 

2. FASI DI LAVORAZIONE:

LINEA MANUTENZIONE:

                           cambio olio supporti di livello

                           sostituzione nastri filtropresse

                           sostituzione pompa di sollevamento

                           sostituzione bavette

                           sostituzione raschie

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

 

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,

Igienico Ambientali (agenti fisici, chimici e biologici ) , Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

73

 

 

 

 

Le condizioni di rischio dei lavoratori addetti agli impianti di depurazione delle acque reflue, vuoi perché le unità produttive, benché numerose non occupano numeri rilevanti di addetti; vuoi perché molto più studiati sul versante classico dell’Igiene Pubblica, ovvero delle caratteristiche degli impianti e della loro efficacia  sono state oggetto di pochi studi.

Ora il titolo VIII del DLGS 626/94 ha reso attuale anche questa problematica. Gli impianti di depurazione delle acque di scarico appaiono al punto 7 dell’Allegato IX della 626 “ Elenco esemplificativo di attività lavorative che possono comportare la presenza di agenti biologici “

Diviene pertanto importante conoscere meglio i profili di rischio di queste attività al fine di individuare all’interno delle misure tecniche, organizzative, procedurali (art 79 DLGS 626/94) le più idonee a tutelare i lavoratori dai rischi concreti legati a tale comparto.

 

Un depuratore pone diverse problematiche relative all'applicazione delle adeguate misure igieniche ed antinfortunistiche per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Sono, innanzitutto, da adottare le misure tecnico‑organizzative per la protezione dei lavoratori sugli impianti (impianti elettrici, misure per la protezione dal rumore, cinture di sicurezza, luoghi di lavoro e passaggi, ecc.), quindi cercare di controllare i rischi derivati sia dall'esposizione ad agenti biologici presenti nei liquami trattati che quelli dovuti alla manipolazione ed uso dei prodotti chimici eventualmente utilizzati nei processi di trattamento. Anche le manutenzioni delle fognature e delle stazioni di sollevamento oltre ai rischi derivanti dagli impianti e dall’uso di macchine ad esempio la sostituzione di pompe presentano un rischio residuo derivato dai liquami veicolati nelle condotte, cioè il rischio biologico; altro rischio può essere lo sviluppo di gas e vapori che possono essere pericolosi nelle lavorazioni “in situ” ad esempio quelle che si realizzano nelle manutenzioni di posti confinati ove esiste la possibilità di stazionamento di liquami.

Nelle situazioni suaccennate,  non è sempre possibile evitare 1'esposizione dei lavoratori ai fattori di rischio presenti per cui è necessario usare dispositivi di protezione individuale, sul cui uso è fondamentale la formazione e l’informazione sul corretto utilizzo degli stessi, anche per evitare che gli operatori utilizzino i D.P.I. in condizioni così disagevoli da annullarne gli effetti positivi.

 

 

In letteratura è segnalata, su indagini effettuate nei liquami e nelle acque di scarico, la possibile presenza di vari agenti biologici, tra i quali:

 

BATTERI                              VIRUS                                PARASSITI                 FUNGHI

Clostridium spp.                  Virus dell'epatite A        Ascaris lumbricoides             Candida spp.

Escherichia coli                    Enterovirus                    Entamoeba istolitica

Klebsiella pneumoniae         Adenovirus                   Giardia lamblia

Salmonella                           Rotavirus                      Balantidium

Enterococcus spp.                                                      Tenie spp.

Leptospira interrogans                                                Echinococcus spp.

Shigell app.                                                                 Anchylostoma duodenale

Pseudomonas spp.

Staphylococcus spp.

Streptococcus spp.

Vibrio spp.

 

 

 

 

 

 

 

 

I rischi igienici presenti nella conduzione degli impianti di depurazione sono molteplici. Si riporta un elenco da V. Bonvicini, R. Siri, G.IG.IND. vol. 22,2.05.2000:

 

A ‑ RISCHIO DA INALAZIONE

Causa:                        dispersione accidentale di gas, vapori, nebbie, fumi ,aerosol

Effetti:                        sensibilizzazione, irritazione, nocività possibilità di infezioni

Localizzazione:                         prime vie aeree, polmoni

 

B ‑ RISCHIO DA CONTATTO

Causa:                         contatto accidentale, contaminazione dei locali di lavoro

Effetti:                         sensibilizzazione,irritazione, tossicità, ustioni, possibili infezioni

Localizzazione:              cute, occhi.

 

C ‑ RISCHIO DA INGESTIONE

Causa:                             assorbimento accidentale

Effetti:                            irritazione, tossicità, possibili infezioni

Localizzazione:               bocca, apparato digerente.

 

 

D ‑ RISCHIO DA PRODOTTI CHIMICI

Causa:                             dispersione accidentale, sviluppo gas‑fumi‑vapori, miscele con aria

Effetti:                             incendio, esplosione, reazioni violente

Localizzazione :             cute, occhi, apparato respiratorio, apparato digerente.

 

E ‑ RISCHIO DA RUMORE

Causa:                             esposizione a Lep,d superiore a 90 dB (A)

Effetti:                             ipoacusia, sordità

Localizzazione:               sistema uditivo.

 

F ‑ ALTRI RISCHI

Tipologia:                               incidenti con mezzi operativi, ingranaggi, macchine operatrici,

                                        apparecchiature elettriche, utensili ecc.

