All. 2/A
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO
SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI
RISCHIO DI COMPARTO
1. COMPARTO |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
2. CODICI ISTAT |
85.12 |
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3. CODICE ISPESL |
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(riservato all’ufficio)
ZONA DI RILEVAZIONE
4. NAZIONALE: |
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5. REGIONALE |
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6. PROVINCIALE |
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7. USL |
AZIENDA USL RMB- ROMA |
8.ANNO DI
RILEVAZIONE |
2 |
0 |
0 |
2 |
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9. NUMERO ADDETTI: |
470* |
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9 LAUREATI |
30* |
uomini |
70* |
Donne |
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9B. : TECNICI |
130* |
uomini |
190* |
Donne |
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9C. : AUSILIARI |
20* |
uomini |
30* |
Donne |
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* ) cifra stimata
10. NUMERO AZIENDE: |
48 |
Nel territorio di nostra competenza sono presenti laboratori di analisi al servizio di Strutture Ospedaliere, che occupano in media 50 dipendenti ciascuno , e laboratori privati che occupano in media 5 operatori ciascuno; il 90% risulta accreditato.
Risulta presente, nelle piccole strutture, la pratica delle analisi in service, svolte da laboratori maggiormente attrezzati.
I laboratori sono tradizionalmente divisi in reparti, secondo la tipologia delle analisi.
Nei reparti di chimica clinica sono effettuate le indagini che sfruttano la chimica applicata alla fisiologia o alla biochimica ai fini della diagnosi.
In questo settore sono compresi anche esami di ematologia ed emocoagulazione, tossicologia e citogenetica, nonché le analisi di allergologia ed immunologia clinica.
E’ da notare che in molti laboratori le tecniche radioimmunologiche sono state sostituite dalle tecniche di immunometria, che consente il dosaggio, ad esempio delle sostanze ormonali, senza l’utilizzo di sostanze radioattive e con minori problematiche connesse alla sicurezza oltre che con tempi di risposta molto più rapidi.
Nei reparti di microbiologia sono comprese tutte le indagini volte ad accertare la presenza nel campione di microrganismi o di marcatori biologici che ne indicano il contatto, attuale o pregresso, con l’organismo.
Le analisi batteriologiche ricercano i batteri presenti nel campione tramite esami a fresco, con colorazioni atte al rilievo dei microrganismi, colture, analisi delle azioni biochimiche ed enzimatiche dei batteri, risposta agli antibiotici (antibiogramma).
Le analisi virologiche servono a dimostrare il contatto con l’agente
biologico con ricerche virologiche dirette e ricerche sierologiche. Tecniche
recenti in questo campo si basano sull’amplificazione genica (PCR). Vengono
inoltre effettuate indagini per la ricerca nei campioni biologici di funghi e
parassiti.
Il notevole sviluppo tecnologico avvenuto nell’intero settore delle
analisi cliniche negli ultimi anni ha portato ad una radicale modifica del
quadro dei rischi da lavoro.
Per quanto riguarda il rischio chimico l’utilizzo di tecniche di
microanalisi, con dosi di campione e reagente dell’ordine dei microlitri, ha
ridotto significativamente la manipolazione di sostanze chimiche. Al momento
risultano in uso piccoli quantitativi di sostanze classificate come pericolose
(3,5,10 litri al massimo di alcol metilico, alcol etilico, acido acetico,
acetonitrile, acido cloridrico concentrato).
Per il rischio biologico
l’introduzione di presidi sicuri per i prelievi ematici e di materiali a perdere al posto della tradizionale
vetreria hanno portato ad una significativa riduzione delle possibilità di
contagio legate ad infortuni accidentali. La gran parte del personale risulta
vaccinato per HBV.
La gestione del rischio
residuo si basa sulla conoscenza del rischio da parte degli operatori e quindi
sulla loro formazione al puntuale rispetto delle procedure di lavoro e di
emergenza, all’uso corretto dei DPI e dei sistemi di protezione ambientale, in
primo luogo le cappe di tipo biologico.
