3.      IL DANNO ATTESO

 

Il comprensorio di Civita Castellana (VT) é situato nella parte sud-est della provincia di Viterbo ed é rappresentato da un cospicuo numero di aziende medio-piccole in un contesto di alta industrializzazione.

Oltre alla singola proprietà esiste anche un azionariato formato dagli stessi lavoratori; questo ha contribuito di certo allo sviluppo della produttività propria del comprensorio.

Nel recente passato l'intero comparto ha garantito una produzione di articoli in ceramica pari al 40% dell'intero fatturato nazionale ed una quota destinata al mercato estero del 30%, mentre nel comprensorio rappresentava il 22% delle attività presenti. (Figura 1)

 

 

         Figura 1 - Industrie ceramiche nel comprensorio di Civita Castellana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La tipicità del comprensorio di Civita Castellana nasce nella seconda metà degli anni 70, con la crisi produttiva delle grandi aziende e la disponibilità di spazi di mercato che le piccole unità produttive si apprestano ad impegnare.

La produzione di stoviglierie in ceramica (terraglia, porcellana, vitreous china, stoviglie da fuoco e artistiche) nel comprensorio è stata garantita fino al 2000 da un gruppo di 30 aziende con circa 1940 addetti

Emerge dai dati sopra riportati che le industrie ceramiche, pur rappresentando sino a poco tempo fa, il 22% di tutte le attività del comprensorio, impiegavano il 68% di tutti i lavoratori. Di questi, il 32% circa erano lavoratori dell’industria ceramica delle stoviglie. (Figura 2)

 

 

           Figura 2 - % dei lavoratori della ceramica nel comprensorio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Negli ultimi anni però si assiste a chiari segnali di recessione economica come si può notare nei dati riportati di seguito. (Tabella 1).

 

 

 

Il rischio silice

 

A fronte di una tale realtà lavorativa, con una storica prevalenza di attività in cui una delle materie prime principali è rappresentata dalla silice cristallina, nella provincia di Viterbo e, quindi, nel comprensorio di Civita Castellana,  esiste una significativa prevalenza di una delle più classiche e più gravi  malattie professionali correlate alla lavorazione ceramica: la silicosi.

            Negli anni '50 si assiste al primo tentativo di spostare l'interesse collettivo dagli aspetti più propriamente produttivi ai problemi derivanti dal lavoro in fabbrica per la salute dei lavoratori apportati dalla polvere di silice.

Da allora si sono susseguite le iniziative per ridurre il rischio e sono stati realizzati notevoli miglioramenti delle condizioni degli ambienti di lavoro. Nonostante questo, per i lavoratori professionalmente esposti, permangono situazioni di rischio in alcune fasi lavorative in cui i valori di esposizione rasentano i limiti consentiti.

Tuttavia, anche se si riuscissero ad avere concentrazioni ambientali di silice libera cristallina sempre al di sotto dei valori limite consigliati, va sottolineato che rimarrebbe una percentuale di lavoratori non protetti. Infatti da recenti studi epidemiologici è emerso che anche a condizioni di esposizione inferiori all’attuale TLV una quota variabile della popolazione corre il rischio di ammalarsi di silicosi dopo un lungo periodo di esposizione. Inoltre l’esposizione a basse concentrazioni non mette completamente al riparo dagli altri effetti a medio e a lungo termine che, anche se necessitano di ulteriori approfondimenti, segnalano un’attività cancerogena della silice: questo rischio riveste quindi un grande interesse in sanità pubblica per il forte impatto sociale dovuto ai costi umani ed economici connessi con l’elevato numero di esposti a rischio.

            Il primo studio di una certa rilevanza sulla condizione dei lavoratori nelle ceramiche delle stoviglie del comprensorio di Civita Castellana, che ha permesso l’elaborazione di dati di esposizione significativi, è stato condotto dal Laboratorio di Igiene Industriale della ASL VT attraverso il monitoraggio ambientale nei luoghi di lavoro. In 5 anni, dal 1993 al 1998, sono stati raccolti più di mille campioni di polvere respirabile in 11 aziende produttrici di stoviglie. I dati presentati si riferiscono alle concentrazioni di polvere respirabile (Tabella 2) e alle concentrazioni di silice libera cristallina (Tabella 3).

            I campionamenti personali di polvere respirabile, sugli addetti alla produzione di stoviglierie sono stati eseguiti mediante l’uso di un preselettore di tipo Dorr- Oliver, realizzato in nylon con una camera di 10 mm di diametro, ad un solo ingresso e operante ad un flusso di 1,4 L/min; questa portata è stata scelta per adeguare le dimensioni di taglio alle raccomandazioni indicate dalla convenzione di Johannesburg, secondo quanto previsto dal D. Lgs. 277/91 (dimensione di taglio con l’efficienza del 50% al diametro aerodinamico di 5 mm).

Per la determinazione della silice libera cristallina (SLC) è stata impiegata la diffrattometria a raggi X (DRX, metodo N.7400 NIOSH).

 

Tabella 2 - Concentrazioni di polvere respirabile (mg/m3), determinate su campioni personali nelle stoviglierie dal 1993 al 1998.

 (Cavariani et al, 1998)

  

 

 

 

 

 

 

 

Reparto

n. campioni

min-max

MG

DGS

m

s

 

 

 

 

 

 

 

Impasti

35

0,21 - 1,50

0,53

1,62

0,59

0,31

Filtropressa

6

0,29 - 0,69

0,37

1,38

0,39

0,15

Preparazione Smalti

5

0,20 - 1,12

0,49

2,17

0,62

0,41

Stampi

5

0,19 - 1,04

0,36

2,08

0,45

0,39

Foggiatura

54

0,19 - 1,51

0,37

1,67

0,43

0,29

Rifinitura

25

0,26 - 3,98

0,54

1,80

0,68

0,72

Cottura

30

0,20 - 0,92

0,38

1,56

0,42

0,20

Decoro

13

0,23 - 0,97

0,35

1,28

0,39

0,20

Incasellamento

15

0,22 - 0,94

0,40

1,29

0,45

0,23

Scelta

6

0,29 - 0,82

0,53

1,50

0,57

0,21

II Cottura

13

0,23 - 0,87

0,37

1,93

0,40

0,18

Magazzino

22

0,22 - 0,62

0,30

1,40

0,32

0,12

 

 

 

 

 

 

 

n = numero di determinazioni;

 

 

 

 

 

min-max = valore minimo e massimo di concentrazione di polvere respirabile (mg/mc);

MG = media geometrica;

 

 

 

 

 

DSG = deviazione Standard Geometrica;

 

 

 

 

m = madie aritmetica;

 

 

 

 

 

s = deviazione standard aritmetica;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 3 - Concentrazioni di silice cristallina (mg/m3), determinate su campioni personali di polvere respirabile prelevati dal 1993 al 1998. (Cavariani et al, 1998)

