All. 2/A

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

1. COMPARTO

 LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

2. CODICI ISTAT

85.12

 

 

 

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

     (riservato all’ufficio)

 

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

 

 

5. REGIONALE

 

 

6. PROVINCIALE

 

 

7. USL

AZIENDA USL RMB- ROMA

 

8.ANNO DI RILEVAZIONE

2

0

0

2

 

 

 

 

 

9. NUMERO  ADDETTI:

   470*

 

 

 

 

9 LAUREATI

     30*

uomini                                  

 70*

Donne

 

 

 

9B. : TECNICI

     130*

uomini

 190*

Donne

 

 

 

9C. : AUSILIARI

     20*

uomini

 30*

Donne

 

 

 

 

* ) cifra stimata

 


 

 

10. NUMERO  AZIENDE:

48

 

 

Nel territorio di nostra competenza sono presenti laboratori di analisi al servizio di Strutture Ospedaliere, che occupano in media 50 dipendenti  ciascuno , e laboratori privati che occupano in media 5 operatori  ciascuno; il 90% risulta accreditato.

Risulta presente, nelle piccole strutture, la pratica delle analisi in service, svolte da laboratori maggiormente attrezzati.

I laboratori sono tradizionalmente divisi in reparti, secondo la tipologia delle analisi.

Nei reparti di chimica clinica sono effettuate le indagini che sfruttano la chimica applicata alla fisiologia o alla biochimica ai fini della diagnosi.

In questo settore sono compresi anche esami di ematologia ed emocoagulazione, tossicologia e citogenetica, nonché le analisi di allergologia ed immunologia clinica.

E’ da notare che in molti laboratori le tecniche radioimmunologiche sono state sostituite dalle tecniche di immunometria, che consente il dosaggio, ad esempio delle sostanze ormonali, senza l’utilizzo di sostanze radioattive e con minori problematiche connesse alla sicurezza oltre che con tempi di risposta molto più rapidi.

Nei reparti di microbiologia sono comprese tutte le indagini volte ad accertare la presenza nel campione di microrganismi o di marcatori biologici che ne indicano il contatto, attuale o pregresso, con l’organismo.

Le analisi batteriologiche ricercano i batteri presenti nel campione tramite esami a fresco, con colorazioni atte al rilievo dei microrganismi, colture, analisi delle azioni biochimiche ed enzimatiche dei batteri, risposta agli antibiotici (antibiogramma).

Le analisi virologiche servono a dimostrare il contatto con l’agente biologico con ricerche virologiche dirette e ricerche sierologiche. Tecniche recenti in questo campo si basano sull’amplificazione genica (PCR). Vengono inoltre effettuate indagini per la ricerca nei campioni biologici di funghi e parassiti.

Il notevole sviluppo tecnologico avvenuto nell’intero settore delle analisi cliniche negli ultimi anni ha portato ad una radicale modifica del quadro dei rischi da lavoro.

Per quanto riguarda il rischio chimico l’utilizzo di tecniche di microanalisi, con dosi di campione e reagente dell’ordine dei microlitri, ha ridotto significativamente la manipolazione di sostanze chimiche. Al momento risultano in uso piccoli quantitativi di sostanze classificate come pericolose (3,5,10 litri al massimo di alcol metilico, alcol etilico, acido acetico, acetonitrile, acido cloridrico concentrato).

Per il rischio biologico  l’introduzione di presidi sicuri per i prelievi ematici e  di materiali a perdere al posto della tradizionale vetreria hanno portato ad una significativa riduzione delle possibilità di contagio legate ad infortuni accidentali. La gran parte del personale risulta vaccinato per HBV.

  La gestione del rischio residuo si basa sulla conoscenza del rischio da parte degli operatori e quindi sulla loro formazione al puntuale rispetto delle procedure di lavoro e di emergenza, all’uso corretto dei DPI e dei sistemi di protezione ambientale, in primo luogo le cappe  di tipo biologico. Inoltre vanno seguite le corrette procedure di trattamento e smaltimento dei rifiuti potenzialmente o effettivamente contaminati da agenti biologici.