Inoltre vanno seguite le corrette procedure di trattamento e smaltimento dei
rifiuti potenzialmente o effettivamente contaminati da agenti biologici.
Nel nostro territorio abbiamo potuto verificare nella pratica il
rispetto, nella maggior parte delle situazioni visitate, delle misure di prevenzione
necessarie. I punti critici sono segnalati nelle singole schede di fase
lavorativa.
Possiamo qui segnalare che procedure di lavoro formalizzate, riferite sia alla routine che alle emergenze, sono generalmente presenti nei laboratori di maggiori dimensioni ed in quelli che hanno attivato i processi di certificazione (ISO 9002 e segg. ).
All. 2/B
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11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE |
SERVIZIO PISLL (PREV.IGIENE E SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO -AUSL RM B – ROMA |
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Viale Bardanzellu 8 – 00155 Roma |
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12. REFERENTE: Dr.
SERGIO ROVETTA
INDIRIZZO: |
SPISLL AUSL RMB ;
Viale Bardanzellu 8 |
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CAP: |
00155 |
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CITTA’: |
ROMA |
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PROVINCIA: |
ROMA |
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TELEFONO: |
06/ 41434946 |
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FAX: |
06/ 41434936 |
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E-MAIL: |
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13. INFORTUNI *:
TOTALE: |
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DI CUI
MORTALI |
nessuno |
*Non sono reperibili dati statistici relativi agli infortuni del comparto
presso l’INAIL disaggregati a livello
di ASL romane. I registri infortuni visionati nelle strutture osservate non
riportano infortuni per l’anno 2001.
Vengono riferiti perlopiù, relativamente ai rischi specifici, infortuni di lieve o lievissima entità
(punture, piccoli tagli) che non comportano di norma assenza dal lavoro ma eventuali rischi
biologici.
Come in ogni luogo di lavoro possono realizzarsi cadute da scivolamento,
inciampo, urti di parti sporgenti.
14. MALATTIE
PROFESSIONALI :
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI
DI RISCHIO DI COMPARTO
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
1. ACCETTAZIONE richieste (e campioni) |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
80 |
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI LAVORAZIONE: |
2. PRELIEVO |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
90 |
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
3. ACCETTAZIONE CAMPIONI |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
120 |
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
4. ANALISI DEI CAMPIONI |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
300 |
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
5. TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
80 |
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
6. REFERTAZIONE |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici) Trasversali o Organizzativi ( uso di videoterminali) |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
80 |
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Scheda 1
FASE LAVORATIVA: ACCETTAZIONE RICHIESTE E CAMPIONI
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
1. ACCETTAZIONE richieste (e campioni) |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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|
6. N. ADDETTI: |
80 |
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|
Cap
1 - DESCRIZIONE Fase
La fase di accettazione della richiesta di
prestazione e di eventuali campioni biologici preparati dall’utente in appositi
contenitori (feci, urine, liquido seminale) avviene in genere dietro un
apposito sportello da parte di personale tecnico ed amministrativo. La
richiesta viene registrata su computer ed inviata, in genere tramite stampa, al
personale che si occuperà, qualora questo sia necessario in base alla
richiesta, del prelievo di sangue o di altro materiale biologico.
ADDETTI
2 – 3 addetti (tecnici, ausiliari)
Cap
2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura |
computer |
Carrelli,
portaprovette |
Può verificarsi la contaminazione accidentale del bancone per lo sversamento di materiali biologici. In questo caso, in assenza di idonei DPI o procedure, vi può essere il pericolo di esposizione cutanea ad agenti biologici.
Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Possibile contaminazione dei piani di lavoro o dei contenitori da parte di agenti biologici
a trasmissione ematica o parenterale inapparente.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Postura e lavoro al videoterminale
Carico di lavoro variabile, elevato nelle fasi di concentrazione del pubblico
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici ed il lavoro al videoterminale.
