All. 2/A

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                            PROGETTO SI.PRE.                                              REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

1. COMPARTO

 LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

2. CODICI ISTAT

45.43

 

 

 

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

     (riservato all’ufficio)

 

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

 

 

5. REGIONALE

 

 

6. PROVINCIALE

 

 

7. USL

AZIENDA USL RMB- ROMA

 

8.ANNO DI RILEVAZIONE

2

0

0

3

 

 

 

 

 

9. NUMERO  ADDETTI:

   1000*

 

 

 

 

9 PAVIMENTISTI

     450*

Uomini                                  

 ??

Donne

 

 

 

9B. : MURATORI

     300*

Uomini

 ??

Donne

 

 

 

9C. : MANOVALI

     250*

Uomini

 ??

Donne

 

 

 

 

·        ) cifra stimata

 

10. NUMERO  AZIENDE:

??

 

 

 

All. 2/B

 

 

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

SERVIZIO PISLL (PREV.IGIENE E SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO -AUSL RM B – ROMA

 

Viale Bardanzellu 8 – 00155 Roma

                                                                                                         

 

 

 

 

12. REFERENTE: Dr. SERGIO ROVETTA

 

             INDIRIZZO:

SPISLL AUSL RMB ; Viale Bardanzellu 8

 

 

                         CAP:

00155

 

 

 

                    CITTA’:

ROMA

 

 

           PROVINCIA:

ROMA

 

 

 

            TELEFONO:

06/ 41434946

 

 

 

 

                         FAX:

06/ 41434936

 

 

 

 

                   E-MAIL:

xxxxx

 

 

 

13. INFORTUNI *:

 

TOTALE:

 

DI CUI MORTALI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI :

 

 

Non ……………………….

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: “ LAVORAZIONE PAVIMENTI ” 
1) Ciclo tecnologico  REALIZZAZIONE MASSETTO
Elaborazione alternativa: 1) Caricamento materiali




4)
Elaborazione alternativa: 2) Impasto e distribuzione massetto
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 3) Livellamento
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Scheda  1

 

 

1

REALIZZAZIONE MASSETTO

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

1. Realizzazione massetto

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

3140

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,Igienico Ambientali (agenti fisici e chimici), Trasversali o Organizzativi (posturali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

1000

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA:

 

Cap 1 -  DESCRIZIONE FASE

 

Il massetto è il fondo livellato su cui viene posato qualunque tipo di pavimento (legno, ceramica, marmo ecc.).

Si possono realizzare due tipi di fondo secondo il metodo di posatura del pavimento:

 

La lavorazione inizia con il caricamento manuale degli inerti (generalmente  sabbia, cemento e acqua o in caso di pavimentazioni in pietra anche calce e acqua)  che vengono amalgamati in impastatrici elettriche che possono essere di diverse  grandezze.  Sono grandi  (generalmente situate a piano terra) nel  caso dei cantieri edili di grandi dimensioni: mediante tubazioni l’impasto viene portato  nei vari luoghi interessati dalle lavorazioni. Nei piccoli cantieri  le impastatrici sono di ridotte dimensioni e vengono collocate di volta in volta dove cccorre, con conseguente necessità di movimentazione dei materiali da utilizzare. L’impasto ottenuto viene trasportato sul luogo tramite carriole.

Una volta scaricato il materiale sul punto si provvede a distribuirlo e stenderlo in modo uniforme con le pale e a livellarlo tramite un regolo di alluminio.

L’operazione di livellatura viene svolta dal pavimentista in posizione accosciata per tempi di circa 4 ore giornaliere

La lavorazione della realizzazione del massetto prevede che in una giornata lavorativa venga realizzata una superficie di circa 20 – 25 mq di pavimento in ceramica e poco meno per quello in pietra.

 

 

 

 

 

 

ADDETTI

 

2 – 3  Manovali, pavimentisti

 

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CEE in %

Vetustà

Media (anni)

Impastatrice e pressione

60

5

Attrezzi manuali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Impastatrice a pressione nel 60% dei casi non è provvista di protezione verso l’organo lavoratore (grata) con il rischio di coinvolgimento delle mani del lavoratore. Tale mancanza sale fino all’85 % nelle operazioni di pulizia, al termine dell’utilizzo dell’impastatrice, tale operazione è svolta con ausilio di tubo di acqua e con il movimento della stessa.

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Contatto con sostanze irritanti per occhi,pelle e vie respiratorie contenute nei cementi

 

Contatto con sostanze sensibilizzanti per la pelle contenute nei cementi (cromo VI)

 

Arrossamenti della cute per contatti estesi e ripetuti con sostanze irritanti contenute nei cementi

 

Rischio di gravi lesioni oculari per contatto con calce idrata (idrossido di calcio e carbonato di calcio)

 

 

 

Agenti biologici

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agenti fisici

 

Rumore:

 

Gli addetti sono esposti  a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A

 

In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo dellla impastatrice

               

 

 

Rumorosità attrezzature

 

 

Leq

(CTP)*

Leq

(ASL RM/B)

Impastatrice e pressione (interno)

81,4

83

Impastatrice e pressione (esterno)

85,3

87

 

 

 

 

 

Livelli esposizione giornaliera

 

 

Lep

(CTP)*

Lep,d

(ASL RM/B)

Muratore

83,6

 

Manovale

81,8

84

 

*CTP Torino “Valutazione del rischio derivante dall’esposizione a rumore durante il lavoro nelle attività edili”

 

 

 

 

Vibrazioni

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

 

Dall’osservazione nei cantieri si è verificato:

 

 

INDUMENTI DI LAVORO

 

Non sono mai risultate presenti idonee procedure tali da garantire che l’operatore abbia a disposizione abiti da lavoro in quantità sufficienti per poter sempre operare in condizioni igieniche idonee anche in caso di contaminazione con i prodotti irritanti e sensibilizzanti contenuti nei cementi

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:

 

maschere antipolvere  60%

guanti protettivi 50%

 

 

Non sono risultate messe a disposizione protezioni per gli occhi

 

 

Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali

 

Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento

Cadute in piano

Contusioni e schiacciamento da caduta materiali

Elettrocuzione

Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo

Lesioni oculari da contatto con calce idrata

Malattie cutanee da contatto con cemento

Patologia respiratoria da inalazioni di polveri

 

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservato

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

 

90 % dei casi (ISPESL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 artt. 41-68-71-72 (protezioni delle macchine); 40-328 (impianti di terra);  374 (manutenzione generale); 381-382-383-384-387 (D.P.I. per capo, occhi, mani, piedi e respirazione).

