ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.              PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

1. COMPARTO

EDIFICI SCOLASTICI

 

2. CODICI ISTAT

0700

 

 

 

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

       (riservato all’ufficio)

 

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

ITA

 

5. REGIONALE

 

 

6. PROVINCIALE

 

 

7. USL

 

 

8.ANNO DI RILEVAZIONE

1

9

9

9

 

9. NUMERO  ADDETTI:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9A. IMPIEGATI:

1200

uomini

2600

donne

 

 

 

 

 

9B. OPERAI:

100

uomini

500

donne

 

 

 

 

 

 

10. TOTALE AZIENDE

301

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

IGEAM srl. – Servizi e studi per lo sviluppo sostenibile.

 

 

12. REFERENTE: Ing. Michele Casciani / dott. Piero Santantonio

 

             INDIRIZZO:

c/o IGEAM S.r.l. Via della Trasfigurazione 2

 

 

                         CAP:

00151

 

 

 

                    CITTA’:

Roma

 

 

           PROVINCIA:

Roma

 

 

 

            TELEFONO:

06-5327031

 

 

 

 

                         FAX:

06-53270330

 

 

 

 

                   E-MAIL:

igeam@tin.it

 

 

 

 

13. INFORTUNI:

 

TOTALE:

0

DI CUI MORTALI

 

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI:

 

DENOMINAZIONE

N° CASI

COD. INAIL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE

Il rilievo degli infortuni non è stato possibile nel caso dell’indagine, per la diffusa incompletezza e frammentarietà dei dati.

Questa situazione è peraltro riscontrabile negli stessi dati forniti a tale riguardo dell’INAIL, di cui si è riportato nei paragrafi successivi. Anche per quanto riguarda le malattie professionali, queste non sono state rilevate nel caso dei sopralluoghi per i medesimi motivi.


1          Definizione del comparto di riferimento.

La presente ricerca riguarda gli istituti di istruzione materna, elementare e media in tutto il territorio nazionale.

E’ opportuno ricordare che, come indicato dall’art.1 commi 1 e 2 del D.M. n°382 del 29/9/98, le disposizioni del D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni si applicano a tutte le istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado, relativamente al personale ed agli utenti delle medesime istituzioni, tenendo conto delle particolari esigenze connesse al servizio dalle stesse espletato” e che “sono equiparati ai lavoratori, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 626, gli allievi delle istituzioni scolastiche ed educative nelle quali i programmi e le attivita' di insegnamento prevedano espressamente la frequenza e l'uso di laboratori appositamente attrezzati, con possibile esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, l'uso di macchine, apparecchi e strumenti di lavoro in genere ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali. L'equiparazione opera nei periodi in cui gli allievi siano effettivamente applicati alle strumentazioni o ai laboratori in questione. I predetti allievi non sono comunque computati, ai sensi del decreto legislativo n. 626, ai fini della determinazione del numero dei lavoratori dal quale il medesimo decreto fa discendere particolari obblighi.”.

Nella definizione del comparto sono state fatte delle considerazioni generali che sono qui premesse, anche al fine della valutazione della significativa statistica dei dati riportati.

Per le scuole materne, elementari e medie, le competenze relative alla proprietà e dunque alla manutenzione degli edifici sono in genere allocate nelle rispettive amministrazioni comunali di appartenenza, mentre per gli istituti di istruzione superiore, esclusi da questa ricerca, la competenza è delle rispettive amministrazioni provinciali.

Per quanto riguarda, invece, la gestione del personale, delle attrezzature e degli arredi, la competenza è ripartita tra le rispettive amministrazioni comunali per le scuole elementari e materne e le rispettive amministrazioni provinciali per le medie.

Tutto ciò vale ovviamente per la scuola pubblica.

E’ necessario ricordare, inoltre, che la scuola in Italia è sia pubblica che privata. Vi è una forte prevalenza della scuola pubblica nelle elementari e nelle secondarie di primo grado (già scuola dell'obbligo), mentre il numero di scuole materne private e pubbliche sono confrontabili, per numero  di edifici e per numerosità di allievi.

Nelle figure che seguono vengono presentati in forma grafica, per ciascuna regione italiana, i dati della distribuzione del numero di istituti scolastici e di classi per ciascuna tipologia di scuola, oltre ai dati di affollamento medio, espresso sia come rapporto tra il numero di alunni e il numero delle classi, sia come rapporto tra il numero di alunni e il numero di istituti scolastici della specifica tipologia.

Nelle cartine non sono presenti i dati relativi alla Valle d'Aosta ed al Trentino Alto Adige che, essendo regioni a statuto autonomo, in base al DL 24/7/1996 n°434 non sono di competenza dello Stato.

 

 

Scuole Materne

La distribuzione delle scuole materne sul territorio nazionale è abbastanza uniforme, infatti sia al nord che al centro che al sud sono presenti regioni con un numero di scuole appartenenti ad una delle tre categorie riportate in legenda, considerazione questa confermata dalla distribuzione del numero di classi.

Relativamente all’affollamento si evidenzia che il numero di alunni per classe è inferiore a 23 ed in nessuna regione le scuole materne hanno un numero di alunni superiore a 100.

In base ai dati elaborati risulta che le scuole di minore dimensione sono in Calabria, Abruzzo, Molise, Umbria e Friuli.

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Scuole Elementari

Per quanto riguarda la distribuzione delle scuole elementari, dalle cartine emerge che il maggior numero di istituti si trova al centro-sud, in particolare nel Lazio, in Sicilia, Campania e Puglia, con l’unica eccezione al nord rappresentata dalla Lombardia.

In generale al maggior numero di scuole è associato il maggior numero di classi, solo in Abruzzo e nelle Marche il rapporto tra il numero di scuole ed il numero di classi evidenzia la presenza di scuole di dimensioni inferiori alla media.

L’affollamento delle scuole elementari risulta minore di quello delle scuole materne con una situazione generale di meno di 21 alunni per ciascuna classe, in particolare il Piemonte, il Veneto e la Calabria sono caratterizzate da un basso numero di studenti rispetto al numero delle classi.


 

 


 



Scuole Medie

La distribuzione delle scuole medie sul territorio Nazionale risulta essere piuttosto uniforme se si confronta il numero delle scuole e delle classi con l’estensione superficiale delle diverse Regioni.

Diverso è il discorso se si considera il numero di alunni presenti, il calcolo del valore medio per scuola e per classe indica, infatti, un minore affollamento delle scuole per le regioni del sud, in particolare in Calabria ed in Basilicata.

Al centro e al nord la situazione è più o meno equivalente con un numero medio di studenti per classe compreso tra 20 e 22 .

In generale le scuole Medie risultano meno affollate delle scuole elementari con un numero massimo di alunni per istituto pari a 330 per le medie e a 700 per le elementari. 

 

 

 

 



 



 

Gli istituti esistenti sono ripartiti come riportato nella tabella successiva, specificate per provincia e tipologia di scuola.

Macroregione

Regione

Provincia

N° Scuole Materne

N° Scuole Elementari

N° Scuole Medie

 

Nord

 

 

 

Piemonte

 

Alessandria

113

39

60

Asti

49

16

31

Biella

63

14

32

Cuneo

175

49

102

Novara

73

24

42

Torino

400

147

208

Verbano Cusio Ossola

51

12

26

Lombardia

 

Bergamo

111

67

157

Brescia

142

77

165

Como

77

34

72

Cremona

90

24

49

Lecco

44

20

38

Lodi

43

13

27

Milano

332

224

314

Pavia

96

31

71

Sondrio

64

18

36

Varese

160

40

99

Liguria

 

Genova

111

51

80

Imperia

61

16

24

La Spezia

55

16

32

Savona

64

19

33

Friuli Venezia Giulia

 

Gorizia

36

10

17

Pordenone

47

22

36

Trieste

49

17

26

Udine

160

40

82

(segue)

Macroregione

Regione

Provincia

Scuole Materne

Scuole Elementari

Scuole Medie

Nord

Veneto

 

Belluno

62

18

46

Venezia

110

57

95

Mantova

113

107

53

Padova

74

53

130

Rovigo

37

19

52

Treviso

63

50

101

Verona

105

56

104

Emilia Romagna

 

Bologna

131

191

86

Forlì

93

103

48

Ferrara

39

94

45

Modena

102

144

58

Parma

56

105

52

Piacenza

58

75

42

Ravenna

44

82

39

Reggio Emilia

54

134

58

Rimini

45

74

24

Centro

 

 

 

 

 

 

 

Toscana

 

Arezzo

91

115

58

Firenze

190

190

72

Grosseto

65

80

40

Siena

76

71

44

Livorno

52

65

31

Lucca

118

146

41

Massa

65

81

27

Pisa

108

134

53

Pistoia

64

80

28

Prato

35

45

18

Umbria

Perugia

248

247

108

Terni

70

79

37

(segue)

Macroregione

Regione

Provincia

Scuole Materne

Scuole Elementari

Scuole Medie

Centro

Molise

 

Campobasso

89

101

64

Isernia

53

62

30

Lazio

 

 

Frosinone

244

205

90

Latina

162

146

59

Rieti

81

81

36

Roma

492

671

328

Viterbo

84

90

60

Abruzzo

 

Pescara

109

90

46

L'Aquila

134

156

61

Chieti

159

147

77

Teramo

136

117

58

Marche

 

Ancona

154

134

60

Ascoli Piceno

124

132

65

Macerata

98

101

52

Pesaro

122

132

57

Sud

 

 

 

 

Campania

 

 

 

Avellino

198

190

118

Benevento

153

144

76

Caserta

250

297

140

Napoli

667

631

282

Salerno

501

445

196

Basilicata

 

Potenza

192

188

114

Matera

80

61

41

Calabria

 

Catanzaro

220

207

104

Cosenza

389

403

184

Crotone

81

70

40

Reggio Calabria

272

338

140

Vibo Valentia

119

112

64

(segue)

Macroregione

Regione

Provincia

Scuole Materne

Scuole Elementari

Scuole Medie

Sud

Puglia

 

Bari

359

254

139

Brindisi

140

81

45

Lecce

220

192

129

Foggia

187

136

98

Taranto

140

94

62

Sicilia

 

Agrigento

140

122

67

Caltanissetta

90

63

34

Catania

315

301

128

Trapani

148

157

54

Enna

86

60

31

Messina

306

349

151

Palermo

244

241

145

Ragusa

142

70

36

Siracusa

111

84

47

Sardegna

Cagliari

177

209

136

Nuoro

136

122

90

Oristano

73

68

52

Sassari

183

171

100

 

Le scuole nelle quali sono stati svolti i sopralluoghi, selezionate per la presente ricerca, sono complessivamente 301. Nella tabella successiva sono classificate per aree geografiche, regioni, provincie e tipologie di istituti.


 

 

Scuole Materne

Scuole Elementari

Scuole Medie

Nord (26)

Veneto (17)

Venezia (17)

4

10

3

Emilia Romagna (9)

Forlì (9)

3

3

3

Centro (89)

Toscana (14)

Siena (14)

3

8

3

Lazio (48)

Roma (26)

11

12

3

Rieti (22)

12

10

 

Marche (27)

Ancona (27)

15

8

4

Sud (185)

 

 

Campania (74)

Avellino (11)

4

4

3

Caserta (24)

9

10

5

Napoli (16)

7

6

3

Salerno (23)

10

10

3

Calabria (53)

Catanzaro (53)

21

24

8

Puglia (12)

Foggia (12)

6

2

4

Sicilia (47)

Trapani (47)

23

24

 

TOTALE

 

 

128

131

42

 

I dati si riferiscono a rilievi effettuati nel corso degli ultimi 3 anni (1997 – 1999).

 

Il campione preso come riferimento è dunque più consistente nelle regioni meridionali rispetto a quelle settentrionali, ed è concentrato nelle regioni in cui il numero di scuole è più elevato (Veneto, Lazio, Campania, Sicilia, Puglia) o in cui il rapporto scuole/alunni è alto (Calabria, Abruzzo) quindi il campione selezionato sarà ragionevolmente rappresentativo della situazione su scala nazionale.

Un riscontro diretto della significatività del campione si è avuto a posteriori constatando che nelle diverse realtà valutate ricorrono spesso le medesime situazioni di rischio ed è elevata la frequenza con la quale si sono presentate le stesse non conformità. Si noterà infatti, nei capitoli successivi in cui sono riportate le elaborazioni dei risultati della valutazione dei rischi per le scuole del campione esaminato, che le situazioni di non conformità si presentano con una frequenza, espressa in termini percentuali, o maggiore del 70% o minore del 30%, ovvero gli elementi di rischio individuati sono, rispetto alle scuole analizzate, o molto frequenti o poco frequenti.

Ciò è dovuto probabilmente anche al fatto che la sensibilità ai problemi della sicurezza del lavoro, le risorse per poterli mitigare o eliminare ed i meccanismi decisionali delle scuole del comparto preso in esame sono, in genere, equivalenti su tutto il territorio nazionale, dipendendo infatti da amministrazioni comunali che hanno meccanismi amministrativi, consuetudini, risorse nei bilanci in genere equivalenti. Sono stati tuttavia registrate talora situazioni o caratteristiche peculiari che sono state evidenziate.

Al fine di stimare correttamente l’esatta consistenza numerica della popolazione scolastica direttamente coinvolta nella presente ricerca, al numero di lavoratori e lavoratrici indicate nel frontespizio devono essere aggiunti gli allievi che frequentano le circa 300 scuole presa in esame.

Sulla base della media nazionale degli affollamenti di ciascun livello scolastico, la popolazione scolastica direttamente interessata dalla presente ricerca è di circa 110.000 unità.

 

 


2          Descrizione del ciclo produttivo e delle attività svolte dal comparto.

 

Le attività qui elencate sono svolte dai lavoratori (docenti, tecnici, ausiliari, personale amministrativo) a cui sono equiparati gli studenti, nei termini già indicati nel capitolo precedente.

La principale attività svolta nel comparto è ovviamente l'insegnamento e/o intrattenimento, ed è dunque svolta nelle aule ed eventualmente nei laboratori. Fanno da corollario a questa attività principale le attività sussidiarie con caratteristiche e rischi propri, quali:

·                                                                                                                                        il servizio mensa: generalmente presente nelle scuole materne ed elementari, pressoché assente nelle scuole medie. Lo svolgimento di questo servizio può comportare o meno la presenza di una cucina all’interno dell’Istituto perché spesso ci si serve di ditte che forniscono pasti precotti che vengono poi distribuiti agli studenti; 

·                                                                                                                                        l'attività ginnica: viene svolta nelle palestre o in alcuni casi nei giardini o nei campi sportivi di proprietà dell’istituto, questo tipo di attività è prevalentemente svolta dagli alunni delle scuole elementari e medie ed è seguita da docenti che hanno una formazione specifica;

·                                                                                                                                        l'attività di laboratorio: viene svolta in locali adeguatamente attrezzati per le attività da svolgere. Più frequentemente si incontrano laboratori nelle scuole medie per le quali il corso di studio può prevedere applicazioni pratiche delle materie studiate;

·                                                                                                                                        la pulizia dei locali: tale attività può essere svolta dai collaboratori scolastici (bidelli) o da personale addetto in funzione, soprattutto delle dimensioni della scuola. Le pulizie vengono svolte in tutti i locali dell’istituto generalmente al termine delle attività didattiche; 

·                                                                                                                                        l’attività di tipo amministrativo: è quella svolta dalla direzione e presso la segreteria dell’istituto, e può comportare l’uso di videoterminali.

Gli edifici scolastici ospitano, oltre alle attività principali sopra descritte, altre attività di carattere periodico e straordinario, che sono state comunque considerate nella presente ricerca per completezza.

Tali attività periodiche sono ad esempio:

· Elezioni e referendum.

· Cerimonie pubbliche religiose o laiche (seminari, conferenze ecc.).

In considerazione delle evidenti peculiarità del comparto considerato, per una migliore descrizione dei rischi nell’ambito dello schema imposto alla presente ricerca, l’analisi verrà eseguita non tanto per fasi del ciclo produttivo, che non sono ben identificabili, quanto per filoni di attività, poiché a ciascuna di esse si potranno riferire le specifiche attrezzature, le macchine e le sostanze utilizzate, i particolari fattori di rischio, i danni attesi, e quindi, con maggiore specificità, è possibile indicare gli interventi praticabili.

 

Nel seguito sono riportate le attività svolte nell’edificio scolastico, secondo le quali è stato articolato il presente lavoro di ricerca.


                                                         

 

 

 

 

 

 

3          Gruppi omogenei di lavoratori

Per quanto riguarda le figure professionali presenti è possibile individuare le seguenti:

· Personale direttivo: il Direttore didattico o il Preside che svolge un'attività paragonabile a un dirigente di azienda e che è coadiuvato da “fiduciari”, che sono presenti nelle scuole elementari e materne, composte da più plessi, che svolgono funzioni di coordinamento per conto del Capo d'istituto nelle sedi distaccate. Le attività svolte dal personale direttivo si collocano nell’ambito di quelle individuate per la FASE 6, e vengono svolte prevalentemente negli uffici. Pertanto, oltre ai rischi trasversali, legati alle condizioni generali dei locali in cui si svolge l’attività, il personale con mansioni direttive può essere esposto a rischi legati all’uso di videoterminali, allo stress derivante dalle responsabilità di cui è investito, ecc.

· Docente: svolge le attività didattiche ed educative utilizzando tutti i sussidi messi a disposizione dall'istituto, condivide con il Capo d'istituto la responsabilità della linea di insegnamento da adottare. Le attività sono prevalentemente svolte nelle aule, per quanto riguarda la didattica teorica (FASE 1) e alcune attività artistiche collaterali (FASE 3), nei laboratori tecnici (FASE 2), nel caso di esercitazioni pratiche, nelle palestre, nei giardini o nei campi sportivi dell’istituto, nel caso di attività ginnico sportiva (FASE 4). Compito specifico è svolto dagli insegnanti di sostegno (FASE 5), che hanno il compito specifico di seguire alunni con problemi particolari di apprendimento.

· Responsabile amministrativo/assistente amministrativo: si occupano della gestione amministrativa dell'istituto per ciò che attiene la gestione del personale, delle ditte esterne alle quali vengono appaltate alcune attività svolte all’interno dell’edificio o la fornitura di attrezzature, materiale per la didattica, ecc., sono inoltre nella maggior parte dei casi responsabili della revisione e dell’aggiornamento di tutta la documentazione relativa all’edificio scolastico. Anche queste attività, come per il personale direttivo, vengono svolte negli uffici (FASE 6) utilizzando attrezzature tipo fax, fotocopiatrici e videoterminali.

·        Assistente tecnico: coopera con il docente che utilizza il laboratorio (FASE 2), generalmente questa figura è presente nelle scuole medie, per le quali sono previste esercitazioni pratiche inerenti le materie del corso di studi. Le attività svolte non sono eccessivamente pericolose, tuttavia il tecnico addetto al controllo è sottoposto a specifici rischi legati all’utilizzo di attrezzi per l’esecuzione di piccoli lavori di falegnameria (seghe, martelli, chiodi, ecc.) oppure di materiale elettrico, oltre ovviamente a quelli legati alle condizioni generali dell’edificio relativamente all’igiene e alla sicurezza.

·        Cuoco: questa figura è presente nei casi in cui all’interno dell’istituto sia previsto il servizio di mensa (FASE 9), generalmente presente nelle scuole materne ed elementari. Il cuoco oltre ad occuparsi della preparazione quotidiana dei pasti, eventualmente coordinando il personale addetto ai servizi della cucina, è responsabile della conservazione dei generi alimentari, nel rispetto delle norme igieniche. I rischi a cui è sottoposto il personale addetto alla cucina sono legati alla specificità della mansione e alle attrezzature utilizzate.

·        Collaboratore scolastico: (Ex Bidello) provvede ai servizi generali della scuola (FASE 8), i suoi compito sono quelli legati all’accoglienza e alla sorveglianza degli alunni durante prima dell’inizio delle lezioni e durante gli intervalli, in alcuni casi alle pulizie dei locali dell’istituto, oltre a svolgere alcune commissioni su richiesta dei docenti (fotocopie, rifornimento di materiale di cancelleria, ecc.). I rischi a cui è sottoposto il personale addetto sono essenzialmente quelli connessi alle condizioni generali dell’edificio (rischi trasversali).

·        Studenti: secondo quanto già indicato nella definizione del comparto, gli studenti sono da considerarsi lavoratori se nelle loro attività è previsto l'uso di laboratori (scuole medie), per cui è possibile che siano esposti ad agenti chimici, fisici e biologici, oppure che vengano utilizzate attrezzature, compresi i videoterminali.

 

 


 

4          Valutazione dei rischi negli edifici scolastici

Nell’ambito della presente ricerca l’analisi dei fattori di rischio è stata svolta facendo riferimento ai singoli filoni di attività (fasi) elencati nel paragrafo precedente; ciò ha permesso di valutare i rischi e le interazioni tra questi nell'ambito delle fasi e delle attività. Il risultato di tale analisi è riportato nei capitoli successivi.

Alcuni rischi tuttavia sono valutabili con più efficacia se trattati trasversalmente a tutte le fasi o attività. Sono ad esempio i rischi legati, gli impianti elettrici, agli impianti di riscaldamento, di distribuzione del gas, alle misure gestionali per la lotta antincendio e le gestione delle emergenze, alle vie di esodo ecc.. A questi ci si riferirà nel seguito come “Rischi trasversali”.

L’esecuzione dei sopralluoghi presso le scuole del campione analizzato ha permesso di raccogliere sia i dati relativi ai rischi specifici di fase che ai rischi trasversali. Per ciascun elemento di rischio individuato è stato, quindi, possibile eseguire un’analisi statistica dei risultati, calcolando la frequenza con cui sono state riscontrate situazioni di non conformità. I risultati delle elaborazioni dei dati relativi ai fattori di rischio trasversali e specifici per le attività sono riportati nelle tabelle dei paragrafi che seguono.

