FLOW CHART
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO
(sostanzialmente
indipendenti dal ciclo-nave
costituito da
imbarco-partenza, navigazione, arrivo-sbarco)
DOCUMENTO
COMPARTO
ISTITUTO
SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO
1. COMPARTO |
Trasporto marittimo passeggeri |
2. CODICI ISTAT |
I / 61.11.0 |
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3. CODICE ISPESL |
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(riservato all’ufficio)
ZONA DI RILEVAZIONE
4. NAZIONALE: |
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5. REGIONALE |
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6. PROVINCIALE |
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7. USL |
Azienda USL 3 “Genovese” |
8.ANNO DI RILEVAZIONE |
2 |
0 |
0 |
3 |
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9. NUMERO ADDETTI: |
7700 |
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9A. IMPIEGATI: * |
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uomini donne |
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9B. OPERAI: * |
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uomini donne |
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*non
proponibile la suddivisione tra impiegati e operai
10. NUMERO AZIENDE :
18 (NAVI)
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11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE |
Unità Operativa
Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (U.O.PSAL) – Nucleo
Operativo Porto di Genova A.USL 3 “Genovese” |
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12. REFERENTE: dott.ssa Rosaria Carcassi
Responsabile
N.O. Porto U.O.PSAL
INDIRIZZO: |
Piazza S. Matteo 15/3 |
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CAP: |
16123 |
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CITTA’: |
GENOVA |
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PROVINCIA: |
GE |
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TELEFONO: |
010
3446064 |
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FAX: |
010
2473280 |
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E-MAIL: |
psalport@libero.it
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13. INFORTUNI:
TOTALE: |
427 |
DI CUI MORTALI |
1 |
14. MALATTIE PROFESSIONALI:
DENOMINAZIONE |
N° CASI |
COD. INAIL |
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0 |
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NOTE:
1.
Le informazioni relative
agli infortuni si riferiscono a dati forniti da IPSEMA relativi agli anni
1998-2002. Data la fonte, i dati sono relativi al solo personale italiano e non
riguardano tutte le 18 navi del comparto, essendo molte di recentissima
costruzione.
Per avere una taratura sommaria sulla rappresentatività dei dati IPSEMA
rispetto agli infortuni occorsi sulle navi, merita considerare che su una
singola nave del comparto gli infortuni nel solo 2003 sono stati 103 (su circa
600 marittimi di tutte le nazionalità, fonte dei dati Registro degli infortuni
della nave).
Il comparto è relativo al trasporto marittimo di
passeggeri, all’interno del più vasto settore del trasporto marittimo (merci e
passeggeri).
Il rischio nel lavoro marittimo è recentemente
entrato al centro dell’attenzione della comunità tecnico-scientifica italiana
in corrispondenza con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 271/99 di
applicazione del D.L.626 a bordo delle navi, che ha tra le altre cose assegnato per la prima volta alle ASL
compiti di vigilanza e prevenzione sulla tutela della salute dei marittimi. Il
settore, per effetto dell’esclusione, fino a questo atto normativo,
dall’applicazione delle norme specifiche di prevenzione e sicurezza del lavoro
e in relazione ad un regime proprio di regole (un corpus normativo assai articolato) e di
soggetti di controllo e di riferimento (una esemplificazione per tutti quella
relativa all’Ente assicuratore rispetto agli infortuni e alle malattie
professionali che non è l’INAIL ma l’IPSEMA), rappresenta un campo ancora non
pienamente esplorato dalla comunità tecnico-scientifica, pur a fronte di rischi
lavorativi rilevanti.
Il trasporto marittimo di passeggeri si esplica su
navi specificamente abilitate, le “navi
passeggeri”, che comprendono varie tipologie di navi a seconda della
finalità del trasporto (a maggiore o minore raggio, comprensivo o meno di
autoveicoli al seguito): navi da crociera, navi ro-ro, traghetti, aliscafi,
high speed craft.
Al 31.12.2000
la flotta mercantile italiana risultava consistere in 1331 navi di stazza
superiore a 100 tsl, di cui 373 da passeggeri (fonte Confitarma-Rina). I posti
di lavoro marittimi assicurati dall’ente assicuratore IPSEMA per le navi
passeggeri ammontano a circa 10.000; oltre 9000 quelli relativi alle navi
da carico (dati IPSEMA relativi al 2002).
Nell’anno 2002 il traffico passeggeri del Porto di
Genova, in continua crescita da anni, ha raggiunto i 3 milioni e duecentomila
passeggeri, in imbarco, sbarco, transito rispettivamente da navi traghetti (2.6
milioni di presenze) e passeggeri (seicentomila presenze). Nel Porto di Genova,
che ha un’importante stazione marittima, scalano navi passeggeri di vari
operatori del settore, italiani e stranieri. Il comparto identificato è
riferito ai due operatori privati italiani insediati stabilmente a Genova (per
sede legale, o amministrativa, o operativa,
prevalente / o compartimento iscrizione navi).
In particolare costituiscono il nostro comparto
genovese una compagnia armatoriale del settore crocieristico (A) tra le
maggiori del mondo e una compagnia armatoriale (B) tra le maggiori in
Europa, specializzata in traghetti
ro-ro adibiti a rotte di cabotaggio.
Differenzia strutturalmente la nave ro-ro dalla nave
da crociera la possibilità di imbarcare veicoli e materiale rotabile tramite
portellone, rampe, garage.
Compagnia A
n° 10 navi con una stazza lorda complessiva di 598474 tsl, un numero
massimo di passeggeri trasportato parti a 18700 ed un n° totale (medio) di 6800 persone imbarcate
a ruolo equipaggio.
Compagnia B
n° 8 navi con una stazza lorda
complessiva di 313100 tsl, un numero massimo di passeggeri trasportato parti a
17.100 ed un n° totale (medio rispetto alle fluttuazioni stagionali, che sono
notevoli per questa compagnia che gestisce sulle stesse navi nelle diverse stagioni
cicli di crociera e cicli di traghetti) di 900 persone imbarcate a ruolo
equipaggio.
Quindi il personale marittimo complessivamente
coinvolto dai profili di rischio del comparto assomma in un anno a circa 11000,
in considerazione dei periodi di imbarco
e sbarco dei marittimi che fa sì che ad ogni posto di lavoro corrispondano
circa 1,5 marittimi.
Da considerare la particolarità del contratto di
lavoro del marittimo che vede diverse modalità di rapporto (imbarco in
continuità di rapporto, in turno particolare e in turno generale) con
differenti caratteristiche di continuità lavorativa.
Al comparto “Trasporto marittimo passeggeri” sono
strettamente collegabili, in quanto
hanno in comune le fasi fondamentali di lavoro legate alla mera conduzione
della nave, altri cicli lavorativi di trasporto marittimo (trasporto marittimo
merci, su navi general cargo, ro-ro, bulk carrier, full container, oil tanker,
chemical e gas carrier).
Per le caratteristiche intrinseche all’ambiente
considerato, certamente atipico rispetto agli insediamenti sul territorio, le
“unità lavorative” da prendere in considerazione come costituenti il comparto
del trasporto marittimo passeggeri (anche in riferimento all’inquadramento
giuridico fornito dal D.Lgs.vo 271/99) sono le singole navi: ambiti sicuramente
caratterizzati da particolarità ambientali e lavorative che molto si discostano
dalle caratteristiche presenti nelle unità lavorative di terra, racchiudendo in sé tra l’altro, all’interno di
un “mezzo” in movimento, più attività lavorative afferenti a comparti tra loro
anche molto diversi. Data la atipicità del settore e delle unità lavorative
considerate, le fasi descritte non avvengono territorialmente tutte nel porto
di Genova ma anche in altri porti italiani e stranieri, comunitari e non
comunitari, scalati dalle navi e, relativamente alle fasi della navigazione,
nel mar mediterraneo, nei mari del
nord e baltico e nell’atlantico.
La nave passeggeri offre ai suoi “clienti” un
servizio che dura per tutta la durata del viaggio, a volte per molti giorni
senza scalo, indipendentemente dalle condizioni del mare dal momento
dell’imbarco a quello dello sbarco, imponendo agli addetti condizioni di
impegno psicofisico spesso molto stressanti.
E’ necessario precisare che i profili di rischio
relativi alle varie attività legate alla “cura della persona” (parrucchiera,
estetista) e ai servizi di svago ed intrattenimento (piscina, palestra, casinò,
animazione, spettacoli vari), non sono sviluppati in questi documenti in quanto
attività accessorie al ciclo marittimo, comportanti rischi intrinseci identici
a quelle degli specifici comparti di terra; l’esercizio di tali attività
terrestri negli ambienti di bordo introduce alcuni fattori peggiorativi di
contesto (soprattutto legati alla mobilità della nave in condizioni di mare
perturbato). Queste attività accessorie al ciclo marittimo corrispondono a
circa 1300 persone sulle 7700 presenti sulle 18 navi.
In particolare la nave deve:
·
garantire
la navigazione;
·
assicurare
il funzionamento corretto di tutti gli impianti ed attrezzature di bordo
(propulsione + impianti accessori);
·
garantire
la conduzione sicura da parte di personale specializzato anche in condizioni
non ordinarie (avverse condizioni meteo – emergenze);
·
offrire
all’equipaggio condizioni di vita decorose e condizioni di lavoro sicure
(equipaggiamenti idonei – cucine – mense – cabine – servizi vari);
·
offrire
al passeggero un “servizio” adeguato e continuo (ristorazione – cabine –
intrattenimento – servizi vari);
·
garantire
il trasporto sicuro dei veicoli trasportati (automobili – veicoli commerciali).
Nave (ai sensi del D.Lgs.vo 271/99 “Adeguamento
della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle
navi mercantili e da pesca”):
qualsiasi costruzione adibita per fini commerciali
al trasporto marittimo di merci o passeggeri, alla pesca o qualsiasi altro fine
di natura commerciale.
Tutte le navi hanno una nazionalità dipendente dal
Paese in cui sono registrate; la nazionalità porta con sé anche un criterio di
territorialità per cui le navi sono, pur durante la navigazione in altri mari,
porzioni del territorio nazionale di bandiera. Da alcuni anni è istituito anche
un Registro Internazionale cui possono essere iscritte navi battenti bandiera
italiana, con diverso regime rispetto al registro nazionale sull’arruolamento
di personale extracomunitario.
Le navi appartengono ad un proprietario (colui che
ha la proprietà del bene), che spesso è anche armatore della nave (colui che
esercisce la nave).
Il Comandante ha la responsabilità della conduzione
della nave e rappresenta legalmente l’armatore, con un complesso di compiti
derivante in primis dal Codice della Navigazione e da normative marittime
internazionali.
La nave passeggeri costituisce in sostanza una
piccola organizzazione abitativa e lavorativa viaggiante sul mare, all’interno
della quale sono compresenti un numero rilevante di professioni, mansioni e
ruoli, alcuni tipici marittimi, altri legati a sempre più variegati servizi
alberghieri, servizi alla persona e di intrattenimento.
La gestione della nave in esercizio è affidata
all’equipaggio, sia per quanto riguarda i servizi strettamente legati alla
conduzione nave (coperta e macchina), sia per quanto riguarda i servizi
alberghieri (o di hotel) e gli altri servizi complementari. Il personale a
bordo è prevalentemente costituito da marittimi (iscritti nelle matricole della
gente di mare, se italiani, e comunque riconosciuti nello stato di provenienza
idonei al lavoro di marittimo). Sulle navi passeggeri i servizi non
strettamente legati alla conduzione nave (la conduzione nave è garantita
sostanzialmente dalle sezioni di
coperta e macchina) possono essere svolti anche da lavoratori non propriamente
marittimi, afferenti anche a imprese appaltatrici.
Attualmente, specie sulle navi da crociera, gli
equipaggi (spesso alcune centinaia di persone) sono costituiti da personale di
varie nazionalità che devono interagire tra loro, a cui sono affidati i compiti
più disparati nella gestione dei servizi di bordo. A bordo della nave più
grande del comparto considerato, ad esempio, sono presenti 39 nazionalità per
1000 persone a ruolo equipaggio; il personale italiano assomma a circa 160
unità.
NAVE PASSEGGERI – Personale di bordo
(esemplificazione delle qualifiche presenti in un equipaggio; ci sono piccole
differenze nei ruoli presenti nelle due compagnie del comparto)
Comandante
Comandante in
seconda - Direttore di macchina
- Capo commissario - Direttore sanitario
1° Ufficiale di coperta - 1° Ufficiale di macchina -
1° Commissario - 1° Medico
2° Ufficiale di coperta - 2° Ufficiale di macchina -
2° Commissario - 2° Medico
3° Ufficiale di coperta - 3° Ufficiale di macchina -
3° Commissario
Allievo ufficiale di coperta - Allievo ufficiale di
macchina - Allievo commissario
Altro personale di coperta (sottoufficiali e comuni)
nostromo, carpentiere, ottonaio, operaio di coperta, marinaio, pompiere, giovanotto di coperta, mozzo, garbage utility
Altro personale di macchina (sottoufficiali e
comuni)
capo operaio, operaio meccanico, operaio motorista,
elettricista, ingrassatore, saldatore, tubista, giovanotto di macchina
Altro personale di hotel e servizi (sottoufficiali e comuni)
maitre d’hotel, cuoco, cambusiere, bottigliere,
panettiere, pasticciere, macellaio, garzone di cucina, piccolo di cucina,
lavapiatti
maestro di casa, guardarobiere, cameriere, garzone
di camera, piccolo di camera,
lavandaio, stiratore, (spostati qui)
assistente di ufficio, tipografo, operatore,
hostess, estetista, manicure, parrucchiere, orchestrale, ginnasta ecc.
Altro personale del servizio sanitario
Infermiere/a
L’organizzazione del lavoro a bordo si articola,
secondo le diverse funzioni, in servizi giornalieri e in guardie (usualmente di
4 ore lavorative e 8 ore di riposo); su questi nastri, modulati dalla
turnazione nelle 24 ore, si inseriscono le esigenze operative legate all’arrivo
e alla partenza, momenti topici della nave.
Per ogni nave viene stabilito, dall’Amministrazione
di bandiera, il Safe Minimum Manning che, in conformità alle disposizioni della
Convenzione STCW 95, stabilisce la quantità minima dei marittimi che debbono
essere presenti a bordo ai fini della sicurezza della navigazione.
Nell’articolazione del ciclo lavorativo della nave
passeggeri sono individuabili tre macrofasi in successione:
imbarco-partenza / navigazione / arrivo-sbarco. Questi tre momenti sono
scomponibili ulteriormente nelle singole fasi di lavoro (identificative di
specifici profili di rischio) che si svolgono nelle varie zone afferenti alle
tre sezioni funzionali della nave (coperta – macchina – aree dei servizi).
Contemporaneamente alle fasi scandite dai tre
momenti topici della nave (partenza/navigazione/arrivo), in maniera
continuativa per alcune operazioni, in occasione di eventi estemporanei
occorsi, a bordo si svolgono altre fasi di lavoro, sostanzialmente indipendenti
dai tre momenti della nave, che quindi saranno trattate separatamente. Queste
sono afferenti a Cucine – Ristorante – Bar, Lavanderia, Pulizie, Ispezioni in
luoghi chiusi e alle Manutenzioni (Meccaniche, Elettriche, Falegnameria,
Pitturazione, Lavori in quota).
Ancora molto da approfondire è l’analisi del
fenomeno infortunistico a bordo di navi. Al di là del sistema di rilevazione e
comunicazione degli eventi dalle navi agli enti competenti, di cui il D.Lgs.vo
271/99 ha ribadito gli strumenti e i flussi informativi, non sono facilmente
disponibili allo stato attuale statistiche e osservazioni articolate, né a
livello di singola società armatrice, né a livello pubblico centrale, che
permettano di utilizzare pienamente questi indicatori in correlazione ai rischi
a bordo. La natura stessa del rapporto di lavoro del marittimo (il fatto che
l’eventuale sbarco disposto dal medico in conseguenza dell’infortunio si
traduca in un’interruzione del rapporto di lavoro) fa sì il fenomeno sia
tendenzialmente sottostimato rispetto al reale accadimento di eventi
infortunistici (specie se di lieve entità); e che gli indici infortunistici,
pur messi a disposizione recentemente dall’IPSEMA, non siano direttamente
raffrontabili con analoghe statistiche
nazionali relative ai settori industriali. I dati gestiti dall'IPSEMA oltre a
tutto si riferiscono ai marittimi assicurati dall'ente, che non comprendono i
marittimi stranieri, pur presenti in grande numero a bordo di navi
passeggeri iscritte nel Registro
Internazionale.