 

DPR  303/1956  artt.  21 ( difesa contro le polveri) ). 

 

D.Lgs  277/1991-  titolo IV Rumore - artt. 40 (valutazione), 41 (procedure), 42 (informazione - formazione).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) - 4 comma 2 e 11  (adempimenti) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); art. 7 (Appalti); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) , 37-38 (informazione - formazione) 39 (obblighi dei lavoratori);  DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori) 49 (informazione e formazione del personale sulla corretta movimentazione dei carichi) 72-septies (Fornitura indumenti protettivi per agenti chimici) 72-octies (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti chimici).

 

DPR  459/1996 – Direttiva Macchine.

 

D.Lgs 494/1996  - artt 3 (adempimenti committente) – 5 (adempimenti coordinatore) - 9 comma 1 c-bis (piano operativo).

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale – Circolare n.34 del 29/4/99 ( Indumenti di    

   Lavoro e Dispositivi di Protezione Individuale)

- Decreto ministeriale 20/12/1968 (efficacia degli apparecchi ed utensili portatili e  mobili).

- Legge 186/1968 (norme CEI) (realizzazione impianto elettrico)

- Legge 18/10/1977 n, 791( garanzie di sicurezza per il materiale elettrico)

- Norme CEI 62-5 (IEC 6)

 

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: “ LAVORAZIONE PAVIMENTI ” 
2) Ciclo tecnologico  PAVIMENTAZIONE IN PIETRA
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 1) Trasporto materiale Elaborazione alternativa: 1) Trasporto materiale
Elaborazione alternativa: 2) Spolveratura  con cemento
Elaborazione alternativa: 3) Posa pavimentazione in pietra
Elaborazione alternativa: 4) Battitura manuale
Elaborazione alternativa: 4) Stuccatura
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 5)  Stuccatura 

 


Scheda  2

 

 

2

pavimentazioni in pietra

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

2. pAVIMENTAZIONE IN PIETRA

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

3140

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,Igienico Ambientali (agenti fisici e chimici), Trasversali o Organizzativi (posturali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

1000

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA:

 

Cap 1 -  DESCRIZIONE FASE

 

I materiali industriali in pietra sono rappresentati da marmi, graniti ecc…

Si scaricano nei pressi della zona di lavorazione le lastre di pietra che andranno montate. I pesi possono arrivare anche a 35 Kg,  nel caso di scale le lastre pesano fino a 25 Kg.

Le lavorazioni prevedono due modalità  di posizionamento del pavimento, sul massetto di allettamento precedentemente realizzato ( scheda 1) denominate “a collante” o  “a preparazione”.

Per la lavorazione “a collante” la pavimentazione viene posta previa spalmatura di colla (malta specifica) sul massetto già asciugato e quindi battuto manualmente..

Per la lavorazione “a preparazione”  si provvede immediatamente,al termine del livellamento del massetto, a posizionare la pavimentazione per tutta la superficie preparata previa spolveratura in superficie di cemento; al termine si provvede alla battitura manualmente.

La natura del materiale rende impossibile realizzare pezzi a misura, infatti gli stessi sono forniti di numero d’ordine per la posa direttamente dal fornitore, quindi si interviene per piccole asportazioni con il flex a disco diamantato.

Durante la posa del pavimento per la realizzazione di tagli a misura si utilizza  il frullino (flex) con disco diamantato.

Una volta posato e battuto il pavimento si provvede alla stuccatura “a cemento bianco” .

Si cosparge la pavimentazione  tramite spazzetta in maniera da riempire gli spazi vuoti, mediante utilizzo di soluzione acquosa che viene successivamente eliminata con segatura o spugna.

Le operazioni di posa prevedono  mediamente un tempo di circa 2 – 3 ore per un ambiente di 15 mq tra trasporto posa taglio e battitura manuale  delle lastre, l’operatore deve inoltre montare gli zoccoli.

Tutto il lavoro avviene in posizione accosciata .

 

 

 

 

 

ADDETTI

 

2 – 3 Manovale e pavimentisti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CEE in %

Vetustà

Media (anni)

Frullino portatile a disco (flex)

80

3

Attrezzi manuali - Spazzetta

 

 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Frullino portatile a lama diamantata nel 60% dei casi non è provvisto di cuffia di protezione

con rischio di rotture del disco e proiezione di schegge e cotatto con organo in movimento ( i frullini non sono provvisti di freno per l’interruzione del movimento del disco)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Polveri delle pietre durante il taglio con frullino che nella totalità delle osservazioni non è mai risultato provvisto di aspirazione

Si è verificato che esistono in commercio frullini provvisti di presa per aspirazione portatile, il costo dell’attrezzatura completa (frullino e aspiratore) è di circa 1500,00 Euro contro costi medi di circa 100,00 Euro per uno privo di aspirazione

 

 

 

 

 

 

 

Agenti biologici

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agenti fisici

 

 

Rumore:

 

Gli addetti sono esposti  a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)

 

In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del frullino portatile a disco diamanatato e la rullatrice elettrica

               

 

Rumorosità attrezzature

 

 

Leq

(CTP)*

Leq

(ASL RM/B)

Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

106

99

 

 

Livelli esposizione giornaliera

 

 

Lep

(CTP)*

Lep,d

(ASL RM/B)