I dati relativi a ciascun fattore di rischio sono stati elaborati suddividendo il territorio nazionale in tre macroregioni (Nord, Centro e Sud), nell’ambito delle quali è stata fatta una distinzione delle tre tipologie di istituti che sono oggetto della ricerca (Materne, Elementari e Medie). Le tabelle sono quindi strutturate in modo tale che per ciascuna categoria siano riportate le percentuali di non conformità rilevate relativamente ad ognuna delle macroregioni, ciò al fine di evidenziare problematiche comuni a tutte le aree geografiche e le eventuali specifiche situazioni critiche.

Nelle ultime tre colonne sono riportati i valori complessivi, su scala nazionale, delle non conformità individuate suddivise per tipologia di istituto, e questo consente di valutare se, relativamente a ciascun elemento di rischio, le condizioni relative all’igiene e alla sicurezza dei luoghi di lavoro sono più critiche per una categoria piuttosto che per un’altra.

Come già detto nel capitolo 1, i valori percentuali sono stati calcolati sui dati relativi ad un campione di circa 300 scuole; tali risultati sono da considerarsi rappresentativi della media nazionale con una approssimazione dell’ordine del 10 - 20 %, in ragione del fatto che, pur se il campione è numeroso, rappresenta tuttavia una percentuale comunque contenuta rispetto al numero complessivo di scuole.


Pertanto, la valutazione dei dati è stata fatta utilizzando le seguenti categorie interpretative:

 

% di non conformità

Proiezione nazionale o di macroregione della Stima della frequenza della non conformità o delle situazioni di rischio.

< 30%

Ricorrenza contenuta

(Frequenza bassa)

> 30 ma <70%

Ricorrenza sensibile

(Frequenza Media)

> 70%

Ricorrenza Rilevante

(Frequenza Alta)

 

a ciascuna delle quali è possibile associare un giudizio complessivo della situazione degli istituti scolastici, relativamente ai temi legati alla sicurezza ed all’igiene dei luoghi di lavoro.


4.1         Valutazione dei rischi trasversali

Nel presente paragrafo sono riportati gli aspetti principali di valutazione dei rischi trasversali, cioè di quella categoria di rischi che non attiene specificamente ad una delle fasi individuate, ma le riguarda tutta.

Tali rischi sono quelli principalmente relativi alle strutture, agli impianti, alle condizioni generali di sicurezza ed agli aspetti organizzativi.

Un esempio per tutti riguarda il rischio incendio, che nelle scuole è un rischio diffuso e solo marginalmente legato a fasi particolari, che interessa trasversalmente l’intera struttura scolastica sia dal punto di vista edilizio, che impiantistico, che organizzativo e gestionale.

Nei paragrafi relativi ai diversi fattori di rischio sono riportati gli esiti della campagna di monitoraggio compiuta sul campione di scuole.

Le voci che sono state inserite nelle tabelle relative a ciascun elemento di rischio sono una sintesi di una serie di elementi che per ciascun fattore sono state prese in considerazione.

La sintesi eseguita deriva dalla necessità di procedere ad una elaborazione statistica dei risultati della Valutazione dei Rischi eseguita sul campione utilizzato per la ricerca, pertanto, affinché gli i parametri utilizzati potessero fornire valori statisticamente significativi, è stato necessario sintetizzare in un'unica “voce” riportata in tabella più elementi.  

Per completezza si descriveranno in modo dettagliato quali sono gli elementi specifici implicitamente considerati nella valutazione del rischio.  


4.1.1        Requisiti strutturali ed impiantistici per la prevenzione incendi

Per ciò che riguarda il rischio incendio per la prevenzione incendi, gli edifici scolastici risultano soggetti ad una normativa specifica (D.M. del 26 AGOSTO 1992) e nel D.M. del 10/3/98 si fa esplicito riferimento alle scuole di ogni ordine e grado con più di 1000 persone presenti nell’elenco delle attività a rischio di incendio elevato.

Nel seguito si riportano gli elementi di valutazione specifica per ciascun ambito di prevenzione incendi.

4.1.1.1       Requisiti strutturali

Per quanto riguarda i requisiti strutturali, questi possono essere divisi in due gruppi principali: compartimentazione e vie di fuga.

Nell’analisi della “compartimentazione dei locali” devono essere considerati l’ubicazione dei locali ad uso scolastico e l’altezza degli edifici. In particolare, se le attività scolastiche si svolgono in locali ubicati “in edifici o locali esistenti, anche adiacenti, sottostanti o sovrastanti ad altri aventi destinazione diversa……” “devono essere separati…. (omissis)…. mediante strutture di caratteristiche almeno REI 120 senza comunicazioni.” Tale disposizione no è da considerarsi valida nel caso in cui per relazione diretta con altre attività sia necessaria la comunicazione con altri locali in questi casi “ è ammesso che la comunicazione avvenga mediante filtro a prova di fumo. Tali attività devono, comunque, avere accessi ed uscite indipendenti.”

In relazione all’altezza dell’edificio deve essere prevista una suddivisione in compartimenti, che possono comprendere anche più di un piano. Si deve nello specifico fare riferimento alla tabella A del D.M. del 26/8/92 riportata di seguito.

 

                                     Massima superficie

          Altezza antincendi          del compart. (m²)

 

fino a 12 m ..........................      6.000

da 12 m a 24 m .......................      6.000

da oltre 24 m a 32 m .................      4.000

da oltre 32 m a 54 m .................      2.000

 

 

E’ comunque necessario che le strutture abbiano una adeguata resistenza al fuoco, in particolare per gli edifici con altezza antincendio fino a 24 metri le strutture portanti e separanti devono garantire una resistenza al fuoco almeno REI 60, per gli edifici di altezza superiore, invece le strutture sia portanti che separanti devono garantire una resistenza almeno REI 90.

Le valutazioni relative all’idoneità delle vie di fuga e delle aree di transito devono prendere in considerazioni diversi elementi. Primo fra tutti il numero di persone che possono trovarsi contemporaneamente nello stesso locale o nella stessa area, perché il rispetto di certi limiti garantisce nelle situazioni di emergenza che l’esodo avvenga in condizioni di sicurezza. Relativamente all’affollamento massimo ipotizzabile il D.M. prevede:

-         aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l'indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell'attività;

-         aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%;

-         refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 persone/m².

Comunque la capacità di deflusso no deve essere superiore a 60 per ogni piano.

Il giudizio di idoneità sui passaggi e sulle vie di esodo viene formulato in funzione di diversi parametri, di seguito descritti quanto disposto dal DM 26/8/92.

Sistema di via di uscita.

Ogni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in funzione della capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2 uscite verso luogo sicuro.

Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati, oltre che dalla scala che serve al normale afflusso, almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna.

 

Larghezza delle vie di uscita.

La larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di uscita e non inferiore a due moduli (m 1,20). La misurazione ella larghezza delle singole uscite va eseguita nel punto più stretto della luce.

Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti devono avere, singolarmente, larghezza non inferiore a m 1,20.

 

Lunghezza delle vie di uscita.

La lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 metri e deve essere misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo stesso di ogni locale frequentato dagli studenti o dal personale docente e non docente.

 

Larghezza totale delle uscite di ogni piano.

La larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di deflusso.

Per le scuole che occupano più di tre piani fuori terra, la larghezza totale delle vie di uscita che immettono all'aperto, viene calcolata sommando il massimo affollamento ipotizzabile di due piani consecutivi, con riferimento a quelli aventi maggiore affollamento.

 

Numero delle uscite.

Il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente contrapposti.

Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi per esercitazioni, spazi per l'informazione ed attività parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo sicuro.

Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 m ed aprirsi nel senso dell'esodo quando il numero massimo di persone presenti nell'aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il numero di persone presenti sia superiore a 5.

Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono essere realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.”

Per garantire un esodo in sicurezza gli edifici devono essere dotati di un impianto di illuminazione di emergenza che sarà da ritenersi adeguato, non solo se presente, ma anche se idoneamente progettato (ubicazione dei corpi illuminanti, autonomia, livello di illuminazione fornito, ecc.), e di un allarme sonoro e/o impianto di diffusione sonora, il cui funzionamento deve essere garantito anche in caso di mancanza di energia elettrica. A tale proposito il D.M. del 26/8/92 prescrive al punto 7.1. dell’allegato che “ Le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria…..omissis…. L'alimentazione dell'impianto di sicurezza deve potersi inserire anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale.

L'autonomia della sorgente di sicurezza non deve essere inferiore ai 30'.

Sono ammesse singole lampade o gruppi di lampade con alimentazione autonoma.

Il dispositivo di carica degli accumulatori, qualora impiegati, deve essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.”

Nelle strutture scolastiche possono inoltre essere presenti una serie di altri spazi che nel D.M. vengono indicati a “rischi specifico”:

-         spazi per le esercitazioni;

-         spazi per depositi;

-         impianti tecnologici;

-         gli spazi per l’informazione e le attività parascolastiche;

-         autorimesse;

-         spazi per servizi logistici (mense, dormitori, ecc.)

per i quali, nei punti 6.1¸6.6 dell’allegato, vengono indicate le prescrizioni specifiche:

 

Spazi per esercitazioni

Vengono definiti spazi per esercitazioni tutti quei locali ove si svolgano prove, esercitazioni, sperimentazioni, lavori, ecc. connessi con l'attività scolastica.

Gli spazi per le esercitazioni ed i locali per depositi annessi devono essere ubicati ai piani fuori terra o al 1° interrato, fatta eccezione per i locali ove vengono utilizzati gas combustibili con densità superiore a 0,8 che devono essere ubicati ai piani fuori terra senza comunicazioni con i piani interrati.

Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione, le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nella circolare del Ministero dell'interno n. 91 del 14 settembre 1961.

Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i vari tipi di materiali nonché la classificazione dei locali in funzione del carico di incendio, vanno determinati con le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata.

Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60.

Le comunicazioni tra il locale per esercitazioni ed il locale deposito annesso, devono essere munite di porte dotate di chiusura automatica aventi resistenza al fuoco almeno REI 60.

Nei locali dove vengono utilizzate e depositate sostanze radioattive e/o macchine radiogene è fatto divieto di usare o depositare materiali infiammabili.

Detti locali debbono essere realizzati in modo da consentire la più agevole decontaminazione ed essere preposti per la raccolta ed il successivo allontanamento delle acque di lavaggio o di estinzione di principi di incendio.

Gli spazi per le esercitazioni dove vengono manipolate sostanze esplosive e/o infiammabili devono essere provvisti di aperture di aerazione, permanente, ricavate su pareti attestate all'esterno di superficie pari ad 1/20 della superficie in pianta del locale.

Qualora vengano manipolati gas aventi densità superiore a 0,8 delle predette aperture di aerazione, almeno 1/3 della superficie complessiva deve essere costituito da aperture, protette con grigliatura metallica, situate nella parte inferiore della parete attestata all'esterno e poste a filo pavimento.

Le apparecchiature di laboratorio alimentate a combustibile gassoso devono avere ciascun bruciatore dotato di dispositivo automatico di sicurezza totale che intercetti il flusso del gas in mancanza di fiamma.

 

Spazi per i depositi

Vengono definiti «spazi per deposito o magazzino» tutti quegli ambienti destinati alla conservazione di materiali per uso didattico e per i servizi amministrativi.

I depositi di materiali solidi combustibili possono essere ubicati ai piani fuoriterra o ai piani 1° e 2° interrati.

Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite nella circolare del Ministero dell'interno n. 91 del 14 settembre 1961.

Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i vari tipi di materiali nonché la classificazione dei depositi in funzione del carico di incendio, vanno determinati secondo le tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata.

Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60.

L'accesso al deposito deve avvenire tramite porte almeno REI 60 dotate di congegno di autochiusura.

La superficie massima lorda di ogni singolo locale non può essere superiore a:

- 1.000 m² per i piani fuori terra;

- 500 m² per i piani 1° e 2° interrato.

I suddetti locali devono avere apertura di aerazione di superficie non inferiore ad 1/40 della superficie in pianta, protette da robuste griglie a maglia fitta.

Il carico di incendio di ogni singolo locale non deve superare i 30 kg/m²;

qualora venga superato il suddetto valore, nel locale dovrà essere installato un impianto di spegnimento a funzionamento automatico.

Ad uso di ogni locale dovrà essere previsto almeno un estintore, di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, ogni 200 m² di superficie.

I depositi di materiali infiammabili liquidi e gassosi devono essere ubicati al di fuori del volume del fabbricante; lo stoccaggio, la distribuzione e l'utilizzazione di tali materiali devono essere eseguiti in conformità delle norme e dei criteri tecnici di prevenzione incendi. Ogni deposito dovrà essere dotato di almeno un estintore di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, 89 B, C ogni 150 m² di superficie.

Per esigenze didattiche ed igienico-sanitarie è consentito detenere complessivamente, all'interno del volume dell'edificio, in armadi metallici dotati di bacino di contenimento, 20 l di liquidi infiammabili..

 

Impianti di produzione di calore

Per gli impianti di produzione di calore valgono le disposizioni di prevenzione incendi in vigore.

È fatto divieto di utilizzare stufe funzionanti a combustibile liquido o gassoso, per il riscaldamento di ambienti.

 

Impianti di condizionamento e di ventilazione

Gli eventuali impianti di condizionamento e di ventilazione possono essere centralizzati o localizzati.

Nei gruppi frigoriferi devono essere utilizzati come fluidi frigorigeni prodotti non infiammabili.

Negli impianti centralizzati di condizionamento aventi potenza superiore a 75 kW i gruppi frigoriferi devono essere installati in locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori a 50.000 mc/h (portata volumetrica).

Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non inferiore a REI 60 e le eventuali comunicazioni in esse praticate devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno REI 60 dotate di congegno di autochiusura.

Le condotte non devono attraversare:

- luoghi sicuri, che non siano a cielo libero;

- vie di uscita;

- locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di scoppio.

L'attraversamento può tuttavia essere ammesso se le condotte sono racchiuse in strutture resistenti al fuoco di classe almeno pari a quella del vano attraversato.

Qualora le condotte debbano attraversare strutture che delimitano i compartimenti, nelle condotte deve essere installata, in corrispondenza degli attraversamenti almeno una serranda resistente al fuoco REI 60.”

Relativamente ai dispositivi di controllo degli impianti di ventilazione e condizionamento, questi devono essere dotati di:

-         comando manuale che consenta l’arresto dei ventilatori in caso di incendio;

-         dispositivi termostatici di arresto automatico dei ventilatori in caso di aumento anomalo della temperatura nel caso di impianti, a ricircolo di aria, di potenzialità superiore a 20.000 mc/h;

-         dispositivi automatici di rilevamento fumi, in sostituzione dei dispositivi termostatici, per impianti a ricircolo d'aria, di potenzialità superiore a 50.000 mc/h.

 

“Condizionamento localizzato

È consentito il condizionamento dell'aria a mezzo di armadi condizionatori a condizione che l fluido refrigerante non sia infiammabile.

 

Impianti centralizzati per la produzione di aria compressa.

 

Detti impianti, se di potenza superiore a 10 kW, devono essere installati in locali aventi almeno una parete attestata verso l'esterno ovvero su intercapedine grigliata, muniti di superficie di sfogo non inferiore a 1/15 della superficie in pianta del locale.

 

Spazi per l'informazione e le attività parascolastiche

Vengono definiti «spazi destinati all'informazione ed alle attività parascolastiche», i seguenti locali:

- auditori;

- aule magne;

- sale per rappresentazioni.

Detti spazi devono essere ubicati in locali fuori terra o al 1° interrato fino alla quota massima di -7,50 m; se la capacità supera le cento persone e vengono adibiti a manifestazioni non scolastiche, si applicano le norme di sicurezza per i locali di pubblico spettacolo. Qualora, per esigenze di carattere funzionale, non fosse possibile rispettare le disposizioni sull'isolamento previste dalle suddette norme, le manifestazioni in argomento potranno essere svolte a condizione che non si verifichi contemporaneità con l'attività scolastica;

 

 

Autorimesse

Detti locali devono rispondere ai requisiti di sicurezza stabiliti dalle specifiche norme tecniche in vigore.

 

Spazi per servizi logistici

Mense

Locali destinati alla distribuzione e/o consumazione dei pasti.

Nel caso in cui a tali locali sia annessa la cucina e/o il lavaggio delle stoviglie con apparecchiature alimentate a combustibile liquido o gassoso, agli stessi si applicano le specifiche normative di sicurezza vigenti.

 

Dormitori

Locali destinati all'alloggiamento ad esclusivo uso del complesso scolastico.

Essi devono rispondere alle vigenti disposizioni di sicurezza emanate dal Ministero dell'interno per le attività alberghiere.

 

Di seguito sono riportate le tabelle analitiche con le percentuali di non conformità di requisiti indicati.

Per quanto riguarda le vie di fuga, la loro non adeguatezza, l’assenza di uscite sufficienti o con sufficienti requisiti di sicurezza sono state rilevate con frequenze sensibili o in taluni casi rilevanti.

Rilevante è anche la frequenza con cui sono state riscontrate carenze nella segnaletica e nell’illuminazione di emergenza. Relativamente a quest’ultimo aspetto è bene sottolineare che l’illuminazione di emergenza garantisce la visibilità anche in caso di assenza di energia elettrica e costituisce una cautela di rilievo considerando che nei periodi scolastici (autunno, inverno e primavera) le attività pomeridiane si svolgono quasi in assenza di luce naturale.


 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Requisiti strutturali

Idonea compartimentazione dei locali

57,1

48,8

28,8

Numero massimo degli occupanti in un'aula pari a 26

0,0

4,9

5,0

Esistenza, nell'edificio scolastico, di un sistema organizzato di vie di fuga

57,1

95,1

76,3

Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna

14,3

22,0

16,3

Idoneità del numero delle uscite di emergenza

14,3

31,7

23,8

Idoneità del numero delle uscite di piano

0,0

12,2

17,5

Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98)

0,0

9,8

2,5

Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza

85,7

65,9

80,0

Presenza della segnaletica di sicurezza

28,6

9,8

63,8

Vie d'uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole

28,6

29,3

45,0

Apertura delle porte nel verso dell'esodo nel caso che: l'area preveda un affollamento di persone > 50, la porta serve un area a rischio elevato, la porta è situata vicino al piede di una scala.

42,9

68,3

75,0

Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga

0,0

0,0

2,5

Dimensioni delle vie di fuga adeguate al numero massimo di lavoratori potenzialmente presenti nell'area

0,0

2,4

0,0

 


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Requisiti strutturali

Idonea compartimentazione dei locali

30,8

28,9

16,3

Numero massimo degli occupanti in un'aula pari a 26

7,7

2,6

1,3

Esistenza, nell'edificio scolastico, di un sistema organizzato di vie di fuga

69,2

81,6

72,5

Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna

30,8

42,1

30,0

Idoneità del numero delle uscite di emergenza

38,5

44,7

31,3

Idoneità del numero delle uscite di piano

15,4

28,9

23,8

Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98)

0,0

13,2

6,3

Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza

84,6

63,2

73,8

Presenza della segnaletica di sicurezza

76,9

21,1

61,3

Vie d'uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole

38,5

34,2

42,5

Apertura delle porte nel verso dell'esodo nel caso che: l'area preveda un affollamento di persone > 50, la porta serve un area a rischio elevato, la porta è situata vicino al piede di una scala.

46,2

63,2

70,0

Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga

0,0

2,6

2,5

Dimensioni delle vie di fuga adeguate al numero massimo di lavoratori potenzialmente presenti nell'area

0,0

0,0

1,3

 

 

 

 

 

 


SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Requisiti strutturali

Idonea compartimentazione dei locali

0,0

30,0

7,7

Numero massimo degli occupanti in un'aula pari a 26

0,0

0,0

11,5

Esistenza, nell'edificio scolastico, di un sistema organizzato di vie di fuga

16,7

60,0

69,2

Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna

0,0

50,0

34,6

Idoneità del numero delle uscite di emergenza

33,3

40,0

34,6

Idoneità del numero delle uscite di piano

16,7

40,0

42,3

Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98)

0,0

0,0

3,8

Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza

66,7

50,0

65,4

Presenza della segnaletica di sicurezza

83,3

10,0

84,6

Vie d'uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole

0,0

10,0

46,2

Apertura delle porte nel verso dell'esodo nel caso che: l'area preveda un affollamento di persone > 50, la porta serve un area a rischio elevato, la porta è situata vicino al piede di una scala.

50,0

30,0

57,7

Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga

0,0

0,0

0,0

Dimensioni delle vie di fuga adeguate al numero massimo di lavoratori potenzialmente presenti nell'area

0,0

0,0

0,0


 

 

TOTALE

 

Materne

128  scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Requisiti strutturali

Idonea compartimentazione dei locali

36,7

21,4

11,9

Numero massimo degli occupanti in un'aula pari a 26

4,7

2,3

7,1

Esistenza, nell'edificio scolastico, di un sistema organizzato di vie di fuga

81,3

74,8

59,5

Esistenza almeno di una scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di fumo interna

18,0

33,6

33,3

Idoneità del numero delle uscite di emergenza

25,8

35,9

35,7

Idoneità del numero delle uscite di piano

14,8

24,4

38,1

Idoneità del numero e della dimensione delle uscite (ex art. 13 DPR 547/55 come modificato dal D.Lgs. 626/94 e D.Lgs 242/96 ed integrato dal DM 10/03/98)

4,7

7,6

2,4

Esistenza di un impianto di Illuminazione di emergenza

75,8

71,8

61,9

Presenza della segnaletica di sicurezza

44,5

51,1

66,7

Vie d'uscita sgombre, assenza di ostacoli che possano impedire un esodo agevole

39,1

39,7

31,0

Apertura delle porte nel verso dell'esodo nel caso che: l'area preveda un affollamento di persone > 50, la porta serve un area a rischio elevato, la porta è situata vicino al piede di una scala.

71,1

2,3

50,0

Idoneità dei pavimenti delle vie di transito e di fuga

1,6

2,3

0,0

Dimensioni delle vie di fuga adeguate al numero massimo di lavoratori potenzialmente presenti nell'area

0,8

0,8

0,0


4.1.1.2       Mezzi estinguenti: dotazione e manutenzione

Nella valutazione dell’idoneità della dotazione degli estintori oltre al numero di questi e alla sostanza estinguente, il giudizio di idoneità viene espresso considerando che questi siano collocati in posizione visibile e facilmente raggiungibile (impugnatura ad un’altezza non superiore ai 150 cm) e che siano opportunamente segnalati. In particolare per le scuole il decreto del 26/8/92 prevede che siano installati “estintori portatili di capacità estinguente non inferiore a 13A 89BC di tipo approvato dal Ministero dell'interno in ragione di almeno un estintore per ogni 200 m² di pavimento o frazione di detta superficie, con un minimo di due estintori per piano”.