Reparto

n. campioni

min-max

MG

DGS

SiO2 %

%>0,05

 

 

 

 

 

MG

 

Impasti

35

0,017 - 0,210

0,044

1,803

8,3

31

Filtropressa

6

0,029 - 0,060

0,019

1,527

7,7

17

Smalti

4

<LOD - 0,151

0,039

1,859

4,2

20

Stampi

5

<LOD - 0,053

0,019

2,614

4,3

20

Foggiatura

54

<LOD - 0,285

0,027

2,051

7,5

14

Rifinitura

25

<LOD - 0,551

0,037

2,370

6,9

25

Cottura

30

<LOD - 0,123

0,026

1,977

6,5

17

Decoro

13

<LOD - 0,016

0,012

1,293

2,8

0

Incasellamento

15

<LOD - 0,032

0,016

1,525

3,4

0

Scelta

6

0,010 - 0,028

0,016

1,623

3,0

0

II Cottura

13

<LOD - 0,033

0,019

1,010

3,9

0

Magazzino

22

<LOD - 0,013

0,011

1,124

3,1

0

 

 

 

 

 

 

 

n = numero di determinazioni;

 

 

 

 

 

min-max = valore minimo e massimo di concentrazione di polvere respirabile (mg/mc);

MG = media geometrica;

 

 

 

 

 

DSG = deviazione Standard Geometrica;

 

 

 

 

SiO2 % MG = media geometrica delle percentuali di silice cristallina;

 

 

% > 0,05 = percentuale dei valori superiori al TLV - TWA dell'ACGIH per l'anno 2000, pari a; 0,05 mg/m3

<LOD = inferiore alla sensibilità del metodo

 

 

 

 

 

Nelle figura 3 viene rappresentata la suddivisione percentuale sui campionamenti effettuati, in base al valore dell’indice di rischio IR (³ o < di 0,5), definito come concentrazione di quarzo respirabile riscontrata e TLV, relativamente alla concentrazione di SiO2.

 

 

               

 

 

 

Per avere un’idea completa di quanto prima accennato relativamente al miglioramento delle condizioni di esposizione negli ambienti di lavoro si  riportano  (Tabella 4 e Figura 4) i valori di esposizione medi annui dal 1980 al 1998. I dati hanno valori che vanno diminuendo negli anni, fatto che naturalmente dipende dal diverso approccio in materia di prevenzione che sta alla base degli interventi legislativi e di una maggiore coscienza della sicurezza  da parte dei datori di lavoro.

 

 

 

                           Tabella 4 - Andamento delle concentrazioni medie negli anni

                                               (Fonte ASL- Viterbo)

Anno

SiO2 (mg/m3)

1980

0,500

1981

0,371

1982

0,187

1984-87

0,027

1988

0,116

1989

0,068

1990-92

0,034

1994

0,032

1996

0,028

1998

0,015

           

           

           

 

             (Fonte ASL- Viterbo)

 

 

 

 

 

            Questo trend positivo che evidenzia un continuo decremento dei valori di silice libera cristallina è confermato da un ulteriore studio del Laboratorio di Igiene Industriale della ASL di Viterbo, protrattosi fino al 2000 (Tabella 5 e Figura 5).

 

 

Tabella 5 – Valori medi di esposizione a silice libera cristallina ( periodo 1980-2000)

Mansioni

1980

1981

1982

1984-87

1989

1990-92

1994

1996

1998

2000

Decoro

0,500

0,375

0,135

0,067

0,031

0,010

0,020

0,017

0,016

0.012

Forni

0,150

0,130

0,070

0,025

0,050

0,010

0,050

0,020

0,019

0.018

Impasti

0,500

1,200

0,400

0,302

0,066

0,080

0,030

0,043

0,040

0.038

Magazzino

0,070

0,075

0,030

0,010

0,023

0,010

0,010

0,015

0,014

0.010

Foggiatura

0,200

0,200

0,186

0,066

0,187

0,060

0,030

0,032

0,030

0.023

Tutti

0,500

0,371

0,187

0,116

0,068

0,034

0,032

0,028

0,015

0.008

 

 

Figura 5 - Livelli medi di esposizione a SiO2 (mg/m3) rilevati nei reparti del comparto stoviglie

(periodo 1980-2000)

 

 

 

            A ulteriore conferma vengono di seguito riportati i risultati del monitoraggio ambientale svolto nel 2004  in un’azienda di stoviglie del comprensorio di Civita Castellana (Tabella 6).  La misura della concentrazione delle polveri è stata effettuata con  l’ausilio dell’analizzatore portatile “DustTrak Aerosol Monitor” mod.8520 della TSI; lo strumento rileva e registra i dati in continuo sulle concentrazioni delle polveri,  mediante la dispersione di raggi luminosi.

            Il principio del metodo ottico si basa sulla proprietà delle particelle di provocare il fenomeno dello “scattering” qualora vengano investite da un raggio luminoso generato da apposita sorgente.

Tabella 6 – Concentrazione di polvere  respirabile (mg/m3)

 

 

E’ lecito pensare che la diminuzione di polverosità riscontrata rispetto ai valori relativi ad anni precedenti, sia da attribuire a diversi fattori tra i quali si ritengono di principale importanza i seguenti:

 

Oltre al rischio legato all’esposizione a silice libera cristallina, individuato ormai da tempo, all’interno delle stoviglierie sono presenti altri rischi professionali dovuti all’esposizione a rumore, all’attività di movimentazione manuale dei carichi, ai movimenti ripetitivi e al contatto con sostanze chimiche.

 

Il rischio movimentazione manuale dei carichi

 

In uno studio condotto  nel 2003-2004 in stoviglierie del comprensorio di Civita Castellana dal  Servizio PISLL  in collaborazione con la Contarp Nazionale - INAIL  sono state analizzate le attività comportanti movimentazione manuale dei carichi e movimenti ripetitivi.

L’indagine relativa al rischio movimentazione manuale dei carichi è stata condotta per fasi successive. Nella fase preliminare sono state somministrate apposite check list per selezionare le mansioni maggiormente significative e per evidenziare quelle che presentavano una condizione di inaccettabilità per qualsiasi tipo di movimentazione e su cui erano necessari interventi immediati.

 Nella fase successiva si è proceduto al calcolo dell’indice di sollevamento, per le mansioni selezionate, applicando il metodo N.I.O.S.H. statunitense modificato dall’EPM di Milano (Linee guida Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, 1998).

Dalle misure effettuate non sono emerse situazioni di totale “inaccettabilità” e sono state selezionate le mansioni indicate nella tabella sottostante con i relativi indici di sollevamento.

 Si rammenta che il metodo N.I.O.S.H. individua tre fasce di rischio per l’Indice di Sollevamento (I.S.):

Ø      I.S. £ 0,75 in cui la situazione è accettabile;

Ø      0,75  I.S. < 1 situazione in cui una quota di popolazione (variabile tra l’1% e i 10%) può essere non protetta;

Ø      I.S. > 1 situazione a rischio per quote crescenti di popolazione.

Nelle lavorazioni con attività diverse caratterizzate da adeguati tempi di recupero tra un’operazione e l’altra si sono indicati gli indici di sollevamento massimi e minimi e misurati (Tabella 7).

 

Tabella 7 – Indici di sollevamento

MANSIONE

Indice Sollevamento (max-min)

Pressatore

0,89-0,81

Foggiatore

1,50-0,85

Addetta timbratura

1,36-0,51

Sceglitrice

1,9

Incasellatrice

1,19-0,44

 

Rischi di natura biomeccanica

 

            Nelle stesse aziende dove è stato valutato il rischio dovuto alla movimentazione manuale di carichi è stata effettuata anche un’analisi dei rischi di natura biomeccanica. L’esame dei rischi specifici è stata articolata in due fasi conoscitive distinte, rappresentate da una indagine preliminare del ciclo tecnologico cui segue, e si integra, la fase di valutazione tecnica dell’attività.

            Nel corso dell’indagine preliminare, si è provveduto ad individuare le figure professionali maggiormente impegnate in attività di tipo manuale con movimenti ripetuti, per le quali risultasse opportuno procedere poi alla valutazione tecnica. Ad integrazione delle notizie di carattere generale, sono state raccolte tutte le possibili indicazioni relative alle fasi di lavoro svolte. Le informazioni di carattere generale, richieste direttamente al lavoratore tramite intervista, hanno riguardato:

 

-         compiti lavorativi svolti, modalità organizzative ed operative;

-         identificazione dei compiti caratteristici di un lavoro e fra essi quelli compiuti a cicli uguali;

-         individuazione dei compiti costituenti i cicli;

-         identificazione delle singole azioni;

-         descrizione e quantificazione per ciascun ciclo della frequenza, della forza, della postura;

-         analisi della durata e della sequenza dei periodi di recupero.

     La valutazione tecnica  ha riguardato principalmente l’esame della lavorazione svolta ed è stata incentrata sull’analisi dei seguenti punti:

-         l’acquisizione di particolari parametri specifici per ciascuna mansione (distribuzione nell’arco della giornata, presenza di cicli e tipizzazione delle eventuali pause e dei recuperi)

-         l’esecuzione di filmati mirati ad individuare con il massimo grado di precisione possibile le modalità di svolgimento delle varie attività, i movimenti effettuati, le posture degli arti superiori e la frequenza del gesto durante le fasi di lavoro caratterizzate da sforzi ripetuti.

 

            Poiché la valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico, riguarda sia gli aspetti posturali assunti dal lavoratore eseguendo le varie operazioni nella postazione di lavoro assegnata, sia i fattori dinamici che intervengono nella gestione delle singole fasi lavorative (forza, ripetitività e frequenza del gesto), ai fini della valutazione del rischio ci si è avvalsi di protocolli specializzati nell’analisi dell’impegno dei distretti articolari degli arti superiori (spalla, gomito, polso e mano). In letteratura sono disponibili numerose procedure per comparare a modelli ben definiti il gesto lavorativo ognuna delle quali tenta di quantificare, sia pure con diverse concezioni metodologiche, il contributo dei singoli fattori al rischio:

-         "liste di controllo" (CHECK-LIST), organizzate in forma di questionari a struttura più o meno complessa, utili ad inquadrare rapidamente le postazioni di lavoro (o le fasi lavorative) più a rischio

-         protocolli di analisi più complessi che tentano di definire un indice di sintesi derivato dall'integrazione delle informazioni di natura organizzativa, con i dati di natura biomeccanica finalizzati ad una ricostruzione più fedele possibile del gesto tecnico preso in esame.

 

            Ai fini del presente studio sono stati scelti ed utilizzati protocolli di valutazione specifici per l’analisi  della postura quali RULA (Rapid Upper Limb Assessment) e REBA (Rapid Entire Body Assessment) ed il modello STRAIN Index quale metodologia semiquantitativa di analisi.

 

§         RULA (rapid upper limb assessment)

 

            Consiste in un metodo d’indagine sviluppato per l’analisi ergonomica nei luoghi di lavoro prendendo in considerazione in particolare le sollecitazioni del distretto anatomico superiore (spalla, gomito, polso, ecc.). Tale metodologia, utilizzata nell’attuazione dei  requisiti minimi di sicurezza per la salute dei lavoratori conformi alla direttiva CEE 90/270 e alle UK guidelines on the prevention of work-related upper limb disorders, si basa sull’utilizzo di un sistema di codifica numerica, con il quale è possibile descrivere l’assetto posturale in condizione di sforzo statico e prolungato nel tempo. In funzione delle posizioni assunte dai differenti distretti articolari, si assegnano valori predeterminati, che possono essere incrementati in presenza di  particolari condizioni di forza muscolare e postura.  Per l’applicazione del metodo in campo si utilizza il modello (Figure 6 e 7), nel quale sono illustrate le diverse posture assunte dalla spalla, dal gomito e dal polso osservabili durante lo svolgimento della mansione lavorativa.


 

Casella di testo:  
Figura 6 – RULA: Modello di rilevazione degli aspetti posturali riferiti agli arti superiori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casella di testo:  
Figura 7 – RULA: Modello di rilevazione degli aspetti posturali riferiti alle posture assunte da tronco, collo e gambe

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

§         REBA – (Rapid Entire Body Assessment)

 

            Come nel caso del modello di analisi RULA l’esame dell’attività viene condotto, per ogni fase lavorativa, assegnando un punteggio predeterminato per ogni singolo distretto articolare. Rispetto a quello precedentemente illustrato il modello di analisi REBA (Figura 8) considera un numero di elementi di analisi inferiore. Il valore finale dell’indice viene derivato da una apposita tabella che correla i valori di punteggio assegnati ai distretti relativi a TRONCO, COLLO e GAMBE (gruppo A), sommati al punteggio determinato dalla componente della Forza, con quelli relativi a POLSO, AVAMBRACCIA e BRACCIA (appartenenti al gruppo B) sommati al punteggio relativo al tipo di presa applicata.

 

 

 

Figura 8 – REBA: Modello di rilevazione degli aspetti posturali riferiti a tronco, collo, gambe

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

§         STRAIN Index (S.I)

 

            A differenza dei due precedenti modelli, la metodologia Strain Index (S.I) (Tabella 8), proposta da Moore e Garg, esamina complessivamente tutti gli aspetti riguardanti lo svolgimento dell’attività lavorativa, procedendo alla misura (o stima) di sei variabili lavorative:

 

-         intensità dello sforzo,

-         durata dello sforzo per ciclo

-         numero di azioni al minuto

-         postura del polso

-         velocità di esecuzione,

-         durata del compito nel turno

                      Tabella 8 – Schema di rilevazione STRAIN Index

 

 

            Per ciascuna di queste variabili è prevista una valutazione eseguita in base a tabelle di riferimento semiquantitive predeterminate, dalle quali si deriva, una volta operata la scelta, il valore del coefficiente numerico. Il calcolo finale dell’indice rappresenta il prodotto dei sei fattori moltiplicativi derivati per ciascuna delle variabili poste in esame.

 

Fattori che concorrono alla definizione del rischio biomeccanico

 

            Come in precedenza ricordato diversi sono gli elementi che concorrono nella valutazione della esposizione di un lavoratore al rischio, più o meno elevato, di contrarre patologie e disturbi muscoloscheletrici e nervovascolari degli arti superiori. La scelta dei protocolli prima descritti, ha richiesto l’individuazione e la quantificazione di diversi parametri. Al fine di rendere minimi gli aspetti legati alla soggettività nella fase di scelta del valore del parametro da assegnare, per ogni fase lavorativa sono state eseguite riprese della lavorazione in svolgimento sia sul piano sagittale sia sul piano laterale, per un tempo ritenuto sufficiente a descrivere lo svolgimento del ciclo.            Successivamente, entrambe le riprese filmate sono state montate e sincronizzate per consentire l’osservazione sinottica del movimento su due piani di riferimento. Più in dettaglio, da un punto di vista biomeccanico, è stata posta l’attenzione sui seguenti elementi:

 

1 - Ripetitività/frequenza

 

 

            Un compito ripetitivo per gli arti superiori deve essere oggetto di analisi particolareggiata se richiede lo svolgimento in sequenza di cicli lavorativi di breve durata a contenuto gestuale analogo.          Il carattere di ripetitività di una mansione in termini di frequenza di azione, si valuta definendo il numero azioni tecniche necessario all’esecuzione dei movimenti richiesti nell’unità di tempo (azioni tecniche/minuto). La stima della frequenza di azione specifica di ciascuna fase lavorativa viene eseguita su un tempo di osservazione di lunghezza adeguata, per rendere minimi gli errori di calcolo introdotti dalle possibili variazioni del ritmo di lavoro. L’esame approfondito delle riprese filmate permette di stimare la frequenza attraverso l’individuazione dei seguenti parametri descrittivi dell’attività lavorativa:

 

-         il tempo netto di compito ripetitivo

-         il numero di cicli nel compito ripetitivo

-         la durata di ciascun ciclo

-         il numero di azioni per ciclo

-         la frequenza delle azioni nell'unità di tempo

-         il numero complessivo delle azioni nel turno

-         tempi esatti a disposizione per l'esecuzione del compito

-         numero di cicli richiesti per turno

-         numero di azioni tecniche necessarie a svolgere un ciclo permette, inoltre, di ottenere la frequenza media necessaria per svolgere ciascun compito lavorativo durante un periodo assegnato.

2 – Forza

 

            Il fattore Forza viene definito come l'impegno biomeccanico necessario a svolgere una determinata azione o sequenza di azioni. Per tale fattore di rischio, la quantificazione è più complessa e soggettiva di quella prevista per il calcolo della frequenza del gesto. La definizione di tale fattore differisce a seconda del tipo di modello di analisi prescelto. In particolare i protocolli RULA e REBA, quantificano numericamente tale fattore in base ad una descrizione semiquantitativa che pone in relazione il carico movimentato con le modalità di manipolazione. Per quanto riguarda il protocollo STRAIN INDEX, il computo di tale fattore è relazionato alla scala proposta da Borg a seguito di una sperimentazione condotta per correlare il risultato delle rilevazioni elettromiografiche (EMG) con il valore di percezione soggettiva dello sforzo fisico applicato ad un determinato segmento corporeo durante uno specifico movimento, considerando pari a 10 il valore della Massima Contrazione Volontaria (MCV) ricavato con l'EMG.

 

3 - Postura e movimenti

 

            Ai fini della quantificazione del rischio è basilare determinare la mutua posizione dei distretti biomeccanici (gomito, polso, spalla) durante l'esecuzione del gesto, considerando che risultano potenzialmente dannose tutte le condizioni posturali estreme, ancor più in condizioni di estrema ripetitività. A tale scopo sono stati considerati:

 

-         postura e movimenti del braccio rispetto alla spalla (flessione, estensione, abduzione);

-         movimenti del gomito (flesso-estensioni, prono-supinazioni dell'avambraccio);

-         posture e movimenti del polso (flesso-estensioni, deviazioni radio-ulnari);

-         posture e movimenti della mano (tipo di presa).

           

            Particolare cura inoltre è stata posta nella definizione della presa manuale degli oggetti durante lo svolgimento del compito lavorativo, che risulterà di diversa valenza anatomica (e differente impegno di sforzo) a seconda della tipologia considerata.

 

 

4 - Descrizione del lavoro comportante gesti ripetitivi

 

            Accanto alla determinazione del valore intrinseco di ciascuno dei fattori ora elencati, è stato necessario determinare il tempo effettivo speso dal lavoratore nell’esecuzione di fasi lavorative contraddistinte da movimenti ripetuti. L’impegno svolto dal lavoratore nel corso della giornata è stato analizzato nel dettaglio definendo i vari elementi che concorrono a definire ripetitivo un lavoro. Una attività ripetitiva sarà caratterizzata da:

 

-         azione tecnica: azione determinata dal complesso di movimenti di uno o più segmenti corporei che permettono il compimento di una operazione elementare.

-         ciclo: sequenza di azioni tecniche di durata relativamente breve che viene ripetuta più volte uguale a se stessa;

-         compito lavorativo: attività definita che porta all'ottenimento di uno specifico risultato operativo (ad esempio taglio a misura del legname, legatura ferri, posa elementi, applicazione rasante, stuccatura, ecc.); possono essere distinti compiti ripetitivi, caratterizzati da cicli a loro volta composti da azioni meccaniche, e compiti non ripetitivi, composti da azioni meccaniche non cicliche;

 

5 - Graduazione del rischio

 

            L’applicazione dei modelli di calcolo si risolve sostanzialmente nel calcolo di un indice di esposizione sintetico che, partendo dal valore dei coefficienti assegnati ai diversi fattori che concorrono a definire il rischio, determinano un valore numerico. La valutazione del rischio si esegue comparando il valore ottenuto a seguito dell’applicazione del modello prescelto a specifiche tabelle di rischio suddivise in fasce di ad andamento crescente, (Tabella 9) differenti per ciascun modello di analisi considerato (Tabella 10).

 

 

                                 Tabella 9

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                     Tabella 10 – Tabella sinottica della graduazione del rischio secondo i                protocolli RULA, REBA e STRAIN Index

 

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attività indagate

 

 

 

Risultati delle rilevazioni

 

§         Protocollo  RULA

 

     La tabella 11 riporta il quadro sintetico dei risultati dell’applicazione del protocollo RULA relativo all’analisi degli addetti alla produzione delle stoviglie. L’indice è stato calcolato per ciascuna delle fasi lavorative osservate e differenziato per arto. I valori ottenuti ricadono prevalentemente nella fascia di livello rischio e azione 2, per la quale è necessaria una analisi più approfondita per meglio quantificare la presenza del rischio. Tra le mansioni osservate, quella relativa alla foggiatura mostra in percentuale, valori di indice RULA più elevati per entrambi gli arti. Ciò è sostanzialmente dovuto, alla presenza di postazioni di lavoro (foggiatrice automatica – mansioni: foggiatore 1; foggiatore 2) nelle quali la movimentazione avviene in condizioni posturali particolarmente severe, con ritmi di lavoro dettati dalla macchina. Differentemente, le postazioni nelle quali la foggiatura avviene mediante l’impiego della pressa idraulica (foggiatore 3; foggiatore 4) determinano, in generale, un minor impegno dell’articolazione in condizioni estreme.

 

Tabella 11 – Valori dell’indice RULA per mansione e fase lavorativa

Casella di testo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     Tra le fasi lavorative contraddistinte dai valori di indice più elevati possiamo notare alcune operazioni eseguite all’interno del magazzino (magazzino 2) durante la scelta del prodotto finito; l’operatrice in questo caso esegue una rotazione dell’intera pila di piatti per verificarne la planarità, impegnando entrambi gli arti superiori in azioni di forza con posture estreme dei singoli distretti articolari. Analoghe considerazioni possono essere fatte per l’impegno articolare del polso per quanto riguarda la mansione del verniciatore. In questo caso l’operazione, eseguita immergendo la stoviglia in un bagno di miscela con una apposita pinza, ed il successivo posizionamento della stoviglia sulla giostra richiedono una pronunciata rotazione del polso e del gomito, ed un discreto impegno dell’articolazione della spalla.

 

§         Protocollo REBA

 

     La tabella 12 riporta il quadro sintetico dei risultati dell’applicazione del protocollo REBA per l’esame delle posture degli addetti alla produzione delle stoviglie. Anche in questo caso l’indice è formulato per ciascuna fase lavorativa individuata e differenziato per arto.

L’analisi perviene a considerazioni analoghe a quelle già evidenziate con l’applicazione del protocollo RULA. Le differenze riscontrate riguardano innanzitutto la diversa graduazione del rischio specifica per ciascun protocollo. In particolare le discordanze, pur minime, si riscontrano nelle situazioni “border line”, laddove proprio la differente graduazione scelta per i due modelli di analisi, può causare una diversa attribuzione del livello di rischio.

     In relazione poi alle mansione ed fasi lavorative osservate, le maggiori differenze nel conseguimento del punteggio riguardano la diversa valutazione attribuita ai distretti anatomici e alle condizioni posturali conseguite. Nel caso di REBA il modello di analisi è strutturato in modo più semplificato, poiché non contempla posture ricorrenti negli addetti alla produzione delle stoviglie, che invece RULA discrimina attribuendogli punteggi significativi.

Casella di testo: Tabella 12 – Valori dell’indice REBA per mansione e fase lavorativa

 

 

§         Protocollo STRAIN Index

 

     La tabella 13 riporta in sintesi i valori di indice di rischio per tale modello di analisi, suddivisi per mansione e fase lavorativa. Ai fini di una valutazione più completa, si è pure proceduto ad una ricostruzione di un Strain Index, espresso come valore medio pesato (sul tempo) degli indici riferibili alle fasi lavorative previste da ciascuna mansione. Dall’analisi dei valori nella tabella sottostante, come del resto atteso da quanto osservato sul campo, emergono come situazioni con  livello di rischio elevato tutte le fasi lavorative contraddistinte da un’alta frequenza di azione e dal perdurare dello sforzo all’interno del ciclo. A sostegno di quanto ora affermato possiamo citare il caso dell’addetta alla decorazione manuale delle stoviglie, la cui lavorazione prevede altissime frequenze di gesto tecnico, sia pure con scarso sforzo muscolare applicato, mantenuto costante nell’arco dell’intero ciclo.

     L’applicazione del protocollo Strain index evidenzia, sempre tra le fasi lavorative maggiormente soggette a rischio, le attività di magazzino, per quasi tutte le fasi di scelta del prodotto finito eseguito in questo reparto, e la foggiatura a ciclo continuo, dove gli addetti eseguono operazioni contraddistinte da elevata frequenza di azione e scarsi periodi di recupero, dove quindi il ciclo lavorativo risulta fortemente condizionato dalla macchina.

 

Tabella 13  Andamento del’indice STRAIN Index

 
 

 

 


 

 

 

 

 

 


 

Le malattie professionali nelle stoviglie

 

            I dati storici relativi alle malattie professionali indennizzate nel comprensorio delle ceramiche, segnalano una situazione quantomeno compromessa, soprattutto per quanto riguarda i casi di pneumoconiosi silicotica già presenti a partire dal 1956, anno di concessione delle prime rendite. Nel 1994 risultavano in vigore nel territorio di Viterbo 1062 rendite per silicosi di cui 778 a carico dei diretti interessati e 248 agli eredi aventi diritto che rappresentavano l’intero comparto ceramico (sanitari, stoviglierie, piastrelle e oggettistica).

In tali realtà i reparti per i quali i livelli di esposizione sono maggiori, sono gli stessi che erano risultati a maggior rischio di malattia, e cioè:

·        Preparatori impasto                             

·        Preparatori smalti

·        Addetti alla foggiatura

·        Addetti alla rifinitura.

·        Addetti alla cottura

 

Nel settore ceramico il caso peggiore si riscontra per gli addetti alla mansione di preparazione impasti e alle vernici, dove arriviamo al 54,5% di casi di malattia (Cavariani et al 1995), seguito dai rifinitori

                                                                      

 

Dal 1996 al 2004 ill Servizio PISLL e il Laboratorio di Igiene Industriale hanno condotto un monitoraggio sull’esposizione e sullo stato di salute dei lavoratori del settore ceramico del comprensorio di Civita Castellana che ha interessato 4834 addetti, di cui 1934 del settore stoviglie.

 Tra questi è stato acquisito ed esaminato il radiogramma del torace di 315 soggetti e sono stati evidenziati 14 soggetti con radiogramma positivo per silicosi (profusione ³ 1/0) pari al 4,4%. Di questi 11 risultano esclusivamente lavoratori del settore stoviglie (Tabella 14).

 

 

Tabella 14 - Mansione e l’anzianità lavorativa dei  soggetti considerati

 

MANSIONE

ANZIANITÀ LAVORATIVA (anni)

Addetto Impasti/foggiatore

26

foggiatore

15

foggiatore

18

foggiatore

29

foggiatore

29

foggiatore

28

foggiatore

4

manutentore

30

manutentore

10

Foggiatore/addetto impasti

33

Addetto impasti

33

 

            Considerando i soggetti esaminati suddivisi per mansione si evidenzia che tra i 315 ci sono 57 lavoratori con mansione di foggiatore per cui  tra questi i casi di silicosi sono pari al 19%.

