All. 2/A

 

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO

 

 

I.S.P.E.S.L.                                          PROGETTO SI.PRE.                                                        REGIONI

 

 

BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO

 

 

 

 

1. COMPARTO

TRASPORTO CARNI

 

2. CODICI ISTAT

772.1

 

 

 

 

 

 

 

 

3. CODICE ISPESL

 

     (riservato all’ufficio)

 

 

             ZONA DI RILEVAZIONE

 

4. NAZIONALE:

 

 

5. REGIONALE

 

 

6. PROVINCIALE

 

 

7. USL

AZIENDA USL RM B - ROMA

 

8.ANNO DI RILEVAZIONE

2

0

0

1

 

 

 

 

 

9. NUMERO  ADDETTI: 78

76

Uomini

2

Donne

 

 

 

 

 

 

10. NUMERO  AZIENDE:

1

 

L’attività di trasporto carni dai centri di macellazione e sezionamento alla distribuzione riguarda alcune migliaia di lavoratori in Italia. La realtà osservata costituisce la più grande cooperativa di facchini addetti al trasporto carni della città di Roma.

I dati infortunistici indicano indici di frequenza tra i più elevati, e sono anche presenti alti rischi relativi di  patologie del rachide come ernie del disco e lombalgie acute.

Il settore è in evoluzione e si assiste alla introduzione sempre maggiore da parte della grande distribuzione del trasporto di carni sezionate in contenitori ; inoltre nei grandi esercizi commerciali, sono di solito presenti ausili meccanici per la ricezione di quarti e mezzane.

 Negli  esercizi commerciali di piccole dimensioni ( macellerie tradizionali, mercati rionali,) soprattutto nelle aree del centro sud  permane, senza che si siano risolti i problemi di ausiliazione della MMC,  la lavorazione di quarti e mezzene.

 


 

All. 2/B

 

 

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE

SERVIZIO PISLL (PREV. IGIENE E SICUREZZA LUOGHI DI LAVORO - AUSL RM B – ROMA

 

Viale Bardanzellu 8 – 00155 Roma

 

 

 

 

 

12. REFERENTE: Dr. SERGIO ROVETTA

 

             INDIRIZZO:

SPISLL AUSL RMB; Viale Bardanzellu 8

 

 

                         CAP:

00155

 

 

 

                    CITTA’:

ROMA

 

 

           PROVINCIA:

ROMA

 

 

 

            TELEFONO:

06/ 41434946

 

 

 

 

                         FAX:

06/ 41434936

 

 

 

 

                   E-MAIL:

 

 

 

 

13. INFORTUNI *: 2001

 

TOTALE:

16

DI CUI MORTALI

nessuno

 

 

Andamento degli indici infortunistici nel comparto del trasporto carni –ASL RM B - nel periodo 1991‑2001

 

N.infortuni

N.addetti

MMC

N. ore lavorate

N. giorni persi

Durata media

Indice frequenza

Indice incidenza

Indice di gravità

1991

34

165

343200

956

28,12

 99,06760

20,60606

2,785548

1992

15

158

328640

344

22,93

 45,64265

 9,49367

1,046738

1993

22

144

299520

711

32,32

 73,45085

15,27778

2,373798

1994

21

135

280800

835

39,76

 74,78632

15,55556

2,973647

1995

 7

118

245440

203

29,00

 28,52021

 5,93220

0,827086

1996

19

113

235040

757

39,84

 80,83730

16,81416

3,220728

1997

18

109

226720

884

49,11

 79,39308

16,51376

3,899083

1998

15

105

218400

561

37,40

 68,68132

14,28571

2,568681

1999

27

 98

203840

679

25,15

132,45680

27,55102

3,331044

2000

19

 87

180960

853

44,89

104,99560

21,83908

4,713749

2001

16

 70

146600

459

28,69

109,14050

22,85714

3,130969

Totali

213

1302

X = 118,36

2709160

7242

37,72

89,697223

18,672614

3,0871071

 

 

 

14. MALATTIE PROFESSIONALI: 2001

 

 

        Ernie del disco      8%

        Lombosciatalgie    12%


 

Elaborazione alternativa: TRASPORTO CARNI 

 

 

Elaborazione alternativa: Fase 1:	introduzione delle carni nella sala mercato
 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: Fase 2:	spostamento carni (tranci, quarti, mezzane) dalla sala mercato alla banchina di carico e caricamento sugli automezzi
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: Fase 3:	consegna carni agli esercizi di vendita al dettaglio
 


 

 

 

 