Anche per quanto riguarda gli idranti la normativa per le scuole fornisce indicazioni specifiche, a differenza del D.M. 10/3/98, in particolare per le scuole con più di 100 persone, deve essere prevista “una rete idranti costituita da una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala dell'edificio; da essa deve essere derivato ad ogni piano, sia fuori terra che interrato, almeno un idrante con attacco UNI 45 a disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o attacco per naspo. La tubazione flessibile deve essere costituita da un tratto di tubo, di tipo approvato, con caratteristiche di lunghezza tali da consentire di raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta.

Il naspo deve essere corredato di tubazione semirigida con diametro minimo di 25 mm e anch'esso di lunghezza idonea a consentire di raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta.

Tale idrante deve essere installato nel locale filtro, qualora la scala sia a prova di fumo interna.

Al piede di ogni colonna montante, per edifici con oltre 3 piani fuori terra, deve essere installato un idoneo attacco di mandata per autopompa. Per gli altri edifici è sufficiente un solo attacco per autopompa per tutto l'impianto.

L'impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima di 360 l/min per ogni colonna montante e, nel caso di più colonne, il funzionamento contemporaneo di almeno 2 colonne.

L'alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l'erogazione ai 3 idranti idraulicamente più sfavoriti, di 120 l/min cad., con una pressione residua al bocchello di 1,5 bar per un tempo di almeno 60 min.

Qualora l'acquedotto non garantisca le condizioni di cui al punto precedente dovrà essere installata una idonea riserva idrica alimentata da acquedotto pubblico e/o da altre fonti. Tale riserva deve essere costantemente garantita. Le elettropompe di alimentazione della rete antincendio devono essere alimentate elettricamente da una propria linea preferenziale.

Nelle scuole di tipo 4 (scuole con numero di presenze contemporanee da 801 a 1200 persone) e 5 (scuole con numero di presenze contemporanee oltre le 1200 persone), i gruppi di pompaggio della rete antincendio devono essere costituiti da due pompe, una di riserva all'altra, alimentate da fonti di energia indipendenti (ad esempio elettropompa e motopompa o due elettropompe). L'avviamento dei gruppi di pompaggio deve essere automatico.  Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete devono essere protette dal gelo, da urti e dal fuoco. Le colonne montanti possono correre, a giorno o incassate, nei vani scale oppure in appositi alloggiamenti resistenti al fuoco REI 60.”

Deve, inoltre, essere previsto un impianto di spegnimento automatico, nei locali interrati, ed un impianto di rilevamento fumi, nei locali fuori terra, nel caso in cui il carico d’incendio superi i 30 kg/m2.

Come elemento di analisi è stata considerata anche la revisione periodica dei mezzi di estinzione (semestrale per gli estintori e per gli idranti) perché questa ha lo scopo di garantirne l’efficienza.

Di seguito vengono riportati i risultati dell’indagine eseguita, dalla quale risulta che, relativamente alla dotazione di mezzi estinguenti invece si rilevano complessivamente BASSE frequenze delle non conformità sia per quanto riguarda il numero, che la tipologia che infine l’ubicazione.


 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Mezzi estinguenti: dotazione e manutenzione

Idoneità della dotazione degli estintori

19,1

34,2

19,6

Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori

42,9

2,5

10,7

Idoneità della dotazione degli idranti

28,6

41,5

26,3

Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio

57,1

29,3

33,8

Esistenza di un sistema di ALLARME

71,4

65,9

90,0

Presenza del C.P.I. nelle scuole con più di 100 occupanti

0,0

41,5

18,8

Presenza di un registro dei controlli periodici  degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio

85,7

90,2

85,0

 


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Mezzi estinguenti: dotazione e manutenzione

Idoneità della dotazione degli estintori

20,5

30,6

13,8

Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori

27,0

4,0

10,7

Idoneità della dotazione degli idranti

46,2

55,3

22,5

Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio

61,5

23,7

31,3

Esistenza di un sistema di ALLARME

46,2

57,9

83,8

Presenza del C.P.I. nelle scuole con più di 100 occupanti

15,4

71,1

25

Presenza di un registro dei controlli periodici  degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio

76,9

84,2

87,5

 


 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Mezzi estinguenti: dotazione e manutenzione

Idoneità della dotazione degli estintori

11,1

40,0

24,4

Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori

50,0

10,0

5,8

Idoneità della dotazione degli idranti

33,3

50,0

42,3

Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio

50,0

0,0

50,0

Esistenza di un sistema di ALLARME

66,7

50,0

73,1

Presenza del C.P.I. nelle scuole con più di 100 occupanti

16,7

70,0

23,1

Presenza di un registro dei controlli periodici  degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio

83,3

90,0

92,3

 


 

 

 

 

TOTALE

 

Materne

128  scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Mezzi estinguenti: dotazione e manutenzione

Idoneità della dotazione degli estintori

24,2

19,4

26,2

Regolare svolgimento della verifica periodica degli estintori

9,8

10,3

13,1

Idoneità della dotazione degli idranti

31,3

34,4

42,9

Idonea ubicazione e segnalazione delle attrezzature antincendio

33,6

32,1

38,1

Esistenza di un sistema di ALLARME

81,3

72,5

66,7

Presenza del C.P.I. nelle scuole con più di 100 occupanti

25,0

37,4

33,3

Presenza di un registro dei controlli periodici  degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio

86,7

85,5

90,5


 

4.1.2        Gestione delle emergenze

Per le strutture scolastiche assume un ruolo di fondamentale importanza la corretta gestione delle emergenze, perché si tratta, non solo di luoghi generalmente frequentati da un considerevole numero di persone, ma soprattutto perché la maggior parte dei presenti sono ragazzi o bambini che, principalmente nel caso delle scuole materne possono non essere del tutto autosufficienti.

Pertanto sono state inserite anche le analisi relative agli aspetti legati alla gestione delle emergenze: la realizzazione del Piano di Emergenza, la presenza del personale coinvolto nella gestione di questa, e lo svolgimento delle previste prove di esodo.

Relativamente ad alcuni di questi elementi la situazione è più critica, infatti, per ciò che riguarda il piano di gestione, l’esistenza delle squadre di emergenza e lo svolgimento delle prove di esodo, le percentuali di non conformità sono generalmente superiori al 70%. In generale è, inoltre, rilevante la ricorrenza delle non conformità relativamente all’esistenza di un sistema di allarme e del registro dei controlli periodici delle dotazioni antincendio.

A titolo esplicativo si riportano gli elementi fondamentali, che devono essere considerati nell’estensione di un piano di gestione dell’emergenza in ambito scolastico.

 


 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Gestione delle emergenze

Esistenza di un piano di gestione delle emergenze e regolare svolgimento delle prove di evacuazione

71,4

90,2

78,8

Esistenza di una squadra di addetti alle emergenze ed al primo soccorso

14,3

87,8

40,0

Esistenza di un responsabile della gestione delle emergenze

28,6

95,1

41,3

 


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Gestione delle emergenze

Esistenza di un piano di gestione delle emergenze e regolare svolgimento delle prove di evacuazione

76,9

81,6

71,3

Esistenza di una squadra di addetti alle emergenze ed al primo soccorso

7,7

71,1

41,3

Esistenza di un responsabile della gestione delle emergenze

15,4

84,2

42,5

 


 

 

 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Gestione delle emergenze

Esistenza di un piano di gestione delle emergenze e regolare svolgimento delle prove di evacuazione

16,7

80,0

84,6

Esistenza di una squadra di addetti alle emergenze ed al primo soccorso

16,7

70,0

15,4

Esistenza di un responsabile della gestione delle emergenze

16,7

70,0

15,4

 


 

 

TOTALE

 

Materne

128  scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Gestione delle emergenza

Esistenza di un piano di gestione delle emergenze e regolare svolgimento delle prove di evacuazione

82,0

74,8

73,8

Esistenza di una squadra di addetti alle emergenze ed al primo soccorso

53,9

46,6

28,6

Esistenza di un responsabile della gestione delle emergenze

57,8

51,9

28,6


 

4.1.2.1       Criteri per la predisposizione del piano di emergenza

Il modulo operativo del piano di emergenza viene predisposto utilizzando le informazioni riguardanti il sito (personale presente, ubicazione delle vie di fuga etc.) e sulla base dei sopralluoghi che normalmente vengono eseguiti. All’interno dell’edificio sono identificabili le seguenti aree:

-         Aree adibite ad attività didattica;

-         Cucina e refettorio;

-         Impianti tecnologici;

-         Ecc.,

Attraverso un’analisi dei luoghi succitati dal punto di vista dei sistemi di protezione attivi e passivi esistenti, da uno studio dell'attività svolta nei locali, e da una verifica della dislocazione delle attrezzature è possibile formulare un giudizio di idoneità ed eventualmente formulare delle proposte per una più razionale disposizione della segnaletica delle vie di fuga e dei mezzi di estinzione, individuare le figure attive e le norme comportamentali da adottare in caso di emergenza, sia per le persone coinvolte nella gestione operativa che di quelle normalmente presenti (docenti, studenti, ecc.).

 

4.1.2.2       Individuazione delle vie di fuga e segnaletica di emergenza

Il numero, la distribuzione e le dimensioni delle vie e delle uscite di emergenza devono essere adeguate alle dimensioni dei luoghi di lavoro, alla loro ubicazione alla loro destinazione d'uso alle attrezzature in essi installati nonché al numero massimo di persone che possono essere presenti in detti luoghi (art.33 DL 626/94). La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita deve essere al massimo di 60 metri. Tutti i percorsi e le porte devono essere chiaramente indicate tramite idonea segnaletica di sicurezza e devono essere provviste di un'illuminazione di emergenza.

Il luogo sicuro o punto di raccolta, verso il quale far convergere il personale durante una eventuale situazione di emergenza, è stato individuato nel ……. ubicato in corrispondenza di……...

 

4.1.2.3       Modulo operativo della Scuola ……. località ……..

4.1.2.3.1      Obiettivo

Il piano di Emergenza si propone di ottimizzare l’utilizzo delle risorse per la salvaguardia del personale, il contenimento delle situazioni di pericolo, la minimizzazione dei danni alle attrezzature e all’ambiente esterno, il coordinamento degli interventi interni ed esterni (VV.F., Ambulanza, VV.UU., P.S., Enti erogatori di energia).

- Responsabile dell’emergenza:

Addetto alla Sicurezza o comunque un responsabile di alto livello nell’organizzazione (ad esempio il Capo dell’Istituto). Assume un ruolo organizzativo-decisionale, in quanto decide la strategia generale d’intervento, mantiene il controllo dell’intero insediamento, valuta e decide l’eventuale evacuazione, coordina le comunicazioni con gli Enti esterni e gli interventi di soccorso necessari, stabilisce la fine dell’emergenza.

 

- Addetti allo spegnimento:

Nucleo di persone, adeguatamente qualificate da corsi di formazione e addestrate da esercitazioni pratiche, dotato di attrezzature e mezzi necessari per affrontare un primo intervento.

 

- Responsabili di piano:

Coordina e facilita le eventuali operazioni di sfollamento e di raccolta del personale in un luogo sicuro, preventivamente individuato (punto di raccolta) verificando la presenza all’esterno di tutto il personale (verifica dello specchio numerico).

 

- Addetto al posto di chiamata:

Figura designata al coordinamento e alla gestione delle informazioni e delle chiamate sia in entrata che in uscita; esso deve richiedere il maggior numero di informazione sull’ubicazione e la tipologia dell’evento per poter dare indicazioni precise, qualora si ritenga necessario l’intervento esterno.

A tal fine utilizzerà l’elenco dei numeri telefonici di emergenza a sua disposizione presso il posto di chiamata.

 

- Addetto alla disattivazione delle forniture energetiche:

Figura designata alla gestione della sicurezza degli impianti.

All’interno della squadra d'emergenza, deve essere individuata la figura di un addetto alla disattivazione delle forniture energetiche e alla messa in sicurezza degli impianti.

-         Addetto al Primo Soccorso.

Addetti , per i quali è stata prevista una formazione specifica, in grado di assicurare un primo intervento in caso di incidente per il soccorso dell’infortunato.

 

Lo schema che segue può essere utilizzato per l’individuazione delle figure attive e per l’assegnazione dei compiti per una corretta attuazione del Piano di Emergenza

 

 

INCARICO

FIGURA

NOMINATIVO

SOSTITUTO

Responsabile dell’emergenza

Capo d’Istituto/ Responsabile per la sicurezza

 

 

Addetto al posto di chiamata

Addetto della segreteria/centralino/personale degli uffici amministrativi

 

 

Responsabile dell’evacuazione della classe

Insegnante

 

 

 

 

Classe…

sez…

 

 

Classe…

sez…

 

 

Classe…

sez…

 

 

Classe…

sez…

 

 

Classe…

sez…

 

 

Responsabile di piano

Insegnante/collaboratore scolastico

1° piano

 

 

2° piano

 

 

3° piano

 

 

……

 

 

Addetto allo spegnimento

Insegnante/collaboratore scolastico

 

 

Addetto allo spegnimento

Insegnante/collaboratore scolastico

 

 

Addetto alla disattivazione delle forniture energetiche

Personale non docente

 

 

Addetto alla verifica periodica dei mezzi di estinzione, dell’integrità della segnaletica di emergenza, ecc.

Personale non docente

 

 

 


4.1.2.3.2      Aree operative

All’interno dell’insediamento devono essere, inoltre, individuati i luoghi dai quali poter gestire le situazioni di emergenza. Le aree da individuare sono le seguenti:

 

- Centro di coordinamento: Luogo sicuro, accessibile e protetto, dotato di collegamento telefonico (interno ed esterno) comunque attivo, nel quale il responsabile dell’emergenza coordina le operazioni di intervento utilizzando la copia del piano di emergenza a sua disposizione.

 

- Posto di chiamata: Luogo sicuro, dal quale poter gestire le comunicazioni con il centro di coordinamento e con gli enti di intervento esterni.

 

- Punti di raccolta: Aree sicure, adeguatamente segnalate, ove far confluire tutto il personale, in attesa di ulteriori disposizioni (es. cessato allarme);

 

- infermeria, Pronto soccorso: Luogo eventualmente adibito alla gestione del primo soccorso e dotato di idoneo presidio sanitario

 

- Percorsi di esodo: Percorsi sicuri, adeguatamente segnalati, che permettono il facile raggiungimento dei punti di raccolta e dei luoghi sicuri statici e dinamici

 

4.1.2.3.3      Piano operativo

E’ l’insieme di informazioni e di norme comportamentali riguardanti l’emergenza in atto; descrive il sistema predisposto per lo stato di allarme, per la messa in atto delle procedure di intervento previste dal piano di emergenza, per l’evacuazione dello stabile ed infine la dichiarazione di cessazione dell’emergenza.

Detta precise istruzioni operative per ogni figura chiave, precedentemente descritta. Contiene le azioni generali da intraprendere, gli spostamenti da compiere, i comportamenti da tenere ed eventuali interventi specifici.

 

4.1.2.3.4      Documentazione cartografica

Le planimetrie dell’intero edificio, che devono essere allegate al piano operativo ed eventualmente affisse ai diversi piani dell’istituto, fanno parte integrante del Piano di Emergenza.

Su queste devono essere riportate le seguenti informazioni:

-                            ubicazione delle uscite di emergenza e dei luoghi sicuri;

-                            individuazione dei percorsi di esodo;

-                            ubicazione delle attrezzature antincendio (estintori, idranti, ecc.);

-                            individuazione dei punti di raccolta esterni;

-                            indicazione della segnaletica delle vie di esodo;

-                            individuazione di tutti i locali del piano evidenziando quelli che possono costituire un pericolo (centrale termica, quadro elettrico generale, ecc.);

 

 


NORME COMPORTAMENTALI

 

A. NORME PER TUTTO IL PERSONALE

Segnalazione

Chiunque individui un principio d’incendio o rilevi qualche altro fatto anomalo che possa far presumere un’imminente situazione di pericolo (presenza di fumo, scoppi, crolli, spargimento di sostanze infiammabili, allagamenti, ecc. ) è tenuto a telefonare al numero interno ............

segnalando:

   la natura dell’emergenza

   il luogo da cui si sta parlando

   la presenza eventuale di infortunati

   le proprie generalità

Deve poi avvertire immediatamente le persone che, a suo giudizio, possano essere coinvolte dagli sviluppi dell’evento.

     Intervento di emergenza

Il personale presente deve segnalare il pericolo, e potrà tentare un intervento di emergenza solo se appartenente alle squadre di emergenza.

In caso di focolai o di incendio, in attesa dell'intervento degli addetti, potrà cercare di spegnere le fiamme con gli estintori ubicati ai piani, seguendo comunque attentamente le norme per il loro utilizzo e qualora ne abbia avuto sufficiente addestramento.

     Sfollamento

In caso di evacuazione dell’edificio è necessario:

·   lasciare il proprio posto di lavoro curando di mettere tutte le attrezzature in uso in condizione di sicurezza fermando i macchinari, sconnettendo l'energia elettrica, e sezionando gli impianti di alimentazione di eventuali combustibili.

·   abbandonare la zona senza indugi, ordinatamente e con calma (senza correre), e senza creare allarmismi e confusione.

·   non portare al seguito ombrelli, bastoni, borse o pacchi voluminosi, ingombranti o pesanti.

·   non tornare indietro per nessun motivo.

·    non ostruire gli accessi, permanendo in prossimità di questi dopo l'uscita.

·   recarsi ordinatamente, presso il punto di raccolta, per procedere ad un appello nominale di tutti i presenti e ricevere eventuali ulteriori istruzioni.

·   in presenza di fumo o fiamme, è opportuno coprirsi la bocca ed il naso con fazzoletti, possibilmente molto umidi, per filtrare quanto più possibile l'aria respirata che sarà tanto più respirabile quanto più ci si tiene abbassati.

·   nel percorrere il tragitto verso l'uscita può essere opportuno fermarsi qualche istante e respirare, quasi a terra, per riprendere energie.

·   in presenza di calore, proteggersi anche sul capo con indumenti pesanti di lana o cotone possibilmente bagnati evitando i tessuti di origine sintetica.

    Conoscenza del piano

Ogni lavoratore deve conoscere l'esistenza del piano di emergenza che serve ad indirizzare le azioni di ognuno in modo coerente per risolvere problemi imprevisti nell'ambito del posto di lavoro, deve inoltre sapere a chi comunicare e come, il verificarsi di un'emergenza, nonché i nominativi degli addetti a compiti attivi per la sua risoluzione.

Ogni lavoratore deve conoscere con precisione a cosa corrispondono i segnali convenzionali che vengono emanati in caso di emergenza (es.: abbandono del posto di lavoro, dell’area, o dell'intero stabile), e deve prendere visione, attraverso le planimetrie esposte delle attrezzature di difesa e dei percorsi da seguire in caso di ordine di sfollamento.

 

 

B. NORME PER IL RESPONSABILE DELL'EMERGENZA

In caso di incendio o di pericolo generico accertato, è necessario che le azioni da seguire vengono coordinate da un'unica persona, alla quale devono arrivare il maggior numero di informazioni possibili sull'evento e che deve prendere le opportune decisioni operative.

     Incendio o pericolo generico accertato

In caso di incendio o di pericolo generico accertato, il responsabile dell'emergenza deve valutare  la gravità della situazione recandosi sul posto, prima di muoversi apporrà un cartello nel suo luogo abituale di lavoro contenente una dicitura che chiarisce inequivocabilmente di essere già stato avvisato.

Egli deve poi:

·   informare i suoi superiori dell'entità del pericolo e comunicare loro l'eventuale necessità di intervento del soccorso pubblico;

·   incaricare, se lo ritiene necessario, il posto di chiamata ad effettuare le telefonate esterne previste (vigili del fuoco, vigili urbani, polizia, CRI, ENEL);

·   assicurarsi che agli enti esterni di soccorso vengano fornite tutte le indicazioni del caso;

·   verificare l'idoneità del punto di raccolta tradizionale eventualmente avvertendo il personale di stanza al comando dei vigili di provvedere a bloccare il traffico nel piazzale antistante l’edificio;

Se necessario deve dare ordine all'addetto alla disattivazione delle forniture energetiche di:

• fermare gli impianti di riscaldamento;

• interrompere l'erogazione dell'energia elettrica.

     Collaborazione con gli enti esterni di soccorso

Inoltre deve:

·     dare informazioni chiare e precise riguardo al luogo dove si è verificato l'incidente

·     indicare il percorso più breve e meno pericoloso per raggiungerlo

·     segnalare la presenza di eventuali ostacoli fissi (in caso di scarsa visibilità) che potrebbero intralciare le operazioni di soccorso

·     segnalare la presenza di eventuali infortunati indicando il reparto o l'ufficio in cui potrebbero trovarsi

·     accompagnare eventualmente le squadre di soccorso sul luogo dell'incidente (se la situazione non è da ritenersi particolarmente pericolosa).

 

C. NORME PER GLI ADDETTI ALLO SPEGNIMENTO

     Segnalazione di pericolo

Le segnalazioni di pericolo possono pervenire alla squadra di pronto intervento:

-         dal responsabile.

-         dal posto di chiamata (via telefono d'emergenza n. ...................................)

In ogni caso la squadra di pronto intervento si porterà velocemente sul posto e verificherà la veridicità dell’allarme.

In caso di falso allarme:

·                                                                                                                                                                                                                                                                                       deve essere immediatamente avvertito il centro di coordinamento ed il posto di chiamata;

·                                                                                                                                                                                                                                                                                       in caso di guasto alle linee telefoniche un componente si recherà presso il centro di coordinamento

 

Incendio accertato

In caso di incendio o pericolo generico accertato, la squadra di pronto intervento dovrà:

-   telefonare al n. ............. indicando il luogo e le caratteristiche del pericolo (tipo e gravità ), in modo che possa essere informato il responsabile dell'emergenza o un suo sostituto;

-   intervenire, se ritengono sia possibile e non pericoloso, con i mezzi a disposizione (estintori, materiale di emergenza in dotazione);

-   ritelefonare al n. .............. per indicare che il pericolo è rientrato o per segnalare la necessità di intervento dei vigili del fuoco e di sfollare rapidamente il palazzo.

     Intervento del soccorso pubblico

In caso di intervento del soccorso pubblico la squadra di pronto intervento è tenuta a fornire tutte le informazioni necessarie ai servizi di pronto soccorso (ubicazione della bocca delle motopompe, degli idranti, degli estintori, dell'interruttore generale dell'energia elettrica, delle attrezzature di scorta, delle uscite di sicurezza, ecc.).

 

D. NORME PER I RESPONSABILI DI PIANO 

Gli appartenenti alle squadre di piano hanno principalmente il compito di rendere ordinato il deflusso delle persone in caso di esodo rapido e di provvedere ad accompagnare fuori dal sito i bambini.

Sfollamento di emergenza

Al segnale di sfollamento di emergenza gli appartenenti alle squadre di piano:

1.  si portano al reparto loro assegnato e procedono al trasporto dei bambini in luogo sicuro;

2.  si accertano che nei locali della zona loro assegnata, servizi inclusi, non sia rimasto nessuno;

3.   verificato quanto sopra, abbandonano a loro volta lo stabile dopo aver verificato la non necessità di un loro intervento in altri reparti dell'asilo.

 

E. NORME PER GLI ADDETTI AL POSTO DI CHIAMATA

Tale posto dovrà comunque essere scelto in modo da garantire la possibilità di chiamate all'esterno.

     Segnalazione di pericolo

Nel caso in cui gli addetti al posto di chiamata della sicurezza ricevano una segnalazione di pericolo, devono richiedere a chi telefona le seguenti precisazioni:

-   se è gia stato avvisato il responsabile dell'emergenza;

-   il luogo dell'evento;

-   il tipo di evento (incendio, fuga di gas, ecc.);

-   una valutazione, se possibile, della gravità dell'evento;

-   le generalità di chi telefona.

Devono quindi avvisare immediatamente gli addetti al pronto intervento (squadra di emergenza) e dare indicazioni precise per una rapida ispezione del luogo dell'evento. Devono accertarsi che il messaggio sia stato ricevuto e compreso; in caso contrario devono avvisare il responsabile dell'emergenza o un suo sostituto.

     Incendio o pericolo di emergenza accertato

In caso di incendio o pericolo generico accertato devono avvisare subito il responsabile dell'emergenza o un suo sostituto. Devono poi accertarsi che, fino a cessato pericolo, non vengano fatte entrare altre persone nel sito.

     Chiamata del soccorso pubblico

In caso di pericolo accertato e su istruzioni del responsabile dell'emergenza o di un suo sostituto, gli addetti al posto di chiamata provvederanno a far intervenire il soccorso pubblico (VVF, eventualmente vigili urbani, la polizia, la CRI e gli enti erogatori di energia).

 

F. NORME PER GLI ADDETTI ALLA DISATTIVAZIONE DELLE FORNITURE ENERGETICHE

     Sfollamento di emergenza

In caso di sfollamento rapido dello stabile la squadra composta dagli addetti alla disattivazione delle forniture energetiche deve provvedere a mettersi a disposizione del responsabile dell'emergenza o del sostituto. I componenti di detta squadra devono tenersi pronti a:

- fermare gli impianti di riscaldamento;

- interrompere l'erogazione dell'energia elettrica fornita dalla rete (quadro generale);

Le predette operazioni, in particolare l'interruzione dell'erogazione di energia elettrica, vanno effettuate con l'autorizzazione del responsabile dell'emergenza o di un suo sostituto.

Nelle pagine che seguono vengono riportate tabella e moduli che possono essere utilizzati per l’implementazione del piano operativo e nelle fasi di gestione dell’emergenza.


NUMERI TELEFONICI UTILI IN CASO DI EMERGENZA

VIGILI DEL FUOCO

115

POLIZIA

113

POLIZIA STRADALE

 

CARABINIERI

112

VIGILI URBANI

 

CENTRO ANTIVELENI

 

AMBULANZA

118

ELIAMBUMLANZA

 

OSPEDALE PIU' VICINO

 

RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE (dott. ing. Michele Casciani c/o IGEAM)

 

MEDICO COMPETENTE

 

ASL COMPETENTE

 

 


 

NORME COMPORTAMENTALI DA AFFIGGERE NEI DIVERSI LOCALI

 

MISURE PREVENTIVE:

- E’ vietato fumare e fare uso di fiamme libere nelle zone prescritte

- E’ vietato gettare nei cestini mozziconi, sigarette, materiali infiammabili ecc...

- Evitare l’accumulo di materiali infiammabili

- Mantenere libere le vie d’uscita

 

INDICAZIONI PER IL PERSONALE IN CASO D’INCENDIO:

- telefonare immediatamente al numero interno.........................

- azionare gli eventuali pulsanti  manuali di allarme incendio posti nelle vicinanze

- se è possibile utilizzare gli estintori più vicini, chiudere porte e finestre per circoscrivere la zona d’incendio

- abbandonare il proprio posto di lavoro lasciando tutte le attrezzature in uso in condizioni di sicurezza

- non usare gli ascensori

- utilizzare le scale seguendo i cartelli indicatori

- recarsi immediatamente verso il punto di raccolta indicato

- seguire le indicazioni dei Vigili del Fuoco, se nel frattempo sono giunti

- coprirsi il volto con fazzoletti umidi in presenza di fumo o fiamme


MODULO DI EVACUAZIONE

 

SCUOLA

DATA

CLASSE

PIANO

 

 

 

ALUNNI

 

 

 

PRESENTI

 

 

 

EVACUATI

 

 

 

DISPERSI (*)

 

FERITI (*)

 

N.B. (*) Segnalazione nominativa

 

 

PUNTO DI RACCOLTA

 

 

 

FIRMA DEL DOCENTE

…………………………………………………………

 


SCHEDA RIASSUNTIVA DEL PIANO DI EVACUAZIONE

 

SCUOLA

DATA

PUNTO DI RACCOLTA………………………………

 

 

Classe

Piano

Allievi

Presenti

 

 

 

 

Evacuati

 

 

 

 

Feriti

 

 

 

 

Dispersi

 

 

Classe

Piano

Allievi

Presenti

 

 

 

 

Evacuati

 

 

 

 

Feriti

 

 

 

 

Dispersi

 

 

Classe

Piano

Allievi

Presenti

 

 

 

 

Evacuati

 

 

 

 

Feriti

 

 

 

 

Dispersi

 

 

Classe

Piano

Allievi

Presenti

 

 

 

 

Evacuati

 

 

 

 

Feriti

 

 

 

 

Dispersi

 

 

Classe

Piano

Allievi

Presenti

 

 

 

 

Evacuati

 

 

 

 

Feriti

 

 

 

 

Dispersi

 

 


 

4.1.3        Impianto elettrico

L’analisi relativa agli impianti elettrici è stata svolta prendendo in esame sia la presenza o meno della documentazione prevista per la sicurezza, sia gli elementi dell’impianto elettrico che possono rappresentare un rischio per la sicurezza delle persone presenti.

Per quanto riguarda la parte generale relativa alla documentazione questa comprende il certificato di conformità alla Legge 46/90 e la documentazione attestante l’efficienza dell’impianto e che comprende le verifiche periodiche dell’impianto di messa a terra, dell’impianto di protezione delle scariche atmosferiche, ecc..

Per ciò che riguarda gli elementi di protezione dell’impianto elettrico (dispositivo magnetotermico, differenziale e protezione dalle scariche atmosferiche) sono state valutate le non conformità sia in termini di assenza del dispositivo che di non efficienza dello stesso.

La frequenza delle non conformità relative all’impianto di messa a terra, alla conformità alla L. 46/90 e ai dispositivi di protezione contro i contatti diretti e contro i sovraccarichi è spesso sensibile ma  solo occasionalmente le percentuali di non conformità superano il 50%.

Rilevante è invece la ricorrenza delle non conformità per ciò che riguarda le verifiche periodiche dell’impianto di messa a terra e la protezione dell’impianto dalle scariche atmosferiche, elementi per i quali in alcuni caso la percentuale di non conformità arriva fino al 100%.

Poco critica risulta invece la situazione relativa ai rischi collegati alle utenze, ai cavi, alle prese, ecc.. Per le scuole i problemi possono derivare dalla presenza di cavi che possono intralciare le zone di passaggio o essere soggetti al pericolo di tranciamento, dallo scarso grado di isolamento dei conduttori dovuto ad esempio dall’usura dei rivestimenti ed infine dalla possibilità che per un numero non sufficiente di prese quelle esistenti vengano sovraccaricate.

Dai test eseguiti e dalle ispezioni fatte, risulta che i problemi a tale riguardo si presentano con frequenze molto basse.

Nella tabella successiva sono riportati i risultati complessivi dell’analisi statistica delle valutazioni eseguite relativamente ai diversi elementi dell’impianto elettrico.

 

SUGGERIMENTI

 

·      Divieto di utilizzo di attrezzature non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica;

·      Periodica manutenzione degli elettrodomestici (mensa);

 

 

·      Formazione e informazione sull’utilizzo delle varie utenze elettriche d’ufficio nonché sull’ergonomia dei posti di lavoro;

·      Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica;

 


 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianto elettrico generale

Adeguatezza dell'impianto di messa a terra alla norma vigente (conformità alla L. 46/90)

57,1

29,3

38,8

Controllo periodico dell'impianto di messa a terra (non meno di due anni)(Mod. B di verifica USL)

28,6

97,6

81,3

Esistenza di protezione dell'impianto contro i contatti diretti (dispositivi differenziali).

28,6

29,3

35,0

Esistenza delle protezioni dell'impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico)

71,4

36,6

32,5

Protezione dell'impianto elettrico contro le scariche atmosferiche (Mod. A di verifica USL)

100,0

95,1

78,8

Chiusura dei quadri elettrici mediante chiave conservata da un responsabile

42,9

70,7

63,8

Cavi elettrici riconiscibili, integri e non soggetti a pericolo di tranciamento

9,5

10,6

10,4

Numero di prese sufficiente per l'utilizzo e loro corretta dislocazione

28,6

22,0

20,0

 


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianto elettrico generale

Adeguatezza dell'impianto di messa a terra alla norma vigente (conformità alla L. 46/90)

38,5

34,2

38,8

Controllo periodico dell'impianto di messa a terra (non meno di due anni)(Mod. B di verifica USL)

30,8

92,1

82,5

Esistenza di protezione dell'impianto contro i contatti diretti (dispositivi differenziali).

30,8

39,5

35,0

Esistenza delle protezioni dell'impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico)

69,2

26,3

23,8

Protezione dell'impianto elettrico contro le scariche atmosferiche (Mod. A di verifica USL)

92,3

84,2

78,8

Chiusura dei quadri elettrici mediante chiave conservata da un responsabile

53,8

57,9

68,8

Cavi elettrici riconiscibili, integri e non soggetti a pericolo di tranciamento

0,0

10,5

10,0

Numero di prese sufficiente per l'utilizzo e loro corretta dislocazione

46,2

42,1

18,8

 


 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianto elettrico generale

Adeguatezza dell'impianto di messa a terra alla norma vigente (conformità alla L. 46/90)

66,7

20,0

50,0

Controllo periodico dell'impianto di messa a terra (non meno di due anni)(Mod. B di verifica USL)

50,0

70,0

80,8

Esistenza di protezione dell'impianto contro i contatti diretti (dispositivi differenziali).

66,7

20,0

38,5

Esistenza delle protezioni dell'impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico)

50,0

10,0

26,9

Protezione dell'impianto elettrico contro le scariche atmosferiche (Mod. A di verifica USL)

100,0

80,0

84,6

Chiusura dei quadri elettrici mediante chiave conservata da un responsabile

50,0

20,0

80,8

Cavi elettrici riconiscibili, integri e non soggetti a pericolo di tranciamento

0,0

6,7

11,5

Numero di prese sufficiente per l'utilizzo e loro corretta dislocazione

16,7

10,0

19,2

 


 

 

TOTALE

 

Materne

128  scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianto elettrico generale

Adeguatezza dell'impianto di messa a terra alla norma vigente (conformità alla L. 46/90)

36,7

37,4

45,2

Controllo periodico dell'impianto di messa a terra (non meno di due anni)(Mod. B di verifica USL)

83,6

80,2

73,8

Esistenza di protezione dell'impianto contro i contatti diretti (dispositivi differenziali).

32,8

35,9

38,1

Esistenza delle protezioni dell'impianto contro i sovraccarichi (dispositivo magnetotermico)

35,9

29,0

26,2

Protezione dell'impianto elettrico contro le scariche atmosferiche (Mod. A di verifica USL)

85,2

81,7

85,7

Chiusura dei quadri elettrici mediante chiave conservata da un responsabile

64,8

64,1

61,9

Cavi elettrici riconiscibili, integri e non soggetti a pericolo di tranciamento

10,4

9,2

8,7

Numero di prese sufficiente per l'utilizzo e loro corretta dislocazione

21,1

28,2

16,7


 

4.1.4        Servizi igienici

Per quanto riguarda i servizi igienici sono stati valutati i fattori più rilevanti legati alla sufficienza del numero dei servizi a disposizione dei lavoratori, della pulizia dei locali e delle dotazioni.

Nella valutazione della pulizia dei servizi igienici è stata considerata l’esistenza di un programma di pulizia dei servizi igienici e quindi se la frequenza prevista è idonea rispetto al numero di persone presenti che utilizzano i servizi igienici, relativamente alle dotazioni, invece, gli elementi considerati sono la presenza di acqua calda, la presenza di mezzi detergenti e di quelli per asciugarsi. 

Per quanto riguarda questi elementi la situazione è generalmente buona, infatti, le percentuali di non conformità solo in alcuni casi risultano superiori al 30%

Per quanto riguarda l’idoneità dei servizi igienici a disposizione dei lavoratori, la valutazione ha tenuto in considerazione il numero di servizi igienici presenti effettivamente utilizzabili esclusivamente dal personale, docenti, collaboratori scolastici, personale tecnico, ecc.. E’ stata, inoltre, analizzata l’adeguatezza degli spogliatoi, in conformità a quanto indicato all’articolo 40 del D.P.R. 303/56 (comma 1: Locali appositamente destinati a spogliatoi devono essere messi a disposizione dei lavoratori quando questi devono indossare indumenti di lavoro specifici e quando per ragioni di salute o di decenza non si può loro chiedere di cambiarsi in altri locali. …. comma 4: Gli spogliatoi devono essere dotati di attrezzature che consentono a ciascun lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro.”)

Quest’ultimo elemento riveste una particolare importanza proprio per i collaboratori scolastici e per il personale tecnico. Per questi lavoratori esiste un’effettiva esigenza di avere a disposizione dei locali spogliatoio per potersi cambiare all’inizio e al termine del loro turno di lavoro. I sopralluoghi svolti hanno messo in evidenza una ricorrenza leggermente maggiore delle non conformità legate alla dotazione delle attrezzature e degli arredi, le cui percentuali risultano comunque molto basse.

Rilevante risulta, invece, il problema della dotazione del presidio medico chirurgico, soprattutto nelle scuole del centro la frequenza della non conformità è, infatti, elevata.

Nel seguito si riporta la tabella con i valori percentuali delle non conformità rilevate.


 

 

 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Servizi igienici

Idoneità dei servizi igienici a disposizione dei lavoratori

14,3

4,9

17,5

Servizi con lavabi con acqua calda, dotati di mezzi detergenti e per asciugarsi

14,3

12,2

31,3

Idoneità dei locali adibiti a spogliatoio

14,3

31,7

11,3

Idoneità delle attrezzature presenti nei locali adibiti a spogliatoio

0,0

39,1

18,2

Igiene e pulizia di tutti i locali

0,0

2,4

7,5

Esistenza e controllo periodico del presidio chirurgico-farmaceutico di al DPR. 303/56

14,3

87,8

41,3

 


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Servizi igienici

Idoneità dei servizi igienici a disposizione dei lavoratori

7,7

23,7

16,3

Servizi con lavabi con acqua calda, dotati di mezzi detergenti e per asciugarsi

23,1

10,5

40,0

Idoneità dei locali adibiti a spogliatoio

0,0

31,6

17,5

Idoneità delle attrezzature presenti nei locali adibiti a spogliatoio

34,7

36,9

16,9

Igiene e pulizia di tutti i locali

0,0

0,0

5,0

Esistenza e controllo periodico del presidio chirurgico-farmaceutico di al DPR. 303/56

0,0

78,9

38,8

 


 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Servizi igienici

Idoneità dei servizi igienici a disposizione dei lavoratori

0,0

0,0

7,7

Servizi con lavabi con acqua calda, dotati di mezzi detergenti e per asciugarsi

0,0

10,0

15,4

Idoneità dei locali adibiti a spogliatoio

0,0

10,0

3,8

Idoneità delle attrezzature presenti nei locali adibiti a spogliatoio

0,0

20,0

3,8

Igiene e pulizia di tutti i locali

0,0

10,0

0,0

Esistenza e controllo periodico del presidio chirurgico-farmaceutico di al DPR. 303/56

0,0

70,0

7,7

 


 

TOTALE

 

Materne

128  scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Servizi igienici

Idoneità dei servizi igienici a disposizione dei lavoratori

13,3

17,6

4,8

Servizi con lavabi con acqua calda, dotati di mezzi detergenti e per asciugarsi

24,2

29,8

11,9

Idoneità dei locali adibiti a spogliatoio

18,0

19,8

4,8

Idoneità delle attrezzature presenti nei locali adibiti a spogliatoio

23,9

24,4

7,1

Igiene e pulizia di tutti i locali

5,5

3,1

2,4

Esistenza e controllo periodico del presidio chirurgico-farmaceutico di al DPR. 303/56

54,7

46,6

21,4

 


 

4.1.5        Centrali termiche

Per gli impianti termici presenti negli edifici scolastici si fa riferimento alla normativa specifica per gli impianti di produzione di calore.

L’analisi delle non conformità ha tenuto in considerazione sia l’esistenza della documentazione relativa all’impianto, sia i dispositivi di sicurezza della caldaia che gli elementi strutturali del locale all’interno del quale l’impianto è ubicato.

I documenti a cui ci si riferisce sono il progetto dell’impianto, la denuncia all’ISPESL, il certificato di conformità dell’impianto, il C.P.I., eventualmente necessario, ecc.

Per la caldaia è stato inoltre considerato se esiste o meno un programma di manutenzione periodica e se la centrale termica è condotta da personale abilitato, questi sono infatti due elementi di carattere gestionale che assumono un’importanza fondamentale in termini di sicurezza.

Per ciò che riguarda gli elementi strutturali sono state analizzate le caratteristiche di resistenza al fuoco dei materiali, la presenza di aperture che garantiscano un’idonea areazione e le dimensioni del locale stesso, le dotazioni antincendio e nel caso di caldaie a gas è stata, inoltre, considerata la presenza di dispositivi di intercettazione del combustibile sulle condotte di distribuzione del gas.

Le frequenze con le quali sono state individuate non conformità solo in pochissimi casi risultano trascurabili, le non conformità più frequenti sono quelle relative alla documentazione dell’impianto e alla presenza di personale abilitato che si occupi della gestione di questo.

Abbastanza contenuto invece il numero delle non conformità relative alle caratteristiche del locale caldaia.

 


 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianti termici

Presenza della documentazione relativa all'impianto

100,0

87,8

55,0

Presenza del C.P.I. per gli impianti termici con potenza superiore a 100.000 Kcal/h

42,9

63,4

27,5

Dichiarazione di conformità dell'impianto

28,6

85,4

50,0

“Libretto di centrale” (con potenza nominale uguale o superiore a: 35 Kw) conforme all’allegato G del D.P.R. n. 412 del 26.08.93

28,6

85,4

53,8

Centrale termica  condotta da personale abilitato.

71,4

87,8

41,3

Esistenza di un programma di verifica e manutenzione periodica della caldaia da parte di personale competente ed abilitato

28,6

85,4

12,5

Locale caldaia

Porta del locale caldaia chiusa ed divieto di accesso ai non addetti.

14,3

75,6

18,8

Conformità dell'impianto elettrico e di illuminazione alle norme per la sicurezza.

57,1

17,1

41,3

Valvole di interruzione del combustibile a monte della caldaia e fuori del locale.

14,3

26,8

37,5

Conformità dei requisiti della struttura civile a quanto richiesto dalle norme (caratteristiche degli elementi, rispetto delle distanze di sicurezza, ecc.)

0,0

22,0

11,3

Esistenza di estintori nel locale

28,6

24,4

40,0

Locale ben areato.

0,0

0,0

11,3

Esistenza di un impianto per la rilevazione dei fumi o di spegnimento

0,0

34,1

8,8


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianti termici

Presenza della documentazione relativa all'impianto

92,3

84,2

52,5

Presenza del C.P.I. per gli impianti termici con potenza superiore a 100.000 Kcal/h

46,2

71,1

35,0

Dichiarazione di conformità dell'impianto

69,2

78,9

47,5

“Libretto di centrale” (con potenza nominale uguale o superiore a: 35 Kw) conforme all’allegato G del D.P.R. n. 412 del 26.08.93

15,4

84,2

50,0

Centrale termica  condotta da personale abilitato.

92,3

84,2

48,8

Esistenza di un programma di verifica e manutenzione periodica della caldaia da parte di personale competente ed abilitato

15,4

76,3

12,5

Locale caldaia

Porta del locale caldaia chiusa ed divieto di accesso ai non addetti.

7,7

65,8

26,3

Conformità dell'impianto elettrico e di illuminazione alle norme per la sicurezza.

30,8

18,4

42,5

Valvole di interruzione del combustibile a monte della caldaia e fuori del locale.

23,1

28,9

30,0

Conformità dei requisiti della struttura civile a quanto richiesto dalle norme (caratteristiche degli elementi, rispetto delle distanze di sicurezza, ecc.)

0,0

15,8

11,3

Esistenza di estintori nel locale

23,1

23,7

36,3

Locale ben areato.

15,4

0,0

13,8

Esistenza di un impianto per la rilevazione dei fumi o di spegnimento

23,1

39,5

16,3


 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianti termici

Presenza della documentazione relativa all'impianto

83,3

90,0

88,5

Presenza del C.P.I. per gli impianti termici con potenza superiore a 100.000 Kcal/h

33,3

70,0

76,9

Dichiarazione di conformità dell'impianto

33,3

80,0

80,8

“Libretto di centrale” (con potenza nominale uguale o superiore a: 35 Kw) conforme all’allegato G del D.P.R. n. 412 del 26.08.93

16,7

90,0

76,9

Centrale termica  condotta da personale abilitato.

66,7

90,0

92,3

Esistenza di un programma di verifica e manutenzione periodica della caldaia da parte di personale competente ed abilitato

16,7

80,0

23,1

Locale caldaia

Porta del locale caldaia chiusa ed divieto di accesso ai non addetti.

0,0

70,0

19,2

Conformità dell'impianto elettrico e di illuminazione alle norme per la sicurezza.

33,3

20,0

50,0

Valvole di interruzione del combustibile a monte della caldaia e fuori del locale.

0,0

10,0

38,5

Conformità dei requisiti della struttura civile a quanto richiesto dalle norme (caratteristiche degli elementi, rispetto delle distanze di sicurezza, ecc.)

0,0

30,0

11,5

Esistenza di estintori nel locale

33,3

40,0

53,8

Locale ben areato.

0,0

0,0

11,5

Esistenza di un impianto per la rilevazione dei fumi o di spegnimento

33,3

0,0

26,9


 

 

TOTALE

 

Materne

128  scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Impianti termici

Presenza della documentazione relativa all'impianto

67,7

65,9

88,1

Presenza del C.P.I. per gli impianti termici con potenza superiore a 100.000 Kcal/h

39,8

46,6

69,0

Dichiarazione di conformità dell'impianto

60,2

58,8

73,8

“Libretto di centrale” (con potenza nominale uguale o superiore a: 35 Kw) conforme all’allegato G del D.P.R. n. 412 del 26.08.93

62,5

56,5

71,4

Centrale termica  condotta da personale abilitato.

57,8

63,4

88,1

Esistenza di un programma di verifica e manutenzione periodica della caldaia da parte di personale competente ed abilitato

36,7

31,3

35,7

Locale caldaia

Porta del locale caldaia chiusa ed divieto di accesso ai non addetti.

36,7

35,9

28,6

Conformità dell'impianto elettrico e di illuminazione alle norme per la sicurezza.

34,4

34,4

40,5

Valvole di interruzione del combustibile a monte della caldaia e fuori del locale.

32,8

29,0

26,2

Conformità dei requisiti della struttura civile a quanto richiesto dalle norme (caratteristiche degli elementi, rispetto delle distanze di sicurezza, ecc.)

14,1

11,5

14,3

Esistenza di estintori nel locale

34,4

31,3

47,6

Locale ben areato.

7,0

9,9

7,1

Esistenza di un impianto per la rilevazione dei fumi o di spegnimento

16,4

23,7

21,4


 

 

4.1.6        Luoghi di lavoro

Qui si riportano in maniera generale le frequenze con cui è stata individuata una situazione di rischio o una non conformità relativamente ai fattori connessi alle condizioni di lavoro ed ai luoghi dove vengono svolte le attività, sia per quello che riguarda la sicurezza che per i principali aspetti legati alle condizioni di comfort dell’ambiente di lavoro.

Gli elementi considerati sono relativi alle caratteristiche dei locali in cui vengono svolte le diverse attività (luoghi di lavoro), con una attenzione particolare alle scale e all’immagazzinamento degli oggetti, e ai parametri che concorrono a determinare le condizioni di comfort dei lavoratori (agenti fisici: microclima, rumore e illuminamento).

  Le valutazioni di idoneità delle attrezzature e degli arredi vengono eseguite considerando la  qualità e la quantità delle attrezzature presenti. Si valuta la presenza di un adeguato numero di scaffali, piani e armadi tale che questi non debbano essere sovraccaricati, di scrivanie e sedie che in relazione all’uso che se ne fa devono rispondere ai requisiti di ergonomia

Si può in generale affermare che solo in alcuni casi le percentuali di non conformità relative alle caratteristiche dei luoghi di lavoro presentano una ricorrenza sensibile.

Relativamente all’immagazzinamento degli oggetti, sono state riscontrate situazioni di non idoneità con ricorrenza sensibile solo relativamente alle modalità di immagazzinamento.

Per quel che riguarda gli agenti fisici considerati, solo nel caso del rumore le non conformità risultano più frequente, è bene comunque sottolineare che, date le caratteristiche dell’attività presa in considerazione) tale situazione è legata più che altro ad una carenza di tipo documentale (autocertificazione del non superamento degli 80 db(A)) piuttosto che ad una effettiva situazione di rischio per i lavoratori.

Per esprimere il giudizio di idoneità valori di illuminamento si è fatto riferimento a quanto indicato nella norma specifica (UNI 10380) in particolare per le diverse aree dell’edificio scolastico.

Gli elementi che, invece, sono inseriti nel giudizio di non conformità per quanto riguarda le condizioni microclimatiche sono essenzialmente quelli legati alla presenza e al corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento e dove presenti di climatizzazione.

Si è registrata in generale una situazione abbastanza soddisfacente, con situazioni critiche che si presentano con ricorrenza contenuta o significativa, ma mai rilevante.

Si riporta qui di seguito la tabella riassuntiva delle percentuali di non conformità riscontrate.

 

 

Per ciò che riguarda la gestione degli interventi finalizzati alla riduzione delle non conformità analizzate in questo paragrafo è utile ricordare che:

1….provvedono alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici:

a) i comuni, per quelli da destinare a sede di scuole materne, elementari e medie;

b) le province, per quelli da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d'arte, di conservatori di musica, di accademie, di istituti superiori per le industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali.

2. In relazione agli obblighi per essi stabiliti dal comma 1, i comuni e le province provvedono altresì alle spese varie di ufficio e per l'arredamento e a quelle per le utenze elettriche e telefoniche, per la provvista dell'acqua e del gas, per il riscaldamento ed ai relativi impianti.

3. Per l'allestimento e l'impianto di materiale didattico e scientifico che implichi il rispetto delle norme sulla sicurezza e sull'adeguamento degli impianti, l'ente locale competente è tenuto a dare alle scuole parere obbligatorio preventivo sull'adeguatezza dei locali ovvero ad assumere formale impegno ad adeguare tali locali contestualmente all'impianto delle attrezzature.

4. Gli enti territoriali competenti possono delegare alle singole istituzioni scolastiche, su loro richiesta, funzioni relative alla manutenzione ordinaria degli edifici destinati ad uso scolastico. A tal fine gli enti territoriali assicurano le risorse finanziarie necessarie per l'esercizio delle funzioni delegate.” (Art. 3 della legge 11/1/96 n°23)


 

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Luogo di lavoro

Integrità strutturale dei locali

0

18,4

6,9

Idoneità dei locali

7,7

0,0

2,5

Ordine e pulizia

0,0

5,3

11,3

Idonea dotazione delle attrezzature necessarie (piani, scaffali, scrivanie, piani di lavoro, sedie, ecc.)

38,5

18,4

16,3

Vetri delle porte e delle pareti vetrate di tipo antischeggia

23,1

76,3

40,0

Chiusura delle aperture che presentano rischio di caduta da quota > 1 m oppure uso di parapetto di altezza > 1m (1,5 mt nel caso di piani di carico). Comunque presenza di parapetti per rampe di carico

0,0

10,5

0,0

Scale fisse e portatili

Esistenza di parapetti alti almeno 1 m sulle scale fisse con più di 4 gradini

0,0

7,3

5,0

Presenza di corrimano sulle scale fisse

0,0

7,3

5,0

Pedate dotate di superficie antisdrucciolo

28,6

19,5

28,8

Presenza sulle scale portatili di dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità

14,3

4,9

20,0

Scale doppie provviste di dispositivo antiapertura

14,3

2,4

17,5

Immagazzinamento degli oggetti

Idoneità dei pavimenti a sopportare i carichi imposti dall'immagazzinamento degli oggetti

0,0

0,0

0,0

Stoccaggio delle sostanze pericolose (ad esempio quelle infiammabili, esplosive, corrosive, ecc.) a parte in luoghi idonei

28,6

19,5

16,3

Idoneità dell'ancoraggio delle scaffalature

28,6

29,3

8,8

Razionalità ed ordine nello stoccaggio degli oggetti 

28,6

39,0

37,5


                                                                        

 

SCUOLE MATERNE

 

NORD

7 scuole

CENTRO

41 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Agenti fisici

Idoneità delle condizioni microclimatiche

0,0

2,4

36,3

Valutazione del rumore effettuata nei modi e nei tempi previsti dal D.Lgs 277/91

57,1

39,0

86,3

Idoneità dell'illuminazione di tutte le postazioni di lavoro e dei passaggi a garantire un adeguato livello di sicurezza

0,0

0,0

0,0

Posizionamento delle finestre in modo tale da non permettere l'esposizione diretta ai raggi del sole dei posti di lavoro (oppure adeguata schermatura con tende o parasole)

0,0

0,0

0,0

 

 


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Luogo di lavoro

Integrità strutturale dei locali

0

18,4

6,9

Idoneità dei locali

7,7

0,0

2,5

Ordine e pulizia

0,0

5,3

11,3

Idonea dotazione delle attrezzature necessarie (piani, scaffali, scrivanie, piani di lavoro, sedie, ecc.)

38,5

18,4

16,3

Vetri delle porte e delle pareti vetrate di tipo antischeggia

23,1

76,3

40,0

Chiusura delle aperture che presentano rischio di caduta da quota > 1 m oppure uso di parapetto di altezza > 1m (1,5 mt nel caso di piani di carico). Comunque presenza di parapetti per rampe di carico

0,0

10,5

0,0

Scale fisse e portatili

Esistenza di parapetti alti almeno 1 m sulle scale fisse con più di 4 gradini

23,1

13,2

12,5

Presenza di corrimano sulle scale fisse

7,7

2,6

3,8

Pedate dotate di superficie antisdrucciolo

30,8

47,4

38,8

Presenza sulle scale portatili di dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità

23,1

5,3

20,0

Scale doppie provviste di dispositivo antiapertura

15,4

5,3

12,5

Immagazzinamento degli oggetti

Idoneità dei pavimenti a sopportare i carichi imposti dall'immagazzinamento degli oggetti

0,0

0,0

0,0

Stoccaggio delle sostanze pericolose (ad esempio quelle infiammabili, esplosive, corrosive, ecc.) a parte in luoghi idonei

23,1

18,4

16,3

Idoneità dell'ancoraggio delle scaffalature

15,4

7,9

17,5

Razionalità ed ordine nello stoccaggio degli oggetti 

53,8

26,3

42,5


 

 

SCUOLE ELEMENTARI

 

NORD

13 scuole

CENTRO

38 scuole

SUD

80 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Agenti fisici

Idoneità delle condizioni microclimatiche

0,0

2,6

33,8

Valutazione del rumore effettuata nei modi e nei tempi previsti dal D.Lgs 277/91

69,2

26,3

78,8

Idoneità dell'illuminazione di tutte le postazioni di lavoro e dei passaggi a garantire un adeguato livello di sicurezza

7,7

0,0

0,0

Posizionamento delle finestre in modo tale da non permettere l'esposizione diretta ai raggi del sole dei posti di lavoro (oppure adeguata schermatura con tende o parasole)

0,0

0,0

0,0

 

 


 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Luogo di lavoro

Integrità strutturale dei locali

0

25

5,75

Idoneità dei locali

0,0

0,0

0,0

Ordine e pulizia

0,0

10,0

11,5

Idonea dotazione delle attrezzature necessarie (piani, scaffali, scrivanie, piani di lavoro, sedie, ecc.)

0,0

10,0

7,7

Vetri delle porte e delle pareti vetrate di tipo antischeggia

33,3

30,0

30,8

Chiusura delle aperture che presentano rischio di caduta da quota > 1 m oppure uso di parapetto di altezza > 1m (1,5 mt nel caso di piani di carico). Comunque presenza di parapetti per rampe di carico

0,0

0,0

7,7

Scale fisse e portatili

Esistenza di parapetti alti almeno 1 m sulle scale fisse con più di 4 gradini

16,7

20,0

11,5

Presenza di corrimano sulle scale fisse

0,0

10,0

3,8

Pedate dotate di superficie antisdrucciolo

50,0

70,0

73,1

Presenza sulle scale portatili di dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità

0,0

0,0

3,8

Scale doppie provviste di dispositivo antiapertura

0,0

0,0

3,8

Immagazzinamento degli oggetti

Idoneità dei pavimenti a sopportare i carichi imposti dall'immagazzinamento degli oggetti

0,0

0,0

0,0

Stoccaggio delle sostanze pericolose (ad esempio quelle infiammabili, esplosive, corrosive, ecc.) a parte in luoghi idonei

0,0

0,0

7,7

Idoneità dell'ancoraggio delle scaffalature

0,0

30,0

11,5

Razionalità ed ordine nello stoccaggio degli oggetti 

0,0

10,0

23,1


 

 

SCUOLE MEDIE

 

NORD

6 scuole

CENTRO

10 scuole

SUD

26 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Agenti fisici

Idoneità delle condizioni microclimatiche

0,0

0,0

3,8

Valutazione del rumore effettuata nei modi e nei tempi previsti dal D.Lgs 277/91

0,0

0,0

23,1

Idoneità dell'illuminazione di tutte le postazioni di lavoro e dei passaggi a garantire un adeguato livello di sicurezza

0,0

0,0

0,0

Posizionamento delle finestre in modo tale da non permettere l'esposizione diretta ai raggi del sole dei posti di lavoro (oppure adeguata schermatura con tende o parasole)

0,0

0,0

0,0

 

 


 

 

TOTALE

 

Materne

128 scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Luogo di lavoro

Integrità strutturale dei locali

9,35

9,55

9,5

Idoneità dei locali

0,8

2,3

0,0

Ordine e pulizia

14,8

8,4

9,5

Idonea dotazione delle attrezzature necessarie (piani, scaffali, scrivanie, piani di lavoro, sedie, ecc.)

18,0

19,1

7,1

Vetri delle porte e delle pareti vetrate di tipo antischeggia

42,2

48,9

31,0

Chiusura delle aperture che presentano rischio di caduta da quota > 1 m oppure uso di parapetto di altezza > 1m (1,5 mt nel caso di piani di carico). Comunque presenza di parapetti per rampe di carico

0,0

3,1

4,8

Scale fisse e portatili

Esistenza di parapetti alti almeno 1 m sulle scale fisse con più di 4 gradini

6,3

13,7

14,3

Presenza di corrimano sulle scale fisse

5,5

3,8

4,8

Pedate dotate di superficie antisdrucciolo

25,8

40,5

69,0

Presenza sulle scale portatili di dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità

14,8

16,0

2,4

Scale doppie provviste di dispositivo antiapertura

12,5

10,7

2,4

Immagazzinamento degli oggetti

Idoneità dei pavimenti a sopportare i carichi imposti dall'immagazzinamento degli oggetti

0,0

0,0

0,0

Stoccaggio delle sostanze pericolose (ad esempio quelle infiammabili, esplosive, corrosive, ecc.) a parte in luoghi idonei

18,0

17,6

4,8

Idoneità dell'ancoraggio delle scaffalature

16,4

14,5

14,3

Razionalità ed ordine nello stoccaggio degli oggetti 

37,5

38,9

16,7


 

 

TOTALE

 

Materne

128 scuole

Elementari

131 scuole

Medie

42 scuole

 

% di non conformità

% di non conformità

% di non conformità

Agenti fisici

Idoneità delle condizioni microclimatiche

23,4

21,4

2,4

Valutazione del rumore effettuata nei modi e nei tempi previsti dal D.Lgs 277/91

69,5

62,6

14,3

Idoneità dell'illuminazione di tutte le postazioni di lavoro e dei passaggi a garantire un adeguato livello di sicurezza

0,0

0,8

0,0

Posizionamento delle finestre in modo tale da non permettere l'esposizione diretta ai raggi del sole dei posti di lavoro (oppure adeguata schermatura con tende o parasole)

0,0

0,0

0,0

 

 


4.1.7        L’amianto negli edifici scolastici

Gli edifici scolastici sono da considerarsi tra gli ambienti di vita collettiva che devono essere prioritariamente tutelati dall’esposizione alle fibre di amianto, numerosi studi epidemiologici hanno infatti, già da tempo accertato che le fibre inalate possono dar luogo a processi di cancerogenesi a danno dell’apparato respiratorio. L’amianto, oltre a malattie di tipo professionale (asbestosi), è tra le cause accertate di tumore al polmone anche per soggetti esposti a concentrazioni non elevate di fibre.

In quest’ottica si colloca il rispetto delle prescrizioni contenute nel D.M. 6/9/94 che contiene le indicazioni e le tecniche di ispezione delle strutture edilizie al fine di valutare la presenza di materiali contenenti amianto, verifica questa che rappresenta la fase preliminare all’effettiva valutazione del rischio di esposizione delle persone presenti nell’edificio in questione.

La valutazione del rischio amianto può essere sintetizzata in tre fasi:

-         l’individuazione dei materiali contenenti amianto;

-         la valutazione dello stato di conservazione del materiale;

-         la pianificazione delle necessarie misure di intervento finalizzate alla riduzione del rischio di esposizione degli occupanti l’edificio.

Per quanto riguarda i materiali contenenti amianto è bene sottolineare che moltissime sono state le applicazioni dell’amianto in edilizia, principalmente per le ottime proprietà di resistenza e durevolezza, la versatilità ed il basso costo. Nei prodotti e manufatti in amianto le fibre possono essere libere o debolmente legate, ed in questi casi si parla di amianto friabile, oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (cemento-amianto, vinil-amianto), e si parla in questo caso di amianto in matrice compatta. In particolare nelle strutture scolastiche è possibile che questo sia stato utilizzato come materiale di rivestimento delle strutture per aumentarne la resistenza al fuoco, nelle coperture, per le tubazioni, nei cassoni per l’acqua in matrice cementizia (eternit), nei pannelli per le controsofittature, nei pavimenti costituiti da vinil-amianto delle aule o delle palestre (in questi materiali l’amianto è mescolato con altri polimeri), nei cartoni di protezione di alcuni elementi dell’impianto di riscaldamento, come ad esempio i termosifoni.

    Nel D.M. 6/9/94 i materiali contenenti amianto sono stati suddivisi, per motivi, pratici in tre categorie (punto 1a dell’allegato):

1) materiali che rivestono superfici, applicati a spruzzo o a cazzuola;

2) rivestimenti isolanti di tubi e caldaie;

3) una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta densità (cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili. I materiali in cemento-amianto, soprattutto sotto forma di lastre di copertura, sono quelli maggiormente diffusi.

Per completezza di esposizione si riporta, per le parti che interessano gli edifici scolastici, la tabella 1 dell’allegato al D.M. 6/9/94 in cui sono indicati i principali materiali contenenti amianto e il loro potenziale di rilascio di fibre

 

Tipo di materiale

Note

Friabilità

Ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti 

Fino all’85% circa di amianto. Spesso anfiboli (amosite, crocidolite) prevalentemente amosite spruzzata su strutture portanti di acciaio o su altre superfici come isolante termo-acustico

Elevata

Rivestimenti isolanti di tubazioni e caldaie

Per rivestimenti di tubazioni tutti i tipi di amianto, talvolta in miscela al 6-10% con silicati di calcio. In tele, feltri, imbottiture in genere al 100%

Elevato potenziale di rilascio di fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con strato sigillante uniforme e intatto

Cartoni, carte e prodotti affini

Generalmente solo crisotilo al 100%          

 

Sciolti e maneggiati, carte e cartoni,                                               non avendo                                                   una struttura                                                  molto compatta, sono soggetti a facili abrasioni ed a usura

Prodotti in amianto- cemento

Attualmente il 10-15% di amianto in genere crisotilo. Crocidolite e amosite si ritrovano in alcuni tipi di tubi e di lastre            

Possono rilasciare fibre se abrasi, segati, perforati o spazzolati, oppure se deteriorati

Prodotti bituminosi mattonelle di vinile con intercapedini di carta di amianto, mattonelle e pavimenti vinilici, PVC e plastiche rinforzate ricoprimenti e vernici, mastici, sigillanti, stucchi adesivi contenenti amianto      

Dallo 0,5 al 2% per mastici, sigillanti, adesivi, al 10-25% per pavimenti e mattonelle

 

Improbabile rilascio di fibre durante l'uso normale. Possibilità di rilascio di fibre se tagliati, abrasi o perforati

 

 

Dal momento che la potenziale pericolosità dei materiali di amianto dipende dall'eventualità che siano rilasciate fibre aerodisperse nell'ambiente che possono venire inalate dagli occupanti, l’aspetto più importante da valutare è rappresentato dalla friabilità del materiale, a tale proposito il D.M. definisce: Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale;

Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l'impiego di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, ecc.).”

 

              Copertura in amianto in una palestra


 

Gli strumenti fondamentali per la valutazione del rischio di esposizione, chiaramente indicati nel D.M. sono l’ispezione visiva, per l’esame delle condizioni del materiale contenente amianto e per la valutazione dei fattori che possono determinare un futuro danneggiamento o degrado e di quelli che influenzano la diffusione di fibre e, quindi l'esposizione degli individui, ed l’eventuale monitoraggio ambientale, cioè la misura della concentrazione delle fibre di amianto aerodisperse all’interno dell’edificio.

L’ispezione visiva porta all’individuazione di tre possibili situazioni:

-         materiali integri non suscettibili di danneggiamento, perché non accessibili o duri e compatti;

-         materiali integri suscettibili di danneggiamento, perché accessibili o esposti a fattori di deterioramento (infiltrazioni d’acqua, vibrazioni, correnti d’aria, ecc.);

-         materiali danneggiati per azioni umane o deterioramento.

La fase successiva prevede, quindi, la pianificazione delle azioni e degli interventi in funzione della situazione delineatasi.

