PROFILO
RISCHIO E SOLUZIONI NEL FLORO-VIVAISMO
IL RISCHIO
ESTERNO
A cura di A.
R.P.A.T. PISTOIA
Sezione
Floricoltura
Nella tabella che segue vengono riportate le principali categorie di impatto sull’ambiente attribuibili alle diverse fasi di lavoro delle aziende floricole:
Lavorazione |
Operazione |
Impatti potenziali |
Lavorazioni del terreno |
· Fresatura · Assolcatura · Aratura |
Trascurabile
|
Disinfezione del terreno |
· Fumigazione con Bromuro di metile |
Emissione diffuse in atmosfera : (CH3Br sostanza lesiva per lo strato di ozono stratosferico) Contaminazione delle acque e del suolo Produzione di rifiuti speciali (teli) |
· Fumigazione con altri prodotti fitosanitari |
Produzione di rifiuti Contaminazione delle acque superficiali e profonde (e del suolo) Emissioni diffuse in atmosfera (di fumiganti o loro metaboliti) |
|
· Disinfezione con mezzi fisici |
Nessuno |
|
Lavorazioni di supporto in serra |
· Irrigazione |
Consumi idrici |
· Fertilizzazione |
Produzione di rifiuti speciali non pericolosi Contaminazione delle acque superficiali e sotterranee |
|
· Trattamenti fitosanitari |
Deriva aerea di prodotti fitosanitari Contaminazione delle acque superficiali e profonde Produzione di rifiuti speciali |
|
· Impianto, · Cure colturali e raccolta |
· Trascurabile |
|
Manutenzione delle macchine e
Conduzione e manutenzione impianti e macchinari |
· Manutenzioni ordinarie e straordinarie delle macchine · Gestione del deposito · Conduzione Impianto termico |
· Produzione di rifiuti speciali pericolosi (oli lubrificanti ed esausti, batterie,..) · Contaminazione del suolo e delle acque superficiali · Emissione in atmosfera dalla centrale termica |
Installazione e manutenzione serre |
· |
· produzione rifiuti speciali non pericolosi (teli) |
Lavorazione fiore reciso |
·
|
Nessuno |
Disinfezione
del terreno
Per quanto riguarda il
trattamento con bromuro di metile il rischio esterno principale è legato alla diffusione del gas in atmosfera al
momento del trattamento e nella fase di scopertura del terreno.
L’uso di film plastici
virtualmente impermeabili al bromuro di metile per un periodo non inferiore a 7
giorni tende a contenere al minimo le fughe del gas in atmosfera durante il
periodo successivo all’applicazione e consente di ridurre le dosi di
applicazione mantenendo inalterata l’efficacia del prodotto.
Questa sostanza rientra fra
le sostanze controllate dal Regolamento CE N° 2037/2000 sulle sostanze che
riducono lo strato di ozono che ne fissa la graduale riduzione nei paesi della comunità entro il 2005 in accordo con il Protocollo
di Montreal.
Per altri geodisinfestanti
impiegati Metam-sodium e Dazomet l’ azione
di disinfezione è legata allo sviluppo
per idrolisi o decomposizione,
successivamente all’applicazione, del metilisotiocianato (per esempio a seguito
di irrigazione nel caso del dazomet).
Il rischio esterno è quindi
associato al rilascio in atmosfera del metilisocianato per volatilizzazione dal
terreno trattato ed il rischio di contaminazione delle acque sotterranee e
superficiali legato alla mobilità nel suolo.
Il rischio esterno legato
all’uso dell’ 1,3-dicloropropene come geodisinfestante è principalmente a carico del comparto
atmosferico ma anche alla sua scarsa
biodegradabilità ambientale.
In generale per prevenire il
rischio per le acque superficiali e profonde legato all’uso di geodisinfestanti
viene fatto divieto di trattare aree ubicate a meno di 10 metri da pozzi e
corsi d’acqua (LR 36/99).
Le principali fonti di
rischio esterno nella fase delle lavorazioni di supporto in serra è
rappresentato da:
§
le
pratiche di fertilizzazione che
implicano un rischio di lisciviazione di nitrati in falda e di inquinamento
delle acque superficiali.
§
i
trattamenti con prodotti fitosanitari per la difesa delle colture che
comportano il rilascio nell’ambiente di sostanze chimiche a causa di fenomeni
di deriva aerea, di contaminazione del suolo e attraverso il suolo di
inquinamento delle acque superficiali e profonde per fenomeni di infiltrazione
verticale, ruscellamento o drenaggio.
I prodotti fitosanitari maggiormente utilizzati
rientrano nella categoria dei formulati ad azione anticrittogamica ed
insetticida/acaricida.
I consumi irrigui risultano piuttosto contenuti vista la
diffusione di sistemi di irrigazione localizzata.
In relazione a queste due
fasi della lavorazione è associato un rischio esterno legato alla possibilità
di contaminazione del suolo e delle acque superficiali e sotterranee a causa di
sversamenti sul suolo di sostanze pericolose quali oli lubrificanti esausti,
soluzioni contenute in batterie al piombo
provocati da procedure di utilizzo
o modalità di stoccaggio non
corrette.
Le batterie e gli
accumulatori devono essere stoccati in contenitori idonei ed in locali che permettano
di prevenire i rischi di sversamento o dispersione delle sostanze liquide.
Gli oli minerali esauriti da
motori e parti di macchine e i filtri olio devono essere stoccati in
contenitori a tenuta muniti di
etichetta che ne identifichi il contenuto e che ne consentano
la conservazione prevenendo il rischio di sversamenti e rotture.
I contenitori devono inoltre
consentire di effettuare in sicurezza
il riempimento, lo svuotamento e la movimentazione.
Relativamente al deposito di
combustibile liquido per la conduzione dell’impianto termico si tratta per lo
più di cisterne di piccole dimensioni
per le quali è auspicabile l’adozione diffusa di idonei sistemi di
contenimento atti a contenere il rischio di sversamenti accidentali durante le
fasi di riempimento possibilmente dotate di coperture per gli agenti
atmosferici.
All’attenzione rivolta alla
manutenzione periodica delle macchine,
delle attrezzature di lavoro e degli impianti si deve altresì qran parte delle
possibili soluzioni per contenere il rischio
anche esterno in floricoltura.à si cita capitolo
specifico….
In relazione alle diverse fasi di lavorazione si possono individuare le seguenti tipologie principali di rifiuti prodotte tra le quali oli minerali, batterie esauste e contenitori usati di prodotti fitosanitari classificati rifiuti speciali pericolosi.
I contenitori vuoti di
prodotti fitosanitari sottoposti alla procedura di bonifica mediante lavaggio
con acqua, approvata con Deliberazione
della Giunta Regionale Toscana 14/2/2000 N° 139 (“ LR 25 /98-art.4 comma 1-Approvazione bozza accordo tipo per il
riutilizzo , riciclaggio e recupero dei rifiuti prodotti nell’attività
lavorativa del settore agricolo ed approvazione della procedura per il lavaggio
dei contenitori usati di prodotti fitosanitari”), possono venire bonificati e quindi classificati come rifiuti speciali non pericolosi.
Nel luogo di preparazione
della miscela devono essere condotti tre lavaggi manuali consecutivi con
acqua od utilizzate in alternativa
attrezzature meccaniche che garantiscono di asportare la massima quantità
possibile di prodotto residuo
riducendo contemporaneamente la pericolosità del rifiuto..
Le acque reflue provenienti
dai singoli lavaggi immesse nella
miscela preparata per effettuare il trattamento fitosanitario consentono il
reimpiego del prodotto residuo nella pratica agricola.
Lavorazione |
· Tipologia di rifiuto |
· COD CER |
Disinfezione del terreno |
Teli di materiale plastico |
02.01.04 -Rifiuti Plastici ad esclusione degli imballaggi |
Contenitori di prodotti fitosanitari |
15.01.10 |
|
Manutenzione delle macchine- Conduzione e manutenzione impianti e macchinari |
Oli minerali esauriti (da circuiti idraulici, freni, motori, trasmissioni ed ingranaggi) |
(Ex 13.02.02) 13.02.05 |
Batterie esaurite ed accumulatori Filtri dell’olio |
16.06.01 16.01.07 |
|
Lavorazione di supporto in serra |
Contenitori usati di prodotti fitosanitari non lavati |
(Ex 02.01.05) 15.01.10 |
Contenitori vuoti di prodotti fitosanitari sottoposti a bonifica(LR 25/98) |
15.01.06 Imballaggi in materiali misti |
|
Sacchi e contenitori prodotti fertilizzanti |
15.01.02 15.01.01 15.01.05 15.01.06 |
|
Imballaggi in vari materiali |
Vedi sopra 15.01.03 15.01.04 |
|
Indumenti e protezioni antinfortunistiche |
(Ex 15.02.01) 15.02.03 |
|
Installazione e manutenzione serre |
Rifiuti plastici derivanti da teli di pacciamatura e copertura |
02.01.04 |
Sezione vivaismo.
Nella tabella che segue
vengono riportate le principali categorie di impatto sull’ambiente attribuibili
alle diverse fasi di lavoro delle aziende vivaistiche:
LAVORAZIONE
|
OPERAZIONE
|
IMPATTO POTENZIALE
|
·
Propagazione |
a)
Preparazione
del substrato ·
Semina ·
Taleaggio ·
Ormonizzazione ·
Diserbo
manuale |
·
Produzione rifiuti
(imballaggi ed involucri delle materie
prime) |
·
Trattamenti
Fitosanitari
|
·
Inquinamento delle acque
superficiali e profonde ·
Deriva aerea prodotti
fitosanitari ·
Produzione rifiuti (Contenitori vuoti di prodotti fitosanitari) |
|
b)
Trapianto |
· Produzione di rifiuti
(piante scartate, substrato già
utilizzato) (vasi non
riutilizzabili) |
|
c)
Invasatura |
||
·
Impianto coltura e Operazioni
colturali ·
! |
d)
Ripulitura
del terreno |
· Produzione di rifiuti
(piante scartate, substrato già
utilizzato) (vasi non riutilizzabili,
materiali di copertura del terreno) |
e)
Livellamento f)
Aratura g)
Sarchiatura h)
Fresatura ·
Scavo scoline
·
Realizzazione
soprasuolo
·
Costruzione impianti
·
Sistemazione vasi
·
Innesto
|
Trascurabile |
|
·
Irrigazione
|
·
Consumi Idrici |
|
·
Concimazione
|
·
Inquinamento delle acque
superficiali e profonde ·
Produzione di rifiuti (imballaggi vari e contenitori concimi) |
|
·
Messa a dimora
|
· Produzione di rifiuti
(piante scartate, substrato già
utilizzato) (vasi non riutilizzabili, materiali di
copertura del terreno) |
|
|
·
Trattamenti
Fitosanitari
|
·
Inquinamento delle acque
superficiali e profonde ·
Deriva aerea prodotti
fitosanitari ·
Produzione rifiuti ·
(Contenitori vuoti di prodotti fitosanitari) |
|
·
Pulizia scoline
|
|
|
·
Potatura
|
·
Produzione di rifiuti (scarti verdi) |
|
·
Rinvasatura
|
· Produzione di rifiuti
(piante scartate, substrato già
utilizzato, scarti verdi da potature)
(vasi non riutilizzabili e imballaggi vari) |
· Raccolta |
·
Estirpazione
|
· Trascurabile |
·
Trasporto
|
||
·
Carico e scarico
|
||
·
Manutenzione impianti,
macchine ed attrezzature |
·
Manutenzione ordinaria
e straordinaria
|
· Produzione di rifiuti speciali pericolosi (oli lubrificanti ed esausti, batterie,..) ·
Produzione rifiuti speciali (vasi non
riutilizzabili, materiali di copertura del terreno,) · Inquinamento delle acque superficiali e del suolo (Sversamento oli lubrificanti, combustibili ) |
Le principali categorie di
impatto sull’ambiente, riconducibili
all’utilizzo di prodotti fitosanitari ,
dei fertilizzanti ed ai consumi idrici, sono da ricollegarsi alla fase
lavorativa delle pratiche colturali.
Analogamente a quanto
descritto per la floricoltura ma in maniera più specifica per il settore
vivaistico l’utilizzo di prodotti fitosanitari
implica rischi di
contaminazione delle acque in quanto sono maggiormente impiegati prodotti ad
azione diserbante che vengono applicati direttamente sul suolo, ed in
misura percentualmente minore formulati
ad azione insetticida e fungicida.
Una indagine a campione
condotta nel 2000 presso 20 aziende del
comprensorio pistoiese corrispondenti
ad una superficie totale di 680 ha di cui il 62% in pieno campo ed il 38% in
vasetteria, ha evidenziato un consumo
medio di prodotti fitosanitari per unità di superficie pari a 27,6 Kg/ha/anno
in linea con il consumo medio regionale ma
con una grande variabilità interna
alle aziende (da un minimo di 2,5 a 111 kg/ha/anno).
La distribuzione in classi
fitoiatriche fa rilevare come la quantità relativa di diserbanti si attesti
intorno al 60%,quella di insetticidi al
15% e quella di anticrittogamici al 25% rispetto al totale.
Il consumo di acqua a scopo
irriguo, nettamente più marcato per la
coltivazione in contenitore, può essere ridotto con l’adozione di sistemi di
distribuzione localizzata in sostituzione di quelli tradizionali a pioggia
ancora largamente in uso.
L’irrigazione a goccia,
specie se accoppiata alla pratica della fertirrigazione, consente di minimizzare
oltre che i consumi idrici anche il dilavamento di elementi nutritivi e di prodotti
fitosanitari utilizzati nella vasetteria ( ad esempio quelli ad azione
antigerminello applicati direttamente
sul substrato ) con benefici ambientali ed economici.
La produzione di
rifiuti
Per quanto riguarda la
produzione di rifiuti le varie tipologie illustrate nello schema in corrispondenza delle varie fasi del ciclo produttivo rientrano nelle
codifiche CER già citate per la floricoltura
e appartenenti alle varie tipologie di imballaggi ( 15.01.01, 15.01.02,
15.01.03, 15.01.04, 15.01.05 e 15.01.06) e di rifiuti plastici diversi dagli
imballaggi , ad esempio i vasi non più utilizzabili o i teli di copertura,
(02.01.04) .
I rifiuti speciali
pericolosi derivano analogamente a quanto illustrato per la floricoltura dalla
fase relativa alla manutenzione impianti, macchine ed attrezzature e dai
contenitori vuoti usati di prodotti fitosanitari non lavati ( 15.01.06).
Analogamente a quanto già
visto risultano non pericolosi quei contenitori sottoposti a bonifica
tramite opportuni lavaggi con acqua.
Decreto Legislativo 11
Maggio 1999 N° 152 “Disposizioni sulla tutela delle acque
dall’inquinamento e recepimento della
direttiva 91/27/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e
della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque
dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole” come
modificato ed integrato dal D.Lgs 258/2000 del 18/8/2000 .
Decreto Legislativo 5
Febbraio 1997 N° 22 “Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti,
91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di
imballaggio” e successive modifiche ed integrazioni (D.Lgs. 8/11/97, L. 9/12/98
n° 426, L: 23/12/98 n° 448 e L. 23/3/2001 N°93)
Catalogo Europeo dei rifiuti (“CER 2002”): Decisione
2000/532/CE del 3/5/2001 integrata con
le successive modifiche apportate dalla 2001/118/CE, 2001/119/CE e 2001/573/CE
Deliberazione della Giunta
Regionale Toscana 14/2/2000 N° 139 “ LR 25 /98-art.4 comma 1-
Approvazione bozza accordo
tipo per il riutilizzo , riciclaggio e recupero dei rifiuti prodotti
nell’attività lavorativa del settore agricolo ed approvazione della procedura
per il lavaggio dei contenitori usati di prodotti fitosanitari”
Decreto Legislativo 17 Marzo 1995 N°194 Attuazione della
direttiva 91/414/CEE in materia di immissione in commercio di prodotti
fitosanitari
Decisione 88/540 /CEE (GU L
297 del 31/10/1988 pg 8 )Adesione alla Convenzione di Vienna 1995 ed al
Protocollo di Montreal 1987 relativo alle sostanze che riducono lo strato di
ozono .
Regolamento (CE) N°
2037/2000 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29/6/2000 sulle sostanze
che riducono lo strato di ozono. (GU L 244/1 del 29/9/2000 )
LEGGE
REGIONALE 1 luglio 1999, n. 36
Disciplina per l’impiego dei
diserbanti e geodisinfestanti nei settori non agricoli e procedure per
l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti in agricoltura.
DPR 236 24 Maggio 1988 “Attuazione della Direttiva
CEE n° 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo
umano"