Elaborazione alternativa: Fase 4:	consegna carni mezzene e quarti alla grande distribuzione
 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: Fase 5:	consegna di carni sezionate confezionate in cartoni, cassette e cestoni
 

 

 

 

 

 

 

 

Elaborazione alternativa: Fase 6:	rientro e sanificazione del mezzo
 

 

 

 

 

 

 

 


 

 


Scheda 1

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

TRASPORTO CARNI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

1. INTRODUZIONE CARNI NELLA SALA MERCATO

 

 

 

 

3. COD. INAIL:

9122

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici, Igienico Ambientali (agenti fisici)  Trasversali od Organizzativi (procedure di sicurezza, informazione-formazione, MMC)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

   (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

10

 

 

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA: introduzione delle carni nella sala mercato

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

Le operazioni lavorative degli addetti al trasporto delle carni hanno inizio nella sala mercato.

La sala mercato è un locale ampio; sul soffitto è sospeso un binario “guidovia” che costituisce il sistema di spostamento e trasporto, sul quale scorrono dei ganci d’acciaio provvisti di carrucole, questi ganci sostengono le carni appese (quarti, mezzene, sezionature varie). I quarti e le mezzene sono appesi per i garretti; le pezzature di minor carico sono appese ai ganci tramite corde sintetiche.

La lavorazione prende l’avvio nelle celle frigo, dove le carni agganciate  sul sistema di guidovia  sono prelevate e a spinta trasportate fino alla sala mercato, per l’esposizione e la vendita.

Lo spostamento di più tranci è realizzato da un unico operatore, si ha un incremento della spinta nelle curve presenti nella guidovia.

 

 

 

ADDETTI

 

 

1          Operatore a turno

 

 

 

 

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

In questa fase di lavoro  l’attrezzatura è rappresentata dalla guidovia; questa attrezzatura ha una vetustà di 30 anni.

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

        Presenza di frammenti di sostanza organica sul pavimento

        Caduta di ganci dalla guidovia

        Azioni di spinta

        Investimento a causa del carico (carni appese) movimentato da altri operatori

        Mancato utilizzo del casco protettivo

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

Agenti fisici:

Basse temperature di refrigerazione dei locali:

        celle frigorifero: temperatura di 8°C

        sala mercato: temperatura di 12°C circa

 

TRASVERSALI - ORGANIZZATIVI

 

Procedure di sicurezza

Si osserva una tolleranza nel mancato utilizzo della protezione del capo (casco protettivo).

 

Informazione – Formazione

I lavoratori sono stati informati sui rischi presenti sul luogo di lavoro e rispetto alle attrezzature che utilizzano.

 

 

M.M.C.

In questa fase sono presenti azioni di spinta (il gruppo di tranci di carne) con possibile rischio legato a sovraestensione della colonna.

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Infortuni peculiari della fase

 

Traumi contusivi o fratture da scivolamento, ferite lacero-contuse (caduta di ganci dalla guidovia) o urti (con carni appese movimentate).

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Presenza guidovia

 

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

L’attività è svolta interamente dai lavoratori della cooperativa.

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 – artt. 8 - 10 – 11 (ambienti di lavoro e luoghi di passaggio);  16 (scale fisse); 27 (parapetti,  piani rialzati); 168 – 169 – 170 (mezzi di sollevamento e trasporto);  374 (manutenzione e riparazione generale).

 

 

DPR  303/1956 artt. 7 – 9 – 10 – 11 – 15 (ambienti di lavoro); 27 – 28 – 29 (servizi sanitari);  36-37-39 - (servizi igienico-assistenziali).

 

 

D.Lgs 626/1994

- art. 3 (misure di tutela); 

- art. 4 commi 1-2-3-4   (adempimenti), comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali),  f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali);

- art. 5 (obblighi dei lavoratori);

-         artt. 21- 22 (informazione - formazione generale);

-         artt. 35 - 36 (attrezzature di lavoro, obblighi del datore di lavoro);

-         artt.  37-38 (attrezzature di lavoro informazione - formazione);

-         art.   39  (attrezzature di lavoro obblighi dei lavoratori);

-         artt. 41, 42, 43 (uso dei dispositivi di protezione individuale- obblighi del datore di lavoro);

-         artt. 44 (obblighi dei lavoratori);

-         artt. 48 (movimentazione manuale dei carichi  – obblighi del datore di lavoro);

-         art. 49 (informazione/formazione su M.M.C.);

 

 

 

D.Lgs 532/20.11.99 - Disposizioni in materia di lavoro notturno

 

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Assente


 