Causa:                             accidentale

Effetti:                            diversi a seconda della gravita a tipologia dell'incidente

Localizzazione:              diversa a seconda della tipologia dell'incidente.

 

 

 

 

 

Alcune lavorazioni, specie nei grandi impianti, e nel caso della manutenzione straordinaria vengono appaltate a ditte esterne.

 

Lo SPISLL della ASL RMB ha svolto la ricerca studiando i sei depuratori di Roma  e coinvolgendo nella ricerca il Servizio Prevenzione e Protezione dall’ACEA-A.T.O. 2.

 

 

 

 

 

Un Impianto Depurazione acque di scarico prevede che il trattamento effettuato sulle acque di scarico provenienti dalla rete fognaria urbana vada incontro a cicli di lavorazione, come appresso specificati, che portano le acque ad un grado di trattamento, come disposto dalla L. 319/76 e segg. (tab. A e C), tale che possano essere rese alle normali vie d’acqua:

 

 

 

Tipo di processo

Fasi del processo

Processo Fisico

·      Grigliatura

·      Rimozione della sabbia

·      Rimozione degli oli

·      Sedimentazione

·      Flottazione

·      Coagulazione

Processi biologici

·      Vasche di stabilizzazione

·      Fanghi attivi

·      Filtri di percolazione

·      Biodischi

Processi terziari

·      Precipitazione

·      Ossidazione chimica

·      Assorbimento

·      Scambio ionico

·      Osmosi inversa

Trattamento fanghi

·      Stabilizzazione

a)    Digestione

b)   Detossificazione

 

 

I rischi associati e prevedibili cui sono esposti i lavoratori che operano nelle vicinanze degli impianti possono essere così classificati:

·      Aerosol biologici : sono riferiti in letteratura incrementi delle frequenze di infezione delle prime vie aeree, del tratto gastroenterico e stimolazione del sistema immunitario

·      Patologie da parassiti

·      Patologie  da infezioni oro-fecali

·      Ipoacusie 

·      Gas asfissianti

·      Effetti   irritanti o allergeni di sostanze chimiche

·      Disagi da condizioni microclimatiche sfavorevoli (lavoro all’aperto)

·      Infortuni da scivolamento,caduta.

 

L’organizzazione del lavoro vede l’intervento in tutte le fasi di lavorative della gran parte dei lavoratori secondo la loro mansione, essi intervengono quindi in quasi tutti i punti dell’impianto. Le lavorazioni sono sulle 24 ore e vedono pertanto l’effettuazione in turni.

 

 

 

 

Le fasi lavorative che sono state individuate e che verranno descitte appartengono a due momenti della gestione degli impianti di depurazione:

 

a – conduzione dell’impianto

 

                  fasi:                  disidratazione fanghi

                                            pulizia canalette

                                            pulizia corpo agitatore

                                            pulizia griglia fine

                                    caricamento polielettrolita

                                    pulizia filtro dissolutore

 

b – manutenzione ordinaria dell’impianto

 

La manutenzione ordinaria si applica ai singoli elementi degli impianti quali:

compressore, elettropompa sommergibile, elettropompa centrifuga ad asse orizzontale/verticale, ventilatore, valvole, batteria stazionaria, gruppo elettrogeno, raddrizzatore, gru a ponte, nastropressa, etc.. La manutenzione è programmata per interventi che vanno dai 30 giorni ai tre anni (30 gg., 3 mesi, 6 mesi, 1 anno, 3 anni).

Si sono osservate le fasi di manutenzione specifiche quali:

 

                                    cambio olio supporti di livello

                                    sostituzione nastri filtropresse

                                    sostituzione pompa di sollevamento

                                    sostituzione bavette

                                    sostituzione raschie

 

 

La manutenzione straordinaria viene effettuata solo per lavori non programmati e solo in caso di necessità viene svolta da ditte esterne. Anche nel caso di lavori di specializzazione o di entità tale che necessitano macchine particolari tipo sollevatrici si ricorre all’appalto a ditte esterne.

Le fasi di manutenzione straordinaria, proprio a causa di queste caratteristiche peculiari, non sono state osservate nel periodo della ricerca sul profilo di rischio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Scheda  1

Linea Conduzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

X

 

 

 

 

 

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
Pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

Pulizia filtro dissolutore

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

 

Nel disidratatore a pannelli l’operatore svolge un’attività soprattutto di controllo  in quanto la macchina è quasi totalmente in automatico. La macchina distribuisce il fango nel proprio interno (su dei pannelli-telo) ad una pressione di circa 400 bar. Quando si arriva a tale pressione la macchina si ferma, si apre e parte il nastro raccoglitore sotto i pannelli. L’operatore a questo punto si assicura che dai pannelli scenda tutto il fango. Proprio per questo motivo l’operatore  agisce con una pala sulla parte dei pannelli dove è ancora attaccato il fango, al fine di staccare il materiale rimasto sul telo. Il fango che arriva sulla macchina è a una temperatura di circa 30°C. Negli impianti osservati il distacco del fango dai pannelli che, teoricamente , dovrebbe avvenire automaticamente, è effettuato manualmente o perché i pannelli sono logori o perché sono state errate le dosi del polielettrolita.

Questa operazione  mette in condizione gli operatori di arrivare in prossimità dell’apertura esistente sotto i pannelli ed esiste il rischio di caduta da circa 3 metri , in quanto tutta la zona che è lunga circa 10 metri , non è protetta con parapetti normali.