Nel nostro territorio abbiamo potuto verificare nella pratica il rispetto, nella maggior parte delle situazioni visitate, delle misure di prevenzione necessarie. I punti critici sono segnalati nelle singole schede di fase lavorativa.

Possiamo qui segnalare che procedure di lavoro formalizzate, riferite sia alla routine che alle emergenze,  sono generalmente presenti nei laboratori di maggiori dimensioni ed in quelli che hanno attivato i processi di certificazione (ISO 9002 e segg. ).


 

All. 2/B

 

 

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

SERVIZIO PISLL (PREV.IGIENE E SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO -AUSL RM B – ROMA

 

Viale Bardanzellu 8 – 00155 Roma

                                                                                                         

 

 

 

 

12. REFERENTE: Dr. SERGIO ROVETTA

 

             INDIRIZZO:

SPISLL AUSL RMB ; Viale Bardanzellu 8

 

 

                         CAP:

00155

 

 

 

                    CITTA’:

ROMA

 

 

           PROVINCIA:

ROMA

 

 

 

            TELEFONO:

06/ 41434946

 

 

 

 

                         FAX:

06/ 41434936

 

 

 

 

                   E-MAIL:

 

 

 

 

13. INFORTUNI *:

 

TOTALE:

 

DI CUI MORTALI

nessuno

 

 

 

 

*Non sono reperibili dati statistici relativi agli infortuni del comparto presso l’INAIL disaggregati  a livello di ASL romane. I registri infortuni visionati nelle strutture osservate non riportano infortuni per  l’anno 2001.

Vengono riferiti perlopiù, relativamente ai rischi specifici,  infortuni di lieve o lievissima entità

(punture, piccoli tagli) che non comportano di norma  assenza dal lavoro ma eventuali rischi biologici.

Come in ogni luogo di lavoro possono realizzarsi cadute da scivolamento, inciampo, urti di parti sporgenti.

 

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI :

 

 

Non risultano denunce alla ASL nell’anno di osservazione.

 

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

1. ACCETTAZIONE richieste (e campioni)

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

80

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

2. PRELIEVO

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

90

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

3. ACCETTAZIONE CAMPIONI

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

120

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

4. ANALISI DEI CAMPIONI

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

300

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

5. TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

80

 

 

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

6. REFERTAZIONE

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici)

Trasversali o Organizzativi ( uso di videoterminali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

80

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casella di testo: Prelievo
(ematico, tampone faringeo, vaginale ecc.)
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casella di testo: Refertazione
 

 

 


Scheda  1

 

FASE LAVORATIVA: ACCETTAZIONE RICHIESTE E CAMPIONI

                                                                                                                                                                    

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

1. ACCETTAZIONE richieste (e campioni)

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

80

 

 

 

 

 

 

 

Cap 1 - DESCRIZIONE Fase

 

 

La fase di accettazione della richiesta di prestazione e di eventuali campioni biologici preparati dall’utente in appositi contenitori (feci, urine, liquido seminale) avviene in genere dietro un apposito sportello da parte di personale tecnico ed amministrativo. La richiesta viene registrata su computer ed inviata, in genere tramite stampa, al personale che si occuperà, qualora questo sia necessario in base alla richiesta, del prelievo di sangue o di altro materiale biologico.

 

 

ADDETTI

 

2 – 3 addetti (tecnici, ausiliari)

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

computer

Carrelli, portaprovette

 
 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Può verificarsi la contaminazione accidentale del bancone per lo sversamento di materiali biologici. In questo caso, in assenza di idonei DPI o procedure, vi può essere il pericolo di esposizione cutanea ad agenti biologici.