Scheda  2

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

TRASPORTO CARNI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

2. CARICAMENTO DELLE CARNI SUGLI AUTOMEZZI

 

 

 

 

3. COD. INAIL:

9122

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici, Igienico Ambientali (agenti fisici), Trasversali od Organizzativi (procedure di sicurezza, informazione-formazione, MMC)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

10

 

 

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA: spostamento carni dalla sala mercato alla banchina di carico e caricamento sugli automezzi

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

Dalla sala mercato le carni sono  spinte attraverso varie uscite sulle banchine di carico per essere caricate sugli automezzi. Quest’operazione è realizzata da un unico operatore, che spinge le carni appese (mezzene, quarti, sezionature varie) in un unico convoglio facendole scorrere lungo la guidovia.

Sulla banchina di carico, ancorato al pavimento, è presente un braccio sollevatore - attrezzatura fissa, dotata di un braccio snodato al cui culmine è posto un terminale acuminato - utilizzata per spostare le carni fin dentro l’automezzo.

Il puntale del braccio, per movimentare i carichi più grandi (mezzene, quarti; parti più piccole), è direttamente conficcato nella carne; per muovere pezzi più piccoli (tranci) può essere agganciato allo stinco o a corde legate alla carne. L’aggancio del puntale al carico ed il successivo impulso in elevazione del braccio permettono all’operatore di liberare la pezzatura dal gancio della guidovia; a questo punto il braccio pensile, manovrato da un altro operatore, trasferisce il carico all’interno dell’automezzo refrigerato, dove un altro addetto ripete all’inverso le operazioni di sganciamento dal puntale del braccio e di collegamento al gancio della guidovia dell’automezzo.

La medesima operazione si ripete spinto sulle banchine di carico per essere.

Ciascun pezzo è spinto sul fondo del mezzo per far spazio agli altri.

Sui camion si provvede a caricare anche sezionamenti di carne confezionati in vario modo (buste di plastica con interiora degli animali; cassette di cartone denominati cartoni o cassette di plastica; cestoni metallici dotati di ruote denominati, anche, roll cardy

 

 

ADDETTI

 

Ogni azione di caricamento di un automezzo prevede la presenza di 2 operatori.

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà

media

Guidovia

NO

30 anni

Braccio fisso sollevatore

SI1

3 mesi

 

1 Le attuali apparecchiature, in carico al Centro Carni comunale, sono in uso da 3 mesi

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

        Presenza di frammenti di sostanza organica sul pavimento

        Caduta di ganci dalla guidovia

        Azioni di spinta

        Investimento a causa del carico (carni appese) movimentato da altri operatori

        Mancato utilizzo del casco protettivo

        banchina di carico non protette

        caduta dal piano dell’automezzo

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

Agenti fisici:

 

Basse temperature per refrigerazione dei locali

 

 

 

 

TRASVERSALI Od ORGANIZZATIVI

 

Informazione – Formazione

I lavoratori sono stati informati sui rischi presenti sul luogo di lavoro, attinenti alla fase lavorativa e rispetto alle attrezzature che utilizzano.

 

 

M.M.C.

I lavoratori sono stati informati e formati sulle procedure di sicurezza individuate per le situazioni più ricorrenti nelle operazioni di carico carni

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Infortuni peculiari della fase

 

Traumi contusivi o fratture da scivolamento, ferite lacero-contuse (caduta di ganci dalla guidovia) o urti (con carni appese movimentate).

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Sono stati posizionati ai punti di carico dei bracci sollevatori fissi, che permettendo di caricare quarti e mezzene sugli automezzi, eliminando perciò la movimentazione manuale del carico

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

L’attività è svolta interamente dai lavoratori della cooperativa.

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 –artt. 8 - 10 – 11 (ambienti di lavoro e luoghi di passaggio); 27 (parapetti,  piani rialzati); 28  -31 (illuminazione); 168 – 169 – 170 (mezzi di sollevamento e trasporto);  374 ( manutenzione e riparazione generale).

 

 

DPR  303/1956 artt. 7 – 9 – 10 – 11 – 15 (ambienti di lavoro); 27 – 28 – 29 (servizi sanitari);  36-37-39 -  (servizi igienico assistenziali).