 

 

 

ADDETTI

 

2 – 3 operatori

1 capoturno

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Pala

No

4 anni

Disidratatore a pannelli

No

10 anni

 

 

 

 

 

 

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Casco

Guanti

Scarpe antinfortunistiche

Tuta

Dispositivi di protezione degli occhi

Facciali filtranti

Otoprotettori

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

Fattori di rischio

%

casi

Distacco del fango dai pannelli effettuato  con pala

Mancata presenza di  parapetti normali

 

 

Mancata installazione di carter di protezione sugli organi di trasmissione del moto

100

 

 

50

Utensileria manuale

Mancato utilizzo dei D.P.I. (guanti)

65

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Indipendentemente dalla fase, all’interno dell’impianto , sono presenti rischi infortunistici  relativi all’impianto elettrico ( sono stati rilevati casi in cui le squadre di elettricisti manutentori lasciano incustoditi i quadri elettrici con i contatti elettrici accessibili agli addetti del reparto filtropresse) o relativi alla mobilità e viabilità, dovuti a: luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

 

IGIENICO AMBIENTALI

 
Agenti fisici

RISCHIO

O  LAVORAZIONE

 

Fattore di rischio

%

casi

Rumore (83 dBA)

Mancato utilizzo dei D.P.I. (otoprotettori)

75

 

Agenti biologici

 

SOSTANZA O LAVORAZIONE

 

Fattore di rischio

%

casi

Aerosol biologici

Mancato utilizzo dei  D.P.I. ( facciali filtranti )

100

Spruzzi o schizzi di liquami

Mancato utilizzo dei  D.P.I.  (occhiali, tuta)

85

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Scarsa informazione e formazione degli addetti del reparto filtropresse sull’utilizzo dei D.P.I.. Scarsa informazione e formazione per il mancato rispetto delle procedure aziendali da parte degli elettricisti. Mancata vigilanza del capoturno sull’utilizzo dei D.P.I.

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase:

 

Per  rischi generici dovuti a mobilità all’interno dell’impianto:

 

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

No

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

No

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

D.P.R. 547/55:

Art.41, Art.47, Art.48, Art.55, Art.56, Art.57, Art.58, Art.59, Art.68.

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

 
D.L.vo 626/94:

Art.4,art.5,art.16,art.21,art.22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44

Art. 73, art.74, art.75, art.78,art.79,art.80, art.85,art.86

 

D.L.vo 277/91

Art.40,art.42,art.43,art.44,art.46

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

Scheda  3

Linea Manutenzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

X

 

 

 

Cambio olio supporti di livello
Sostituzione nastri delle filtropresse      

Sostituzione pompa di sollevamento               

Sostituzione bavette

Sostituzione raschie

 

 

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase LAVORATIVA:Sostituzione pompa di sollevamento

 

 

Le operazioni osservate avvengono in prossimità di strade, con l’ausilio delle idonee segnalazioni per avvisare gli automobilisti dei lavori in corso e a volte  vengono coinvolte le varie forze dell'ordine presenti nel territorio e altri enti; quali Comune e Provincia per il blocco della circolazione stradale e per l'allestimento del cantiere.

Una volta posizionato l’automezzo, gli operatori circoscrivono l'area di lavoro con idonee segnalazioni. Un operaio, addetto ai quadri elettrici, entra nella cabina elettrica, dove sono presenti gli interruttori generali della pompa di sollevamento e abbassa l’interruttore generale della pompa da sostituire assicurandosi successivamente di averla disalimentata; l’addetto resta per tutto il tempo dell’operazione di sostituzione della pompa all’interno della cabina elettrica. Altri tre operai prendono l'attrezzatura, posta all’interno dei furgoni a loro disposizione, che è costituita da: una maniglia di estrazione per i chiusini e da chiavi provviste di maniglie che servono ad avvitare e svitare i bulloni per sollevare i chiusini stessi che pesano circa 100 Kg. Una volta sollevato il chiusino manualmente, viene imbracata e sollevata una pompa revisionata situata sull'automezzo tramite una gru della portata di 4600 Kg. La pompa revisionata, una volta sollevata, viene posizionata accanto ai chiusini; successivamente vengono sollevati anche i chiusini e spostati dall'area di lavoro. Viene pulito l'interno della postazione delle pompe, che si trovano ad una profondità di circa 3 metri, con una lancia ad acqua e con un rampino di una lunghezza di circa 4 metri (che serve per pulire i cavi dalla sporcizia accumulata) e successivamente sempre con il rampino si passa alla pulizia della pompa da sostituire. Una volta issata la pompa danneggiata si passa al distacco dei fili di corrente elettrica ripulendoli da eventuali residui di rifiuti organici e i contatti vengono testati per controllare la loro efficienza; terminata questa operazione i fili elettrici vengono collegati alla nuova pompa che successivamente viene riposizionata all’interno della vasca; successivamente vengono riposizionati i chiusini e si conclude l’operazione di manutenzione.

 

 

ADDETTI

 

3 operai (per la sostituzione della pompa di sollevamento)

1 operaio (controllo dei quadri elettrici)

1 caposquadra

 

 

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Automezzo fornito di gru

SI

2 anni

Utensili vari (cacciaviti, pinze, etc.)

SI

2 anni

Prese ad innesto

SI

/

Tester

SI

2 anni

Rampino

NO

/

Idropulitrice

SI

3 anni

Maniglia di sollevamento

NO

5 anni

Chiave avvita/svita

NO

5 anni

Barriere (parapetti)

NO

5 anni

 
 

 

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Casco protettivo

Guanti

Scarpe antinfortunistiche

Tuta

Facciali filtranti

Dispositivi di protezione degli occhi (visiera od occhiali)

Cuffie

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

Fattori di rischio

 

 

 

%

casi

Sollevamento chiusino

Mancato utilizzo di ausili meccanici

95

Sollevamento pompa

Mancato utilizzo di parapetti, cinture di sicurezza, mancato utilizzo dei D.P.I. (guanti, casco)

80

Utensili manuali

Mancato utilizzo di D.P.I. (guanti)

40

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Per infortuni generici:

Rischio residuo dovuto ad investimenti da traffico veicolare - Punture di insetti e animali: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti) e rettili

 

 

Agenti biologici

 

Lavorazioni con presenza di organismi  patogeni

Fattore di rischio

%

casi

Contatto con la pompa immersa nei liquami

Mancato utilizzo D.P.I (guanti, facciali filtranti, dispositivi di protezione degli occhi)

Carenza di misure igieniche: durante la fase i lavoratori fumano sigarette

70

 

40

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Mancata informazione e formazione per il non utilizzo dei D.P.I.

Mancato controllo del Caposquadra sull’utilizzo dei D.P.I.

 

 

MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

 

Sollevamento chiusino

Mancato utilizzo di ausili meccanici

 

90 %

 

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase

 

 

 

 

Cap. 5 – INTERVENTI ADOTTATI

 

No

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

D.P.R. 547/55:

Macchine

Art.41, Art.47, Art.48, Art.55, Art.56, Art.57, Art.58, Art.59, Art.68.

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

Apparecchi di sollevamento

Art.169, Art.179, Art.176, Art.181, Art.194

 
D.L.vo 626/94:

art.4,art.5, art.21, art. 22

art.35 c.4,art.41, art.42,art.43,art.44

Art. 73, art.74, art.75, art.78,art.79,art.80, art.85,art.86

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda 3

Linea Conduzione

                                                                       

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 

 X

 

 

 

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

Pulizia filtro dissolutore

 

 

Cap. 1 – DESCRIZIONE FASE                                                          

Il corpo agitatore è costituito da un supporto metallico alto circa 3 mt e da un’elica. Sia il supporto metallico che l’elica hanno un proprio movimento; il supporto metallico ha un movimento semi rotatorio sul proprio asse. Superiormente al corpo agitatore è posizionato una guida nella quale scorre il paranco utilizzato per il sollevamento dell’elica. Il paranco ha un corsa in senso orizzontale rispetto al piano della vasca per permettere il  miglior raggiungimento possibile dell’elica da pulire.

Anzitutto gli operatori  tolgono tensione all’alimentazione elettrica dell’elica, dopo di chè si vanno a posizionare sulla passerella in prossimità del supporto metallico che viene bloccato per facilitare lo sganciamento ed il sollevamento sucessivo dell’elica. Terminata la fase di bloccaggio, gli operatori sollevano l’elica, che si trova ad una profondità di circa 3 mt, utilizzando il paranco elettrico. Successivamente, una volta sollevata, l’elica viene pulita con un rastrello. Ultimata la pulizia viene riposizionata l’elica e vengono ripristinate le condizioni di esercizio normali.

 

ADDETTI

 

1-2 addetti

                       

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Utensili vari (cacciaviti, pinze, etc.)

No

2 anni

Rastrello

No

/

 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Casco

Guanti

Scarpe antinfortunistiche

Tuta

Occhiali

 

 

 
Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

Fattori di rischio

 

 

 

%

casi

Cadute dall’alto

I parapetti montati non sono “normali”

25

Sollevamento corpo agitatore

Mancato utilizzo dei D.P.I. (guanti)

75

Utensili manuali

Mancato utilizzo di D.P.I. (guanti)

25

 

 

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

 

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Agenti biologici

 

Lavorazioni con presenza di organismi  patogeni

Fattore di rischio

%

casi

Pulizia dell’elica

Mancato utilizzo D.P.I ( guanti, occhiali)

70

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

Scarsa informazione e formazione degli addetti sull’utilizzo dei D.P.I.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase :

 

 

 

Per rischi generici dovuti a mobilità nell’impianto:

 

 

 

 

 

Cap. 5 – INTERVENTI ADOTTATI

 

No

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

Apparecchi di sollevamento

Art.169, Art.179, Art.176, Art.181, Art.194

 

 

D.L.vo 626/94:

art.4,art.5,art.16,art.21,art.22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44 ,

 

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86 ,

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

 

 

Scheda  4

 

Linea Conduzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 

 

X

 

 

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

Pulizia filtro dissolutore                                                      

 

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

 

L’operatore tramite un tubo di gomma collegato alla bocchetta dell’acqua ad alta pressione, esegue il lavoro di pulizia della griglia durante il giro di ispezione (due volte al giorno) o quando se ne riscontra la necessità.

 

 

ADDETTI

 

1 operatore

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà

media

Tubo di gomma

No

1 anno

 

 

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Casco

Guanti

Scarpe antinfortunistiche

Tuta

Dispositivi di protezione degli occhi ( occhiali o visiera)

 

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti biologici

 

 

Lavorazioni con presenza di organismi patogeni

 Fattori di rischio

%

Pulizia con getto ad alta pressione

Mancato utilizzo dei D.P.I. relativo ad investimento da schizzi di liquami o da residui di rifiuti spostati dalla pressione dell’acqua.

Carenza di misure igieniche: gli operatori fumano durante l’operazione.

75

 

 

40

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Mancata informazione e formazione  sull’utilizzo dei D.P.I. e sulle misure igieniche.

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

 

Per rischi della fase e generici dell’impianto:

 

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservati

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

Apparecchi di sollevamento

Art.169, Art.179, Art.176, Art.181, Art.194

 

 

D.L.vo 626/94:

art.4,art.5,art.16,art.21,art.22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44 ,

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86 ,

 

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Linea manutenzione

Scheda  1

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

C

 

 

 

 

Controllo e cambio olio supporti di livello
Sostituzione nastri filtropresse

Sostituzione pompa di sollevamento

Sostituzione bavette

Sostituzione raschie

 

 

 

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase:

Controllo livello olio :

I tre operatori che svolgono questa mansione ripetono l’operazione, all’interno dell’impianto per circa 8-9 volte al giorno, spostandosi o a piedi ( nei depuratori di piccola capacità) o con automezzi all’interno delle aree degli impianti di depurazione più grandi.

Si controlla l’asta dei supporti laterali e una volta al mese viene sostituito l’olio dei supporti.

Cambio olio:

viene aspirato l’olio tramite una pompa trifase alimentata da un gruppo elettrogeno.

Dal gruppo elettrogeno i cavi vengono collegati per alimentare la pompa

I rotori vengono spenti per evitare l’aerosol.

Per il lavoro viene utilizzata utensileria semplice( cacciaviti, pinze etc) e un contenitore per il travaso dell’olio

Durata dell’operazione: circa 5 minuti.

 

 

ADDETTI

1        caposquadra

2        operatori

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Utensileria

 

 

Gruppo elettrogeno

No

8 anni

Contenitore per l’olio esausto

 

 

 
 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

 

Cuffie antirumore

Guanti in vinile

Scarpe antinfortunistiche

 

 
 
Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

Attrezzatura o lavorazione

 

Fattori di rischio

 

%

casi

Utensileria manuale

Mancato utilizzo dei D.P.I.

60

 

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti chimici

 

Sostanza o lavorazione

Fattore di rischio

%

     casi

Olio lubrificante

Possibilità di contatto con olio minerale per mancato utilizzo dei guanti

     70

 

Agenti fisici

 

Attrezzatura o lavorazione

 

Fattore di rischio

%

     casi

Rumore (87 dbA)

Mancato utilizzo cuffie, quando è in funzione la pompa

  70

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Scarsa formazione degli addetti sull’utilizzo dei D.P.I

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase:

 

Per rischi generici legati alla  mobilità all’interno dell’impianto

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

No

 

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

D.P.R. 547/55:

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

D.P.R.303/56:
art. 33
D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 16, 21, 22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44 ,

 

 

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

Scheda 2

Linea Manutenzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 X

 

 

 

Cambio olio supporti di livello
Sostituzione nastri delle filtropresse      

Sostituzione pompa di sollevamento               

Sostituzione bavette

Sostituzione raschie

 

 

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase: Sostituzione nastro portatore del fango.

Per effettuare questa operazione viene disattivato l’intero reparto “Filtropresse”.

Prima della disattivazione, viene fatto fare un giro controllato al nastro portatore in modo tale da predisporlo in posizione di smontaggio (posizione di mezzadria).

Quando il nastro portatore raggiunge la posizione di mezzadria, la macchina viene fermata dal pannello di controllo generale che è posto ad una distanza di circa 10 metri, viene spento il compressore per l’aria compressa e viene messa fuori servizio la pompa del fango. A questo punto è stata raggiunta una situazione di sicurezza in quanto si ha anche l’isolamento idraulico di tutta la macchina.

Si procede quindi alla sostituzione del nastro; per raggiungere il punto della macchina dove allenterà i pistoni che regolano la tensione del nastro l’operatore incaricato si arrampica ( in alcuni casi non utilizza scale) a circa 2,5 mt. di altezza, dopodiché agisce sulla giuntura del nastro da sostituire. Per prima cosa toglie il filo d’acciaio che lo mantiene unito; successivamente con l’ausilio di altri due operatori prende il nuovo nastro che pesa circa 60Kg. che viene inserito sul punto di unione con quello vecchio inserendo di nuovo il filo di acciaio che servirà da unione.

Una volta terminata l’operazione di aggancio del nastro portatore, la macchina viene rimessa in funzione per far trasportare il nuovo nastro. Successivamente i due operatori si mettono a tirare il nastro da cambiare che assume la funzione di nastro pilota,in modo da far mettere in circolo quello nuovo. Nello stesso momento l’operatore rimasto comincia a srotolare il nuovo nastro e ad arrotolare quello vecchio. Una volta terminata questa operazione viene sfilato il filo di acciaio dalla giuntura per togliere il nastro portatore vetusto, successivamente viene reinserito per collegare il nastro portatore nuovo.

Una volta terminata l’operazione di sostituzione ed aver controllato il perfetto allineamento del nastro sostituito, viene rimesso in funzione tutto il reparto. Quindi si passa all’apertura della valvola dell’acqua per far in modo di bagnare il telo; in seguito si riapre anche la valvola del fango e si fa ripartire l’intero reparto

 

 

 

 

 

 

 

ADDETTI

 

3 addetti

1 caporeparto

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà

media

Utensili vari (cacciaviti, chiavi inglesi, etc)

No

2 anni

 

 

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

 

Guanti

Casco

Scarpe antinfortunistiche

Dispositivi di protezione degli occhi ( occhiali o visiere).

 
Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

 

Fattori di rischio

 

 

%

casi

Allentamento pistoni di tensione

Mancato utilizzo di D.P.I (cinture di sicurezza)

Mancato utilizzo di scale con possibilità di caduta dall’alto

 

50

Utensileria manuale

 

Mancato utilizzo dei D.P.I.( guanti)

 

60

Trasporto nastro portatore da parte della filtropressa

Possibilità di lesioni per contatto con organi in movimento

20

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti biologici

Lavorazioni con presenza di organismi  patogeni

Fattore di rischio

%

casi

Contatto con il nastro da sostituire

Mancato utilizzo D.P.I ( guanti, facciali filtranti, dispositivi di protezione degli occhi)

80

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

Scarsa formazione degli operatori sull’utilizzo dei D.P.I e mancanza di procedure di lavoro per

movimentazione manuale dei carichi

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi  peculiari della fase :

 

·        Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo

 

Per rischi generici dovuti a mobilità all’interno dell’impianto

 

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

Non osservati

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

No

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

 D.P.R. 547/55:

Macchine

Art.41, Art.47, Art.48, Art.55, Art.56, Art.57, Art.58, Art.59, Art.68.

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

 
D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 21,22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44 ,

 

Movimentazione manuale dei carichi

Art.48 , Art.49 ,

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86 ,Art. ,

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda 5

 

Linea conduzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 

 

 

X

 

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

Pulizia filtro dissolutore

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase LAVORATIVA:                                                   

 

Il polielettrolita è utilizzato, sulla linea di trattamento dei fanghi, per separare meglio le parti solide dei liquami dalle parti liquide. In alcuni impianti di depurazione viene utilizzato in forma di polvere, in altri in forma liquida.

Per l’immissione del polielettrolita in polvere, nella linea delle tubazioni che portano i liquami, viene utilizzata una tramoggia nella quale l’operatore travasa la polvere che è contenuta in sacchi da 25 Kg. I sacchi di polvere sono depositati in modesta quantità ( circa 1000 kg ) in prossimità della tramoggia per evitare una movimentazione manuale dei sacchi più rilevante.

L’operatore, dopo averlo aperto , solleva il sacco e ne versa il contenuto nella tramoggia; l’operatore, nei casi osservati, indossava i D.P.I. in dotazione ( guanti, facciali filtranti, scarpe antinfortunistiche antiscivolo)

Per le operazioni di travaso del polielettrolita liquido che viene utilizzato in  impianti di diversa tecnologia non ci sono rischi da movimentazione manuale, perché il polielettrolita viene fornito in contenitori di plastica di 1000 litri ed il relativo travaso avviene tramite elettropompe.

 

 

 

ADDETTI

 

1 addetto

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Tramoggia

 

5 anni

Carrello a forche a mano

Si

3 anni

 

 

 

 

 

 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Guanti

Scarpe antinfortunistiche

Facciali filtranti

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

 

Fattori di rischio

 

 

%

casi

Movimentazione sacchi polielettolita

Movimentazione carichi non corretta

 

50

 

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per polielettrolita in polvere:

per infortuni generici all’interno dell’ambiente di lavoro collegati con la fase, dovuti a

scale in ferro per accesso a solai sopraelevati dove sono depositati i sacchi che hanno gli scalini con pedate ai limiti della norma e quindi con rischi di caduta per perdita di equilibrio.

Per polielettrolita liquido: possibili scivolamenti nello spazio intorno al contenitore per sversamenti del liquido di natura vischiosa nelle operazioni di pulizia filtro

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Carenza di formazione sulla movimentazione manuale carichi

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase :

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 5 – INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservati

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 
D.P.R. 547/55:

 

Viabilità, parapetti, scale

Art.8,Art.10, Art.11

 

 

D.L.vo 626/94: D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 16, 21, 22

Art. 48, 49

 

 

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda 6

 

Linea conduzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 

 

 

 

X

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

Pulizia filtro dissolutore

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase LAVORATIVA:                                                   

 

Prima di iniziare la pulizia del filtro del dissolutore, l’operatore chiude la pompa di miscelazione e seziona l’impianto. Successivamente apre il contenitore del filtro, che  contiene il polielettrolita liquido. Tolto il filtro lo porta su un pozzetto di raccolta sito nelle vicinanze e lo lava con acqua a pressione. Terminata la fase di pulitura del filtro, l’operatore lo rimette nel porta filtro e riavvia la macchina. In queste operazioni parte del polielettrolita liquido cade a terra e rende scivoloso il percorso.

 

ADDETTI

 

1 addetto

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Non utilizzate
 
 
 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Guanti

Scarpe antinfortunistiche

Tuta

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

Fattori di rischio

 

 

 

%

casi

Rimozione filtro del dissolutore

Mancanza di adeguata procedura di lavoro per evitare sversamenti del polielettrolita sul terreno

100

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per polielettrolita liquido:

infortuni generici all’interno dell’ambiente di lavoro collegati con la fase si riferiscono alla caduta del poliettrolita che si presenta come sostanza vischiosa e che procura rischio di scivolamento.

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

Mancata definizione di procedure idonee : vedere punto precedente

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase :

 

 

Cap. 5 – INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservati

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 
D.L.vo 626/94: D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 16, 21, 22

Art. 49

 

 

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

Scheda 4

Linea Manutenzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 

 

X

 

Cambio olio supporti di livello
Sostituzione nastri delle filtropresse      

Sostituzione pompa di sollevamento               

Sostituzione bavette

Sostituzione raschie

 

 

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase:

 

Le bavette, nella macchina nastropressa a teli orizzontali, servono ad istradare e contenere il fango liquido.

Dopo aver disalimentato la nastropressa , gli  operai salgono con la scala sulla macchina ed utilizzando utensili sollevano i delimitatori laterali e smontano le bavette sostituendole con le nuove.Le bavette si trovano nella parte superiore della macchina ad altezza di circa 2,3 metri utilizzando una scala munita di agganci superiori e antisdrucciolo ai piedi

In alcuni casi è stato osservato che per accedere agli elementi da sostituire passavano con scavalcamenti da camminatoio adiacente e sovrastante, senza utilizzare la scala.

 

 

 

ADDETTI

2 addetti

1 caposquadra

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà

media

Utensili vari (cacciaviti, chiavi inglesi, etc)

No

2 anni

Scale

 

 

 

 

 
 
 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

Guanti

Casco

Scarpe antinfortunistiche

Dispositivi di protezione degli occhi ( occhiali).

 
Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

 

Fattori di rischio

 

 

%

casi

Sostituzione bavette in posizione ad altezza di circa 2,3 metri

Mancato utilizzo di scale

Mancata predisposizione di parapetti o altri accorgimenti ( cinture di sicurezza)

20

100

Utensileria manuale

 

Mancato utilizzo dei D.P.I.( guanti)

 

60

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti biologici

Lavorazioni con presenza di organismi  patogeni

Fattore di rischio

%

casi

Contatto con le bavette

Mancato utilizzo D.P.I ( guanti, dispositivi di protezione degli occhi)

80

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

Non definizione di procedure di sicurezza di lavoro per carente valutazione dei rischi

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase :

 

 

 

Per rischi generici dovuti a mobilità all’interno dell’impianto

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

Non osservati

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

No

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

 D.P.R. 547/55:

Macchine

Art.41, Art.47, Art.48, Art.55, Art.56, Art.57, Art.58, Art.59, Art.68.

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

 
D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 21,22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44 ,

 

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86 ,Art. ,

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda 5

 

Linea Manutenzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 

 

 

X

Cambio olio supporti di livello
Sostituzione nastri delle filtropresse      

Sostituzione pompa di sollevamento               

Sostituzione bavette

Sostituzione raschie

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase:

 

Le raschie, in gomma, nella macchina nastropressa a teli orizzontali, servono a pulire il nastro.

Dopo aver disalimentato la nastropressa , gli  operai salgono con la scala sulla macchina ed utilizzando utensili smontano il supporto di metallo della raschia,  tolgono la raschia e la sostituiscono con la nuova..Le raschie sono posizionate a due altezze, una a circa 1metro e l’altra a circa 2 metri.

Gli addetti utilizzano scale munite di agganci superiori e dispositivi antisdruciolo ai piedi per le raschie posizionate a 2 metri lavorando su di esse.

 

ADDETTI

2 addetti

1 caposquadra

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà

media

Utensili vari (cacciaviti, chiavi inglesi, etc)

No

2 anni

Scale

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

 

Guanti

Casco

Scarpe antinfortunistiche

Dispositivi di protezione degli occhi ( occhiali).

 
Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

 

Fattori di rischio

 

 

%

casi

Sostituzione raschia in posizione ad altezza di circa 2metri

Utilizzo non corretto delle scale (direttamente dalla scala provvede ad effettuare le operazioni)

100

Utensileria manuale

 

Mancato utilizzo dei D.P.I.( guanti)

 

60

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti biologici

Lavorazioni con presenza di organismi  patogeni

Fattore di rischio

%

casi

Contatto con le raschie

Mancato utilizzo D.P.I ( guanti, occhiali)

80

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

Non definizione di procedure di sicurezza di lavoro per carente valutazione dei rischi

 

 

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischii peculiari della fase :

 

 

 

Per  rischi generici dovuti a mobilità all’interno dell’impianto

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

Non osservati

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

No

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

 D.P.R. 547/55:

Macchine

Art.41, Art.47, Art.48, Art.55, Art.56, Art.57, Art.58, Art.59, Art.68.

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

 
D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 21,22

Art. 35 c.4, Art.41 , Art.42 , Art.43 ,Art.44 ,

 

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86 ,Art. ,

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda  2

Linea conduzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 X

 

 

 

 

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
Pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

Pulizia filtro dissolutore

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase LAVORATIVA:                                                   

 

Le canalette delle vasche di sedimentazione vengono pulite dall’operatore per mezzo di un getto d’acqua ausiliandosi con un tubo di gomma collegato ad un autospurgo. L’operatore addetto inizia l’operazione di pulizia  salendo e camminando lungo un camminamento costituito o da  corona in cordolo di cemento armato o impalcato in ferro. E’ possibile che l’operatore , a seconda dell’azione svolta, possa cadere verso l’interno della vasca o verso l’esterno ( la vasca di sedimentazione ha un’altezza variabile dovuta al terrapieno che la circonda presentando in più punti altezze superiori ai 3 metri).

Infatti è stato osservato che alcune vasche sono dotate di parapetto normale che protegge dalla caduta verso l’esterno e non verso la vasca; in altri casi esiste un impalcato in ferro utilizzato come camminamento, protetto verso l’esterno con parapetto normale e verso la vasca con catena che non protegge dagli scivolamenti .

 

ADDETTI

 

1-2 addetti

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Automezzo fornito di gru

SI

2 anni

Utensili vari (cacciaviti, pinze, etc.)

No

2 anni

Rampino

NO

/

Idropulitrice

SI

3 anni

 
 
 
 
 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

 Guanti

 Scarpe antinfortunistiche

 Tuta.

 Salvagente

 Dispositivi di protezione degli occhi (occhiali)

 

 

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

Fattori di rischio

 

 

 

%

casi

Pulizia canalette

Mancato utilizzo di D.P.I. ( corsetto salvagente)

100

Pulizia canalette

Mancata predisposizione di parapetti od altri dispositivi di sicurezza (cinture di sicurezza)

50

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti biologici

 

Lavorazioni con presenza di organismi patogeni

 Fattori di rischio

%

Pulizia canalette

Mancato utilizzo dei D.P.I. per investimento da schizzi di acqua contaminata

Carenza di misure igieniche: gli operatori fumano durante l’operazione.

75

 

 

40

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Non definizione di procedure di sicurezza di lavoro per carente valutazione dei rischi

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase :

 

 

 

 

Per infortuni dovuti a rischi generici di mobilità all’interno dell’impianto

 

 

 

 

Cap. 5 – INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservati

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 
D.P.R. 547/55:

 

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8,Art.10, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

 

 

D.L.vo 626/94: D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 16, 21, 22

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

 

Non osservato

 

 

 

 

Scheda  2

Linea conduzione

 

FASE LAVORATIVA:

 

 

 

 X

 

 

 

Disidratazione fanghi (disidratatore a pannelli)
Pulizia canalette

Pulizia corpo agitatore

Pulizia griglia finale

Caricamento polielettrolita

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase LAVORATIVA:                                                   

 

Le canalette delle vasche di sedimentazione vengono pulite dall’operatore per mezzo di un getto d’acqua ausiliandosi con un tubo di gomma collegato ad un autospurgo. L’operatore addetto inizia l’operazione di pulizia  salendo e camminando lungo un camminamento costituito o da una corona in cordolo di cemento armato o impalcato in ferro. E’ possibile che l’operatore , a seconda dell’azione svolta, possa cadere verso l’interno della vasca o verso l’esterno ( la vasca di sedimentazione ha un’altezza variabile dovuta al terrapieno che la circonda presentando in più punti altezze superiori ai 3 metri).

Infatti è stato osservato che alcune vasche sono dotate di parapetto normale che protegge dalla caduta verso l’esterno e non verso la vasca; in altri casi esiste un impalcato in ferro utilizzato come camminamento, protetto verso l’esterno con parapetto normale e verso la vasca con catena che non protegge dagli scivolamenti accidentali.

 

 

ADDETTI

 

1-2 addetti

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE

Vetustà

media

Automezzo fornito di gru

SI

2 anni

Utensili vari (cacciaviti, pinze, etc.)

No

2 anni

Rampino

NO

/

Idropulitrice

SI

3 anni

 
 
 
 
 
 
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

 

 Guanti

 Scarpe antinfortunistiche

 Tuta.

 Corsetto salvagente

 Dispositivi di protezione degli occhi (occhiali )

 

 

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

ATTREZZATURA o

LAVORAZIONE

Fattori di rischio

 

 

 

%

casi

Pulizia canalette

Mancato utilizzo di D.P.I. (corsetto  salvagente)

100

Pulizia canalette

Mancanza di protezioni verso l’acqua: cinture di sicurezza, parapetti

50

 

IGIENICO AMBIENTALI

Agenti biologici

 

Lavorazioni con presenza di organismi patogeni

 Fattori di rischio

%

Pulizia canalette

Mancato utilizzo dei D.P.I. per investimento da schizzi di acqua contaminata

Carenza di misure igieniche: gli operatori fumano durante l’operazione.

75

 

 

40

 

INFORTUNISTICI DI IMPIANTO

Per infortuni generici all’interno dell’area di lavoro, non collegati con la fase, dovuti a:

luoghi di passaggio e vie di circolazione non rispondenti alle norme (carenze di segnalazioni di ostacoli nei passaggi e nelle passerelle sopraelevate, scale fisse a pioli non protette a partire dai 2 metri) per passaggio sia pedonali che di mezzi.

Punture di insetti: api, vespe, tafani, zanzare (culex, aedes egypti)

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Non definizione di procedure di sicurezza per carente valutazione dei rischi

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Per rischi peculiari della fase :

 

 

 

Per rischi generici dovuti a  mobilità all’interno dell’impianto

 

 

 

Cap. 5 – INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservati

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

No

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 
D.P.R. 547/55:

 

Viabilità, parapetti, scale, utensileria

Art.8,Art.10, Art.11 ,Art.17, Art.18, Art.24, Art.26, Art.27

 

 

D.L.vo 626/94: D.L.vo 626/94:

Art.4, 5, 16, 21, 22

Agenti biologici

Art.73 , Art.74 , Art.75 , Art.78 , Art.79 , Art.80 , Art.85 , Art.86

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO  (riferito alla lavorazione)

 

Non osservato