Allegato. 2/A
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
1. COMPARTO |
IMPIANTI A FUNE
|
2. CODICI ISTAT |
60.21 |
|
|
|
|
|
|
|
3. CODICE ISPESL |
|
(riservato
all’ufficio)
ZONA DI RILEVAZIONE
4. NAZIONALE: |
|
5. REGIONALE |
|
6. PROVINCIALE |
|
7. USL |
N° 1 BELLUNO – Regione Veneto |
44
8.ANNO DI RILEVAZIONE |
2 |
0 |
0 |
3 |
686 |
|
|
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9. NUMERO ADDETTI: |
6786 |
|
||||
3 31 |
|
|
||||
9A. IMPIEGATI: |
|
Uomini donne |
||||
3 |
|
|
||||
9B. OPERAI: |
619 |
Uomini donne |
||||
- |
|
30 |
||||
9C. RISTORAZIONE |
|
Uomini donne |
||||
|
|
|
23
10. NUMERO AZIENDE :
Allegato. 2/B
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11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE |
SPISAL
– DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE |
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|
ULSS 1 BELLUNO |
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12. REFERENTE: DOTT.SSA DANIELA MARCOLINA
INDIRIZZO: |
VIA S. ANDREA, n° 8 |
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CAP: |
32100 |
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CITTA’: |
BELLUNO |
||
|
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PROVINCIA: |
BL |
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|
|
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TELEFONO: |
0437
216927 |
|
|
|
|
|
|
FAX: |
0437
216923 |
|
|
|
|
|
|
E-MAIL: |
|
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13. INFORTUNI: periodo di osservazione: 1997-2003
TOTALE: |
232 |
DI CUI MORTALI |
2 |
14. MALATTIE
PROFESSIONALI: periodo di osservazione:
1997-2003 : NESSUNA
DENOMINAZIONE |
N° CASI |
COD. INAIL |
NOTE:
Allegato. 3
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO
|
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1. COMPARTO: |
IMPIANTI A FUNE |
|
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|
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
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3. COD.INAIL: |
6400 |
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|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Gestione impianti di risalita
(funivie, seggiovie, sciovie) |
|
|
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5. CODICE DI RISCHIO |
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|
|
(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
686 |
|
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|
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|
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Allegato 1
6 - ASSISTENZA AI VIAGGIATORI:
Funivia
(Agente di imbarco e di pedana)
Seggiovie e
sciovia (Agente di pedana)
BIGLIETTERIA – Vendita diretta di titoli di viaggio
CAPOSERVIZIO
MACCHINISTA di
: FUNIVIA – SEGGIOVIA - SCIOVIA
AGENTE DI STAZIONE SEGGIOVIA /SCIOVIA
ADDETTO BATTITURA PISTE
ADDETTO ALLA PRODUZIONE
DI NEVE ARTIFICIALE
ADDETTO ALLA MANUTENZIONE DELLE PISTE
ADDETTO AL DISGAGGIO DELLE VALANGHE
OPERAIO MANUTENTORE
Documento Comparto
“I PROFILI DI RISCHIO NEI COMPARTI PRODUTTIVI DELL’ARTIGIANATO, DELLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE E PUBBLICI ESERCIZI: IMPIANTI A FUNE”
Fra le varie attività lavorative presenti nel Bellunese, il comparto degli impianti a fune
occupa un posto rilevante per la numerosità degli impianti presenti. Il
territorio di competenza dell’ULSS n° 1 di Belluno ha una superficie di 2.748
Kmq, nella quale risiede una popolazione di 129.573 unità. Dei 51 comuni che lo
compongono, ben 46 sono ubicati in zone di montagna e
la loro economia è basata prevalentemente sul turismo invernale ed estivo. Infatti il ramo di attività più rappresentato è il Commercio
e Turismo sia in termini di Unità Locali (5.150 su un totale di 13.021 ditte)
che di addetti (10.914 su un totale di 45.260). Per tali motivi nel territorio esiste un
esteso comprensorio sciistico invernale e un altrettanto vasto turismo
estivo che si avvalgono di numerosi
impianti di risalita: funivie, seggiovie, cabinovie, sciovie e simili. Sulla
base delle informazioni raccolte presso la CCIAA risultano
operanti nel territorio dell’ULSS di Belluno circa 30 imprese che gestiscono
oltre 130 impianti; il numero degli addetti si aggira intorno alle 700 unità
nel periodo di massima attività invernale, mentre scende a 100 nei periodi di
bassa stagione o ad impianti fermi (molti operatori vengono assunti solo
stagionalmente in base alle esigenze e licenziati nella bassa stagione).
La situazione relativa alla
sicurezza e all’igiene del lavoro non è stata finora studiata a causa della difficoltà dell’azione ispettiva
sul luogo di lavoro (spostamento con mezzi speciali tipo motoslitte o
fuoristrada sugli impianti, sui campi da sci, rifugi di montagna ecc. ).
Mancano inoltre informazioni certe sulle dimensioni del fenomeno infortunistico
(gli infortuni sono contati insieme a quelli del
comparto “trasporti”) e delle malattie professionali (non è stata applicata,
per il passato, la sorveglianza sanitaria obbligatoria). Tuttavia recenti segnalazioni di infortuni (oggetto di inchiesta giudiziaria) accaduti a
dipendenti del comparto in esame durante l’uso di mezzi di trasporto speciali
(motoslitte, gatti delle nevi) o nei locali tecnologici (cabine elettriche,
locali contrappesi) indicano che il problema esiste non solo in termini di
carenze oggettive di sicurezza ma anche dal punto di vista comportamentale e di
sensibilizzazione degli addetti.
Inoltre le condizioni di salute dei lavoratori dl
comparto non sono finora stati approfonditi; anche la
diffusione di malattie trasmesse da zecche nelle zone dell’arco alpino e
prealpino rende opportuno un intervento preventivo nei confronti di lavoratori
che operano all’aperto nei prati e boschi di montagna. Da ultimo, alcune mansioni
di lavoro con orari non convenzionali (lavoro dopo la chiusura degli impianti,
comprese le ore notturne, turni lavorativi variabili, necessità di
pernottamento presso gli impianti) rappresentano aspetti di organizzazione del
lavoro che possono essere correlati ad un aumentato rischio di infortuni.
Per tali motivi il Servizio scrivente ha deciso
di attuare una campagna di prevenzione nel comparto in oggetto, al fine di
conoscere lo stato di salute dei lavoratori del settore, individuare e
quantificare i fattori di rischio, garantire il rispetto delle norme vigenti,
favorire la sensibilizzazione degli addetti attraverso azioni informative, al fine di ottenere un miglioramento delle
condizioni di sicurezza e salute.
Si precisa che l’indagine ha riguardato
esclusivamente gli impianti per trasporto persone e non i sistemi di trasporto
materiali di approvvigionamento rifugi, legnami ecc.
tramite teleferiche e simili.
Per arrivare ad ottenere un profilo di rischio globale abbiamo ritenuto di precedere secondo il seguente
schema:
-
Un approccio
alle aziende che faccia conoscere e migliori la sensibilità verso i fattori di
rischio presenti nel comparto;
-
Una definizione delle condizioni esistenti in ciascuna realtà aziendale,
con particolare approfondimento degli aspetti legati al rischio infortunistico e biologico;
-
Un’analisi
critica delle
condizioni rilevate sia in termini di rispetto delle norme di leggi e di buona
tecnica, sia di organizzazione del lavoro nei confronti della sicurezza e salute;
-
Una divulgazione delle informazioni
ottenute alle Imprese interessate.
Attività svolta
Nel corso del 2003-2004 sono state attuate le
seguenti fasi:
-
Acquisizione dell’elenco aggiornato delle aziende e della distribuzione
precisa di tutti gli impianti del territorio; tale fase ha richiesto la
raccolta diretta delle informazioni presso le Società, in quanto gli elenchi
forniti dalla Camera di Commercio erano incompleti a causa delle varie
codifiche con cui le Aziende si erano registrate;
-
Informazione preliminare alle associazioni di categoria e sindacali sul
progetto, al fine di stimolare la loro collaborazione e favorire un approccio costruttivo con le aziende;
-
Indagine conoscitiva (sopralluogo ispettivo) presso 23 Società che
gestiscono complessivamente 123 impianti. L’indagine comprendeva la verifica antinfortunistica delle attrezzature
e delle macchine
impiegate, il controllo dell’idoneità dei locali di lavoro, la descrizione
delle operazioni svolte dagli addetti e identificazione dei relativi rischi, la
verifica degli aspetti documentali: fra
questi, il Registro Infortuni da cui sono state raccolte le informazioni
relative al numero e alla tipologia degli infortuni sul lavoro accaduti negli
ultimi sette anni.
-
Comunicazione
alle singole aziende dell’esito delle indagini, l’indicazione delle carenze da sanare e
delle bonifiche da attuare
mediante Verbale di ispezione;
-
Accertamenti
sanitari su un campione di
181 addetti, comprensivi di:
-
Visita medica ed esami strumentali di screening: audiometria e spirometria;
-
Somministrazione di un questionario per la rilevazione dei disturbi
correlati ai fattori di rischio lavorativo ipotizzato.