Infortuni
sul lavoro nel settore marittimo dal 1998 al 2002 – Dati IPSEMA dicembre 2003
(esclusa
la pesca)
categoria |
Numero infortuni |
Posti di lavoro |
Incidenza |
Passeggeri |
2924 |
50027 |
5.8 |
Carico
|
2855 |
43564 |
6.6 |
Rimorchiatori
e naviglio ausil. |
958 |
23095 |
4.1 |
Traffico
locale e diporto |
170 |
10409 |
1.6 |
|
|
|
|
totale |
6907 |
127095 |
5.4 |
Infortuni
sul lavoro nel settore marittimo nel 2002 - Dati IPSEMA dicembre 2003
(esclusa la pesca)
categoria |
Numero infortuni |
Posti di lavoro |
Incidenza |
Passeggeri |
788 |
10620 |
7.4 |
Carico |
715 |
9638 |
7.4 |
Rimorchiatori e naviglio ausil. |
191 |
5214 |
3.7 |
Traffico locale e diporto |
43 |
2279 |
1.9 |
|
|
|
|
totale |
1737 |
27751 |
6.3 |
Relativamente al comparto Passeggeri, dall’analisi
(IPSEMA) delle codifiche degli infortuni dei 5 anni (1998-2002) emerge che essi
sono principalmente determinati da scivolate/cadute in piano (23%), da compressioni
/urti /schiacciamenti (16%), da cadute da scale (15%), da attrezzi/ utensili da
lavoro (3%); le parti del corpo maggiormente coinvolte sono mani e dita (22%),
arti inferiori (21%), torace/costole/schiena (11%), testa (9%).
I rischi lavorativi cui sono soggetti i marittimi sono in relazione alle specifiche attività svolte dalle varie categorie di lavoratori, alla tipologia di nave e di rotta, alle caratteristiche delle navi e della merce trasportata.
Indipendentemente dai rischi specifici connessi ai
numerosissimi diversi “mestieri” presenti a bordo, vi sono alcuni rischi
trasversali, direttamente collegati alla sicurezza della navigazione, cui sono
esposti tutti i presenti a bordo (lavoratori e passeggeri): ci si riferisce ai
grandi rischi di collisione/naufragio e di incendio a bordo (che a sua volta
può determinare il naufragio della nave).
Tale fattispecie di rischio attiene alla disciplina
della “sicurezza della navigazione”, campo coperto da un corpus normativo,
costituitosi a partire dagli inizi del ‘900, molto articolato e pregnante
(Codice della Navigazione, regolamentazione internazionale SOLAS dell’IMO),
caratterizzato nel passato da una notevole autonomia di diritto; questa area
tematica della sicurezza della navigazione, incarnata nella funzione pubblica
del comandante come garante della salvaguardia dai pericoli della navigazione,
ha notevoli intrecci con la prevenzione e sicurezza del lavoro, intrecci che
sono all’origine di una certa confusione normativa, che c’è stata negli anni
passati, sull’applicabilità diretta delle leggi di tutela della salute sul lavoro ai lavoratori marittimi.
La presenza di questi rischi maggiori nelle navi è
l’elemento costitutivo stesso dei compiti del comandante, dei profili
professionali marittimi, dell’organizzazione del lavoro a bordo, della
costituzione degli equipaggi, della definizione di percorsi abilitanti di
formazione e addestramento, oltre che dell’organizzazione di un sistema
articolato di gestione delle emergenze e di un complesso sistema di controlli
pubblici (da parte degli Stati di bandiera e da parte degli Stati dei porti
scalati) esercitati sulle navi ai fini della sicurezza della navigazione. Per
questo motivo, in quanto rischi non direttamente affrontabili con strumenti di
prevenzione e sicurezza del lavoro, tali rischi maggiori, se non collegati
causalmente a specifiche fasi di lavoro,
non saranno inclusi nell’analisi fase/fattore di rischio.
Un altro fattore di rischio (di tipo organizzativo -
psicologico), presente pressoché in
tutti i ruoli di bordo e quindi valutabile come fattore di rischio trasversale
è quello definito dalla stessa normativa specifica D.Lgs.vo 271/99 come fattore di fatica.
Questo è collegabile direttamente alla particolare
organizzazione del lavoro: ai turni, alle guardie, al lavoro notturno, alle
scarse possibilità di vero recupero psicofisico e di riposo (nello stesso
contesto di lavoro), alla rigida organizzazione gerarchica, al sovraccarico di
responsabilità in termini di sicurezza nave, oltre che alla natura intrinseca
del lavoro marittimo (lunghi periodi di lontananza da casa, vita collettiva
coatta, turnover dei compagni di lavoro, fattori ambientali esterni critici), cui si aggiungono, come fattori
peggiorativi nel comparto delle crociere, le difficoltà di socializzazione,
comunicazione e di rapporti interpersonali dovute alla presenza di svariate
comunità di nazionalità diversa.
L’insieme di questi elementi genera un fattore di rischio tipico del
profilo lavorativo del marittimo, definito come “fattore di fatica” (all.I
D.L.vo 271/99); su di esso certamente incidono in modo notevole, tra tutti gli
elementi, le scarse qualità e durata dei periodi di riposo e di sonno,
pesantemente condizionate dalla turnazione delle guardie e dalla richiesta di
prestazioni straordinarie per le numerose incombenze eccezionali di bordo,
necessarie data la riduzione notevole degli equipaggi adottata dalle compagnie.
E’ evidente come un’attività organizzata per turni che preveda anche quello
notturno, con la conseguente deprivazione di sonno, possa interferire con il
normale alternarsi del ciclo sonno-veglia nonché con aspetti di tipo psichico e
biologico-somatico
Questo fattore di rischio è presente in maggiore o
minore misura per tutti i ruoli marittimi e in tutte le lavorazioni a bordo
delle navi del comparto e quindi viene trattato preliminarmente come fattore di
rischio dell’intero comparto. Nella descrizione delle singole fasi il fattore
di rischio fatica (come connotato sopra) viene ripreso per esteso solo per la
fase “Conduzione nave”,
di cui costituisce il fattore di rischio più importante, e specificato nelle
fasi in cui ha un ruolo predominante ma, anche se non citato nella descrizione
delle singole altre fasi, va considerato fattore aggiuntivo trasversale comune
a tutto il profilo lavorativo
marittimo.
L’impatto sfavorevole che i ritmi, i turni e il
lavoro notturno esercitano sulla salute e sul benessere del lavoratore si
manifesta principalmente in tre aspetti relativi
al danno atteso:
·
Interferenze con l’assetto
biologico
La principale interferenza con la sfera biologica è
rappresentata da alterazioni del ciclo sonno–veglia. Sono essenzialmente
correlate ad un’attività lavorativa organizzata in turni diurni: “sindrome dei
turnisti”, caratterizzata da insonnia, eccessiva sonnolenza, affaticamento
precoce ed irritabilità.
Possono associarsi inoltre ulcera peptica
gastroduodenale, ipertensione arteriosa e disordini cardiaci.
Altro disturbo assai frequente è rappresentato dalla
comune sonnolenza, tendenza ad addormentarsi in situazioni annoianti e
monotone, che si accompagna a riduzioni dei tempi di reazione, minor
coordinazione motoria, peggioramento delle capacità di memoria e rallentamento
dei processi decisionali. La sonnolenza può poi essere alla base di difficoltà
di concentrazione e di attenzione, esponendo di conseguenza il lavoratore al
rischio di compiere errori nell’esecuzione delle proprie attività quotidiane.
·
Efficienza lavorativa
L’eccessiva sonnolenza e la fatica accumulata possano aumentare il rischio di errori umani.
·
Stato di salute
Il lavoro a turni e notturno influisce in senso
peggiorativo sullo stato di salute per problematiche che possono verificarsi
sia a breve che a lungo termine.
I più frequenti disturbi a breve termine sono
rappresentati da dispepsia, senso di peso postprandiale, pirosi gastrica,
dolori addominali, flatulenza ed irregolarità dell’alvo.
I più frequenti disturbi a lungo termine sono invece
rappresentati da patologie gastrointestinali (gastrite cronica, gastroduodenite
erosiva, ulcera peptica, sindrome del colon irritabile e in alcuni casi, anche
importanti cali ponderali), patologie cardiovascolari (ipertensione arteriosa,
cardiopatia ischemica), sindromi psiconevrotiche (disturbi del comportamento e
dell’affettività, nevrosi ansiose e sindromi depressive), senso di fatica
cronica inevitabilmente correlato alla deprivazione di sonno.
Sul piano degli interventi di prevenzione si può
agire su:
Ø una corretta regolazione dei
turni di lavoro e dei carichi di lavoro;
Ø il rispetto dei limiti di
orario di lavoro e di riposo, salvaguardando la presenza di un periodo
continuativo sufficiente di riposo (almeno 6 ore);
Ø la familiarizzazione massima
con gli ambienti e le procedure da parte di tutto l’equipaggio, con particolare
attenzione riservata ai problemi di comunicazione in equipaggi multinazionali;
Ø la valorizzazione dei
momenti di socialità dell’equipaggio;
Ø l’attenzione alla qualità
degli ambienti di vita a bordo per l’equipaggio.
Altro elemento trasversale peggiorativo dei rischi a
bordo è costituito dalle condizioni spesso critiche del tempo e del mare; ciò,
oltre che determinare un incremento dei rischi di tipo infortunistico, costituisce
di per sé elemento di ulteriore disagio nel lavoro.
Si precisano alcune osservazioni su elementi
trasversali presenti nel ciclo lavorativo delle navi del comparto, relativi ai
capitoli 6 e 8.
Appalto a ditta esterna
Sulle navi passeggeri i servizi non strettamente
legati alla conduzione nave (che sono quelli di coperta e macchina) possono
essere svolti da lavoratori afferenti ad imprese appaltatrici. Ciò vale per
molti servizi quali i negozi, il casinò, gli spettacoli, la cura della persona,
in alcune compagnie anche per i ruoli tipici di hotel (cabinisti, cuochi,
lavandai, commissari). La tradizionale organizzazione del lavoro a bordo,
connotata da forte senso gerarchico, l’inserimento di questo personale nei
ruoli equipaggio fanno sì che la presenza di questi appalti non costituisca un
problema apprezzabile in termini di prevenzione sul lavoro; in tal senso questo
personale viene considerato a tutti gli effetti nel numero dei lavoratori presenti a bordo e nella descrizione
dei fattori di rischio la presenza nei cicli di lavoro marittimo di questo
personale non verrà distinta da quella del personale marittimo dipendente dalla
società armatrice.
Pertanto il Capitolo 6 – “appalto a ditta esterna”
sarà inserito nel documento fase –
fattore di rischio solo in presenza di appalti reali a carico di imprese di
terra che possono costituire condizioni peggiorative nell’organizzazione dei
lavori.
Il rischio esterno
Per la maggior parte delle fasi di lavoro della nave
non è configurabile un apprezzabile rischio esterno specifico legato ai fattori
di rischio delle lavorazioni. Il capitolo sarà quindi generalmente omesso, ad
eccezione delle fasi per cui è riscontrabile una ricaduta di rischio
all’esterno.
Riferimenti normativi
generali per il settore marittimo
Regio Decreto
29/09/1895, n. 636
Regolamento per la sanità
marittima
Regio Decreto
L. 14/12/1933, n. 1773
Accertamento dell’idoneità fisica della gente di
mare di prima categoria (convertito in
L.22/1/1934 n.244)
Regio Decreto
10/10/1935, n. 1971
Approvazione delle
disposizioni per la prevenzione e l’estinzione degli incendi a bordo delle navi
mercantili (G.U. 25/11/1935, n. 274).
Legge 16/06/1939, n. 1045
Condizioni per l’igiene e
l’abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali (G.U. 31/07/1939, n. 177).
Legge 13/05/1940, n. 690
Organizzazione e funzionamento
del servizio antincendio nei porti (G.U.
2/07/1940, n. 153).
Regio Decreto
30/03/1942, n. 327
Approvazione del testo
definitivo del Codice della Navigazione.
D.P.R.
28/06/1949, n. 631
Regolamento
per la navigazione interna (Suppl. Ord.
G. U. n. 214 del 17settembre 1949).
D.P.R.
15/02/1952, n. 328
Regolamento di esecuzione del Codice della Navigazione (Suppl. Ord. G. U. n. 214 del 17settembre
1949).
Legge 2/08/1952, n. 1305
Ratifica ed esecuzione di
ventisette convenzioni internazionali del lavoro (G.U. 17/10/1952, n. 242).
D.P.R. 19/01/1957, n. 332
Norme relative agli
accertamenti sanitari per l’iscrizione nelle matricole del personale navigante
della navigazione interna e per il conseguimento dei rispettivi titoli
professionali (G.U. 27/05/1957, n. 133).
Legge 05/06/1962, n. 616
Sicurezza della navigazione e
della vita umana in mare (G. U.
5/07/1962, n. 168).
Legge 16/10/1962, n. 1486
Disposizioni sull’assistenza
ai marittimi dichiarati temporaneamente inidonei alla navigazione (G.U. 30/10/1962, n. 275).
Legge 28/10/1962, n. 1602
Modifiche ed integrazioni del
R.D.L. 14/12/1933, n.1773, concernente l’accertamento dell’idoneità fisica
della gente di mare.
D.P.R. 09/05/1968, n. 1008
Regolamento per l’imbarco,
trasporto per mare, sbarco e trasbordo delle merci pericolose in colli (Suppl. Ord. G.U. 3/10/1968 n. 252).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 10/09/1968
Merci pericolose incompatibili
via mare (Suppl. Ord. G. U. 3/10/1968, n.
252).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 20/11/1968
Approvazione delle norme
particolari per l’imbarco, il trasporto per mare, lo sbarco ed il trasbordo
delle merci pericolose in colli della classe 2 (gas compressi, gas liquefatti,
gas liquefatti refrigerati e gas disciolti sotto pressione (Suppl. Ord. G.U. 12/12/1968, n. 315).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 15/05/1972
Norme per il trasporto
marittimo di merci pericolose in colli caricati su veicoli aventi mezzi di propulsione
propria o rimorchiabili, su rotabili ferroviari oppure contenuti in casse
mobili (contenitori) (Suppl. Ord. G.U.
18/08/1972, n. 214).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 22/07/1972 n. 214
Approvazione delle “Norme
particolari per l’imbarco, il trasporto per mare, il trasbordo e lo sbarco
delle merci pericolose in colli appartenenti alla classe 9 (“materie pericolose
diverse” Suppl. Ord.
G.U. 18/08/1972, n. 214).
D.P.R. 14/11/1972, n. 1154
Approvazione del regolamento
per la sicurezza della navigazione e della vita umana in mare (Suppl. Ord. G.U. 10/05/1973).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 02/01/1973
Approvazione di alcune
modifiche alle tabelle allegate alle norme particolari per l’imbarco, il
trasporto per mare, lo sbarco ed il trasbordo delle merci pericolose in colli
appartenenti alla classe 9 (materie pericolose diverse), approvate con DM
22.07.72 (G.U. 29/01/1973, n. 25).
Decreto Ministero Trasporti 5/07/1973
Modalità di trasporto
dell’ossido di etilene (G.U. 28/08/1973,
n. 221).
Decreto Ministero Marina Mercantile 05/11/1973
Approvazione delle norme per
il trasporto marittimo di colli contenenti piccole quantità di una o più
sostanze chimiche pericolose (Suppl. Ord.
G.U. 21/12/1973, n. 328).
Decreto Ministero Sanità 16/09/1975
Estensione dell’obbligo della
vaccinazione antitetanica ai marittimi ed ai lavoratori portuali (G.U. 22/10/1975, n. 280).
Decreto
Ministero Marina Mercantile 01/06/1978
Norme interministeriali per il coordinamento delle
operazioni di ricerca e soccorso della vita umana in mare tra i vari organi
dello Stato che dispongono di mezzi navali, aerei e di telecomunicazione. (G.U. 27/06/1979, n. 174).
D.P.R. 31/07/1980, n. 614
Ristrutturazione e
potenziamento degli uffici di sanità marittima aerea e di frontiera e degli
uffici veterinari di confine di porto, di aeroporto e di dogana interna (Suppl. Ord. G.U. 7/10/1980 n. 275).
Legge 23/05/1980, n. 313
Adesione alla convenzione
internazionale del 1974 per la salvaguardia della vita umana in mare, con allegato,
aperta alla firma a Londra l’1/11/75 e sua esecuzione ( G.U. 12/07/1980, n. 190).
D.P.R. 31/07/1980, n. 620
Disciplina dell’assistenza
sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’aviazione civile (Suppl. Ord. G.U. 7/10/1980 n. 275).
Legge 10/04/1981, n. 157
Ratifica ed esecuzione delle
convenzioni n. 74 (certificati di attitudine di marinaio qualificato), 109
(salari, la durata del lavoro a bordo e gli effettivi dell’equipaggio), 129,
132, 134 (prevenzione degli infortuni della gente di mare), 135, 136, 137, 138
e 139 dell’organizzazione internazionale del lavoro (OIL) (G.U. 29/04/1981, n. 116).