            Analizzando i dati Inail disponibili per l’Italia, il Lazio e la provincia di Viterbo, relativi alle malattie professionali per il comparto ceramica (sanitari, stoviglie e piastrelle, voce di tariffa INAIL 7281 ex 7341 – non è possibile uno scorporo di dati per la sola produzione di stoviglie) (Tabella 15) si evidenzia una presenza rilevante di patologie professionali dell’apparato respiratorio, dell’udito, di malattie cutanee e a carico dell’apparato locomotore, con una marcata tendenza alla diminuzione (Tabella 16).

 

 

  Tabella 15 - Malattie professionali manifestatesi e denunciate all'INAIL per anno (2000-2003)

 

 

Voce di tariffa:  7281

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Codice A

2000

2001

2002

2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ITALIA

50-IPOACUSIA E SORDITA'

28

38

28

23

 

90-SILICOSI

22

23

28

16

 

 

 

 

 

 

LAZIO

50-IPOACUSIA E SORDITA'

10

2

 

 

 

90-SILICOSI

14

18

17

12

 

 

 

 

 

 

VITERBO

50-IPOACUSIA E SORDITA'

4

1

 

 

 

90-SILICOSI

14

18

17

12

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 16 - Malattie professionali denunciate in ciascun anno (1993-’97)

 

Anno

Provincia di Viterbo

Lazio

Italia

1993

15

25

208

1994

14

19

170

1995

11

12

183

1996

8

9

193

1997

14

15

100

 

 

Nella tabella 17  si osservano le malattie professionali attribuite al comparto ceramico suddivise per tipologia, mentre nella tabella 18 le malattie professionali prevalenti.

 

 

 

 

 

 

       Tabella 17 – Malattie professionali manifestatesi e denunciate all’INAIL

 

 

 

 

Tabella 18 - Malattie professionali manifestatesi e denunciate all'INAIL

 

Voce di tariffa:  7281

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anno

 

2000

2001

2002

2003

 

 

 

 

 

ITALIA

        201

        223

        220

        197

LAZIO

          31

          31

          25

          18

VITERBO

          24

          30

          24

          15

 

 

 

 

 

 

 

Di seguito (Tabella 19) viene indicato invece il grado di inabilità permanente riconosciuto a seconda della malattia professionale.

 

Tabella 19 - Distribuzione del grado percentuale medio di inabilita' permanente secondo il tipo di malattia professionale

ANNO DEFINIZIONE 1999 LAZIO

MALATTIA PROFESSIONALE

NUMERO CASI

SOMMA GRADI

GRADO MEDIO

% SOMMA GRADI

IPOACUSIA E SORDITA' DA
RUMORI

5

91

18,20

28,80

SILICOSI

5

104

20,80

32,91

MALATTIE NON TABELLATE O
CONTRATTE IN LAVORAZIONI NON
TABELLATE

4

110

27,50

34,81

MALATTIE CUTANEE CAUSATE DA
CATRAME, BITUME, PECE,
FULIGGINE, ANTRACENE

1

11

11,00

3,48

TOTALE

15

316

21,07

100,00

 

            Da quanto sopra riportato,  risalta un gap tra l’atteso per l’insorgenza di patologie muscolo-scheletriche, e articolari a carico del rachide dorso-lombare e degli arti superiori in base alle misure effettuate e le reali denunce di malattie professionali presentate all’Inail. Infatti per gli anni 2000-2003 per l’intero comparto ceramico risultano nella provincia di Viterbo due sole denunce per affezioni dei muscoli, legamenti, aponeurosi e tessuti molli e per artrosi ed affezioni correlate. 

            Infine si riportano dati ISTAT,  desunti dall’esame dei certificati di morte, relativi alle morti per silicosi   (IX ICD 500, 502) nel territorio della provincia di Viterbo che segnalano la presenza, purtroppo sinora stabile, di un grave fenomeno di mortalità occupazionale.

 

anno

1997

1998

1999

2000

2001

2002

numero

7

6

6

9

9

6

 

 

Gli infortuni nelle stoviglie

 

Rispetto alla popolazione lavorativa (ricordiamo i 4869 lavoratori censiti in totale nel 2002) impiegata nel settore ceramico la frequenza degli infortuni è bassa, come pure la loro gravità (Tabelle20 e 21).

 

 

Tabella 20 - infortuni denunciati nel settore lavorativo della ceramica (dati INAIL)

 

Infortuni sul lavoro avvenuti e denunciati all'INAIL

 

Voce di tariffa:  7281

 

 

 

 

 

Anno

 

2000

2001

2002

2003

 

 

 

 

 

ITALIA

     4,123

     4,309

     4,031

     3,476

LAZIO

        172

        179

        155

        156

VITERBO

          88

        106

          90

          77

 

 

 

Tabella 21 - Infortuni indennizzati nel comparto lavorazione e trasformazione di minerali non                           metalliferi e di rocce  - per tipo di definizione  (Fonte INAIL)

 

 

Tipo di definizione

 

Anno 2000

 

Anno 2001

 

Anno 2002

 

 

Temporanea

 

120

 

140

 

90

 

Permanente

 

7

 

2

 

1

 

Morte con superstiti

 

1

 

0

 

0

 

TOTALE INFORTUNI DEFINITI

 

128

 

142

 

91

 

La gravità degli infortuni risulta bassa in quanto è avvenuto un solo infortunio mortale nell’anno 2000 nel Comprensorio ceramico e non riguardava le stoviglierie. Le inabilità permanenti mostrano un decremento negli anni (se pur lieve tra il 2001 e il 2002 rispetto al decremento del numero totale degli infortuni) e rappresentano comunque una bassa percentuale rispetto al totale degli infortuni, sono pari infatti al 5,4% del totale nell’anno 2001 al 1,4 % nel 2001 e all’1,1% nel 2002.

 

 

 

 

 

Tabella 22 - Infortuni sul lavoro avvenuti e denunciati all'INAIL

 

Voce di tariffa:  7281

 

 

 

 

 

 

Agente materiale

2000

2001

2002

2003

ITALIA

0 MACCHINE

 

           129

           343

           125

 

00 MACCHINE MOTRICI

              11

                9

 

 

 

02 MACCHINE OPERATRICI

           153

              98

 

 

 

04 MACCHINE UTENSILI

           106

              68

                1

 

 

1 MEZ. SOLLEV. E TRASP.

 

           155

           451

           157

 

10 MEZZI SOLLEVAMENTO

           339

           240

 

 

 

11 MEZZI TRASPORTO TERR.

           402

           351

                4

 

 

12 MEZ. TRASP. SU ROTAIE

                2

 

 

 

 

14 MEZ. TRASP. VIA ACQUA

              20

              15

 

 

 

2 IMP. DI DISTRIBUZIONE

 

              76

           148

              40

 

21 IMP. DISTRIB. LIQUIDI

 

                1

 

 

 

23 IMP. DISTRIBUZ. GAS

 

                1

 

 

 

3 ATTREZZI, UTENSILI, ..

 

                6

              18

                5

 

30 ATTREZZI

           201

           129

                1

 

 

31 UTENSILI

              44

              50

 

 

 

32 ATTREZZATURE

                6

                9

 

 

 

33 APPARECCHIATURE

              63

              51

 

 

 

4 MATERIALI, SOSTANZE,..

 

           158

           528

           177

 

40 ESPLOSIVI

              10

                7

 

 

 

41 POLVERI

                8

                2

 

 

 

42 GAS, VAPORI, FUMI

                9

                5

 

 

 

43 MATERIALI LIQUIDI

              24

              24

 

 

 

44 MATERIALI SOLIDI

           905

           777

                1

 

 

45 PLASTICI

              16

                7

 

 

 

46 SCAR. ELETTR.,RADIAZ.

                1

                2

 

 

 

47 FUOCO

              11

                6

 

 

 

48 FRAMMENTI, SCHEGGE

              74

              68

                2

 

 

49 SCHIZZI, SPRUZZI

                6

                4

 

 

 

5 AMBIENTE DI LAVORO

 

                7

              23

                5

 

51 SUPERFICI DI TRANSITO

           486

           399

                1

 

 

52 SCALE E PASSERELLE

           138

           132

                1

 

 

53 APERT. PAVIM., PARETI

                7

                6

 

 

 

54 INFISSI

              11

                7

 

 

 

55 PARTI DI EDIFICI

              43

              38

                1

 

 

56 ARREDI,IMPIANTI FISSI

              71

              69

 

 

 

6 PERSONE, ANIMALI, ....

 

                5

              12

                6

 

60 PERSONE

              11

                3

 

 

 

61 ANIMALI

                1

                3

 

 

 

62 VEGETALI

 

                2

 

 

 

7 SERBATOI, CONTENITORI

 

 

                1

 

 

70 SERBATOI PER LIQUIDI

                6

              11

 

 

 

72 SILOS

 

                1

 

 

 

73 BOMBOLE

                1

 

 

 

 

74 CONTENITORI

           252

           197

 

 

 

8 PARTI MECCANICHE, ...

 

              25

              50

              28

 

80 PARTI MECCANICHE

           410

           286

                4

 

 

81 PARTI ELETTRICHE

              14

              13

 

 

 

83 PARTI OLEODINAMICHE

                5

                3

 

 

 

84 PARTI TERMICHE

                6

                5

 

 

 

85 PARTI NON SPECIFICATE

           143

           101

 

 

 

NON DETERMINATO

           107

           547

        2,435

        2,932

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE

        4,123

        4,308

        4,025

        3,475

 

 

 

 

 

 

LAZIO

0 MACCHINE

 

                4

              15

              11

 

02 MACCHINE OPERATRICI

                7

                2

 

 

 

04 MACCHINE UTENSILI

                2

                1

 

 

 

1 MEZ. SOLLEV. E TRASP.

 

              10

              14

                5

 

10 MEZZI SOLLEVAMENTO

              19

              16

 

 

 

11 MEZZI TRASPORTO TERR.

              12

                7

 

 

 

2 IMP. DI DISTRIBUZIONE

 

                6

                4

                1

 

3 ATTREZZI, UTENSILI, ..

 

 

                1

 

 

30 ATTREZZI

                4

                5

 

 

 

31 UTENSILI

                2

                2

 

 

 

33 APPARECCHIATURE

                2

                2

 

 

 

4 MATERIALI, SOSTANZE,..

 

                7

              18

              13

 

41 POLVERI

                1

 

 

 

 

44 MATERIALI SOLIDI

              34

              29

 

 

 

45 PLASTICI

                1

                1

 

 

 

48 FRAMMENTI, SCHEGGE

                6

                5

 

 

 

51 SUPERFICI DI TRANSITO

              16

              19

 

 

 

52 SCALE E PASSERELLE

                5

                3

 

 

 

54 INFISSI

                2

 

 

 

 

55 PARTI DI EDIFICI

                1

                1

 

 

 

56 ARREDI,IMPIANTI FISSI

                6

                8

 

 

 

6 PERSONE, ANIMALI, ....

 

 

                1

 

 

60 PERSONE

                3

 

 

 

 

62 VEGETALI

 

                1

 

 

 

70 SERBATOI PER LIQUIDI

                1

 

 

 

 

74 CONTENITORI

              12

                3

 

 

 

8 PARTI MECCANICHE, ...

 

                1

                1

                8

 

80 PARTI MECCANICHE

              27

              10

 

 

 

85 PARTI NON SPECIFICATE

                4

                5

 

 

 

NON DETERMINATO

                5

              31

           101

           118

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE

           172

           179

           155

           156

 

 

 

 

 

 

VITERBO

0 MACCHINE

 

                4

                1

 

 

02 MACCHINE OPERATRICI

                7

                2

 

 

 

04 MACCHINE UTENSILI

                2

                1

 

 

 

1 MEZ. SOLLEV. E TRASP.

 

                6

                2

 

 

10 MEZZI SOLLEVAMENTO

                8

              11

 

 

 

11 MEZZI TRASPORTO TERR.

                4

                6

 

 

 

2 IMP. DI DISTRIBUZIONE

 

                4

                1

 

 

3 ATTREZZI, UTENSILI, ..

 

 

 

 

 

30 ATTREZZI

                1

                5

 

 

 

31 UTENSILI

 

                1

 

 

 

33 APPARECCHIATURE

                1

                1

 

 

 

4 MATERIALI, SOSTANZE,..

 

                5

                4

                1

 

44 MATERIALI SOLIDI

              11

              12

 

 

 

45 PLASTICI

                1

 

 

 

 

48 FRAMMENTI, SCHEGGE

                3

                3

 

 

 

51 SUPERFICI DI TRANSITO

                8

                8

 

 

 

52 SCALE E PASSERELLE

                3

                2

 

 

 

54 INFISSI

                1

 

 

 

 

56 ARREDI,IMPIANTI FISSI

                3

                6

 

 

 

6 PERSONE, ANIMALI, ....

 

 

 

 

 

60 PERSONE

                3

 

 

 

 

62 VEGETALI

 

                1

 

 

 

74 CONTENITORI

              10

                2

 

 

 

8 PARTI MECCANICHE, ...

 

                1

 

 

 

80 PARTI MECCANICHE

              19

                7

 

 

 

85 PARTI NON SPECIFICATE

                1

                1

 

 

 

NON DETERMINATO

                2

              17

              82

              76

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE

              88

           106

              90

              77

 

Quindi andando ad esaminare in dettaglio gli infortuni dal punto di vista dell’agente materiale responsabile dell’infortunio si osservano per la provincia di Viterbo nel settore ceramico su un totale di 88 infortuni avvenuti nell’anno 2000,  9 infortuni causati da macchine (10,8%),  8 infortuni dovuti ai mezzi di sollevamento (9,1%), 15 infortuni causati da materiali (17%) 8 casi di infortunio (9,1%) dovuti a superfici di transito, 10 infortuni causati da contenitori (11,4%) e 19 infortuni da parti meccaniche (21,5%) (Tabella 22).

Nell’anno 2001 su un totale di 106 infortuni,  7 sono dovuti a macchine (6,6%), 17 casi di infortunio dovuti a mezzi di sollevamento e trasporto (16%),  20 infortuni dovuti a materiali e sostanze (18,9%), 8 infortuni dovuti a superfici di transito (7,5%) e infine 8 casi di infortunio dovuti a parti non meccaniche (7,5%). Nell’anno 2001 su 90 infortuni  82 (91,1%) sono dovuti a causa non determinata e così pure nel 2002, su 77 infortuni 76 sono da causa non precisata (98,7%).

 

            Nella tabella 23 si riportano invece le varie forme di accadimento degli infortuni.

           

Tabella 23 - Infortuni sul lavoro avvenuti e denunciati all'INAIL

Voce di tariffa:  7281

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forma di avvenimento

2000

2001

2002

2003

 

 

 

 

 

 

ITALIA

A CONTATTO CON...

          90

          89

          62

          14

 

AFFERRATO DA...

            2

            6

          20

            2

 

CADUTO DALL'ALTO...

        135

        150

          39

          17

 

CADUTO IN PROFONDITA'...

            4

            3

            1

  

 

CADUTO, IN PIANO, SU...

        215

        305

        175

          71

 

COLPITO DA...

        579

        570

        289

        109

 

ESPOSTO A...

            2

            2

            1

  

 

HA CALPESTATO...

            5

            3

            1

  

 

HA INALATO...

            1

            1

            3

            2

 

HA INGERITO...

            1

            1

  

  

 

HA URTATO CONTRO...

        667

        630

        297

          90

 

IMPIGLIATO/AGGANCIATO...

          28

          20

            6

            4

 

INCIDENTE A BORDO DI...

          21

          20

            1

  

 

INCIDENTE ALLA GUIDA...

        351

        316

          27

            5

 

INVESTITO DA...

          11

          36

          84

          17

 

MORSO DA...

  

            1

            2

            1

 

MOVIMENTO INCOORDINATO

          50

          53

          28

          20

 

PIEDE IN FALLO

        445

        296

          74

          20

 

PUNTO DA...

            2

            1

  

  

 

RIMASTO INCASTRATO...

          53

          66

          34

          10

 

SCHIACCIATO DA...

        446

        393

        146

          70

 

SI E' COLPITO CON...

        450

        377

        161

          42

 

SI E' PUNTO CON...

            4

            6

            3

            1

 

SOLLEVANDO CON SFORZO

        181

        170

          77

          27

 

SOLLEVANDO SENZA SFORZO

        316

        269

          31

            4

 

TRAVOLTO DA...

            1

            3

  

  

 

URTATO DA...

          11

          34

          34

          18

 

NON DETERMINATA

          52

        488

     2,435

     2,932

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE

     4,123

     4,309

     4,031

     3,476

 

 

 

 

 

 

LAZIO

A CONTATTO CON...

            4

            4

            4

  

 

AFFERRATO DA...

  

  

            1

  

 

CADUTO DALL'ALTO...

            6

            2

  

  

 

CADUTO, IN PIANO, SU...

          14

          17

            4

            3

 

COLPITO DA...

          48

          33

            5

          11

 

ESPOSTO A...

  

            1

  

  

 

HA INALATO...

  

  

  

  

 

HA URTATO CONTRO...

          28

          26

          15

            9

 

IMPIGLIATO/AGGANCIATO...

            1

            1

  

  

 

INCIDENTE A BORDO DI...

            2

  

  

  

 

INCIDENTE ALLA GUIDA...

          10

            6

  

  

 

INVESTITO DA...

            1

            7

            3

  

 

MOVIMENTO INCOORDINATO

            3

            7

  

            1

 

PIEDE IN FALLO

            7

            8

            2

  

 

RIMASTO INCASTRATO...

            7

            4

  

  

 

SCHIACCIATO DA...

            9

            4

            2

            1

 

SI E' COLPITO CON...

          16

          16

          10

            4

 

SI E' PUNTO CON...

  

  

            1

  

 

SOLLEVANDO CON SFORZO

            8

          11

            3

            7

 

SOLLEVANDO SENZA SFORZO

            7

            7

            4

            2

 

URTATO DA...

  

            1

  

  

 

NON DETERMINATA

            1

          24

        101

        118

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE

        172

        179

        155

        156

 

 

 

 

 

 

VITERBO

A CONTATTO CON...

  

            1

            2

 

 

CADUTO DALL'ALTO...

            4

            1

  

 

 

CADUTO, IN PIANO, SU...

            5

            7

  

 

 

COLPITO DA...

          23

          19

  

 

 

HA INALATO...

  

  

  

  

 

HA URTATO CONTRO...

          17

          16

            4

            1

 

IMPIGLIATO/AGGANCIATO...

            1

            1

  

  

 

INCIDENTE ALLA GUIDA...

            4

            5

  

  

 

INVESTITO DA...

  

            4

  

  

 

MOVIMENTO INCOORDINATO

  

            4

  

  

 

PIEDE IN FALLO

            5

            6

  

  

 

SCHIACCIATO DA...

            9

            2

  

  

 

SI E' COLPITO CON...

            9

          13

            1

  

 

SOLLEVANDO CON SFORZO

            7

          10

            1

  

 

SOLLEVANDO SENZA SFORZO

            3

            3

  

  

 

URTATO DA...

  

            1

  

  

 

NON DETERMINATA

            1

          13

          82

          76

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE

          88

        106

          90

          77

 

Nel 2000 si osserva che su 88 infortuni che 40 (45,4%) sono  dovuti a scontri con oggetti contundenti  che hanno colpito l’operatore (23 pari al 26,1%) o contro cui l’operatore ha urtato (17 pari al 19,3%), mentre 10  (11,4%) infortuni sono dovuti a ad attività di sollevamento con sforzo (7 casi) e senza sforzo (3 casi). Nell’anno 2001 su 106 infortuni quelli dovuti a scontro con oggetti contundenti sono pari a 35 (33%) di cui 19 (17,9%) hanno colpito l’operatore e 16 sono stati urtati dall’operatore (15,1%) e 13 (12,2%) infortuni sono invece dovuti ad attività di sollevamento con sforzo (10 casi) e senza sforzo (3 casi).

Dal complesso di tali dati emerge quindi un quadro infortunistico correlabile con la mancanza di un adeguato lay-out aziendale in cui gli spazi sia adeguatamente organizzati e con la movimentazione di materiali.