Nel caso di materiali integri non suscettibili di danneggiamento deve essere comunque previsto un controllo periodico dei materiali e adottata una strategia che abbia come scopo quello di mantenere nel tempo le buone condizioni dei materiali (controllo e manutenzione), come pure nel caso di materiali integri ma suscettibili di danneggiamento, una volta rimosse le cause del possibile danneggiamento deve essere messo in atto un programma di controllo e manutenzione.

Relativamente al controllo il proprietario dell’immobile dovrà “ designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto, tenere un'idonea documentazione da cui risulti l'ubicazione dei materiali contenenti amianto.,…omissis… Garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali di amianto….omissis…Fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio sulla presenza dell’amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare….omissis…Nel caso siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l'edificio almeno una volta all'anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali, redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica.” (punto 4a dell’allegato al D.M. 6/9/94).

Nel caso, infine, di materiali danneggiati si deve procedere in maniera differente a seconda dell’entità del danno. In caso di entità limitata può essere sufficiente, una volta eliminata la causa del deterioramento, procedere al restauro del materiale. Se, invece, il danno è esteso si deve prevedere un intervento di bonifica.

 

SUGGERIMENTI

Dal momento che l’individuazione delle misure di protezione dai rischi sono parte integrante della valutazione si riportano nel seguito i possibili interventi di bonifica con alcune indicazioni utili per la scelta della tecnica da utilizzare.

I metodi di bonifica sono la rimozione, l’incapsulamento ed il confinamento.

La rimozione consiste nello smantellamento della vecchia copertura in cemento- amianto che viene sostituita con un nuovo materiale, dal punto di vista tecnico questo tipo di intervento è consigliabile qualora il materiale risulti molto danneggiato, e contemporaneamente che la struttura di supporto presenti delle discontinuità (tipo carpenteria metallica o in legno) e che non sia presenta una idonea controsoffittatura che isoli la copertura stessa. Il vantaggio di questo tipo di intervento è essenzialmente quello di eliminare definitivamente il rischio di esposizione all’amianto, per cui non esiste più la necessità di prevedere un programma di manutenzione e controllo, inoltre è un tipo di intervento generalmente applicabile.

Gli svantaggi sono legati alla produzione di una notevole quantità di rifiuti contenenti amianto che devono essere correttamente smaltiti, inoltre questo è il metodo che può provocare la più elevata emissione di fibre, sottoponendo gli addetti alla bonifica ad un alto rischio di esposizione e determinando un alto rischio di contaminazione dell’area dell’intervento. Nella scelta di questo tipo di intervento si deve inoltre tenere in considerazione che per tutta la durata dei lavori i locali sottostanti la copertura sono inagibili.

L’incapsulamento consiste, invece, nel trattamento della superficie in cemento-amianto con prodotti che inglobano le fibre di amianto e le legano alla matrice cementizia, impedendo, o comunque riducendo il loro rilascio in aria. L’intervento completo prevede l’applicazione di strati il rpimo impregnante ed il secondo coprente. I vantaggi di questo tipo di intervento sono legati al basso costo dell’intervento, al fatto che non si producono rifiuti e che non è necessario prevedere l’applicazione di materiale sostitutivo. Tra gli svantaggi di tale intervento è importante mettere in evidenza che comunque l’amianto non viene eliminato ed è pertanto necessario prevedere un programma di controllo e manutenzione, e non è escluso che l’intervento debba essere ripetuto nel tempo con una frequenza che dipende dalla durata dei materiali incapsulanti, la quale può essere notevolmente ridotta dall’esposizione ad agenti atmosferici. Nel caso di coperture l’incapsulamento non ripristina la funzionalità e l’impermeabilità del tetto, pertanto è sconsigliabile qualora le lastre siano fragili, rotte o molto deteriorate. Infine è da sottolineare l’elevato rilascio di fibre durante la pulizia della superficie prima del trattamento con gli incapsulanti

Il principale intervento di confinamento è, infine, quello di realizzare una sovracopertura da installare al di sopra di quella in cemento e amianto che viene lasciata in opera.

I vantaggi principali sono essenzialmente il basso costo dell’intervento, il fatto che non si producono rifiuti contenenti amianto, consente di realizzare una nuova copertura con caratteristiche indipendenti da quella preesistente, non comporta necessariamente l’inagibilità dell’edificio durante le operazioni di bonifica. Tuttavia, nonostante si riducano fenomeni di degrado del materiale contenente amianto causati dall’esposizione agli agenti atmosferici, la durata dell’efficacia dell’intervento dipende dal tipo di materiale utilizzato per la sovracopertura, pertanto non è escluso che in un momento successivo debba essere prevista la rimozione. Anche il confinamento comporta la necessità di un programma di controllo e manutenzione.

Per concludere e per completare la trattazione dell’argomento, in considerazione del fatto che non sono infrequenti i casi in cui in edifici ad uso civile, tra cui le scuole, si incontrino materiali contenenti amianto che non presentano caratteristiche di deterioramento tali da rendere indispensabile un intervento di bonifica, si riportano le indicazioni del D.M. 6/9/94 relative al programma di controllo e manutenzione.

4a) Programma di controllo.

Il proprietario dell'immobile e/o il responsabile dell'attività che vi si svolge dovrà:

-         designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività manutentive che possono interessare i materiali di amianto;

-         tenere un'idonea documentazione da cui risulti l'ubicazione dei materiali contenenti amianto. Sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (ad es. caldaia e tubazioni) dovranno essere poste avvertenze allo scopo di evitare che l'amianto venga inavvertitamente disturbato;

-          garantire il rispetto di efficaci isure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi manutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare un disturbo dei materiali di amianto. A tal fine dovrà essere predisposta una specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e di tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione verificabile;

-          fornire una corretta informazione agli occupanti dell'edificio sulla presenza di amianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui comportamenti da adottare;

-          nel caso siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l'edificio almeno una volta all'anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali, redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica. Copia del rapporto dovrà essere tramessa alla USL competente la quale può prescrivere di effettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisperse all'interno dell'edificio.

 

4b) Attività di manutenzione e custodia

Le operazioni di manutenzione vera e propria possono essere raggruppate in tre categorie:

a) interventi che non comportano contatto diretto con l'amianto;

b) interventi che possono interessare accidentalmente i materiali contenenti amianto;

c) interventi che intenzionalmente disturbano zone limitate di materiali contenenti amianto.

Operazioni che comportino un esteso interessamento dell'amianto non possono essere consentite, se non nell'ambito di progetti di bonifica.

Durante l'esecuzione degli interventi non deve essere consentita la presenza di estranei nell'area interessata. L'area stessa deve essere isolata con misure idonee in relazione al potenziale rilascio di fibre: per operazioni che non comportano diretto contatto con l'amianto può non essere necessario alcun tipo di isolamento; negli altri casi la zona di lavoro deve essere confinata e il pavimento e gli arredi eventualmente presenti, coperti con teli di plastica a perdere.

L'impianto di ventilazione deve essere localmente disattivato. Qualsiasi intervento diretto sull'amianto deve essere effettuato con metodi ad umido. Eventuali utensili elettrici impiegati per tagliare, forare o molare devono essere muniti di aspirazione incorporata. Nel caso di operazioni su tubazioni rivestite con materiali di amianto vanno utilizzati quando possibile gli appositi "glove bags" (vedi paragrafo 5 b).

Al termine dei lavori, eventuali polveri o detriti di amianto caduti vanno puliti con metodi ad umido o con aspiratori portatili muniti di filtri ad alta efficienza. I lavoratori che eseguono gli interventi devono essere muniti di mezzi individuali di protezione. Per la protezione respiratoria vanno adottate maschere munite di filtro P3 di tipo semimaschera o a facciale completo, in relazione al potenziale livello di esposizione. È sconsigliabile l'uso di facciali filtranti, se non negli interventi del primo tipo. Nelle operazioni che comportano disturbo dell'amianto devono essere adottate inoltre tute intere a perdere, munite di cappuccio  di copriscarpe, di tessuto atto a non trattenere le fibre. Le tute devono essere eliminate dopo ogni intervento.

Tutto il materiale a perdere utilizzato (indumenti, teli, stracci per pulizia, ecc.) deve essere smaltito come rifiuto contaminato, in sacchi impermeabili chiusi ed etichettati. I materiali utilizzati per la pulizia ad umido vanno insaccati finché sono ancora bagnati. Procedure definite devono essere previste nel caso di consistenti rilasci di fibre: evacuazione ed isolamento dell'area interessata (chiusura delle porte e/o installazione di barriere temporanee); affissione di avvisi di pericolo per evitare l'accesso di estranei; decontaminazione dell'area da parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione con sistemi ad umido e/o con aspiratori idonei; monitoraggio finale di verifica. In presenza di materiali di amianto friabili esposti, soprattutto se danneggiati, la pulizia quotidiana dell'edificio deve essere effettuata con particolari cautele, impiegando esclusivamente metodi ad umido con materiali a perdere e/o aspiratori con filtri ad alta efficienza. La manutenzione ed il cambio dei filtri degli aspiratori sono operazioni che comportano esposizione a fibre di amianto e devono essere effettuate in un'area isolata, da parte di operatori muniti di mezzi individuali di protezione. Ai sensi delle leggi vigenti, il personale addetto alle attività di manutenzione e di custodia deve essere considerato professionalmente esposto ad amianto.

 

 

 

Rimozione di amianto friabile applicato a spruzzo

 

 

 


4.1.8        I giardini

L’analisi dei rischi relativi ai giardini e alle aree verdi presenti nelle scuole è stata inserita tra i rischi definiti “trasversali” perché questa interessa sia il personale addetto alle attività di manutenzione di tale aree (solo in alcuni casi l’attività viene svolta dai collaboratori scolastici, spesso da addetti alla manutenzione del verde pubblico, che nella maggior parte dei casi sono impiegati del Comune, in altri casi ancora il lavoro viene affidato a ditte esterne), sia gli alunni e i docenti che in alcuni momenti della giornata usufruiscono di tali aree.

E’ stata inoltre tenuta in considerazione l’interazione tra lo svolgimento delle attività di manutenzione e l’uso delle aree verdi da parte degli alunni e dei docenti.

Per quanto riguarda il personale che svolge le attività di manutenzione dei giardini è necessario tenere in considerazione l’esposizione a:

-         rischi derivanti dall’uso di sostanze pericolose (corrosive, irritanti, tossiche ecc.), utilizzate per la disinfestazione;

-         rischi legati all’uso di attrezzature a motore (tagliaerba, motosega, decespugliatore, ecc.) che possono essere causa di tagli, schiacciamenti. Nell’uso di tali attrezzature si deve considerare anche il fatto che l’addetto è a contatto con sostanze infiammabili (carburante per il rifornimento del motore), deve pertanto essere a conoscenza delle corrette procedure al fine di evitare rischi di incendio o di esplosione; 

-         rischi di cadute dall’alto, legati all’uso di scale portatili o di piattaforme di sollevamento;

-         rischi derivanti dall’esposizione al rumore, che durante l’uso delle attrezzature a motore può raggiungere anche livelli molto elevati (superiori a 85 dB).

Per ciò che riguarda invece gli utenti delle aree verdi, presenti nelle scuole, è necessario considerare i rischi legati al fatto che, trattandosi di luoghi all’aperto, studenti ed alunni possono essere soggetti a punture e morsi di animali, senza considerare il fatto che, trattandosi di aree separate dalla strada e dalle aree circostanti da muretti o reti metalliche, non è escluso che si possano trovare siringhe ed altro materiale infetto utilizzato ad esempio da tossicodipendenti.

Altri rischi possono inoltre essere legati al contatto accidentale con elementi dell’impianto di illuminazione del giardino (cavi elettrici scoperti, interruttori con grado di protezione non idoneo, ecc.), oppure al cattivo stato di manutenzione della pavimentazione per cui più elevato è il rischio di cadute e scivolamenti.

Si deve, inoltre, tenere presente nel giardino si trovano a svolgere la loro attività gli alunni e i docenti (ricreazione, attività sportive, ecc.) mentre contemporaneamente si sta provvedendo alla potatura degli alberi deve essere considerato il rischio che si verifichi una proiezione di schegge, che cadano dall’alto i rami recisi, pertanto deve essere prevista la delimitazione dell’area di lavoro, in modo tale da eliminare l’esposizione a tali rischi.

 

 

 

 

SUGGERIMENTI

·      Uso di idonei dispositivi di protezione individuale (guanti, scarpe di sicurezza, schermo protettivo per gli occhi, otoprotettori, ecc.) durante le attività di manutenzione dei giardini;

·      Tenere a disposizione degli addetti le schede di sicurezza delle sostanze utilizzate per la disinfestazione, per la concimazione, ecc.

·      Individuare procedure di sicurezza per l’utilizzo delle attrezzature e per ciascuna delle attività svolte;

·      Provvedere ad un periodico controllo dei giardini al fine di eliminare oggetti pericolosi (ad esempio siringhe) e alla loro disinfestazione per ridurre il numero di insetti ed altri animali che possono costituire un pericolo per le persone presenti.

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

I.S.P.E.S.L.              PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Didattica teorica

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio posturale e da movimentazione manuale dei carichi. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti e delle attrezzature; elettrocuzione. Microclima. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze. Sviluppo di allergie. Stress.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

3094

 

 

 

 

 


FASE 1        Didattica teorica

 

Capitolo 1.1     Descrizione

La figura professionale addetta a svolgere tale mansione è il docente. La sua attività è caratterizzata dallo svolgimento di lezioni in materie specifiche, avvalendosi di strumenti cartacei, tra cui testi, fotocopie e dispense e, talvolta, di strumenti informatici o di attrezzature quali, ad esempio, la lavagna luminosa. Egli ha inoltre la responsabilità degli alunni durante lo svolgimento della propria attività.

Soprattutto nelle scuole medie e, negli ultimi anni anche in alcune scuole elementari, sono stati introdotti corsi di informatica, pertanto in questi casi l’attività viene svolte in aule attrezzate in cui ciascuno studente ha a disposizione un videoterminale.

 

 

 


 

 

Capitolo 1.2   Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate sono:

 

Computer

Con esso e con l'ausilio di software adeguato si tengono lezioni di materie specifiche.

Lavagna luminosa

Utilizzata per proiettare lucidi per la trattazione di tematiche specifiche.

Lavagna (in ardesia; plastificata…)

Lastre sulle quali si scrive con gesso, pennarelli, ecc.

 

Capitolo 1.3     Il fattore di rischio

I principali fattori di rischio sono:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Utenze elettriche: il rischio è legato al numero di prese a disposizione, il problema ha una frequenza significativa nel caso siano presenti laboratori didattici, soprattutto di informatica, dove spesso le prese vengono sovraccaricate.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, compreso quello che non ha uno specifico ruolo operativo nella gestione dell’emergenza, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Rischio posturale: i docenti possono assumere posture non ergonomiche durante lo svolgimento delle lezioni che possono portare a malattie a carico della colonna vertebrale.

·      Arredi di servizio: le non conformità più frequentemente rilevate sono legate alla qualità e alla quantità di arredi in dotazione. Spesso questi non sono in quantità sufficiente alle reali esigenze e non sempre vengono rispettati i criteri di ergonomia, oltre al fatto che non sempre arredi e attrezzature risultano integri, soprattutto nelle scuole di periferia o dei piccoli centri.

·      Movimentazione Manuale dei carichi: è rilevante soprattutto nella scuola materna, dove accade spesso che il docente o gli ausiliari si trovino ad assistere gli alunni in particolari situazioni (giochi, utilizzo dei servizi igienici,ecc. ) in cui è necessario il sollevamento. Tale rischio si rileva in misura sostanzialmente inferiore nelle scuola media dove gli alunni sono completamente autosufficienti; comuni a tutti gli ordini di scuola devono essere considerate le attività di supporto ai ragazzi portatori di handicap, per i quali l’assistenza in tal senso deve essere continuativa.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento delle aule che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione di lavoro non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle lezioni;

·      Rumore: il rischio è legato sia la contesto urbano in cui l’edificio scolastico è inserito che alle condizioni in cui si svolge l’attività didattica, in particolare al numero degli alunni presenti in aula ed agli spazi a disposizione per lo svolgimento delle lezioni; per il comparto i esame i livelli di esposizione sono tali da generare soltanto situazioni di discomfort e quindi tali da determinare, ad esempio, affatticamento e diminuzione della capacità di attenzione, solo nei casi più gravi l’esigenza del docente di alzare sempre più la voce può provocare laringiti croniche.

·      Condizioni microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

·      Sostanze utilizzate: è possibile che in caso di persone particolarmente sensibili l’utilizzo di gessi da lavagna, pennarelli particolari o solventi organici per la detersione delle superfici si sviluppino allergie.

·      Organizzazione del lavoro: la ripetitività delle attività, la scarsa possibilità di avanzamento di carriera nonché la scarsa valorizzazione dell’acquisizione della professionalità nel corso degli anni possono provocare situazioni di stress. A queste cause di stress legate all’ordinamento del personale docente, si aggiunge quello più legato all’attività specifica svolta, ed in particolare la costante e continua vigilanza degli alunni nonché le modalità e la costanza dei rapporti interpersonali con questi.

 

Capitolo 1.4     Il danno atteso

 

Non sono stati rilevati infortuni imputabili a questa fase lavorativa

 

Capitolo 1.5     Gli interventi

·      Formazione ed informazione sulle corrette posture da adottare durante lo svolgimento delle lezioni, ed in particolar modo per le attività che comportano la movimentazione dei carichi:

·      Verifica dello stato di conservazione delle attrezzature utilizzate durante l’attività;

·      Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica;

·      Maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro;

·      Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

·      Migliorare le condizioni di illuminamento, sia come fattore di sicurezza che come fattore di igiene, attraverso l’aumento della potenza degli impianti e garantendo, attraverso una periodica e sistematica attività manutentiva, la costante disponibilità, specie degli impianti di emergenza.

 

Capitolo 1.6     Appalti

Questa fase non viene mai appaltata a ditte esterne di specialisti.

 

Capitolo 1.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie.

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie.

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

 

Capitolo 1.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

  Non si è rilevata alcuna interazione con l'ambiente in questa fase.


                                      

 

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Laboratorio tecnico

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio elettrico: sicurezza degli impianti e delle attrezzature; elettrocuzione. Rischio fisico: postura non ergonomica. Movimentazione manuale dei carichi. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze. Idoneità degli arredi di servizio e delle attrezzature. Microclima.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

50

 

 

 

 


FASE 2.1     Laboratorio Tecnico

Capitolo 2.1.1  Descrizione

Per quanto riguarda le attività “Tecnico-pratiche”, quelle di “Laboratorio tecnico” sono state individuate principalmente nelle scuole medie, dove è prevista una attività tecnico-manuale di non eccessiva pericolosità né impegno ma sicuramente non trascurabile. Tale attività è talvolta differenziata per sesso ed è seguita da un docente tecnico specializzato; consta soprattutto di piccoli lavori di falegnameria e di realizzazione di circuiti elettrici elementari in corrente continua o lavori di bricolage.

 

 

Capitolo 2.1.2  Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate sono:

 

Seghetto manuale, chiodi, martello, compensato, ecc.

Tutte queste attrezzature sono utili per i più rudimentali lavori di falegnameria e rappresentano rischi minimi.

Trapano manuale

Molto meno pericoloso del trapano elettrico assolve pienamente alla sua funzione per i piccoli lavori. E' dotato di un volano dentato che funziona da riduttore di forza e di una ruota dentata di piccole dimensioni che trasmette la forza alla punta.

Pile, lampadine, filo elettrico, nastro isolante, interruttori.

Si progettano circuiti di piccole dimensioni utilizzando pile commerciali che garantiscono dai rischi di elettrocuzione

 

Capitolo 2.1.3  Il fattore di rischio

I principali fattori di rischio sono:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

·      Utenze elettriche: il rischio è legato al numero di prese a disposizione che spesso non risultano sufficienti rispetto al numero di utenze che ad esse devono essere collegate e pertanto vengono sovraccaricate.

·      Attrezzature e macchine utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate nello svolgimento delle attività del laboratorio, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, schiacciamenti, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti e alle dotazioni antincendio specifiche del laboratorio o delle aree adiacenti, perché l’attività svolta potrebbe essere la causa dell’innesco di un incendio.

·      Immagazzinamento degli oggetti: il rischio è legato al non corretto ancoraggio delle scaffalature o al loro eccessivo caricamento che comporta la possibilità che si verifichi un ribaltamento degli scaffali stessi o che da questi cada il materiale che vi è stato disposto. Molto contenuto è, invece, il rischio associato alla tipologia di sostanze immagazzinate che, anche nel caso in cui fossero tossiche o infiammabili, non sono mai presenti in quantità tali da costituire un effettivo pericolo.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione del docente non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle esercitazioni;

·      Condizioni microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria;

·      Arredi di servizio: le non conformità più frequentemente rilevate sono legate alla qualità e alla quantità di arredi in dotazione. Spesso questi non sono in quantità sufficiente alle reali esigenze e non sempre vengono rispettati i criteri di ergonomia, oltre al fatto che non sempre arredi e attrezzature risultano integri, soprattutto nelle scuole di periferia o dei piccoli centri.

 

Capitolo 2.1.4  Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 2.1.5  Gli interventi

·      La presenza attenta e costante del docente impedisce l'utilizzo improprio degli strumenti a disposizione e quindi evita ferimenti accidentali non legati all'attività didattica.

·      Una preparazione teorica sull'uso degli strumenti induce negli studenti la consapevolezza del rischio;

·      Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica;

·      Verifica dello stato di conservazione delle attrezzature utilizzate durante l’attività;

·      Formazione in merito alle corrette posizioni da acquisire durante lo svolgimento delle lezioni;

·      Dotare i locali di attrezzature idonee e migliorare la dotazione di arredi di servizio.

·      Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

 

Capitolo 2.1.6  Appalti

Per questa fase non sono previsti appalti esterni

 

Capitolo 2.1.7  Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 2.1.8  Fenomeni interagenti con l’ambiente

La produzione di scarti dovuti alle attività descritte molto limitata (nello spazio) per cui sono raccolti e conferiti come rifiuto urbano all'azienda preposta..