Legge 10/04/1981, n. 158
Ratifica ed esecuzione delle
convenzioni numeri 92 (alloggi dell’equipaggio a bordo), 133 (alloggi
dell’equipaggio a bordo delle navi – disposizioni complementari) e 143
(migrazioni in condizioni abusive e sulla promozione della parità di
opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti) dell’Organizzazione
internazionale del lavoro (G.U.
29/04/1981, n. 116).
Legge 10/04/1981, n. 159
Ratifica ed esecuzione delle
Convenzioni numeri 145 (continuità dell’occupazione della gente di mare), 146
(ferie annuali retribuite per i marittimi) e 147 (norme minime da osservare
sulle navi mercantili) , adottate a Ginevra il 28 e 29/10/1976 dalla 62^
sessione della Conferenza internazionale del lavoro (G.U. 29/04/1981, n. 116).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 04/06/1981
Norme particolari per
l’imbarco, il trasporto per mare, lo sbarco e il trasbordo delle merci pericolose
in colli appartenenti alla classe 2 (gas compressi, gas liquefatti, gas
liquefatti refrigerati e gas disciolti sotto pressione (G.U. 10/07/1981, n.188).
IMO Resolution A.468 (XII) 19/11/1981
Code
on noise levels on board ships
Decreto
Ministero Sanità 07/08/1982
Corsi per assistenza medica
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 11/01/1984
Modificazioni al decreto
10.09.68, per la parte relativa ai vari modi per la separazione delle merci
pericolose incompatibili, caricate sulla stessa nave (G.U. 25/01/1984, n. 24).
D.P.R. 4/02/1984, n. 50
Approvazione del regolamento
per la costruzione e l’equipaggiamento delle navi adibite al trasporto di
prodotti chimici liquidi pericolosi, alla rinfusa e per l’imbarco, lo sbarco ed
il trasporto via mare dei prodotti stessi (Suppl.
Ord. G.U. 4/04/1984, n. 94).
Decreto Ministero Sanità 22/02/1984
Fissazione dei livelli delle
prestazioni sanitarie e delle prestazioni economiche accessorie a quelle di
malattia assicurate in Italia, in navigazione ed all’estero al personale
navigante, marittimo e dell’aviazione civile dal Ministero della Sanità.
Legge 19/11/1984, n. 862
Ratifica ed esecuzione delle
convenzioni dell’OIL, numeri 148,149,150,151,152 (sicurezza e igiene nelle
operazioni portuali), adottate nella 63^, 64^e 65^ sessione della Conferenza
generale (G.U. 20/12/1984, n. 349).
Decreto Ministero Sanità
02/05/1985
Direttive alle Regioni ed alle
Provincie Autonome di Trento e Bolzano in materia di profilassi internazionale
e di sanità pubblica.
Legge 21/11/1985, n. 739
Adesione alla Convenzione
internazionale sugli standard di addestramento per il personale marittimo del
07/07/1978, IMO STCW 78 (G.U. 16/12/1985,
n. 295).
Circolare Ministero Sanità
N.1000.6.620.1.2870 del 01/10/1985
Modalità di erogazione
dell’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’aviazione
civile.
UNI ISO 2923
gennaio 1987
Misura del rumore a bordo di navi
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 14/05/1987
Norme per lo sbarco nei porti
italiani di ferro-silicio trasportato alla rinfusa (G.U. 1/07/1987, n. 151).
Decreto Ministero Sanità 25/05/1988, n. 279
Modificazione alle precedenti
disposizioni concernenti i medicinali, gli oggetti di medicatura e gli utensili
di cui devono essere provviste le navi. Recepimento Solas 74 (G.U. 21/07/1988 n. 170).
Legge
03/04/1989, n. 147
Adesione alla Convenzione
internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, adottata ad Amburgo
il 27 aprile 1979.
Decreto Ministero Trasporti 18/07/1991
Istituzione del corso di sicurezza
per navi cisterna adibite al trasporto di gas liquefatti della durata non
inferiore a settanta ore, di cui non meno di trentacinque ore impiegate in
esercitazioni pratiche (G.U. 29/08/1991,
n. 202).
Decreto Ministero Marina Mercantile 18/07/1991
Istituzione del corso di
familiarizzazione alle tecniche di sicurezza per navi cisterna adibite al
trasporto di gas liquefatti della durata non inferiore a quindici (G.U. 29/08/1991, n. 202).
Decreto Ministero Trasporti 18/07/1991
Istituzione del corso di
familiarizzazione alle tecniche di sicurezza per navi petroliere della durata
non inferiore a quindici ore (G.U.
29/08/1991, n. 202).
Decreto Ministero Marina Mercantile 18/07/1991
Istituzione del corso di
familiarizzazione alle tecniche di sicurezza per navi cisterna adibite al
trasporto di prodotti chimici liquefatti della durata non inferiore a quindici
ore (G.U. 29/08/1991, n. 202).
Decreto Ministero Marina Mercantile 18/07/1991
Istituzione del corso di
sicurezza per navi petroliere della durata non inferiore a settanta ore di cui
non meno di trentacinque impiegate in esercitazioni pratiche (G.U. 29/08/1991, n. 202).
Decreto Ministero Trasporti 22/07/1991
Norme per contenitori
cisterna, i veicoli cisterna, stradali ed i veicoli cisterna ferroviari da
adibire al trasporto marittimo di gas liquefatti refrigerati della classe 2 (Suppl. G.U. 12/10/1991, n. 240).
Decreto Ministero Trasporti 22/07/1991
Norme di sicurezza per il
trasporto marittimo alla rinfusa di carichi solidi ( Suppl. G.U. 12/10/1991, n. 240).
Decreto Ministero Trasporti 22/07/1991
Norme sulla separazione delle
merci pericolose incompatibili caricate su una stessa nave ( Suppl. G.U. 12/10/1991, n. 240).
Decreto Ministero Trasporti 31/07/1991
Istituzione del corso di
sicurezza per navi cisterna adibite al trasporto di prodotti chimici della
durata non inferiore a settanta ore, di cui non meno di trentacinque ore
dovranno essere impiegate in esercitazioni pratiche (G.U. 29/08/1991, n. 202).
D.P.R. 08/11/1991, n. 435
Approvazione del regolamento
per la sicurezza della navigazione e della vita umana in mare (G.U. 22/01/1992, n. 17).
Decreto
Ministero Trasporti e navigazione 31/10/1991
Trasporto marittimo di merci
pericolose in colli (G.U. 16/12/1991, n.
284).
Decreto Ministero Trasporti e navigazione 31/10/1991 n. 459
Regolamento recante norme sul
trasporto marittimo dei rifiuti in colli (G.U.
11/04/1992, n. 86).
Decreto Ministero Trasporti e navigazione 13/10/1992 n.584
Regolamento recante norme per
il funzionamento degli uffici di collocamento della gente di mare.
D.P.R 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante
approvazione delle norme di sicurezza della navigazione per le navi passeggeri
con locali da carico ro-ro e per le navi da carico ro-ro (G.U. 14/06/1993, n. 137).
Legge 28/01/1994, n. 84
Riordino della legislazione in
materia portuale (G.U. 4/02/1994, n. 28).
Decreto Ministero Trasporti e navigazione 28/07/1994
Dotazione di mezzi di
salvataggio e di posti a sedere per le navi classificate unità veloci (G.U. 23/08/1994, n. 196).
Decreto Ministero Sanità 29/07/1994
Attuazione delle direttive CEE
numeri 89/677, 91/173, 91/338 e 91/339 … (G.G.U.U.
13/09/1994, n. 214 e 10/12/1994, n. 288, suppl. ord.)
D.P.R 28/09/1994, n. 662
Regolamento di attuazione
della Legge 3 aprile 1989, n. 147, concernente adesione alla convenzione
internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, adottata ad Amburgo
il 27 aprile 1979 (G.U. 01/12/1994, n.
281).
Legge 12/04/1995, n. 129
Ratifica ed esecuzione della
convenzione 1989 sul salvataggio, atto finale della conferenza internazionale
sul salvataggio, con allegati, fatta a Londra il 28.4.89 (Gazz. Uff. 28/04/1995, n. 98, S.O)
D. P. R.
29/07/1996, n. 474
Regolamento concernente i
requisiti ed il programma di esame per il rilascio del certificato di marittimo
abilitato per i mezzi di salvataggio (G.U.
14/09/1996, n. 216).
Legge 23/12/1996, n. 647
Conversione decreto legge
21.10.96, n. 535 relativo a disposizioni urgenti per i settori portuale,
marittimo cantieristico ed armatoriale, nonché interventi per assicurare taluni
collegamenti aerei (G.U. 23/12/1996, n.
300).
D.P.R. 19/05/1997, n. 268
Regolamento di attuazione
della direttiva 93/75/CEE, concernente le condizioni minime necessarie per le
navi dirette a porti delle Comunità o che ne escono e che trasportano merci
pericolose o inquinanti, nonché della direttiva 96/39/CE che modifica la
predetta direttiva (G.U. 11/08/1997, n.
186).
D.M.
25/08/1997
Certificazione delle
competenze della gente di mare in materia di primo soccorso sanitario e di
assistenza medica a bordo di navi mercantili (G.U. 15/09/1997, n. 215).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 07/04/1998
Requisiti e programma di esame
per ottenere il certificato di marittimo abilitato per i battelli di emergenza
veloci (G.U. 14/05/1998 n. 110).
Decreto Ministero Sanità 29/05/1998 n. 226
Regolamento recante l’accordo
collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti libero-professionali tra il
Ministero della Sanità ed i medici generici fiduciari incaricati
dell’assistenza sanitaria e medico-legale del personale navigante, marittimo e
dell’aviazione civile (Suppl. Ord. G.U.
14/07/1998, n. 162).
D. Lgs.
30/08/1998, n. 314
Attuazione della direttiva
94/57/CE relativa alle disposizioni ed alle norme comuni per gli organi che effettuano
le ispezioni e le visite di controllo delle navi e per le pertinenti attività
delle amministrazioni marittime e della direttiva 97/58/CE che modifica la
direttiva 94/57/CE (G.U. 29/08/1998, n.
201).
Decreto
Ministero Trasporti e Navigazione 14/10/1998
Attuazione della direttiva
97/34/CE che modifica la direttiva 93/75/CEE, concernente le condizioni minime
necessarie per le navi dirette a porti marittimi della Comunità o che ne escono
e che trasportano merci pericolose o inquinanti, attuata con DPR 19.05.97 n.
268 (G.U. 24/10/1998, n. 249).
Legge
31/12/1998, n. 485
Delega al Governo in materia di sicurezza del lavoro
nel settore portuale marittimo
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 21/04/1999
Affidamento al Registro italiano navale dei compiti
di ispezione e controllo ai sensi dell’art.10, c.2 del D.Lgs. 3 agosto 1998,
n.314
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 22/04/1999
Attuazione delle direttive
98/55/CE e 98/74/CE della Commissione rispettivamente in data 17.7.98 e 1.10.98
che modificano la direttiva 93/75/CEE, concernente la condizione minime
necessarie per le navi dirette ai porti marittimi della Comunità o che ne
escono o che trasportano merci pericolose o inquinanti, attuata con DPR
19.05.97, n. 268 (G.U. 30/06/1999, n.
128).
D.Lgs. 27/07/1999, n. 271
Adeguamento della normativa
sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili
e da pesca nazionali, a norma della legge 31/12/98, n. 485 (Suppl. Ord. 151/L. G.U. 9/08/1999, n. 185).
D.Lgs. 27/07/1999, n. 272
Adeguamento della normativa
sulla sicurezza e salute dei lavoratori nell’espletamento di operazioni e
servizi portuali, nonché di operazioni di manutenzione, riparazione e
trasformazione delle navi in ambito portuale, a norma della legge 31/12/98, n.
485 (Suppl. Ord. 151/L. G.U. 9/08/1999,
n. 185).
Decreto Ministero Sanità 20/08/1999
Ampliamento delle normative e
delle metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelle
per rendere innocuo l’amianto, previsti dall’art. 5, c. 1, lett. f) della L.
257/92, recante norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto. ALL
1: interventi di rimozione dell’amianto a bordo di navi o unità equiparate (G.U. 22/10/1999, n. 249).
D. P. R. 06/10/1999, n. 407
Regolamento recante norme di
attuazione delle direttive 96/98/CE e 98/85/CE relative all’equipaggiamento
marittimo (Suppl. Ord. 195/L G.U.
9/11/1999, n. 263).
D. Lgs. 04/02/2000, n. 40
Attuazione della direttiva
96/35/CE, relativa alla designazione e alla qualificazione professionale dei
consulenti per la sicurezza dei trasporti su strada, per ferrovia o per via
navigabile di merci pericolose (G.U.
3/03/2000, n. 52).
D. Lgs. 04/02/2000, n. 45
Attuazione della direttiva
98/18/CE, relativa alle disposizioni e alle norme di sicurezza per le navi da
passeggeri adibite a viaggi nazionali (Suppl.
Ord. 38/L G.U. 7/03/2000, n. 55).
Decreto
Ministero Trasporti e Navigazione 19/04/2000 n.432
Regolamento di recepimento
della direttiva 95/21/CE relativa all’attuazione di norme internazionali per la
sicurezza delle navi, la prevenzione dell’inquinamento e le condizioni di vita
e di lavoro a bordo, come modificata dalle direttive 98/25/CE, 98/42/CE e
99/97/CE (G.U. 25/01/2001, n. 20).
D. Lgs. 19/05/2000, n. 169
Disposizioni correttive ed
integrative del decreto legislativo 30.08.1998, n. 314, recante attuazione
della direttiva 94/57/CE in materia di ispezioni e visite di controllo delle
navi e di attività conseguenti delle amministrazioni marittime, a norma
dell’art. 1, comma 4, della legge 127/98 (G.U.
23/06/2000, n. 145).
Decreto Ministero Trasporti e Navigazione 30/05/2000
Approvazione del modello del
registro degli infortuni e della scheda di rilevazione statistica degli
infortuni a bordo delle navi mercantili e da pesca nazionali (G.U. 14/06/2000, n. 146).
Decreto Ministero Trasporti 06/06/2000
Norme attuative del D. Lgs.
4/2/2000, n. 40, concernente i consulenti alla sicurezza per trasporto di merci
pericolose su strada, per ferrovia o per via navigabile (G.U. 22/06/2000, n. 144).
Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 07/08/2001
Requisiti dell’addestramento
speciale per il personale marittimo destinato all’assistenza dei passeggeri in
situazioni di emergenza imbarcato su navi passeggeri del tipo ro-ro (G.U. 19/09/2001, n. 218).
Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 31/12/2001
Modificazioni al decreto
ministeriale in data 4/05/1995, recante procedure per il rilascio
dell’autorizzazione all’imbarco e trasporto marittimo o del nulla osta allo
sbarco delle merci pericolose (G.U.
21/01/2000, n. 17).
Decreto Ministero Infrastrutture e Trasporti 10/07/2002
Approvazione dei modelli di
certificati di sicurezza (delle navi n.d.r.) (Suppl. Ord. G.U. 10/09/2002, n. 181).
DOCUMENTO
FASE/FATTORE DI RISCHIO
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO
3. DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
Imbarco e sistemazione veicoli
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI LAVORAZIONE: |
imbarco e sistemazione veicoli |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI RISCHIO: |
Rischi per la sicurezza: Carenza di sicurezza degli
Impianti Elettrici, Incendio e/o Esplosioni Rischi per la salute o igienico ambientali: Agenti Chimici, Agenti Fisici Rischi trasversali – organizzativi: Organizzazione del lavoro, Fattori psicologici, Condizioni di lavoro difficili |
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5. CODICE DI RISCHIO |
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(riservato all’ ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Imbarco e sistemazione
veicoli
È fase di lavoro presente solo nelle navi (traghetti
ro-ro) che consentono il trasporto di veicoli al seguito (non è presente sulle
navi da crociera); i veicoli possono essere automobili al seguito di passeggeri
ma anche veicoli di tipo commerciale (furgoni, camion, semirimorchi): la fase
di lavoro di imbarco si svolge a partire dal piazzale di imbarco per arrivare all’interno delle stive garage
di bordo.
Accesso dei veicoli da terra a bordo tramite le
apposite rampe – organizzazione dell’imbarco da parte di addetti
dell’equipaggio (personale di coperta e personale di hotel, per l’assistenza ai
passeggeri, controllo biglietti), con indicazione agli autisti (lavoratori
portuali o passeggeri alla guida) delle manovre da attuare e della posizione da
occupare – preparazione delle catene di rizzaggio per i semirimorchi -
rizzaggio dei mezzi; questa ultima fase di rizzaggio può essere, nei diversi
porti, a carico della organizzazione della manodopera portuale o dei marittimi,
a Genova e in molti altri porti è a carico dell’impresa di manodopera portuale.
