UU.FF. Pisll Az. USL n.3 – Pistoia
Marzo 2002
Come riportato nella Ricerca realizzata da IRPET e pubblicato da Pistoiaprogramma – Anno XXXII – Quinta serie n.5 – 6 – luglio-dicembre 2000 “Il peso del settore primario nell’economia della provincia (n.d.r. di Pistoia) è modesto dal punto di vista occupazionale (5.9% degli attivi, era il 7,1 nel 1981), ma la quota relativa al valore aggiunto ha fatto registrare un incremento significativo, in relazione al contesto nazionale tra il 1991 e il 1997 (da 3,7% nel 1991 al 5,3% nel 1997). Se ci riferiamo ai posti di lavoro, la quota percentuale dell’agricoltura aumenta leggermente (il 6.4% nel 1991). Siamo comunque su valori molto superiori a quelli della regione e, all’interno dei sistemi locali, si rilevano degli scostamenti interessanti guardando determinate microaeree. A parte alcuni comuni montani (Cutuigliano, Marliana), sulla cui scarsa popolazione gli agricoltori incidono ancora abbastanza, vi sono altre aree con una percentuale relativamemnte alta, come la Valdinievole (soprattutto Pescia e Chiesina Uzzanese) e la pianura pistoiese al di fuori della città capoluogo. La prima area è quella dove si è sviluppata la floricoltura, la seconda è l’area del vivaismo: due realtà molto impoprtanti per l’economia della provincia, considerando anche tutte le attività commerciali e artigianali da esse indotte.
Il floro-vivaismo è una componente dell’agricoltura molto particolare per la forte intensità di lavoro e di capitale impiegati nel processo produttivo e per la tecnologia piuttosto sofisticata che viene utilizzata, tale da Avvicinare le aziende che lo praticano a quelle dell’artigianato avanzato o dell’industria….
…La coltivazione legnosa (e non solo) principale è quella dei vivai. Le piante da esterno pistoiesi rappresentano quasi un terzo dell’intera produzione proveniente dai vivai italiani. Al censimento dell’agricoltura del 1990 risultavano circa 1880 aziende con 3100 ettari coltivati a vivaio, concentrate prevalentemente nella pianura vicino alla città di Pistoia. Rispetto al 1982, l’aumento è evidente sia in termini di imprese (allora 1638) che di superficie a coltura (2200 ettari). Dunque nel corso degli anni Ottanta, vi è stata un’evoluzione delle produzioni che hanno più che raddoppiato il valore a prezzi correnti.
Questo settore è in continuo cambiamento, in considerazione sia dell’evoluzione della domanda che dell’ammodernamento delle tecniche di produzione, le quali, come già detto, avvicinano sempre più il processo produttivo ad uno di tipo artigianale-industriale, pur mantenendo un tessuto aziendale fatto di piccole unità….
…..Le differenze fra vivaismo e floricoltura si vedono soprattutto nella dimensione media delle aziende agricole (più ampia nel primo caso) e nella fondamentale apertura al mercato internazionale dei prodotti vivaistici, mentre per la floricoltura viè la tendenza sempre più marcata a limitarsi agli sbocchi dell’Italia Centro-Settentrionale. In entrambi i casi, tuttavia, si può parlare di sistemi produttivi locali formati da aziende con una lunga tradizione alle spalle , sia di tipo agricolo che industriale (produttori di serre, impianti di climatizzazione o di irrigazione) o commerciale (per i prodotti finali o per gli “input” specifici per il floro-vivaismo) che contribuiscono alle fasi “a monte” e “a valle” del processo produttivo attraverso una fitta rete di relazioni spazialmente concentrate e nella quale vengono scambiati beni, servizi e informazioni, in un ambiente economico su ciò orientato (insomma, alcune delle premesse costitutive di una sorte di distretto industriale floro-vivaistico).
Il contoterzismo, che nella maggior parte dei casi è svolto da imprese specializzate, non è solo un modo per accedere ad importanti servizi senza fare investimenti fissi, ma anche un mezzo per acquisire tecnologia moderna e di flessibilizzazione dell’attività produttiva, che permette una maggiore competitività anche alle piccole aziende.”
Questi elementi di giudizio sulla realtà economica del florovivaismo in parte differiscono dai dati raccolti nel coso della nostra esperienza. Sia la floricoltura, sia il vivaismo rappresentano la evoluzione storica di aziende agricole tradizionali che nel tempo hanno aggiunto e sviluppato, accanto alle colture tipiche del territorio agricolo pistoiese, colture specializzate quali quelle, appunto, delle piante ad alto fusto, della vasetteria, degli agrumi e dei fiori recisi.
Il vivaismo, prevalente nell’Area Pistoiese, riguarda circa 1800 aziende, per un totale di 5000 addetti, occupando una SAU di circa 4300 ha: 1/5 della superificie è, ad oggi, dedicata alla vasetteria che rappresenta una tipologia produttiva in forte espansione. Soltanto il 15% delle aziende occupa lavoratori dipendenti per un totale stimato di 1500 lavoratori subordinati.
La Floricoltura, prevalente nell’Area Pesciatina, riguarda circa 800 aziende con circa 3000 addetti (che in determinati periodi dell’anno arrivano a 4000 circa) con una SAU di circa 350 ha (di cui 60% sotto serra). L’80% delle aziende è a conduzione diretta, il 48% di esse ha una superficie aziendale inferiore ad 1 ha. Un dato caratteristico attiene alla forte presenza di manodopera femminile: circa il 49%.
Siamo, pertanto, di fronte a due realtà produttive importanti, tra loro, nello stesso tempo, per certi aspetti simili, ma anche sufficientemente distinte.
Gli infortuni sul lavoro
In merito agli infortuni sul lavoro, dai dati raccolti presso l’INAIL di Pistoia, risultano accadere in agricoltura su scala provinciale circa 650 casi (v. tabella n.1), di cui 4 con esito mortale negli anni 1995-99 che hanno riguardato, come agenti materiali, vegetali, mezzi di trasporto, macchine utensili, attrezzi, e come lavorazioni, rispettivamente, raccolta e trasformazione prodotti, lavorazioni ausiliarie (2), preparazione del terreno.
Il calcolo degli indici di frequenza (fonte INAIL), riferiti all’anno 1995, indica un valore di 57.7 (Provincia di Pistoia), contro 34.4 (Industria – Provincia di Pistoia) e 75.17 (Agricoltura – Regione Toscana).
Tabella n.1 – Infortuni denunciati all’INAIL Provincia di Pistoia
Gestione |
1995 |
1996 |
1997 |
1998 |
1999 |
Agricoltura |
755 |
717 |
689 |
663 |
620 |
Industria/artigianato,commercio,servizi |
6077 |
6027 |
5776 |
5829 |
5912 |
Stato |
108 |
137 |
124 |
112 |
50 |
Totale |
6940 |
6881 |
6589 |
6604 |
6582 |
Lo studio di due campioni di aziende negli anni passati, relativamente al vivaismo e alla floricoltura ha dato indici di frequenza e gravità differenziati nella misura seguente
Campione di aziende vivaistiche
Anni |
N.infortuni |
Ore lavorate |
GG persi |
IF |
IG |
D.M |
1986-90 |
168 |
2500692 |
4182 |
67.1 |
1.67 |
24.8 |
1991-95 |
199 |
257662 |
5735 |
77.26 |
2.23 |
28.8 |
Campione di aziende floricole
Anni |
N.infortuni |
Ore lavorate |
GG persi |
IF |
IG |
D.M |
1988-92 |
44 |
937136 |
834 |
46.9 |
0.88 |
18.9 |
1993-98 |
49 |
1112844 |
1282 |
44 |
1.15 |
26.1 |
Le malattie professionali
In riferimento alle malattie professionali di
cui sono venute a conoscenza le UU.FF. Pisll della nostra Provincia risulta che negli anni scorsi si sono verificati
i seguenti casi:
Tipologia
Malattie Professionali Comparto
produttivo N. Causa
Dermatiti Floricoltura 3 Prod.fitosanitari e componenti vegetali
Ipoacusie Agr. Tradizionale 4
Macchine operatrici e attrezz. rumorose
Spondiloartropatie arti sup.
Floricoltura 1 posture incongrue e movimenti ripetuti
Spondiloartropatie col.vert.
Floricoltura 1 posture incongrue e moviment.man.carichi
Leucopenia
Floricoltura 1 prod.fitosanitari
(segnalazioni UF Pisll
Pistoia)
Ipoacusie Forestazione 4
Macchine operatrici e attrezzature rumorose
Ipoacusie
Vivai
3 “
Arteriopatia arti sup. Forestazione 4
Vibrazioni mano-bracchio – motoseghe
Dermatiti Vivai 1 Prodotti fitosanitari e componenti vegetali
Broncopneumopatia Agric.
Tradiz.le 1 Polveri
In
floricoltura, inoltre, sono stati registrati, nel corso di specifiche indagini
del servizio di prevenzione, atropatie a carico della colonna vertebrale e
degli arti superiori nelle lavoratrici addette alle raccolta di crisantemina e
danni a carico della cute negli addetti alla lavorazione del fiore reciso
(post-raccolta) .
A
seguito di indagine epidemiologica multicentrica caso-controllo condotta in collaborazione tra Istituto Superiore di Sanità – Roma
e Azz.UUSSLL
Asti-Imola-Pistoia-Pescia-Grosseto sul rischio cancerogeno associato all’esposizione a
pesticidi furono accertati tumori nel
periodo 1/3/1990-31/8/1992 per un totale
di casi n.2484 – di cui 1068 donne per
i quali furono calcolati i seguenti
INCREMENTI DI RISCHIO
SIGNIFICATIVI
ASSOCIATI CON ATTIVITA’ AGRICOLE
Dati nazionali
DONNE Melanomi
Tumori della vescica
UOMINI Tumori dello stomaco
Tumori del fegato
Tumore della prostata
Dati Area Pistoiese
DONNE Tumori dello stomaco
UOMINI Tumori dello stomaco
Tumori del retto
Dati Pescia e Comuni limitrofi
DONNE Carcinomi della cute
UOMINI Tumori del laringe
Carcinomi della cute
Successivi
studi di mortalità su addetti ad attività floricole con impiego di pesticidi in
serra hanno rivelato indici SMR generalmente più bassi della popolazione di
riferimento, però i tumori del sistema linfoemopoietico mostravano una
incidenza non trascurabile, tale da indurre una prosecuzione dello studio con
ampliamento della coorte a partner e parenti degli addetti, dato lo stretto intreccio
tra ambienti di vita e di lavoro.
Un’
indagine sullo stato di salute di una popolazione agricola lavorativa addetta
alla floricoltura della zona di Pescia nel periodo 12/85-5/86 SU 310 addetti di
cui 147 donne con età media di 43 anni e 7 mesi e anzianità lavorativa specifica di 21 anni e 8 mesi ha rivelato:
anamnesi
patologica
poliartrosi |
5.2% |
varici |
3.9% |
Dermatiti
allergiche |
3.2% |
Intossicazioni
da fitofarmaci |
2.9% |
Esame
obbiettivo
Disturbi
osteo-articolari |
32.2% |
epatomegalia |
19.4% |
Deficit
visus |
14.5% |
dermopatie |
10.3% |
Respiro
aspro |
7.7% |
Iporiflessia
arti |
5.8% |
tremori |
5.8% |
flebopatie |
5.7% |
Esami
di laboratorio
Alterazioni
emocromo |
23.8%
di cui |
|
Valori
< norma di |
HB |
14.3% |
|
MCH |
14.3% |
HTC |
13.5% |
|
Globuli
Bianchi |
12% |
|
Piastrine |
7.4% |
Impatto
ambientale
Il
comparto floro-vivaistico ha, per diversi aspetti, anche un consistente impatto
ambientale, come successivamente sarà osservato in relazione alle specifiche
fasi lavorative dei singoli cicli
produttivi.
Aspetti
di particolare rilievo attengono, a questo riguardo, alla impermeabilizzazione
di grandi superfici di terreno (serre e vasetteria), ai consumi idrici ed
energetici, agli impieghi di prodotti chimici (fitosanitari ed altri), ai
trasporti.
A
proposito di quest’ultimo aspetto si tenga presente che tra i comparti
produttivi della nostra provincia risulta, quello floro-vivaistico, fare
maggior ricorso degli altri all’autotrasporto (v. tabella seguente).
“ UTILIZZO DEI MEZZI DI TRASPORTO PER SETTORE PRODUTTIVO”
A livello di settore produttivo si registrano alcune peculiarità, in primo luogo quale caso limite, la forte concentrazione del trasporto su gomma nel settore agricolo caratterizzata da uno scarso utilizzo di mezzi di trasporto alternativi e di intermodalità
|
Servizi |
Industria |
Agricoltura |
Nave |
9.4% |
16.9% |
- |
Aereo |
0.8% |
14.6% |
0.1% |
Ferrovia |
5.2% |
2.5% |
3.5% |
Autoveicoli |
84.6% |
66% |
96.4% |
Da una analisi dei dati ENEL di fornitura elettrica
(v. tabella seguente) è risultato che
il consumo medio di elettricità di un vivaio è pari 5050 KW/anno, di una azienda floricola 6713
KW/anno, di un’azienda agricola tradizionale 1014 KW/anno.
|
1999 |
2000 |
||
Area |
N.utenze |
Kw/h |
N.utenze |
Kw/h |
Pistoia |
1923 |
9784000 |
1949 |
9771000 |
Pescia,Uzzano, Chiesina Uzzanese |
800* |
5598000 |
800* |
5144000 |
Larciano, Lamporecchio |
488** |
501000 |
488** |
489000 |
*stima pisll
**aziende agricole Istat 91
Il fabbisogno energetico di una azienda agricola
specializzata è di gran lunga superiore a quello di una azienda agricola
tradizionale in relazione ai molteplici impieghi di energia elettrica possibili
(es. irrigazione, centrali termiche, illuminazione ecc.), in linea con l’elevato
sviluppo a carattere “industriale” dell’intero settore.
Interessanti sono i dati pubblicati da Regione
Toscana – Bollettino mensile della Giunta Regionale di marzo 2002 – circa le vendite di prodotti fitosanitari e i
consumi di acqua per irrigazione che relativamente alla Provincia di Pistoia sono
i seguenti:
vendite prodotti fitosanitari 689.6 tonnellate/anno
consumi acqua 13.714 milioni/anno mc per ha
I dati delle vendite di prodotti fitosanitari, per
quanto non riferibili agli impieghi per i possibili fenomeni di importazione e esportazione
da e per altri territori, sono comunque elevati. I dati relativi ai consumi di
acqua sono congrui con le stime di fonte ARPAT Pistoia (Dipartimento Ingegneria
Civile Università di Firenze) che indicano circa 1000 mc/anno per ha di vivaio
piante alto fusto e 12000 mc/anno per ha di vasetteria (floricoltura assimilabile
probabilmente) attinti per il 92% da pozzi e per il restante 8% da corsi d’acqua.
Dato l’alto impatto ambientale complessivo del comparto
nelle due sezioni successive le considerazioni relative saranno raccolte in due
paragrafi dedicati.