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Laboratorio Grafico-Artistico

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio Fisico: tagli e abrasioni. Rischio chimico: utilizzo di particolari sostanze. Idoneità del luogo: sufficienza degli spazi minimi. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti. Microclima. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

312

 

 

 

 


FASE 2.2     Laboratorio Grafico-Artistico

Capitolo 2.2.1  Descrizione

Per quanto riguarda le attività “tecnico-pratiche”, quelle del Laboratorio grafico-artistico ricorre prevalentemente nelle scuole medie, prevista una attività da svolgersi in locali dedicati. Tale attività è rappresentata dal disegno, dall'attività di modellazione (argilla e affini), di stampa con matrice vinilica. I rischi sono talvolta ancora minori di quelli del laboratorio tecnico.

Le attività grafico artistiche vengono svolte anche nelle scuole elementari e sono parte integrante dell’attività didattica.

 

 

Capitolo 2.2.2  Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

 

Colori ad acqua, a cera, ad olio; matite, righe squadre; fogli da disegno, compensato o tela.

Sono tutti materiali di consumo per lo svolgimento di attività grafiche. Solitamente sono acquistati direttamente dagli studenti, I colori sono anallergici e i supporti sono già predisposti con forma e dimensione desiderata.

Bulini per argilla

L'argilla, solitamente ben imbibita, risulta essere facilmente lavorabile e non richiede eccessivo sforzo nell'uso dei bulini, solitamente di plastica o con piccole parti in metallo arrotondato.

Forno

Il forno viene generalmente utilizzato per la cottura degli oggetti realizzati in argilla terracotta o ceramica.

Foglio vinilico, Bulini da intaglio, inchiostro, rullo, vaschetta per inchiostro.

Il foglio vinilico viene intagliato con i bulini appositi in modo da realizzare l'immagine in negativo su cui viene passato il rullo inchiostrato. Gli inchiostri utilizzati sono anallergici.

Solventi

 

 

Capitolo 2.2.3  Il fattore di rischio

I principali fattori di rischio sono:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento.

·      Attrezzature e macchine utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate (ad esempio i bulini per il foglio vinilico) nello svolgimento delle attività del laboratorio, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà di tipo lieve.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti e alle dotazioni antincendio specifiche del laboratorio o delle aree adiacenti.

·      Immagazzinamento degli oggetti: il rischio è legato al non corretto ancoraggio delle scaffalature o al loro eccessivo caricamento che comporta la possibilità che si verifichi un ribaltamento degli scaffali stessi o che da questi cada il materiale che vi è stato disposto. Molto contenuto è, invece, il rischio associato alla tipologia di sostanze immagazzinate che, anche nel caso in cui fossero tossiche o infiammabili, non sono mai presenti in quantità tali da costituire un effettivo pericolo.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione del docente non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle esercitazioni.

·      Luogo di lavoro: gli aspetti generali legati all’idoneità delle caratteristiche dei luoghi di lavoro sono stati affrontati nella parte generale, della presente ricerca, in questa fase specifica si vuole invece fare specifico riferimento ai locali che in molti istituti scolastici vengono dedicati alle attività di laboratorio. Sono state, infatti, individuate situazioni in cui lo spazio a disposizione non è risultato sufficiente rispetto alla tipologia di attività svolta.

·      Arredi di servizio: le non conformità più frequentemente rilevate sono legate alla qualità e alla quantità di arredi in dotazione. Spesso questi non sono in quantità sufficiente alle reali esigenze, oltre al fatto che non sempre arredi e attrezzature risultano integri, soprattutto nelle scuole di periferia o dei piccoli centri.

·      Sostanze utilizzate: nei laboratori grafico-artistici possono essere utilizzate colle, solventi, vernici, inchiostri, ecc., che espongono le persone presenti nei locali ad un rischio di tipo chimico;

·      Condizioni microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

 

Capitolo 2.2.4  Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 2.2.5  Gli interventi

·               La presenza attenta e costante del docente impedisce l'utilizzo improprio degli strumenti a disposizione e quindi evita ferimenti accidentali non legati all'attività didattica.

·               Una preparazione teorica sull'uso degli strumenti induce negli studenti la consapevolezza del rischio.

·               Dotare i locali di attrezzature idonee e migliorare la dotazione di arredi di servizio.

·               Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

·               Migliorare le condizioni di illuminamento, sia come fattore di sicurezza che come fattore di igiene.

 

 

Capitolo 2.2.6  Appalti

Per questa fase non sono previsti appalti esterni

 

Capitolo 2.2.7  Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 2.2.8  Fenomeni interagenti con l’ambiente

La produzione di scarti è  limitata  per cui sono raccolti e conferiti come rifiuto urbano all'azienda preposta..


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Attività artistiche collaterali

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio Fisico: urti, tagli e abrasioni. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti; elettrocuzione. Rischio da movimentazione manuale dei carichi. Microclima. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

300-400

 

 

 

 


FASE 3        Attività artistiche collaterali

Capitolo 3.1     Descrizione

In quasi tutte le scuole considerate è previsto un saggio di fine anno sotto forma di rappresentazione teatrale e/o saggio di danza e/o saggio ginnico. Tutte queste attività presentano di per sé rischi molto bassi. Il rischio è dovuto piuttosto alla presenza di palco e attrezzature varie all'interno dell'edificio scolastico. Il numero di lavoratori che svolgono la loro attività nell’ambito di questa fase non è definibile in maniera precisa perché e previsto il coinvolgimento del maggior numero di collaboratori possibili e l'impegno è quasi sempre volontario.

 

 

 

Capitolo 3.2     Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

 

Microfoni, amplificatori, impianti HI-FI, casse acustiche.

Tutte queste apparecchiature elettriche prevedono collegamenti temporanei sono tutti marchiati CE.

Strutture per la realizzazione delle scene

Strutture in legno o in compensato; tendaggi, mobilio.

 

Capitolo 3.3     Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento.

·      Attrezzature utilizzate: è possibile, in relazione al fatto che potrebbe essere presente materiale ingombrante, in ambienti che solitamente sono vuoti, che aumenti il rischio di urti, tagli e abrasioni.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato al possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, per il quale potrebbero non risultare idonee le vie di fuga. L’analisi di dettaglio della ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Movimentazione Manuale dei Carichi: il rischio può essere legato all’esigenza di sollevare e spostare le attrezzature di scena utilizzate per le rappresentazioni o per i saggi.

·      Condizioni microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde e sbalzi sensibili da un ambiente all’altro.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole.

 

Capitolo 3.4     Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 3.5     Gli interventi

·               Evitare di approntare gli impianti elettrici provvisori con soluzioni non rispondenti alle norme di sicurezza.

·               Evitare l’accatastamento, sia pure momentaneo, del materiale nei corridoi e vie di transito.

·               Garantire condizioni microclimatiche favorevoli migliorando il sistema di condizionamento/riscaldamento.

·               Verificare l’adeguatezza delle vie di fuga in base agli affollamenti massimi previsti.

 

Capitolo 3.6     Appalti

Generalmente viene appaltato all'esterno sia la predisposizione del palco che la fornitura e la sistemazione del materiale elettrico.

 

Capitolo 3.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici  scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 3.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non è prevista alcuna interazione con l'esterno.


 

UNI 10380, maggio 94

 

 

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

 

 

Capitolo 8.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non sono prevedibili fenomeni di interazione con l'ambiente.

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Attività ginnico sportiva

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio Fisico: urti, tagli e abrasioni. Microclima. Rischio ambientale: idoneità delle superfici vetrate. Idoneità delle attrezzature. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Antincendio e gestione delle emergenze. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

374

 

 

 

 


FASE 4        Attività ginnico sportiva

 

Capitolo 4.1     Descrizione

Questa attività si svolge per lo più in palestre, ma anche, quando possibile, nei cortili o nei campi sportivi annessi all'edificio scolastico.

 

 

Capitolo 4.2     Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

 

Spalliere, cavalletti, pedane, funi, ecc.

Queste attrezzature sono utilizzate in vario modo per creare dei circuiti di allenamento.

Palloni

Sono utilizzati per svolgere diversi esercizi e giochi.

 

Capitolo 4.3     Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro. Il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

·      Attrezzature utilizzate: è possibile, in relazione al fatto che potrebbe essere presente materiale ingombrante che diventi significativo il rischio di urti, tagli e abrasioni; inoltre lo svolgimento di attività ginniche con attrezzi particolari (quadro svedese, parallele, spalliere ecc.) sottopone sia il docente incaricato che gli studenti al rischio di cadute dall'alto. E’ da rilevare inoltre che non sempre le attrezzature a disposizione risultano idonee all’uso che se ne fa.

·      Elementi taglienti: spesso nelle palestre è stata rilevata la presenza di vetri non del tipo antisfondamento e non dotati di pellicola antischeggia, e di corpi illuminanti non protetti, ciò costituisce un rischio soprattutto in relazione al fatto che molti degli esercizi eseguiti durante l’attività ginnica comportano l’uso di palloni che potrebbero urtare e rompere sia le finestre che le eventuali plafoniere delle lampade.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato al possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, per il quale potrebbero non risultare idonee le vie di fuga. L’analisi di dettaglio della ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione dei locali o dei passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti e sporgenti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Condizioni microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde e sbalzi sensibili da un ambiente all’altro. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento delle aule che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati a fenomeni di abbagliamento dovuti ad elevati contrasti di luminanza. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

 

Capitolo 4.4     Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 4.5     Gli interventi

·               I depositi degli attrezzi devono essere tenuti ordinatamente, devono essere dotati di idonee attrezzature per riporre materiali in sicurezza.

·               Proteggere i corpi illuminanti e i vetri con barriere antisfondamento.

·               Dotare i locali di attrezzature idonee.

·               Garantire condizioni microclimatiche favorevoli migliorando il sistema di ventilazione e quello di condizionamento/riscaldamento.

·               Adeguare gli impianti elettrici in particolare per i luoghi a maggior rischio, come quelli degli spogliatoi, dei locali docce, ecc.;

·               Antincendio e Gestione delle Emergenze: garantire l’idoneità delle vie di fuga e d’esodo in funzione degli affollamenti previsti, specie nel caso in cui i locali chiusi possono ospitare il pubblico.

·               La presenza attenuta e costante del personale docente ed addetto alla sorveglianza impedisce l’utilizzo improprio dell’attrezzatura ed evita gli eventuali ferimenti accidentali.

 

Capitolo 4.6     Appalti

Questa fase non viene appaltata all'esterno.

 

Capitolo 4.7     Riferimenti legislativi

 

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D.M. 18/03/96

Norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio degli impianti sportivi.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 4.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non è prevista alcuna interazione con l'esterno.


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Attività di recupero e sostegno

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio fisico: postura non ergonomica. Stress. Microclima. Illuminazione. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

152

 

 

 

 


FASE 5        Attività di recupero e sostegno

Capitolo 5.1     Descrizione

In presenza di alunni portatori di handicap o con problemi specifici di apprendimento viene affiancato ai docenti un insegnante di “sostegno” che segue in maniera specifica questi ragazzi.

 

Capitolo 5.2     Attrezzature e macchine

Non esistono particolari attrezzature utilizzate in questa fase che, per molti aspetti, risulta simile alla fase 1 se si esclude la parte relativa ai sussidi didattici elettronici che qui non sono necessari prediligendosi la didattica faccia a faccia.

Le eventuali attrezzature sono di sussidio alle eventuali protesi degli allievi.

 

Capitolo 5.3     Il fattore di rischio

I principali elementi di rischio sono:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Utenze elettriche: il rischio è legato al numero di prese a disposizione, il problema ha una frequenza significativa nel caso siano presenti laboratori didattici, soprattutto di informatica, dove spesso le prese vengono sovraccaricate.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale docente, compreso quello che non ha uno specifico ruolo operativo nella gestione dell’emergenza, perché è direttamente responsabile degli alunni presenti. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Condizioni microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

·      Rumore: il rischio è legato sia la contesto urbano in cui l’edificio scolastico è inserito che alle condizioni in cui si svolge l’attività didattica, in particolare al numero degli alunni presenti in aula ed agli spazi a disposizione per lo svolgimento delle lezioni; per il comparto i esame, per il quale l’attività viene comunque svolta all’interno delle aule, i livelli di esposizione sono tali da generare soltanto situazioni di discomfort e quindi tali da determinare, ad esempio, affatticamento e diminuzione della capacità di attenzione

·      Rischio posturale: i docenti possono assumere posture non ergonomiche durante lo svolgimento delle lezioni che possono portare a malattie a carico della colonna vertebrale.

·      Movimentazione Manuale dei carichi: è rilevante soprattutto quando il docente si trova ad assistere o a dover sollevare i ragazzi portatori di handicap, per i quali l’assistenza deve essere continuativa.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento delle aule che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, più raramente i problemi sono legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo del docente dovuti alla mancanza, alle finestre, di tende parasole, è bene sottolineare che l’influenza di questo elemento di discomfort è attenuata dal fatto che la posizione di lavoro non è necessariamente fissa durante lo svolgimento delle lezioni. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento

·      Organizzazione del lavoro: la ripetitività delle attività, la scarsa possibilità di avanzamento di carriera nonché la scarsa valorizzazione dell’acquisizione della professionalità nel corso degli anni possono provocare situazioni di stress. A queste cause di stress legate all’ordinamento del personale docente, si aggiunge quello più legato all’attività specifica svolta, ed in particolare la costante e continua vigilanza degli alunni nonché le modalità e la costanza dei rapporti interpersonali con questi. Fonte di stress è in questo caso rappresentata dalle caratteristiche specifiche delle attività di sostegno agli studenti portatori di handicap.

 

Capitolo 5.4     Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 5.5     Gli interventi

·      Formazione ed informazione sulle corrette posture da adottare durante lo svolgimento delle lezioni, ed in particolar modo per le attività che comportano la movimentazione dei carichi:

·      Verifica dello stato di conservazione delle attrezzature utilizzate durante l’attività;

·      Maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro;

·      Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

·      Migliorare le condizioni di illuminamento, sia come fattore di sicurezza che come fattore di igiene, attraverso l’aumento della potenza degli impianti e garantendo, attraverso una periodica e sistematica attività manutentiva, la costante disponibilità, specie degli impianti di emergenza.

 

Capitolo 5.6     Appalti

Non sono previsti appalti di questa fase.

 

Capitolo 5.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

 

Capitolo 5.8      Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non è prevedibile alcuna interazione con l'esterno.


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.              PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Direttiva ed Amministrativa

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio elettrico: sicurezza degli impianti, elettrocuzione. Rischio chimico: utilizzo di sostanze particolari. Microclima. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Sufficienza degli spazi minimi. Lavoro al videoterminale. Esposizione a campi elettromagnetici. Stress. Antincendio e gestione delle emergenze.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

281

 

 

 

 

 


 

FASE 6        Direttiva ed Amministrativa

Capitolo 6.1     Descrizione

In questa fase si possono distinguere alcune figure professionali addette allo svolgimento di specifiche mansioni, ossia: il capo d’istituto, il direttore o responsabile amministrativo e l’assistente amministrativo.

Ognuno di questi soggetti riveste un ruolo particolare nell’ambito dell’ordinamento direttivo della struttura scolastica ed in relazione a ciò è investito di diverse responsabilità sia nei riguardi della struttura, intesa come “edificio”, sia rispetto agli individui operanti al suo interno.

In particolar modo, il “capo d’istituto” è la figura professionale più importante e pertanto investita delle maggiori responsabilità; il suo compito è principalmente quello di formalizzare e mantenere rapporti di natura gerarchica con l’amministrazione e di tipo relazionale con il personale interno alla struttura e con enti esterni. Si occupa inoltre della gestione del servizio onde garantirne in ogni situazione la funzionalità e l’efficienza.

Il “direttore amministrativo” o “responsabile amministrativo” organizza, coordina e controlla i servizi amministrativi e contabili; può, qualora in possesso di un’adeguata formazione, occuparsi della preparazione e dell’aggiornamento del personale operante all’interno della struttura.

Infine, l’“assistente amministrativo” si occupa essenzialmente dell’esecuzione operativa delle procedure avvalendosi di strumenti di tipo informatico, della gestione di archivi, protocollo e biblioteche.

Per concludere, l’attività d’ufficio si espleta, generalmente, nel disbrigo di pratiche di tipo amministrativo (stipula e mantenimento di contratti con il personale impiegato nella struttura scolastica e con le ditte esterne alle quali vengono appaltate alcune attività), nella richiesta, predisposizione e revisione di tutta la documentazione relativa all’edificio scolastico (certificazioni e/o autorizzazioni), alle strutture ad esso annesse (impianti ed unità tecnologiche, palestre, mense, laboratori tecnico-scientifici) ed all’attività svolta nonché nell’organizzazione e gestione del personale e delle risorse presenti.

Tali mansioni possono essere svolte in alcuni casi avvalendosi dell’utilizzo del videoterminale, il che incide in maniera rilevante sulla tipologia dei rischi cui gli addetti possono essere esposti.

 

 

 

 

Capitolo 6.2     Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate sono:

 

Videoterminale

L'età media dei VDT è di circa 5 anni e sono in genere tutte marchiate CE

Telefax

L'età media di queste macchine è di circa 2 anni, possono essere a carta chimica o con fogli A4, anche se i primi sono in via di eliminazione, hanno tutti marchiatura CE.

Fotocopiatrice

Spesso noleggiate anno un'età media di 5 anni ed hanno in genere il marchio CE.

Macchina per scrivere

Possono essere elettriche o manuali ed hanno un'età media variabile tra i 7 anni per le manuali e i 5 per le elettriche. Hanno marchiatura CE

 

Capitolo 6.3     Il fattore di rischio

I principali elementi di rischio sono:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche (computer, lavagna luminosa, ecc.), per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Utenze elettriche: il rischio è legato al numero di prese a disposizione che non sempre risulta sufficiente rispetto al numero di utenze che a queste devono essere collegate, pertanto si fa uso di doppie prese oppure quelle presenti vengono sovraccaricate.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’idoneità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Sostanze utilizzate: anche se non di livello significativo può comunque essere presente un rischio di esposizione alle sostanze chimiche utilizzate per la fotoriproduzione;

·      Condizioni microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento degli uffici che può determinare un eccessivo affaticamento della vista, alcuni problemi sono, inoltre, legati alla presenza di elevati contrasti di luminanza nel campo visivo dovuti alla mancanza di tende parasole alle finestre o nel caso di uso di videoterminali, al non corretto posizionamento di questi rispetto alla sorgente di luce naturale.

·      Spazi di lavoro: non sempre i locali dove si svolgono le attività amministrative e/o di segreteria sono di dimensioni sufficienti ad assicurare condizioni di comfort.

·      Uso di videoterminali: a causa di postazioni di lavoro per le quali non sono stati rispettati i criteri di ergonomia indicati dalla normativa e per posizioni non corrette assunte dal personale nello svolgimento della propria attività, perché non adeguatamente informato ed informato, è possibile che si sviluppino patologie a danno dell’apparato muscolo-scheletrico oppure che gli addetti accusino danni al rachide.

·      Abbagliamento: la fotocopiatrice potrebbe non essere chiusa per velocizzare le operazioni;

·      Radiazioni non ionizzanti: le attrezzature di lavoro utilizzate possono determinare una limitata esposizione a campi elettromagnetici.

·      Organizzazione del lavoro: un’ulteriore fonte di rischio è rappresentata dalla ripetitività delle attività svolte e dall’affaticamento mentale che possono provocare situazioni di stress, in alcuni casi aggravate dall’incremento dei carichi di lavoro e delle responsabilità da assumere.

 

 

Capitolo 6.4     Il danno atteso

Non si e in possesso di dati specifici di questa fase.

 

Capitolo 6.5     Gli interventi

·      Mantenimento di condizioni microclimatiche ed illuminotecniche idonee all’attività svolta;

·      Adeguamento degli spazi disponibili;

·      Prevede intervalli di lavoro;

·      Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

 

Capitolo 6.6     Appalti

Questa fase non è mai affidata a ditta esterna.

 

Capitolo 6.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 6.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non si è rilevata, in questa fase, alcuna interazione con l’ambiente esterno.

 


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.              PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Manutenzione

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischi fisico: movimentazione manuale dei carichi; tagli; abrasioni; rischio di caduta; proiezione di schegge. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti; elettrocuzione. Rischio chimico. Attrezzatura non idonea. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Microclima.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

0

 

 

 

 

 


 

FASE 7        Manutenzione

Capitolo 7.1     Descrizione

Per “manutenzione” s’intendono tutte quelle attività volte alla verifica della conformità tecnica ai requisiti minimi di sicurezza degli impianti, delle unità tecnologiche e degli immobili, all’individuazione di eventuali carenze ed alla loro bonifica attraverso provvedimenti volti all’eliminazione del problema o misure risolutive di contenimento.

Gli addetti dediti allo svolgimento di tali mansioni sono principalmente: tecnici impiantisti, elettricisti, idraulici e meccanici.

In particolar modo, il loro compito è quello di garantire il corretto funzionamento degli impianti presenti (rilevamento fumi, impianti di spegnimento, allarmi sonori e visivi, impianti di riscaldamento, condizionamento, ventilazione, illuminazione), e di individuare eventuali non idoneità nell’impianto elettrico dell’edificio o irregolarità nel suo funzionamento, danni ad elementi che lo costituiscono o pericoli connessi all’utilizzo di utenze elettriche particolari. Propongono ed eseguono modifiche all’impianto idrico, soprattutto nelle verifiche dell’idoneità dei mezzi antincendio quali naspi e/o manichette. Provvedono inoltre al controllo ed al mantenimento dell'efficienza di macchinari, qualora fossero presenti (ad esempio per lo svolgimento di attività didattiche di laboratorio tecnico-scientifico), di sistemi ad azionamento meccanico e/o automatico (cancelli di ingresso; sistemi per il sollevamento e trasporto di seggiole per studenti disabili).

 

Capitolo 7.2     Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate sono:

 

Apparecchiature elettriche (trapani, saldatrici)

Sono tutti protetti con manici isolanti per evitare la possibilità di contatto con elementi in tensione.

Scale portatili, trabatelli,  martelli

 

Attrezzi manuali

 

 

Capitolo 7.3     Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

·      Attrezzature e macchine utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate nello svolgimento delle attività di manutenzione, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, schiacciamenti, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà proporzionale alla tipologia di interventi che gli addetti sono incaricati di eseguire. Inoltre l’assenza di scale portatili o l’utilizzo di scale non in buono stato possono determinare rischi di cadute dall’alto. 

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’idoneità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Movimentazione manuale dei carichi: a causa della scarsa informazione sulle corrette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, gli addetti possono essere soggetti a rischi di traumi a carico della colonna vertebrale.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare, in relazione all’attività svolta, un eccessivo affaticamento della vista. L’analisi di dettaglio delle non conformità relative a questo specifico elemento sono state riportate nella parte introduttiva del documento.

·      Condizioni microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

·      Sostanze utilizzate: nelle attività di pulizia delle attrezzature e degli impianti possono essere utilizzate sostanze che possono esporre gli addetti ad un rischio di natura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo. 

 

 

Capitolo 7.4     Il danno atteso

Non si hanno dati relativi a questa fase.

 

Capitolo 7.5     Gli interventi

·      Formazione e informazione sull’utilizzo delle varie attrezzature presenti nella struttura nonché sulle corrette procedure di operazioni in sicurezza;

·      Verifica dello stato di conservazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate durante l’attività;

·      Divieto di utilizzo di utenze non a norma rispetto ai requisiti minimi di sicurezza elettrica;

·      Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, indumenti protettivi, calzature di sicurezza, occhiali e/o visiera per proteggere dalla proiezione di schegge e scintille).

 

Capitolo 7.6     Appalti

Questa fase viene sempre appaltata a ditte esterne di specialisti, attinenti è in genere affidata alle squadre di manutenzione afferenti agli uffici tecnici comunali di appartenenza.

 

Capitolo 7.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 7.8      Fenomeni interagenti con l’ambiente

  Non si è rilevata alcuna interazione con l'ambiente in questa fase.

 

 

 

 

 


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Attività del collaboratore scolastico

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio Fisico: postura non ergonomica. Stress. Rischio biologico. Microclima. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti. Rischio chimico: utilizzo di particolari sostanze per la pulizia degli ambienti. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Microclima.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

580

 

 

 

 


FASE 8        Attività del collaboratore scolastico

Capitolo 8.1     Descrizione

Il collaboratore scolastico (già bidello) si occupa dei servizi generali della scuola ed in particolare ha compiti di accoglienza e sorveglianza nei confronti degli alunni e del pubblico. Inoltre si occupa della pulizia dei locali nonché della custodia e sorveglianza dei locali.

 

 

 

Capitolo 8.2     Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

 

scope, strizzatori, palette per la raccolta , guanti, secchi, stracci, ecc.

Queste attrezzature sono utilizzate in vario modo per le pulizie.

Scale portatili

Non sempre le scale a disposizione sono conformi con le prescrizioni di sicurezza e spesso sono in cattivo stato di manutenzione.

 

Capitolo 8.3     Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato alla mancanza di formazione ed informazione del personale che in caso di emergenza può avere un ruolo operativo. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Attrezzature utilizzate: è possibile che per l’assenza di attrezzature idonee per l’attività da svolgere o per il cattivo stato di manutenzione di queste (ad esempio le scale portatili) si possano determinare rischi di tagli, abrasioni, cadute dall’alto, ecc.. 

·      Sostanze utilizzate: nelle attività di pulizia dei locali possono essere utilizzate sostanze e prodotti detergenti che possono esporre gli addetti ad un rischio di natura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo delle sostanze stesse.

·      Condizioni microclimatiche: le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare un eccessivo affaticamento della vista.

·      Attività svolta: relativamente all’attività di pulizia dei servizi igienici e durante l’assistenza agli alunni portatori di handicap nell’uso dei servizi, il personale può essere esposto ad un rischio di natura biologica.

 

Capitolo 8.4     Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 8.5     Gli interventi

·      Formazione ed informazione sulle posture ergonomiche e sulle metodiche operative per la pulizia dei locali loro affidati.

·      Dotazione delle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati e formazione del personale.

·      Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento dell’aria.

·      Fornitura dei DPI necessari (camici, guanti, scarpe, ecc.).

·      Uso di attrezzatura conforme alle norme.

 

Capitolo 8.6     Appalti

In alcuni casi alcune attività strettamente legate alla pulizia dei locali possono essere appaltate ad agenzie di pulizia.

 

Capitolo 8.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 8.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non sono prevedibili fenomeni di interazione con l'ambiente.

 


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

I.S.P.E.S.L.              PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Mensa

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio fisico: movimentazione manuale dei carichi; scivolamento e schiacciamento; tagli; abrasioni; proiezione di schegge. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti e delle attrezzature. Rischio biologico. Microclima. Antincendio e gestione delle emergenze. Inquinamento ambientale. Sviluppo di allergie. Rischio chimico. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

176

 

 

 

 

 


 

FASE 9        Mensa

Capitolo 9.1     Descrizione

 In questa fase è possibile distinguere due tipologie di attività: il complesso delle attività svolte in cucina e l’attività di distribuzione delle portate e delle bevande e di assistenza nella sala mensa.

Rientrano nel primo gruppo: la preparazione ed il confezionamento dei pasti, la conservazione dei generi alimentari e la loro gestione, la manutenzione e pulizia dei macchinari e degli utensili impiegati.

La seconda tipologia di attività prevede invece la distribuzione dei pasti e la pulizia del locale ove questi vengono consumati.

Le figure professionali addette a queste mansioni sono: il cuoco, l’aiuto cuoco ed altri soggetti interessati alla distribuzione dei cibi ed alla pulizia dei locali.

 


E’ bene sottolineare che gli alimenti possono essere origine di malattie per l’uomo se sono prodotti, conservati e commercializzati nelle corrette condizioni igienico-sanitarie. Le malattie che in questo modo è possibile contrarre sono definite, in modo generico tossinfezioni alimentari e possono dar luogo a sintomi che a volte, specie nei bambini, sono così gravi da mettere in pericolo anche la vita.

I punti cruciali che riguardano l’igiene nel settore degli alimenti sono sostanzialmente:

·            igiene dei luoghi di lavoro e delle attrezzature;

·            igiene degli alimenti;

·            igiene del personale.

In Italia sono state recepite dal D.Lgs. 155/97 le Direttive Comunitarie 93/43/CEE e 96/3/CE che introduce nuovi obblighi da adottare per garantire la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari. In particolare viene definita industria alimentare “ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fine di lucro, che esercita una o più delle seguenti attività: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura,, compresa la somministrazione, di prodotti alimentari”. Pertanto l’attività svolta nelle mense scolastiche, sia che esse siano dotate di cucina interna sia che non lo siano, rientra tra le attività soggette agli obblighi previsti dal decreto.

Il decreto legislativo introduce il concetto di autocontrollo, che non si limita più al prodotto finito, ma che si estende a tutto il processo di produzione, tale attività di controllo si esplica mediante un Sistema di Analisi dei Rischi e di Controllo dei Punti Critici (HACCP) che si basa su alcuni principi fondamentali:

·          valutare i potenziali rischi per gli alimenti;

·          individuare i punti critici in cui tali rischi possono verificarsi;

·          decidere su quali punti critici individuati intervenire per evitare il rischio di “contaminazione”;

·          individuare ed applicare le procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici (monitoraggio);

·           riesaminare periodicamente, ed in occasione di variazione di ogni processo o di tipologia di attività, dell’analisi dei rischi, dei punti critici e delle procedure di controllo e di sorveglianza.

Data la rilevanza che la corretta gestione della mensa ha sulla salute, non solo degli addetti a questo servizio, ma anche degli utenti (alunni e docenti), si ritiene opportuno riportare gli elementi operativi fondamentali per l’applicazione del metodo HACCP:

1.      Formare un gruppo aziendale che studia ed applica un metodo;

2.      Descrivere il prodotto;

3.      Identificare la destinazione d’uso;

4.      Individuare le procedure operative per la realizzazione del prodotto finito;

5.      Verificare che le procedure individuate siano quelle effettivamente applicate dal personale preposto durante lo svolgimento della propria attività;

6.      Identificare, per ciascuna fase i pericoli biologici, cioè quelli derivanti dalla presenza di batteri, muffe, parassiti, virus, ecc., quelli di natura chimica che sono legati alla presenza di tossine, residui di fitofarmaci, detergenti, disinfettanti, ecc., e quelli particellari, dovuti cioè alla presenza di corpi estranei di qualunque natura., ed esaminare le  misure preventive in grado di ridurre o annullare i relativi rischi;

7.      Per ogni pericolo, identificare i punti critici da sotto controllo (CCP), a questo scopo viene generalmente utilizzato uno schema logico indicato come albero delle decisioni (vedi diagramma di flusso);

8.      Stabilire per ogni CCP i parametri da tenere sotto controllo ed i relativi limiti critici;

9.      Stabilire un sistema di monitoraggio dei CCP che preveda procedure di controllo e di sorveglianza;

10.  Stabilire le azioni correttive per gestire le situazioni in cui si verifichi il superamento dei limiti fissati;

11.  Stabilire un sistema di registrazione dei dati e la relativa documentazione;

12.  Stabilire una procedura che consenta la verifica periodica dell’efficacia del sistema implementato.

Il personale che manipola i prodotti alimentari riveste un ruolo importante tra i fattori di rischio che contribuiscono all’insorgenza di malattie, è quindi di fondamentale importanza che il personale venga adeguatamente formato sulle regole fondamentali dell’igiene, sui rischi igienico-sanitari e sui principi igienici che regolano la manipolazione e la protezione dei prodotti alimentari. Gli addetti al servizio mensa devono, inoltre, essere muniti di libretto di idoneità sanitaria rilasciato presso gli ambulatori del Servizio di Igiene Pubblica.

 

Capitolo 9.2     Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate sono:

 

Affettatrice

Utilizzata per affettare dai salumi agli arrosti è marcata CE ed è munita di carter di protezione.

Bilancia

Marcata CE.

Cappa aspirante

Di norma presenti, ma non sempre efficienti, anche per carenza di manutenzione

Cuocipasta, fornello, forno, friggitrice

In genere le attrezzature per la cottura dei cibi sono dotati delle misure di sicurezza atte a ridurre il rischio (fiamme pilota o accensioni elettriche guidate da termovalvola, valvole per sovrappressioni, dischi di scoppio, ecc.)

Frigorifero/Congelatore, frullatore, lavastoviglie, lavello, lavaverdure, scaldavivande, trituratore

Le attrezzature e le macchine elettriche utilizzate sono in genere in buono stato di conservazione.

Si registra tuttavia una generalizzata assenza di manutenzione periodica, che desta delle preoccupazioni sia per i possibili rischi meccanici, che soprattutto per quelli elettrici, principalmente dovuti al mantenimento idonei livelli di isolamento degli elementi in tensione.

 

Capitolo 9.3     Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di particolari attrezzature elettriche, per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro, il rischio di natura elettrica diventa più rilevante nei casi, non infrequenti, in cui l’impianto elettrico non prevede gli idonei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti (interruttori differenziali) e contro i sovraccarichi (interruttore magnetotermico), in maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

·      Utenze elettriche: il rischio è legato al non corretto allaccio di utenze con potenzialità superiore ai 1000W, più raramente possono verificarsi invece casi in cui il numero di prese a disposizione non sia sufficiente, rispetto al numero delle utenze, e pertanto queste possono essere sovraccaricate.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti o taglienti.

·      Attrezzature e macchine utilizzate: è possibile, in relazione alla tipologia di attrezzature utilizzate nello svolgimento delle attività di manutenzione, che a causa della mancanza di idonee protezioni ci si provochino tagli, abrasioni, schiacciamenti, ecc., ovviamente l’entità di tali infortuni sarà proporzionale alla tipologia di interventi che gli addetti sono incaricati di eseguire.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’idoneità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Movimentazione manuale dei carichi: a causa della scarsa informazione sulle corrette procedure per la movimentazione manuale dei carichi, gli addetti possono essere soggetti a rischi di traumi a carico della colonna vertebrale.

·      Condizioni microclimatiche le condizioni di discomfort sono nella maggior parte dei casi dovute all’assenza o ad un errato dimensionamento degli impianti di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento il che comporta spesso temperature nei locali troppo calde o troppo fredde, sbalzi sensibili da un ambiente all’altro e, anche se più raramente, scarso ricambio di aria.

·      Sostanze utilizzate: nelle attività di manutenzione e di pulizia delle attrezzature e degli utensili possono essere utilizzate sostanze che possono esporre gli addetti ad un rischio di natura chimica per contatto, inalazione o assorbimento cutaneo. Tra le conseguenze principali si possono citare le allergie e le dermatosi

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare, in relazione all’attività svolta, un eccessivo affaticamento della vista. L’analisi di dettaglio delle non conformità relative a questo specifico elemento sono state riportate nella parte introduttiva del documento.

·      Manipolazione di prodotti alimentari: il contatto con prodotti di origine alimentari e quello con microrganismi che possono proliferare nelle cucine a causa di non perfette condizioni di pulizia ed igiene, possono esporre gli addetti a rischio di tipo biologico.

·      Luoghi di lavoro: il non corretto dimensionamento degli impianti di aspirazione dell’aria delle cucine (cappe di aspirazione), può compromettere la qualità dell’aria degli ambienti in particolare a causa di fumi e dei prodotti della combustione.

 

Capitolo 9.4     Il danno atteso

Non si hanno dati relativi a questa fase

 

Capitolo 9.5     Gli interventi

·      Formazione e informazione sulla movimentazione dei carichi, sull’utilizzo delle varie attrezzature presenti nella struttura nonché sulle corrette procedure di operazioni in sicurezza;

·      Verifica dello stato di conservazione degli utensili e delle attrezzature utilizzate durante l’attività;

·      Svolgimento dell’attività in locali idonei, dotati di adeguata pavimentazione e di sistemi di aspirazione;

·      Idonee condizioni microclimatiche ed illuminotecniche;

·      Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, indumenti protettivi, calzature di sicurezza, indumenti per la garanzia dell’igiene alimentare, ecc.);

·      Migliorare i sistemi di ventilazione e di condizionamento/riscaldamento.

·      Implementazione di un sistema di controllo HACCP

·      Interventi di igiene negli ambienti:

·      regolare pulizia di tutti i locali, compresi i servizi igienici;

·      pulizia e la sanificazione di tutte le attrezzature presenti;

·      devono essere evitate lavorazioni promiscue;

·      idoneo sistema di raccolta dei rifiuti (contenitori con coperchio in locali distinti dalla cucina);

·      procedure per la corretta conservazione dei generi alimentari

·      Procedure ed istruzioni per la corretta igiene della persona:

·      Regole di base di igiene personale

·      Uso di abbigliamento da lavoro (camice, copricapo, calzature, eventualmente giacche termiche e mascherine)

·      Prescrizioni relative al comportamento da tenere durante il lavoro

 

Capitolo 9.6     Appalti

Questa fase viene  appaltata a ditte esterne di specialisti nel 70%dei casi.

Capitolo 9.7     Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 9.8     Fenomeni interagenti con l’ambiente

Si possono rilevare interazioni con l’ambiente esterno qualora gli scarti ottenuti durante la preparazione dei pasti e gli avanzi successivi al consumo delle portate vi vengano eliminati anziché essere smaltiti correttamente, nonché gli scarichi idrici e le emissioni in atmosfera.

 

 


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Attività straordinarie periodiche

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio Fisico: urti, tagli e abrasioni. Rischio elettrico: elettrocuzione. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicurezza e di igiene. Microclima.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

150

 

 

 

 


FASE 10      Attività straordinarie periodiche

Capitolo 10.1   Descrizione

Le scuole, soprattutto nei piccoli centri, vengono anche utilizzate per attività culturali non a scopo didattico, come conferenze o seminari, o per cerimonie religiose importanti, o infine per le consultazioni elettorali. Mentre i primi eventi sono caratterizzati soprattutto dalla presenza di strumenti quali microfoni, amplificatori, e talvolta lavagne luminose, l'ultimo è caratterizzato soprattutto dalla presenza di impianti elettrici temporanei per l'illuminazione delle cabine, dei seggi e altro.

Nel complesso tutte queste attività prevedono la presenza nell'edificio di persone non facenti parte dell'organico dell'istituto. E' frequente infatti che nell'edificio sia presente, tra i dipendenti, il solo custode o qualche collaboratore scolastico.

 

 

Capitolo 10.2   Attrezzature e macchine

Le attrezzature normalmente utilizzate raggruppate per attività sono:

 

Lavagna luminosa

Utilizzata per proiettare lucidi per la trattazione di tematiche specifiche. Ha marchiatura CE.

Microfono e amplificatore

Solitamente posti nell'"Aula Magna" dell'istituto, sono dotati di impianto fisso, sono di recente fabbricazione ed hanno marchiatura CE..

 

Capitolo 10.3   Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Rischio elettrico: è legato alla possibilità di elettrocuzione, durante l’utilizzo di attrezzature elettriche o di impianti provvisori o per contatto con cavi elettrici con rivestimento isolante non integro. In maniera meno frequente il rischio è legato alla disposizione non idonea dei cavi elettrici che può determinare un pericolo di tranciamento. La ricorrenza delle non conformità relative a questo specifico fattore di rischio sono riportate nella parte introduttiva del documento

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi sporgenti. La ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame il livello di rischio è essenzialmente legato al possibile affollamento dei locali in cui si svolgono le attività, per il quale potrebbero non risultare idonee le vie di fuga e alla idoneità della segnaletica dei percorsi di esodo, che deve essere tale da consentire l’evacuazione dei locali in sicurezza anche a persone che non sono a conoscenza delle procedure operative indicate dai piani di emergenza. L’analisi di dettaglio della ricorrenza delle non conformità relative a questo fattore di rischio è stata analizzata nella parte introduttiva del documento.

·      Illuminazione generale come fattore di igiene: le situazioni di discomfort sono generalmente legate al non corretto livello di illuminamento dei locali che può determinare un eccessivo affaticamento della vista

 

Capitolo 10.4   Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 10.5   Gli interventi

·               Una disposizione adeguata delle luci nelle aule da adibire a seggio evita la realizzazione di impianti temporanei.

·               Il frequente controllo dell'impianto microfono - amplificatore e dell'attacco della lavagna luminosa limita il rischio di elettrocuzione.

 

Capitolo 10.6   Appalti

Nella maggior parte dei casi gli organizzatori di queste attività sono esterni alla scuola.

 

Capitolo 10.7   Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 10.8   Fenomeni interagenti con l’ambiente

Non esistono interazioni con l'ambiente.


ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                       PROGETTO SI.PRE.                                  REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

Edifici scolastici

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

Controllo dei flussi di persone

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

0700

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Rischio fisico: urti ed escoriazioni. Difficoltà nell’individuazione dei flussi in ingresso ed uscita. Microclima. Antincendio e gestione delle emergenze. Illuminazione come fattore di sicurezza ed igiene. Rischio elettrico: sicurezza degli impianti.

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO:

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

580

 

 

 

 


FASE 11      Controllo dei flussi di persone

 

Capitolo 11.1   Descrizione

I flussi di persone che interessano il normale svolgimento dell'attività scolastica sono raggruppati in tre momenti particolari della giornata:

·      Ingresso nell'istituto da parte degli studenti;

·      Periodo di ricreazione;

·      Uscita degli studenti.

Ad essi vanno aggiunti eventi straordinari come:

·      Evacuazione a seguito di incidente o calamità;

·      Ingresso e uscita a causa di attività straordinarie periodiche.

 

Capitolo 11.2   Attrezzature e macchine

Non sono previste attrezzature relative a queste fasi, essendo di norma esclusi gli ascensori.

 

Capitolo 11.3   Il fattore di rischio

I principali rischi sono dovuti a:

·      Antincendio e Gestione delle Emergenze: è già stata messa in evidenza l’importanza fondamentale delle procedure di gestione delle emergenze e dell’idoneità dei mezzi di estinzione e delle vie di esodo negli edifici scolastici per la peculiarità delle persone presenti. Per la fase in esame assume un’importanza notevole l’idoneità della segnaletica indicante le vie di fuga e la formazione ed informazione del personale sul comportamento da tenere in caso di emergenza. Legato alla gestione delle emergenze è, inoltre, da mettere in evidenza il problema di individuare e controllare il numero e l’identità delle persone presenti La ricorrenza delle non conformità specifiche per questo elemento di rischio sono riportate nella parte generale del documento.

·      Illuminazione generale come fattore di sicurezza: il rischio è collegato al livello non idoneo dell’illuminazione di alcuni locali o passaggi per cui è possibile inciampare, scivolare o urtare contro elementi ingombranti o sporgenti.

·      Aree di transito: la presenza di pavimenti scivolosi o di aperture e dislivelli possono pregiudicare la sicurezza delle vie di transito comportando per tutte le persone presenti rischi di scivolamenti, cadute, ecc.

 

 

Capitolo 11.4   Il danno atteso

Nei sopralluoghi effettuati non sono stati rilevati infortuni relativi a questa fase.

 

Capitolo 11.5   Gli interventi

·      Formazione ed informazione sui piani di evacuazione.

·      Presenza costante dei collaboratori scolastici per coordinare afflusso e deflusso.

·      Favorire condizioni di illuminamento adeguate.

 

Capitolo 11.6   Appalti

Non sono previsti appalti in questa fase.

 

Capitolo 11.7   Riferimenti legislativi

DPR 547/55

Norme generali per la prevenzione degli infortuni.

DPR 303/56

Norme generali per l’igiene del lavoro.

Circolare 3625 del 26/03/65

Istruzioni relative alla compilazione dei progetti per la costruzione di edifici scolastici destinati alle scuole medie

UNI7713 (D.M. 02/03/78)

Arredamenti scolastici. Tavolini e sedie

D.L.vo 19.9.1994, n. 626

Attuazione delle direttive 89/391CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

DPR 24/07/96 n.503

Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.

D.L.vo 19.03.1996, n 242

Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro.

UNI 10380, maggio 94

Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale.

 

Capitolo 11.8   Fenomeni interagenti con l’ambiente

L'ingresso e l'uscita provocano solitamente un blocco o un rallentamento del traffico veicolare nella zona antistante l'edificio.