PROFILO DI RISCHIO NEL COMPARTO: GALVANICHE>



1/a-FLOW CHART GENERALE DEL CICLO LAVORATIVO



1/b-FLOW CHART

Tipi di lavorazioni nelle varie fasi del ciclo lavorativo della galvanica



1. COMPARTO          : GALVANICHE
2. CODICI ISTAT      : 28510
3. CODICE ISPESL     : 

ZONA DI RILEVAZIONE
4. NAZIONALE         : 
5. REGIONALE         : 
6. PROVINCIALE       : PROVINCIA DI FIRENZE (ESCLUSIONE EMPOLI)
7. USL               : AZIENDA SANITARIA FIRENZE 10
8. ANNO RILEVAZIONE  : 1995

9. NUMERO ADDETTI
  9A. IMPIEGATI : 280 uomini
  9A. OPERAI    : 620 uomini

10. N.AZIENDE        : 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE : DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE
                               A USL 10 FIRENZE - IGIENE INDUSTRIALE

12. REFERENTE

  QUALIFICA : 
  NOME      : 
  COGNOME   : 
  INDIRIZZO : VIA DELLA CUPOLA, 64
  CAP       : 50145
  CITTÀ     : FIRENZE
  PROVINCIA : FI
  TELEFONO  : 055/300592
  FAX       : 055/301377
  E-MAIL    : 

13. INFORTUNI: TOTALE 28 DI CUI MORTALI NESSUNO

14. MALATTIE PROFESSIONALI

DENOMINAZIONE N.CASI COD.INAIL
ASMA BRONCHIALE PER IPERSENSIBILITÀ VERSO IL NICHEL 1  
     
     
     
     
     
     
     


NOTE:

2 – DOCUMENTO COMPARTO

Il rivestimento delle superfici metalliche può avere differenti scopi come quello di conferire agli oggetti particolari caratteristiche di durezza, di resistenza all’usura e alla corrosione, oltre a quello ornamentale. Il ciclo di lavoro, che è in funzione del tipo di materiale da trattare e delle caratteristiche che deve avere il pezzo dopo il trattamento, presenta alcune differenze che si esplicano soprattutto nelle caratteristiche dei bagni e degli impianti.

Nel territorio dell’attuale Azienda Sanitaria 10 di Firenze (provincia di Firenze, con esclusione di Empoli), nell’anno 1993-1995 erano presenti 120 aziende, che eseguivano processi di elettrodeposizione, per un totale di circa 1000 addetti. Il 48% di queste aziende eseguivano esclusivamente trattamenti di elettrodeposizione per conto terzi, mentre per il restante 52% avevano il processo di galvanica, come una fase lavorativa all’interno di un settore produttivo più complesso, quale ad esempio la metalmeccanica e l’elettronica. La prevalenza delle ditte, circa il 70%, è ubicata nei comuni limitrofi a Firenze, in zone industriali, mentre le restanti sono ubicate in centri abitati, con prevalenza a Firenze, nella zona del centro storico. Il numero totale di addetti che lavoravano ai bagni è di 250, i quali nelle piccole aziende svolgono anche altre mansioni, quali la pulimentatura, la verniciatura, la legatura e la slegatura.

In senso generale il ciclo di lavoro della galvanica può essere diviso in preparazione, processo fondamentale, finitura.

Per preparazione s’intende l’esecuzione sul materiale di partenza di tutte quelle operazioni (pretrattamenti meccanici e chimici) che lo rendono atto al processo fondamentale, che è l’elettrodeposizione, mentre la finitura è rappresentata da quelle operazioni che conferiscono l’aspetto definitivo, quali la verniciatura o l’oliatura.

Il pretrattamento meccanico, ha lo scopo di ottenere superfici metalliche omogenee e non porose impiegando macchinari, che asportano gli strati superficiali di ossidazione oppure i residui di vernici. Le macchine usate possono essere buratti, vibratori, pulimentatrici; il 50% delle aziende fa eseguire questa lavorazione a ditte esterne, tuttavia le aziende che non eseguono direttamente questa operazione presentano lo stesso nel reparto di galvanica una pulimentratice (spazzolatrice o scartatrice), da usare in caso di urgenza. L’operazione di burattatura e vibratura è eseguita ad umido con buratti e vibratori, nel cui interno, assieme ai pezzi da trattare, sono messi corpi abrasivi costituiti da coni di materiali differenti (materiale ceramico, allumina, pomice, ecc.) e di diverse dimensioni, inoltre sono aggiunti dei tensioattivi e delle sostanze disossidanti (citrati).La burattatura consiste nel rotolamento dei pezzi all’interno di un barile (buratto), che ruota rispetto al proprio asse orizzontalmente. Questa macchina deve essere protetta contro il rischio di presa e trascinamento, di conseguenza è munita di delimitazioni che la segregano durante la rotazione. Nella vibratura i pezzi sono sottoposti ad una vibrazione variabile sia in frequenza sia in ampiezza. Le operazioni sopra descritte sono eseguite in locali separati, in quanto determinano un rumore elevato; l’addetto carica le macchine e poi durante il loro funzionamento esce dal locale. Durante la pulimentatura, possono essere utilizzate paste abrasive.

L’operazione successiva è quella del montaggio dei pezzi sui telai, detta legatura. Il 60% delle ditte esegue l’operazione nello stesso locale dell’elettrodeposizione, e di conseguenza i lavoratori sono esposti indirettamente agli stessi rischi degli addetti ai bagni, anche se l’entità del rischio è minore.

A seguito della legatura abbiamo i trattamenti chimici, i trattamenti di elettrodeposizione e l’asciugatura. Gli impianti galvanici sono costituiti da una sequenza di vasche, nelle quali sono introdotti ed estratti i pezzi da trattare. Il trasferimento dei pezzi, da una vasca all’altra, può essere eseguito manualmente dal lavoratore, oppure mediante l’ausilio di paranchi o di sistema a carro ponte. Il carro ponte può essere manuale, presenza di un addetto che vicino ai bagni lo manovra, oppure mediante controllo e comando da apposita postazione di lavoro, distante dalle vasche. Nelle aziende, in cui il trasferimento dei pezzi avviene manualmente, anche se i telai con i pezzi da trattare hanno dimensioni e peso inferiore a 25 Kg, è necessario verificare il rischio legato alla movimentazione di carichi.

Oltre alle vasche in cui avvengono i processi di trattamento sia chimici sia di elettrodeposizione, sono presenti vasche di:

Il processo di elettrodeposizione si basa sul principio che un metallo si deposita su una superficie elettricamente conduttrice. Il processo avviene con la scarica di ioni metallici presenti in soluzione, che migrano sul pezzo in lavorazione che funge da catodo; al pezzo, infatti, è applicata una differenza di potenziale che gli conferisce la possibilità di cedere elettroni alla specie ionica presente nella soluzione consentendole di depositarsi, in forma ridotta, sul catodo stesso. Le aziende effettuano più tipi di elettrodeposizione, e hanno spesso a disposizione la possibilità di eseguire anche altri trattamenti, oltre a quelli routinari. I principali trattamenti di elettrodeposizione, eseguiti dalle aziende oggetto dell’indagine, sono i seguenti:

Dodici aziende eseguono l’ossidazione dell’alluminio, impiegando bagni all’acido solforico.

Al termine dei vari trattamenti i pezzi devono essere asciugati. L’asciugatura può avvenire mediante solventi, centrifughe, aria calda o segatura.

L’operazione successiva è quella dello smontaggio dei pezzi sui telai (slegatura). Il 60% delle aziende esegue quest’operazione nello stesso locale dell’elettrodeposizione, e di conseguenza i lavoratori sono esposti indirettamente agli stessi rischi di inalazione e contaminazione degli addetti ai bagni, anche se l’entità del rischio è minore. Nelle aziende, invece, dove tale operazione è fatta in altro locale, il rischio derivante dai prodotti utilizzati ai bagni, può essere determinato dal contatto con i pezzi ed i telai durante la slegatura.

Ultima ulteriore fase che può essere presente nel ciclo è quella della finitura, dove l’oggetto è lucidato, verniciato. La lucidatura è eseguita con mezzi meccanici impiegando spazzolatrici con spazzole di panno, mentre la verniciatura è eseguita in cabina o per immersione.

Il rischio principale presente nel comparto è determinato dall’impiego di un elevato numero di sostanze che presentano effetti gravi per la salute (cancerogeni, allergizzanti, corrosivi, irritanti), inoltre poiché il 90 % delle ditte esegue il trasferimento dei pezzi manualmente, i lavoratori sono a diretto contatto con le vasche, di conseguenza è necessario che siano realizzate, oltre alle misure protettive per ridurre l’esposizione a queste sostanze, anche le seguenti misure di prevenzione relative all’igiene e la sicurezza degli ambienti di lavoro:

In considerazione del fatto che le molte sostanze presenti nel ciclo produttivo, oltre ad essere assorbite per via inalatoria, possono essere assorbite anche per via cutanea e digestiva è necessario che i lavoratori osservino adeguati comportamenti igienici, quali di non fumare o bere o mangiare negli ambienti di lavoro, indossare abiti da lavoro (pantaloni e camicia a manica lunga), osservare una scrupolosa igiene personale sia durante il lavoro ed al termine del lavoro fare la doccia.

Il rischio di tipo infortunistico principale è derivante da pericoli di elettrolocuzione, determinati dalle caratteristiche del ciclo lavorativo, elevata umidità ed impiego di sostanze chimiche aggressive. Il rischio di elettrolocuzione è trasversale a tutte le fasi, di conseguenza le misure protettive di seguito elencate, dovranno essere previste nell’interno ciclo lavorativo. Misure protettive e preventive:

1 - i conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

2 – Tutte le parti metalliche degli impianti ad alta tensione e a bassa tensione, che per difetto di isolamento potrebbero trovarsi sotto tensione, devono essere collegate a terra. Per impianti a bassa tensione il valore della resistenza di terra deve essere inferiore a 20 ohm. Per impianti ad alta tensione (utenti con propria cabina di alimentazione) la resistenza di terra è calcolata dai dati della corrente di guasto e dal tempo di alimentazione del guasto, dati forniti a richiesta dall’ENEL.

3 – I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo e tutta la componentistica deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti.

Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

4 – E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

5 – Gli utensili portatili e le macchine e gli apparecchi elettrici mobili con motore elettrico incorporato, alimentati a tensione superiore a 25 V verso terra, devono avere involucro metallico collegato a terra. Un’alternativa efficace alla messa a terra dell’apparecchio, è l’isolamento doppio, la SELV (bassissima tensione di sicurezza).

6 – L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

7 – Deve essere svolta un frequente controllo e manutenzione dei collegamenti elettrici alle vasche.

L’analisi dei registri degli infortuni su un campione di 30 aziende, che eseguono il processo di elettrodeposizione per contro terzi, ha evidenziato che nel periodo dell’intervento 1993-95 si sono verificati 28 infortuni, di cui il 50% è di tipo chimico (schizzi di soluzioni corrosive derivanti durante la preparazione dei bagni o le fasi di impiego di sostanze corrosive) con una durata media di 5 giorni. Nel periodo precedente a quello di osservazione si è verificato un infortunio di tipo chimico della durata di 127 giorni, nel quale l’addetto ha riportato delle ustioni di III grado al volto, collo ed arti, verificatosi durante l’impiego di acido solforico concentrato all’impianto di depurazione delle acque, derivanti dai bagni di lavaggio della galvanica. Tutti gli infortuni di tipo non chimico sono dovuti a distorsioni per scivolamento e contusioni per urti contro attrezzature mobili e fisse; anche questi infortuni hanno determinato periodi brevi di interruzione dal lavoro. Nel comparto non risulta che si siano verificati infortuni mortali.

Per quanto concerne le malattie professionali, durante l’intervento nel comparto, si è verificato un asma bronchiale per ipersensibilità verso il nichel. Questa lavoratrice era addetta ai bagni di galvanica, in una ditta dove era eseguito il processo di nichelatura, e l’INAIL le ha riconosciuto una malattia professionale (asma bronchiale per ipersensibilità verso il nichel) con un’invalidità del 34%. Questa persona è anche stata sottoposta a test di broncostimolazione specifica che ha dimostrato l’ipersensibilità al nichel; inoltre l’addetta presentava anche rinofaringite cronica atrofica, che non è stata riconosciuta come malattia professionale, ma poteva derivare da esposizione a sostanze irritanti.



1. FASE DI LAVORAZIONE : PRETRATTAMENTI CHIMICI
2. COD.INAIL           : 
3. FATTORE DI RISCHIO  : ACIDI-BASI-SOLVENTI ORGANICI
4. CODICE DI RISCHIO   : 
5. N.ADDETTI           : 250

 

3- Documento fase/fattore di rischio

3.1 PRETRATTAMENTO CHIMICO

Dopo la fase di montaggio e prima dell'elettrodeposizione i pezzi sono puliti mediante un trattamento chimico utilizzando differenti prodotti chimici. La scelta del tipo di trattamento dipende da vari parametri quali:

- tipo di metallo da rivestire

- forma dei pezzi

- impurità presenti sui pezzi

- scopo del rivestimento.

I tipi di trattamenti possono essere divisi in:

a) decapaggio

b) sgrassatura con solventi

c) sgrassatura chimica

d) sgrassatura elettrochimica

3.1a - 1 PRETRATTAMENTO CHIMICO - Decapaggio acido

Questo trattamento ha lo scopo di rimuovere gli ossidi e gli altri sali insolubili impiegando degli acidi. La scelta dell'acido e delle modalità di impiego (percentuale di diluizione, miscelazione di più acidi insieme, temperatura d’uso) sono in funzione del metallo da decapare. Per esempio le superfici di ferro sono generalmente trattate con acido solforico diluito, mentre per il rame e le sue leghe è necessario ricorrere a miscele di acido solforico e nitrico. Alla miscela per il decapaggio sono aggiunti, in piccole quantità (0.05%-0.1%) di inibitori, sono sostanze organiche che sono adsorbite dal metallo e bloccano la superficie libera, inibendo l’attacco dell’acido, attraverso la passivazione che producono. Dopo il decapaggio si deve procedere ad un’abbondante risciacquatura dei pezzi in acqua, per eliminare la soluzione rimasta aderente alla loro superficie. La risciacquatura si esegue in due o più vasche contenenti acqua, poi i pezzi passano in una soluzione neutralizzante e successivamente sono nuovamente risciacquati in acqua.

3.1a - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE - Decapaggio acido

Le vasche contenenti le soluzioni decapanti acide devono essere resistenti alla corrosione chimica, perciò le vasche possono essere realizzate in vari materiali, quali polietilene, PVC armato, grès.

3.2a - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Decapaggio acido

ACIDI:

- acido cloridrico

- acido solforico

- acido nitrico

Il lavoratore può essere esposto a vapori acidi durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta degli acidi. Durante le operazioni di aggiunta di soluzioni c’è la possibilità di contatto con la pelle e le mucose.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

RISCHIO ELETTRICO:

3.1a - 4 DANNO ATTESO - Decapaggio acido

Il danno è in funzione della concentrazione e del tipo di acido impiegato, infatti:

Di conseguenza si possono avere:

3.1a - 5 INTERVENTO - Decapaggio acido

ACIDI

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di acidi e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi in plastica.

* Le operazioni di aggiunta degli acidi devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto devono essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata, nel reparto o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permette una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad un’altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed un’adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche devono essere munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.1a -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI - Decapaggio acido

Febbraio 1986

 

 

3.1b - 1 PRETRATTAMENTO CHIMICO- Sgrassatura con solventi

La sgrassatura con solventi organici viene effettuata in vasche utilizzando solventi clorurati, quali 1,1,1-tricloroetano, tricloroetilene, e freon. Quest’operazione di sgrassatura ha la funzione di asportare le sostanze grasse ed eventuali residui organici; è un tipo di sgrassatura che ha un forte potere sgrassante, infatti, l’azione dei vapori dei solventi, che si condensano sulle superficie fredde, realizzano un lavaggio detergente assai profondo. A questa sgrassatura è fatta seguire uno sgrassaggio di tipo elettrolitico per rimuovere completamente tutte le impurità. L’operazione di sgrassatura può essere condotta in due tempi:

1) immersione nel liquido in ebollizione (comparto inferiore della vasca),

2) esposizione dei pezzi al vapore del solvente.

3.1b - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE – Sgrassatura con solventi

Per la sgrassatura con solventi è utilizzata vasca in metallo (generalmente acciaio inox) munita di riscaldamento, refrigerazione (serpentina di raffreddamento), sistema di distillazione per purificare e recuperare il solvente.

 

3.1b - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Sgrassatura con solventi

SOLVENTI CLORURATI:

- tricloroetilene

- 1,1,1 tricloroetano

Quest’esposizione non è determinata tanto dalla fuoriuscita di vapori di solventi, i quali si ricondensano quando giungono nella zona dell'abbattimento criogeno (serpentina di raffreddamento), ma dai vapori di solvente, che sono sui pezzi. I pezzi in lavorazione non rimangono un tempo sufficiente nella zona d'abbattimento criogeno, ma sono estratti troppo velocemente.

Non sono stati fatti dei campionamenti personali per valutare l'esposizione dei lavoratori, però la verifica dei consumi è tale da determinare una perdita di solvente, il quale diffonde nell'ambiente di lavoro o si ritrova nelle morchie derivanti dalla lavorazione. Tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

RISCHIO ELETTRICO:

3.1b –4 DANNO ATTESO – Sgrassatura con solventi

Il tricloroetilene e 1,1,1-tricloroetano (attualmente non più usato) sono sostanze nocive per via inalatoria e possono determinare effetti irreversibili. Uno dei loro organi bersaglio è il fegato.

3.1b -5 INTERVENTO – Sgrassatura con solventi

Solventi clorurati

Per ridurre il rischio di diffusione nell'ambiente di lavoro di solventi clorurati e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate sono collocate generalmente su tre bordi della vasca con esclusione di quello dove lavora l’addetto. Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

L’aspirazione localizzata non deve creare problemi di strippaggio di solvente, ma deve creare una debole depressione della vasca rispetto all’ambiente di lavoro.

* Devono essere realizzare delle sbarre per attaccare i telai, portanti i pezzi dopo che sono stati sgrassati, in modo tale che i pezzi stazionino per un certo tempo nella zona dell'abbattimento criogeno, così da avere una completa ricondensazione del vapore.

* Le operazioni di aggiunta dei solventi devono avvenire utilizzando pompe.

* Durante la fase di pulizia della vasca, per la rimozione delle morchie, l’addetto deve indossare maschera munita di filtro per i solventi organici (tipo A - colore marrone) e guanti adeguati per il rischio solventi.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permette una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad un’altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed un’adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.1b -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI – Sgrassatura con solventi

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

 

 

3.1c - 1 PRETRATTAMENTO CHIMICO- Sgrassatura chimica

Quest’operazione di sgrassatura ha la funzione di asportare le sostanze grasse ed eventuali residui organici, inoltre attiva la superficie metallica per la successiva elettrodeposizione. E' un tipo di sgrassatura che ha un forte potere sgrassante, che è determinato dall’azione concomitante della temperatura e del potere emulsionate del bagno. Il bagno contiene sali alcalini, generalmente fosfati, carbonati, oltre ad idrossido di sodio e la temperatura di esercizio può variare dai 40 °C agli 80 °C. Questa sgrassatura può essere fatta anche impiegando ultrasuoni, che creando una forte agitazione meccanica, determinano una maggiore azione pulente.

3.1c - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE – Sgrassatura chimica

La vasca è in metallo, a doppia parete (generalmente acciaio inox) avente nell’intercapedine materiale isolante, oltre ad un sistema di riscaldamento. La vasca può essere munita di sistema di generazione di ultrasuoni.

3.1c - 3 I FATTORI DI RISCHIO – Sgrassatura chimica

Aerosol e nebbie di sostante alcaline

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol di sostanze alcaline durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante le operazioni di aggiunta di soluzioni c’è la possibilità di contatto con la pelle e le mucose.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

Rumore

Il rischio è determinato dall’uso degli ultrasuoni durante il funzionamento del bagno perché avvenga l’operazione di sgrassatura.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure protettive realizzate e l’uso non continuo, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

RISCHIO ELETTRICO:

3.1c –4 DANNO ATTESO – Sgrassatura chimica

Gli aerosol e vapori alcalini possono determinare un’azione irritativa sulla pelle e sulle mucose, oltre che alle prime vie respiratorie.

3.1c -5 INTERVENTO – Sgrassatura chimica

Aerosol e nebbie alcaline

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di nebbie ed aerosol alcalini e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta delle soluzioni corrosive devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

Rumore

* Le vasche devono avere adeguato rivestimento insonorizzante per ridurre il rumore.

* Durante l’impiego di ultrasuoni i coperchi sono posizionati sulla vasca, in modo da ridurre il rumore.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permette una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad un’altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed un’adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche devono essere munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.1c -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI – Sgrassatura chimica

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

 

3.1d - 1 PRETRATTAMENTO CHIMICO - Sgrassatura elettrochimica

In questa sgrassatura i pezzi sono collegati al catodo o all’anodo ed il relativo trattamento si chiamerà sgrassatura catodica o anodica. Quest’operazione ha la funzione di asportare le sostanze grasse ed eventuali residui organici; è anche detta sgrassatura fine, in quanto ha la capacità di rimuove dal metallo le ultime tracce di grasso, infatti, lo sviluppo di ossigeno o idrogeno sul pezzo favorisce una forte agitazione meccanica. I bagni contengono sali alcalini, generalmente fosfati, carbonati, silicati, oltre ad idrossido di sodio. Attualmente sono poco utilizzati bagni contenenti sali di cianuri alcalini. Tale trattamento è generalmente eseguito ad una temperatura che può variare da 20°C ai 40 °C.

3.1d - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE – Sgrassatura elettrochimica

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in metallo (generalmente acciaio inox) e munita di sistema di riscaldamento. L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.1d - 3 I FATTORI DI RISCHIO – Sgrassatura elettrochimica

Aerosol e nebbie di sostante alcaline

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol di sostanze alcaline durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

AErosol di cianuri

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol contenenti cianuri durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Durante l’indagine nel comparto è stata eseguita una valutazione dell’esposizione dei lavoratori a cianuri, utilizzando come indicatore il monitoraggio biologico, il quale permette di valutare la quantità di cianuri assorbiti per via inalatoria che cutanea. In un campione di 50 lavoratori esposti a cianuri, è stata effettuata la determinazione dei tiocianati a fine turno di lavoro, quale indicatore non specifico di esposizione, in quanto può derivare dall’assunzione dei cianuri con la dieta e con il fumo di sigaretta. I dati sono stati disaggregati tra fumatori e non fumatori, poiché il principale fattore di confondimento è rappresentato dal fumo. Nella nostra casistica i non fumatori (35 addetti), che prendiamo come indicatori più attendibili dell’inquinamento ambientale rispetto ai fumatori, hanno un valore medio di 6.5 mg/l (minimo 2.5 mg/l – massimo 10.2 mg/l), di cui 34 valori sono superiori ai limiti di riferimento per i tiocianati, che è per i non fumatori di 4.7 mg/l. Questo dato evidenzia che c’è un’esposizione professionale, anche se bassa.

Tuttavia questa valutazione non è specifica per questa operazione, ma valuta globalmente l’esposizione dei lavoratori ai cianuri contenuti in tutti i bagni di trattamento, infatti, i cianuri sono contenuti nei bagni di argentatura, doratura, ottonatura, ramatura alcalina, ed altri.

RISCHIO ELETTRICO:

3.1d–4 DANNO ATTESO – Sgrassatura elettrochimica

Gli aerosol e vapori alcalini possono determinare una azione irritativa sulla pelle e sulle mucose, oltre che alle prime vie respiratorie.

I cianuri sono classificati come sostanze altamente tossiche per inalazione, per contatto e per ingestione, inoltre sono irritanti per la pelle e le mucose dell’occhio e delle prime vie respiratorie. L’esposizione a piccole dosi e per lungo tempo può provocare disturbi generali, quali cefalea, stanchezza, dispnea e vertigini, oltre a disturbi gastrointestinali, insufficienza epatica ed ingrossamento della tiroide.

3.1d-5 INTERVENTO – Sgrassatura elettrochimica

Aerosol e nebbie alcaline contenenti cianuri

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di nebbie ed aerosol alcalini e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno, tipo di prodotti impiegati ed intensità di corrente usata.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta delle soluzioni corrosive devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permette una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche devono essere munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

 

3.3d -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI – Sgrassatura elettrochimica

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986



1. FASE DI LAVORAZIONE : ELETTRODEPOSIZIONE
2. COD.INAIL           : 
3. FATTORE DI RISCHIO  : ACIDI-NICHEL-CROMO-CIANURI-BASI
4. CODICE DI RISCHIO   : 
5. N.ADDETTI           : 250

3.2 Elettrodeposizione

Lo schema generale di un processo di elettrodeposizione prevede una vasca contenente la soluzione del metallo da depositare ed altre sostanze coadiuvanti del processo (antipuntinanti, splendogeni, ecc.), due elettrodi, dei quali uno è il pezzo in lavorazione (catodo), un generatore di corrente continua, che determina la differenza di potenziale necessaria affinché avvenga l’elettrolisi ai due elettrodi. Gli anodi impiegati possono essere del tipo inerte in acciaio inox o grafite, oppure del tipo reattivo: in quest’ultimo caso si tratta di barre o blocchi, situati in cestelli di materiale inerte, del medesimo metallo che deve essere depositato. Il metallo è decomposto all’anodo, passa in soluzione per ridursi al catodo. Le soluzioni impiegate sono preparate con un sale del metallo in opportuna concentrazione.

I principali trattamenti eseguiti sono:

a) argentatura

b) cromatura

c) doratura

d) nichelatura

e) ottonatura

f) ramatura

3.2a - 1 ARGENTATURA

Questo processo è eseguito prevalentemente a scopo decorativo, ma è anche impiegato in elettrotecnica per migliorare i contatti elettrici. I bagni sono alcalini e contengono cianuro complesso di argento e potassio (o sodio), cianuro di potassio (o sodio), carbonato di potassio (o sodio). In questi bagni la concentrazione dell’argento libero è piccola, poiché l’argento è, in buona parte, complessato dal cianuro. Prima dell’argentatura i pezzi sono passati in un bagno di preargentatura, in modo da evitare depositi di argento mediante ossidazione diretta e non processo di elettrodeposizione. Nelle vasche di preargentatura l’argento è poco concentrato, mentre i cianuri sono presenti in alta quantità. Il passaggio dalla vasca di preargentatura a quella di argentatura è diretto (senza lavaggio). La temperatura di esercizio dei bagni è di variabile dai 20 °C ai 40 °C.

3.2a - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE - Argentatura

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio, che può essere rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno). L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.2a - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Argentatura

Aerosol e nebbie di sostanze alcaline

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol di sostanze alcaline durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

AErosol di cianuri

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol contenenti cianuri durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Durante l’indagine nel comparto è stata eseguita una valutazione dell’esposizione dei lavoratori a cianuri, utilizzando come indicatore il monitoraggio biologico, il quale permette di valutare la quantità di cianuri assorbiti per via inalatoria che cutanea. In un campione di 50 lavoratori esposti a cianuri, è stata effettuata la determinazione dei tiocianati a fine turno di lavoro, quale indicatore non specifico di esposizione, in quanto può derivare dall’assunzione dei cianuri con la dieta e con il fumo di sigaretta. I dati sono stati disaggregati tra fumatori e non fumatori, poiché il principale fattore di confondimento è rappresentato dal fumo. Nella nostra casistica i non fumatori (35 addetti), che prendiamo come indicatori più attendibili dell’inquinamento ambientale rispetto ai fumatori, hanno un valore medio di 6.5 mg/l (minimo 2.5 mg/l – massimo 10.2 mg/l), di cui 34 valori sono superiori ai limiti di riferimento per i tiocianati, che è per i non fumatori di 4.7 mg/l.

Questo dato evidenzia che c’è un’esposizione professionale anche se bassa. Tuttavia questa valutazione non è specifica per questa operazione, ma valuta globalmente l’esposizione dei lavoratori ai cianuri contenuti in tutti i bagni di trattamento, infatti, i cianuri sono contenuti nei bagni di doratura, ottonatura, ramatura alcalina, ed altri.

RISCHIO ELETTRICO:

3.2a–4 DANNO ATTESO - Argentatura

Gli aerosol e vapori alcalini possono determinare una azione irritativa sulla pelle e sulle mucose, oltre che alle prime vie respiratorie.

I cianuri sono classificati come sostanze altamente tossiche per inalazione, per contatto e per ingestione, inoltre sono irritanti per la pelle e le mucose dell’occhio e delle prime vie respiratorie. L’esposizione a piccole dosi e per lungo tempo può provocare disturbi generali, quali cefalea, stanchezza, dispnea e vertigini, oltre a disturbi gastrointestinali, insufficienza epatica ed ingrossamento della tiroide.

3.2a-5 INTERVENTO – Argentatura

Aerosol e nebbie alcaline conteneti cianuri

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di nebbie ed aerosol alcalini e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno, tipo di prodotti impiegati ed intensità di corrente usata.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta delle soluzioni corrosive devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permette una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche è opportuno che siano munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.2a -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI -Argentatura

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

 

 

3.2b - 1 CROMATURA

Questo trattamento trova largo impiego, sia per conferire ai pezzi caratteristiche estetiche particolari (cromatura decorativa), che per migliorare le qualità fisiche e meccaniche (cromatura dura), conferendo ai pezzi resistenza alle sollecitazioni meccaniche.

Il cromo si trova in soluzione come cromo esavalente, ottenuto sciogliendo l’ossido di cromo (anidride cromica) in soluzione acquosa, il quale si dissocia in funzione del pH in cromati e bicromati. In genere vengono impiegati due tipi di bagni:

- bagno concentrato in cui il cromo, come triossido di cromo, è presente in concentrazione di circa 400 gr/l

- bagno diluito in cui il cromo, come triossido di cromo, è presente in concentrazione di circa 250gr/l

3.2b - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE - Cromatura

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno). L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.2b - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Cromatura

Nebbie acide ed aerosol di cromo esavalente

Il lavoratore può essere esposto a nebbie acide ed aerosol contenenti cromo esavalente durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante la fase di aggiunta dei prodotti c’è la possibilità di contato con la pelle e le mucose.

La valutazione dell’esposizione è stata eseguita utilizzando come strumento il monitoraggio biologico, allo scopo di misurare la quantità di cromo assorbito sia per via cutanea che inalatoria. E’ stato scelto un campione di 16 lavoratori, di questi soggetti sono state raccolte le urine a fine turno di lavoro (giovedì) per determinare il cromo urinario. I risultati hanno evidenziato per 12 lavoratori una esposizione trascurabile, in quanto i valori erano prossimi al valore di riferimento di 0.6 m g/g creat. Gli altri 4 lavoratori presentano valori superiori a quelli di riferimento, però tre dati evidenziano una bassa esposizione, mentre un dato mostra una esposizione media, in quanto è superiore a metà del BEI ACGIH, che è 30 m g/g creat. La determinazione del cromo urinario è avvenuta per tecnica analitica diretta, mediante spettrofotometria ad assorbimento atomico con atomizzazione elettrotermica e correzione di fondo con effetto Zeeman (sistema Varian – SpectrAA 300).

RISCHIO ELETTRICO:

- contatto accidentale con elementi sottotensione,

- contatto accidentale dovuto alla presenza di sostanze corrosive ed all’ambiente di lavoro umido

3.b - 4 DANNO ATTESO - Cromatura

Il cromo esavalente può essere assorbito sia per via respiratoria, digerente e cutanea. Il cromo esavalente ha proprietà ossidanti, sensibilizzanti, oltre ad essere classificato dalla IARC nel 1° gruppo, in particolare da studi epidemiologici negli addetti alla galvanica è stato visto un eccesso di tumori del polmone e dell’apparato gastrointestinale. Il triossido di cromo è classificato come cancerogeno, in base alla normativa europea di classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose; alla sostanza è attribuita la frase di rischio R49, può provocare il cancro per inalazione. Gli organi bersaglio principali, per l’azione tossica, sono la pelle (varie forme di dermatite), le mucose delle prime vie respiratorie (con ulcerazioni, infiammazioni nasali e perforazioni del setto) ed il polmone (con infezione) (rif. Bibl. n.1). Per quanto riguarda l’apparato urinario la beta-2-microglobulina urinaria può essere utilizzata come indicatore di danno tubolare.

Indagine sugli effetti a livello delle vie urinarie

Su un campione di 15 addetti è stata eseguita un’indagine per valutare il loro stato di salute in relazione agli effetti del cromo, verificando i possibili danni a livello della cute, dell’apparato urinario e delle prime vie respiratorie. Per ogni lavoratore è stata riempita una scheda individuale riportanti notizie sulle abitudini voluttuarie (fumo), eventuali patologie otorinolaringoiatrica e sulla storia personale con riferimento all’apparato urinario. I quindici lavoratori sono stati sottoposti alla determinazione dei livelli urinari (urine di fine turno lavorativo) di beta-2-microglobulina, NAG (n-acetilglucosaminidasi), alfa-1-microglobulina, albumina e creatinina. Contemporaneamente è stato sottoposto alle stesse indagini un gruppo di controllo di 12 soggetti maschi, omogeneo rispetto all'età, abitudini di vita e residenza. I risultati mostrano, solo per la beta-2-microglobulina, una differenza statisticamente significativa tra esposti e controlli. Questi risultati, pertanto suggeriscono, anche per livelli di cromo inferiori a 5 µg/g creatinina, un interessamento della funzionalità renale, a livello del riassorbimento tubulare.

Indagine sugli effetti a livello otorinolaringoiatrico

Un campione di quattordici lavoratori è stato sottoposto ad una visita specialistica otorinolaringoiatrica ed a ciascun soggetto è stato effettuato un brushing della mucosa nasale, esaminata al microscopio ottico. Come gruppo di controllo sono stati esaminati cinque soggetti non esposti a cromo, che non fumavano e che avevano età paragonabile ai soggetti di controllo. L’esame otorinolaringoiatrico ha evidenziato che cinque addetti avevano note di laringite cronica, tre avevano rinite atrofica, uno aveva rinite acuta, uno aveva stenosi nasale, mentre per gli altri quattro i risultati erano nella norma. Dei nove addetti con alterazioni di tipo cronico quattro non avevano mai fumato, come i quattro lavoratori che avevano i risultati nella norma. L’indagine anatomopatologica ha evidenziato la possibilità che l’epitelio della mucosa nasale sia stato sottoposto a stimoli irritativi cronici. In due addetti alla cromatura a spessore è stato verificato la perforazione del setto nasale. Va sottolineato il fatto che, l’anzianità lavorativa in galvanica nei casi di alterazioni, è elevata 15-20 anni.

Indagine sugli effetti a livello cutaneo

Un campione di dodici lavoratori è stato sottoposto a visita dermatologica ed esame allergologico mediante patch-test per valutare la presenza di patologia cutanea professionale, specialmente ulcere da cromo esavalente e dermatiti da contatto da sali metallici, sia allergiche sia d’aggressione diretta. L’esame allergologico è stato eseguito impiegando metodo standardizzato (vedere rif. Bibl. n.2). Sono state testate le sostanze comprese nella serie standard del GIRDCA (Gruppo Italiano Ricerca Dermatiti da Contatto e Ambientali) ed un altro gruppo in base ai dati della letteratura; nella tabella I sono elencate le sostanze, la concentrazione ed il veicolo. La rimozione dell’apparato testante per una prima lettura è stata fatta dopo 48 ore, mentre la lettura definitiva è avvenuta dopo ulteriori 48 ore.

I risultati non hanno evidenziato nessun caso di ulcere cutanee da cromo, a conferma che la patologia è attualmente di non comune osservazione. Per quanto riguarda le dermatiti da contatto, abbiamo invece una prevalenza elevata di dermatiti da contatto aggressive dirette, rappresentate clinicamente da ispessimento di grado variabile della cute del palmo delle mani, con fessurazioni più o meno profonde e talvolta dolenti, soprattutto nelle zone sottoposte a maggiori traumatismi e a carico delle prime 2-3 dita di entrambe le mani. Tale patologia, con varie gradazioni ed intensità, interessa quasi la metà degli addetti, e questo dato sottolinea l’importanza della pulizia delle mani (detergenti e paste abrasive) e dei mezzi di protezione (guanti e creme barriera).

Tabella I

Sostanza

Concentrazione

Veicolo

Argento nitrato

1%

Acqua

Oro cloruro

0.1%

Acqua

Dietiltiourea

1%

Vas

Diossano

1%

Acqua

Cumarina

5%

Vas

Rame solfato

1%

Acqua

Cadmio cloruro

1%

Acqua

Cloruro ferrico

2%

Acqua

Trietanolammina

5%

Vas

 

 

3.2b - 5 INTERVENTO - Cromatura

Nebbie ed aerosol contenti cromo esavalente

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di acidi e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta degli acidi devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad un’altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed un’adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche devono essere munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.2b -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI -Cromatura

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

Riferimenti bibliografici:

1 – S. Langard, T. Norseth, (1986) "Handbook on the toxicology of metals" vol. II, Amsterdam, Elsevier, pag. 185-210

2 – Sertoli "Dermatologia allergologica professionale ed ambientale"

 

 

3.2c - 1 DORATURA

E’ un trattamento che ha lo scopo di nobilitare gli oggetti ornamentali, ma è impiegato anche in prodotti destinati ai settori dell’elettronica ed elettrotecnica per conferire ai pezzi particolari caratteristiche. I bagni utilizzati generalmente sono debolmente acidi e contengono cianuro complesso di oro I e potassio (o sodio), acidi organici (quali citrico, tartarico) che funzionano da tampone del pH e da chelanti di vari metalli presenti come impurezze. La temperatura di esercizio dei bagni è di variabile dai 20 °C ai 40 °C. L’anodo di solito è costituto da un metallo inerte.

3.2c - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE - Doratura

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio, che può essere rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno). L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.2c - 3 I FATTORI DI RISCHIO -Doratura

Aerosol e nebbie di sostante alcaline

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol di sostanze alcaline durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

AErosol di cianuri

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol contenenti cianuri durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante l’indagine nel comparto è stata eseguita una valutazione dell’esposizione dei lavoratori a cianuri, utilizzando come indicatore il monitoraggio biologico, il quale permette di valutare la quantità di cianuri assorbiti per via inalatoria che cutanea. In un campione di 50 lavoratori esposti a cianuri, è stata effettuata la determinazione dei tiocianati a fine turno di lavoro, quale indicatore non specifico di esposizione, in quanto può derivare dall’assunzione dei cianuri con la dieta e con il fumo di sigaretta. I dati sono stati disaggregati tra fumatori e non fumatori, poiché il principale fattore di confondimento è rappresentato dal fumo. Nella nostra casistica i non fumatori (35 addetti), che prendiamo come indicatori più attendibili dell’inquinamento ambientale rispetto ai fumatori, hanno un valore medio di 6.5 mg/l (minimo 2.5 mg/l – massimo 10.2 mg/l), di cui 34 valori sono superiori ai limiti di riferimento per i tiocianati, che è per i non fumatori di 4.7 mg/l. Questo dato evidenzia che c’è un’esposizione professionale anche se bassa. Tuttavia questa valutazione non è specifica per questa operazione, ma valuta globalmente l’esposizione dei lavoratori ai cianuri contenuti in tutti i bagni di trattamento, infatti, i cianuri sono contenuti nei bagni di argentatura, preargentatura, ottonatura, ramatura alcalina, ed altri.

3.2c–4 DANNO ATTESO - Doratura

Gli aerosol e vapori alcalini possono determinare una azione irritativa sulla pelle e sulle mucose, oltre che alle prime vie respiratorie.

I cianuri sono classificati come sostanze altamente tossiche per inalazione, per contatto e per ingestione, inoltre sono irritanti per la pelle e le mucose dell’occhio e delle prime vie respiratorie. L’esposizione a piccole dosi e per lungo tempo può provocare disturbi generali, quali cefalea, stanchezza, dispnea e vertigini, oltre a disturbi gastrointestinali, insufficienza epatica ed ingrossamento della tiroide.

3.2c-5 INTERVENTO - Doratura

Aerosol e nebbie alcaline conteneti cianuri

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di nebbie ed aerosol alcalini e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno, tipo di prodotti impiegati ed intensità di corrente usata.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta delle soluzioni corrosive devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche è opportuno che siano munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.2c -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI - Doratura

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

 

 

3.2d - 1 NICHELATURA

E’ uno dei trattamenti più utilizzati, in quanto serve come preparazione per le successive deposizioni (argentatura, doratura, cromatura) che come finitura a spessore per la protezione del pezzo dalla corrosione. I bagni più utilizzati sono quelli acidi, contenenti come prodotti principali cloruro di nichel, solfato di nichel, acido borico ed acido solforico; questo tipo di bagno è detto di Watt. La temperatura di esercizio del bagno è di circa 55 °C.

A scopo decorativo è eseguita la nichelatura nera, la quale non possiede funzione protettiva a causa dei depositi sottili che sono realizzati. Infatti, i depositi, non risultano da nichel puro, ma da un miscuglio sali di nichel, oltre a solfato di zinco e tiocianato di sodio. La temperatura di esercizio dei bagni è di variabile dai 20 °C ai 40 °C.

3.2d - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE - Nichelatura

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno). L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.2d - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Nichelatura

Aerosol e nebbie contenenti sali di nichel

Il lavoratore può essere esposto a nebbie ed aerosol contenenti nichel durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante la fase di aggiunta dei prodotti c’è la possibilità di contato con la pelle e le mucose.

La valutazione dell’esposizione a nichel è stata eseguita su un campione di 41 lavoratori determinando la concentrazione di nichel aerodisperso e nelle urine, inoltre si è valutata la contaminazione cutanea.

Per la determinazione del nichel aerodisperso, sono stati eseguiti campionamenti personali durante il turno lavorativo, utilizzando come strategia di campionamento quanto previsto nell’allegato VIII del D.Lgs. 277/91. Per gli stessi lavoratori, si è provveduto alla determinazione della concentrazione del nichel nelle urine alla fine del turno di lavoro ed alla valutazione della contaminazione cutanea, mediante la misura della quantità di nichel presente alla fine del turno sulla superficie del viso e delle mani. Per quest’ultimo scopo sulla superficie cutanea delle mani e del viso è stato passato in modo standardizzato filtri quadrati di cellulosa della superficie di 10 cm2, inumiditi con benzalconio cloruro, successivamente eluiti in acido nitrico all’1% e trattati con ultrasuoni per 10 minuti. Tutte le determinazioni di nichel, nelle varie matrici, sono state effettuate mediante spettrofotometria di assorbimento atomico con atomizzazione elettrotermica e correzione di fondo al deuterio (sistema Varian – SpectrAA 300). Per il nichel ambientale (Ni-A) è stato utilizzato il metodo NIOSH (rif. bibl.1), modificato nella parte riguardante la mineralizzazione delle membrane, impiegando a tale scopo una miscela di acidi forti e digestore a microonde; mentre per il nichel urinari (Ni-U) è stato utilizzato il metodo di Schaller (rif. bibli.2). Per controllo è stato scelto un campione di 16 soggetti, non esposti professionalmente a nichel.

Nella tabella n.1, sono riportate le medie geometriche (MG) ed il range per le concentrazioni di nichel ambientale, derivante dai campionamenti personali, (Ni-A), nichel urinari (Ni-U), nichel derivante dalla contaminazione delle mani e del viso (Ni-mani e Ni-viso). E’ da notare che 38 dei 41 campionamenti mostrano una concentrazione di nichel aerodisperso compreso tra 0.1 e 9.5 µ/m3.

Nelle urine dei 16 soggetti di controllo, la media geometrica di nichel era di 1,9 µ/l (range 0.8-2.8 µ/l), mentre la media geometrica del nichel sul viso e sulle mani erano rispettivamente di 1.1 µ (range 0.2-2.4 µ) e di 1.6 µ (range 0.8-2.8 µ).

Tabella n.1

Variabili

Media geometrica

(MG)

Deviazione standard geometrica

(DSG)

RANGE

Ni-ambientale

1.95

4.48

0.1 - 42.2

Ni-urinario

4.77

2.98

0.7 –50

Ni-mani

36.82

3.40

1.9 – 547

Ni-viso

8.67

4.20

1 –8 6

I risultati confermano che con l’attuazione di misure protettive di tipo collettivo, si ha una netta riduzione dell’esposizione a nichel derivante dall’assorbimento per via inalatoria, mentre si evidenzia un ruolo importante della contaminazione cutanea nel determinare i livelli di dose interna di nichel. Probabilmente anche il nichel introdotto per via digestiva ha un ruolo importante, in quanto dall’analisi statistica dei dati, una correlazione buona è risultata tra il nichel urinario e il nichel derivante dalla contaminazione cutanea del viso. Per valutare l’esposizione a nichel è necessario considerare tutte è tre le vie di assorbimento, e solo nel caso in cui tutte le misure igienico comportamentali siano adeguate, si può stimare una bassa esposizione al metallo.

3.2d - 4 DANNO ATTESO - Nichelatura

Il nichel oltre ad essere allergizzante (per la cute e per l’apparato respiratorio) è una sostanza, che gruppo chimico, classificato dalla IARC come 1°, in particolare da studi epidemiologici è stato visto un eccesso di tumori del polmone e del naso. L’assorbimento non avviene soltanto per respirazione di aerosol, ma anche per assorbimento cutaneo ed ingestione.

3.2d - 5 INTERVENTO - Nichelatura

Aerosol e nebbie contenenti sali di niche

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di acidi e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta degli acidi devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche devono essere munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.2d -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI -Nichelatura

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

Riferimenti bibliografici:

1 – National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH), Manuale of analytical methods, Vol. II °, ed. 1977

2 - Schaller S. e coll., Arztl. Lab. 28: 209, 1986

 

 

3.2e - 1 OTTONATURA

L’uso maggiore di questo trattamento è nel campo decorativo di oggetti ornamentali per la casa (lampadari, giocattoli) che per l’abbigliamento. L’elettrodeposizione dell’ottone (lega di rame e zinco) si effettua in bagni alcalini al cianuro, contenenti complessi di rame e zinco [ K2Cu(CN)3,

Na2Cu(CN)3, K2Zn(CN)4, Na2Zn(CN)4], carbonati. Gli anodi sono di ottone e per un buon funzionamento è necessario che il rame e lo zinco che si dissolvono (anodo) siano uguali a quelli che si depositano (catodo), altrimenti al bagno devono essere fatte delle aggiunte. La temperatura di esercizio del bagno è variabile dai 30 °C ai 50 °C.

3.2e - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE -Ottonatura

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio, che può essere rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno). L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.2e - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Ottonatura

Aerosol e nebbie di sostante alcaline

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol di sostanze alcaline durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

AErosol di cianuri

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol contenenti cianuri durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante l’indagine nel comparto è stata eseguita una valutazione dell’esposizione dei lavoratori a cianuri, utilizzando come indicatore il monitoraggio biologico, il quale permette di valutare la quantità di cianuri assorbiti per via inalatoria che cutanea. In un campione di 50 lavoratori esposti a cianuri, è stata effettuata la determinazione dei tiocianati a fine turno di lavoro, quale indicatore non specifico di esposizione, in quanto può derivare dall’assunzione dei cianuri con la dieta e con il fumo di sigaretta. I dati sono stati disaggregati tra fumatori e non fumatori, poiché il principale fattore di confondimento è rappresentato dal fumo. Nella nostra casistica i non fumatori (35 addetti), che prendiamo come indicatori più attendibili dell’inquinamento ambientale rispetto ai fumatori, hanno un valore medio di 6.5 mg/l (minimo 2.5 mg/l – massimo 10.2 mg/l), di cui 34 valori sono superiori ai limiti di riferimento per i tiocianati, che è per i non fumatori di 4.7 mg/l.

Questo dato evidenzia che c’è un’esposizione professionale anche se è bassa. Tuttavia questa valutazione non è specifica per questa operazione, ma valuta globalmente l’esposizione dei lavoratori ai cianuri contenuti in tutti i bagni di trattamento, infatti, i cianuri sono contenuti nei bagni di argentatura, preargentatura, doratura, ramatura alcalina, ed altri.

3.2e–4 DANNO ATTESO -Ottonatura

Gli aerosol e vapori alcalini possono determinare una azione irritativa sulla pelle e sulle mucose, oltre che alle prime vie respiratorie.

I cianuri sono classificati come sostanze altamente tossiche per inalazione, per contatto e per ingestione, inoltre sono irritanti per la pelle e le mucose dell’occhio e delle prime vie respiratorie. L’esposizione a piccole dosi e per lungo tempo può provocare disturbi generali, quali cefalea, stanchezza, dispnea e vertigini, oltre a disturbi gastrointestinali, insufficienza epatica ed ingrossamento della tiroide.

3.2e-5 INTERVENTO - Ottonatura

Aerosol e nebbie alcaline conteneti cianuri

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di nebbie ed aerosol alcalini e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno, tipo di prodotti impiegati ed intensità di corrente usata.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta delle soluzioni corrosive devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche è opportuno che siano munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo e tutta la componentistica deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.2e -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI -Ottonatura

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986

 

 

3.2f - 1 RAMATURA

Lo scopo principale della ramatura è quello di rivestire le superfici ferrose, in modo da preparare una base per i successivi trattamenti di deposizione del nichel e del cromo.

Il rame in soluzione come rame II, in questo caso il processo di elettrodeposizione avviene in bagno acido con acido solforico, solfato di rame, sostanze organiche (quali tiourea). Il rame può essere presente come rame I, in questo caso abbiamo bagni alcalini al cianuro contenenti cianuro di rame, cianuro di sodio ed altri sali. La temperatura di esercizio del bagno è variabile dai 20 °C ai 50 °C.

3.2f - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE -Ramatura

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio, che può essere rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno). L’equipaggiamento elettrico deve comprendere due barre laterali ed una centrale. E’ necessario un buon isolamento elettrico da terra.

3.2f - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Ramatura

Aerosol e nebbie di sostante alcaline

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol di sostanze alcaline durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate, la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

AErosol di cianuri

Il lavoratore può essere esposto alle nebbie ed aerosol contenenti cianuri durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante l’indagine nel comparto è stata eseguita una valutazione dell’esposizione dei lavoratori a cianuri, utilizzando come indicatore il monitoraggio biologico, il quale permette di valutare la quantità di cianuri assorbiti per via inalatoria che cutanea. In un campione di 50 lavoratori esposti a cianuri, è stata effettuata la determinazione dei tiocianati a fine turno di lavoro, quale indicatore non specifico di esposizione, in quanto può derivare dall’assunzione dei cianuri con la dieta e con il fumo di sigaretta. I dati sono stati disaggregati tra fumatori e non fumatori, poiché il principale fattore di confondimento è rappresentato dal fumo. Nella nostra casistica i non fumatori (35 addetti), che prendiamo come indicatori più attendibili dell’inquinamento ambientale rispetto ai fumatori, hanno un valore medio di 6.5 mg/l (minimo 2.5 mg/l – massimo 10.2 mg/l), di cui 34 valori sono superiori ai limiti di riferimento per i tiocianati, che è per i non fumatori di 4.7 mg/l. Questo dato evidenzia che c’è un’esposizione professionale anche se è bassa. Tuttavia questa valutazione non è specifica per questa operazione, ma valuta globalmente l’esposizione dei lavoratori ai cianuri contenuti in tutti i bagni di trattamento, infatti, i cianuri sono contenuti nei bagni di argentatura, preargentatura, doratura, ottonatura, ed altri.

ACIDO SOLFORICO

Il lavoratore può essere esposto a vapori acidi durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta degli acidi. Durante le operazioni di aggiunta di soluzioni c’è la possibilità di contatto con la pelle e le mucose.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

3.2f–4 DANNO ATTESO - Ramatura

Aerosol e nebbie di sostante alcalinE CONTENTI CIANURI

Gli aerosol e vapori alcalini possono determinare una azione irritativa sulla pelle e sulle mucose, oltre che alle prime vie respiratorie.

I cianuri sono classificati come sostanze altamente tossiche per inalazione, per contatto e per ingestione, inoltre sono irritanti per la pelle e le mucose dell’occhio e delle prime vie respiratorie. L’esposizione a piccole dosi e per lungo tempo può provocare disturbi generali, quali cefalea, stanchezza, dispnea e vertigini, oltre a disturbi gastrointestinali, insufficienza epatica ed ingrossamento della tiroide.

ACIDO SOLFORICO

L’acido solforico è corrosivo ad una concentrazione superiore al 15%, mentre ad una concentrazione tra il 5% ed il 15% è irritante.

Di conseguenza si possono avere:

Nei bagni di ramatura acida con acido solforico la percentuale di acido può variare dal 2% al 6%.

3.2f-5 INTERVENTO - Ramatura

Aerosol e nebbie alcaline conteneti cianuri

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di nebbie ed aerosol alcalini e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno, tipo di prodotti impiegati ed intensità di corrente usata.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta delle soluzioni corrosive devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche è opportuno che siano munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo e tutta la componentistica deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.2f -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI - Ramatura

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986



1. FASE DI LAVORAZIONE : POST-TRATTAMENTI
2. COD.INAIL           : 
3. FATTORE DI RISCHIO  : CROMO
4. CODICE DI RISCHIO   : 
5. N.ADDETTI           : 250

 

3.3 POST-TRATTAMENTI

Nelle aziende oggetto dell’indagine i post-trattamenti (brunitura, metallocromia, fosfatazione) sono effettuati solo in alcune ditte e saltuariamente. L’unico trattamento, presente in 20 aziende, che rientra costante nel ciclo produttivo è la cromatazione.

 

3.3 - 1 CROMATAZIONE

Questo processo ha la funzione di inibire la corrosione dei metalli ferrosi e non ferrosi, mediante la formazione di un sottile strato di passivazione sulla superficie del metallo. Questa passivazione comporta come conseguenza una maggiore resistenza alla corrosione sia in ambiente acquoso, che in atmosfere moderatamente corrosive.

Il bagno di cromatazione chimica contiene composti di cromo esavalente, sia sotto forma di acido cromico, che di cromati o bicromati, inoltre sono aggiunte sostanze organiche ed inorganiche che funzionano da tensioattivi e catalizzatori.

3.3 - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE -Cromatazione

In questa fase di lavoro viene utilizzata vasca in acciaio rivestita in vipla, munita di sistema di riscaldamento diretto (uso di riscaldatori nel bagno).

3.3 - 3 I FATTORI DI RISCHIO - Cromatazione

Nebbie acide ed aerosol di cromo esavalente

Il lavoratore può essere esposto a nebbie acide ed aerosol contenenti cromo esavalente durante la fase di introduzione ed estrazione dei pezzi dai bagni, di pulizia delle vasche e di aggiunta dei prodotti. Durante la fase di aggiunta dei prodotti c’è la possibilità di contato con la pelle e le mucose.

Non sono stati eseguiti dei campionamenti ambientali per stimare l’entità dell’esposizione, tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

3.3 - 4 DANNO ATTESO - Cromatazione

Il cromo esavalente può essere assorbito sia per via respiratoria, digerente e cutanea. Il cromo esavalente ha proprietà ossidanti, sensibilizzanti, oltre ad essere classificato dalla IARC nel 1° gruppo, in particolare da studi epidemiologici negli addetti alla galvanica è stato visto un eccesso di tumori del polmone e dell’apparato gastrointestinale. Il triossido di cromo, il bicromato di potassio e il bicromato di sodio sono classificati come cancerogeni, in base alla normativa europea di classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose, di conseguenza è attribuita alle sostanze la frase di rischio R49, può provocare il cancro per inalazione. Gli organi bersaglio principali, per l’azione tossica, sono la pelle (varie forme di dermatite), le mucose delle prime vie respiratorie (con ulcerazioni, infiammazioni nasali e perforazioni del setto) ed il polmone (con infezione). Per quanto riguarda l’apparto urinario, per i soggetti esposti cronicamente a cromo esavalente sono riportate modificazioni nei livelli urinari di beta-2-microglobulina urinaria, quale indicatore di danno tubolare.

 

 

 

3.3 - 5 INTERVENTO –Cromatazione

Nebbie ed aerosol contenti cromo esavalente

Per ridurre il rischio di sviluppo e di diffusione nell'ambiente di lavoro di acidi e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate:

Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

* Le operazioni di aggiunta degli acidi devono avvenire utilizzando pompe.

* Gli addetti, durante le operazioni di manipolazione dei prodotti chimici e di pulizia della vasca devono indossare adeguati dispositivi di protezione individuali occhiali con protezione laterale, guanti e grembiule in plastica, mentre durante il trasferimento dei pezzi devono usare guanti adeguati al rischio e grembiule in plastica.

* Devono essere osservate scrupolose norme igieniche, quali non fumare e mangiare nei luoghi di lavoro, utilizzare abiti da lavoro e fare la doccia al termine del lavoro.

* Nel reparto dovranno essere predisposte, a portata di mano dei lavoratori, adeguate prese d’acqua corrente. Nel caso esista il rischio di investimento da liquidi corrosivi deve essere installata nel reparto, o nelle immediate vicinanze, doccia di emergenza.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le vasche devono essere munite di sistema di raccolta del liquido, derivante dal trasferimento dei pezzi da una vasca all’altra, quando non sono in linea. Questo sistema di raccolta può essere realizzato in materiale plastico, tipo grondaia, è ha lo scopo di ridurre l’imbrattamento della vasca e così permetterne una pulizia più facile e migliore alla fine del turno di lavoro (Banca dati regionale soluzione n.43).

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

3.3 -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI - Cromatazione

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986



1. FASE DI LAVORAZIONE : ASCIUGATURA
2. COD.INAIL           : 
3. FATTORE DI RISCHIO  : SOLVENTI
4. CODICE DI RISCHIO   : 
5. N.ADDETTI           : 250

3.4 ASCIUGATURA

L’operazione di asciugatura può essere fatta in diversi modi:

1)essere usate entro i limiti di velocità e di carico stabiliti dal costruttore. Tali limiti devono risultare da apposita targa ben visibile, applicata sulla macchina, inoltre su un cartello, affisso vicino alla macchina, devono essere riportate le istruzioni d’uso.

2) devono essere munite di solido coperchio dotato del dispositivo di blocco collegato con gli organi di messa in moto e di movimento della macchina tale da impedire di aprire il coperchio quando, la macchina è in moto o che provochi l’arresto della macchina all’atto dell’apertura. Inoltre questo sistema di blocco deve impedire l’avviamento della macchina se il coperchio non è nella posizione di chiusura.

 

3.4 - 1 ASCIUGATURA CON SOLVENTI

I pezzi da asciugare vengono immersi nel solvente clorurato (tricloroetilene, freon), che è contenuto in una vasca, e sono lasciati a contatto per un breve tempo; l’oggetto viene così privato di qualsiasi residuo acquoso, in quanto il liquido sposta la velatura di acqua o di umidità sul pezzo, sostituendosi ad essa, a causa della sua tensione superficiale e della maggiore affinità con il metallo.

3.4 - 2 LE ATTREZZATURE E LE MACCHINE

Per la sgrassatura con solventi è utilizzata vasca in metallo (generalmente acciaio inox) munita di riscaldamento, refrigerazione (serpentina di raffreddamento), sistema di distillazione per purificare e recuperare il solvente.

3.4 - 3 I FATTORI DI RISCHIO

Solventi clorurati:

- tricloroetilene

- 1,1,1 tricloroetano

L’esposizione non è determinata tanto dalla fuoriuscita di vapori di solventi, i quali si ricondensano quando giungono nella zona dell'abbattimento criogeno (serpentina di raffreddamento), ma dai vapori di solvente, che sono sui pezzi. I pezzi in lavorazione non rimangono un tempo sufficiente nella zona d'abbattimento criogeno, ma sono estratti troppo velocemente.

Non sono stati fatti dei campionamenti personali per valutare l'esposizione dei lavoratori, però la verifica dei consumi è tale da determinare una perdita di solvente, il quale diffonde nell'ambiente di lavoro o si ritrova nelle morchie derivanti dalla lavorazione. Tuttavia si ritiene che, con le misure preventive e protettive realizzate la probabilità di danno (stima dell’esposizione) sia bassa.

3.4 –4 DANNO ATTESO

Il tricloroetilene e 1,1,1-tricloroetano (attualmente non più usato) sono sostanze nocive per via inalatoria e possono determinare effetti irreversibili. Uno dei loro organi bersaglio è il fegato.

3.4 -5 INTERVENTO

Solventi clorurati

Per ridurre il rischio di diffusione nell'ambiente di lavoro di solventi clorurati e di conseguenza per ridurre l'esposizione devono essere messe in atto le misure preventive e protettive di seguito descritte.

* Le vasche devono essere munite di aspirazione localizzata, che garantisca una velocità di cattura adeguata, che è stabilita in base alle caratteristiche del bagno e precisamente, temperatura di esercizio del bagno e prodotti impiegati.

Trasferimento dei pezzi manualmente da una vasca all’altra, le aspirazioni localizzate sono collocate generalmente su tre bordi della vasca con esclusione di quello dove lavora l’addetto. Trasferimento dei pezzi mediante sistema semiautomatico o automatico, le aspirazioni sono collocate lateralmente rispetto alla postazione di lavoro.

L’aspirazione localizzata non deve creare problemi di strippaggio di solvente, ma deve creare una debole depressione della vasca rispetto all’ambiente di lavoro.

* Devono essere realizzare delle sbarre per attaccare i telai, portanti i pezzi dopo che sono stati sgrassati, in modo tale che i pezzi stazionino per un certo tempo nella zona dell'abbattimento criogeno, così da avere una completa ricondensazione del vapore.

* Le operazioni di aggiunta dei solventi devono avvenire utilizzando pompe.

* Durante la fase di pulizia della vasca, per la rimozione delle morchie, l’addetto deve indossare maschera munita di filtro per i solventi organici (tipo A - colore marrone) e guanti adeguati per il rischio solventi.

* Le vasche, dove il trasferimento dei pezzi è manuale e quando non sono impiegate nella lavorazione, devono essere tenute chiuse con coperchi.

AMBIENTE DI LAVORO

* I pavimenti e le pareti del reparto devono essere tali da permettere una facile pulizia, a tale scopo è necessario che le pareti siano lavabili fino ad una altezza di due metri dal bordo della vasca; inoltre il pavimento deve avere caratteristiche di antiscivolosità e di resistenza agli aggressivi chimici ed una adeguata pendenza per facilitare la raccolta, nei pozzetti, dei liquidi di spandimento e di lavaggio.

* I contenitori dei prodotti necessari alla lavorazione devono essere conservati sopra pedane, allo scopo di permettere una facile pulizia del pavimento. Laddove siano necessarie delle pedane, queste dovranno essere tali da reggere l’aggressione dei prodotti che sono versati accidentalmente, inoltre dovranno essere facilmente rimovibili ed essere realizzate in materiale antiscivolo.

* Le linee di produzione devono essere dotate di vasca di contenimento, atta a garantire la raccolta del contenuto della vasca di maggiore dimensione.

RISCHIO ELETTRICO

* I conduttori e gli elementi elettrici devono avere un rivestimento isolante continuo adeguato alla tensione di esercizio ed alle condizioni di temperatura, umidità ed acidità dell’ambiente.

* Tutti gli elementi metallici, ad alta e a bassa tensione, devono essere collegati a terra.
* I quadri di comando e manovra, le prese di corrente, le condutture e le derivazioni, devono essere realizzate con cavo a doppio isolamento. Il cavo, e tutta la componentistica, deve essere resistente agli agenti chimici aggressivi, generalmente PVC o resine autoestinguenti. Il grado di protezione non deve essere inferiore a IP55.

* E’ vietato l’uso di utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 V verso terra.

* L’illuminazione generale nei reparti di produzione deve essere realizzata con punti luce posti ad altezza superiore a 2.50 m dal piano di calpestio e con un grado di protezione non inferiore a IP55.

 

3.4 -7 RIFERIMENTI LEGISLATIVI

- DPR 303/56

- DPR 547/55

- ACGIH " Industrial Ventilation" ed. 86

- INRS Guide pratique de ventilation "2.- Ventilation des cuves de traitement de surface bains" febbraio 1986