 

 

D.Lgs 626/1994

-    art. 3 (misure di tutela); 

-  art. 4 commi 1-2-3-4   (adempimenti), comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ),  f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali),

- art. 5 (obblighi dei lavoratori);

-         artt. 21- 22 (informazione - formazione generale);

-         artt. 35- 36 (attrezzature di lavoro, obblighi del datore di lavoro);

-         artt. 37-38 (attrezzature di lavoro informazione - formazione);

-         art. 39 (attrezzature di lavoro obblighi dei lavoratori);

-         artt. 41, 42, 43, (uso dei dispositivi di protezione individuale- obblighi del datore di lavoro);

-         artt. 44 (obblighi dei lavoratori);

-         artt. 48 (movimentazione manuale dei carichi  – obblighi del datore di lavoro);

-         art.   49 (informazione/formazione su M.M.C.);

 

 

D.Lgs 532/20.11.99 disposizioni in materia di lavoro notturno

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Assente


 

Scheda  3

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

TRASPORTO CARNI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

3. TRASPORTO E CONSEGNA CARNI AGLI ESERCIZI DI VENDITA AL DETTAGLIO

 

 

 

 

3. COD. INAIL:

9122

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici, Trasversali od Organizzativi (coordinamento, MMC)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

70

 

 

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA: consegna carni agli esercizi di vendita al dettaglio

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

Gli automezzi caricati si recano presso gli esercizi commerciali per la consegna delle carni.

Arrivati in prossimità degli esercizi l’automezzo si posiziona in prossimità e ci si prepara alla consegna.

Un operatore sale all’interno del camion frigo e spinge le parti verso l’esterno; frattanto un altro operatore si colloca sotto la sponda del mezzo, afferra posizionandola  sulle spalle la parte inferiore della mezzena o del quarto, mentre l’operatore sul mezzo, con una spinta verso l’alto, stacca la corda che tiene agganciata la carne all’uncino del binario ed il carico svincolato è accompagnato, sostenendo la parte superiore, a adagiarsi sulla schiena dell’operatore stante a terra.

4 - 5 camion (il 10% del parco automezzi) sono provvisti di braccio sollevatore meccanico, eliminando, quindi, lo sforzo di sollevamento fatto dall’operatore posto sull’automezzo: in questo caso la posatura del carico sulle spalle del movimentatore avviene tramite il braccio stesso.

L’operatore - con il carico sulle spalle - si muove verso l’esercizio al dettaglio, che fino all’interno della cella frigorifera è sprovvisto di binario di trasporto carne; per questo l’operatore entra nel negozio e, quindi, nella cella, dove l’esercente l’aiuta a sollevare la carne e ad agganciarla ai sostegni della cella frigorifera. A questo punto l’operatore molla il pezzo, per riprendere di nuovo il restante carico.

La descrizione fatta è relativa ad una modalità standard, che può complicarsi in presenza di:

        traffico veicolare, che rende più disagevole la movimentazione dell’operatore di terra

        lunghi tragitti da percorrere per arrivare dall’automezzo all’esercizio commerciale (es. mercati)

        tortuosità e / o inclinazione dei percorsi

        gradini e / o dislivelli da salire o discendere

        passaggi ed entrate lungo il percorso o nell’esercizio commerciale che impongono piegamenti, manovre incongrue all’operatore

 

Peso complessivo del carico nella consegna al dettaglio

3.000 Kg

 

N. pezzi medio di un carico nella consegna al dettaglio della carne per automezzo (suddivisi per tipo):

        10 mezzene

        40 quarti

        5 buste d’interiora

        5 pezzi di altro carico (lombi & spalle, in prevalenza)

 

Lunghezza dei percorsi, in metri, nella consegna al dettaglio della carne

        4 – 5 minimo[1]

        50 al massimo

 

 

ADDETTI

 

        1   Autista operatore

        1   movimentatore

 


 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà media

Braccio meccanico presente nel 10% dei mezzi

SI

5 A.A.

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

        Azioni di sollevamento per sgancio del carico dal binario del mezzo.

        Traffico veicolare cittadino

        Scivolamenti o cadute dal pianale dell’automezzo, in piano

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

M.M.C.

Non è stata individuata una soluzione al problema della movimentazione manuale dei carichi.

I bracci meccanici eliminano la movimentazione solo all’interno del mattatoio nella fase di carico; nella distribuzione si deve provvedere a scaricare e trasportare manualmente i quarti e le mezzene di carne: la cooperativa non può intervenire direttamente sul fatto che si ordinano quarti di manzo e mezzene, pertanto i lavoratori devono movimentare manualmente carichi anche di kg 130; che peraltro, per caratteristiche proprie, non risultano  trasportabili con carrelli attualmente in commercio.

Il trasporto dei carichi di carne avviene talvolta con percorsi lunghi, tortuosi, su dislivelli e scalini, luoghi che obbligano a piegamenti e/o torsioni in fase di trasporto di movimentazione manuale dei carichi.

I lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria.

 

Coordinamento

Alcune volte, nella distribuzione, per situazioni logistiche architettoniche i lavoratori sono costretti ad incrementare lo sforzo di movimentazione del carico a causa di: percorsi lunghi dalla zona sosta al deposito, mancanza di binario per aggancio delle carni direttamente dal camion frigo, percorsi tortuosi, inclinati e scalettati.

I destinatari del carico di carne spesso non sono interessati o forse non sono stati resi consapevoli della possibilità di migliorare le loro strutture in modo d’agevolare le operazioni di scarico merci (es. predisponendo un binario per trasporto carni all’ingresso dell’esercizio).

Non sono neanche presenti piazzole dedicate, predisposte per lo scarico in prossimità degli esercizi commerciali.

 

Informazione – Formazione

I lavoratori sono informati e formati sui rischi presenti sul luogo di lavoro, attinenti alla fase lavorativa e rispetto alle attrezzature che utilizzano.

 


 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

        Lombosciatalgia

        Ernie del disco

        Contusioni

        Fratture

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

Braccio di calata delle carni dall’automezzo all’operatore a terra (10% automezzi)

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

L’attività  è svolta interamente dai lavoratori della cooperativa.

 

 

Cap. 7 RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR. 547/1955 –168 – 169 – 170 (mezzi di sollevamento e trasporto);  374 ( manutenzione e riparazione generale).

 

 

D.Lgs 626/1994

­          art. 3 (misure di tutela); 

­          art. 4 comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ),  f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali);  

­          art. 5 (obblighi dei lavoratori);

­          artt. 35- 36 (attrezzature di lavoro, obblighi del datore di lavoro);

­          artt. 37-38 (attrezzature di lavoro informazione - formazione);

­          art. 39 (attrezzature di lavoro obblighi dei lavoratori);

­          artt. 41, 42, 43 (uso di idonee calzature);

­          art. 44 (obbligo dei lavoratori)

­          artt. 48 (movimentazione manuale dei carichi  – obblighi del datore di lavoro);

­          art. 49 (informazione/formazione su M.M.C.)

 

 

D.Lgs 532/20.11.99 - Disposizioni in materia di lavoro notturno

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non esiste

 

 


 

Scheda  4

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

TRASPORTO CARNI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

4. TRASPORTO E DISTRIBUZIONE DI CARNI MEZZENE E QUARTI ALLA GRANDE DISTRIBUZIONE

 

 

 

 

3. COD. INAIL:

9122

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

23

 

 

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA: consegna carni mezzene e quarti alla grande distribuzione

 

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

 

La consegna della carni alla grande distribuzione si diversifica dalla distribuzione al dettaglio per il fatto che la maggior parte della grande distribuzione dispone di una guidovia con cui si realizza lo spostamento delle carni dall’automezzo alle celle frigorifere.

Per lo scarico della carne l’automezzo si posiziona con l’apertura di fronte al all’ingresso merci del supermercato. Nella maggior parte per lo scarico dei casi i supermercati hanno a loro disposizione un braccio meccanico; con tale attrezzatura le carni  sono agganciate e posizionate sul binario del supermercato senza che intervenga la minima movimentazione manuale dei carichi.

Talvolta, per situazioni in cui non si possa utilizzare l’attrezzatura di movimentazione carichi, i tranci di carne sono movimentati a mano riproponendo le situazioni riportate nella scheda 3.

 

 

 

ADDETTI

        1 Autista  operatore

        1 movimentatore

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà media

Guidovia del supermercato

Non disponibile

Non disponibile

Braccio meccanico del supermercato

Non disponibile

Non disponibile

 

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

        Pianale scivoloso

        Caduta del piano di carico dell’automezzo

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Coordinamento

In questa fase esiste un coordinamento fra cooperativa e supermercato che prevede una zona di scarico ove è presente un braccio di sollevamento ed aggancio al binario  su cui scorrono (attraverso i ganci carrucolati) le carni fino all’interno delle celle frigo.


 

Informazione – Formazione

I lavoratori sono sufficientemente informati e formati sulle procedure di sicurezza individuate per le situazioni ricorrenti nelle operazioni della fase

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Contusioni, fratture

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

La consegna delle carni avviene con l’ausilio di braccio meccanico e  guidovia che trasporta direttamente le mezzene e i quarti dentro le celle frigorifere.

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

L’attività è svolta interamente dai lavoratori della cooperativa.

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

 

DPR  547/1955 –168 – 169 – 170 (mezzi di sollevamento e trasporto);  374 ( manutenzione e riparazione generale).

 

 

D.Lgs 626/1994

­          art. 3 (misure di tutela);

­          art. 4 comma 5 d) (fornitura di idonee calzature individuali ),  f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali);

­          art. 5 (obblighi dei lavoratori);

­          artt. 35- 36 (attrezzature di lavoro, obblighi del datore di lavoro);

­          artt. 37-38 (attrezzature di lavoro informazione - formazione);

­          art. 39 (attrezzature di lavoro obblighi dei lavoratori);

­          artt. 41, 42, 43 (fornitura ed uso di idonee calzature individuali);

­          artt. 48 (movimentazione manuale dei carichi  – obblighi del datore di lavoro);

­          art. 49 (informazione/formazione su M.M.C.);

 

 

D.Lgs 532/20.11.99 - Disposizioni in materia di lavoro notturno

 

DPR 459/1996Recepimento direttiva europea relativa alle macchine

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Non esiste

 

 


 

SCHEDA 5

 

 

 

 

 

1. COMPARTO:

TRASPORTO CARNI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

5. TRASPORTO E DISTRIBUZIONE DI CARNI CONFEZIONATE IN CARTONI, CASSETTE E CESTONI

 

 

 

 

3. COD. INAIL:

9122

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici, Igienico Ambientali (agenti fisici), Trasversali od Organizzativi (informazione-formazione, MMC)

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

35

 

 

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA: consegna di carni sezionate  e confezionate in cartoni, cassette e cestoni

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

 

La lavorazione di questa fase inizia con il trasferimento di carni sezionate dagli autotreni delle aziende di sezionamento di altre città ai camion dell’azienda incaricata localmente di provvedere distribuzione, che dal mattatoio di Roma provvederà solo alla distribuzione capillare entro le prime ore del mattino.

La merce sezionata è per questo confezionata in cartoni, cassette e cestoni metallici dotati di ruote (roll cardy).

I pesi medi di tali confezionamenti sono i seguenti:

        buste di plastica con interiora degli animali in media 6 Kg., con carichi massimi di 12 Kg.

        cartoni      in media 12 Kg., con carichi massimi di 19 Kg.

        cassette di plastica            in media 12 Kg., con carichi massimi di 19 Kg.

        roll cardy 250 – 300 Kg.

Alle prime ore del giorno arrivano al mattatoio di Roma gli automezzi con il carico di carni sezionate e si accostano ad una banchina di scarico; gli addetti al magazzino della locale azienda di distribuzione provvedono direttamente a scaricarli

Il peso complessivo di ciascun carico nella consegna da parte delle ditte di sezionamento e di 1.000 – 1.500 Kg.

La merce, alla consegna, è confezionata in pallet omogenei per tipo di confezionamento (cartonati, cassette e cestoni), ma contenenti singole confezioni da consegnare in destinazioni differenti.

Pertanto gli addetti allo scarico devono provvedere a:

        svuotare gli automezzi delle ditte di sezionamento

        scomporre il carico palletttizzato e ricomporlo per la consegnare al destinatario

        ricaricarlo sugli automezzi deputati alla distribuzione locale

Le confezioni pallettizzate di cartoni e cassette sono estratte tramite carrelli elettrici e manuali; scaricate sono, poi, trasportate in una sala attigua alla banchina di carico, dove si procede alla lettura dei codici di destinazione e si passa alla scomposizione delle pile di cassette o confezioni cartonate, prelevandone manualmente le confezioni destinate a sedi diverse e provvedendo a ricostruire sempre manualmente in un unico collo la merce indirizzata alla stessa con destinazione.

I bancali delle cassette di plastica hanno una base costituita da 4 pezzi iniziali, sopra i quali s’impilano fino a 8 pacchi di merce, con un’altezza della pila di 1,90 m (per 8 ceste). Ciascuna confezione contiene, a seconda dell’ordinativo, tagli di carne sottovuoto di peso unitario variabile (in media 12 Kg., con carichi massimi di 19 Kg). La cesta di materiale plastico di ciascuna cassetta è realizzate con strisce alquanto esili, che offrono punti di presa parecchio scomodi.

I bancali delle cassette di cartone hanno un peso unitario in media 12 Kg., con carichi massimi di 19 Kg ed un’altezza della pila di 1, 20 m.

I cestoni (roll cardy), essendo dotati di ruote, sono solitamente spinti a mano, a volte sollevati con carrelli elettrici e manualmente spostati all’automezzo in partenza.

Se fanno parte del carico tranci di carne, sono scaricati tramite braccio meccanico - come descritto nella Scheda 2 - movimentati per la successiva destinazione tramite guidovia fino alle bocche di carico e con trasferiti sugli altri automezzi pronti per ripartire verso le destinazioni locali.

L’operazione di scomposizione e ricomposizione del carico palletttizzato ha ritmi di lavoro rapidi ed una durata media di 3-4 ore; la velocità dell’attività descritta è condizionata dal fatto che ci si deve affrettare a caricare gli automezzi per la distribuzione che deve avvenire nelle prime ore della mattina

A volte si può essere obbligati ad un’ulteriore movimentazione manuale del carico nei casi in cui le confezioni su pedana non giungano integre e quindi vadano ricomposte.

A questo punto le confezioni sono caricate sugli automezzi destinati alla distribuzione al dettaglio; il caricamento avviene tramite carrelli manuali, traspallet manuali e carrelli elettrici; assieme alle confezioni sono caricate anche le carni sezionate (quarti, mezzene ecc.).

Per quanto riguarda la distribuzione al dettaglio i lavoratori seguono le stesse procedure riscontrate nelle fasi individuate con le Scheda 3.

Nella fase di ricarico sugli automezzi deputati alla distribuzione locale il caricamento è effettuato con di carrelli fino alla soglia nel vano di carico, dove i colli unitari o comunque non originariamente confezionati sono posizionati manualmente; la collocazione manuale consente di occupare lo spazio interno in modo razionale (caricare il più possibile e in modo cronologico per il successivo scarico delle confezioni). Le confezioni cartonate o in cassetta sono prese manualmente e posizionate lungo i lati del piano di carico; si prosegue, poi, sovrapponendo le confezioni  e riempiendo il piano fino a lasciare il solo spazio calpestabile della parte centrale, dove possono essere agganciate al binario, tramite braccio meccanico, i quarti e le mezzene.

Le confezioni originarie integre vengono, invece, spostate dal mezzo di arrivo al mezzo di ripartenza tramite carrelli elettrici o manuali.

Nella distribuzione al dettagli si provvede  a scaricare le quantità di confezionato (composto da una o più confezioni unitarie) con le seguenti modalità:

        all’interno del cassone si spostano manualmente le confezioni in prossimità del piano di scarico (alto circa m. 1,00);

        un operatore a terra

­          solleva la confezione, la ruota mettendola di taglio e le deposita su una sua spalla appoggiandola alla testa e tenendola con la mano sul lato superiore della confezione; spesso, per fare più in fretta, non si utilizza il carrello a due ruote gommate, che, fra l’altro, è in dotazione al 20% degli automezzi

­          deposita di nuovo le confezioni dentro la cella.

Lo stesso operatore effettua, all’occorrenza, lo scarico dei quarti e mezzene con le modalità già descritte nella scheda 3.

 

 

ADDETTI

 

        5 – 6 addetti presso il centro carni per lo scarico dell’automezzo, scomposizione dei carichi, ricomposizione e carico per la distribuzione

        1-2 operatori per la distribuzione e scarico al dettaglio

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

 

Attrezzatura

Marchio CE %

Vetustà

media

Braccio meccanico

no

10

Transpallet manuali

 

 

Carrelli elettrici

si

 

Carrelli manuali

 

 

Guidovia

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

 

        Centro carni

­          Carrelli in movimento

­          Pavimento scivoloso

­          Movimentazione manuale dei carichi

 

        Distribuzione al dettaglio

­          Caduta dal piano dell’automezzo

­          Trasporto carichi con percorsi lunghi, tortuosi, dislivelli e scalini, in luoghi che obbligano a piegamenti e/o torsioni

­          Traffico veicolare cittadino

 

 

 

IGIENICO AMBIENTALI

 

 

TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI

 

Coordinamento

Presso alcuni supermercati lo scarico e la movimentazione è effettuato esclusivamente con proprio personale e attrezzature

 

 

 

 

 

M.M.C.

I lavoratori sono stati informati e formati sulle modalità operative più idonee nelle operazioni di carico scarico e trasporto carni.

è evidente la mancata applicazione di programmi di controllo sul rispetto delle procedure di movimentazione manuale dei carichi: i lavoratori nel tempo non applicare le conoscenze e a non usano i mezzi (carrelli) per ridurre gli sforzi da movimentazione manuale dei carichi.

                                                                                                                                

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

Contusioni

Lombosciatalgie

Ernie al disco

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

Alcuni supermercati hanno eliminato l’utilizzo di tranci di  mezzene e quarti; quindi ricevono soltanto le carni sottovuoto confezionate e provvedono allo  scarico dei cestoni e confezioni pallettizzate in completa autonomia con loro attrezzature di movimentazione e sollevamento

 

 

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

L’attività è svolta interamente dai lavoratori della cooperativa.

 

 

 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

DPR  547/1955 – artt. 168 – 169 – 170 (mezzi di sollevamento e trasporto);  374 ( manutenzione e riparazione generale).

 

 

DPR  303/1956 artt. 7 – 9 – 10 – 11 – 15 (ambienti di lavoro); 27 – 28 – 29 (servizi sanitari);  36-37-39 -  (servizi igienico assistenziali).

 

 

D.Lgs 626/1994

­          art. 3 (misure di tutela); 

­          art. 4 commi 1-2-3-4   (adempimenti), comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ),  f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali);

­          art. 5 (obblighi dei lavoratori);

­          art 7 comma 2 ;

­          artt. 21- 22 (informazione - formazione generale);

­          artt. 35- 36 (attrezzature di lavoro, obblighi del datore di lavoro);

­          artt.  37-38 (attrezzature di lavoro informazione - formazione);

­          art. 39 (attrezzature di lavoro obblighi dei lavoratori);

­          41, 42, 43 (fornitura ed uso di idonee calzature individuali);

­          artt. 44 (obblighi dei lavoratori);

­          art., 48 (movimentazione manuale dei carichi  – obblighi del datore di lavoro);

­          art.  49 (informazione/formazione su M.M.C.);

 

D.Lgs. 532/20.11.99 - Disposizioni in materia di lavoro notturno

 

DPR 459/1996 – Recepimento direttiva europea relativa alle macchine

 

Norme di buona Tecnica

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

Assente

 


 

SCHEDA 6

 

 

 

 

1. COMPARTO:

TRASPORTO CARNI

 

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE:

6. RIENTRO E SANIFICAZIONE DEL MEZZO

 

 

 

 

3. COD. INAIL:

9122

 

 

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

Infortunistici

 

 

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

    (riservato all’ufficio)

 

 

 

 

 

6. N. ADDETTI:

50

 

 

 

 

 

 

 

FASE LAVORATIVA: rientro e sanificazione

 

Cap. 1 - DESCRIZIONE Fase

 

Al termine del giro di consegna il camion rientra nel garage all’aperto dove viene lavato tramite lancia a getto di acqua e deterso con sapone nell’interno per eliminare ogni residuo di sangue derivante dal contatto della carne trasportata, in caso di sporco persistente viene utilizzata una spugna o una scopa. Tale operazione è condotta dall’operatore che guida il camion, per tale attività lo stesso deve salire sul pianale ed operare direttamente dall’interno

 

 

ADDETTI

 

1 (conducente)

 

 

 

Cap. 2 - ATTREZZATURE E MACCHINE

 

Lancia ad alta pressione per l’acqua

 

 

 

 

 

Cap. 3 - FATTORI DI RISCHIO

 

 

INFORTUNISTICI

        Pianale bagnato con detergente

        Salita e discesa dal pianale

 

 

Cap. 4 – IL DANNO ATTESO

 

Contusioni, fratture per scivolamento

 

 

Cap. 5 - INTERVENTI ADOTTATI

 

assenti

 

 

Cap. 6 - APPALTO A DITTA ESTERNA

 

 

L’attività viene svolta interamente dai lavoratori della cooperativa.

 

 


 

Cap. 7 - RIFERIMENTI NORMATIVI

 

DPR  547/1955 –artt. 8 - 10 – 11 (ambienti di lavoro e luoghi di passaggio);  16 (scale fisse); 168 – 169 – 170 (mezzi di sollevamento e trasporto);  374 ( manutenzione e riparazione generale).

 

D. Lgs. 626/1994

­          art. 3 (misure di tutela);

­          art. 4 commi 1-2-3-4   (adempimenti), comma 5 d) (fornitura dei dispositivi di protezione individuali ),  f) (richiesta di osservare norme e disposizioni aziendali);

­          art. 5 (obblighi dei lavoratori);

­          artt. 21- 22 (informazione - formazione generale);

­          artt. 35- 36 (attrezzature di lavoro, obblighi del datore di lavoro);

­          artt.  37-38 (attrezzature di lavoro informazione - formazione);

­          art. 39 (attrezzature di lavoro obblighi dei lavoratori);

­          artt. 41, 42, 43 (fornitura ed uso di idonee calzature individuali);

­          artt. 44 (obblighi dei lavoratori);

 

 

Cap. 8 - IL RISCHIO ESTERNO

 

 

Assente

 



[1] La larghezza di un marciapiede