Una parte del carico può essere costituita da
semirimorchi, la cui movimentazione a mezzo di motrici a ralla, che portano i
semirimorchi a bordo, viene appaltata alla
impresa di manodopera portuale o ad imprese terminalistiche portuali.
In caso di mezzi refrigerati (o container
frigo) imbarcati, gli elettricisti
appartenenti all’equipaggio provvedono all’allacciamento di questi, tramite cavi, a quadri elettrici di bordo.
Nel caso dei semirimorchi imbarcati tramite motrice,
l’operazione di sistemazione del mezzo (a carico di personale di equipaggio o
di manodopera portuale) consiste nel posizionare i cunei di blocco delle ruote,
abbassare le zampe e inserire sotto la parte anteriore del semirimorchio un
cavalletto di appoggio; viene poi sganciata la motrice che esce dal garage e si
procede al rizzaggio del semirimorchio.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Ø attrezzature per il
rizzaggio dei mezzi che lo richiedono (funi, catene con tensionatori, ganci,
aste con tornichetti, cavalletti per semirimorchi, cunei di stazionamento,
rizze tessili e altro);
Ø motrici a ralla per l’imbarco
dei semirimorchi.
La fase di lavoro deve essere “assistita” da
impianti di estrazione fumi, illuminazione, antincendio.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
· esposizione a polveri, fumi
e gas di scarico autoveicoli a benzina e diesel
· rumore
· movimentazione manuale di
attrezzature con pericolo di urto di parti del corpo (arti, capo) con strutture
a causa di insufficiente spazio e con rischio di lesioni da sforzo nelle
operazioni di rizzaggio
· pericolo di investimento da
autoveicoli in movimento
· pericolo di urto per
proiezione di oggetti presenti sui piani dei garage: pericolo di “sparo”, da
parte delle ruote dei mezzi in
movimento, dei cunei non rimossi dai
piani garage
· pericolo di urto per caduta
di attrezzature
· pericolo di inciampo in cavi
elettrici per collegamento container refrigerati
· pericolo per carenza di
sicurezza elettrica (uso di cavi e prese inidonee)
La fase segue di pochissimo l’opposta fase di sbarco
dei veicoli del viaggio precedente, usualmente si imbarcano prima i mezzi pesanti
e successivamente le automobili. Il personale addetto (ufficiali di coperta e
marinai) si posiziona sul piazzale, sulla rampa di imbarco e tra le corsie
all’interno dei garage. Spesso si determinano code di mezzi a motore acceso
sulle rampe e in manovra nei garage, in ambienti già inquinati dalla fase di
sbarco immediatamente precedente.
La presenza di gas, polveri e fumi nei garage è
altamente probabile con punte che in alcuni momenti raggiungono valori elevati
per il CO (ossido di carbonio) e apprezzabili per le polveri. Valori massimi
rilevati nella valutazione dei rischi rispetto alla fase di imbarco (durata:
circa due ore):
v Polveri Totali Sospese fino
a 2,9 mg/mc
v CO fino a 43 ppm (misure
istantanee)
v IPA totali < 20 mg/mc
v Livelli equivalenti di
rumore in postazioni lavorative all’interno della nave da 86.7 a 89.8 dB(A)
v In alcune postazioni si
registrano valori di pressione acustica istantanea non ponderata superiori a
140 dB in relazione a urti sulle strutture metalliche della nave.
Il rischio di eventi di tipo infortunistico è assai
probabile, data la ristrettezza dei tempi delle operazioni e la criticità
dell’organizzazione (presenza di molti soggetti esterni alla nave).
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
· Condizioni morbose
respiratorie da inalazione di fumi e vapori
· Patologie delle mucose
oculari di tipo irritativo
· Intossicazioni da gas, fumi
e vapori
· Ipoacusia da rumore
· Trauma acustico acuto in relazione a rumori impulsivi
· Malattie muscolo-scheletriche (in relazione ad attrezzature di peso non indifferente, da movimentare in grande numero)
· Traumi e lesioni per urto di parti del corpo (arti, testa) contro strutture nave
· Traumi e lesioni gravi da
investimento
· Traumi e lesioni gravi da
caduta
· Traumi e lesioni da caduta
di oggetti su parti del corpo (tornichetti, catene, cavalletti)
· Traumi e lesioni gravi da proiezione di oggetti presenti al suolo (in particolare cunei, “sparati” dalle ruote dei veicoli)
· Folgorazione per contatto con apparecchiature elettriche inidonee: effetti generali / lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico)
· Traumi e lesioni da incendio
per apparecchiature elettriche inidonee
Nel Porto di Genova in questa fase di lavoro nel 2000 un piccolo di camera di una nave del comparto è stato investito (con esiti non gravissimi) durante le operazioni di assistenza ai passeggeri in imbarco.
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Esposizione a polveri, fumi e gas di scarico:
Ø Verifica dell’efficacia
impianti di estrazione dell’aria
Ø Regolamentazione flusso dei
mezzi, organizzazione controllata fasi di imbarco e accensione/spegnimento
motori in modo da non avere code di mezzi accesi in imbarco
Ø Sistematica pulizia delle
stive
Ø Controllo istantaneo della
concentrazione di CO (ossido di carbonio)con rilevatore dotato di sistema di
allarme e, in caso di superamento di livelli di allarme prefissati, utilizzo di
idonei D.P.I. (semimaschera con filtro combinato per CO e polveri) e
sospensione delle operazioni fino a ripristino di concentrazioni basse.
Rumore:
Ø Riduzione alla fonte
(controllo e manutenzione costante delle parti rotanti degli impianti
immissione/estrazione, controllo sui comportamenti che determinano urti sulle
superfici metalliche con conseguente rumore impulsivo)
Ø Organizzazione fasi di
imbarco e accensione/spegnimento motori in modo da avere il minor numero di
mezzi accesi contemporaneamente
Ø Regolamentazione durata
turni lavoro
Ø Utilizzo di idonei D.P.I.
(cuffie, tappi auricolari)
Movimentazione manuale di attrezzature con rischio
di lesioni da sforzo nelle operazioni di rizzaggio:
Ø Valutazione dei pesi dei
pezzi da movimentare contemporaneamente, uso di sistemi di rizzaggio idonei
Pericolo di investimento:
Ø Organizzazione fasi imbarco,
regolamentazione della circolazione di mezzi e uomini a piedi (addetti
all’imbarco e autisti scesi dai mezzi), applicare percorsi separati per persone
non operative e mezzi, adeguata segnaletica verticale ed orizzontale per
indicare i percorsi pedonali sicuri, coordinamento tra soggetti (personale marittimo preposto all’imbarco,
organizzazione della manodopera portuale che imbarca i semirimorchi, passeggeri
autisti), presenza di preposto segnalatore nella sistemazione dei semirimorchi:
gli autisti delle motrici che imbarcano i semirimorchi devono immediatamente
fermarsi se il segnalatore non è nel
loro campo visivo.
Ø Adeguata illuminazione
garage di almeno 50 lux
Ø Utilizzo indumenti ad alta
visibilità da parte del personale operativo addetto
Pericolo di urto per proiezione di oggetti presenti
sui piani dei garage: “sparo” dei cunei e altri oggetti:
Ø Le attrezzature utilizzate
per il rizzaggio dei mezzi imbarcati devono essere immediatamente raccolte
e posizionate in zona sicura (o
comunque in appositi contenitori) rispetto al passaggio dei veicoli in transito
onde evitare che i pneumatici, passando sopra ai materiali lasciati a terra, proiettino gli stessi
contro gli addetti presenti in zona.
Pericolo di urto per caduta di attrezzature e di
urto contro strutture:
Ø Utilizzo idonei DPI (scarpe,
elmetti con sottogola, guanti)
Ø Distanze di sistemazione dei
mezzi adeguate
Ø Ritmi di lavoro che
consentano l’attenzione necessaria agli addetti
Pericolo di inciampo in cavi elettrici per
collegamento container refrigerati:
Ø Sistemazione razionale dei
mezzi refrigerati in aree dedicate vicino ai quadri di alimentazione elettrica
Pericolo per carenza di sicurezza elettrica (uso di
cavi e prese inidonee):
Ø Utilizzo di prese e cavi di
alimentazione adeguati per il tipo di installazione ed in buono stato di
conservazione; abilitazione ai soli elettricisti di bordo dei collegamenti e
degli adeguamenti del sistema di alimentazione; disposizione dei mezzi
refrigerati in aree dedicate per ridurre la lunghezza dei cavi a terra
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza di impresa di manodopera portuale o impresa
portuale per le operazioni di
movimentazione dei semirimorchi e per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio
dei mezzi nei garage (se non svolte dal personale della nave). La interazione
tra le due organizzazioni (imprese di terra e personale della nave) in un
contesto di operazioni così intense e rischiose rende essenziale un forte
coordinamento da parte dei preposti della nave e una stretta intesa tra i
lavoratori presenti.
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di
lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le
attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature
di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di
protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei
carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art. 5 Misure generali di tutela
Art. 6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art. 7 Obblighi del Comandante
Art. 8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art. 10 Contratto d’appalto o d’opera
Art. 27 Informazione e formazione dei lavoratori
marittimi
Art. 8 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione
alla nave
Art. 9 Scale di accesso alle stive non in dotazione
alla nave
Art. 10 Spazio libero per l’accesso alle stive
Art. 11 Boccaporti
Art. 13 Lavori in stiva
Art. 17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle
stive
Art. 34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e navi a carico orizzontale
Art. 35 Stivaggio dei veicoli e sistemazione a bordo
su navi traghetto e navi a carico orizzontale
Art. 36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle
navi traghetto e sulle navi a carico orizzontale
D.Lgs.vo
277/91: protezione dei
lavoratori contro i rischi di esposizione a rumore
Art. 2 obblighi del datore di lavoro
Art. 3 requisiti della segnaletica
Art. 4 Informazione e formazione
UNI ISO 2923 Misura del rumore a bordo di
navi
IMO Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on board ships
D.P.R. 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante approvazione delle norme di sicurezza della
navigazione per le navi passeggeri con locali da carico ro-ro e per le navi da
carico ro-ro
D.Lgs.vo 4/02/2000 n. 45
Attuazione della direttiva 98/18/CE, relativa alle disposizioni e alle
norme di sicurezza per le navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali
Capitolo 8 - “Il rischio
esterno”
Emissioni in ambiente portuale dei prodotti di
combustione dei mezzi in imbarco. Il rischio è quantificabile in analogia ad un
ambiente stradale congestionato.
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
imbarco e smistamento bagagli |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
2000 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Imbarco e smistamento
bagagli
E’
fase rilevante per le navi da crociera.
I bagagli sono caricati a bordo tramite nastro
trasportatore o gabbie movimentate da carrello a forche; l’impresa di
manodopera portuale provvede al carico in banchina dei bagagli su nastro o su
gabbia e alla movimentazione fino alla zona di ricezione a bordo; il personale
di coperta e hotel (circa 200 persone su ogni nave da crociera del comparto)
provvede, dopo il controllo RX dei bagagli, allo smistamento fino alle cabine
sui vari ponti, con movimentazioni e passaggi dei bagagli effettuati a mano e
con l’aiuto di piccoli carrelli manuali.
I bagagli, appena arrivati a bordo nella zona di
ricezione bagagli, sono sottoposti, a carico del personale di security della
nave (di staff al comandante), al controllo RX.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Carrelli a forche (di bordo e dell’impresa di manodopera portuale) - nastri trasportatori (del terminal passeggeri portuale) - carrelli a mano – apparecchi RX-scopia per controllo contenuto bagagli.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
Pericolo
di urto e schiacciamento per caduta di bagagli e attrezzature manuali su parti
del corpo degli addetti; probabile specie nella fase di alimentazione e scarico
del nastro trasportatore e nella fase di movimentazione delle gabbie e dei
carrelli a mano
·
Pericolo
di urti o investimento di addetti da attrezzature in movimento, per scarso
coordinamento delle operazioni o inidoneità delle attrezzature
·
Movimentazione
manuale carichi per operazioni di spinta dei carrelli e nel trasporto finale
dei bagagli a mano fino alla cabina: rischio assai probabile data l’alta
intensità di lavoro in considerazione delle migliaia di bagagli movimentati in
un tempo ristretto
·
Pericolo
di afferramento di parti degli arti superiori (dita) da elementi in moto dei
nastri trasportatori
·
Pericolo
di esposizione a RX del personale addetto al passaggio bagagli sul nastro
dell’apparecchio RX scopia (rischio quantificabile come scarsamente
probabile)
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Traumi e lesioni da schiacciamento da parte del
materiale trasportato e delle attrezzature
·
Traumi,
schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori (nell’uso di nastri trasportatori)
·
Traumi
e lesioni da investimento da attrezzature in movimento
· Malattie muscolo-scheletriche (in relazione a bagagli di peso anche non indifferente, da movimentare in grande numero)
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø
Organizzazione
della movimentazione in modo da consentire ritmi di lavoro adeguati
Ø
Formazione
del personale addetto alla corretta movimentazione dei carichi
Ø Corretto e costante
controllo/manutenzione delle attrezzature (nastri trasportatori, carrelli a
forche) con particolare attenzione al controllo dei dispositivi di sicurezza
per i nastri trasportatori
Ø Utilizzo dei DPI (scarpe di
sicurezza, elmetto)
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza di
impresa di manodopera portuale per le operazioni di imbarco fino a bordo
dei bagagli
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
Art.
18 Uso di trasportatori meccanici continui
Imbarco e sistemazione passeggeri
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
inbarco e
sistemazione passeggeri |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Manipolazione di Sostanze pericolose Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici, Agenti Biologici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
1900 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Imbarco e
sistemazione passeggeri
Imbarco passeggeri dopo la preliminare sistemazione delle cabine
passeggeri
Sulle navi passeggeri l’accesso a bordo avviene
tramite scalandroni o rampe appositamente predisposte.
Nei traghetti l’accesso dei passeggeri a piedi è
attraverso il portellone di poppa,
tramite un percorso separato rispetto all’accesso degli autoveicoli.
La sistemazione dei passeggeri avviene dopo la
preventiva pulizia delle cabine e servizi con cambio biancheria. La preparazione
delle cabine da parte dei cabinisti comporta in poche ore il riordino di tutte le cabine, con intensità di lavoro
rilevante e impegno notevole specie per le posizioni costrette nel riordino dei
letti (fino a punte massime di 100 letti rifatti in poco tempo dal singolo
cabinista).
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Attrezzature per la pulizia di pavimenti e moquette–
detergenti/sgrassatori vari – carrelli per biancheria.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
Esposizione
ad agenti biologici per la manipolazione di biancheria sporca
·
Esposizione
ad agenti chimici per inalazione e contatto con prodotti per pulizia
(sgrassatori/detergenti e altro)
·
Posizioni
incongrue nel cambio biancheria
·
Movimentazione
manuale carichi per operazioni di spinta dei carrelli pieni, con rischio di
ribaltamento dei carrelli stessi
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Malattie
infettive
·
Patologie
delle mucose oculari di tipo irritativo
·
Malattie
muscolo-scheletriche (low back pain)
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Formazione/informazione
degli addetti sulle modalità di utilizzo dei prodotti e di corretta movimentazione dei carichi e
prevenzione del low back pain
Ø Utilizzo di prodotti “meno
pericolosi”
Ø Presenza delle schede
informative di sicurezza dei prodotti in uso
Ø Utilizzo di DPI (guanti,
maschere a filtro per uso di prodotti detergenti o disinfettanti pericolosi,
grembiuli)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Titolo VII Protezione da agenti biologici
Art. 78 Valutazione del rischio
Art. 79 Misure tecniche, organizzative, procedurali
Art. 80 Misure igieniche
Art. 85 Informazione e formazione
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.M. 7/9/02: modalità della informazione
su sostanze e preparati pericolosi
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
rifornimenti vari |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
160 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Rifornimenti vari
Rifornimenti e immagazzinamento di generi alimentari
e bevande, di materiali di consumo per macchina e hotel, materiali di
approvvigionamento dei negozi, e di tutti i materiali necessari per le sezioni
di bordo.
Le merci arrivano a bordo dalla banchina, caricate
in modo diverso per le navi da crociera e per le navi ro-ro.
Nel primo caso le merci (distinte fondamentalmente
nelle due grosse categorie dei rifornimenti alimentari o di cambusa e degli altri materiali vari di rifornimento
delle sezioni di hotel e di macchina) sono imbarcate tramite portelloni di accesso al ponte di bordo
libero (in zone distinte per le due categorie di rifornimenti, con condizioni
di lavoro più “pesanti” per la zona rifornimento cambusa) con carrelli a forche
dei fornitori esterni.
Nel secondo caso (traghetti ro-ro) le merci
sono trasportate su camion dei
fornitori tramite le rampe dei garage ai ponti di destinazione e qui prelevate
a mano o con transpallet e carrelli a mano dal personale di bordo (sezione
hotel). Questa operazione, per gli aspetti di rischio legati all’imbarco dei
veicoli dei fornitori, ricade nella descrizione della fase di lavoro “imbarco
veicoli”.