Pavimentista

84

89,2 – 84,7

Manovale

81,8

84

 

*CTP Torino “Valutazione del rischio derivante dall’esposizione a rumore durante il lavoro nelle attività edili”

 

 

 

Vibrazioni

 

 

Gli addetti  sono esposti a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio nell’utilizzo  del Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

 

 

Vibrazioni attrezzature

 

 

m/s2

(ISPESL)*

Manuali Istruzione Uso

(attrezzature CE) m/s2

Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

6 - 7

2,5

 

 

*ISPESL “Lineeguida sull’esposizione professionale a rumore e vibrazioni”

 

 

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

 

Dall’osservazione nei cantieri si è verificato:

 

 

 

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:

ginocchiere 40 %

protezione occhi  60%

maschere antipolvere  60%

guanti protettivi 50%

otoprotettori 70%

 

Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali

 

Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi

 

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Abrasioni contusioni taglio da utensili

Lesioni oculari per proiezione di schegge

Cadute in piano

Contusioni e schiacciamento da caduta materiali

Elettrocuzione

Ipoacusia da rumore

Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo

Malattie cutanee da contatto con cemento e additivi collanti

Patologia respiratoria da inalazioni di polveri

 

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservato

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

 

90 % dei casi (ISPESL)

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 artt. 41-68-71-72 (protezioni delle macchine); 40-328 (impianti di terra);  374 (manutenzione generale); 381-382-383-384-387 (D.P.I. per capo, occhi, mani, piedi e respirazione).

 

DPR  303/1956  artt.  21 ( difesa contro le polveri) ); 24 (vibrazioni).  

 

D.Lgs  277/1991-  titolo IV Rumore - artt. 40 (valutazione), 41 (procedure), 42 (informazione - formazione).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) - 4 comma 2 e 11  (adempimenti) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); art. 7 (Appalti); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) , 37-38 (informazione - formazione) 39 (obblighi dei lavoratori);  DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori) 49 (informazione e formazione del personale sulla corretta movimentazione dei carichi 72-septies (Fornitura indumenti protettivi per agenti chimici) 72-octies (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti chimici).

 

DPR  303/1956 – Direttiva macchine.

 

D.Lgs 494/1996  - artt 3 (adempimenti committente) – 5 (adempimenti coordinatore) - 9 comma 1 c-bis (piano operativo).

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Decreto ministeriale 20/12/1968 (efficacia degli apparecchi ed utensili portatili e  mobili).

- Legge 186/1968 (norme CEI) (realizzazione impianto elettrico)

- Legge 18/10/1977 n, 791( garanzie di sicurezza per il materiale elettrico)

- Norme CEI 62-5 (IEC 6)

- Norme UNIEN (vibrazioni)

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: “ LAVORAZIONE PAVIMENTI ” 
3) Ciclo tecnologico LUCIDATURA PAVIMENTAZIONE IN PIETRA
Elaborazione alternativa: 4) Lucidatura
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Scheda  3

 

 

3

LUCIDATURA pavimentazioni in pietra

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

3. LUCIDATURA pAVIMENTAZIONE IN PIETRA

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

3140

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,Igienico Ambientali (agenti fisici e chimici), Trasversali o Organizzativi (posturali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

1000

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA:

 

Cap 1 -  DESCRIZIONE FASE

 

Tutti i materiali di rivestimento in pietra se non prelucidati necessitano della operazione  di lucidatura.

Questa si effettua successivamente al montaggio (scheda 2) o per intervento di manutenzione su pavimentazione preesistente,per mezzo di macchina levigatrice ad acqua ( che copre gli ampi spazi) e di flessibile (usato per gli angoli  e gli zoccoli).

L’operazione di lucidatura prevede una durata di 4 – 5 ore per una superficie di circa 15 – 20 mq.

La lucidatura consiste nel passare più volte sulla superficie da trattare con la macchina levigatrice ad acqua.

Questa è costituita da una parte “fornita di ruote” dove alloggia il motore e da una seconda parte dove è situato un piatto porta abrasivo  “orbitale” in cui vengono inseriti supporti abrasivi diversi ed intercambiabili; pietre naturali o sintetiche in genere  Carborume e Magnesite (Carburodi silicio) mescolat i a poliestere, tamponi lucidanti con Acido Ossalico e lamina di piombo. Tali supporti sono necessari allo svolgimento delle varie fasi lavorative.

La macchina può raggiungere i 100 – 120 Kg di peso. L’operatore deve passarla 6 volte  (2 passaggi per l’abrasione – 3 per la rifinitura – 1 per la lucidatura /piombatura).

Ad ogni cambio di fase vanno cambiati i supporti situati nella parte rotante, l’operatore deve  sollevare la zona orbitale , sostituire i supporti e farla ridiscendere per riprendere il lavoro ciò comporta uno sforzo muscolare visto il peso della macchina.

Al termine dei passaggi per abrasione può essere necessario intervenire sulle lastre dove possono affiorare delle disomogenità o pori o scheggiature che vanno colmate con mastici bicomponenti poliestere attivati da catalizzatori, mescolati a polvere di marmo e spatolati direttamente ove necessario, si provvede quindi alla rimozione dell’eccesso di mastice ed alla pulizia della zona con solventi organici.

Possono, successivamente essere svolte operazioni accessorie quali la ceratura delle superfici, o l’applicazione di protettivi conteneti solventi organici.

Per poter lavorare la macchina deve essere spinta tramite una maniglia di trasporto a ruota pivotante posta sulla zona orbitale a distanza variabile dal piano di lavoro di circa 80 cm:, ( 60 per le attrezzature da scale) il lavoratore è quindi costretto ad assumere posizioni che lo obbligano a stare con la schiena inarcata.

Anche nelle operazioni di lucidatura tramite frullino, usato per  zoccoli e bordi, il lavoratore deve assumere posizioni incongrue (inginocchiato o accosciato). Queste operazioni vengono svolte a secco con notevole produzione di polvere dispersa nell’ambiente che può essere respirata dall’operatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ADDETTI

 

2        Manovale, Lucidatore

 

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CEE in %

Vetustà

Media (anni)

Levigatrice

60

5

Frullino Flex a lama diamantata

80

3

Attrezzi manuali

 

 

 

 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Frullino portatile a lama diamantata nel 60% dei casi non è dotato di cuffia di protezione

con rischio di rotture del disco e proiezione di schegge e contatto con organo in movimento ( i frullini non sono provvisti di freno per l’interruzione del movimento del disco)

Nelle operazioni di  lucidatura di zoccoli e bordi tramite frullino l’operatore deve mantenere lo strumento in modo saldo  onde evitare scarti bruschi che possono provocare lesione alle braccia.

 

Si è verificato che esistono in commercio frullini provvisti presa per aspirazione portatile, il costo dell’attrezzatura completa (frullino e aspiratore) è di circa 1500,00 Euro contro costi medi di circa 100,00 Euro per uno privo di aspirazione.

 

 

Si è verificato che esistonpo in commercio Tagliapietra portatili ad acqua  con disco diamantato e fornite di supporti (goniometro, squadra ed angolari) per poter effettuare tutti i tipi di taglio con costo di 150 Euro e peso di 12 Kg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Polveri delle pietre durante l’utilizzo del frullino per zoccoli e bordi.

 

Contatto con sostanze sostanze sensibilizzanti per la pelle in particolare ftalati e perossidi contenuti nei catalizzatori

 

Contatto con sostanze sostanze irritante per pelle ed occhi (perossidi) contenute nei catalizzatori

 

Contatto con sostanze (poliestere-Stirene) nocive per inalazione e irritante per occhi e pelle

 

Contatto con sostanze (acido ossalico) nocive a contatto con la pelle e per ingstione

 

Contatto con sostanze (Toluolo) nocive per inalazione

 

 

 

 

Agenti biologici

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agenti fisici

 

Rumore:

 

Gli addetti sono esposti  a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)

 

In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del frullino portatile a disco diamanatato e la levigatrice

 

 

 

Rumorosità attrezzature

 

 

Leq

(CTP)*

Leq

(ASL RM/B)

Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

106

99

Levigatrice

87,9

 

 

Livelli esposizione giornaliera

 

 

Lep

(CTP)*

Lep,d

(ASL RM/B)

Lucidatore

89,3

 

Manovale

81,8

84

 

*CTP Torino “Valutazione del rischio derivante dall’esposizione a rumore durante il lavoro nelle attività edili”

 

 

 

Vibrazioni

 

Gli addetti  sono esposti a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio nell’utilizzo  del Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

 

 

Vibrazioni attrezzature

 

 

M/s2

(ISPESL)*

Manuali Istruzione Uso

(attrezzature CE) m/s2

Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

6 - 7

2,5

 

 

*ISPESL “Lineeguida sull’esposizione professionale a rumore e vibrazioni”

 

 

 

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

 

Dall’osservazione nei cantieri si è verificato che:

 

 

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:

ginocchiere 40 %

maschere antipolvere  60%

maschere per solvente 40%

guanti protettivi 50%

otoprotettori 70%

 

Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali

 

Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Abrasioni contusioni taglio da utensili

Lesioni oculari per proiezione di schegge

Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento

Cadute in piano

Contusioni e schiacciamento da caduta materiali

Elettrocuzione

Ipoacusia da rumore

Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo

Malattie cutanee da contatto con cemento e additivi collanti

Patologia respiratoria da inalazioni di polveri

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservato

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

 

90 % dei casi (ISPESL)

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 artt. 41-68-71-72 (protezioni delle macchine); 40-328 (impianti di terra);  374 (manutenzione generale); 381-382-383-384-387 (D.P.I. per capo, occhi, mani, piedi e respirazione).

 

DPR  303/1956  artt.  21 ( difesa contro le polveri) ); 24 (vibrazioni).  

 

D.Lgs  277/1991-  titolo IV Rumore - artt. 40 (valutazione), 41 (procedure), 42 (informazione - formazione).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) - 4 comma 2 e 11  (adempimenti) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); art. 7 (Appalti); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) , 37-38 (informazione - formazione) 39 (obblighi dei lavoratori);  DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori) 49 (informazione e formazione del personale sulla corretta movimentazione dei carichi) 72-septies (Fornitura indumenti protettivi per agenti chimici) 72-octies (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti chimici).

 

DPR  459/1996 – Direttiva Macchine.

 

D.Lgs 494/1996  - artt 3 (adempimenti committente) – 5 (adempimenti coordinatore) - 9 comma 1 c-bis (piano operativo).

 

 

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Decreto ministeriale 20/12/1968 (efficacia degli apparecchi ed utensili portatili e  mobili).

- Legge 186/1968 (norme CEI) (realizzazione impianto elettrico)

- Legge 18/10/1977 n, 791( garanzie di sicurezza per il materiale elettrico)

- Norme CEI 62-5 (IEC 6)

- Norme UNIEN (vibrazioni)

 

 

 

 

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: “LAVORAZIONE PAVIMENTI ” 
4) Ciclo tecnologico  PAVIMENTAZIONE IN CERAMICA
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 1) Trasporto materiale Elaborazione alternativa: 1) Trasporto materiale
Elaborazione alternativa: 2) Spolveratura  con cemento
Elaborazione alternativa: 2) Posa  pavimentazione con collante
Elaborazione alternativa: 3) Posa pavimentazione
Elaborazione alternativa: 4) Battitura
Elaborazione alternativa: 4) Stuccatura
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 5)  Stuccatura 

 

 

 


Scheda  4

 

4

pavimentazioni in ceramica

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

4. PAVIMENTAZIONE IN CERAMICA

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

3140

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,Igienico Ambientali (agenti fisici e chimici), Trasversali o Organizzativi (posturali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

1000

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA:

 

Cap 1 -  DESCRIZIONE FASE

 

I materiali industriali ceramici sono rappresentati da gres porcellanato, monocotture, bicotture, cotti.

Nei grandi cantieri il materiale arriva confezionato e pallettizzato; viene scaricato tramite mezzi di sollevamento idonei; si scompongono le confezioni , si preleva il quantitativo necessario da collocare e lo si trasporta al piano di lavoro tramite apparecchio di sollevamento, si collocano preventivamente  nei pressi della zona in lavorazione il quantitativo di ceramiche che andranno montate:

-i  pesi possono variare da 20 Kg per confezioni da 37 pezzi monocottuta di dimensoine 20x20 cm fino a 33 Kg per confezioni da 6 pezzi in gres porcellanato smaltato di dimensioni 50x50 cm.

Esistono  due modalità  di posizionamento del pavimento,

1)      sul massetto di allettamento precedentemente realizzato ( scheda 1) denominate “a collante”

2)      “a preparazione”(scheda 1).

Nella lavorazione di posatura “a collante” si provvede a ricoprire e a spalmare  di colla (malta specifica) il massetto  realizzato e opportunamente  asciugato, quindi si posano le ceramiche  che subito vengono battute (al fine di distribuire il più possibile la colla sul fondo della ceramica) manualmente o tramite rullatrice elettrica: quest’ultimo  tipo di battitura viene in genere realizzata per mattonelle di grandi dimensioni (almeno cm. 30x30).

Per la lavorazione “a preparazione”  si provvede immediatamente,al termine del livellamento del impasto di cemento e sabbia , a posizionare la pavimentazione per tutta la superficie preparata previa spolveratura in superficie di cemento. Al termine si provvede alla battitura manuale o tramite rullatrice elettrica

Durante la posa del pavimento per la realizzazione di tagli a misura si possono utilizzare taglierina manuale a diamante con goniometro; taglierina ad umido o il flex con disco diamantato.

Le operazioni di battitura con battipiastrelle -vibratore prevedono durate molto brevi che vanno dai 6-7 minuti per una superficie di 15 mq a circa 15 minuti per superfici di 25 mq.

Una volta posato e battuto il pavimento si provvede alla stuccatura con cemento semi liquido . Si cosparge la pavimentazione  tramite spazzetta in modo da riempire gli spazi vuoti (fessure o fughe), il materiale in eccesso  viene successivamente eliminato con segatura o spugna.Possono essere utilizzati prodotti riempifuga.

In genere una giornata lavorativa consente di realizzare circa 20- 25 mq di pavimentazione finita.

I lavoratori trascorrono tra il livellamento del massetto e l’applicazione della pavimentazione oltre 6 ore giornalere in posizione accosciata con sovraccarico della colonna vertebrale.

 

 

 

 

ADDETTI

 

2 – 3 Manovali, Pavimentisti

 

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CEE in %

Vetustà

Media (anni)

Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

80

3

Battipiastrelle - vibratore

50

6

Attrezzi manuali - Spazzetta

 

 

 

 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Frullino portatile a lama diamantata nel 60% dei casi non è provvisto di cuffia di protezione

con rischio di rotture del disco e proiezione di schegge e contatto con organo in movimento ( i frullini non sono provvisti di freno per l’interruzione del movimento del disco)

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Polveri delle ceramiche durante il taglio

 

Contatto con sostanze irritanti per occhi,pelle e vie respiratorie contenute nei collanti  base di cemento

 

Contatto con sostanze sensibilizzanti per la pelle contenute nei collanti a base di cemento

 

Arrossamenti della cute per contatti estesi e ripetuti con sostanze irritanti contenute nei collanti a base di  cemento

 

Si è verificato che esistono in commercio frullini provvisti presa per aspirazione portatile, il costo dell’attrezzatura completa (frullino e aspiratore) è di circa 1500,00 Euro contro costi medi di circa 100,00 Euro per uno privo di aspirazione

 

 

Si è verificato che esistonpo in commercio Tagliaceramiche portatili ad acqua  con disco diamantato e fornite di supporti (goniometro, squadra ed angolari) per poter effettuare tutti i tipi di taglio con costo di circa 250,00 Euro e peso di circa 15 Kg

 

 

 

 

Agenti biologici

 

Non osservato

 

Agenti fisici

 

 

Rumore:

 

Gli addetti sono esposti  a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)

 

In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del frullino portatile a disco diamantato e la rullatrice elettrica

 

 

Rumorosità attrezzature

 

 

Leq

(CTP)*

Leq

(ASL RM/B)

Frullino portatile a disco diamantato (Flex)

106

99

Battipiastrelle - vibratore

95,5

98,8

 

 

 

 

Livelli esposizione giornaliera

 

 

Lep

(CTP)*

Lep,d

(ASL RM/B)

Pavimentista

84

89,2 – 84,7

Posa battipiastrelle - vibratore

87

 

Manovale

81,8

84

 

*CTP Torino “Valutazione del rischio derivante dall’esposizione a rumore durante il lavoro nelle attività edili”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vibrazioni

 

Gli addetti  sono esposti a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio nell’utilizzo  del Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

 

 

Vibrazioni attrezzature

 

 

M/s2

(ISPESL)*

Manuali Istruzione Uso

(attrezzature CE) m/s2

Frullino portatile a disco diamanatato (Flex)

6 - 7

 

Battipiastrelle - vibratore

 

5 - 12

 

 

*ISPESL “Lineeguida sull’esposizione professionale a rumore e vibrazioni”

 

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

 

Dall’osservazione nei cantieri si è riscontrato che:

 

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:

ginocchiere 40 %

maschere antipolvere  60%

guanti protettivi 50%

otoprotettori 70%

 

Nel 70% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle sostanze (schede di sicurezza) e delle relative norme igieniche e comportamentali

 

Nel 85% si è verificata scarsa conoscenza, da parte dei lavoratori, delle corrette modalità per la movimentazione manuale dei carichi

 

 

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Abrasioni contusioni taglio da utensili

Lesioni oculari per proiezione di schegge

Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento

Cadute in piano

Contusioni e schiacciamento da caduta materiali

Elettrocuzione

Ipoacusia da rumore

Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo

Malattie cutanee da contatto con cemento e additivi collanti

Patologia respiratoria da inalazioni di polveri

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservato

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

90 % dei casi (ISPESL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 artt. 41-68-71-72 (protezioni delle macchine); 40-328 (impianti di terra);  374 (manutenzione generale); 381-382-383-384-387 (D.P.I. per capo, occhi, mani, piedi e respirazione).

 

DPR  303/1956  artt.  21 ( difesa contro le polveri) ); 24 (vibrazioni).

 

D.Lgs  277/1991-  titolo IV Rumore - artt. 40 (valutazione), 41 (procedure), 42 (informazione - formazione).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) - 4 comma 2 e 11  (adempimenti) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); art. 7 (Appalti); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) , 37-38 (informazione - formazione) 39 (obblighi dei lavoratori);  DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori) 49 (informazione e formazione del personale sulla corretta movimentazione dei carichi) 72-septies (Fornitura indumenti protettivi per agenti chimici) 72-octies (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti chimici).

 

DPR  303/1956 – Direttiva Macchine.

 

D.Lgs 494/1996  - artt 3 (adempimenti committente) – 5 (adempimenti coordinatore) - 9 comma 1 c-bis (piano operativo)

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Decreto ministeriale 20/12/1968 (efficacia degli apparecchi ed utensili portatili e  mobili).

- Legge 186/1968 (norme CEI) (realizzazione impianto elettrico)

- Legge 18/10/1977 n, 791( garanzie di sicurezza per il materiale elettrico)

- Norme CEI 62-5 (IEC 6)

- Norme UNIEN (vibrazioni)

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

 

 


 

 

Elaborazione alternativa: “ LAVORAZIONE PAVIMENTI ” 
5) Ciclo tecnologico  PAVIMENTAZIONE IN LEGNO
Elaborazione alternativa: 4) Verniciatura
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Scheda  4

 

 

4

pavimentazioni in legno

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

5. PAVIMENTAZIONE IN LEGNO

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

5221

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,Igienico Ambientali (agenti fisici, chimici e cancerogeni), Trasversali o Organizzativi (posturali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

1000

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA:

 

Cap 1 -  DESCRIZIONE FASE

 

Le pavimentazioni in legno possono essere applicate  in varie maniere:

·        su pavimentazione esistente, se è in ceramica lucida, che non permette una buona presa della colla, si deve preventivamente sfrollinare per realizzare maggiore aderenza e il collante utilizzato è del tipo bicomponente

·        su massetto esistente tramite applicazione di colla bicomponente

·        tramite realizzazione ex novo di massetto in materiali specifici (es. della MAPEI) avente la caratteristica di espellere l’acqua con applicazione di collante bicomponente

·        nel caso di pavimentazioni in marmi o in ceramiche porose (non lucide) il collante utilizzato può essere ad acqua.

Una volta posizionato il parquet si esegue la lamatura tramite arrotatrice specifica provvista di dischi abrasivi di varia granulometria, queste arrotatrici sono dotate di sacchetto per la raccolta delle polveri di legno provenienti dalla lavorazione.

Si tratta quindi il pavimento con la stesa di una mano di vernice specifica (olio, acqua o sintetica) in modo da mettere in risalto le eventuali imperfezioni o la necessità di stuccare tramite impasto composto da collante tipo bostik e polvere da legno tramite spatola.

Si  esegue una leggera lamatura nei punti ritoccati.

Si provvede quindi alla I, II ed alla eventuale III mano di vernice (ad olio, acqua o sintetica) applicata a rullo. Durante questa lavorazione è necessario che non vi sia presenza di polvere che, depositandosi, rovinerebbe la vernice del pavimento. Perciò l’operatore mantiene chiuse le finestre e le porte durante le varie passate di vernice, effettuate a distanza di tempo l’una dall’altra, di conseguenza negli ambienti ci saranno vapori a seconda della tipologia (olio,acqua o sintetico) della vernice utilizzata.

Nel caso di lavori per il ripristino di pavimentazioni vecchie, vi può essere la necessità di sostituzione di listelli perché danneggiati o tarlati, o semplicemente il pavimento necessita di nuova lucidatura. In questo caso dopo la eventuale sostituzione dei listelli danneggiati dapprima si lama, con le modalità sopradescritte, e poi si applica la vernice (ad olio, acqua o sintetica) con una o più mani.

 

Esiste un ultimo tipo di pavimentazione oggi interessata prevalentemente da opere di manutenzione e ripristino: il “parquet inchiodato”. In questo caso durante la realizzazione del massetto si affogano dei magatelli (cantinelle di legno) in maniera da realizzare una tessitura su cui poi  inchiodare i listelli di parquet ortogonalmente. Successivamente si passa alla ceratura con cera d’api e lucidatura manuale. Altro sistema è quello di porre, al posto dei magatelli, un pavimento di fibre di legno (sealite, swelite) ad incasso su cui vengono inchiodati i listelli di parquet.

Nel caso di sostituzione di listelli non si fa altro che schiodare l’esistente e inchiodare i nuovi listelli. Quando si deve effettuare una  nuova lucidatura si provvede dapprima a decerare la pavimentazione tramite scartavetratura a mano e successivamente ad applicare la cera d’api e a lucidare. Tali attività vengono svolte manualmente.

 

I legni utilizzati sono in maggioranza di alberi esotici, di rovere, d’ulivo, d’acero, di ciliegio, di frassino appartenenti alle angiosperme. Il decreto legislativo 66/2000 li classifica come “legno duro” e le polveri derivate dalle lavorazioni sono classificate come cancerogene. I legni esotici, come la “noce manzonia” sono anche allergizzanti e, spesso, danno forti emottisi nasali.

 

I campionamenti e le determinazioni di vapori di sostanze chimiche (Xileni) hanno dato valori superiori al “Valore Limite” sulle otto ore, raggiungendo e superando il limite del “breve termine”  che è riferito ai soli quindici minuti.

Le polveri di legno duro si sono attestate a circa 2 volte il “Valore Limite” sulle otto ore.

Si noti che tutte le lavorazioni suddescritte avvengono, solitamente, con l’operatore in posizione carponi o chinata.   

 

 

 

 

 

ADDETTI

 

2 - 3

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CEE in %

Vetustà

Media (anni)

Sega circolare

100

3

Frullino

100

2

Arrotatrice - Lamatrice

100

2

Attrezzi manuali

 

1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Dato l’utilizzo delle attrezzature si possono evidenziare rischi derivanti come proiezione di materiale con lesioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Agenti chimici

Polveri di Massetto specifico per parquet

Polveri dei materiali durante il taglio

Sostanze allergizzanti per la cute

Vapori sostanze chimiche

 

Agenti cancerogeno

Polvere da legno

 

 

 

Agenti biologici

 

Non osservato

 

 

Agenti fisici

 

Rumore:

Gli addetti sono esposti  a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)

 

 

 

 

 

 

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

 

Dall’osservazione è risultato che il carico di lavoro fisico, per durata e frequenza, provoca affaticamento delle zone dorso-lombari per posizioni scorrette (carponi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Si è verificato che pur presenti e forniti idonei D.P.I. gli stessi vengono utilizzati in maniera discontinua:

maschere antipolvere  50%

maschere antivapori  80%

guanti protettivi 70%

otoprotettori 70%

 

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

Abrasioni contusioni taglio da utensili

Lesioni traumatiche da contatto con organi in movimento

Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo

Cadute in piano

Contusioni e schiacciamento da caduta materiali

Ipoacusia da rumore

Malattie cutanee da contato con malta, cemento, prodotti chimici

Patologia respiratoria da inalazioni di polveri e sost. chimiche

Elettrocuzione

 

 

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservato (sedia)

Utilizzo D.P.I. e Otoprotettori

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

90% dei casi (Ispesl)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  164/1956 

 

DPR  547/1955 artt. 41-68-71-72 (protezioni delle macchine); 40-328 (impianti di terra); 374 (manutenzione generale); 381-382-383-384-387 (D.P.I. per capo, occhi, mani, piedi e respirazione).

 

DPR  303/1956  artt.  21 ( difesa contro le polveri). 

 

D.Lgs  277/1991-  titolo IV Rumore - artt. 40 (valutazione), 41 (procedure), 42 (informazione - formazione).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) - 4 comma 2 e 11  (adempimenti) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); artt. 21 e 22 lettere a) d) f) q); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) , 37-38 (informazione - formazione) 39 (obblighi dei lavoratori);  DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori) 49 (informazione e formazione del personale sulla corretta movimentazione dei carichi) 62 (sostituzione e riduzione) 63 (valutazione del rischio) 64 (misure tecniche, organizzative, procedurali) 66 (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti cancerogeni) 69 (accertamenti sanitari e e norme preventive e protettive specifiche) 72-quater (valutazione dei rischi) 72-quinquies (misure e principi generali per la prevenzione dei rischi) 72-sexies (misure specifiche di protezione e prevenzione) 72-octies (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti chimici) 72-decies (sorveglianza sanitaria)

 

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Decreto ministeriale 20/12/1968 (efficacia degli apparecchi ed utensili portatili e  mobili).

- Legge 186/1968 (norme CEI) (realizzazione impianto elettrico)

- Legge 46/90 (certificazione impianto elettrico e gas)

- Legge 18/10/1977 n, 791( garanzie di sicurezza per il materiale elettrico)

- Norme CEI 62-5 (IEC 6)

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 


 

 

 

Elaborazione alternativa: “LAVORAZIONE PAVIMENTI ” 
6) Ciclo tecnologico RISTRUTTURAZIONE: SOSTITUZIONE PAVIMENTAZIONE ESISTENTE

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 1)	Demolizione massetto e pavimentazione









2)
Elaborazione alternativa: 1) Posa nuova 
pavimentazione su pavimento esistente
Elaborazione alternativa: 1)  Demolizione pavimento esistente
 

 

 

 

Elaborazione alternativa: 2) Posa nuova pavimentazione su massetto esistente
Elaborazione alternativa: 2) Realizzazione nuovo massetto
Elaborazione alternativa: 1) Posa nuova pavimentazione
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Scheda  6

 

6

RISTRUTTURAZIONI:SOSTITUZIone pavimentazione esistente

 

 

 

 

1. COMPARTO:

LAVORAZIONE PAVIMENTI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

6. RISTRUTTURAZIONI : SOSTITUZIONE PAVIMENTAZIONE ESISTENTE

 

 

 

 

3. COD.INAIL:

3140

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici,Igienico Ambientali (agenti fisici e chimici), Trasversali o Organizzativi (posturali)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

1000

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA

 

Cap 1 -  DESCRIZIONE FASE

 

Se le lavorazioni di pavimentazione devono andare a sostituirne una già esistente di uguale o diversa natura,  si possono verificare tre condizioni per cui:

 

1.      la nuova pavimentazione viene posta direttamente su quella preesistente con utilizzo di collanti specifici per il materiale utilizzato (schede 2-4-5)

2.      viene demolita la sola pavimentazione che verrà sostituita da altra posta sul massetto esistente tramite collanti specifici per il materiale utilizzato, con allontanamento del materiale di risulta (scheda 2-4-5)

3.      si provvede alla demolizione preventiva sia della pavimentazione esistente che del massetto con realizzazione del nuovo massetto specifico ( scheda 1) a seconda del tipo di pavimentazione da realizzare con allontanamento del materiale di risulta.

4.      Nel caso di pavimentazione in pietra si provvede alla lucidatura (scheda n.3)

 

L’allontanamemto del materiale di risulta si può effettuare  a seconda della localizzazione del cantiere tramite sacchi che vengono manualmente trasportati a terra tramite le scale o, dove possibile, calati a terra permezzo di tiro elettrico o ancora tramite canale di scarico.

 

 

 

ADDETTI

 

2 – 3 Manovali, muratori ,pavimentisti e lucidatori

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Attrezzatura

Con dichiarazione CEE in %

Vetustà

Media (anni)

Martello demolitore

80

3

 

 

Vedi  schede n. 1- 2 – 3 - 4

 

 

 

 

Cap 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

Martello Pneumatico con rischio di proiezione di materiale derivante dalla lavorazione

 

Impastatrice a pressione ( vedi scheda 1)

 

Frullino portiatile (vedi schede 2 – 3 – 4)

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti chimici

 

Polveri del massetto, pietre e ceramiche durante la demolizione

 

Sostanze irritanti e sensibilizzanti (vedi shede 1- 2 – 3 – 4)

 

Gravi lesioni oculari (vedi scheda 1)

 

 

 

Agenti biologici

 

Non osservato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agenti fisici

 

Rumore:

 

Gli addetti sono esposti  a livelli di esposizione quotidiana (Lep d) tra 80 e 85 dB(A) e tra 85 e 90 dB(A)

 

In questa fase l’esposizione al rumore degli addetti è influenzata dall’utilizzo del martello demolitore e la movimentazione dei materiali di risulta a seconda delle lavorazioni previste

 

Rumorosità attrezzature

 

 

Leq

(CTP)*

Leq

(ASL RM/B)

Martello demolitore

101,4

98,4

 

Vedi schede n. 1 – 2 – 3 - 4

 

 

Livelli esposizione giornaliera

 

Lep

(CTP)*

Lep,d

(ASL RM/B)

Muratore con martello demolitore

94

 

Manovale demolizione e scarico

86

 

 

*CTP Torino “Valutazione del rischio derivante dall’esposizione a rumore durante il lavoro nelle attività edili”

 

Vedi  schede n. 1 – 2 – 3 - 4

 

 

Vibrazioni

 

Gli addetti  sono esposti a vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio nell’utilizzo  del Frullino portatile a disco diamanatato (Flex) e dei martelli demolitori

 

 

 

Vibrazioni attrezzature

 

 

M/s2

(ISPESL)*

Manuali Istruzione Uso

(attrezzature CE) m/s2 **

Martelli demolitori elettrici

10 - 11

8

Martelli demolitori elettrici (Chipping hammer)

20 -24

18

 

*ISPESL “Lineeguida sull’esposizione professionale a rumore e vibrazioni”

 

** Per alcuni martelli demolitori acquistati nel 1999 non sono riportati i valori di esposizione alle vibrazioni

 

 

Vedi  schede n. 1 – 2 – 3 - 4

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

 

Dall’osservazione nei cantieri si è osservato che la fase dell’allontanamento del materiale di risulta espone  i lavoratori a frequenti flessioni e torsioni del tronco provocate dal trasporto dei sacchi.

Vedi  schede n. 1 – 2 – 3 - 4

 

 

INDUMENTI DI LAVORO

 

Vedi sched n. 1

 

 

INFORMAZIONE - FORMAZIONE

 

Vedi  schede n. 1 – 2 – 3 - 4

 

 

 

Cap 4 – IL DANNO ATTESO

 

 

Lesioni oculari per proiezione di schegge provenienti dalle demolizioni

Ipoacusia da rumore per utilizzo martello demolitore

Lombalgia e lesioni muscolari da sforzo durante movimentazione macerie

Patologia respiratoria da inalazioni di polveri

 

 

Vedi  schede n. 1 – 2 – 3 - 4

 

 

Cap 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Non osservato

 

 

Cap 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

 

90 % dei casi (ISPESL)

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 artt. 41-68-71-72 (protezioni delle macchine); 40-328 (impianti di terra);  374 (manutenzione generale); 381-382-383-384-387 (D.P.I. per capo, occhi, mani, piedi e respirazione).

 

DPR  303/1956  artt.  21 ( difesa contro le polveri); 24 (vibrazioni).

 

D.Lgs  277/1991-  titolo IV Rumore - artt. 40 (valutazione), 41 (procedure), 42 (informazione - formazione).

 

D.Lgs 626/1994  - artt. 3 (misure di tutela) - 4 comma 2 e 11  (adempimenti) comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ) f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali) q) (misure di prevenzione incendi); art. 5 (obblighi dei lavoratori); art. 7 (Appalti); artt. 21- 22 (informazione - formazione generale); attrezzature di lavoro artt. 35 (obblighi del datore di lavoro) , 37-38 (informazione - formazione) 39 (obblighi dei lavoratori);  DPI art. 43 (obblighi del datore di lavoro) 44 (obblighi dei lavoratori) 49 (informazione e formazione del personale sulla corretta movimentazione dei carichi) 72-septies (Fornitura indumenti protettivi per agenti chimici) 72-octies (informazione e formazione del personale per la protezione dagli agenti chimici).

 

DPR  303/1956 – Direttiva Macchine.

 

D.Lgs 494/1996  - artt 3 (adempimenti committente) – 5 (adempimenti coordinatore) - 9 comma 1 c-bis (piano operativo)

 

 

 

 

Norme di buona Tecnica

 

- Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale – Circolare n.34 del 29/4/99 ( Indumenti di    

   Lavoro e Dispositivi di Protezione Individuale)

- Decreto ministeriale 20/12/1968 (efficacia degli apparecchi ed utensili portatili e  mobili).

- Legge 186/1968 (norme CEI) (realizzazione impianto elettrico)

- Legge 18/10/1977 n, 791( garanzie di sicurezza per il materiale elettrico)

- Norme CEI 62-5 (IEC 6)

- Norme UNIEN (vibrazioni)

 

Cap 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non osservato