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Agenti chimici

 

Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)

 

Agenti allergizzanti:  lattice di gomma presente nei guanti di protezione

 

 

Agenti biologici

 

Possibile contaminazione dei piani di lavoro o dei contenitori da parte di agenti biologici

a trasmissione ematica o parenterale inapparente.

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Postura e lavoro al videoterminale

Carico di lavoro variabile, elevato nelle fasi di concentrazione del pubblico

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

 

Sono fornite  le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici ed il lavoro al videoterminale.

Generalmente si fa uso di dispositivi individuali di protezione (guanti in lattice)

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

In letteratura risultano segnalati per lavoro prolungato al VDT disturbi muscolo-scheletrici. Non si può escludere il pericolo potenziale di esposizione ad  agenti biologici per eventi accidentali e/o mancato uso di DPI.

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Sono generalmente rispettate le procedure di sanificazione, di lavaggio delle mani e il divieto di fumo.

Il personale nella gran parte dei casi  è vaccinato contro l’epatite B.

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

Non osservato

 

 

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 - Titolo VII  ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);

 

DPR  303/1956  art. 9 (areazione locali);

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11  (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); Videoterminali att. 52,53,54,58 (obblighi datore del lavoro); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).

 

 

Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

 

DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di  impianti elettrici pericolosi)

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico

- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici

- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)

- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)

 

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 


 

Scheda  2

 

FASE LAVORATIVA: PRELIEVO

                                                                                                                                                                    

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

2. PRELIEVO

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

90

 

 

 

 

 

 

 

Cap 1 - DESCRIZIONE Fase

 

 

I laboratori osservati presentano generalmente sale prelievo attrezzate al prelievo di sangue e di materiali biologici  (tamponi faringei, oculari, auricolari e vaginali, questi ultimi eseguiti in apposite sale ginecologiche).

Per il prelievo di sangue venoso viene più frequentemente impiegato il sistema vacutainer, con aghi collegati a provette in cui è stato praticato il vuoto. Le provette sono predisposte in base alle analisi richieste e possono contenere anticoagulanti (solidi o liquidi) in caso di necessità di plasma. E’ stato osservato l’uso di siringhe in plastica in una minoranza di casi, per una ipotizzata miglior tolleranza da parte del paziente. Questo sistema richiede il travaso del sangue dalla siringa alle provette predisposte per ogni paziente da parte del prelevatore.

All’atto del prelievo ogni singola provetta viene contrassegnata con una banda magnetica o una targhetta su cui viene scritto il cognome ed il nome della persona, il numero progressivo, la data di accettazione ed eventualmente gli esami da eseguire.

 

ADDETTI

 

Da 2 – 3 addetti (medici, infermieri) a 10 – 15 (centri prelievo ospedalieri)

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Poltrona reclinabile o lettino

Dispositivi monouso per il prelievo

Contenitori autoclavabili per rifiuti

Carrello porta campioni

Disinfettanti, cotone, cerotti

 
 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Quando si utilizzano le tradizionali siringhe di plastica (in una minoranza dei casi) sono ancora possibili punture accidentali da ago utilizzato per il prelievo. I dati infortunistici del 2001 non evidenziano comunque nei laboratori osservati eventi a rischio in questa fase.

Contaminazione cutanea e/o mucosa. Se non venissero utilizzati DPI sarebbe possibile la contaminazione cutanea nelle fasi di travaso in provetta da siringa. Non si è osservato il reincappucciamento degli aghi e l’uso dei DPI è abbastanza sistematico.

 

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Agenti chimici

 

Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)

 

Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione

 

 

Agenti biologici

 

Microrganismi presenti nei materiali biologici: possibile contagio per puntura accidentale e contaminazione cutanea o mucosa nelle fasi di prelievo ematico, e nel prelievo di altri materiali biologici tramite tampone; possibile contagio per via aerea (goccioline) in fase di tampone faringeo. In alcuni casi è stato osservato il mancato uso di mezzi barriera ( guanti, mascherine) nella fase di prelievo ematico e in corso di tampone faringeo.