Generalmente si fa uso di dispositivi individuali di
protezione (guanti in lattice)
Cap
4 – IL DANNO ATTESO
In letteratura risultano segnalati per lavoro prolungato al VDT disturbi muscolo-scheletrici. Non si può escludere il pericolo potenziale di esposizione ad agenti biologici per eventi accidentali e/o mancato uso di DPI.
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Sono generalmente rispettate le procedure di sanificazione, di lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Il personale nella gran parte dei casi è vaccinato contro l’epatite B.
Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA
Non osservato
Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI
DPR 547/1955 - Titolo VII ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);
DPR 303/1956 art. 9 (areazione locali);
D.Lgs 626/1994 - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11 (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); Videoterminali att. 52,53,54,58 (obblighi datore del lavoro); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).
Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)
DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi)
- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico
- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici
- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)
- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)
Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO
Scheda 2
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
2. PRELIEVO |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
90 |
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|
Cap
1 - DESCRIZIONE Fase
I laboratori osservati presentano generalmente sale prelievo attrezzate
al prelievo di sangue e di materiali biologici
(tamponi faringei, oculari, auricolari e vaginali, questi ultimi
eseguiti in apposite sale ginecologiche).
Per il prelievo di sangue venoso viene più frequentemente impiegato il
sistema vacutainer, con aghi collegati a provette in cui è stato praticato il
vuoto. Le provette sono predisposte in base alle analisi richieste e possono
contenere anticoagulanti (solidi o liquidi) in caso di necessità di plasma. E’
stato osservato l’uso di siringhe in plastica in una minoranza di casi, per una
ipotizzata miglior tolleranza da parte del paziente. Questo sistema richiede il
travaso del sangue dalla siringa alle provette predisposte per ogni paziente da
parte del prelevatore.
All’atto del prelievo ogni singola provetta viene contrassegnata con una banda magnetica o una targhetta su cui viene scritto il cognome ed il nome della persona, il numero progressivo, la data di accettazione ed eventualmente gli esami da eseguire.
ADDETTI
Da 2 – 3 addetti (medici, infermieri) a 10 – 15 (centri prelievo ospedalieri)
Cap
2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura |
Poltrona
reclinabile o lettino |
Dispositivi
monouso per il prelievo |
Contenitori
autoclavabili per rifiuti |
Carrello porta
campioni |
Disinfettanti,
cotone, cerotti |
Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO
Quando si utilizzano le tradizionali siringhe di plastica (in una minoranza dei casi) sono ancora possibili punture accidentali da ago utilizzato per il prelievo. I dati infortunistici del 2001 non evidenziano comunque nei laboratori osservati eventi a rischio in questa fase.
Contaminazione cutanea e/o mucosa. Se non venissero utilizzati DPI sarebbe possibile la contaminazione cutanea nelle fasi di travaso in provetta da siringa. Non si è osservato il reincappucciamento degli aghi e l’uso dei DPI è abbastanza sistematico.
Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Microrganismi presenti nei materiali biologici: possibile contagio per puntura accidentale e contaminazione cutanea o mucosa nelle fasi di prelievo ematico, e nel prelievo di altri materiali biologici tramite tampone; possibile contagio per via aerea (goccioline) in fase di tampone faringeo. In alcuni casi è stato osservato il mancato uso di mezzi barriera ( guanti, mascherine) nella fase di prelievo ematico e in corso di tampone faringeo.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Carico variabile, elevato nelle fasi di concentrazione del pubblico.
Posture disagevoli durante il prelievo.
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap
4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Possibili infezioni da esposizione a microrganismi a trasmissione varia ( ematica, aerea, cutanea).
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Utilizzo di presidi sicuri per il prelievo (es. aghi con dispositivo di blocco post-prelievo per i vacutainer), presenti ancora in una minoranza di laboratori.
Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, l’uso di guanti, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Il personale è vaccinato contro l’epatite B.
Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA
Non osservato
Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI
DPR 547/1955 - Titolo VII ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);
DPR 303/1956 art. 9 (areazione locali);
D.Lgs 626/1994 - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11 (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).
Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)
DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi)
- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico
- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici
- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)
- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)
Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO
FASE LAVORATIVA: ACCETTAZIONE CAMPIONI
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
3. ACCETTAZIONE CAMPIONI |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
120 |
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|
Cap
1 - DESCRIZIONE Fase
La fase di accettazione dei campioni avviene
in genere da parte di personale tecnico; il tecnico procede alla registrazione
dei campioni ed allo smistamento ai diversi reparti per l’analisi.
Nei laboratori ospedalieri di norma pervengono dai reparti di degenza i
campioni ematici, di liquor e di altri liquidi e materiali biologici raccolti
mediante puntura o aspirazione, su appositi carrelli ed in contenitori adatti al trasporto che
garantiscono dal versamento accidentale.
ADDETTI
2 – 3 addetti (tecnici)
Cap
2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura |
computer |
Carrelli,
portaprovette |
Può verificarsi la contaminazione accidentale del bancone per lo sversamento di materiali biologici. In questo caso , in assenza di idonei DPI o procedure, vi può essere il pericolo di esposizione cutanea ad agenti biologici.
Prodotti disinfettanti (alcool, ipoclorito)
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Possibile contaminazione dei piani di lavoro o dei contenitori da parte di agenti biologici
a trasmissione ematica o parenterale inapparente.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Postura e lavoro al videoterminale
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici ed il lavoro al videoterminale.
Generalmente si fa uso di dispositivi individuali di
protezione
Cap
4 – IL DANNO ATTESO
Non si può escludere il pericolo potenziale di esposizione ad agenti biologici per eventi accidentali e/o mancato uso di DPI.
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Sono generalmente rispettate le procedure di sanificazione, di lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Il personale nella gran parte dei casi è vaccinato contro l’epatite B.
Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA
Non osservato
Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI
DPR 547/1955 - Titolo VII ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);
DPR 303/1956 art. 9 (areazione locali);
D.Lgs 626/1994 - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11 (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).
Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)
DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi)
- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico
- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici
- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)
- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)
Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO
FASE LAVORATIVA: ANALISI DEI CAMPIONI ( Chimiche,
microbiologiche)
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1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
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||
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
4. ANALISI DEI CAMPIONI |
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3. COD.INAIL: |
6530 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
300 |
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Cap
1 - DESCRIZIONE Fase
Sottofase 1: preparazione dei campioni
I campioni provenienti dall’accettazione vengono preparati per le analisi da eseguire dal Tecnico di Laboratorio che provvede alla centrifugazione dei campioni di sangue, se necessaria. In alcuni laboratori ospedalieri la centrifugazione avviene, sempre effettuata dal Tecnico, nel reparto accettazione. Provvede inoltre al travaso dei campioni di urine dei pazienti esterni da contenitore a provetta.
Sottofase 2: analisi del campione
Tutte le procedure analitiche sono attualmente automatizzate e richiedono microdosi di siero/plasma e di reagente. Le apparecchiature, in modo analogo per le indagini sierologiche, ematologiche, di emocoagulazione ed immunologiche, vengono predisposte all’analisi con il caricamento dei reagenti, confezionati in appositi kit, e degli standard utilizzati per il controllo di qualità. Viene quindi caricata la provetta con il campione da esaminare. Per alcune analisi (HPLC, gascromatografia, elettroforesi, acidificazioni, colorazioni) vengono utilizzati piccoli quantitativi , qualche litro l’anno, di sostanze chimiche pericolose.
Sottofase 3: indagini batteriologiche
Per le indagini batteriologiche viene eseguita la semina del campione su piastra con ansa monouso, l’inoculazione in terreni di coltura specifici per la rilevazione delle attività dei batteri e l’antibiogramma ed il passaggio su vetrino per gli esami a fresco e dopo colorazione; tutte le operazioni avvengono con l’utilizzo di cappe a flusso laminare, generalmente cappe biologiche di I o II classe.
Sottofase 4: sanificazione
Il Tecnico ha il compito di intervenire in caso di versamenti accidentali di materiale infetto o schizzi tramite l’uso di disinfettante (amuchina) per la bonifica delle superfici e dell’ambiente.
Al termine della seduta effettua il lavaggio automatico della macchina con gli appositi liquidi e la pulizia delle superfici di lavoro.
ADDETTI
Da 4-6 (Tecnici, Laureati in medicina, chimica o biologia) a
40-45
Cap
2 - ATTREZZATURE E MACCHINE*
Attrezzatura |
Con dichiarazione CE in % |
Vetustà Media (anni) |
Centrifuga |
90 |
4 |
Frigoriferi |
|
8 |
Congelatori |
50 |
8 |
Cappa chimica |
50 |
6 |
Contaglobuli |
80 |
3 |
Coagulometro |
60 |
5 |
Strumenti
automatici chimica liquida |
60 |
8 |
Strumenti
automatici chimica secca |
60 |
6 |
Strumenti
automatici immunoenzimatica |
70 |
3 |
Strumenti
automatici nefelometria |
60 |
3 |
Strumenti
automatici Elettroforesi |
70 |
3 |
Analizzatore in
chemioluminescenza |
100 |
2 |
Assorbimento
atomico |
50 |
8 |
Amplificatore
molecolare |
90 |
1 |
HPLC |
|
10 |
Analizzatore in
citofluorimetria |
|
3 |
Incubatore per
gruppi |
90 |
2 |
Agglutinoscopio |
|
7 |
Agitatore |
80 |
5 |
Centrifuga
refrigerata |
50 |
8 |
Concentratore |
|
5 |
Bagnomaria |
50 |
7 |
Spettrofotometro |
|
10 |
Microcentrifuga |
100 |
2 |
Autoclave |
|
|
Microscopio a
fluorescenza |
|
8 |
Cappa a flusso
laminare |
50 |
4 |
Strumenti
automatici immunoenzimatici |
70 |
3 |
Piastra
riscaldante |
|
10 |
Strumenti per
corsa elettroforetica |
90 |
3 |
Frigoriferi |
|
8 |
Congelatore |
|
|
Incubatore
termostatato |
|
7 |
Incubatore CO2 |
|
7 |
Identificatore
semiautomatico colture |
80 |
3 |
Microcentifuga |
100 |
2 |
Cappa anaerobiosi |
|
6 |
Incubatore per
emocolture |
|
3 |
Preparatore
terreni |
|
5 |
Preparatore pool
sieri |
|
5 |
Analizzatore urine
chimico fisico |
|
7 |
Becco bunsen |
|
6 |
Agitatore |
80 |
5 |
Centrifuga
refrigerata |
50 |
8 |
Concentratore |
|
5 |
Bagnomaria |
50 |
7 |
* Un laboratorio osservato, a servizio di Struttura Ospedaliera, presenta Camera Fredda e Camera calda e locale adibito alla preparazione di pool di sieri; lo stesso è provvisto di locale adibito a deposito di bombole (CO2, miscela, N).
In caso di rottura nelle centrifughe delle provette spandimento di materiale biologico (rischio di contaminazione accidentale da scorretta pulizia).
Tagli da rottura di provette (presso un laboratorio di maggiori dimensioni è stata calcolata la rottura accidentale di circa 20 provette / 180.000 / anno per anomalie alla produzione.
Nei laboratori osservati sono stati segnalati due casi di contaminazione cutanea da spandimento accidentale di materiale biologico, un caso di schizzo al volto da caduta di provetta ed un caso di abrasione da rottura di provetta, nel corso dell’anno precedente la rilevazione. La popolazione lavorativa osservata corrisponde a circa la metà di quella totale considerata. Non tutti i laboratori utilizzano un sistema di registrazione degli eventi accidentali oltre gli infortuni.
Sostanze disinfettanti
Sostanze allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti di protezione
Vengono utilizzati per alcune
analisi (HPLC, Gascromatografia, elettroforesi, acidificazioni, colorazioni)
piccoli quantitativi , qualche litro l’anno, di sostanze chimiche pericolose :
alcol metilico, alcol etilico, acido
acetico, acetonitrile, acido cloridrico concentrato. Le sostanze sono
utilizzate sotto cappa. I pericoli sono rappresentati dalla caduta accidentale
nel trasporto dall’armadio al piano di lavoro ( contenitori di un litro) o
dall’eventuale carenza nell’utilizzo di DPI
Contaminazione accidentale da microrganismi patogeni e da materiale biologico potenzialmente infetto
Agenti fisici
Esposizione ad ambienti freddi (camera fredda)
Raggi UV qualora non vengano utilizzati sistemi automatici di spegnimento o spente manualmente le lampade delle cappe.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Lavoro in turni nelle
strutture ospedaliere
INFORMAZIONE – FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap
4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti allergiche da contatto con lattice di gomma
Lesioni cutanee punture derivanti dagli strumenti manuali e rotanti ( probabilità molto bassa)
Ustioni derivanti dall’utilizzo becchi bunsen ( probabilità molto bassa)
Infezioni a trasmissione ematica ed aerea ( probabilità molto bassa)
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Sostituzione della vetreria con materiale monouso il plastica.
Utilizzo di pipette automatiche
Utilizzo di anse monouso per batteriologia
Utilizzo di centrifughe autobloccanti a tenuta
Presenza di doppio sacco autoclavabile per i rifiuti
DPI presenti ed utilizzati
Sono generalmente rispettate le procedure di pulizia, lavaggio delle mani e il divieto di fumo.
Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA
Le operazioni di sostituzione dei filtri assoluti e delle lampade UV a servizio delle cappe a flusso laminare vengono svolte nella maggior parte dei casi da ditte esterne.
I piccoli laboratori utilizzano il meccanismo del ”service” affidando a laboratori più grandi i campioni sui quali vanno effettuate analisi poco frequenti o particolarmente complesse.
Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI
DPR 547/1955 - Titolo VII ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);
DPR 303/1956 art. 9 (areazione locali); 18 (difesa sostanze nocive); 19 ( separazione lavori nocivi); 20 (aspirazioni localizzate).
D.Lgs 626/1994 - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11 (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater,quinques,sexies,octies,decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).
Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)
DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi)
- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico
- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici
- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)
- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)
Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO
FASE LAVORATIVA: SMALTIMENTO
RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
|
|
|
|
||
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
5. TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, PULIZIA E SANIFICAZIONE |
|
|
|
|
|
|
3. COD.INAIL: |
6530 |
|
|
|
|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici,chimici, biologici), Trasversali o Organizzativi |
|
|
|
|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’ ufficio) |
|
|
|
|
|
|
|
6. N. ADDETTI: |
80 |
|
|
|
|
|
|
Cap
1 - DESCRIZIONE Fase
Con l’avvento dei materiali monouso l’attività di lavaggio vetreria si è drasticamente ridotta. Vengono invece lavati i materiali in plastica come le scarabattole.
I rifiuti, racchiusi in doppio sacco di materiale termoresistente. vengono trattati con ipoclorito o sterilizzati in autoclave. Vengono quindi inseriti in appositi contenitori rigidi (sharper) e stoccati in appositi armadi. In alcune situazioni ospedaliere i materiali vengono avviati all’inceneritore e non si effettua la fase di sterilizzazione..
Tale attività viene svolta in genere da personale tecnico ed ausiliario. Lo stesso ha il compito di pulire le stanze e le superfici dei banchi di lavoro, di solito con amuchina o ipoclorito.
Cap
2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura |
Con dichiarazione CE in % |
Vetustà Media (anni) |
Autoclave |
50 |
5 |
Rottura della vetreria durante il lavaggio con presenza di taglienti
Rottura accidentale di contenitori con fuoriuscita di materiale potenzialmente infetto.
Getti di vapore provenienti da valvola di sicurezza dell’autoclave, quando non convogliati in appositi filtri e contenitori.
Materiali caldi in uscita dall’autoclave.
Contatto con prodotti disinfettanti
Agenti allergizzanti: lattice di gomma presente nei guanti
Contaminazione da materiali potenzialmente infetti per rottura dei sacchi e sacchetti (resa poco probabile dalla presenza di doppio sacco)
Contaminazione da superfici sporche (in caso di carente uso dei DPI)
Sono
generalmente rispettate le procedure di pulizia, lavaggio delle mani e il
divieto di fumo.
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Non osservati
INFORMAZIONE – FORMAZIONE
Sono fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare l’esposizione agli agenti biologici.
Cap
4 – IL DANNO ATTESO
Dermatiti ed allergiche da contatto con lattice di gomma
Lesioni da taglio e puntura (bassa probabilità)
Ustioni da contatto e da getti di vapore (bassa probabilità)
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
In numerosi laboratori è presente una lavatrice automatica per la vetreria
I
rifiuti da trattare vengono generalmente chiusi in doppio sacco di materiale
autoclavabile
Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA
Lo smaltimento dei rifiuti trattati e l’avvio all’inceneritore è affidato a ditte specializzate ed autorizzate allo scopo.
Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI
DPR 547/1955 - Titolo VII ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);
DPR 303/1956 art. 9 (areazione locali);
D.Lgs 626/1994 - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11 (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) . DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori); agenti chimici artt. 72 quater, quinques, sexies, octies, decies (obblighi datore di lavoro) agenti biologici artt.78,79,80, 81, 84, 85 (obblighi del datore di lavoro).
Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)
DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi)
Norme ADR
- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico
- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici
- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)
- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)
Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
LABORATORI ANALISI CLINICHE |
|
|
|
|
||
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
6. REFERTAZIONE |
|
|
|
|
|
|
3. COD.INAIL: |
6530 |
|
|
|
|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Igienico Ambientali (infortunistici) Trasversali o Organizzativi ( uso di videoterminali) |
|
|
|
|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’ ufficio) |
|
|
|
|
|
|
|
6. N. ADDETTI: |
80 |
|
|
|
|
|
|
Cap
1 - DESCRIZIONE Fase
La fase di refertazione avviene, in genere
effettuata dallo stesso personale tecnico ed amministrativo che ha accettato la
richiesta di analisi, tramite l’immissione dei dati provenienti dalla fase
analitica nel computer, la stampa e la validazione e firma del referto da parte
del Direttore del Laboratorio o suo delegato. Segue la consegna del referto al
paziente.
Per il tempo impiegato nella fase
generalmente i lavoratori non sono considerati addetti al videoterminale.
ADDETTI
Da 2 – 3 addetti (tecnici, ausiliari, laureato) a 15 - 20
Cap
2 - ATTREZZATURE E MACCHINE
Attrezzatura |
computer |
Non riscontrati nella fase
Non riscontrati nella fase
TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI
Postura e lavoro al videoterminale: carico di lavoro variabile
INFORMAZIONE - FORMAZIONE
Sono generalmente fornite le informazioni sui rischi per la salute che può comportare il lavoro al videoterminale.
Cap
4 – IL DANNO ATTESO
In letteratura risultano segnalati per lavoro prolungato al VDT disturbi muscolo-scheletrici. I tempi di lavoro e le modalità sono variabili e non sono di solito individuati lavoratori addetti ai VDT
Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI
Non osservati
Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA
Non osservato
Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI
DPR 547/1955 - Titolo VII ( impianti, macchine ed apparecchi elettrici); 374 (manutenzione generale);
DPR 303/1956 art. 9 (areazione locali);
D.Lgs 626/1994 - artt. 3 (misure di tutela) – artt. 4 comma 2 (documento di valutazione) o comma 11 (autocertificazione ) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) a,q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro); Videoterminali artt.52,53,54,58 (obblighi del datore di lavoro); DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori).
Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)
DPR 462/01 (denuncia delle installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi)
- Norma CEI 64-4 impianti elettrici in ambienti uso medico
- Norme CEI 62-5 (IEC 601-1) Impianti elettrici
- Direttiva CEE 93/42 (Dispositivi Medici)
- Norma UNI ISO EN 9002 – 94 (manuale qualità)
Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO