Il rischio da movimentazione manuale dei carichi nelle lavorazioni dei vivai

P. Genovese, A. Fedi*, S. Biagini

UF Pisll Pistoia, *UF Pisll Valdinievole

 

 

 Le principali operazioni lavorative che comportano rischi derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi, a nostro giudizio, sono:

 

 

 

Lavorazioni immediatamente successive alla propagazione:

 

 Una volta radicata, la giovane piantina viene trapiantata da vasetti molto piccoli in vasi più grossi. Questi vasi vengono poi sistemati in cassette di plastica in numero di circa 30 unità. Le cassette, aventi un peso mediamente di circa 12-13 Kg, vengono poi trasportate con l’ausilio di mezzi meccanici e vengono infine movimentate manualmente per procedere alla loro sistemazione.                                                                                                   

 

 

 

Invasatura:

 

 La pianta, in zolla oppure in vaso, viene nel tempo trasportata varie volte dal campo o dal piazzale mediante rimorchi o ceste, alla zona adibita all’invasatura, dove le viene cambiato il contenitore, e quindi viene riportata nel campo o nel piazzale. Essa subisce successivamente passaggi attraverso vasi di 8 cm di lato, di 15-18 cm di diametro, 20-22-24 cm di diametro, 30 cm di diametro ed oltre, fino ai cosiddetti “mastelli” di 40 cm ed oltre, fino anche a 110 cm.

 

 L’operazione di invasatura può essere effettuata manualmente oppure utilizzando l’invasatrice.

 

 Mediante l’invasatrice viene effettuata l’invasatura di piante in vasi aventi al massimo il diametro di 18-20 cm. Una pianta in un vaso di 18 cm di diametro pesa in media circa 3-4 Kg.

 Durante tale operazione i lavoratori si collocano attorno alla macchina invasatrice, ciascuno con una propria mansione: un lavoratore rifornisce la macchina di vasi nuovi, di dimensioni più grandi (all’interno dei quali la macchina versa quindi il terriccio), un altro posiziona all’interno di questi vasi le piante tolte dal vecchio contenitore, un terzo lavoratore preleva infine  i vasi contenenti le piante rinvasate e le colloca in un carrello.

 

 L’invasatura manuale viene eseguita da uno o da più lavoratori, a seconda delle dimensioni dei vasi.

 Le piante piccole (fino a 24 cm di diametro del vaso) vengono prelevate a mano e quindi inserite nel nuovo vaso più grande. Una pianta in un vaso di 24 cm di diametro pesa in media circa 7-8 Kg.

 In alcuni casi vengono movimentati a mano anche piante contenute in vasi fino a 35 cm di diametro. Una pianta in un vaso di 35 cm di diametro pesa in media 20-25 Kg.

 Le piante di dimensioni superiori vengono imbracate con le cinghie e sollevate con il sollevatore del trattore e quindi calate direttamente nel vaso, il quale viene riempito di terra e poi spostato attraverso appositi carrelli in altra zona.

 

 

 

Messa a dimora delle piante

 

 La messa a dimora delle piante viene effettuata manualmente negli appezzamenti di terreno che sono stati preparati a tale scopo.

 Le piante che vengono messe a dimora hanno un vaso di diametro che varia da 7 a 18 cm oppure radice nuda.

 I tempi ed i ritmi necessari per questa operazione sono tali per cui, mediamente, piantare circa 1000 mq di terreno comporta mettere a dimora da 500 a 1200 piante, a seconda dello spazio necessario per ciascuna, con 2-4 giorni di lavoro per 3-4 addetti a tale operazione.

 

 

 

Operazioni successive alla raccolta delle piante

 

 Al termine della zollatura le piante con zolla vengono caricate su carrelli o ceste. Lo stesso avviene per le piante in vaso.

 Ciò viene effettuato manualmente se si tratta di piante piccole, oppure con l’ausilio del sollevatore meccanico se sono piante più grandi.

 Prendendo come esempio le piante con zolla, sono considerate piante piccole quelle con zolla indicativamente inferiore a 60-70 cm di diametro. Una zolla di queste dimensioni, fatte salve le differenze dovute al tipo di pianta ed al tasso di umidità della terra rimossa, pesa mediamente circa 15-20 Kg.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carico e scarico delle piante.

 

 Le piante di grosse dimensioni oppure contenute in vasi di grosso diametro (50 cm ed oltre) vengono sollevate e collocate sul camion con apposito apparecchio meccanico di sollevamento.

 Successivamente vengono sistemate dai lavoratori saliti sul pianale del camion.

 

 Le piante di più piccole dimensioni (contenute in vasi di 8, 18, 24 e 30 cm di diametro) vengono movimentate manualmente. Le piante di piccole dimensioni da caricare in una spedizione sono di solito numerose (qualche centinaio o addirittura migliaio). Esse vengono  collocate a mano in apposite ceste metalliche aperte da un lato, le quali vengono poi sollevate e collocate meccanicamente sul pianale del camion ovvero sopra un piano di carico rialzato posto nel piazzale dell’azienda. Dall’interno di ogni cesta metallica le piante vengono successivamente sollevate e collocate manualmente sul camion.

 In alcuni casi il sollevamento manuale dei vasi avviene da terra fino all’altezza della vita del lavoratore, il quale poi ruota il tronco di 90-180°, tenendo il carico ad una distanza di circa 50 cm dall’asse del corpo, e compie qualche passo con il carico per poi collocarlo sul pianale del camion. In altri casi viene effettuato un “passamano” di vasi da un lavoratore ad un altro per superare distanze maggiori. In altri casi infine i vasi vengono trascinati o spinti fino alla opportuna collocazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La stima del rischio

 

Per quanto la variabilità delle condizioni lavorative e ambientali non sempre lo consentano, in alcuni casi si possono applicare in linea teorica, soprattutto  nelle operazioni effettuate sotto capannone  e su pavimentazione regolare, anche metodi standardizzati quali ad es. il metodo OSHA [ ed EPM  per la stima del rischio derivante dalla movimentazione manuale dei carichi: in questi casi si ottengono quasi sempre valori che richiamano l’attenzione degli operatori all’obbligo della sorveglianza sanitaria e dell’informazione e formazione.

Si ipotizzano di seguito due casi  “teorici”, ma non troppo:

 

metodi di analisi:

 

1)      Checklist OSHA

2)      EPM

 

Per la Checklist OSHA

esistono, innanzitutto, alcuni fattori di rischio  cosiddetti “segnale” quali ad esempio:

¨      “Uso di forza delle mani per più di 2 ore, incluso le pause previste – Tenere in mano un oggetto che pesa 4,5 Kg o più”

¨      Movimentazione manuale non assistita frequente e con sforzo – Sollevamenti ripetuti superiori a 4,5 Kg per più di 1 ora”

 

Checklist C

        Solleva a media distanza : si ricade nella zona di Attenzione = 3 punti

        Torsione del tronco durante il sollevamento =  1 punto

        Solleva tra 1 e 5 volte al minuto = 1 punto

        Porta oggetti per distanze oltre i 9 metri = 1 punto

 

Punteggio > 5 : necessari interventi  di approfondimento e  preventivi

 

 

 

Calcolo  del peso limite Raccomandato EPM:

 

Kg.30

 x 0.77 (altezza delle mani da terra all’inizio del sollevamento = cm.0)

 x 0.88 (distanza verticale di spostamento del peso fra inizio e fine sollevamento = cm.70)

x 0.83  (distanza orizzontale tra le mani e il punto di mezzo delle caviglie – distanza del peso dal corpo = cm. 30)

x 0.52  (dislocazione angolare del peso in gradi = 120°)

x 0.75 (frequenza di gesti = 1 al minuto, lavoro continuo da 2 a 8 ore)

=  Kg. 6.5

 

INDICE DI SOLLEVAMENTO  =          Kg. 10 (peso sollevato)/  6.5 (peso raccomandato)= 1.53

 

I. Sollevamento > 1.25: sorveglianza sanitaria annuale, formazione e addestramento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Danni derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi

 

 L’esposizione del lavoratore ad un elevato rischio da MMC comporta danni prevalentemente a carico della colonna vertebrale (es. lesioni da sforzo, lombalgie, lombosciatalgie, ecc.), oltre che degli arti superiori e inferiori (es. tenosinoviti, ecc.).

 

 

 

Interventi preventivi

 

 Gli interventi preventivi sono rappresentati da:

la meccanizzazione di una serie di operazioni lavorative,

l’organizzazione corretta della postazione di lavoro in modo tale da evitare posture incongrue,

l’informazione e formazione degli addetti circa le corrette modalità di movimentazione dei carichi,

la distribuzione dei carichi di lavoro tra più operatori,

la messa a punto di procedure sicure,

la sorveglianza sanitaria con visite mediche preventive e periodiche finalizzate alla verifica dello stato di salute ed al rilascio dell’idoneità alla mansione specifica,

la previsione di idonee pause lavorative e l’alternanza di mansioni a maggiore o minore rischio.

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

1)       Occhipinti E, Colombini D, Molteni G “La movimentazione manuale dei carichi” – Linee Guida per l’applicazione del titolo V del D.Lgs. 626/94 – Firenze – Ottobre 1996 – pagg. 359 – 395.

2)       Sheneider S “OSHA’s Darft standard for prevention of work-related muscuoloskeletal disorderers.Apll. Occup. Environ. Hyg. 1995; 10: 665-676