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Carico variabile, elevato nelle fasi di concentrazione del pubblico.

Posture disagevoli  durante il prelievo.

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Sono fornite  le informazioni sui rischi per la salute  sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma

Possibili infezioni da esposizione a microrganismi a trasmissione varia ( ematica, aerea, cutanea).

 

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Utilizzo di presidi sicuri per il prelievo (es. aghi con dispositivo di blocco post-prelievo per i vacutainer), presenti ancora in una minoranza di laboratori.

Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, l’uso di guanti, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.

Il personale è vaccinato contro l’epatite B.

 

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

Non osservato

 

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 - Titolo VII  ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);

 

DPR  303/1956  art. 9 (areazione locali);

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11  (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).

 

 

Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

 

DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di  impianti elettrici pericolosi)

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico

- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici

- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)

- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)

 

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

Scheda  3

 

FASE LAVORATIVA: ACCETTAZIONE CAMPIONI

                                                                                                                                                                    

 

 


 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

3. ACCETTAZIONE CAMPIONI

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

120

 

 

 

 

 

 

 

Cap 1 - DESCRIZIONE Fase

 

 

La fase di accettazione dei campioni avviene in genere da parte di personale tecnico; il tecnico procede alla registrazione dei campioni ed allo smistamento ai diversi reparti per l’analisi.

Nei laboratori ospedalieri di norma pervengono dai reparti di degenza i campioni ematici, di liquor e di altri liquidi e materiali biologici raccolti mediante puntura o aspirazione, su appositi carrelli ed in contenitori adatti al trasporto che garantiscono dal versamento accidentale.

 

 

ADDETTI

 

2 – 3 addetti (tecnici)

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

computer

Carrelli, portaprovette

 
 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Può verificarsi la contaminazione accidentale del bancone per lo sversamento di materiali biologici. In questo caso , in assenza di idonei DPI o procedure, vi può essere il pericolo di esposizione cutanea ad agenti biologici.

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Agenti chimici

 

Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)

 

Agenti allergizzanti:  lattice di gomma presente nei guanti di protezione

 

 

 

 

Agenti biologici

 

Possibile contaminazione dei piani di lavoro o dei contenitori da parte di agenti biologici

a trasmissione ematica o parenterale inapparente.

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Postura e lavoro al videoterminale

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

 

Sono fornite  le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici ed il lavoro al videoterminale.

Generalmente si fa uso di dispositivi individuali di protezione

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Non si può escludere il pericolo potenziale di esposizione ad  agenti biologici per eventi accidentali e/o mancato uso di DPI.

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Sono generalmente rispettate le procedure di sanificazione, di lavaggio delle mani e il divieto di fumo.

Il personale nella gran parte dei casi  è vaccinato contro l’epatite B.

 

 

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

Non osservato

 


Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 - Titolo VII  ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);

 

DPR  303/1956  art. 9 (areazione locali);

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11  (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).

 

 

Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

 

DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di  impianti elettrici pericolosi)

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico

- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici

- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)

- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 


Scheda  4

 

FASE LAVORATIVA: ANALISI DEI CAMPIONI ( Chimiche, microbiologiche)

                                                                                                                     

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

4. ANALISI DEI CAMPIONI

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

300

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 1 - DESCRIZIONE Fase

 

 

Sottofase 1:  preparazione dei campioni

I campioni provenienti dall’accettazione vengono preparati per le analisi da eseguire dal Tecnico di Laboratorio che provvede alla centrifugazione dei campioni di sangue, se necessaria. In alcuni laboratori ospedalieri la centrifugazione avviene, sempre effettuata dal Tecnico, nel reparto accettazione. Provvede inoltre al travaso dei campioni di urine dei pazienti esterni da contenitore a provetta.

 

Sottofase 2: analisi del campione

Tutte le procedure analitiche sono attualmente automatizzate e richiedono microdosi di siero/plasma e di reagente. Le apparecchiature, in modo analogo per le indagini sierologiche, ematologiche, di emocoagulazione ed immunologiche, vengono predisposte all’analisi con il caricamento dei reagenti, confezionati in appositi kit, e degli standard utilizzati per il controllo di qualità. Viene quindi caricata la provetta con il campione da esaminare. Per alcune analisi (HPLC, gascromatografia, elettroforesi, acidificazioni, colorazioni) vengono utilizzati piccoli quantitativi , qualche litro l’anno, di sostanze chimiche pericolose.

 

Sottofase 3: indagini batteriologiche

Per le indagini batteriologiche viene eseguita la semina del campione su piastra con ansa monouso, l’inoculazione in terreni di coltura specifici per la rilevazione delle attività dei batteri e l’antibiogramma ed il passaggio su vetrino per gli esami a fresco e dopo colorazione; tutte le operazioni avvengono con l’utilizzo di cappe a flusso laminare, generalmente cappe biologiche di I o II classe.

 

Sottofase 4: sanificazione

Il Tecnico ha il compito di intervenire in caso di versamenti accidentali di materiale infetto o schizzi tramite l’uso di disinfettante (amuchina) per la bonifica delle superfici  e dell’ambiente.

Al termine della seduta effettua il lavaggio automatico della macchina con gli appositi liquidi e la pulizia delle superfici di lavoro.

 

 

 

ADDETTI

 

Da 4-6 (Tecnici, Laureati in medicina, chimica o biologia) a 40-45

 

 

 

 

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE*

 

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CE in %

Vetustà

Media (anni)

Centrifuga

90

4

Frigoriferi

 

8

Congelatori

50

8

Cappa chimica

50

6

Contaglobuli

80

3

Coagulometro

60

5

Strumenti automatici chimica liquida

60

8

Strumenti automatici chimica secca

60

6

Strumenti automatici immunoenzimatica

70

3

Strumenti automatici nefelometria

60

3

Strumenti automatici Elettroforesi

70

3

Analizzatore in chemioluminescenza

100

2

Assorbimento atomico

50

8

Amplificatore molecolare

90

1

HPLC

 

10

Analizzatore in citofluorimetria

 

3

Incubatore per gruppi

90

2

Agglutinoscopio

 

7

Agitatore

80

5

Centrifuga refrigerata

50

8

Concentratore

 

5

Bagnomaria

50

7

Spettrofotometro

 

10

Microcentrifuga

100

2

Autoclave

 

 

Microscopio a fluorescenza

 

8

Cappa a flusso laminare

50

4

Strumenti automatici immunoenzimatici

70

3

Piastra riscaldante

 

10

Strumenti per corsa elettroforetica

90

3

Frigoriferi

 

8

Congelatore

 

 

Incubatore termostatato

 

7

Incubatore CO2

 

7

Identificatore semiautomatico colture

80

3

Microcentifuga

100

2

Cappa anaerobiosi

 

6

Incubatore per emocolture

 

3

Preparatore terreni

 

5

Preparatore pool sieri

 

5

Analizzatore urine chimico fisico

 

7

Becco bunsen

 

6

Agitatore

80

5

Centrifuga refrigerata

50

8

Concentratore

 

5

Bagnomaria

50

7

 

 

* Un laboratorio osservato, a servizio di Struttura Ospedaliera, presenta Camera Fredda e Camera calda e locale adibito alla preparazione di pool di sieri; lo stesso è provvisto di locale adibito a deposito di bombole (CO2, miscela, N).

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

 

INFORTUNISTICI

 

In caso di rottura nelle centrifughe delle provette spandimento di materiale biologico (rischio di contaminazione accidentale da scorretta pulizia).

Contaminazione da schizzi di materiale biologico da stappaggio delle provette, caduta accidentale di contenitori.

Tagli da rottura di provette (presso un laboratorio di maggiori dimensioni è stata calcolata la rottura accidentale di circa 20 provette / 180.000 / anno per anomalie alla produzione.

Nei laboratori osservati sono stati segnalati due casi di contaminazione cutanea da spandimento accidentale di materiale biologico, un caso di schizzo al volto da caduta di provetta ed un caso di abrasione da rottura di provetta, nel corso dell’anno precedente la rilevazione. La popolazione lavorativa osservata corrisponde a circa la metà di quella totale considerata. Non tutti i laboratori utilizzano un sistema di registrazione degli eventi accidentali oltre gli infortuni.

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Sostanze disinfettanti

Sostanze allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione

Vengono utilizzati per alcune analisi (HPLC, Gascromatografia, elettroforesi, acidificazioni, colorazioni) piccoli quantitativi , qualche litro l’anno, di sostanze chimiche pericolose : alcol metilico, alcol etilico, acido acetico, acetonitrile, acido cloridrico concentrato. Le sostanze sono utilizzate sotto cappa. I pericoli sono rappresentati dalla caduta accidentale nel trasporto dall’armadio al piano di lavoro ( contenitori di un litro) o dall’eventuale carenza nell’utilizzo di DPI

 

 

Agenti biologici

 

Contaminazione accidentale da microrganismi patogeni e da materiale biologico potenzialmente infetto

 

 

 

Agenti fisici

 

Esposizione ad ambienti freddi (camera fredda)

 

Raggi UV qualora non vengano utilizzati sistemi automatici di spegnimento o spente manualmente le lampade delle cappe.

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Lavoro in turni nelle strutture ospedaliere

 

 

INFORMAZIONE – FORMAZIONE

 

Sono fornite  le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

 

Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma

 

Lesioni cutanee punture derivanti dagli strumenti manuali e rotanti ( probabilità molto bassa)

 

Ustioni derivanti dall’utilizzo becchi bunsen ( probabilità molto bassa)

 

Infezioni a trasmissione ematica ed aerea ( probabilità molto bassa)

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Sostituzione della vetreria con materiale monouso il plastica.

Utilizzo di pipette automatiche

Utilizzo di anse monouso per batteriologia

Utilizzo di centrifughe autobloccanti a tenuta

Presenza di doppio sacco autoclavabile per i rifiuti

DPI presenti ed utilizzati

Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.

 

 

 

 

 

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

Le operazioni di sostituzione dei filtri assoluti  e delle lampade UV a servizio delle cappe a flusso laminare vengono svolte nella maggior parte dei casi da ditte esterne.

I piccoli laboratori utilizzano il meccanismo del ”service” affidando a laboratori più grandi i campioni sui quali vanno effettuate analisi poco frequenti o particolarmente complesse.

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 - Titolo VII  ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);

 

DPR  303/1956  art. 9 (areazione locali); 18 (difesa sostanze nocive); 19 ( separazione lavori nocivi); 20 (aspirazioni localizzate).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11  (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).

 

 

Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

 

DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di  impianti elettrici pericolosi)

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico

- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici

- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)

- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

            Scheda  5

 

FASE LAVORATIVA: SMALTIMENTO RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE

                                                                                                                     

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

5. TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

80

 

 

 

 

 

 

Cap 1 - DESCRIZIONE Fase

 

 

Con l’avvento dei materiali monouso l’attività di lavaggio vetreria si è drasticamente ridotta. Vengono invece lavati i materiali in plastica come le scarabattole.

I rifiuti, racchiusi in doppio sacco di materiale termoresistente. vengono trattati con ipoclorito o sterilizzati in autoclave. Vengono quindi inseriti in appositi contenitori rigidi (sharper) e stoccati in appositi armadi. In alcune situazioni ospedaliere i materiali vengono avviati all’inceneritore e non si effettua la fase di sterilizzazione..