Le merci arrivano in pallet o in confezioni varie,
di diversi pesi e dimensioni, e una volta a bordo, dopo la consegna dai
fornitori, sono ulteriormente movimentate dagli addetti della nave con carrelli
a forche o transpallet o carrelli a mano, o manualmente in caso di piccole
confezioni, e smistate alle zone di immagazzinamento a bordo che servono le
varie sezioni della nave (cambusa, celle frigo, bar, cala nostromo, officine,
negozi e altre).
Nel lasso di tempo molto ristretto in cui avviene la
caricazione dalla banchina alle zone di ricezione a bordo si può determinare,
soprattutto nel ciclo delle navi da crociera, un affollamento di personale
addetto, con utilizzo di attrezzature varie in spazi ristretti.
Alcune delle merci caricate possono contenere agenti
chimici pericolosi (pitture, prodotti per pulizia, per sanificazione,
disinfezione, per lavanderia, sgrassanti, collanti).
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Carrelli a forche (sulle navi da crociera) – transpallet – montacarichi (sulle navi da
crociera) – carrelli a mano – celle
frigo.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
Movimentazione
manuale dei carichi con rischio di lesioni da sforzo
·
Pericolo
di urti o investimento di addetti da parte di attrezzature in movimento, per
scarso coordinamento delle operazioni o inidoneità delle attrezzature
·
Pericolo
di caduta di materiale
·
Pericolo
di caduta dai varchi aperti dei montacarichi
·
Pericolo
di lesioni agli autisti alla guida dei carrelli in caso di attrezzatura non
idonea
·
Microclima
sfavorevole (da bassa temperatura nelle celle frigo, in relazione soprattutto
allo sbalzo termico con l’esterno delle celle)
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
· Malattie muscolo-scheletriche (in relazione a carichi di peso anche non indifferente, da movimentare in grande numero)
·
Traumi e lesioni da schiacciamento da parte del
materiale trasportato e delle attrezzature
·
Traumi e lesioni agli autisti dei carrelli da azione
contusiva per impatto contro strutture nave
·
Traumi e lesioni gravi da caduta attraverso i varchi
aperti dei montacarichi
·
Traumi
e lesioni da investimento
·
Stress
termico (ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli) per addetti a celle
frigo
Capitolo 5 - “Gli interventi”
Ø Organizzazione della
sequenza delle varie fasi di imbarco, smistamento e stoccaggio merci,
coordinamento tra gli addetti, presenza di un responsabile alle operazioni di
imbarco
Ø Formazione degli addetti ad
una corretta movimentazione manuale dei carichi
Ø Utilizzo di attrezzature
atte a ridurre la movimentazione manuale dei carichi (carrelli, transpallet)
Ø Corretta e costante
manutenzione e verifica idoneità delle attrezzature
Ø Utilizzo idonei DPI (scarpe, guanti, indumenti termici per celle
frigo)
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza di imprese esterne per l’imbarco delle
merci e loro consegna a bordo nelle zone di ricezione, in situazioni operative
a volte critiche per interazione di mezzi e addetti a piedi.
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
Art.
18 Uso di trasportatori meccanici continui
D.P.R. 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante approvazione delle norme di sicurezza della
navigazione per le navi passeggeri con locali da carico ro-ro e per le navi da
carico ro-ro.
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI LAVORAZIONE: |
rifornimenti:
bunkeraggio |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Incendio e/o Esplosioni Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici |
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||
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
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||
(riservato all’
ufficio) |
|
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6. N. ADDETTI: |
|
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||
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Rifornimenti: bunkeraggio
Il rifornimento (bunkeraggio) di carburante e
lubrificanti vari avviene normalmente con l’ausilio di “barche cisterna” (bettoline), gestite da imprese
specializzate del porto, che una volta affiancate alla nave da rifornire, tramite manichette flangiate, vengono
collegate alla stazione di rifornimento a bordo. Gli oli lubrificanti possono
essere imbarcati anch’essi tramite bettolina, con identica procedura, o in fusti (in tal caso attraverso la zona
ricezione rifornimenti di macchina, vedere “rifornimenti vari”)
Le operazioni di bunkeraggio sono condotte
prevalentemente dal personale della bettolina, che provvede anche di regola al
collegamento delle manichette a bordo della nave. Gli addetti di bordo
(ufficiale, caporale di macchina, pompiere) sono di assistenza, aiuto,
controllo.
L’operazione di bunkeraggio è preceduta
dall’ormeggio della bettolina alla nave.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Manichette, bettoline per bunkeraggio.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
Esposizione
a sostanze chimiche per contatto e inalazione in relazione a piccoli
sversamenti
·
Pericolo
di incendio ed esplosione
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Dermatiti
da contatto irritative o allergiche in relazione a piccoli sversamenti di
materiale
·
Patologie
delle mucose oculari di tipo irritativi
·
Patologie
a carico delle vie respiratorie superiori su base irritativi
·
Intossicazioni
acute e/o croniche
·
Traumi
e lesioni da esplosione ed incendio, ustioni
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø
Utilizzo
di DPI (guanti per agenti chimici, tute, elmetti, scarpe di sicurezza)
Ø Rispetto rigoroso del
divieto di fumo e delle procedure, allontanamento dalla zona di tutte le
persone estranee, attivazione di servizio continuo di vigilanza antincendio,
divieto di tutte le lavorazioni su nave che possono generare fonti di
ignizione, dotazione di materiali per recupero sversamenti
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza
di impresa esterna, autorizzata specificamente alle operazioni di bunkeraggio
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Legge 13/05/1940, n. 690
Organizzazione e funzionamento del servizio antincendio nei porti
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
Ordinanza N.03/2003 Capitaneria di
Porto di Genova Regolamento di sicurezza e dei
servizi marittimi del Porto di Genova
Capitolo 8 “Il rischio esterno”
Rischio di inquinamento del mare per sversamento di
prodotti. E’ rischio su cui alta e crescente è l’attenzione, in relazione alle
normative internazionali (MARPOL).
Gestione impianti ausiliari ed avviamento motori principali
|
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
gestione impianti
ausiliari ed avviamento motori principali |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
|
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Gestione impianti ausiliari
ed avviamento motori principali
In questa fase di avvio degli impianti di macchina allo scopo di portare gli apparati motore al regime proprio della navigazione, il personale necessario della sezione macchine è presente in sala controllo e in varie zone della sala macchine.
(vedi foto Locale Apparato Motore)
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Impianti
di tipo elettronico installati nella control room, impianti di macchina (apparato
motore, impianti accessori).
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
Rumore.
A livelli elevatissimi nei vari locali tra gli apparati di macchina; la sala controllo è viceversa ambiente
insonorizzato per consentire lo svolgimento della maggior parte delle
operazioni in situazione protetta, limitando i momenti di controllo diretto nei
locali rumorosi
·
Disagio
microclimatico in sala macchine
·
Vibrazioni
La valutazione del rumore in sala macchine (in
prossimità dei motori) indica la presenza di alti valori in molte postazioni
con livelli equivalenti superiori a 100 dB(A) e presenza di componenti tonali a
bassa frequenza. Negli apparati di macchina di ultima generazione (a motore
elettrico) il fenomeno della rumorosità e delle vibrazioni è alquanto attenuato.
Anche
le condizioni di discomfort termico sono elevate in alcune zone della macchina.
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Ipoacusia
da rumore
·
Stress
termico
·
Patologia
da esposizione del corpo intero a vibrazioni (low back pain)
Capitolo 5 - “Gli interventi”
Ø Regolazione dei turni per
ovviare a problemi di sovraesposizione a rumore, calore, stress in sala
macchine e per garantire i giusti periodi di riposo e recupero fisiologico
Ø
Limitazione
dei periodi di presenza al di fuori della control room
Ø
Utilizzo
DPI (tappi – cuffie) sempre all’esterno della control room
Ø Controllo delle potenzialità e dell’efficienza degli impianti di estrazione dell’aria e di ventilazione della sala macchine nel contenere il disagio microclimatico
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
All.
I Fattori di fatica
D.P.R 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante approvazione delle norme di sicurezza della
navigazione per le navi passeggeri con locali da carico ro-ro e per le navi da
carico ro-ro
D.Lgs.vo 4/02/2000 n. 45
Attuazione della direttiva 98/18/CE, relativa alle disposizioni e alle
norme di sicurezza per le navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali
UNI ISO 2923 Misura del
rumore a bordo di navi
IMO
Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on board ships
Capitolo 8 “Il rischio
esterno”
Rischio di emissioni inquinanti di gas e fumi di
scarico dai fumaioli con effetti di inquinamento verso le aree cittadine. E’
rischio su cui crescente è l’attenzione, in relazione alle normative
internazionali (MARPOL). Tra le misure di controllo è stata introdotta
l’installazione di telecamere, collegate con la control room, che monitorano i
fumaioli.
|
|
|
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
disormeggio |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Condizioni di lavoro difficili |
|
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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|
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Disormeggio
manovre di disormeggio in
fase di partenza c/o i posti di manovra ubicati a poppa e a prora
due squadre formate da personale di coperta
(ufficiale, nostromo, marinai), operanti separatamente a poppa e a prua, procedono, con una sequenza codificata e
sotto gli ordini del ponte di comando, al recupero delle cime utilizzate per
fissare la nave alla banchina durante la sua permanenza in porto (vedere la
fase “Conduzione
nave” per i rischi degli ufficiali al comando delle
operazioni di ormeggio).
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Cime
per ormeggio (cavi di polipropilene o nylon) – verricelli.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
di
tipo infortunistico traumatico durante “l’accompagnamento” delle funi sui
tamburi dei verricelli
·
urto
di parti del corpo degli addetti da parte delle funi in tensione che possono
provocare “colpi di frusta” agli addetti presenti nel loro raggio di azione
(per rottura o effetto elastico)
·
aggravanti
(affaticamento – condizioni meteomarine avverse – fretta)
·
esposizione
ad agenti atmosferici
·
movimentazione
manuale dei carichi (cime d’ormeggio)
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Traumi,
schiacciamento, amputazioni dita arti superiori
·
Traumi
e lesioni da investimento gravi o gravissime da investimento da parte dei cavi
di trazione in caso di rottura o effetto elastico: questo tipo di eventi può
avere esito mortale
·
Stress
termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli)
·
Malattie
muscoloscheletriche
Capitolo 5 - “Gli interventi”
Ø
Costante
formazione del personale addetto alle procedure, alla movimentazione manuale
dei carichi
Ø Rigoroso rispetto del piano
d’ormeggio e disormeggio, controllo da parte dei preposti del corretto
svolgimento delle operazioni (soprattutto in relazione alle posizioni sicure
rispetto ai cavi di ormeggio)
Ø
Corretto
e costante controllo/ manutenzione delle attrezzature (funi/cavi, verricelli e
altro)
Ø
Organizzazione
turni lavoro
Ø
Utilizzo
idonei DPI (elmetto, guanti, scarpe)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
All.
I Fattori di fatica
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
|
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|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
Conduzione nave |
|
|
|
|
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
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|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Fattori psicologici |
|
|
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|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
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|
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|
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|
6. N. ADDETTI: |
110 |
|
|
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|
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Dal ponte di comando vengono gestite, in
collegamento con la control room di macchina e con il personale di guardia,
tutte le fasi di governo della nave sulla rotta e dentro i porti, in relazione
alle condizioni del mare e del tempo.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Centraline di navigazione integrata, stazione radio,
impianti di controllo di tipo elettronico (radar, computer stabilità nave,
centraline di sicurezza, allarmi incendio e sprinkler, comunicazioni
emergenza), timone
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Fattore di fatica,
stress psicofisico, specie a carico degli ufficiali, legato al carico di
responsabilità del ruolo e alla fatica accumulata nelle guardie.
E’ collegabile direttamente alla particolare
organizzazione del lavoro: ai turni, alle guardie, al lavoro notturno, alle
scarse possibilità di vero recupero psicofisico e di riposo (nello stesso
contesto di lavoro), alla rigida organizzazione gerarchica, al sovraccarico di
responsabilità in termini di sicurezza nave, oltre che alla natura intrinseca
del lavoro marittimo (lunghi periodi di lontananza da casa, vita collettiva
coatta, turnover dei compagni di lavoro, fattori ambientali esterni critici),
cui si aggiungono, come fattori peggiorativi nel comparto delle crociere, per i
ruoli più bassi di equipaggio, le difficoltà di socializzazione, comunicazione
e di rapporti interpersonali dovute alla presenza di svariate comunità di
nazionalità diversa. L’insieme di
questi elementi genera un fattore di rischio tipico del profilo lavorativo del
marittimo, definito come “fattore di fatica” (all.I D.Lgs.vo 271/99); su di
esso certamente incidono in modo notevole, tra tutti gli elementi, le scarse
qualità e durata dei periodi di riposo e di sonno, pesantemente condizionate
dalla turnazione delle guardie e dalla richiesta di prestazioni straordinarie
per le numerose incombenze eccezionali di bordo, necessarie data la riduzione
notevole degli equipaggi adottata dalle compagnie. E’ evidente come un’attività
organizzata per turni che preveda anche quello notturno, con la conseguente
deprivazione di sonno, possa interferire con il normale alternarsi del ciclo
sonno-veglia nonché con aspetti di tipo psichico e biologico-somatico
Questo fattore di rischio è presente in maggiore o
minore misura per tutti i ruoli marittimi e in tutte le lavorazioni a bordo
delle navi del comparto ma per i ruoli di coperta che presiedono alla
conduzione nave (comandante, ufficiali di guardia) nella navigazione e
soprattutto nelle fasi più critiche di ormeggio, in cui massimo è il carico di
responsabilità legato alla complessità decisionale e “prestazionale “ delle
operazioni.
Capitolo 4 “Il danno atteso”
L’impatto sfavorevole che i ritmi, i turni di
guardia e il lavoro notturno esercitano sulla salute e sul benessere del
lavoratore si manifesta principalmente in tre aspetti:
·
Interferenze con l’assetto
biologico
La principale interferenza con la sfera biologica è
rappresentata da alterazioni del ciclo sonno–veglia. Sono essenzialmente
correlate ad un’attività lavorativa organizzata in turni diurni: “sindrome dei
turnisti”, caratterizzata da insonnia, eccessiva sonnolenza, affaticamento
precoce ed irritabilità.
Possono associarsi inoltre ulcera peptica
gastroduodenale, ipertensione arteriosa e disordini cardiaci.
Altro disturbo assai frequente è rappresentato dalla
comune sonnolenza, tendenza ad addormentarsi in situazioni annoianti e
monotone, che si accompagna a riduzioni dei tempi di reazione, minor
coordinazione motoria, peggioramento delle capacità di memoria e rallentamento
dei processi decisionali. La sonnolenza può poi essere alla base di difficoltà
di concentrazione e di attenzione, esponendo di conseguenza il lavoratore al
rischio di compiere errori nell’esecuzione delle proprie attività quotidiane.
·
Efficienza lavorativa
L’eccessiva sonnolenza e la fatica accumulata possano aumentare il rischio di errori umani.
·
Stato di salute
Il lavoro a turni e notturno influisce in senso
peggiorativo sullo stato di salute per problematiche che possono verificarsi
sia a breve che a lungo termine.
I più frequenti disturbi a breve termine sono
rappresentati da dispepsia, senso di peso postprandiale, pirosi gastrica,
dolori addominali, flatulenza ed irregolarità dell’alvo.
I più frequenti disturbi a lungo termine sono invece
rappresentati da patologie gastrointestinali (gastrite cronica, gastroduodenite
erosiva, ulcera peptica, sindrome del colon irritabile e in alcuni casi, anche
importanti cali ponderali), patologie cardiovascolari (ipertensione arteriosa,
cardiopatia ischemica), sindromi psiconevrotiche (disturbi del comportamento e
dell’affettività, nevrosi ansiose e sindromi depressive), senso di fatica
cronica inevitabilmente correlato alla deprivazione di sonno.
Capitolo 5 “Gli interventi”
Ø Corretta regolazione dei
turni di lavoro e dei carichi di lavoro
Ø rispetto dei limiti di
orario di lavoro e di riposo, salvaguardando la presenza di un periodo
continuativo sufficiente di riposo (almeno 6 ore)
Ø familiarizzazione massima
con gli ambienti e le procedure da parte di tutto l’equipaggio, con particolare
attenzione riservata ai problemi di comunicazione in equipaggi multinazionali
Ø valorizzazione dei momenti
di socialità dell’equipaggio
Ø attenzione alla qualità
degli ambienti di vita a bordo per l’equipaggio
Capitolo 7 “Riferimenti
legislativi”
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
All.