Risultati
Condizioni di lavoro
I sopralluoghi effettuati hanno messo in evidenza una situazione complessivamente
soddisfacente dal punto di vista della sicurezza, infatti in nessun caso si
sono riscontrate violazioni alle principali norme di sicurezza. Tuttavia è
stato necessario fornire sempre precise indicazioni di adeguamento
a norme di buona tecnica o per migliorare le condizioni operative. Gli
interventi consigliati sono descritti nel documento “profili di rischio”
Danno rilevato: infortuni
Sono stati censiti cumulativamente tutti gli incidenti registrati sul
“registro infortuni” dalle 23 Società ispezionate, accaduti durante il periodo
1997 – 2003 (non sono comprese nell’indagine le Società sportive e le Scuole di
sci):
Anni |
n. infortuni denunciati |
Di cui mortali |
1997-2003 |
232 |
2 |
Non è possibile suddividere gli infortuni in base alla singola fase
lavorativa descritta, in
quanto la maggior parte dei lavoratori esegue più mansioni ed è coinvolto in
diverse fasi, ma soprattutto perché spesso nella registrazione la mansione
viene indicata genericamente con il termine “operaio”
Tuttavia l’analisi
degli infortuni avvenuti negli anni 1997-2003
indica che:
-
Frequenza: E’ stato calcolato l’indice di frequenza relativo agli infortuni accaduti nel corso dell’ultima
stagione lavorativa 2003-2004 e rapportandolo al numero dei lavoratori occupati
nello stesso periodo L’indice di frequenza annuo così calcolato risulta essere di
4,8 infortuni/anno ogni 100 lavoratori.
-
Dinamica: la modalità più frequente in assoluto è lo
scivolamento (40% rispetto alle restanti modalità di accadimento):
di questi, il 37,5% è caduto con gli sci durante gli spostamenti per esigenze
lavorative, un altro 35% è scivolato sulla neve o sul ghiaccio, mente il
restante 27,5% è inciampato sul terreno.
-
Mansione: un incidente tipico dell’addetto
all’assistenza dei viaggiatori (agente di stazione o d’impianto) è l’urto
contro seggiole, ganci e cabine.
-
Lesione: la lesione più
frequente è la contusione che incontriamo nel 36% degli incidenti esaminati,
seguita dai traumi distorsivi-lussativi nle 27%; seguono ferite e fratture rispettivamente nel 18 e
16%. Si segnalano, infine, due lesioni particolari: un danno da congelamento al
piede e uno colpito da un fulmine.
-
Sede: la mano è la sede
più colpita in assoluto (25%), seguita dall’arto inferiore (escluso il piede)
nel 23% dei casi e dall’arto superiore (escluso mano) nel 11%. Faccia e cranio vengono colpiti nel 15% degli infortuni, mentre la parete
toracica è interessata nel 10 %.
-
Gravità: in media la prognosi è di 24 giorni (DS 37)
con un range che va da un minimo di 1 a un massimo di 362 giorni. In particolare, il 13,4% degli
infortuni ha una prognosi superiore a 40 giorni; i più gravi in assoluto
(prognosi superiore a 100 giorni) rappresentano il 4% sul totale e sono dovuti per la maggior parte dei casi (37,5%) a cadute
sugli sci, mentre nel 25% ad incidenti stradali (infortunio in itinere), per il
restante 37,5% ad altre modalità (cadute da scale, scivolamenti su ghiaccio).
-
Infortuni
mortali: gli infortuni mortali si
sono verificati nei locali tecnologici (stazioni motrici) e nella gestione e
manutenzione degli impianti di innevamento
artificiale. In particolare, si
ricordano:
-
Un
infortunio mortale da caduta nella fossa contrappesi di una funivia; l’operaio,
esperto alpinista, stava supportando una Ditta specializzata durante la sostituzione della
fune portante: pur essendo presenti idonei sistemi di ancoraggio ed indossando
la cintura di sicurezza, egli non si era ancorato e scivolava nella fossa da
un’altezza di 5 metri (anno 1997);
-
Un infortunio mortale da investimento con
“gatto delle nevi”: durante le operazioni di battitura della pista, il titolare
della Società si avvicinava al mezzo che procedeva in retromarcia; l’autista
non si accorgeva della sua presenza nella parte posteriore del mezzo e lo
investiva (anno 2001).
-
Incidenti da fattori
ambientali: si sono verificati 2 infortuni da investimento da
valanga, conclusisi in maniera non grave (5 giorni di
prognosi) e 1 incidente dovuto all’azione di un fulmine che anche in questo
caso non ha provocato conseguenze. Anche se poco
frequenti, essi rappresentano eventi potenzialmente gravi o mortali che vanno
attentamente considerati nella valutazione di rischi di questo comparto lavorativo.
Danno rilevato: indagine sullo stato di salute
Per conoscere i problemi di salute degli addetti agli impianti di risalita è stata eseguita una indagine sanitaria su un campione di 181 addetti.
Il personale occupato presso gli impianti di risalita presenta aspetti molto diversificati del rapporto di lavoro e di tipologia delle operazioni svolte tali da rendere impossibile una estrapolazione dei loro problemi di salute di origine professionale rapportati alle singole fasi lavorative esaminate o alle mansioni. Vengono, quindi, di seguito riportati i risultati dell’indagine sull’intero campione senza suddivisione di rischi, danni o interventi di prevenzione per mansioni o per fasi lavorative.
Solo il 40% della popolazione lavorativa è assunto a tempo determinato (rapporto di lavoro fisso); mentre un altro 40% viene assunto a tempo determinato solo durante la stagione invernale. Il restante 20% è rappresentato da stagionali che lavorano sia durante la stagione invernale che estiva, ma che vengono periodicamente licenziati nei mesi intermedi.
Risulta pertanto che la maggior parte dei lavoratori stagionali (prevalentemente quelli invernali) durante il restante periodo dell’anno svolge regolarmente altri lavori: frequentemente sono occupati in lavori boschivi o in edilizia. Queste tipicità del contratto di lavoro spiegano anche l’estrema variabilità dell’anzianità lavorativa presso il comparto che, infatti, presenta un range di occupazione minimo di due mesi e un massimo di 40 anni (media 8 anni, DS 9).
·
Caratteristiche della popolazione lavorativa
visitata
Per conoscere gli eventuali problemi di salute degli addetti del comparto è stata condotta un’indagine su un campione di 181 lavoratori. I lavoratori sono stati sottoposti a visita medica, audiometria e spirometria ed è stato richiesto loro di rispondere ad un questionario sui principali disturbi lamentati durante il lavoro.
La popolazione lavorativa visitata, tutta di sesso maschile, ha un’età media di 39 anni (DS 11) con un range variabile da un minimo di 19 a un massimo di 63 anni. Per quanto riguarda le principali abitudini relative al fumo di sigaretta e all’assunzione di bevande alcoliche risulta che il 33% dei operai visitati è fumatore mentre il 14,5 lo era stato in passato; la maggior parte (73,5%) è abituato ad assumere regolarmente bevande alcoliche e precisamente: il 56% beve durante il pasto in media 2 bicchieri di vino, il 10% beve birra durante il fine settimana e il 34% assume superalcolici fuori pasto.
·
Risultati del questionario
L’indagine sanitaria ha evidenziato che i disturbi più frequenti, lamentati da circa un terzo (32%) dei soggetti intervistati, sono i problemi all’apparato uditivo, in particolare la sensazione di orecchio tappato, seguito dalla diminuzione dell’udito, ronzii e talvolta dolore e vertigini.
I disturbi agli occhi, caratterizzati da arrossamenti e irritazioni, sono lamentati dal 28% della popolazione lavorativa; mentre il 23% soffre di dolori al rachide.
Prevalenza
dei sintomi riferiti
Apparato/disturbo |
Frequenza
% |
App.
respiratorio |
|
irritazione prime vie aeree |
14 |
bronchiti |
6 |
forme
allergiche |
7 |
App.
uditivo |
|
“orecchio
tappato” |
32 |
diminuzione udito |
13 |
ronzii |
9 |
vertigini |
3 |
dolore |
2 |
Cute |
|
secchezza |
11 |
eritema
|
5 |
forme
allergiche |
3 |
App. ostoerticolare |
|
dolore
arti |
13 |
dolore
rachide |
23 |
dolore
mani |
11 |
App.
cardiovascolare |
|
palpitazioni |
4 |
cefalea |
4 |
Il questionario ha indagato anche il problema del rischio da punture da zecche per le malattie che possono veicolare: l’encefalite virale e la borelliosi di Lyme. Questo artropodo è molto diffuso nel territorio della nostra provincia dove vive prevalentemente ad altitudini inferiori ai 1000 metri, nelle zone boschive e umide o nelle radure con erba alta. La ricerca ha evidenziato che il solo il 7% dei lavoratori visitati ha subito una puntura da zecca durante il lavoro, mentre il 12% risulta vaccinato contro la TBE. In effetti, il problema rappresentato dalle zecche è limitato solo ad alcune zone degli impianti ubicati nel fondo valle, per cui non pare costituire un rischio importante per questi lavoratori.
·
Risultati degli accertamenti clinici
Le alterazioni più frequentemente riscontrate all’esame obiettivo sono l’ipertensione arteriosa, presente nel 24% dei soggetti visitati, seguita dalla iperemia delle prime vie aeree nel 17% dei casi. I problemi alla cute e alle congiuntive oculari invece sono stati evidenziati rispettivamente nel 2,2 e 1,6 %.
La funzionalità ventilatoria dell’apparato respiratorio, misurata attraverso l’esame spirometrico, è risultata nomale nel 80% dei lavoratori; l’analisi comparata con l’abitudine al fumo ha permesso di confermare che la compromissione della funzionalità ventilatoria coinvolgeva prevalentemente i soggetti fumatori.
Il 65% dei lavoratori ha una capacità uditiva normale, le alterazioni sono rappresentate nel 13% dei casi da ipoacusie di natura non tecnopatia e nel 22% da deficit uditivi di tipo neurosensoriale da trauma acustico cronico, rappresentate per la maggior parte dalle forme lievi corrispondenti al 1° e 2° grado della classificazione Merluzzi.
Alterazione |
Frequenza
% |
Ipertensione
arteriosa |
44 |
Iperemia
prime vie aeree |
17 |
Eritema/discheratosi cute viso e mani |
2,2 |
Iperemia congiuntive |
1,6 |
Deficit
funzionalità ventilatoria |
20 |
Deficit
capacità uditiva |
35 |
di
cui da trauma acustico cronico |
22 |
·
Conclusioni
e Interventi di prevenzione sanitaria
La ricerca non ha riscontrato nessuna patologia professionale correlata all’attività presso gli impianti. Infatti l’indagine anamnestica sui casi di ipoacusia ha dimostrato che il deficit uditivo era presente da molti anni e collegabile ad altre attività lavorative svolte in precedenza o contemporaneamente al lavoro presso gli impianti a fune. Tuttavia i disturbi lamentati quali la sensazione di orecchio tappato, i problemi alla cute e i dolori al rachide sono sicuramente collegabili alle condizioni lavorative che impongono a frequenti e continui spostamenti di quota ed esposizione agli agenti atmosferici (sole, neve, freddo).
In
base ai risultati dell’indagine sanitaria risulta, pertanto, che alcuni fattori ambientali e
organizzativi, rappresentati da condizioni climatiche sfavorevoli, postazioni
di lavoro ubicate ad alta quota e turni di lavoro anche con orari notturni,
sono fonti di rischio per la salute dei lavoratori. Si ritiene pertanto che, pur in assenza di
condizioni per le quali è prevista la sorveglianza sanitaria obbligatoria, sia
consigliabile effettuare un controllo sanitario dei
lavoratori comprensivo di visita medica annuale con ECG e emocromo,
integrato da esami strumentali di screening, quali audiometria e spirometria,
ogni due anni.
Referente: dr. ssa Stefania Peterle : 0437/216925 e-mail:
stefania.peterle@ulss.belluno.it
Documento Fase/Fattore di
rischio
La fase di lavorazione
Trattasi di: Interventi sui riduttori - Controllo-rabbocchi lubrificante - Sostituzione o controllo
cuscinetti - Controlli non distruttivi degli alberi e perni delle pulegge
smontate -Sostituzione delle guarnizioni cedevoli delle pulegge principali -
Interventi sui giunti di accoppiamento alberi veloci/lenti -Tornitura delle
guarnizioni cedevoli delle pulegge - Registrazione freni di servizio e di
emergenza – Sostituzione ferodi – Registrazione micro
- Regolazione dispositivi di tensione -
Registrazione pendoli meccanici per il controllo della sovravelocità dell’impianto.
Le funivie presenti nel
nostro territorio sono in totale 7.
FOTO N. 1: CABINA FUNIVIA |
FOTO N. 2: PARTICOLARE FRENI FUNIVIA |
1.1)
IMPIANTI FISSI E A COLLEGAMENTO TEMPORANEO DEI VEICOLI :
-
SEGGIOVIE E
CABINOVIE A SGANCIAMENTO AUTOMATICO
Trattasi di: Registrazione
guide scorrimento e comando morse – Controllo e
revisione sagome geometriche – Sostituzione cinghie di traino dei rulli gommati
di accelerazione/decelerazione o dei pneumatici – Sostituzione e riparazione
catene - Controlli periodici delle apparecchiature del giro stazione
-Sostituzione rulli deviazione fune traente
- Sollevamento di materiale in genere – Interventi su motori termici o
gruppi elettrogeni- Saldature di parti metalliche per piccole riparazioni.
Gli impianti a sganciamento automatico, rispetto a quelli
fissi, presentano aspetti progettuali e costruttivi di recente concezione che
richiede una maggiore specializzazione degli addetti; sono accentuati gli
interventi di manutenzione richiesta e la loro rumorosità; l’aspetto
migliorativo è rappresentato dal più agevole ricovero delle seggiole nel
periodo di non utilizzo, senza interventi di
smontaggio, ma tramite apposito binario che conduce nel magazzino.
Tale fase è svolta dai caposervizi,
dai macchinisti e dagli
operai manutentori (fissi e non stagionali), soprattutto nei periodi di inattività dell’impianto.
FOTO N.
3: SEGGIOVIA FISSA |
FOTO N.
4: CABINOVIA FISSA |
FOTO N.
5: SEGGIOVIA A SGANCIAMENTO AUTOMATICO |
FOTO N. 6 : MOTORE SEGGIOVIA |
FOTO N. 7:
MOTORE SEGGIOVIA |
|
1.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
Ponteggi, scale portatili,
carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata, attrezzature di
sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti su carro e autogru);
Utensili manuali ordinari e speciali :
utensili di tornitura, martelli pesanti utensili isolati per lavori elettrici,
saldatrici e smerigliatrici, chiavi dinamometriche
attrezzi di tiro, sia manuali che a motore, calibri speciali, leve e martinetti
idraulici, dispositivi predisposti dalle rispettive case costruttrici ,
attrezzature per la messa fuori tensione meccanica della fune;
Strumenti di misura
meccanica ed elettrica;
Recipienti di raccolta dei
materiali di risulta ,olii
esausti, carta e stracci di pulizia del lubrificante in esubero;
Radio ricetrasmittenti.
Sono stati analizzate 56 attrezzature da lavoro utilizzate nei 123 impianti di risalita ispezionati. Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32% di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 23% è antecedente al 1996.
1.3) Il fattore di rischio
Caduta dall’alto,
traumi da urto, schiacciamento, impigliamento,
ustioni, elettrocuzioni, esposizione ad agenti
chimici per la lubrificazione e pulizia;
Esposizione a polveri da
usura pastiglie del sistema di frenatura; per il passato con possibile presenza
di amianto, oggi rimosso; polvere di usura spazzole dei motori nella
sala macchine.
Esposizione a basse
temperature e a radiazioni attiniche
1.4) Il danno atteso
1.4.1) INFORTUNI: sono stati
censiti cumulativamente tutti gli incidenti registrati sul “registro infortuni”
dalle 23 Società ispezionate, accaduti durante il periodo 1997 – 2003 (non sono
comprese nell’indagine le Società sportive e le Scuole di sci):
Anni |
n. infortuni denunciati |
Di cui mortali |
1997-2003 |
232 |
2 |
Non è possibile suddividere
gli infortuni in base alla singola fase lavorativa descritta, in quanto la maggior parte dei
lavoratori esegue più mansioni ed è coinvolto in diverse fasi, ma soprattutto
perché spesso nella registrazione la mansione viene indicata genericamente con
il termine “operaio”
Le valutazioni complessive
del fenomeno infortunistico del comparto sono descritte nel “Documento Comparto”
1.4.2)
INDAGINE SULLO STATO DI SALUTE: Per conoscere i problemi di salute degli
addetti agli impianti di risalita è stata eseguita una indagine
sanitaria su un campione di 181 addetti.
Il
personale occupato presso gli impianti di risalita presenta aspetti molto diversificati del rapporto di lavoro e di tipologia delle
operazioni svolte tali da rendere impossibile una estrapolazione dei loro
problemi di salute di origine professionale rapportati alle singole fasi
lavorative esaminate o alle mansioni.
I risultati complessive dell’indagine sanitaria sui lavoratori del comparto sono descritti nel
“Documento Comparto”
1.5) Gli interventi di
prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
-
Caduta dall’alto: adozione
di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli,
piattaforme autosollevanti, scale portatili e fisse
con gabbie di protezione), protezioni temporanee contro la caduta di utensili, materiali e persone; adozione di DPI (imbracatura anticaduta
conformi alla UNI-EN 361 con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme
alle UNI EN 358, e per la discesa di
emergenza conforme alla UNI EN 813):
-
Traumi: dispositivi di
trazione e sollevamento del materiale per la messa in sicurezza della fune e/o
dei componenti da sollevare, utensili custoditi entro
adeguate borse di contenimento; adozione di DPI: casco, guanti, calzature con
caratteristiche di protezione meccanica
-
Ustioni:
presenza di valvole per impedire il ritorno di fiamma, guanti, protezione degli
occhi e del viso;
-
Elettrocuzione: Attrezzature isolate e strumentazione di misura
isolate;
-
Basse temperature e
radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature guanti, occhiali da
sole;
-
Esposizione ad agenti
chimici: uso di guanti resistenti agli olii.
-
N.B: le indicazioni fornite per la prevenzione degli infortuni hanno dovuto
tener conto delle necessità tecniche imposte dall’ U.ST.I.F. (Ufficio Speciale
Trasporto Impianti a Fune, del Ministero dei Trasporti ), Responsabile della
Sicurezza degli impianti per l’utenza.
1.6) Appalto a Ditta esterna
La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere a vista sulle funi ed altri elementi dell’impianto sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate gli interventi periodici e straordinari (controlli magnettoinduttivi sulle funi , verifica freni, controlli non distruttivi) imposte da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF)
1.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
07.01.1956 N. 164
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei
Trasporti n. 1/93 del 04.01.93
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
1.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno
può essere identificato in :
-
inquinamento da fonti di rumore
-
possibili sversamenti di olii
lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di
manutenzione/sostituzione parti di impianto.
-
Scarichi civili da servizi
igienici
2.1) La fase di lavorazione
Spostamento dei veicoli lungo la fune (circa 50 cm) per
limitarne l’usura localizzata – Per le seggiovie a sganciamento fisso, prove di
scorrimento sulla fune dei morsetti dei veicoli –
Sostituzione rulli carrello vettura funivia bifune e
ganasce del freno sulla portante in stazione.
Ricovero di seggiolini e cabine a sganciamento automatico in
apposito “hangar” nei periodi di ridotto utilizzo,
chiusura impianto o in caso di maltempo.
Tale fase è svolta dai caposervizi,
dai macchinisti, agenti e dagli operai manutentori (fissi e non
stagionali).
Per le cabine delle funivie, è prevista una
ispezione giornaliera (la prima corsa del mattino) delle condizioni
della fune (per la presenza di ghiaccio od altri materiali) da parte di un
operatore (vetturino, macchinista o manutentore) il quale ha il compito di
salire fisicamente sopra la cabina, all’interno di un apposita piattaforma
rialzata sul tetto della cabina, e di effettuare, tramite esame visivo e
rilevamento di rumore, la verifica del corretto scorrimento dei rulli di
sostegno della funivia lungo tutto il percorso.
FOTO N. 8: CABINA FUNIVIA |
FOTO N. 9: PARTICOLARE ANELLO AGGANCIO DELLA FUNE ALLA FUNIVIA |
2.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
Ponteggi, scale portatili,
carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata, attrezzature
di sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti
su carro e autogru, di norma noleggiate per lavori di
straordinaria manutenzione);
Utensili manuali ordinari e speciali.
Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
2.3)Il fattore di rischio
Caduta dall’alto,
traumi da scoppio del tubo idraulico o adduttore di aria compressa;
infortuni da messa in moto intempestiva dell’impianto;
Caduta di carichi sospesi;
Esposizione a basse
temperature e a radiazioni attiniche.
2.4) Il danno atteso
Vedi
punto 1.4
2.5) Gli interventi di
prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
- Caduta dall’alto: adozione di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli, piattaforme autosollevanti, scale portatili e fisse con gabbie di protezione), protezioni temporanee contro la caduta di utensili, materiali e persone; adozione di DPI (imbracatura anticaduta conformi alla UNI-EN 361 con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme alle UNI EN 358, e per la discesa di emergenza conforme alla UNI EN 813);
per l’addetto alla verifica quotidiana sopra la cabina della funivia, è stato imposto, per tutto il percorso di uscita dalla botola superiore fino alla parte superiore del carrello, l’uso di imbragatura e la presenza di idonei punti di ancoraggio ben identificabili (sul tetto della cabina, sulla scala a lato della sospensione, sul cestello e altre zone dove si eseguono operazioni di emergenza); per detta mansione si ritiene necessario l’affidamento a personale maggiormente specializzato, selezionato e motivato ad affrontare ed eseguire manovre in condizioni di forte dislivello (vertigini, intemperie) all’esterno della cabina entro una piattaforma di ridotte dimensioni, seppure legati tramite cinture di sicurezza;
-
Traumi: accertare il buono
stato di conservazione dei tubi idraulici ed adduttori di aria
compressa e proteggerli con flessibili nei punti critici; con l’impianto in
movimento l’operatore sulla pedana o sul
ponte dovrà porsi e mantenersi a distanza di sicurezza dall’area di transito
dei veicoli; ad impianto fermo dovrà essere mantenuto interrotto il circuito di
sicurezza dall’area di transito dei veicoli; utensili custoditi entro adeguate
borse di contenimento; adozione di DPI: casco, guanti, calzature con
caratteristiche di protezione meccanica;
-
Caduta di carichi sospesi:
accertare la portata delle imbracature in relazione al
carico e l’idoneità degli attrezzi;
-
Basse
temperature e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature,
guanti, occhiali con protezione da raggi UV.
2.6) Appalto a Ditta esterna
La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate gli interventi straordinari e periodici imposti da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF)
2.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
07.01.1956 N. 164
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
2.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :
-
possibili sversamenti di olii
lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di
manutenzione/sostituzione parti di impianto;
-
scarichi civili da servizi igienici.
3.1) La fase di lavorazione
Uso del carrello di
manutenzione con scorrimento sulla fune – Ingrassaggio di funi metalliche –
Accesso ai sostegni di linea (su pali e tralicci) – Ispezioni a rulli e rulliere – Sostituzione dei rulli di linea e/o di stazione
– Sgrassaggio e lubrificazione di rulli e rulliere
FOTO N. 10: CARRELLO PER LA MANUTENZIONE
IN LINEA |
FOTO N.
11: RULLIERE |
FOTO N.
11: RULLIERE |
FOTO N.
13: RULLIERE |
Tale fase è svolta dai caposervizi,
dai macchinisti, agenti
e operai manutentori (fissi e non stagionali).
3.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
Ponteggi, scale portatili,
carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata;
Utensili manuali ordinari e speciali,
dispositivi predisposti dalle rispettive case costruttrici;
Radio ricetrasmittenti.
Attrezzature di sgrassaggio e lubrificazione dei ganci.
Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti) .
3.3) Il fattore di rischio
Caduta dall’alto;
Traumi da sovraccarico del
carrello; sbilanciamento del carico sul carrello;
Incidenti da insufficiente
collegamento radio con il macchinista;
Esposizione a vapori e
contatto cutaneo con sgrassanti per i componenti del
sistema di ammorsamento alla fune;
Esposizione a basse
temperature, a radiazioni attiniche e condizioni meteorologiche avverse.
3.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
3.5) Gli interventi di
prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
-
Caduta dall’alto: adozione
di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli,
piattaforme autosollevanti, scale portatili con ganci
di trattenuta e chiodi, scale fisse con gabbie di protezione o fune di
trattenuta per l’ancoraggio della cintura di sicurezza), protezioni temporanee
contro la caduta di utensili, materiali e
persone; adozione di DPI (imbracatura
anticaduta conformi alla UNI-EN 361 con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme
alle UNI EN 358, e per la discesa di
emergenza conforme alla UNI EN 813):
-
Incidenti da carente
comunicazione con il macchinista: controllare prima della partenza e
periodicamente durante il trasferimento il perfetto
contatto radio tra gli operatori ed il macchinista; il macchinista dovrà
presidiare costantemente la sala macchine; per ogni ordine impartito via radiodeve essere sempre richiesta esplicita conferma; in
caso di collegamento radio disturbato o inesistente è vietato mettere in moto
l’impianto (il personale deve scendere a terra con l’attrezzatura di calata)
-
Incidenti da sovraccarico
del carrello e da sbilanciamento del carico: equilibrare il carico posto sul
carrello; durante il trasferimento il personale dovrà
rimanere in posizione corretta; con il carrello in posizione di lavoro il
macchinista deve interrompere l’alimentazione dei motori; impedire l’accesso
all’area sottostante la zona di lavoro;
-
Cadute di materiali:
utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento;
-
Rischi da impigliamento e contatto con organi in moto: effettuare le lubrificazioni ad organi fermi; utilizzare indumenti da lavoro privi di
possibilità di impigliamento;
-
Adozione di DPI: casco,
guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica;
-
Esposizione a vapori o
contatto diretto con solvente di sgrassaggio: effettuare le operazioni in area ventilata o predisporre
impianto di aspirazione localizzata dei vapori, utilizzare indumenti e guanti
resistenti ai solventi;
-
Contatto con lubrificanti:
uso di guanti resistenti agli olii.
-
Basse temperature e
radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature guanti, occhiali
protettivi UV.
3.6) Appalto a Ditta esterna
La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate gli interventi straordinari e periodici imposti da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF): sostituzione o riparazione delle funi.
3.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
07.01.1956 N. 164
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei
Trasporti n. 1/93 del 04.01.93
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
3.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno
può essere identificato in :
-
possibili sversamenti di olii
lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di
manutenzione/sostituzione parti di impianto.
-
Scarichi civili da servizi
igienici
4.1 La fase di lavorazione
Controlli magnetoinduttivi - Impalmatura di
fune di acciaio (unione di due funi mediante
intreccio, senza l’utilizzo di saldature) - Messa fuori tensione di funi
portanti o traenti - Applicazione sulle
funi dei morsetti da tiro – Messa in opera di funi portanti e traenti lungo la
linea - Sollevamento delle scarpe delle funi portanti – Controllo ellissi di
usura funi portanti - Scorrimento delle
funi portanti – Prove di finto taglio – Confezionamento
di teste fuse (leghe basso fondenti); trasporto di funi, materiale e personale
(sempre più spesso con l’ utilizzo dell’ elicottero).
Tale fase è svolta dai caposervizi,
dai macchinisti e dagli operai manutentori (fissi e non stagionale), e da Ditte
specializzate normalmente nei periodi di inattività
dell’impianto.
FOTO N. 14: CONFEZIONAMENTO DI TESTE FUSE
(FUNIVIA) |
FOTO N. 15: TRASPORTO MATERIALI IN QUOTA |
FOTO N.
16: FASI DI MANUTENZIONE E VERIFICA |
FOTO N.
16 BIS: CONTROLLO DELLE FUNI |
FOTO N. 16 TER: FASI DI MANUTENZIONE E VERIFICA |
|
4.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
Ponteggi, scale portatili,
carrelli solidali con l’impianto, attrezzatura di calata, attrezzature di
sollevamento di persone e di materiali (piattaforme autosollevanti su carro e autogru);
Utensili manuali ordinari e speciali: taglie e
ganci; rulli per lo scorrimento della fune; morsetti da tiro; falconi e/o
martinetti, chiavi dinamometriche
attrezzi di tiro, sia manuali che a motore, calibri speciali, leve e martinetti
idraulici, dispositivi predisposti dalle rispettive case costruttrici, attrezzature
per la messa fuori tensione meccanica della fune; attrezzatura per la fusione
dei metalli;
Strumenti di misura
meccanica ed elettrica;
Radio ricetrasmittenti.
Dai dati raccolti sulla
vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che
oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al
periodo 1996-2000, mentre il rimanente
23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro
significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
4.3) Il fattore di rischio
Caduta dall’alto,
traumi da urto – schiacciamento - impigliamento,
ustioni, elettrocuzioni;
Incidenti da messa in moto
intempestiva dell’impianto;
Esposizione a fumi
metallici;
Esposizione a basse
temperature, a radiazioni attiniche e ad agenti atmosferici avversi;
Incidenti da insufficiente
collegamento radio con il macchinista;
Incidenti da utilizzo
dell’elicottero negli interventi straordinari, di emergenza
o di nuova costruzione.
4.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
4.5) Gli interventi di prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
-
Caduta dall’alto: adozione
di dispositivi di protezione contro le cadute (parapetti, trabattelli,
piattaforme autosollevanti, scale portatili con ganci
di trattenuta e chiodi, scale fisse con gabbie di protezione o fune di
trattenuta per l’ancoraggio della cintura di sicurezza), protezioni temporanee
contro la caduta di utensili, materiali e
persone; adozione di DPI (imbracatura
anticaduta conformi alla UNI-EN 361 con assorbitore di energia, cintura di posizionamento conforme
alle UNI EN 358, e per la discesa di
emergenza conforme alla UNI EN 813):
-
Incidenti da carente
comunicazione con il macchinista: controllare prima della partenza e
periodicamente durante il trasferimento il perfetto
contatto radio tra gli operatori ed il macchinista; il macchinista dovrà
presidiare costantemente la sala macchine; per ogni ordine impartito via radio
deve essere sempre richiesta esplicita conferma; in caso di collegamento radio
disturbato o inesistente è vietato mettere in moto l’impianto (il personale
deve scendere a terra con l’attrezzatura di calata).
-
Cadute di materiali:
utensili custoditi entro adeguate borse di contenimento;
-
Traumi: dispositivi di
trazione e sollevamento del materiale per la messa in sicurezza della fune e/o
dei componenti da sollevare, utensili custoditi entro
adeguate borse di contenimento; adozione di DPI: casco, guanti, calzature con
caratteristiche di protezione meccanica
-
Ustioni:
presenza di valvole per impedire il ritorno di fiamma, guanti, protezione degli
occhi e del viso;
-
Elettrocuzione: Attrezzature isolate e strumentazione di misura
isolate;
-
Basse temperature e
radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature guanti, occhiali da
sole;
-
Adozione di
DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica,
mascherine antipolvere;
-
Basse temperature e
radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature guanti, occhiali di
protezione da raggi UV.
4.6) Appalto a Ditta esterna
La manutenzione ordinaria e le verifiche giornaliere sono normalmente svolte dal personale dipendente fisso; sono invece tendenzialmente affidati a Ditte esterne specializzate (anche in tecniche alpinistiche) gli interventi straordinari e periodici imposti da norme e regolamenti da parte degli organi di vigilanza (Regolamento d’esercizio imposto dall’ USTIF): sostituzione, riparazione o impalmatura funi, trasporto delle funi in quota, ecc.
Sono affidate a Società private anche i trasporti in quota, via elicottero, di materiali, attrezzature e personale specializzato.
4.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
07.01.1956 N. 164
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
Linee- Guida ISPESL su D.Lgs. 8/7/2003 n. 235 “Attuazione Direttiva 2001/45/CE relativa
ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l’uso delle attrezzature di
lavoro da parte dei lavoratori”.
4.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno può essere identificato in :
-
possibili sversamenti di olii
lubrificanti e di materiali di risulta dalle operazioni di
manutenzione/sostituzione parti di impianto;
-
Disturbo ambientale (rumore,
movimento d’aria, sollevamento polvere) da utilizzo dell’elicottero;
-
Scarichi civili da servizi
igienici.
5.1) La fase di lavorazione
Stazione motrice e rinvio :
- Manovre sui quadri
elettrici e pulpiti di comando; sorveglianza su monitor dei parametri di corretto
funzionamento dell’impianto
- Manutenzioni e piccoli interventi sui
quadri elettrici
FOTO N. 17: STAZIONE
DI COMANDO
5.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
Utensili manuali ordinari e speciali :
utensili isolati; strumenti di misura elettrica;
Radio ricetrasmittenti.
5.3) Il fattore di rischio
Elettrocuzioni.
Rumore
Stress da vigilanza e da
lavoro monotono
5.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
Per quanto il rumore: sono
stati raccolti i
dati relativi ai valori di rumorosità in base alle misure fonometriche
effettuare dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:
sala macchine |
Leq = da 85,5 a
93 dB(A) |
Sala motori |
Leq = 93 dB(A) |
Il valore di Lep,d dei macchinisti è
generalmente nella fascia da 80 ed 85
dB(A) : valore massimo di 84,8 dB(A)
Per quanto riguarda il rischio da rumore, si riscontrano 36 casi (20%) di deficit uditivo di vario grado della scala Merluzzi: la maggior parte dei casi rientra nel lieve deficit (1° e 2° grado); tuttavia, trattasi di personale che, nei periodi di fuori esercizio degli impianti, lavora in altri comparti, come l’edilizia e i lavori boschivi, con riconosciuta esposizione a rischio rumore.
5.5) Gli interventi di
prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
Nella sala macchine, tenuto
conto della complessità e della pericolosità degli impianti, l’accesso deve
essere riservato esclusivamente al personale formato ed abilitato alle
operazioni di controllo e manutenzione; devono essere predisposte specifiche
procedure operative per l’accesso in sicurezza e deve essere garantita la
formazione del personale;
Regolare verifica dei valori
legati al corretto funzionamento degli impianti;
Protezione dell’ udito: DPI (è necessario però tener conto dell’
esigenza tecnica di percepire tempestivamente rumorosità anomale dell’ impianto
a scopo di controllo).
5.6) Appalto a Ditta esterna
Sono generalmente affidati a Ditte esterne le manutenzioni straordinarie dei componenti (schede elettroniche) e la fornitura e l’aggiornamento del software di gestione dell’impianto.
5.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impianti a fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
5.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno
può essere identificato in :
-
Rumorosità impianti;
-
Scarichi civili da servizi
igienici;
-
Segnali di comunicazione
radio.
6.1) La fase di lavorazione
Controllo del transito dei viaggiatori (agenti di imbarco e agenti di vettura sulle funivie, agenti di pedana o di stazione nelle seggiovie e sciovie).
FOTO 17 BIS:
STAZIONE ARRIVO SEGGIOVIA FISSA
Per le cabine delle funivie, è prevista una
ispezione giornaliera (la prima corsa del mattino) delle condizioni
della fune (per la presenza di ghiaccio od altri materiali) da parte di un
operatore (vetturino, macchinista o manutentore) il quale ha il compito di
salire fisicamente sopra la cabina e, all’interno di un apposita piattaforma
rialzata dal tetto della cabina,
effettuare, tramite esame visivo e rilevamento di rumore, la verifica
del corretto scorrimento dei rulli di sostegno della funivia lungo tutto il
tragitto della corsa.
6.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
Radio ricetrasmittenti
e telefoni di servizio.
6.3)Il fattore di rischio
Rumore
Stress “da vigilanza”
Per gli agenti di vettura
delle funivie: disagi da variazioni continue e rapide di altitudine
(fino a 900 m di dislivello)
Per gli agenti di pedana:
esposizione a basse temperature, vento, aria secca, con maggiore rischio di infezioni alle vie respiratorie e malattie da
raffreddamento.
Infortuni da scivolamento e da urti con seggiolini e ganci.
6.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
Per quanto riguarda il
rumore: sono stati raccolti
i dati relativi ai valori di rumorosità in base alle misure fonometriche effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:
postazione imbarco-sbarco |
Leq = variabile da 65
a 85,2 dB(A) |
Sala motori |
Leq = 93 dB(A) |
Il valore di Lep,d degli agenti di vettura è di
norma inferiore a 80 (A).
Per quanto riguarda il rischio da rumore, si riscontrano 36 casi (20%) di deficit uditivo di vario grado della scala Merluzzi: la maggior parte dei casi rientra nel lieve deficit (1° e 2° grado); tuttavia, trattasi di personale che, nei periodi di fuori esercizio degli impianti, lavora in altri comparti, come l’edilizia e i lavori boschivi, con riconosciuta esposizione a rischio rumore.
6.5) Gli interventi di
prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
- per l’addetto alla verifica quotidiana sopra la cabina della funivia, è stato imposto, per tutto il percorso di uscita dalla botola superiore fino alla parte superiore del carrello, l’uso di imbragatura e la presenza di idonei punti di ancoraggio ben identificabili (sul tetto della cabina, sulla scala a lato della sospensione, sul cestello e altre zone dove si eseguono operazioni di emergenza); per detta mansione si ritiene necessario l’affidamento a personale maggiormente specializzato, selezionato e motivato ad affrontare ed eseguire manovre in condizioni di forte dislivello (vertigini, intemperie) all’esterno della cabina entro una piattaforma di ridotte dimensioni, seppure legati tramite cinture di sicurezza;
- Basse temperature, aria secca e radiazioni UV, vento: tute termiche con protezione del capo, calzature, guanti, occhiali di protezione.
6.6) Appalto a Ditta esterna
Non ci sono appalti in questa fase.
6.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impianti a fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
6.8) Il rischio esterno
Rumorosità ambientale.
7.1) La fase di lavorazione
Trattasi di :
INNEVAMENTO: posizionamento di
generatori di neve tramite mezzi
battipista, collegamento alla rete idraulica ed elettrica, vigilanza,
manutenzione ed eventuale sgelamento; gestione della
centrale di pompaggio acqua.
Alcune Società hanno
costruito vasche interrate per l’accumulo di acqua
ovvero bacini artificiali (laghetti), ben inseriti nel contesto ambientale.
FOTO N. 18: STAZIONE DI INNEVAMENTO E TORRI DI RAFFREDDAMENTO |
FOTO N. 19 : CANNONI |
FOTO N. 20: CANNONI |
FOTO N. 21: LANCE IN POSTAZIONE FISSA |
FOTO N. 22: POMPE PER INNEVAMENTO ARTIFICIALE |
FOTO N. 23 : BACINI ARTIFICIALI |
FOTO N. 24:
BACINI ARTIFICIALI |
|
BATTITURA PISTE : distribuzione della neve con benna del battipista
assistito da operatore a terra, dotato di attrezzi manuali; battitura tramite
cingoli del battipista e successiva fresatura e livellamento; controllo,
rifornimento e manutenzione ordinaria dei mezzi battipista (“gatti delle
nevi”).
FOTO N. 25:
GATTO DELLE NEVI DURANTE LO SGANCIO SEGGIOLINI
GESTIONE RISCHIO
VALANGHE: vigilanza e gestione programmata delle valanghe tramite:
a) posizionamento
di cariche esplosive con innesco programmato con impianto denominato “CATEX”;
la carica viene posizionata tramite un impianto fisso con fune scorrevole sotto
la diretta sorveglianza dell’addetto; controllo della corretta discesa del
fronte; verifica e recupero dei
dispositivi di innesco della carica;
b) posizionamento
di sistemi fissi di trattenimento del manto nevoso, distribuito uniformemente
nei pendii a rischio (sulla base delle mappe territoriali fornite dall’ente di
controllo - Centro antivalanghe di Arabba) a scopo
preventivo, da parte di Ditte specializzate; vigilanza, tramite indicatori di
livello del manto nevoso, sulle condizioni di rischio (in tal caso viene
interdetta la pista) e costante comunicazione con il Centro antivalanghe.
FOTO N. 26: DEPOSITO ESPLOSIVO (in posizione isolata) |
FOTO N. 27: SISTEMA DI PROTEZIONE E TRATTENUTA NEVE |
7.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
INNEVAMENTO ARTIFICIALE:
Generatori di neve artificiale : “cannoni” fissi su basamento girevole e
mobili su ruote; oppure tramite manichette e lance fisse girevoli;
BATTITURA PISTE: Mezzi
battipista ( “gatti delle nevi”): mezzi meccanici per il trasporto di persone
ed il traino di materiali, con motori diesel dotati di: benna, cingoli, fresa e verricello per l’
ancoraggio, la discesa e il recupero del mezzo (soprattutto su pendii
accentuati ed in presenza di ghiaccio, o in condizioni meteoclimatiche
particolarmente avverse); per la preparazione di piste particolari (per
snow-board e simili) il battipista viene dotato di una speciale fresa per la
sagomatura della pista; per il trasporto di materiali il battipista viene
dotato di un sistema di aggancio e sollevamento di cannoni, seggiolini, ovvero
slitte di traino.
FOTO N. 27
BIS: GATTO DELLE NEVI
Attrezzi manuali per lo spalamento, sistemi di fresatura motorizzate (frese manuali e su ruote
con motore a combustione);
Impianto per il rifornimento
di gasolio tramite colonnina erogatrice o serbatoi e contenitori mobili
trasportati con fuoristrada.
Attrezzature di officina per la manutenzione ordinaria dei mezzi
meccanici.
GESTIONE RISCHIO
VALANGHE: impianto fisso con fune
scorrevole (“Catex”) per il posizionamento delle
cariche esplosive; deposito isolato del materiale esplosivo.
Motoslitte e sci per il
raggiungimento delle varie zone dai lavoro .
Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
7.3) Il fattore di rischio
Caduta per scivolamento sul
ghiaccio o su pavimenti bagnati/gelati; rischi da ribaltamento durante il trasporto
ed il posizionamento dei cannoni;
Folgorazione (ambiente
bagnato e spesso con scarsa visibilità), incidenti da scoppio di tubazioni e apparecchiature in
pressione; infortuni da movimentazione di generatori di neve;
Esposizione a basse
temperature e aria secca, condizioni meteoclimatiche
avverse, radiazioni
attiniche;
Incidenti da: investimenti con mezzi battipista
e motoslitte; uso improprio del mezzo, cadute con gli sci; presenza di persone
estranee e/o ostacoli non previsti;
Rischi da organizzazione del
lavoro nel periodo notturno per vigilanza e sgelamento
dei generatori di neve; irregolarità dell’ orario di
lavoro, anche notturno e legato agli improvvisi cambiamenti dell’ attività
lavorativa in relazione ai mutamenti meteorologici (raffiche di vento,
temporali con fulmini); rischi ergonomici: fatica
fisica per spostamento materiali e recupero materiali coperti da neve;
Esposizione a gas di scarico
degli automezzi;
Incendi ed ustioni per la
presenza di carburanti, durante la fase di rifornimento;
Rischi da gestione del
materiale esplosivo.
7.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
Rumore: sono stati raccolti i dati relativi ai
valori di rumorosità in base alle misure fonometriche
effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:
addetto battitura piste |
Leq = mediamente
80 dB(A) |
Addetto innevamento |
Leq = 85 dB(A) |
Il valore di Lep,d di queste mansioni è di
norma intorno a 80 (A).
Per quanto riguarda il rischio da rumore, si riscontrano 28 casi (21%) di deficit uditivodi vario grado della scala Merluzzi: la maggior parte dei casi rientra nel lieve deficit (2° grado); tuttavia, trattasi di personale che, nei periodi di fuori esercizio degli impianti, lavora in altri comparti, come l’edilizia, con riconosciuta esposizione a rischio rumore.
7.5) Gli interventi
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
-
particolare selezione e formazione degli operatori addetti alle mansioni
specifiche di questa fase;
-
protezione degli incaricati alla vigilanza degli impianti per la produzione di
neve artificiale e battitura delle piste, in riferimento alle condizioni
ambientali più sfavorevoli, tramite idonea attrezzatura a disposizione
(cordino, ramponi, torcia elettrica, corde fisse in prossimità dei cannoni
ecc.), in relazione all’ orario di lavoro notturno e possibilità di
comunicazione per le emergenze, tra operatori isolati, inoltre sistemi di
ricerca in caso di seppellimento ecc.;
-
Presenza di dispositivi per
l’imbragatura ed il sollevamento dei carichi ;
-
Corretta turnazione degli
addetti;
-
Locali confortevoli per le
pause di lavoro;
-
Sistema di monitoraggio a
distanza dei cannoni;
- Adozione di DPI: casco, guanti, calzature con caratteristiche di protezione meccanica; Per le basse temperature, gli agenti atmosferici e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature guanti, occhiali con schermatura UV.
-
Controllo degli estremi
autorizzativi e dell’idoneità tecnica dell’impianto di distribuzione carburante
ad uso privato ; corretto stoccaggio degli olii e dei combustibili in recipienti portatili
(etichettatura, bacino di contenimento, segnaletica, presenza di estintore,
illuminazione artificiale, dispositivi per la raccolta in caso di spandimento);
-
Autorizzazione
polveriera (stoccaggio materiale esplosivo) e affidamento a personale esperto e
qualificato (abilitazione di “fochino”);
-
Costante
informazione sul rischio da valanghe (contatto continuo con il Centro Valanghe di Arabba) e dotare il personale
dei sistemi di ricerca in caso di seppellimento.
7.6) Appalto a Ditta esterna
Sono generalmente affidati a Ditte esterne la posa delle opere fisse per la prevenzione delle valanghe.
7.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
RD 635/40; DPR
302/56 (art. 27).
7.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno
può essere identificato in :
-
gas di scarico mezzi meccanici
-
rumore e fumi da esplosivi (impianto catex)
-
impatto visivo da impianti e generatori di neve, e da dispositivi antivalanghe
-
additivi per la neve artificiale: attualmente non utilizzati, ma si prevede il
futuro utilizzo di sostanze enzimatiche per favorire la formazione dei
microcristalli.
Trattasi:di
:
movimentazione terra - sfalcio e pulizia prati, ripristino e concimazione manto erboso -
taglio di alberi danneggiati e pericolanti, e degli arbusti d’ingombro vicino agli impianti,
pulizia e ripristino di canalette per lo scolo
dell’acqua, drenaggi, rispristino e sistemazione
delle scarpate adiacenti alle piste, rimozione sassi.
FOTO N. 28: SFALCIO ERBA |
FOTO N. 29: MEZZO CINGOLATO PER MOVIMENTO TERRA |
FOTO N. 30: SENTIERO FERRATO SOTTO IL PERCORSO DELLA SEGGIOVIA |
|
8.2) Attrezzatura, macchine,
impianti
MOVIMENTAZIONE TERRA
escavatori, pale gommate, spianatrici, miniescavatori, camion con gru, mezzi
fuori strada, vagliatore/macinatore sassi
Motoseghe, decespugliatori, motofalciatrici,
trattori con accessori per sfalcio e concimazione;
verricelli per rimozione piante e ramaglie.
Dai dati raccolti sulla vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro significative , in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti ).
Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
8.3)Il fattore di rischio
Rischi di infortuni
da utilizzo di mezzi meccanici;
Esposizione a gas di scarico
degli automezzi;
Incendi ed ustioni per la
presenza di carburanti, durante la fase di rifornimento;
E’ stato ipotizzato anche il
rischio di malattie infettive (Infezione da Borrelia
e TBE da puntura di zecca) e rischio biologico da animali infetti, topi e
simili.
Rumore e vibrazioni: questi tipi di rischi non sono stati approfonditi, in quanto trattasi di rischio assimilabile a quello del lavoro in foresta, seppur con tempi di esposizione inferiori.
8.4) Il danno atteso
Trattasi di rischi
lavorativi risconducibili al lavoro di tipo agricolo-forestale, ma con minore frequenza, il che ha una
ricaduta in termini di minore esperienza degli addetti; in alcuni casi
l’attrezzatura e i DPI sono meno specifici, e
l’organizzazione del lavoro è demandata all’ iniziativa personale.
Rischio zecche: alcune aree
del territorio bellunese presentano il rischio da
zecche infette; tuttavia, le altitudini alle quali si svolgono le lavorazioni sono spesso
superiori a quelle ottimali di sopravvivenza del parassita.
In base all’
indagine sanitaria svolta sugli addetti, risulta che:
-
Risultano vaccinati contro la TBE 21 addetti, dei quali 11 lavorano (o hanno
lavorato) anche per i Servizi Forestali
della Regione Veneto dove questo rischio è presente;
-
12 riferiscono puntura di
zecca; di questi, 4 lavoratori riferiscono positività al dosaggio anticorpale della Borrelia.
8.5) Gli interventi di
prevenzione
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
-
Formazione degli operatori
addetti alle mansioni specifiche di questa fase;
-
Controllo
degli estremi autorizzativi e dell’idoneità tecnica dell’impianto di
distribuzione carburante ad uso privato;
-
Ccorretto stoccaggio degli olii e dei combustibili in
recipienti portatili (etichettatura, bacino di contenimento, segnaletica,
presenza di estintore, illuminazione artificiale,
dispositivi per la raccolta in caso di spandimento);
-
Presenza di dispositivi per
l’imbragatura ed il sollevamento dei carichi;
-
Dispositivi di Protezione
Individuali: elmetto di protezione completo di visiera e cuffie, giubbotto e
pantaloni con caratteristiche antitaglio, guanti
antivibranti e di protezione meccanica, calzature di protezione meccanica e
antiscivolo completo di ramponi.
8.6) Appalto a Ditta esterna
Spesso questa fase è affidata a Ditte esterne.
8.7) Riferimenti legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
Regolamento USTIF
dell’impianto (rispetto di distanze minime della vegetazione dagli impianti di
risalita e linee elettriche.
8.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno
può essere identificato in :
-
gas di scarico mezzi meccanici;
-
rumore
-
sversamenti accidentali
d’olio e carburanti.
-
Per la costruzione di nuove
piste: impatto ambientale in caso di disboscamento, movimentazione terra, devìo ed imbrigliamento di corsi d’acqua, installazione del
nuovo impianto con reti fisse laterali e di nuovi sistemi di innevamento.
9.1)La fase di lavorazione
Uffici contabilità ed
amministrazione.
Biglietterie con vendita diretta
di titoli di viaggio
9.2) Attrezzatura, macchine, impianti
Fotocopiatrice – Plastificatrice
– Taglierina - Materiale d’ufficio.
Attrezzature per la pulizia.
9.3)Il fattore di rischio
Rischi da lavoro d’ufficio:
non sono stati approfonditi in quanto non specifico del comparto in oggetto.
Nel comparto in esame la
mansione si differenzia per
la possibilità di sbalzi termici e correnti d’aria nella
postazione di biglietteria, ad esempio,
nella foratura di abbonamenti del tipo “a punti” ;
Rumore in base ai dati relativi alle misure fonometriche effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:
Biglietteria: |
Leq = 65
dB(A) |
10.1) La fase di lavorazione
Trattasi di: manutenzioni
(ordinarie e straordinarie) di parti e componenti di impianto, sia motrice
degli impianti che di illuminazione ordinaria e di emergenza in cui
l’intervento deve essere effettuato con tempestività; sostituzione di componenti, verifiche visive
e strumentali (delle grandezze elettriche e dei segnali).
FOTO N. 31: CABINA
ELETTRICA
10.2) Attrezzatura,
macchine, impianti
Ponteggi, scale portatili,
attrezzatura di calata, attrezzature di sollevamento di persone e di materiali
(piattaforme autosollevanti su carro e autogru);
Utensili manuali ordinari e speciali : utensili
isolati (esempio: fioretto adatto per
lunghezza e livello di isolamento)
Strumenti di misura
elettrica;
Attrezzature per la pulizia
dei componenti dell’ illuminazione ordinaria e di
sicurezza;
Radio ricetrasmittenti.
Dai dati raccolti sulla
vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che
oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al
periodo 1996-2000, mentre il rimanente
23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro
significative , in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti ).
Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
10.3) Il fattore di rischio
Elettrocuzioni, caduta dall’alto.
Esposizione a basse
temperature, agenti atmosferici.
Possibili contatti
accidentali con impianti soggetti a sovratensioni derivanti da scariche
atmosferiche dirette ed indirette;
Contatto diretto con acidi
(acido solforico) degli accumulatori e sostanze disossidanti.
10.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
10.5) Gli interventi
Le indicazioni fornite alle
Società di gestione degli impianti sono state:
-
Nella cabina elettrica,
tenuto conto della complessità e della pericolosità degli impianti e dei locali
stessi, l’accesso deve essere riservato esclusivamente al personale formato ed
abilitato alle operazioni di controllo e manutenzione;
-
Devono essere predisposte
specifiche procedure operative per l’accesso in sicurezza formazione del personale manutentivo ;
-
Gli organi di manovra, sia
delle cabine che degli impianti in genere, siano
chiaramente identificati, sia sullo stato (aperto/chiuso) che sul servizio e/o
destinazione della linea alimentata o comando d’emergenza;
-
Devono essere a disposizione
dei manutentori gli schemi elettrici degli impianti ai fini della loro corretta
individuazione;
-
Utilizzo di
attrezzature isolate, tappetini o tronchetti isolanti e strumentazione
di misura con idoneo isolamento;
-
Corretta installazione dei
ripari contro i contatti diretti (reti, cancelli, plexiglas, ecc,) posti a protezione del trasformatore MT/BT, i quali
devono essere fissi ovvero dotati di dispositivo di blocco che impedisca
l’accesso alle parti in tensione (serratura di sicurezza, ecc.).
- Dispositivi di Protezione Individuali per l’accesso e le lavorazioni in tensione nelle cabine elettriche: elmetto in materiale isolante completo di visiera, idoneo vestiario contro il possibile arco elettrico che non lasci scoperto parti del tronco o degli arti, guanti isolanti, calzature e sovrascarpe isolanti; DPI per le basse temperature, gli agenti atmosferici e radiazioni UV: tute termiche con protezione del capo, calzature guanti, occhiali con schermatura UV.
-
Regolare verifica dei valori
legati al corretto funzionamento degli impianti elettrici;
-
Verifiche periodiche da
parte degli Enti preposti;
-
Valutazione
del rischio da sostanze chimiche corrosive per: stoccaggio, travaso,
manipolazione (bacini di contenimento, etichettatura, segnaletica, DPI).
10.6) Appalto a Ditta
esterna
Sono generalmente affidati a Ditte esterne le manutenzioni straordinarie delle cabine elettriche e la nuova costruzione di linee.
10.7) Riferimenti
legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
10.8) Il rischio esterno
L’impatto ambientale esterno
può essere identificato in :
-
possibili sversamenti di olii
diatermici e di liquidi corrosivi derivanti dagli
accumulatori.
11.1) La fase di lavorazione
Gruppi elettrogeni:
controllo e prove quotidiane di messa in moto;
Centrali termiche: controllo
periodico (verifica periodica dello stato in pressione dell’impianto e di eventuali perdite di combustibile);
Distribuzione carburante : pulizia e manutenzione
dell’area di rifornimento, verifica periodica estintori
Officina manutenzione e
officina riparazione veicoli; autorimesse, magazzini:
piccoli interventi meccanici di ordinaria manutenzione a supporto della squadra
di manutentori presenti sugli impianti verifica dello stato di buona
conservazione dei macchinari, pulizia, magazzini verifica e controllo del buono
stato di conservazione dei materiali in stoccaggio.
FOTO N. 32: GRUPPO ELETTROGENO |
FOTO N. 33: RIFORNIMENTO DI GASOLIO AUTOMEZZI |
FOTO N. 33 BIS : RIFORNIMENTO DI
GASOLIO AUTOMEZZI |
FOTO N. 34 : RIFORNIMENTO DI GASOLIO AUTOMEZZI |
FOTO N. 35: STOCCAGGIO CARBURANTE PER MOTOSLITTA |
FOTO N. 36: MOTOSLITTA |
FOTO N. 37: BACINO DI CONTENIMENTO PER OLII E COMBUSTIBILI |
FOTO N. 37 BIS: RICARICA BETTERIE |
FOTO N. 38: MOTO A 4 RUOTE PER TRASPORTO MATERIALI |
|
11.2) Attrezzatura,
macchine, impianti
Macchine e attrezzature da officina: trapano, tornio, frese, molatrici, gruppi di saldatura, ecc.
Dispositivi per il cambio
dell’olio, compressori ed aspiratori per la pulizia di filtri dell’aria,
dispositivi per il pompaggio dei pneumatici, chiavi dinamometriche per apertura bulloni, attrezzatura manuale.
Dai dati raccolti sulla
vetustà delle attrezzature di lavoro, risulta che
oltre il 32 % di esse è stato acquistato dopo il 2000, il 45 % risale al
periodo 1996-2000, mentre il rimanente
23% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 56 attrezzature di lavoro
significative , in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti ).
Per quanto riguarda i mezzi meccanici (battipista, motoslitte) risulta che: il 29,2 % di essi è stato acquistato dopo il 2000, il 34% risale al periodo 1996-2000, mentre il rimanente 36,4% è antecedente al 1996 (dati rilevati su 154 mezzi meccanici, in 23 Aziende, per un totale di 123 impianti).
11.3) Il fattore di rischio
Rumore, inquinanti aerodispersi (fumi da olio, vapori di combustibile, gas di
saldatura, polveri )
Elettrocuzioni per manutenzione sui quadri elettrici;
Infortuni da possibili impigliamenti con organi in movimento e per la trasmissione
del moto; traumi meccanici
11.4) Il danno atteso
vedi punto 1.4
Rumore: sono stati raccolti i dati relativi ai
valori di rumorosità in base alle misure fonometriche
effettuate dalle Società ai sensi del D.Lgs. 277/91:
prova gruppo elettrogeno |
Leq = 102 dB(A) |
Il valore di Lep,d dell’addetto all’officina è
di circa 85 dB(A).
11.5) Gli interventi di
prevenzione
-
Formazione del personale
alle mansioni specifiche;
-
Idoneità dei locali
(aerazione, bacino di contenimento carburante, impianti elettrici con gradi di
protezione minimo IP 44, compartimentazione antincendio REI, accesso
direttamente dall’esterno, camini di espulsione dei
gas di combustione del gasolio: l’espulsione dei gas di scarico durante la
manutenzione dei mezzi meccanici con motore in funzione; espulsione di fumi e
gas nelle attività di saldatura ecc.); le caratteristiche dei locali devono
tener conto delle basse temperature invernali, al fine del corretto
funzionamento degli impianti tecnologici;
-
Verifica del corretto
stoccaggio di materiali in ciascun locale (esempio: non depositare materiale
non attinente all’autorimessa), presenza di scaffalature e ripiani di
stoccaggio fissate opportunamente e con l’indicazione del massimo carico;
idonea scala
per l’accesso; presenza di bacini per il contenimento di spandimenti
e fuoriuscite accidentali; pozzetti di raccolta e simili);
-
Documentazione attestante il
rispetto delle norme antincendio (Certificato di prevenzione incendi nei casi
specifici).
-
Uso di DPI per
la protezione da rumore; indumenti protettivi per la protezione da grasso e
polveri, guanti, scarpe di protezione meccanica.
11.6) Appalto a Ditta
esterna
Sono generalmente affidati a Ditte esterne le verifiche annuali delle centrali termiche; manutenzioni straodinarie su mezzi battipista.
11.7) Riferimenti
legislativi
Norme di igiene e sicurezza del lavoro:
D.P.R.
27.04.1955 N. 547,
D.P.R.
07.01.1956 N. 164
D.P.R.
19.03.1956 N. 303
L.
46/90
D.lgs. 19.09.1994 N. 626.
D.M.
10.03.1998
D.M.
16.02.1982
D.lgs. 14.08.1996 N. 494
D.M.T 04.01.1972 n. 94/72.11 “Norme di prevenzione infortuni
del personale addetto all’esercizio di impanti a
fune”
Circolare Ministero dei Trasporti n. 1/93 del 04.01.93;
Lettera (Ministero dei
Trasporti n. 1283(56) 72.11 del 10.05.1980
D.P.R.
1367/57
D.P.R.
11.07.1980 N. 753
D.lgs. 12.06.2003 N. 210 “Attuazione della Dir.
2000/9/CE in materia di impianti a fune adibiti al
trasporto di persone e relativo sistema sanzionatorio”.
11.8) Il rischio esterno
Incendio, esplosione, sversamenti di combustibile, emissioni di fumi e gas di scarico.
Sono attività sempre più di supporto economico agli impianti; solo in pochi casi sono gestiti direttamente dalle Società, mentre di solito sono dati in appalto a Gestori privati (con convenzione per la fornitura dei pasti agli addetti agli impianti di risalita).
Nella presente indagine sono
stati valutati gli aspetti relativi alla prevenzione
infortuni (scale, centrali termiche, impianti elettrici, vie di fuga, rischi di
incendio) nel caso di locali gestiti direttamente dalle Società di impianti.
Non sono stati indagati
(perché di competenza di altri Servizi ed Enti) gli
aspetti legati all’ igiene degli alimenti, i rifiuti, gli scarichi e simili.
I lavoratori dei rifugi sono
addetti alle attività di ristorazione e, in alcuni casi, di intrattenimento
degli sciatori.
Un possibile rischio è
quello legato all’esposizione a fumo passivo.
FOTO N. 39:
RIFUGIO
ò Si evidenzia il rischio da incidenti sulle piste da scontro in orario serale-notturno tra addetti all’innevamento artificiale e
battitura piste con gli sciatori ritardatari, favorito dal potenziale abuso di
bevande alcooliche assunte a causa delle basse
temperature.
ò Dalla stagione invernale 2003-2004 è entrato in vigore il
Regolamento per la sicurezza nell’utilizzo delle piste da parte degli sciatori.
Per la vigilanza, sono presenti sul campo gli agenti di Pubblica Sicurezza
(Carabinieri, Polizia, Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza), i
quali la
esercitano in collaborazione con gli Enti gestori delle piste. In caso di incidenti sulle piste, vi è inoltre la collaborazione con
il Servizio Sanitario di Emergenza (SUEM – 118).
Le Società di impianti generalmente forniscono agli Agenti di P.S. il supporto logistico (locali, attrezzature,
impianti), oltre all’ aiuto organizzativo per la ricerca, il soccorso ed il
recupero degli infortunati.
FOTO N. 40: INTERVENTO SUEM 118 |
FOTO N. 41: BARELLA DI PRONTO SOCCORSO |
FOTO N. 42: LOCALE RISERVATO AGLI AGENTI P.S. |
FOTO N. 42 BIS: MOTOSLITTA DELLA POLIZIA |
ò Sempre più frequentemente le piste da sci vengono
corredate da parchi-giochi invernali ed aree ricreative, gestite dalle stesse
Società, i cui addetti ne curano la manutenzione e la sorveglianza.
FOTO N. 43: PARCO GIOCHI ESTIVO |
FOTO N. 44: “TAPIS ROULANT” |
ò Un
potenziale rischio emergente è costituito dall’
installazione di impianti di telefonia mobile, collocati sempre più spesso in
prossimità di arrivo degli impianti di risalita (posizione di altitudine
elevata, con il supporto impiantistico già presente e contemporaneamente
costituiscono un supporto economico per le società di gestione degli impianti
di risalita), con possibile esposizione a campi elettromagnetici, tuttavia la
loro installazione e funzianamento sono soggetti a
regime autorizzativo e controlli da parte degli Enti
preposti che ci permettono di escludere un tale rischio per i lavoratori del
comparto in esame.
FOTO N. 45:
ANTENNA DI TELEFONIA MOBILE PRESSO UNA STAZIONE DI ARRIVO
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