Tale attività viene svolta in genere da personale tecnico ed ausiliario. Lo stesso ha il compito di pulire le stanze e le superfici dei banchi di lavoro, di solito con amuchina o ipoclorito.

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CE in %

Vetustà

Media (anni)

Autoclave

50

5

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Rottura della vetreria durante il lavaggio con presenza di taglienti

Rottura accidentale di contenitori con fuoriuscita di materiale potenzialmente infetto.

Getti di vapore provenienti da valvola di sicurezza dell’autoclave, quando non convogliati in appositi filtri e contenitori.

Materiali caldi in uscita dall’autoclave.

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Contatto con prodotti disinfettanti 

Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti

 

 

Agenti biologici

 

Contaminazione da materiali potenzialmente infetti per rottura dei sacchi e sacchetti (resa poco probabile dalla presenza di doppio sacco)

Contaminazione da superfici sporche (in caso di carente uso dei DPI)

Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Non osservati

 

 

INFORMAZIONE – FORMAZIONE

 

Sono fornite  le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.

 

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

 

Dermatiti ed allergiche da contatto con lattice di gomma

 

Lesioni da taglio e puntura (bassa probabilità)

 

Ustioni da contatto e da getti di vapore (bassa probabilità)

 

 

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

In numerosi laboratori è presente una lavatrice automatica per la vetreria

I rifiuti da trattare vengono generalmente chiusi in doppio sacco di materiale autoclavabile

 

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

 

Lo smaltimento dei rifiuti trattati e l’avvio all’inceneritore è affidato a ditte specializzate ed autorizzate allo scopo.

 

 


 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 - Titolo VII  ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);

 

DPR  303/1956  art. 9 (areazione locali);

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11  (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater, quinques, sexies, octies, decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).

 

 

Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

 

DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di  impianti elettrici pericolosi)

 

Norme ADR

 

Norme di buona Tecnica

 

- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico

- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici

- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)

- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)

 

 

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

I rifiuti prima dello smaltimento vengono sterilizzati oppure avviati all’inceneritore.


            Scheda  6

 

FASE LAVORATIVA: REFERTAZIONE                                                

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LABORATORI ANALISI CLINICHE

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

6. REFERTAZIONE

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

6530

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Igienico Ambientali (infortunistici)

Trasversali o Organizzativi ( uso di videoterminali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

80

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 1 - DESCRIZIONE Fase

 

 

La fase di refertazione avviene, in genere effettuata dallo stesso personale tecnico ed amministrativo che ha accettato la richiesta di analisi, tramite l’immissione dei dati provenienti dalla fase analitica nel computer, la stampa e la validazione e firma del referto da parte del Direttore del Laboratorio o suo delegato. Segue la consegna del referto al paziente.

Per il tempo impiegato nella fase generalmente i lavoratori non sono considerati addetti al videoterminale.

 

ADDETTI

 

Da  2 – 3 addetti (tecnici, ausiliari, laureato) a 15 - 20

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

computer

 
 
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Non riscontrati nella fase

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Non riscontrati nella fase

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Postura e lavoro al videoterminale: carico di lavoro variabile

 

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

 

Sono generalmente fornite  le informazioni sui rischi per la salute che può comportare il lavoro al videoterminale.

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

In letteratura risultano segnalati per lavoro prolungato al VDT disturbi muscolo-scheletrici. I tempi di lavoro e le modalità sono variabili e non sono di solito individuati lavoratori addetti ai VDT

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservati

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

Non osservato

 

 

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 - Titolo VII  ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);

 

DPR  303/1956  art. 9 (areazione locali);

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11  (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro); Videoterminali artt.52,53,54,58 (obblighi del datore di lavoro); DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori).

 

Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

 

DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di  impianti elettrici pericolosi)

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico

- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici

- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)

- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)

 

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato