Allegato. 2/A

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

1. COMPARTO

IMPIANTI A FUNE

 

2. CODICI ISTAT

60.21

 

 

 

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

     (riservato all’ufficio)

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

 

 

5. REGIONALE

 

 

6. PROVINCIALE

 

 

7. USL

N° 1 BELLUNO – Regione Veneto

44

8.ANNO DI RILEVAZIONE

2

0

0

3


 

686

 

 

 

9. NUMERO  ADDETTI:

 6786

 

   3        

 

31

 

 

 

9A. IMPIEGATI:

 

Uomini                                      donne

3

 

 

 

9B. OPERAI:

619

Uomini                                      donne

-

 

 

30

 

9C.  RISTORAZIONE

 

 Uomini                                                donne

 

 

 

 

 

23

 
10. NUMERO  AZIENDE :

Allegato. 2/B

 

 

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

SPISAL – DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

 

 

 

ULSS 1 BELLUNO

 

 

 

12. REFERENTE: DOTT.SSA DANIELA MARCOLINA

 

             INDIRIZZO:

VIA S. ANDREA, n° 8

 

 

                         CAP:

32100

 

 

 

                    CITTA’:

BELLUNO

 

 

           PROVINCIA:

BL

 

 

 

            TELEFONO:

0437 216927

 

 

 

 

                         FAX:

0437 216923

 

 

 

 

                   E-MAIL:

serv.spisal.bl@ulss.belluno.it

 

 

 

13. INFORTUNI:  periodo di osservazione: 1997-2003

 

TOTALE:

232

DI CUI MORTALI

2

 

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI: periodo di osservazione: 1997-2003 : NESSUNA

 

 

 

DENOMINAZIONE

N° CASI

COD. INAIL

 

 

 

 

NOTE:

 

 

 

    Allegato. 3

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

1. COMPARTO:

IMPIANTI A FUNE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

 

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6400

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Gestione impianti di risalita (funivie, seggiovie, sciovie)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

686

 

 

 

 

 


Allegato 1

TIPOLOGIA DI LAVORI SU IMPIANTI A FUNE

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 

6 - ASSISTENZA AI VIAGGIATORI:

Funivia (Agente di imbarco e di pedana)

Seggiovie e sciovia (Agente di pedana)

 
 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


DESCRIZIONE DELLE MANSIONI

 

 

BIGLIETTERIA – Vendita diretta di titoli di viaggio
 
 

 

 

 

CAPOSERVIZIO
 
 

 

 

 

MACCHINISTA  di : FUNIVIA – SEGGIOVIA - SCIOVIA
 
 

 

 

 

 

 

 

AGENTE DI STAZIONE SEGGIOVIA /SCIOVIA
 
 

 

 

 

 

 

ADDETTO BATTITURA PISTE

 
 

 

 

 

ADDETTO ALLA PRODUZIONE DI NEVE ARTIFICIALE

 
ADDETTO ALLA MANUTENZIONE DELLE PISTE
 
ADDETTO AL DISGAGGIO DELLE  VALANGHE
 
OPERAIO MANUTENTORE
 
 


 


Documento Comparto

RICERCA N. B/67-28/DOC/00:

“I PROFILI DI RISCHIO NEI COMPARTI PRODUTTIVI DELL’ARTIGIANATO, DELLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE E PUBBLICI ESERCIZI: IMPIANTI A FUNE”

 

 

Fra le varie attività lavorative presenti nel Bellunese, il comparto degli impianti  a fune  occupa un posto rilevante per la numerosità degli impianti presenti. Il territorio di competenza dell’ULSS n° 1 di Belluno ha una superficie di 2.748 Kmq, nella quale risiede una popolazione di 129.573 unità. Dei 51 comuni che lo compongono, ben 46 sono ubicati in zone di montagna e la loro economia è basata prevalentemente sul turismo invernale ed estivo. Infatti il ramo di attività più rappresentato è il Commercio e Turismo sia in termini di Unità Locali (5.150 su un totale di 13.021 ditte) che di addetti (10.914 su un totale di 45.260).   Per tali motivi nel territorio esiste un esteso comprensorio sciistico invernale e un altrettanto vasto turismo estivo  che si avvalgono di numerosi impianti di risalita: funivie, seggiovie, cabinovie, sciovie e simili. Sulla base delle informazioni raccolte presso la CCIAA risultano operanti nel territorio dell’ULSS di Belluno circa 30 imprese che gestiscono oltre 130 impianti; il numero degli addetti si aggira intorno alle 700 unità nel periodo di massima attività invernale, mentre scende a 100 nei periodi di bassa stagione o ad impianti fermi (molti operatori vengono assunti solo stagionalmente in base alle esigenze e licenziati nella bassa stagione). 

La situazione relativa alla sicurezza e all’igiene del lavoro non è stata finora studiata  a causa della difficoltà dell’azione  ispettiva  sul luogo di lavoro (spostamento con mezzi speciali tipo motoslitte o fuoristrada sugli impianti, sui campi da sci, rifugi di montagna ecc. ). Mancano inoltre informazioni certe sulle dimensioni del fenomeno infortunistico (gli infortuni sono contati insieme a quelli del comparto “trasporti”) e delle malattie professionali (non è stata applicata, per il passato, la sorveglianza sanitaria obbligatoria).  Tuttavia recenti segnalazioni di infortuni (oggetto di inchiesta giudiziaria) accaduti a dipendenti del comparto in esame durante l’uso di mezzi di trasporto speciali (motoslitte, gatti delle nevi) o nei locali tecnologici (cabine elettriche, locali contrappesi) indicano che il problema esiste non solo in termini di carenze oggettive di sicurezza ma anche dal punto di vista comportamentale e di sensibilizzazione degli addetti. 

Inoltre le condizioni di salute dei lavoratori dl comparto non sono finora stati approfonditi; anche la diffusione di malattie trasmesse da zecche nelle zone dell’arco alpino e prealpino rende opportuno un intervento preventivo nei confronti di lavoratori che operano all’aperto nei prati e boschi di montagna.  Da ultimo, alcune mansioni di lavoro con orari non convenzionali (lavoro dopo la chiusura degli impianti, comprese le ore notturne, turni lavorativi variabili, necessità di pernottamento presso gli impianti) rappresentano aspetti di organizzazione del lavoro che possono essere correlati ad un aumentato rischio di infortuni.

Per tali motivi il Servizio scrivente ha deciso di attuare una campagna di prevenzione  nel comparto in oggetto, al fine di conoscere lo stato di salute dei lavoratori del settore, individuare e quantificare i fattori di rischio, garantire il rispetto delle norme vigenti, favorire la sensibilizzazione degli addetti attraverso azioni informative,  al fine di ottenere un miglioramento delle condizioni  di sicurezza e salute.  

 

Si precisa che l’indagine ha riguardato esclusivamente gli impianti per trasporto persone e non i sistemi di trasporto materiali di approvvigionamento rifugi, legnami ecc. tramite teleferiche e simili.

 

Per arrivare ad ottenere un profilo di rischio globale abbiamo ritenuto di precedere secondo il seguente schema:

-         Un approccio alle aziende che faccia conoscere e migliori la sensibilità verso i fattori di rischio presenti nel comparto;

-         Una definizione delle condizioni esistenti in ciascuna realtà aziendale, con particolare approfondimento degli aspetti legati al rischio infortunistico e biologico;

-         Un’analisi critica  delle condizioni rilevate sia in termini di rispetto delle norme di leggi e di buona tecnica, sia di organizzazione del lavoro nei confronti della sicurezza  e salute;

-         Una  divulgazione delle informazioni ottenute alle Imprese interessate.

 

 

Attività svolta

 

Nel corso del 2003-2004 sono state attuate le seguenti fasi:

-         Acquisizione dell’elenco aggiornato delle aziende e della distribuzione precisa di tutti gli impianti del territorio; tale fase ha richiesto la raccolta diretta delle informazioni presso le Società, in quanto gli elenchi forniti dalla Camera di Commercio erano incompleti a causa delle varie codifiche con cui le Aziende si erano registrate;

-         Informazione preliminare alle associazioni di categoria e sindacali sul progetto, al fine di stimolare la loro collaborazione e favorire un approccio costruttivo con le aziende;

-         Indagine conoscitiva (sopralluogo ispettivo) presso 23 Società che gestiscono complessivamente 123 impianti. L’indagine comprendeva la verifica antinfortunistica delle attrezzature e delle  macchine impiegate, il controllo dell’idoneità dei locali di lavoro, la descrizione delle operazioni svolte dagli addetti e identificazione dei relativi rischi, la verifica degli aspetti documentali:  fra questi, il Registro Infortuni da cui sono state raccolte le informazioni relative al numero e alla tipologia degli infortuni sul lavoro accaduti negli ultimi sette anni.

-         Comunicazione alle singole aziende dell’esito delle indagini, l’indicazione delle carenze da sanare e  delle bonifiche  da attuare mediante Verbale di ispezione;

-         Accertamenti sanitari su un campione di  181 addetti, comprensivi di:

-          Visita medica ed esami strumentali di screening: audiometria e spirometria;

-         Somministrazione di un questionario per la rilevazione dei disturbi correlati ai fattori di rischio lavorativo ipotizzato.

 

Risultati

 

Condizioni di lavoro

I sopralluoghi effettuati hanno messo in evidenza una situazione complessivamente soddisfacente dal punto di vista della sicurezza, infatti in nessun caso si sono riscontrate violazioni alle principali norme di sicurezza. Tuttavia è stato necessario fornire sempre precise indicazioni di adeguamento a norme di buona tecnica o per migliorare le condizioni operative. Gli interventi consigliati sono descritti nel documento “profili di rischio”  

 

Danno rilevato: infortuni

Sono stati censiti cumulativamente tutti gli incidenti registrati sul “registro infortuni” dalle 23 Società ispezionate, accaduti durante il periodo 1997 – 2003 (non sono comprese nell’indagine le Società sportive e le Scuole di sci):

 

Anni

n. infortuni denunciati

Di cui mortali

1997-2003

232

2

 

Non è possibile suddividere gli infortuni in base alla singola fase lavorativa descritta,  in quanto la maggior parte dei lavoratori esegue più mansioni ed è coinvolto in diverse fasi, ma soprattutto perché spesso nella registrazione la mansione viene indicata genericamente con il termine “operaio”

Tuttavia  l’analisi degli infortuni avvenuti negli anni 1997-2003  indica che:

-         Frequenza: E’ stato calcolato l’indice di frequenza relativo agli infortuni accaduti nel corso dell’ultima stagione lavorativa 2003-2004 e rapportandolo al numero dei lavoratori occupati nello stesso periodo L’indice di frequenza annuo così calcolato risulta  essere di  4,8 infortuni/anno ogni 100 lavoratori.

-         Dinamica: la modalità più frequente in assoluto è lo scivolamento (40% rispetto alle restanti modalità di accadimento): di questi, il 37,5% è caduto con gli sci durante gli spostamenti per esigenze lavorative, un altro 35% è scivolato sulla neve o sul ghiaccio, mente il restante 27,5%  è inciampato sul terreno.

-         Mansione: un incidente tipico dell’addetto all’assistenza dei viaggiatori (agente di stazione o d’impianto) è l’urto contro seggiole, ganci e cabine.

-         Lesione: la lesione più frequente è la contusione che incontriamo nel 36% degli incidenti esaminati, seguita dai traumi distorsivi-lussativi nle 27%; seguono ferite e fratture rispettivamente nel 18 e 16%. Si segnalano, infine, due lesioni particolari: un danno da congelamento al piede e uno colpito da un fulmine.

-         Sede: la mano è la sede più colpita in assoluto (25%), seguita dall’arto inferiore (escluso il piede) nel 23% dei casi e dall’arto superiore (escluso mano) nel 11%. Faccia e cranio vengono colpiti nel 15% degli infortuni, mentre la parete toracica è interessata nel 10 %. 

-         Gravità: in media la prognosi è di 24 giorni (DS 37) con un range che va da un minimo di 1 a un massimo di 362 giorni. In particolare, il 13,4% degli infortuni ha una prognosi superiore a 40 giorni; i più gravi in assoluto (prognosi superiore a 100 giorni) rappresentano il 4% sul totale e sono dovuti per la maggior parte dei casi (37,5%) a cadute sugli sci, mentre nel 25% ad incidenti stradali (infortunio in itinere), per il restante 37,5% ad altre modalità (cadute da scale, scivolamenti su ghiaccio).

-         Infortuni mortali: gli infortuni mortali si sono verificati nei locali tecnologici (stazioni motrici) e nella gestione e manutenzione degli impianti di innevamento artificiale.  In particolare, si ricordano:

-         Un infortunio mortale da caduta nella fossa contrappesi di una funivia; l’operaio, esperto alpinista, stava supportando una Ditta specializzata durante la  sostituzione della fune portante: pur essendo presenti idonei sistemi di ancoraggio ed indossando la cintura di sicurezza, egli non si era ancorato e scivolava nella fossa da un’altezza di 5 metri (anno 1997);  

-         Un infortunio mortale da investimento con “gatto delle nevi”: durante le operazioni di battitura della pista, il titolare della Società si avvicinava al mezzo che procedeva in retromarcia; l’autista non si accorgeva della sua presenza nella parte posteriore del mezzo e lo investiva (anno 2001).    

-         Incidenti da fattori ambientali: si sono verificati 2 infortuni da investimento da valanga, conclusisi in maniera non grave (5 giorni di prognosi) e 1 incidente dovuto all’azione di un fulmine che anche in questo caso non ha provocato conseguenze. Anche se poco frequenti, essi rappresentano eventi potenzialmente gravi o mortali che vanno attentamente considerati nella valutazione di rischi di questo comparto lavorativo.  

 

 

Danno rilevato: indagine sullo stato di salute

Per conoscere i problemi di salute degli addetti agli impianti di risalita è stata eseguita una indagine sanitaria  su un campione di 181 addetti.

Il personale occupato presso gli impianti di risalita presenta aspetti molto diversificati del rapporto di lavoro e di tipologia delle operazioni svolte tali da rendere impossibile una estrapolazione dei loro problemi di salute di origine professionale rapportati alle singole fasi lavorative esaminate o alle mansioni. Vengono, quindi, di seguito riportati i risultati dell’indagine sull’intero campione senza suddivisione di rischi, danni o interventi di prevenzione per mansioni o per fasi lavorative.

 

·        Caratteristiche del rapporto di lavoro

Solo il 40% della popolazione lavorativa è assunto a tempo determinato (rapporto di lavoro fisso); mentre un altro 40% viene assunto a tempo determinato solo durante la stagione invernale. Il restante 20% è rappresentato da  stagionali che lavorano sia durante la stagione invernale che estiva, ma che vengono periodicamente licenziati nei mesi intermedi.

Risulta pertanto che la maggior parte dei lavoratori stagionali (prevalentemente quelli invernali) durante il restante periodo dell’anno svolge regolarmente altri lavori: frequentemente sono occupati in lavori boschivi o in edilizia. Queste tipicità del contratto di lavoro spiegano anche l’estrema variabilità dell’anzianità lavorativa presso il comparto che, infatti,  presenta un range di occupazione minimo di due mesi e un massimo di 40 anni (media 8 anni, DS 9).

    

·        Caratteristiche della popolazione lavorativa visitata

Per conoscere gli eventuali problemi di salute degli addetti del comparto è stata condotta un’indagine su un campione di 181 lavoratori. I lavoratori sono stati sottoposti a visita medica, audiometria e spirometria ed è stato richiesto loro di rispondere ad un questionario sui principali disturbi lamentati durante il lavoro.

La popolazione lavorativa visitata, tutta di sesso maschile,  ha un’età media di 39 anni (DS 11) con un range variabile da un minimo di 19 a un massimo di 63 anni. Per quanto riguarda le principali abitudini relative al fumo di sigaretta e all’assunzione di bevande alcoliche risulta che il  33% dei operai visitati è fumatore mentre il 14,5 lo era stato in passato; la maggior parte (73,5%) è abituato ad assumere regolarmente bevande alcoliche e precisamente: il 56% beve durante il pasto in media 2 bicchieri di vino, il 10% beve birra  durante il fine settimana  e il 34% assume superalcolici fuori pasto.

 

·        Risultati del questionario

L’indagine sanitaria ha evidenziato che i disturbi più frequenti, lamentati da circa un terzo (32%) dei soggetti intervistati, sono i problemi all’apparato uditivo, in particolare la sensazione di orecchio tappato, seguito dalla diminuzione dell’udito, ronzii e talvolta  dolore e vertigini.

I  disturbi agli occhi, caratterizzati da arrossamenti e irritazioni, sono lamentati dal 28% della popolazione lavorativa; mentre il 23% soffre di dolori al rachide.

 

Prevalenza dei sintomi riferiti

 

Apparato/disturbo

Frequenza %

App. respiratorio

irritazione prime vie aeree

14

bronchiti

6

forme allergiche

7

App. uditivo

“orecchio tappato”

32

diminuzione udito

13

ronzii

9

vertigini

3

dolore

2

Cute

secchezza 

11

eritema

5

forme allergiche

3

App. ostoerticolare

dolore arti

13

dolore rachide

23

dolore mani

11

App. cardiovascolare

palpitazioni

4

cefalea

4

 

Il questionario ha indagato anche il problema del rischio da punture da zecche per le malattie che possono veicolare: l’encefalite virale e la borelliosi di Lyme.  Questo artropodo è molto diffuso nel territorio della nostra provincia dove vive prevalentemente ad altitudini inferiori ai 1000 metri, nelle zone boschive e umide o nelle radure con erba alta. La ricerca ha evidenziato che il solo il 7% dei lavoratori visitati ha subito una puntura da zecca durante il lavoro,  mentre il 12%  risulta vaccinato contro la TBE. In effetti, il problema rappresentato dalle zecche è  limitato solo ad alcune zone degli impianti ubicati nel fondo valle, per cui non pare costituire un rischio importante per questi lavoratori.

 

·        Risultati degli accertamenti clinici

Le alterazioni più frequentemente riscontrate all’esame obiettivo sono l’ipertensione arteriosa, presente nel 24% dei soggetti visitati, seguita dalla iperemia delle prime vie aeree nel 17% dei casi. I problemi alla cute e alle congiuntive oculari invece sono stati evidenziati rispettivamente nel 2,2 e 1,6 %.

La funzionalità ventilatoria dell’apparato respiratorio, misurata attraverso l’esame spirometrico, è risultata nomale nel 80% dei lavoratori; l’analisi comparata con l’abitudine al fumo ha permesso di confermare che la compromissione della funzionalità ventilatoria coinvolgeva  prevalentemente i soggetti fumatori.

Il 65% dei lavoratori ha una capacità uditiva normale,  le alterazioni sono rappresentate nel 13% dei casi da ipoacusie di natura non tecnopatia e nel 22% da deficit uditivi di tipo neurosensoriale da trauma acustico cronico, rappresentate per la maggior parte dalle forme lievi corrispondenti al 1° e 2° grado della classificazione Merluzzi. 

 

Prevalenza delle alterazioni  riscontrate     

 

Alterazione

Frequenza %

Ipertensione arteriosa

44

Iperemia prime vie aeree

17

Eritema/discheratosi cute viso e mani

2,2

Iperemia congiuntive

1,6

Deficit funzionalità ventilatoria

20

Deficit capacità uditiva

35

di cui da trauma acustico cronico

22

 

·        Conclusioni e Interventi di prevenzione sanitaria

La ricerca non ha riscontrato nessuna patologia professionale correlata all’attività presso gli impianti. Infatti l’indagine anamnestica sui casi di ipoacusia ha dimostrato che il deficit uditivo era presente da molti anni e collegabile ad altre attività lavorative svolte in precedenza o contemporaneamente al lavoro presso gli impianti a fune. Tuttavia i disturbi lamentati quali la sensazione di orecchio tappato,  i problemi alla cute e i dolori al rachide sono sicuramente collegabili alle condizioni lavorative che impongono a frequenti e continui spostamenti di quota ed esposizione agli agenti atmosferici (sole, neve, freddo). 

In base ai risultati dell’indagine sanitaria risulta, pertanto,  che alcuni fattori ambientali e organizzativi, rappresentati da condizioni climatiche sfavorevoli, postazioni di lavoro ubicate ad alta quota e turni di lavoro anche con orari notturni, sono fonti di rischio per la salute dei lavoratori.  Si ritiene pertanto che, pur in assenza di condizioni per le quali è prevista la sorveglianza sanitaria obbligatoria, sia consigliabile effettuare un controllo sanitario dei lavoratori comprensivo di visita medica annuale con ECG e emocromo, integrato da esami strumentali di screening, quali audiometria e spirometria, ogni due anni.    

 

 

 

 

Referente:  dr. ssa Stefania Peterle : 0437/216925 e-mail: stefania.peterle@ulss.belluno.it                                                                        


Documento Fase/Fattore di rischio

 

PROFILI DI RISCHIO NEL COMPARTO IMPANTI A FUNE

Casella di testo: 1 INTERVENTI NELLE STAZIONI

 

 

 

La fase di lavorazione

1.0) FUNIVIE

Trattasi di: Interventi  sui riduttori - Controllo-rabbocchi lubrificante - Sostituzione o controllo cuscinetti - Controlli non distruttivi degli alberi e perni delle pulegge smontate -Sostituzione delle guarnizioni cedevoli delle pulegge principali - Interventi sui giunti di accoppiamento alberi veloci/lenti -Tornitura delle guarnizioni cedevoli delle pulegge - Registrazione freni di servizio e di emergenza – Sostituzione ferodi – Registrazione micro - Regolazione dispositivi di tensione -  Registrazione pendoli meccanici per il controllo della sovravelocità dell’impianto.

Le funivie presenti nel nostro territorio sono in totale 7.

FOTO N. 1: CABINA FUNIVIA

 

FOTO N. 2: PARTICOLARE FRENI FUNIVIA

 

 

 

 

 

1.1) IMPIANTI FISSI E A COLLEGAMENTO TEMPORANEO DEI VEICOLI :

- SEGGIOVIE  E CABINOVIE A SGANCIAMENTO AUTOMATICO

Trattasi di: Registrazione guide scorrimento e comando morse – Controllo e revisione sagome geometriche – Sostituzione cinghie di traino dei rulli gommati di accelerazione/decelerazione o dei pneumatici – Sostituzione e riparazione catene - Controlli periodici delle apparecchiature del giro stazione -Sostituzione rulli deviazione fune traente  - Sollevamento di materiale in genere – Interventi su motori termici o gruppi elettrogeni- Saldature di parti metalliche per piccole riparazioni.

Gli impianti a sganciamento automatico, rispetto a quelli fissi, presentano aspetti progettuali e costruttivi di recente concezione che richiede una maggiore specializzazione degli addetti; sono accentuati gli interventi di manutenzione richiesta e la loro rumorosità; l’aspetto migliorativo è rappresentato dal più agevole ricovero delle seggiole nel periodo di non utilizzo, senza interventi di smontaggio, ma tramite apposito binario che conduce nel magazzino.

Tale fase è svolta dai caposervizi, dai macchinisti e dagli  operai manutentori (fissi e non stagionali), soprattutto nei  periodi di inattività dell’impianto.

FOTO N. 3: SEGGIOVIA FISSA

FOTO N. 4: CABINOVIA FISSA

FOTO N. 5: SEGGIOVIA A SGANCIAMENTO AUTOMATICO

FOTO N. 6 : MOTORE SEGGIOVIA

 

FOTO N.  7: MOTORE SEGGIOVIA

 

 

 

 

1.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Ponteggi, scale portatili, carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata, attrezzature di sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti su carro e autogru);

Utensili manuali ordinari  e speciali : utensili di tornitura, martelli pesanti utensili isolati per lavori elettrici, saldatrici e smerigliatrici, chiavi dinamometriche attrezzi di tiro, sia manuali che a motore, calibri speciali, leve e martinetti idraulici, dispositivi predisposti dalle rispettive case costruttrici , attrezzature per la messa fuori tensione meccanica della fune;

Strumenti di misura meccanica ed elettrica;

Recipienti di raccolta dei materiali di risulta ,olii esausti, carta e stracci di pulizia del lubrificante in esubero;

Radio ricetrasmittenti.

 

Sono stati analizzate 56 attrezzature da lavoro utilizzate nei 123 impianti di risalita ispezionati.   Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32% di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996.

 

1.3) Il fattore di rischio

Caduta dall’alto, traumi da urto, schiacciamento, impigliamento, ustioni, elettrocuzioni, esposizione ad agenti chimici per la lubrificazione e pulizia;

Esposizione a polveri da usura pastiglie del sistema di frenatura; per il passato con possibile presenza di amianto, oggi rimosso;  polvere di usura spazzole dei motori nella sala macchine.

Esposizione a basse temperature e a radiazioni attiniche

 

1.4) Il danno atteso

1.4.1) INFORTUNI: sono stati censiti cumulativamente tutti gli incidenti registrati sul “registro infortuni” dalle 23 Società ispezionate, accaduti durante il periodo 1997 – 2003 (non sono comprese nell’indagine le Società sportive e le Scuole di sci):

 

Anni

n. infortuni denunciati

Di cui mortali

1997-2003

232

2

 

Non è possibile suddividere gli infortuni in base alla singola fase lavorativa descritta,  in quanto la maggior parte dei lavoratori esegue più mansioni ed è coinvolto in diverse fasi, ma soprattutto perché spesso nella registrazione la mansione viene indicata genericamente con il termine “operaio”

Le valutazioni complessive del fenomeno infortunistico del comparto sono descritte nel  “Documento  Comparto”

 

1.4.2) INDAGINE SULLO STATO DI SALUTE: Per conoscere i problemi di salute degli addetti agli impianti di risalita è stata eseguita una indagine sanitaria  su un campione di 181 addetti.

Il personale occupato presso gli impianti di risalita presenta aspetti molto diversificati del rapporto di lavoro e di tipologia delle operazioni svolte tali da rendere impossibile una estrapolazione dei loro problemi di salute di origine professionale rapportati alle singole fasi lavorative esaminate o alle mansioni.

I risultati complessive dell’indagine sanitaria sui lavoratori del comparto sono descritti nel “Documento  Comparto”

 

 

1.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-          Caduta dall’alto: adozione di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli, piattaforme autosollevanti, scale portatili e fisse con gabbie di protezione), protezioni temporanee contro la caduta di utensili, materiali e persone;  adozione di DPI (imbracatura anticaduta conformi alla UNI-EN 361  con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme alle UNI EN 358, e  per la discesa di emergenza conforme alla UNI EN 813):

-          Traumi: dispositivi di trazione e sollevamento del materiale per la messa in sicurezza della fune e/o dei componenti da sollevare, utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento; adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica

-          Ustioni: presenza di valvole per impedire il ritorno di fiamma, guanti, protezione degli occhi e del viso;

-          Elettrocuzione: Attrezzature isolate e strumentazione di misura isolate;

-          Basse temperature e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature  guanti, occhiali da sole;

-          Esposizione ad agenti chimici: uso di guanti resistenti agli olii.

 

-         N.B: le indicazioni fornite per la prevenzione degli infortuni hanno dovuto tener conto delle necessità tecniche imposte dall’ U.ST.I.F. (Ufficio Speciale Trasporto Impianti a Fune, del Ministero dei Trasporti ), Responsabile della Sicurezza degli impianti per l’utenza.

 

1.6) Appalto a Ditta esterna

La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere  a vista sulle funi ed altri elementi dell’impianto sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate gli interventi periodici e straordinari (controlli magnettoinduttivi sulle funi , verifica freni, controlli non distruttivi) imposte da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF)

 

1.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 07.01.1956 N. 164

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

1.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          inquinamento da fonti di rumore

-          possibili sversamenti di olii lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di manutenzione/sostituzione parti di impianto.

-          Scarichi civili da servizi igienici

Casella di testo: 2 INTERVENTI SUI VEICOLI

 

 

 

2.1) La fase di lavorazione

Spostamento dei veicoli lungo la fune (circa 50 cm) per limitarne l’usura localizzata – Per le seggiovie a sganciamento fisso, prove di scorrimento sulla fune dei morsetti dei veicoli – Sostituzione rulli carrello vettura funivia bifune e ganasce del freno sulla portante in stazione.

Ricovero di seggiolini e cabine a sganciamento automatico in apposito “hangar” nei periodi di ridotto utilizzo, chiusura impianto o in caso di maltempo. 

 

Tale fase è svolta dai caposervizi, dai macchinisti, agenti e dagli  operai manutentori (fissi e non stagionali).

 

Per le cabine delle funivie, è prevista una ispezione giornaliera (la prima corsa del mattino) delle condizioni della fune (per la presenza di ghiaccio od altri materiali) da parte di un operatore (vetturino, macchinista o manutentore) il quale ha il compito di salire fisicamente sopra la cabina, all’interno di un apposita piattaforma rialzata sul tetto della cabina, e di effettuare, tramite esame visivo e rilevamento di rumore, la verifica del corretto scorrimento dei rulli di sostegno della funivia lungo tutto il percorso.

FOTO N. 8: CABINA FUNIVIA

FOTO N. 9: PARTICOLARE ANELLO AGGANCIO DELLA FUNE ALLA FUNIVIA

 

 

 

 

2.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Ponteggi, scale portatili, carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata, attrezzature di sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti su carro e autogru, di norma noleggiate per lavori di straordinaria manutenzione);

Utensili manuali ordinari  e speciali.

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

 

2.3)Il fattore di rischio

Caduta dall’alto, traumi da scoppio del tubo idraulico o adduttore di aria compressa; infortuni da messa in moto intempestiva dell’impianto;

Caduta di carichi sospesi;

Esposizione a basse temperature e a radiazioni attiniche.

 

2.4) Il danno atteso

 

Vedi punto 1.4

 

2.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-         Caduta dall’alto: adozione di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli, piattaforme autosollevanti, scale portatili e fisse con gabbie di protezione), protezioni temporanee contro la caduta di utensili, materiali e persone;  adozione di DPI (imbracatura anticaduta conformi alla UNI-EN 361  con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme alle UNI EN 358, e  per la discesa di emergenza conforme alla UNI EN 813);

per l’addetto alla verifica quotidiana sopra la cabina della funivia, è stato imposto,  per  tutto il percorso di uscita dalla botola superiore fino alla parte superiore del carrello, l’uso di imbragatura e la presenza di idonei punti di ancoraggio ben identificabili (sul tetto della cabina, sulla scala a lato della sospensione, sul cestello e altre zone dove si eseguono operazioni di emergenza); per detta mansione si ritiene necessario l’affidamento a personale maggiormente specializzato, selezionato e motivato  ad affrontare ed eseguire manovre in condizioni di forte dislivello (vertigini, intemperie) all’esterno della cabina  entro una piattaforma di ridotte dimensioni, seppure legati tramite cinture di sicurezza;

-          Traumi: accertare il buono stato di conservazione dei tubi idraulici ed adduttori di aria compressa e proteggerli con flessibili nei punti critici; con l’impianto in movimento l’operatore sulla pedana  o sul ponte dovrà porsi e mantenersi a distanza di sicurezza dall’area di transito dei veicoli; ad impianto fermo dovrà essere mantenuto interrotto il circuito di sicurezza dall’area di transito dei veicoli; utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento; adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica;

-          Caduta di carichi sospesi: accertare la portata delle imbracature in relazione al carico e l’idoneità degli attrezzi;

-          Basse temperature e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature, guanti, occhiali con protezione da raggi UV.

 

2.6) Appalto a Ditta esterna

La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate gli interventi straordinari e periodici imposti da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF)

 

2.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 07.01.1956 N. 164

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626.

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

2.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          possibili sversamenti di olii lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di manutenzione/sostituzione parti di impianto;

-          scarichi civili da servizi igienici.

Casella di testo: 3 INTERVENTI  IN LINEA

 

 

 

3.1) La fase di lavorazione

Uso del carrello di manutenzione con scorrimento sulla fune – Ingrassaggio di funi metalliche – Accesso ai sostegni di linea (su pali e tralicci) – Ispezioni a rulli e rulliere – Sostituzione dei rulli di linea e/o di stazione – Sgrassaggio e lubrificazione di rulli e rulliere

FOTO N. 10: CARRELLO PER LA MANUTENZIONE IN LINEA

FOTO N. 11: RULLIERE

 

FOTO N. 11: RULLIERE

 

FOTO N. 13: RULLIERE

 

 

 

 

 

Tale fase è svolta dai caposervizi, dai macchinisti, agenti  e  operai  manutentori (fissi e non stagionali).

 

3.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Ponteggi, scale portatili, carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata;

Utensili manuali ordinari  e speciali, dispositivi predisposti dalle rispettive case costruttrici;

Radio ricetrasmittenti.

Attrezzature di sgrassaggio e lubrificazione dei ganci.

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti) .

 

3.3) Il fattore di rischio

Caduta dall’alto;

Traumi da sovraccarico del carrello; sbilanciamento del carico sul carrello;

Incidenti da insufficiente collegamento radio con il macchinista;

Esposizione a vapori e contatto cutaneo con sgrassanti per i componenti del sistema di ammorsamento alla fune;

Esposizione a basse temperature, a radiazioni attiniche e condizioni meteorologiche avverse.

 

3.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

3.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-          Caduta dall’alto: adozione di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli, piattaforme autosollevanti, scale portatili con ganci di trattenuta e chiodi, scale fisse con gabbie di protezione o fune di trattenuta per l’ancoraggio della cintura di sicurezza), protezioni temporanee contro la caduta di utensili, materiali e persone;  adozione di DPI (imbracatura anticaduta conformi alla UNI-EN 361  con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme alle UNI EN 358, e  per la discesa di emergenza conforme alla UNI EN 813):

-          Incidenti da carente comunicazione con il macchinista: controllare prima della partenza e periodicamente durante il trasferimento il perfetto contatto radio tra gli operatori ed il macchinista; il macchinista dovrà presidiare costantemente la sala macchine; per ogni ordine impartito via radiodeve essere sempre richiesta esplicita conferma; in caso di collegamento radio disturbato o inesistente è vietato mettere in moto l’impianto (il personale deve scendere a terra con l’attrezzatura di calata)

-          Incidenti da sovraccarico del carrello e da sbilanciamento del carico: equilibrare il carico posto sul carrello; durante il trasferimento il personale dovrà rimanere in posizione corretta; con il carrello in posizione di lavoro il macchinista deve interrompere l’alimentazione dei motori; impedire l’accesso all’area sottostante la zona di lavoro;

-          Cadute di materiali: utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento;

-          Rischi da impigliamento e contatto con organi in moto: effettuare le lubrificazioni ad organi fermi;  utilizzare indumenti da lavoro privi di possibilità di impigliamento;

-          Adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica;

-          Esposizione a vapori o contatto diretto con solvente di sgrassaggio: effettuare le operazioni in area ventilata o predisporre impianto di aspirazione localizzata dei vapori, utilizzare indumenti e guanti resistenti ai solventi;

-          Contatto con lubrificanti: uso di guanti resistenti agli olii.

-          Basse temperature e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature  guanti, occhiali protettivi UV.

 

3.6) Appalto a Ditta esterna

La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate gli interventi straordinari e periodici imposti da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF): sostituzione o riparazione delle funi.

 

3.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 07.01.1956 N. 164

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626.

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

3.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          possibili sversamenti di olii lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di manutenzione/sostituzione parti di impianto.

-          Scarichi civili da servizi igienici

 

Casella di testo: 4 INTERVENTI  SULLE FUNI

 

 

 

4.1 La fase di lavorazione

Controlli magnetoinduttivi - Impalmatura di fune di acciaio (unione di due funi mediante intreccio, senza l’utilizzo di saldature) - Messa fuori tensione di funi portanti o traenti  - Applicazione sulle funi dei morsetti da tiro – Messa in opera di funi portanti e traenti lungo la linea - Sollevamento delle scarpe delle funi portanti – Controllo ellissi di usura funi portanti  - Scorrimento delle funi portanti – Prove di finto taglio – Confezionamento di teste fuse (leghe basso fondenti); trasporto di funi, materiale e personale (sempre più spesso con l’ utilizzo dell’ elicottero).

 

Tale fase è svolta dai caposervizi, dai macchinisti e dagli operai manutentori (fissi e non stagionale), e da Ditte specializzate normalmente nei periodi di inattività dell’impianto.

FOTO N. 14: CONFEZIONAMENTO DI TESTE FUSE (FUNIVIA)

FOTO N. 15: TRASPORTO MATERIALI IN QUOTA

 

FOTO N. 16: FASI DI MANUTENZIONE E VERIFICA

 

FOTO N. 16 BIS: CONTROLLO DELLE FUNI

FOTO N. 16 TER: FASI DI MANUTENZIONE E VERIFICA

 

 

 

 

4.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Ponteggi, scale portatili, carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata, attrezzature di sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti su carro e autogru);

Utensili manuali ordinari  e speciali: taglie e ganci; rulli per lo scorrimento della fune; morsetti da tiro; falconi e/o martinetti,  chiavi dinamometriche attrezzi di tiro, sia manuali che a motore, calibri speciali, leve e martinetti idraulici, dispositivi predisposti dalle rispettive case costruttrici, attrezzature per la messa fuori tensione meccanica della fune; attrezzatura per la fusione dei metalli;

Strumenti di misura meccanica ed elettrica;

Radio ricetrasmittenti.

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

 

4.3) Il fattore di rischio

Caduta dall’alto, traumi da urto – schiacciamento - impigliamento, ustioni, elettrocuzioni;

Incidenti da messa in moto intempestiva dell’impianto;

Esposizione a fumi metallici;

Esposizione a basse temperature, a radiazioni attiniche e ad agenti atmosferici avversi;

Incidenti da insufficiente collegamento radio con il macchinista;

Incidenti da utilizzo dell’elicottero negli interventi straordinari, di emergenza o di nuova costruzione.

 

4.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

4.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-          Caduta dall’alto: adozione di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli, piattaforme autosollevanti, scale portatili con ganci di trattenuta e chiodi, scale fisse con gabbie di protezione o fune di trattenuta per l’ancoraggio della cintura di sicurezza), protezioni temporanee contro la caduta di utensili, materiali e persone;  adozione di DPI (imbracatura anticaduta conformi alla UNI-EN 361  con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme alle UNI EN 358, e  per la discesa di emergenza conforme alla UNI EN 813):

-          Incidenti da carente comunicazione con il macchinista: controllare prima della partenza e periodicamente durante il trasferimento il perfetto contatto radio tra gli operatori ed il macchinista; il macchinista dovrà presidiare costantemente la sala macchine; per ogni ordine impartito via radio deve essere sempre richiesta esplicita conferma; in caso di collegamento radio disturbato o inesistente è vietato mettere in moto l’impianto (il personale deve scendere a terra con l’attrezzatura di calata).

-          Cadute di materiali: utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento;

-          Traumi: dispositivi di trazione e sollevamento del materiale per la messa in sicurezza della fune e/o dei componenti da sollevare, utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento; adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica

-          Ustioni: presenza di valvole per impedire il ritorno di fiamma, guanti, protezione degli occhi e del viso;

-          Elettrocuzione: Attrezzature isolate e strumentazione di misura isolate;

-          Basse temperature e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature  guanti, occhiali da sole;

-          Adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica, mascherine antipolvere;

-          Basse temperature e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature  guanti, occhiali di protezione da raggi UV.

 

4.6) Appalto a Ditta esterna

La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate (anche in tecniche alpinistiche) gli interventi straordinari e periodici  imposti da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF): sostituzione, riparazione o impalmatura funi, trasporto delle funi in quota, ecc.

Sono affidate a Società private anche i trasporti in quota, via elicottero, di materiali, attrezzature e personale specializzato.

 

4.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 07.01.1956 N. 164

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626.

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

Linee- Guida ISPESL su D.Lgs. 8/7/2003 n. 235 “Attuazione Direttiva  2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l’uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori”.

 

4.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          possibili sversamenti di olii lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di manutenzione/sostituzione parti di impianto;

-          Disturbo ambientale (rumore, movimento d’aria, sollevamento polvere) da utilizzo dell’elicottero;

-          Scarichi civili da servizi igienici.

 

Casella di testo: 5 COMANDO E CONTROLLO IMPIANTI A FUNE

 

 

 

5.1) La fase di lavorazione

Stazione  motrice e rinvio :

- Manovre sui quadri elettrici e pulpiti di comando; sorveglianza su monitor dei parametri  di corretto funzionamento dell’impianto

- Manutenzioni e piccoli  interventi sui quadri elettrici

 

FOTO N. 17: STAZIONE DI COMANDO

 

5.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Utensili manuali ordinari  e speciali : utensili isolati; strumenti di misura elettrica;

Radio ricetrasmittenti.

 

5.3) Il fattore di rischio

Elettrocuzioni.

Rumore

Stress da vigilanza e da lavoro monotono

 

5.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

Per quanto il rumore: sono stati raccolti  i dati relativi ai valori di rumorosità in base alle misure fonometriche effettuare dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:

sala macchine

Leq = da 85,5 a  93 dB(A)

Sala motori

Leq = 93 dB(A)

Il valore di Lep,d dei macchinisti è generalmente nella fascia da 80 ed  85 dB(A) : valore massimo di 84,8 dB(A)

Per quanto riguarda il rischio da rumore, si riscontrano 36 casi  (20%) di deficit uditivo di vario grado della scala Merluzzi: la maggior parte dei casi rientra nel lieve deficit  (1° e 2° grado);  tuttavia, trattasi di personale che, nei periodi di fuori esercizio degli impianti, lavora in altri comparti, come l’edilizia e i lavori boschivi, con riconosciuta esposizione a rischio rumore.

 

5.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

Nella sala macchine, tenuto conto della complessità e della pericolosità degli impianti, l’accesso deve essere riservato esclusivamente al personale formato ed abilitato alle operazioni di controllo e manutenzione; devono essere predisposte specifiche procedure operative per l’accesso in sicurezza e deve essere garantita la formazione del personale;

Regolare verifica dei valori legati al corretto funzionamento degli impianti;

Protezione dell’ udito: DPI (è necessario però tener conto dell’ esigenza tecnica di percepire tempestivamente rumorosità anomale dell’ impianto a scopo di controllo).

 

5.6) Appalto a Ditta esterna

Sono generalmente affidati a Ditte esterne le manutenzioni straordinarie dei componenti (schede elettroniche) e la fornitura e l’aggiornamento del software di gestione dell’impianto.

 

5.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626. 

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impianti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

5.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          Rumorosità impianti;

-          Scarichi civili da servizi igienici;

-          Segnali di comunicazione radio.

 

Casella di testo: 6	ASSISTENZA AI VIAGGIATORI:
FUNIVIA:  AGENTE DI IMBARCO E DI VETTURA;
SEGGIOVIA E SCIOVIA: AGENTE DI PEDANA

6.1) La fase di lavorazione

Controllo del transito dei  viaggiatori (agenti di imbarco e agenti di vettura sulle funivie, agenti di pedana o  di stazione  nelle seggiovie e sciovie).

FOTO 17 BIS: STAZIONE ARRIVO SEGGIOVIA FISSA

 

Per le cabine delle funivie, è prevista una ispezione giornaliera (la prima corsa del mattino) delle condizioni della fune (per la presenza di ghiaccio od altri materiali) da parte di un operatore (vetturino, macchinista o manutentore) il quale ha il compito di salire fisicamente sopra la cabina e, all’interno di un apposita piattaforma rialzata dal tetto della cabina,  effettuare, tramite esame visivo e rilevamento di rumore, la verifica del corretto scorrimento dei rulli di sostegno della funivia lungo tutto il tragitto della corsa.

 

6.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Radio ricetrasmittenti e telefoni di servizio.

 

6.3)Il fattore di rischio

Rumore

Stress “da  vigilanza”

Per gli agenti di vettura delle funivie: disagi da variazioni continue e rapide di altitudine (fino a 900 m di dislivello)

Per gli agenti di pedana: esposizione a basse temperature, vento, aria secca, con maggiore rischio di infezioni alle vie respiratorie e malattie da raffreddamento.

Infortuni da scivolamento e da urti con seggiolini e ganci.

 

6.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

Per quanto riguarda il rumore: sono stati raccolti  i dati relativi ai valori di rumorosità in base alle misure fonometriche effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:

postazione imbarco-sbarco

Leq = variabile da 65  a  85,2 dB(A)

Sala motori

Leq = 93 dB(A)

Il valore di Lep,d degli agenti di vettura è di norma inferiore a 80 (A).

 

Per quanto riguarda il rischio da rumore, si riscontrano 36 casi  (20%) di deficit uditivo di vario grado della scala Merluzzi: la maggior parte dei casi rientra nel lieve deficit  (1° e 2° grado);  tuttavia, trattasi di personale che, nei periodi di fuori esercizio degli impianti, lavora in altri comparti, come l’edilizia e i lavori boschivi, con riconosciuta esposizione a rischio rumore.

 

6.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

- per l’addetto alla verifica quotidiana sopra la cabina della funivia, è stato imposto,  per  tutto il percorso di uscita dalla botola superiore fino alla parte superiore del carrello, l’uso di imbragatura e la presenza di idonei punti di ancoraggio ben identificabili (sul tetto della cabina, sulla scala a lato della sospensione, sul cestello e altre zone dove si eseguono operazioni di emergenza); per detta mansione si ritiene necessario l’affidamento a personale maggiormente specializzato, selezionato e motivato ad affrontare ed eseguire manovre in condizioni di forte dislivello (vertigini, intemperie) all’esterno della cabina  entro una piattaforma di ridotte dimensioni, seppure legati tramite cinture di sicurezza;

- Basse temperature, aria secca  e radiazioni UV, vento: tute termiche con protezione del capo, calzature,  guanti, occhiali di protezione.

 

6.6) Appalto a Ditta esterna

Non ci sono appalti in questa fase.

 

6.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626. 

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impianti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

6.8) Il rischio esterno

Rumorosità ambientale.

 

Casella di testo: 7 INNEVAMENTO ARTIFICIALE - BATTITURA PISTE – GESTIONE RISCHIO VALANGHE

7.1) La fase di lavorazione

Trattasi di :

INNEVAMENTO:  posizionamento di generatori di neve  tramite mezzi battipista, collegamento alla rete idraulica ed elettrica, vigilanza, manutenzione ed eventuale sgelamento; gestione della centrale di pompaggio acqua.

Alcune Società hanno costruito vasche interrate per l’accumulo di acqua ovvero bacini artificiali (laghetti), ben inseriti nel contesto ambientale.

FOTO N. 18: STAZIONE DI INNEVAMENTO E TORRI DI RAFFREDDAMENTO

FOTO N. 19 : CANNONI

 

FOTO N. 20: CANNONI

 

FOTO N. 21: LANCE IN POSTAZIONE FISSA

FOTO N. 22: POMPE PER INNEVAMENTO ARTIFICIALE

 

FOTO N. 23 : BACINI ARTIFICIALI

FOTO N.  24: BACINI ARTIFICIALI

 

 

 

 

BATTITURA PISTE : distribuzione della neve con benna del battipista assistito da operatore a terra, dotato di attrezzi manuali; battitura tramite cingoli del battipista e successiva fresatura e livellamento; controllo, rifornimento e manutenzione ordinaria dei mezzi battipista (“gatti delle nevi”).

 

FOTO N. 25: GATTO DELLE NEVI DURANTE LO SGANCIO SEGGIOLINI

 

GESTIONE RISCHIO VALANGHE: vigilanza e gestione programmata delle valanghe tramite:

a) posizionamento di cariche esplosive con innesco programmato con impianto denominato “CATEX”; la carica viene posizionata tramite un impianto fisso con fune scorrevole sotto la diretta sorveglianza dell’addetto; controllo della corretta discesa del fronte;  verifica e recupero dei dispositivi di innesco della carica;

b) posizionamento di sistemi fissi di trattenimento del manto nevoso, distribuito uniformemente nei pendii a rischio (sulla base delle mappe territoriali fornite dall’ente di controllo - Centro antivalanghe di Arabba) a scopo preventivo, da parte di Ditte specializzate; vigilanza, tramite indicatori di livello del manto nevoso, sulle condizioni di rischio (in tal caso viene interdetta la pista) e costante comunicazione con il Centro antivalanghe.

 

FOTO N. 26: DEPOSITO ESPLOSIVO (in posizione isolata)

FOTO N. 27: SISTEMA DI PROTEZIONE E TRATTENUTA NEVE

 

 

7.2) Attrezzatura, macchine, impianti

INNEVAMENTO ARTIFICIALE: Generatori di neve artificiale :  “cannoni” fissi su basamento girevole e mobili su ruote; oppure tramite manichette e lance fisse girevoli;

BATTITURA PISTE: Mezzi battipista ( “gatti delle nevi”): mezzi meccanici per il trasporto di persone ed il traino di materiali, con motori diesel dotati di: benna, cingoli, fresa  e verricello per l’ ancoraggio, la discesa e il recupero del mezzo (soprattutto su pendii accentuati ed in presenza di ghiaccio, o in condizioni meteoclimatiche particolarmente avverse); per la preparazione di piste particolari (per snow-board e simili) il battipista viene dotato di una speciale fresa per la sagomatura della pista; per il trasporto di materiali il battipista viene dotato di un sistema di aggancio e sollevamento di cannoni, seggiolini, ovvero slitte di traino.

 

FOTO N. 27 BIS: GATTO DELLE NEVI

Attrezzi manuali per lo spalamento, sistemi di fresatura  motorizzate (frese manuali e su ruote con motore a combustione);

Impianto per il rifornimento di gasolio tramite colonnina erogatrice o serbatoi e contenitori mobili trasportati con fuoristrada.

Attrezzature di officina per la manutenzione ordinaria dei mezzi meccanici.

GESTIONE RISCHIO VALANGHE:  impianto fisso con fune scorrevole (“Catex”) per il posizionamento delle cariche esplosive; deposito isolato del materiale esplosivo.

Motoslitte e sci per il raggiungimento delle varie zone dai lavoro .

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

 

7.3) Il fattore di rischio

Caduta per scivolamento sul ghiaccio o su pavimenti bagnati/gelati; rischi da ribaltamento durante il trasporto ed il posizionamento dei cannoni;

Folgorazione (ambiente bagnato e spesso con scarsa visibilità), incidenti da scoppio di tubazioni  e apparecchiature in pressione; infortuni da movimentazione di generatori di neve;

Esposizione a basse temperature e aria secca, condizioni meteoclimatiche avverse,  radiazioni attiniche; 

Incidenti da: investimenti  con mezzi battipista e motoslitte; uso improprio del mezzo, cadute con gli sci; presenza di persone estranee e/o ostacoli non previsti;

Rischi da organizzazione del lavoro nel periodo notturno per vigilanza e sgelamento dei generatori di neve; irregolarità dell’ orario di lavoro, anche notturno e legato agli improvvisi cambiamenti dell’ attività lavorativa in relazione ai mutamenti meteorologici (raffiche di vento, temporali con fulmini); rischi ergonomici: fatica fisica per spostamento materiali e recupero materiali coperti da neve;

Esposizione a gas di scarico degli automezzi;

Incendi ed ustioni per la presenza di carburanti, durante la fase di rifornimento;

Rischi da gestione del materiale esplosivo.

 

7.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

Rumore: sono stati raccolti  i dati relativi ai valori di rumorosità in base alle misure fonometriche effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:

addetto battitura piste

Leq =  mediamente 80 dB(A)

Addetto innevamento

Leq = 85 dB(A)

Il valore di Lep,d di queste mansioni è di norma intorno a 80 (A).

 

Per quanto riguarda il rischio da rumore, si riscontrano 28 casi  (21%) di deficit uditivodi vario grado della scala Merluzzi: la maggior parte dei casi rientra nel lieve deficit  (2° grado);  tuttavia, trattasi di personale che, nei periodi di fuori esercizio degli impianti, lavora in altri comparti, come l’edilizia, con riconosciuta esposizione a rischio rumore.

 

 

7.5) Gli interventi

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-          particolare selezione e formazione degli operatori addetti alle mansioni specifiche di questa fase;

-          protezione degli incaricati alla vigilanza degli impianti per la produzione di neve artificiale e battitura delle piste, in riferimento alle condizioni ambientali più sfavorevoli, tramite idonea attrezzatura a disposizione (cordino, ramponi, torcia elettrica, corde fisse in prossimità dei cannoni ecc.), in relazione all’ orario di lavoro notturno e possibilità di comunicazione per le emergenze, tra operatori isolati, inoltre sistemi di ricerca in caso di seppellimento ecc.;

-          Presenza di dispositivi per l’imbragatura ed il sollevamento dei carichi ;

-          Corretta turnazione degli addetti;

-          Locali confortevoli per le pause di lavoro;

-          Sistema di monitoraggio a distanza dei cannoni;

-         Adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica; Per  le basse temperature, gli agenti atmosferici  e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature  guanti, occhiali con schermatura UV.

-          Controllo degli estremi autorizzativi e dell’idoneità tecnica dell’impianto di distribuzione carburante ad uso privato ; corretto stoccaggio degli olii e dei combustibili in recipienti portatili (etichettatura, bacino di contenimento, segnaletica, presenza di estintore, illuminazione artificiale, dispositivi per la raccolta in caso di spandimento);

-          Autorizzazione polveriera (stoccaggio materiale esplosivo) e affidamento a personale esperto e qualificato (abilitazione di “fochino”);

-          Costante informazione sul rischio da valanghe (contatto continuo con il Centro Valanghe di Arabba) e dotare il personale dei sistemi di ricerca in caso di seppellimento.

 

7.6) Appalto a Ditta esterna

Sono generalmente affidati a Ditte esterne la posa delle opere fisse per la prevenzione delle valanghe.

 

7.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626. 

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

RD 635/40; DPR 302/56 (art. 27).

 

7.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          gas di scarico mezzi meccanici

-          rumore e fumi da esplosivi (impianto catex)

-          impatto visivo da impianti e generatori di neve, e da dispositivi antivalanghe

-          additivi per la neve artificiale: attualmente non utilizzati, ma si prevede il futuro utilizzo di sostanze enzimatiche per favorire la formazione dei microcristalli.

 

 

 

Casella di testo: 8 MANUTENZIONE PISTE IN PERIODI DI FUORI ESERCIZIO

8.1) La fase di lavorazione

Trattasi:di :

movimentazione terra - sfalcio e pulizia prati,  ripristino e concimazione manto erboso - taglio di alberi danneggiati e pericolanti, e degli  arbusti d’ingombro vicino agli impianti, pulizia e ripristino di canalette per lo scolo dell’acqua, drenaggi, rispristino e sistemazione delle scarpate adiacenti alle piste, rimozione sassi.

FOTO N. 28: SFALCIO ERBA

FOTO N. 29: MEZZO CINGOLATO PER MOVIMENTO TERRA

FOTO N. 30: SENTIERO FERRATO SOTTO IL PERCORSO DELLA SEGGIOVIA

 

 

 

 

8.2) Attrezzatura, macchine, impianti

MOVIMENTAZIONE TERRA escavatori, pale gommate, spianatrici, miniescavatori, camion con gru, mezzi fuori strada, vagliatore/macinatore sassi

Motoseghe, decespugliatori, motofalciatrici, trattori con accessori per sfalcio e concimazione; verricelli per rimozione piante e ramaglie.

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative , in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti ).

Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

 

8.3)Il fattore di rischio

Rischi di infortuni da utilizzo di mezzi meccanici;

Esposizione a gas di scarico degli automezzi;

Incendi ed ustioni per la presenza di carburanti, durante la fase di rifornimento;

E’ stato ipotizzato anche il rischio di malattie infettive (Infezione da Borrelia e TBE da puntura di zecca) e rischio biologico da animali infetti, topi e simili.

Rumore e vibrazioni: questi tipi di rischi non sono stati approfonditi, in quanto trattasi di rischio assimilabile a quello del lavoro in foresta, seppur con tempi di esposizione inferiori.

 

8.4) Il danno atteso

Trattasi di rischi lavorativi risconducibili al lavoro di tipo agricolo-forestale, ma con minore frequenza, il che ha una ricaduta in termini di minore esperienza degli addetti; in alcuni casi l’attrezzatura e i DPI sono meno specifici, e l’organizzazione del lavoro è demandata all’ iniziativa personale. 

Rischio zecche: alcune aree del territorio bellunese presentano il rischio da zecche infette; tuttavia, le altitudini alle quali si svolgono le lavorazioni  sono spesso superiori a quelle ottimali di sopravvivenza del parassita.

In base all’ indagine sanitaria svolta sugli addetti, risulta che:

-          Risultano vaccinati contro la TBE 21 addetti, dei quali 11 lavorano (o hanno lavorato)  anche per i Servizi Forestali della Regione Veneto dove questo rischio è presente;

-          12 riferiscono puntura di zecca; di questi, 4 lavoratori riferiscono positività al dosaggio anticorpale della Borrelia.

 

8.5) Gli interventi di prevenzione

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-          Formazione degli operatori addetti alle mansioni specifiche di questa fase;

-          Controllo degli estremi autorizzativi e dell’idoneità tecnica dell’impianto di distribuzione carburante ad uso privato;

-          Ccorretto stoccaggio degli olii e dei combustibili in recipienti portatili (etichettatura, bacino di contenimento, segnaletica, presenza di estintore, illuminazione artificiale, dispositivi per la raccolta in caso di spandimento);

-          Presenza di dispositivi per l’imbragatura ed il sollevamento dei carichi;

-          Dispositivi di Protezione Individuali: elmetto di protezione completo di visiera e cuffie, giubbotto e pantaloni con caratteristiche antitaglio, guanti antivibranti e di protezione meccanica, calzature di protezione meccanica e antiscivolo completo di ramponi.

 

8.6) Appalto a Ditta esterna

Spesso questa fase è affidata a Ditte esterne.

 

8.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626. 

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

Regolamento USTIF dell’impianto (rispetto di distanze minime della vegetazione dagli impianti di risalita e linee elettriche.

 

8.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          gas di scarico mezzi meccanici;

-          rumore

-          sversamenti accidentali d’olio e carburanti.

-          Per la costruzione di nuove piste: impatto ambientale in caso di disboscamento, movimentazione terra, devìo ed imbrigliamento di corsi d’acqua, installazione del nuovo impianto con reti fisse laterali e di nuovi sistemi di innevamento.

 

Casella di testo: 9 UFFICI E BIGLIETTERIE

 

 

 

9.1)La fase di lavorazione

Uffici contabilità ed amministrazione.

Biglietterie con vendita diretta di titoli di viaggio

 

9.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Fotocopiatrice –  Plastificatrice – Taglierina - Materiale d’ufficio.

Attrezzature per la pulizia.

 

9.3)Il fattore di rischio

Rischi da lavoro d’ufficio: non sono stati approfonditi in quanto non specifico del comparto in oggetto.

Nel comparto in esame la mansione si differenzia per  la possibilità di sbalzi termici e correnti d’aria nella postazione di biglietteria, ad esempio,  nella foratura di abbonamenti del tipo “a punti” ;

 

Rumore in base ai dati relativi alle misure fonometriche effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:

Biglietteria:

Leq =  65 dB(A)

 

 

 

 

 

Casella di testo: 10 INTERVENTI SU QUADRI ED IMPIANTI ELETTRICI

 

10.1) La fase di lavorazione

Trattasi di:  manutenzioni (ordinarie e straordinarie) di parti e componenti di impianto, sia motrice degli impianti che di illuminazione ordinaria e di emergenza in cui l’intervento deve essere effettuato con tempestività;  sostituzione di componenti, verifiche visive e strumentali (delle grandezze elettriche e dei segnali).

FOTO N. 31: CABINA ELETTRICA

 

10.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Ponteggi, scale portatili, attrezzatura di calata, attrezzature di sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti su carro e autogru);

Utensili manuali ordinari  e speciali : utensili isolati  (esempio: fioretto adatto per lunghezza e livello di isolamento)

Strumenti di misura elettrica;

Attrezzature per la pulizia dei componenti dell’ illuminazione ordinaria e di sicurezza;

Radio ricetrasmittenti.

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative , in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti ).

Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

 

10.3) Il fattore di rischio

Elettrocuzioni, caduta dall’alto.

Esposizione a basse temperature, agenti atmosferici.

Possibili contatti accidentali con impianti soggetti a sovratensioni derivanti da scariche atmosferiche dirette ed indirette;

Contatto diretto con acidi (acido solforico) degli accumulatori e sostanze disossidanti.

 

10.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

10.5) Gli interventi

Le indicazioni fornite alle Società di gestione degli impianti sono state:

-          Nella cabina elettrica, tenuto conto della complessità e della pericolosità degli impianti e dei locali stessi, l’accesso deve essere riservato esclusivamente al personale formato ed abilitato alle operazioni di controllo e manutenzione;

-          Devono essere predisposte specifiche procedure operative per l’accesso in sicurezza  formazione del personale manutentivo ;

-          Gli organi di manovra, sia delle cabine che degli impianti in genere, siano chiaramente identificati, sia sullo stato (aperto/chiuso) che sul servizio e/o destinazione della linea alimentata o comando d’emergenza;

-          Devono essere a disposizione dei manutentori gli schemi elettrici degli impianti ai fini della loro corretta individuazione;

-          Utilizzo di attrezzature isolate, tappetini o tronchetti isolanti e strumentazione di misura con idoneo isolamento;

-          Corretta installazione dei ripari contro i contatti diretti (reti, cancelli, plexiglas, ecc,) posti a protezione del trasformatore MT/BT, i quali devono essere fissi ovvero dotati di dispositivo di blocco che impedisca l’accesso alle parti in tensione (serratura di sicurezza, ecc.).

-         Dispositivi di Protezione Individuali per l’accesso e le lavorazioni in tensione nelle cabine elettriche: elmetto in materiale isolante completo di visiera, idoneo vestiario contro il possibile arco elettrico che non lasci scoperto parti del tronco o degli arti, guanti isolanti, calzature e sovrascarpe isolanti;  DPI  per  le basse temperature, gli agenti atmosferici  e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature  guanti, occhiali con schermatura UV.

-          Regolare verifica dei valori legati al corretto funzionamento degli impianti elettrici;

-          Verifiche periodiche da parte degli Enti preposti; 

-          Valutazione del rischio da sostanze chimiche corrosive per: stoccaggio, travaso, manipolazione (bacini di contenimento, etichettatura, segnaletica, DPI).

 

10.6) Appalto a Ditta esterna

Sono generalmente affidati a Ditte esterne le manutenzioni straordinarie delle cabine elettriche e la  nuova costruzione di linee.

 

10.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626. 

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

10.8) Il rischio esterno

L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :

-          possibili sversamenti di olii diatermici e di liquidi corrosivi derivanti dagli accumulatori.

 

 

 

Casella di testo: 11 INTERVENTI SU: GRUPPI ELETTROGENI, CENTRALI TERMICHE, IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE CARBURANTI, OFFICINE, AUTORIMESSE, MAGAZZINI

11.1) La fase di lavorazione

Gruppi elettrogeni: controllo e prove quotidiane di messa in moto;

Centrali termiche: controllo periodico (verifica periodica dello stato in pressione dell’impianto e di eventuali perdite di combustibile);

Distribuzione carburante : pulizia e manutenzione  dell’area di rifornimento, verifica periodica estintori

Officina manutenzione e officina riparazione veicoli; autorimesse, magazzini: piccoli interventi meccanici di ordinaria manutenzione a supporto della squadra di manutentori presenti sugli impianti verifica dello stato di buona conservazione dei macchinari, pulizia, magazzini verifica e controllo del buono stato di conservazione dei materiali in stoccaggio.

FOTO N. 32: GRUPPO ELETTROGENO

FOTO N. 33: RIFORNIMENTO DI GASOLIO  AUTOMEZZI

FOTO N. 33 BIS : RIFORNIMENTO DI GASOLIO  AUTOMEZZI

FOTO N. 34 : RIFORNIMENTO DI GASOLIO  AUTOMEZZI

FOTO N. 35: STOCCAGGIO CARBURANTE PER MOTOSLITTA

FOTO N. 36: MOTOSLITTA

FOTO N. 37: BACINO DI CONTENIMENTO PER OLII E COMBUSTIBILI

FOTO N. 37 BIS: RICARICA BETTERIE

FOTO N. 38: MOTO A 4 RUOTE PER TRASPORTO MATERIALI

 

 

11.2) Attrezzatura, macchine, impianti

Macchine e attrezzature da officina: trapano, tornio, frese, molatrici, gruppi di saldatura, ecc.

Dispositivi per il cambio dell’olio, compressori ed aspiratori per la pulizia di filtri dell’aria, dispositivi per il pompaggio dei pneumatici, chiavi dinamometriche per apertura bulloni, attrezzatura manuale.

 

Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente  23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative , in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti ).

Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).

 

11.3) Il fattore di rischio

Rumore, inquinanti aerodispersi (fumi da olio, vapori di combustibile, gas di saldatura, polveri )

Elettrocuzioni per manutenzione sui quadri elettrici;

Infortuni da possibili impigliamenti con organi in movimento e per la trasmissione del moto; traumi meccanici

 

11.4) Il danno atteso

 

vedi punto 1.4

 

Rumore: sono stati raccolti  i dati relativi ai valori di rumorosità in base alle misure fonometriche effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:

prova gruppo elettrogeno

Leq = 102 dB(A)

Il valore di Lep,d dell’addetto all’officina è di circa 85 dB(A).

 

11.5) Gli interventi di prevenzione

-          Formazione del personale alle mansioni specifiche;

-          Idoneità dei locali (aerazione, bacino di contenimento carburante, impianti elettrici con gradi di protezione minimo IP 44, compartimentazione antincendio REI, accesso direttamente dall’esterno, camini di espulsione dei gas di combustione del gasolio: l’espulsione dei gas di scarico durante la manutenzione dei mezzi meccanici con motore in funzione; espulsione di fumi e gas nelle attività di saldatura ecc.); le caratteristiche dei locali devono tener conto delle basse temperature invernali, al fine del corretto funzionamento degli impianti tecnologici;

-          Verifica del corretto stoccaggio di materiali in ciascun locale (esempio: non depositare materiale non attinente all’autorimessa), presenza di scaffalature e ripiani di stoccaggio fissate opportunamente e con l’indicazione del massimo carico; idonea  scala per l’accesso; presenza di bacini per il contenimento di spandimenti e fuoriuscite accidentali; pozzetti di raccolta e simili);

-          Documentazione attestante il rispetto delle norme antincendio (Certificato di prevenzione incendi nei casi specifici).

-          Uso di DPI per la protezione da rumore; indumenti protettivi per la protezione da grasso e polveri, guanti, scarpe di protezione meccanica.

 

11.6) Appalto a Ditta esterna

Sono generalmente affidati a Ditte esterne le verifiche annuali delle centrali termiche; manutenzioni straodinarie su mezzi battipista.

 

11.7) Riferimenti legislativi

Norme di igiene e sicurezza del lavoro:

D.P.R. 27.04.1955 N. 547,

D.P.R. 07.01.1956 N. 164

D.P.R. 19.03.1956 N. 303

L. 46/90

D.lgs. 19.09.1994 N. 626.

D.M. 10.03.1998

D.M. 16.02.1982

D.lgs. 14.08.1996 N. 494

D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni del personale addetto all’esercizio di impanti a fune”

Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;

Lettera (Ministero dei Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980

D.P.R. 1367/57

D.P.R. 11.07.1980 N. 753

D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir. 2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.

 

11.8) Il rischio esterno

Incendio, esplosione, sversamenti di combustibile, emissioni di fumi e gas di scarico.

 

 

 

Casella di testo: 12 RIFUGI, RISTORANTI, MENSE

 

 

 

Sono attività sempre più di supporto economico agli impianti; solo in pochi casi sono gestiti direttamente dalle Società, mentre di solito sono dati in appalto a Gestori privati (con convenzione per la fornitura dei pasti agli addetti agli impianti di risalita).

Nella presente indagine sono stati valutati gli aspetti relativi alla prevenzione infortuni (scale, centrali termiche, impianti elettrici, vie di fuga, rischi di incendio) nel caso di locali gestiti direttamente dalle Società di impianti.

Non sono stati indagati (perché di competenza di altri Servizi ed Enti) gli aspetti legati all’ igiene degli alimenti, i rifiuti, gli scarichi e simili.

I lavoratori dei rifugi sono addetti alle attività di ristorazione e, in alcuni casi, di intrattenimento degli sciatori.

Un possibile rischio è quello legato all’esposizione a fumo passivo.

FOTO N. 39: RIFUGIO

 

Casella di testo: 13 ALTRI ASPETTI

 

  

 

ò Si evidenzia il rischio da incidenti sulle piste da scontro in orario serale-notturno tra addetti all’innevamento artificiale e battitura piste con gli sciatori ritardatari, favorito dal potenziale abuso di bevande alcooliche assunte a causa delle basse temperature.

 

ò Dalla stagione invernale  2003-2004 è entrato in vigore il Regolamento per la sicurezza nell’utilizzo delle piste da parte degli sciatori. Per la vigilanza, sono presenti sul campo gli agenti di Pubblica Sicurezza (Carabinieri, Polizia, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza), i quali  la esercitano in collaborazione con gli Enti gestori delle piste. In caso di incidenti sulle piste, vi è inoltre la collaborazione con il Servizio Sanitario di Emergenza (SUEM – 118).

Le Società di impianti generalmente forniscono agli Agenti di P.S.  il supporto logistico (locali, attrezzature, impianti), oltre all’ aiuto organizzativo per la ricerca, il soccorso ed il recupero degli infortunati.

 

FOTO N. 40: INTERVENTO SUEM 118

FOTO N. 41: BARELLA DI PRONTO SOCCORSO

FOTO N. 42: LOCALE RISERVATO AGLI AGENTI P.S.

FOTO N. 42 BIS: MOTOSLITTA  DELLA POLIZIA

 

ò Sempre più frequentemente le piste da sci vengono corredate da parchi-giochi invernali ed aree ricreative, gestite dalle stesse Società, i cui addetti ne curano la manutenzione e la sorveglianza.

FOTO N. 43: PARCO GIOCHI ESTIVO

FOTO N. 44: “TAPIS ROULANT”

 

 

ò Un potenziale rischio emergente è costituito dall’ installazione di impianti di telefonia mobile, collocati sempre più spesso in prossimità di arrivo degli impianti di risalita (posizione di altitudine elevata, con il supporto impiantistico già presente e contemporaneamente costituiscono un supporto economico per le società di gestione degli impianti di risalita), con possibile esposizione a campi elettromagnetici, tuttavia la loro installazione e funzianamento sono soggetti a regime autorizzativo e controlli da parte degli Enti preposti che ci permettono di escludere un tale rischio per i lavoratori del comparto in esame.

FOTO N. 45: ANTENNA DI TELEFONIA MOBILE PRESSO UNA STAZIONE  DI ARRIVO

 

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