I Fattori di fatica
Legge n.1045 del 16.6.1939, Condizioni di igiene ed
abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali
Legge 157 del 10.4.1981 inerente la ratifica ed
esecuzione delle convenzioni internazionali del lavoro n.109 (durata del lavoro
a bordo ed effettivi dell’equipaggio), 134, 139
Legge 158 del 10.4.1981 inerente la ratifica ed
esecuzione delle convenzioni internazionali del lavoro n.92 e 133 (alloggi
dell’equipaggio a bordo delle navi)
Gestione apparato motore ed
impianti accessori
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
|
|
|
|
|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
Gestione apparato motore ed impianti accessori |
|
|
|
|
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
|
|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici, Agenti Fisici |
|
|
|
|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
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|
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|
6. N. ADDETTI: |
|
||
|
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|
Capitolo 1 - “La fase di lavorazione”
Gestione apparato motore e
impianti accessori
Controllo del funzionamento e gestione propulsori;
monitoraggio di tutti gli impianti accessori attraverso la presenza di
personale in sala controllo e nelle varie zone della sala macchine dove
il personale deve effettuare giri di controllo per verifiche dirette sugli
impianti e intervenire in caso di avarie o necessità di interventi. Nei lavori
di routine della sala macchine rientrano le piccole pulizie dai residui di
sostanze oleose a carico degli addetti di bassa forza di macchina.
(vedi foto Locale
Apparato Motore 2)
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Impianti di tipo elettronico installati nella
control room, impianti di macchina (apparati motore, impianti accessori)
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
rumore.
A livelli elevatissimi in sala macchine (in particolare vicino ai motori e alle
turbine); la sala controllo è viceversa ambiente insonorizzato per consentire
lo svolgimento della maggior parte delle operazioni in situazione protetta,
limitando i momenti di controllo diretto nei locali rumorosi
·
disagio
microclimatico in sala macchine
·
vibrazioni
·
esposizione
a agenti chimici pericolosi per contatto (sostanze oleose, nafta) e per
inalazione (vapori, gas e polveri fini di combustione)
·
pericolo
di scivolamento su strutture metalliche rese scivolose da sostanze oleose
La valutazione del rumore in sala macchine in
assetto di navigazione indica la presenza di alti valori in molte postazioni
con livelli equivalenti superiori a 100 dB(A) e presenza di componenti tonali a
bassa frequenza (20Hz e 31.5Hz). I livelli più elevati si riscontrano al piano
inferiore dei motori e nel locale turbine. Negli apparati di macchina di ultima
generazione (a motore elettrico) il fenomeno della rumorosità e delle
vibrazioni è alquanto attenuato.
Anche
le condizioni di discomfort termico sono elevate in alcune zone della macchina
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
· Ipoacusia da rumore
·
Stress
termico
·
Patologia
da esposizione del corpo intero a vibrazioni (low back pain)
·
Dermatiti
da contatto irritative o allergiche in relazione a presenza sulle strutture di
sostanze oleose, patologie a carico delle vie respiratorie superiori su base
irritativa
·
Traumi
e lesioni da cadute o scivolamento
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Rispetto dei limiti di orario di lavoro e di riposo, regolazione dei turni e dei periodi di presenza sugli impianti per ovviare ai rischi di esposizione al rumore e calore in sala macchine e per garantire i giusti periodi di riposo e recupero fisiologico
Ø Controllo delle potenzialità e dell’efficienza degli impianti di estrazione dell’aria e di ventilazione della sala macchine nel contenere il disagio microclimatico e la dispersione di inquinanti nell’aria
Ø
Limitazione
dei periodi di presenza al di fuori della control room
Ø
Utilizzo
DPI (tappi – cuffie) sempre all’esterno della control room
Ø
Costante
pulizia e controllo rispetto alle perdite o sversamenti di oli e sostanze
Ø
Utilizzo
DPI (guanti, scarpe con suola antiscivolo)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
11 Orario di lavoro a bordo delle navi mercantili e da pesca
All.
I Fattori di fatica
D.P.R 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante approvazione delle norme di sicurezza della
navigazione per le navi passeggeri con locali da carico ro-ro e per le navi da
carico ro-ro
D.Lgs.vo 4/02/2000 n. 45
Attuazione della
direttiva 98/18/CE, relativa alle disposizioni e alle norme di sicurezza per le
navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali
UNI ISO 2923 Misura del
rumore a bordo di navi
IMO
Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on board ships
Gestione passeggeri – Escursioni con tender
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
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|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
gestione passeggeri
– escursioni con tender |
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|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Fattori psicologici, Condizioni di lavoro difficili |
|
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|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
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|
6. N. ADDETTI: |
1200 |
|
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Gestione passeggeri -
Escursioni con tender
Molteplici e in costante aumento sono le offerte di
intrattenimento dei passeggeri a bordo che comportano attività lavorative a
carico di addetti prevalentemente non marittimi, specie sulle navi da crociera
(casinò – parrucchieri – estetica – palestra – fotografi – spettacoli –
animazione – piscine). Alcune di esse possono comportare specificità di rischi
che prescindono dal contesto navale in
cui si svolgono; per le premesse contenute nel documento di comparto non si
analizzano i fattori di rischio di queste attività tipicamente “terrestri”. Tra
le attività di intrattenimento delle navi da crociera del comparto quella che
ha tipicità marittime proprie è legata alle escursioni con tender su località
che si trovano sulla rotta della crociera.
L’attività consiste nella gestione dello sbarco,
tramite apposite scialuppe, di un numero anche consistente di passeggeri e di
personale di equipaggio in appoggio, di un numero molto rilevante di provviste
alimentari e attrezzature per la gestione del pranzo durante la sosta. È per
l’equipaggio un momento di mobilitazione che può presentare elementi aggiuntivi
di rischio, specie in condizioni meteomarine difficili (ad es. per moto ondoso
o risacca).
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Scialuppe,
cime di ormeggio, rampe di discesa passeggeri.
Le
scialuppe possono essere quelle di salvataggio della nave, abilitate anche come
tender, o altre di appoggio provenienti dai territori oggetto dell’escursione.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
movimentazione
manuale dei carichi
·
pericolo
di caduta in mare in prossimità della nave e tra nave e scialuppa
·
pericolo
di cadute e scivolamenti per l’instabilità delle scialuppe
·
pericolo
di urti, traumi, lesioni durante il momento dell’affiancamento
dell’imbarcazione alla nave
·
fattore
di fatica, legato soprattutto al carico
di responsabilità nella gestione dei passeggeri in operazioni non routinarie
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
· Malattie muscolo-scheletriche (carichi di peso non indifferente, da movimentare in grande numero)
·
Traumi
e lesioni gravi da intrappolamento di parti del corpo, da cadute per
scivolamento, da cadute tra nave e scialuppa
·
Ipotermia
per caduta in mare
·
Sommersione
o annegamento
·
Stress
psicofisico
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø utilizzo di salvagenti e di
idonei DPI (scarpe)
Ø organizzazione della
movimentazione e delle squadre in modo da consentire ritmi di lavoro
adeguati
Ø formazione e addestramento
del personale addetto sulle procedure specifiche della operazione tese a
eliminare il rischio di cadute dall’alto e in mare e sulla corretta
movimentazione dei carichi
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
11 Orario di lavoro a bordo delle navi mercantili e da pesca
All.
I Fattori di fatica
|
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|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
gestione rifiuti |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenze di sicurezza su Macchine e Apparecchiature, Manipolazione di Sostanze pericolose Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici, Agenti Biologici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
3000 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Gestione rifiuti
Operazioni di raccolta, trasporto, trattamento e
stoccaggio fino all’arrivo in porto dei rifiuti delle aree passeggeri, dei
rifiuti alimentari e dei rifiuti delle aree tecniche di bordo
La gestione presenta alcune diversità tra navi da
crociere e traghetti per i diversi tempi di navigazione, che comportano per le
navi da crociera un accumulo più consistente di rifiuti prima del conferimento
a smaltitori, e di conseguenza una necessità di separazione e compattazione
maggiore.
Rifiuti da cucina/ristoranti/bar: raccolta, triturazione (dei rifiuti alimentari), compattazione (del metallo leggero e dei cartoni) e stoccaggio in apposite aree separate (refrigerate sulle navi passeggeri).
Rifiuti lavorazioni, rifiuti chimici: raccolta e stoccaggio in apposite aree separate per tipologia.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Compattatore,
trituratore, tritavetro, transpallets, carrelli a mano.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
rumore
causato da trituratore e compattatore
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Malattie muscolo/scheletriche
·
Malattie
infettive
·
Ferite
da punta e da taglio
·
Dermatiti
da contatto irritative o allergiche
·
Patologie
a carico delle vie respiratorie superiori su base irritativa
·
Traumi
e lesioni gravi da schiacciamento e intrappolamento di parti del corpo da parte
di macchine
·
Ipoacusia
da rumore nella zona trituratore e compattatore
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Formazione addetti ad una
corretta movimentazione manuale dei carichi
Ø Utilizzo di idonee attrezzature atte a ridurre la movimentazione manuale dei carichi (carrelli)
Ø Corretta dotazione
antinfortunistica (protezioni) dei macchinari
Ø Corretta e costante
manutenzione dei macchinari
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Titolo VII Protezione da agenti biologici
Art. 78 Valutazione del rischio
Art. 79 Misure tecniche, organizzative, procedurali
Art. 80 Misure igieniche
Art. 85 Informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Titolo
III – Capo IV Macchine operatrici
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
ormeggio |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Condizioni di lavoro difficili |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
300 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Ormeggio
Manovre di ormeggio in fase
di arrivo c/o i posti di manovra ubicati a poppa e a prora.
Due squadre formate da personale di coperta
(ufficiale, nostromo, marinai), operanti separatamente a poppa e a prua,
procedono, con una sequenza codificata e sotto gli ordini del ponte di comando,
al posizionamento delle cime utilizzate per fissare la nave alla banchina
assicurandone una posizione sicura e stabile per la permanenza all’ormeggio in
porto (vedere la fase “Conduzione nave” per i rischi
degli ufficiali al comando delle operazioni di ormeggio).
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Cime
per ormeggio (cavi di polipropilene o nylon) – verricelli.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
di
tipo infortunistico traumatico durante “l’accompagnamento” delle funi sui
tamburi dei verricelli
·
urto
di parti del corpo degli addetti da parte delle funi in tensione che possono
provocare “colpi di frusta” (per
rottura o effetto elastico)
·
aggravanti
(affaticamento – condizioni meteomarine avverse – fretta )
·
esposizione
a agenti atmosferici
·
movimentazione
manuale dei carichi (cime di ormeggio)
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Schiacciamento
arti (dita mani)
·
Lesioni
traumatiche gravi o gravissime per investimento degli addetti da parte dei cavi
di trazione in caso di rottura o effetto elastico: questo tipo di eventi ha spesso esito mortale.
·
Stress
termico (ipertermia o ipotermia da condizioni climatiche sfavorevoli)
·
Malattie
muscolo-scheletriche
Nel 1999 due marittimi, a
bordo di una nave, non appartenente al comparto in questione (nave trasporto
merci), in fase di ormeggio nel Porto di Genova, sono morti in quanto investiti
da un cavo, allentato dalla fuoriuscita di una puleggia di rinvio e
violentemente entrato in tensione.
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Costante formazione del
personale addetto alle procedure, alla movimentazione manuale dei carichi
Ø Rigoroso rispetto del piano
d’ormeggio e disormeggio, controllo da parte dei preposti del corretto
svolgimento delle operazioni
Ø Corretto e costante
controllo/ manutenzione delle attrezzature (funi/cavi, verricelli, ecc.)
Ø Organizzazione turni lavoro
Ø Utilizzo idonei DPI
(elmetto, guanti, scarpe)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
All.
I Fattori di fatica
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
sbarco veicoli |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici, Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Fattori psicologici, Condizioni di lavoro difficili |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
150 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Sbarco veicoli
È fase di lavoro presente solo nelle navi (traghetti
e ro-ro) che consentono il trasporto di veicoli al seguito (non è presente
sulle navi da crociera); i veicoli possono essere automobili al seguito di
passeggeri ma anche veicoli di tipo commerciale (furgoni, camion, semirimorchi):
la fase di sbarco si svolge a partire dai garage di bordo per arrivare al
piazzale di sbarco.
Uscita dei veicoli dai garage di bordo fino alla
banchina a terra tramite le apposite rampe – organizzazione dello sbarco da
parte di addetti dell’equipaggio con indicazione agli autisti (lavoratori
portuali o passeggeri alla guida) delle manovre da attuare - derizzaggio dei
mezzi precedentemente rizzati (questa fase può essere, nei diversi porti, a
carico della organizzazione della manodopera portuale o dei marittimi; a Genova
è a carico dell’impresa di manodopera portuale).
Una parte del carico può essere costituita da
semirimorchi, la cui movimentazione a mezzo di motrici a ralla condotte a bordo
viene appaltata alla impresa di
manodopera portuale o ad altra impresa portuale.
Nel caso dei semirimorchi l’operazione di
derizzaggio del mezzo (a carico di personale di equipaggio o di manodopera
portuale) consiste nell’allentare e rimuovere i sistemi di rizzaggio (catene,
tornichetti); il semirimorchio è quindi agganciato ad una motrice e sollevato,
il personale sfila il cavalletto di sostegno e rimuove i cunei dalle ruote, in
modo che il semirimorchio possa essere sbarcato dalla motrice.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Attrezzature per il derizzaggio del carico rizzato
in stiva nel porto di provenienza (funi, catene con tensionatori, ganci, aste
con tornichetti, cavalletti per semirimorchi, cunei di stazionamento ecc.)
motrici a ralla per lo sbarco dei semirimorchi.
La fase di lavoro deve essere “assistita” da
impianti di estrazione fumi, illuminazione, antincendio.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
esposizione
a polveri, fumi e gas di scarico autoveicoli a benzina e diesel
·
rumore
·
movimentazione
manuale di attrezzature, con pericolo di urto su strutture di parti del corpo
(arti, capo), a causa di insufficiente spazio, e con rischio di strappi
muscolari nelle operazioni di derizzaggio
·
pericolo
di investimento da autoveicoli in movimento
·
pericolo
di urto da parte di oggetti presenti sui piani dei garage: pericolo di “sparo”
dei cunei non rimossi da parte delle ruote dei
mezzi
·
pericolo
di urto per caduta di attrezzature
La fase di sbarco usualmente precede di pochissimo l’opposta fase di
imbarco dei veicoli del viaggio successivo, usualmente sbarcano prima le
automobili e successivamente i mezzi pesanti. Il personale addetto (ufficiali
di coperta e marinai) si posiziona sul piazzale, sulla rampa di sbarco e tra le
corsie all’interno dei garage. Spesso si determinano code di mezzi a motore
acceso sulle rampe e in manovra nei
garage.
La presenza di gas e fumi nei garage è altamente
probabile con punte che in alcuni momenti raggiungono valori elevati per il CO
(ossido di carbonio) e apprezzabili per le polveri
Valori massimi rilevati in campagne di rilevazione
nella fase di sbarco:
v Polveri Totali Sospese fino
a 6.5 mg/mc
v CO > 75 ppm (misure
istantanee)
v IPA < 20 mg/mc
v
Livelli
equivalenti di rumore in postazioni lavorative da 86 a 89.8 dB(A)
v
In
alcune postazioni si registrano valori di pressione acustica istantanea non
ponderata superiori a 140 dB per effetto di urti sulle strutture metalliche
della nave.
Il rischio da eventi di tipo infortunistico è assai
probabile, data la ristrettezza dei tempi delle operazioni e la criticità
dell’organizzazione (presenza di molti soggetti esterni alla nave).
Le attrezzature utilizzate per il rizzaggio dei
mezzi devono essere immediatamente raccolte e
posizionate in zona sicura (o comunque in appositi contenitori) rispetto
al passaggio dei veicoli in transito onde evitare che i pneumatici passando
sopra ai materiali lasciati a terra
proiettino gli stessi contro gli addetti presenti in zona.
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Condizioni
morbose respiratorie da inalazione di fumi e vapori
·
Patologie delle mucose oculari di tipo irritativo
·
Intossicazioni
da gas, fumi e vapori
·
Ipoacusia
da rumore
· Trauma acustico acuto in relazione a rumori impulsivi
·
Malattie
muscolo-scheletriche (attrezzature di rizzaggio di peso non indifferente, da
allentare e movimentare in grande numero)
· Traumi e lesioni per urto di parti del corpo (arti, testa) contro strutture nave
·
Traumi
e lesioni gravi da investimento
·
Traumi
e lesioni da caduta di oggetti su parti del corpo (tornichetti, catene,
cavalletti)
·
Traumi
e lesioni gravi da proiezione di oggetti presenti, in particolare cunei, “sparati” dalle ruote dei veicoli
Tra i casi di infortuni occorsi a Genova negli
ultimi anni in questa fase di lavoro tre in particolare hanno comportato
lesioni molto gravi, fratture di arti e danni ad organi interni a lavoratori
portuali. Nel caso specifico durante le operazioni di sbarco dei mezzi da un
traghetto, un cuneo di legno (in altri casi sono utilizzati cunei di gomma
rigida, che presentano per altro lo stesso rischio di proiezione), lasciato sul
pavimento del garage, al passaggio di un camion veniva proiettato in aria dalle
ruote del mezzo e colpiva violentemente
alle gambe un portuale addetto al derizzaggio. Con la stessa dinamica in altri
due casi i lavoratori colpiti hanno riportato rispettivamente l’asportazione
della milza e una frattura al braccio. Uno di questi eventi è occorso nello
sbarco da una nave della compagnia B ai danni di un lavoratore della compagnia
di manodopera portuale (impresa esterna).
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Esposizione a polveri, fumi e gas di scarico:
Ø Verifica dell’efficacia
impianti di estrazione dell’aria
Ø Organizzazione controllata
accensione/spegnimento motori e fasi di sbarco in modo da avere il minor numero
di motori accesi contemporaneamente, regolamentazione flusso dei mezzi in modo
da non determinare code di autoveicoli in sbarco
Ø Sistematica pulizia delle
stive
Ø Controllo istantaneo della
concentrazione di CO con rilevatore dotato di sistema di allarme e, in caso di
superamento di livelli di allarme prefissati, utilizzo idonei D.P.I.
(semimaschera combinata per CO e
polveri) e sospensione delle operazioni fino a ripristino di concentrazioni basse.
Rumore:
Ø Riduzione alla fonte
(controllo e manutenzione costante delle parti rotanti degli impianti
immissione/estrazione; controllo sui comportamenti che determinano urti sulle
superfici metalliche con conseguente rumore impulsivo)
Ø Organizzazione
accensione/spegnimento motori e fasi di sbarco in modo da avere il minor numero
di mezzi accesi contemporaneamente
Ø Regolamentazione durata
turni lavoro
Ø Utilizzo di idonei D.P.I.
Movimentazione manuale di attrezzature con rischio
di lesioni da sforzo nelle operazioni di rizzaggio:
Ø Valutazione dei pesi dei
pezzi da movimentare contemporaneamente, uso di sistemi di rizzaggio idonei che
riducano lo sforzo
Pericolo di investimento:
Ø Organizzazione fasi sbarco,
regolamentazione della circolazione di mezzi e uomini a piedi (addetti allo
sbarco e autisti che raggiungono i mezzi), applicare percorsi separati per
persone non operative e mezzi, coordinamento tra soggetti (personale marittimo preposto alla gestione
dello sbarco, organizzazione della manodopera portuale che sbarca i
semirimorchi, passeggeri autisti), presenza di preposto segnalatore nello
sbarco dei semirimorchi; gli autisti delle motrici che sbarcano i semirimorchi
devono immediatamente fermarsi se il segnalatore non è nel loro campo visivo.
Ø Adeguata illuminazione
garage di almeno 50 lux
Ø Utilizzo indumenti ad alta
visibilità da parte del personale operativo addetto
Pericolo di urto per proiezione di oggetti presenti
sui piani dei garage: “sparo” dei cunei e altri oggetti
Ø Le attrezzature utilizzate
per il rizzaggio dei mezzi imbarcati devono essere immediatamente raccolte
e posizionate in zona sicura (o
comunque in appositi contenitori) rispetto al passaggio dei veicoli in transito
onde evitare che i pneumatici, passando sopra ai materiali lasciati a terra, proiettino gli stessi
contro gli addetti presenti in zona.
Pericolo di urto per caduta di attrezzature e di
urto contro strutture
Ø Utilizzo idonei DPI (scarpe,
elmetti con sottogola, guanti)
Ø Distanze di sistemazione dei
mezzi adeguate
Ø Ritmi di lavoro che
consentano l’attenzione necessaria agli addetti
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza di impresa di manodopera portuale o altra
impresa portuale per le operazioni di movimentazione dei semirimorchi e per le
operazioni di rizzaggio e derizzaggio dei mezzi nei garage (se non svolte dal
personale della nave). La interazione tra le due organizzazioni (impresa di
terra e personale della nave) in un contesto di operazioni così intense e
rischiose rende essenziale uno forte coordinamento da parte dei preposti della
nave e una stretta intesa tra i lavoratori presenti.
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Titolo VII Protezione da agenti biologici
Art. 78 Valutazione del rischio
Art. 79 Misure tecniche, organizzative, procedurali
Art. 80 Misure igieniche
Art. 85 Informazione e formazione
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
8 Mezzi di accesso a bordo non in dotazione alla nave
Art.
9 Scale di accesso alle stive non in dotazione alla nave
Art.
10 Spazio libero per l’accesso alle stive
Art.
11 Boccaporti
Art.
13 Lavori in stiva
Art.
17 Utilizzo dei veicoli nei magazzini e nelle stive
Art.
34 Divieto di imbarco di veicoli con sovraccarico su navi traghetto e navi a
carico orizzontale
Art.
35 Stivaggio dei veicoli e sistemazione a bordo su navi traghetto e navi a
carico orizzontale
Art.
36 Livello di inquinamento e rumorosità sulle navi traghetto e sulle navi a
carico orizzontale
D.Lgs.vo 277/91: protezione dei lavoratori contro i rischi
di esposizione a rumore.
Art.
2 obblighi del datore di lavoro
Art.
3 requisiti della segnaletica
Art.
4 Informazione e formazione
UNI ISO 2923 Misura del rumore a bordo di
navi
IMO
Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on
board ships
D.P.R 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante approvazione delle norme di sicurezza della
navigazione per le navi passeggeri con locali da carico ro-ro e per le navi da
carico ro-ro
D.Lgs.vo 4/02/2000 n. 45
Attuazione della
direttiva 98/18/CE, relativa alle disposizioni e alle norme di sicurezza per le
navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali
Capitolo 8 - “Il rischio
esterno”
Emissioni in ambiente portuale dei prodotti di
combustione dei mezzi in imbarco. Il rischio è quantificabile in analogia ad un
ambiente stradale congestionato.
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
sbarco bagagli |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
|
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|
(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
2000 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Sbarco bagagli
Recupero dei bagagli dalle
cabine e sbarco a terra
È
fase rilevante per le navi da crociera.
Il personale di hotel provvede al recupero dei
bagagli dalle cabine e con l’aiuto di
piccoli carrelli manuali o con passaggi a mano provvede al conferimento fino
alla coperta. I bagagli sono sottoposti
a controllo RX e scaricati in banchina dall’impresa di manodopera portuale
tramite gabbie movimentate da carrello a forche o tramite nastro trasportatore.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Carrelli a forche (di bordo e dell’impresa di manodopera portuale) – nastri trasportatori (del terminal passeggeri portuale) – carrelli a mano – gabbie – apparecchi RX scopia per controllo contenuto bagagli.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
pericolo
di urto e schiacciamento per caduta di bagagli e di attrezzature manuali su
parti del corpo degli addetti; probabile specie nella fase di alimentazione e
scarico del nastro trasportatore e nella fase di movimentazione delle gabbie e
dei carrelli
·
pericolo
di urti o investimento di addetti da attrezzature in movimento, per scarso
coordinamento delle operazioni o inidoneità delle attrezzature
·
movimentazione
manuale carichi per trasporto dei bagagli
a mano e per operazioni di spinta dei carrelli: rischio assai probabile
data l’alta intensità di lavoro in considerazione delle migliaia di bagagli
movimentati in un tempo ristretto
·
pericolo
di afferramento di parti degli arti superiori (dita) da elementi in moto
dei nastri trasportatori
·
pericolo
di esposizione a RX del personale addetto al passaggio bagagli sul nastro
dell’apparecchio RX scopia (rischio quantificabile come scarsamente
probabile)
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Traumi e lesioni da schiacciamento da parte del
materiale trasportato e delle attrezzature
·
Traumi,
schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori (nell’uso di nastri
trasportatori)
·
Traumi
e lesioni da investimento da attrezzature in movimento
· Malattie muscolo-scheletriche (in relazione a bagagli di peso anche non indifferente, da movimentare in grande numero)
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø
Organizzazione
della movimentazione in modo da consentire ritmi di lavoro adeguati
Ø
Formazione
del personale addetto alla corretta movimentazione dei carichi
Ø Corretto e costante
controllo/manutenzione delle attrezzature (nastri trasportatori, carrelli a
forche) con particolare attenzione al controllo dei dispositivi di sicurezza
per i nastri trasportatori
Ø Utilizzo dei DPI (scarpe di
sicurezza, elmetto)
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza di impresa di manodopera portuale per le
operazioni di sbarco da bordo fino a terra dei bagagli
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
18 Uso di trasportatori meccanici continui
Spegnimento motori principali e
gestione impianti ausiliari
|
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
spegnimento motori
principali e gestione impianti ausiliari |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
|
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|
(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
270 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Spegnimento
motori principali e gestione impianti
ausiliari
(per le navi traghetto, limitatamente agli scali che comportano soste brevi, i motori principali restano in funzione)
Presenza di personale in sala controllo e in varie
zone della sala macchine, per le operazioni di predisposizione della macchina
alla sosta.
(vedi foto Locale Apparato Motore 3)
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Impianti di tipo elettronico installati nella
control room, impianti di macchina (apparato motore, impianti accessori).
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
Rumore.
A livelli elevatissimi nei vari locali tra gli apparati di macchina, la sala controllo è viceversa ambiente
insonorizzato per consentire lo svolgimento della maggior parte delle
operazioni in situazione protetta, limitando i momenti di controllo diretto nei
locali rumorosi
·
Disagio
microclimatico in sala macchine
·
Vibrazioni
La valutazione del rumore in sala macchine indica la
presenza di alti valori in molte postazioni con livelli equivalenti superiori a
100 dB(A) e presenza di componenti tonali a bassa frequenza. Negli apparati di
macchina di ultima generazione (a motore elettrico) il fenomeno della
rumorosità e delle vibrazioni è alquanto attenuato.
Anche
le condizioni di discomfort termico sono elevate in alcune zone della macchina.
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Ipoacusia
da rumore
·
Stress
termico
·
Patologia
da esposizione del corpo intero a vibrazioni (low back pain)
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Regolazione dei turni per
ovviare a problemi di sovraesposizione a rumore, calore, stress in sala
macchine e per garantire i giusti periodi di riposo e recupero fisiologico
Ø
Limitazione
dei periodi di presenza al di fuori della control room
Ø
Utilizzo
DPI (tappi – cuffie) sempre all’esterno della control room
Ø Controllo delle potenzialità e dell’efficienza degli impianti di estrazione dell’aria e di ventilazione della sala macchine nel contenere il disagio microclimatico
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
11 Orario di lavoro a bordo delle navi mercantili e da pesca
All.
I Fattori di fatica
D.P.R 29/03/1993, n. 188
Regolamento recante approvazione delle norme di sicurezza della
navigazione per le navi passeggeri con locali da carico ro-ro e per le navi da
carico ro-ro
D.Lgs.vo 4/02/2000 n. 45
Attuazione della
direttiva 98/18/CE, relativa alle disposizioni e alle norme di sicurezza per le
navi da passeggeri adibite a viaggi nazionali
UNI ISO 2923 Misura del
rumore a bordo di navi
IMO Resolution A.468 (XII)
Code on noise levels on board ships
|
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
sbarco rifiuti |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi trasversali
– organizzativi: |
|
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5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
110 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Sbarco rifiuti
Trasporto dei rifiuti condizionati dalle aree di stoccaggio intermedie di bordo
fino ai punti di raccolta e da qui fino a terra tramite le rampe dei garage
nelle navi ro-ro e tramite appositi portelloni di murata per sbarco rifiuti
nelle navi da crociera; organizzazione dello sbarco da parte di addetti della
sezione coperta con indicazione delle operazioni da attuare al personale delle imprese preposte al
ritiro dei rifiuti.
Il ritiro dei rifiuti viene effettuato nelle navi traghetto all’interno dei garage con
automezzi di imprese esterne che prelevano contenitori “open top” o
“scarrabili” da bordo e li trasportano in banchina; nelle navi da crociera lo
sbarco avviene generalmente dalla zona rifiuti tramite portellone di murata
lato mare che consente di scaricare su
bettolina sottostante.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
movimentazione
manuale dei carichi con rischio di lesioni da sforzo
·
pericolo
di urti o investimento di addetti da attrezzature in movimento, per scarso
coordinamento delle operazioni o inidoneità delle attrezzature
·
pericolo
di caduta di materiale
·
pericolo
di lesioni agli autisti alla guida dei carrelli in caso di attrezzatura non
idonea
·
pericolo
di caduta da varchi aperti in mare o sopra le sottostanti chiatte
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
· Malattie muscolo-scheletriche (carichi di peso anche non indifferente, da movimentare in grande numero)
· Traumi, lesioni da schiacciamento da parte del materiale trasportato e delle attrezzature
· Schiacciamento arti per movimentazione manuale carichi
·
Politraumatismi
da cadute dall’alto
·
Ipotermia
per caduta in mare
·
Sommersione
o annegamento
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø organizzazione della
sequenza e delle corrette procedure delle varie fasi di sbarco, con particolare
attenzione alla predisposizione di misure di protezione per il rischio di
caduta da varchi aperti, coordinamento tra gli addetti, presenza di un
responsabile alle operazioni di sbarco
Ø
formazione
degli addetti ad una corretta movimentazione manuale dei carichi
Ø utilizzo di attrezzature
atte a ridurre la movimentazione manuale dei carichi (carrelli, transpallet,
nastri trasportatori)
Ø corretta e costante
manutenzione e verifica idoneità delle attrezzature
Ø utilizzo idonei DPI (scarpe, guanti)
Capitolo 6 - “Appalto a
ditta esterna ”
Presenza di imprese esterne per lo sbarco dei
rifiuti.
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
Art.
18 Uso di trasportatori meccanici continui
|
|
|
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
cucina – ristorante – bar |
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|
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3. COD.INAIL: |
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|
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: |
|
|
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|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
|
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|
6. N. ADDETTI: |
|
||
|
|
|
|
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Cucina - Ristorante – Bar
Cucina
passeggeri e cucina equipaggio:
§
preparazione
dei cibi e manipolazione alimenti nei
locali cucina – panificio - pasticceria – macelleria
§
lavaggio
stoviglie e accessori, lavaggio cucine
La
cucina passeggeri è uno degli ambienti della nave dove c’è più concentrazione
di personale, con alto carico di lavoro in tempi ristretti.
Ristoranti
– bar:
presentano problematiche analoghe a quelle degli
esercizi dello stesso genere di terra, con il rischio aggiuntivo della instabilità determinata dal mare.
Secondo le nuove prassi determinate dagli alti standard igienici a bordo, si
stanno riducendo al massimo le manipolazioni degli alimenti a carico del
personale dei ristoranti e bar, spostando tutte le preparazioni con i relativi
rischi alle cucine.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Fornelli,
piastre, friggitrici e forni, frigoriferi, celle frigorifere.
Impastatrici,
mixer, pelapatate, aprilattine, affettatrici, tritacarne, segaossa.
Utensili
vari da taglio.
Lavastoviglie,
macchine bar.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
stress
termico (calore, umidità, basse temperature nelle celle frigo, sbalzi termici)
·
pericolo
di tagli da utilizzo di attrezzi taglienti in cucina e da bicchieri e bottiglie
in bar e ristoranti
·
pericolo
di traumi, schiacciamenti, tagli, amputazioni per l’utilizzo di macchine inidonee
·
pericolo
di ustioni da presenza di parti e/o sostanze calde
·
pericolo
di scivolamento su pavimenti umidi/bagnati
·
pericolo
di irritazione per contatto con detersivi, sgrassanti e altri prodotti da pulizia
·
rischi
infortunistici da interferenza tra molte persone presenti in spazi ristretti in
cucina
·
fattore
di fatica per l’alto carico di lavoro in tempi limitati
·
pericolo
di incendio per presenza di lavorazioni a caldo e utenze elettriche
·
rischio
elettrico in ambienti umidi
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Stress
psicofisico dovuto a fattore di fatica (vedere fase “conduzione nave”),
calore, umidità
·
Stress
termico da condizioni climatiche sfavorevoli
·
Ferite
da taglio e da punta per l’utilizzo di
oggetti taglienti (attrezzi, vetri rotti)
·
Traumi,
schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori per utilizzo di macchine
inidonee
·
Ustioni
per contatto con parti calde / liquidi bollenti e vapore (forni, fornelli,
piastre, pentole, acqua/olio bollenti)
·
Contusioni
e traumi per urti contro strutture e scivolamento su pavimento umido/bagnato
·
Allergie/irritazioni
cutanee per utilizzo detersivi
·
Folgorazione:
effetti generali / lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico)
·
Traumi
e lesioni da incendio
Capitolo 5 - “Gli interventi”
Ø Organizzazione del lavoro
mirata a razionalizzare i diversi processi di preparazione dei cibi e di
gestione degli ambienti: in particolare adozione di procedure rigorose sulla
tempistica e modalità delle pulizie (evitando pulizie con acqua in presenza di
macchine e impianti alimentati elettricamente)
Ø Formazione del personale sui
rischi legati alle attrezzature, agli impianti e agli agenti chimici
Ø Adeguato condizionamento dei
locali
Ø Realizzazione di pavimenti
antisdrucciolo
Ø Attenzione costante alla
pulizia del pavimento
Ø Idonee dotazioni di
sicurezza delle macchine
Ø Corretta e costante
manutenzione delle macchine e degli impianti con particolare riferimento al
rischio elettrico
Ø Presenza delle schede
informative di sicurezza dei prodotti in uso
Ø Utilizzo DPI (guanti e
grembiali antitaglio, scarpe antisdrucciolo, indumenti termici per celle
frigorifere, guanti per lavaggio stoviglie)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.P.R. 547/55: Norme per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro
Titolo
III Norme generali di protezione delle
macchine
Legge 16/06/1939, n. 1045: Condizioni per
l’igiene e l’abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili
nazionali
D.M. 7/9/02: modalità della informazione
su sostanze e preparati pericolosi
|
|
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
|
|
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|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
lavanderia |
|
|
|
|
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3. COD.INAIL: |
8260 |
|
|
|
|
|
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature, Manipolazione di Sostanze pericolose Rischi per la
salute o igienico ambientali: Rischi trasversali
– organizzativi: |
|
|
|
|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
|
|
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|
|
|
6. N. ADDETTI: |
150 |
|
|
|
|
|
|
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Lavanderia
È
fase rilevante a bordo delle navi da crociera; è prestazione fornita
principalmente da appalti di terra per le navi traghetti.
Arrivo
biancheria sporca di camera e di hotel nei locali lavanderia – lavaggio – stiratura.
Capitolo 2 - Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Lavatrici,
lavatrici a secco, essiccatrici, mangani, presse da stiro.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
disagio
microclimatico (calore + umidità)
·
rischio
biologico dovuto al contatto con biancheria sporca
·
rischio
per contatto e inalazione di agenti chimici nell’utilizzo di detersivi,
solventi clorurati, smacchiatori
·
pericolo
di ustioni dovute al contatto con parti calde
·
pericolo
di traumi, schiacciamenti, tagli per l’utilizzo di macchine inidonee
·
movimentazione
manuale carichi
·
mantenimento
protratto di posizioni di lavoro fisse
·
movimenti
ripetitivi e/o forzati degli arti superiori
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
Ø
Ustioni
da contatto con parti calde
Ø
Traumi,
schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori per utilizzo di macchine
inidonee
Ø
Dermatiti
da contatto irritative o allergiche
Ø
Patologie
delle mucose oculari di tipo irritativo
Ø
Patologie
a carico delle vie respiratorie superiori su base irritativa
Ø
Malattie
infettive
Ø
Malattie
muscolo-scheletriche
Ø
Patologie
da movimenti ripetitivi e/o forzati degli arti superiori
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø
Formazione
del personale sui rischi legati alle attrezzature e impianti
Ø
Adeguata
organizzazione del lavoro
Ø
Idoneo
condizionamento dei locali
Ø
Corretta
dotazione antinfortunistica (protezioni) delle macchine
Ø
Corretta
e costante manutenzione delle macchine
Ø
Presenza
delle schede informative di sicurezza dei prodotti in uso
Ø Utilizzo DPI (guanti nella manipolazione dello sporco, semimaschera a filtri nell’utilizzo degli agenti chimici pericolosi, grembiuli per utilizzo di prodotti chimici, scarpe di sicurezza)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.M. 7/9/02: modalità della informazione
su sostanze e preparati pericolosi
D.P.R. 547/55: Norme per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro
Titolo
III Norme generali di protezione delle
macchine
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
|
|
|
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|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
pulizie |
|
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|
3. COD.INAIL: |
0300 |
|
|
|
|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Manipolazione di Sostanze pericolose Rischi per la
salute o igienico ambientali: Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
|
|
|
|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
|
|
|
|
|
|
|
6. N. ADDETTI: |
2400 |
|
|
|
|
|
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Pulizie
Pulizie di tutte le parti interne (cabine dei
passeggeri e dell’equipaggio, zone pubbliche, scale), di alcune parti esterne
(piscine, passeggiate) e di alcune aree destinate ai servizi nave (es.
lavanderia). Uso di detergenti/sgrassatori/disinfettanti. Operazione a carico
di personale di hotel.
La gestione delle piscine e delle vasche per
idromassaggio comporta la costante disinfezione per clorazione (o bromazione)
dell’acqua, con aggiunta di prodotti nel ricircolo dell’acqua.
Periodicamente il personale di pulizia effettua la
disinfezione delle docce.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Attrezzature per la pulizia di pavimenti, moquette,
servizi igienici.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
esposizione
ad agenti chimici per inalazione e contatto con prodotti per pulizia
(sgrassatori/detergenti/disinfettanti)
·
movimentazione
manuale dei carichi (posizioni incongrue)
·
esposizione
ad agenti biologici
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Patologie
delle mucose oculari di tipo irritativo
·
Malattie
muscolo-scheletriche (low back pain)
·
Malattie
infettive
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Formazione/informazione
degli addetti sulle modalità di utilizzo dei prodotti e di corretta movimentazione dei carichi e
prevenzione del low back pain
Ø Utilizzo di prodotti “meno
pericolosi”
Ø
Presenza
delle schede informative di sicurezza dei prodotti in uso
Ø Utilizzo di DPI (guanti,
maschere a filtro specifico per l’uso di agenti chimici pericolosi, grembiuli,
occhiali)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.M. 7/9/02: modalità della informazione
su sostanze e preparati pericolosi
Accesso/ispezione in locali chiusi di bordo
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
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|
|
|
|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
accesso/ispezione in locali chiusi di bordo |
|
|
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|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
|
|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Rischi per la
salute o igienico ambientali: Rischi trasversali
– organizzativi: |
|
|
|
|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
|
|
|
|
|
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|
6. N. ADDETTI: |
90 |
|
|
|
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|
|
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Accesso/ispezione
in locali chiusi di bordo
Questa fase di lavoro, particolarmente rischiosa su
una nave, è una fase preliminare a molte altre lavorazioni che si devono
svolgere a bordo in locali chiusi e angusti, sia in navigazione sia più
frequentemente in porto; varie operazioni
di lavoro a bordo, data la struttura stessa della nave, riguardano infatti luoghi chiusi. E’
necessaria un’analisi rigorosa dei rischi connessi a questa fase di estremo
pericolo in quanto ogni anno circa duecento persone nel mondo perdono la vita a
causa della mancata osservanza delle precauzioni da adottare per l’ingresso
negli spazi chiusi a bordo delle navi.
Principali motivi che rendono necessario entrare in
uno spazio chiuso a bordo delle navi:
·
Visite
finalizzate al rilascio/rinnovo dei
vari certificati, ispezioni da parte di ispettori;
·
Lavori
di ordinaria o straordinaria manutenzione;
·
Lavori
conseguenti ad una avaria.
Per “locali chiusi” (o “spazi chiusi”, o “spazi
angusti”, in inglese “confined and
enclosed spaces”) si devono intendere quegli spazi che possiedono le seguenti principali caratteristiche:
·
limitate
aperture per entrare od uscire;
·
sfavorevole
ventilazione naturale;
·
non
sono progettati per ospitare permanentemente persone.
Rientrano in tale categoria locali quali spazi per
il carico, doppi fondi, casse per combustibile, casse zavorra, locale pompe
nafta, locale compressori, intercapedini, chiglia galleria, carter del motore
principale, locali CO2, locali batterie, locali depuratori, casse rifiuti e
generici spazi ciechi.
Gli accessi/ispezioni in locali chiusi sono generalmente
a carico di ufficiali e sottoufficiali
di coperta e macchina.
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Non
ci sono attrezzature o macchine proprie della lavorazione.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
·
pericolo
di asfissia per carenza di ossigeno
·
esposizione
a gas/vapori tossici
·
pericolo
di condizioni di esplosività
·
pericolo
urti, inciampi, sforzi muscolari, scivolamento in relazione alla difficile
accessibilità di alcuni locali chiusi
di bordo
Carenza
di ossigeno
Le cause principali della carenza di ossigeno nei
locali chiusi di bordo rispetto ai valori normali (intorno al 21%) possono
riassumersi in:
ü presenza di ruggine
(processo di ossidazione);
ü presenza di prodotti chimici
che assorbono ossigeno;
ü presenza di residui o
materiali che possono essere causa di processi di ossidazione, fermentazione o
di emissioni di gas (es. oli vegetali od animali, rifiuti)
ü presenza di idrogeno
prodotto dalle protezioni catodiche poste all’interno delle casse zavorra.
La carenza di ossigeno deve essere sempre sospettata in tutti gli spazi chiusi ed in particolare in quelli che hanno contenuto acqua, che sono bagnati o che si trovano in particolari condizioni di umidità, che hanno contenuto gas inerte o che sono adiacenti a questi ultimi.
Esposizione
a gas/vapori tossici
L’esposizione ad atmosfere contenenti gas/vapori o
sostanze tossiche può provocare sintomatologie anche molto diverse tra loro,
talvolta letali, in relazione alle caratteristiche chimico/ fisiche delle
sostanze sviluppate.
Gli spazi a bordo nei quali è possibile che si formi
la presenza di gas/vapori tossici sono principalmente i seguenti: cisterne e
locali adiacenti, casse combustibile e locali adiacenti, intercapedini, locali
pompe e compressori, casse acque nere, chiglia galleria, depositi pitture. Da
tenere in considerazione che l’effettuazione di lavorazioni quali saldatura,
pitturazione, pulizie con sostanze chimiche pericolose può generare condizioni
di rischio aggiuntive se condotta in locali chiusi di bordo.
Gas/vapori/nebbie da idrocarburi, in uso a bordo
come combustibili, oltre che infiammabili sono anche tossici. Aerosol di
idrocarburi possono essere presenti nelle casse nafta, nei locali pompe nafta,
nei depuratori e case di raccolta acque nere, nei cofferdam, in condotte o spazi
dove può essersi verificata una perdita di idrocarburi.
Perdite di sostanze tossiche possono verificarsi nei
depositi di pitture e in ogni altro deposito di bordo di agenti chimici
pericolosi.
Gas tossici e infiammabili possono essere presenti
anche in parti dell’impianto acque nere configurabili come locali chiusi.
Pericolo
di condizioni di esplosività
E’ una situazione di pericolo che si può verificare
in relazione a prodotti capaci di originare vapori infiammabili. Può succedere
infatti che i vapori infiammabili
emessi si incendino in presenza di un innesco, qualora si vengano a trovare
entro i limiti di infiammabilità della miscela combustibile – aria. In una tale
situazione, innescata la combustione, la fiamma si propaga velocemente nella miscela provocando
l’aumento della temperatura e la rapida
espansione dei gas presenti nell’ambiente.
Se tale fenomeno avviene in un ambiente confinato (cisterna, serbatoio, spazio chiuso), e
la pressione subisce incrementi tali da aggiungere e superare la soglia di resistenza meccanica delle strutture di
confinamento, si ha il fenomeno dell'esplosione.
I locali maggiormente a rischio risultano essere le
casse combustibile, i locali pompe e compressori, i depositi pitture (oltre che i locali del carico e quelli
ad essi adiacenti, per le navi che trasportano merci).
Pericoli
di infortuni
per urti con strutture, scivolamenti, caduta dall’alto, sforzi, scarsa
accessibilità.
Ulteriori pericoli possono essere rappresentati
dalla non agevole accessibilità dei locali da ispezionare oltre che dallo stato
delle superfici di calpestio spesso scivolose a causa dei residui di acqua, di
prodotti sversati o dalla presenza di ruggine.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Carenza
di ossigeno:
Asfissia da spazio confinato (con esiti mortali) a
concentrazioni di ossigeno intorno al 6% e inferiori; per concentrazioni
superiori e fino a 19,5% (valore limite
di sicurezza al di sotto del quale si manifestano i primi sintomi da carenza)
perdita di coscienza, difficoltà di discernimento e respiratoria, stato di affaticamento.
L’esposizione in una atmosfera con concentrazione di ossigeno inferiore a
19,5% non provoca necessariamente dei sintomi avvertibili prima della perdita
della conoscenza, anche se dopo pochi minuti dalla perdita dei sensi possono
presentarsi danni irreversibili al cervello e pericolo di morte.
Esposizione
a gas/vapori tossici
Gli effetti sugli esposti sono in relazione alle
caratteristiche tossicologiche del gas/vapore presente. Molti di questi effetti
sono stati riferiti nei capitoli delle fasi di lavoro specifiche descritte, di
cui la situazione di “spazio chiuso” costituisce quindi solo un fenomeno
peggiorativo del rischio. Si riportano in generale le categorie di danno attese
in relazione a interventi in locali chiusi con presenza di agenti pericolosi
(residui di combustibili, di oli minerali, di sgrassanti, solventi, liquidi
organici):
Ø Intossicazione acuta da
agenti chimici pericolosi per inalazione e contatto
(addetti a interventi di manutenzione di cisterne, casse combustibile,
intercapedini, locali pompe e compressori, casse acque nere, chiglia galleria,
locali pitture): depressione del sistema nervoso centrale (ebbrezza o cefalea,
inibizione dei centri superiori, fino al perdita di coscienza e, nei casi più
gravi, ad esito letale); irritazione delle prime vie aeree; patologie delle
mucose oculari di tipo irritativo; dermatiti da contatto irritative o
allergiche
Ø Intossicazione cronica da
agenti chimici pericolosi per inalazione e contatto:
alterazioni del sistema nervoso centrale (sindromi psico-organiche: turbe
amnesiche, alterazioni delle facoltà intellettive, disturbi della personalità);
alterazioni del sistema nervoso periferico (polineuropatie); irritazione delle
prime vie aeree; patologie delle mucose oculari di tipo irritativo; dermatiti
da contatto irritative o allergiche; neoplasie (leucemie acute emocitoblastiche
e mieloblastiche).
Ø Esposizione ad agenti
biologici
(addetti a interventi di manutenzione delle casse acque nere): malattie
infettive; irritazione delle prime vie aeree; patologie delle mucose oculari di
tipo irritativo; dermatiti da contatto irritative o allergiche.
Pericolo
di condizioni di esplosività
Ø Lesioni da esplosione
prevalentemente di carattere contusivo, ma talora con effetto di punta, taglio
e fendente (per azione di schegge proiettate dall’esplosione)
Ø Ustioni
Ø Intossicazione da fumi e gas
prodotti dall’esplosione
Pericoli
di infortuni
per urti con strutture, scivolamenti, sforzi, scarsa accessibilità.
Ø
Traumi e lesioni da azione contusiva (urto contro
strutture), da caduta in piano e dall’alto, lesioni da sforzo
Capitolo 5 - “Gli interventi”
Preliminarmente all’ingresso negli spazi chiusi il
comandante della nave (o un ufficiale da quest’ultimo delegato) dovrà valutare
i potenziali pericoli presenti nel locale da ispezionare o in cui accedere,
tenendo in considerazione la tipologia del precedente contenuto del locale (es.
acqua se trattasi di cassa zavorra o tipo di prodotto se trattasi di cassa
combustibile), lo stato di ventilazione del locale, la pitturazione o meno del
locale ed altri fattori rilevanti.
Dovrà preliminarmente essere determinato se il
rischio potenziale nello spazio interessato
derivi dalla carenza di ossigeno, dalla presenza di gas tossici o
infiammabili e, quindi, si dovranno individuare le procedure da osservare per
l’ingresso nel locale sulla base di tre livelli di situazioni ipotizzabili:
Ø Vi è un rischio minimo per
la salute o la vita delle persone;
Ø Non vi è un immediato
rischio per la salute e la vita delle persone ma vi è la possibilità che
sopraggiunga una situazione di pericolo nel corso delle operazioni;
Ø E’ stato identificato un
pericolo per la salute o la vita delle persone.
Le procedure per l’ingresso negli spazi chiusi possono essere distinte nelle seguenti fasi:
Preliminari all’ingresso,
Autorizzazione all’ingresso, Nel corso dell’ingresso.
Preliminari all’ingresso:
1.
Procedere
all’apertura degli accessi al locale con molta cautela tenendo in
considerazione la possibilità che i vapori eventualmente contenuti possono
investire le persone per la possibile
differenza di pressione tra l’atmosfera all’interno e quella all’esterno del
locale o per il peso specifico e la temperatura dei gas eventualmente contenuti
all’interno. Tale fuoriuscita potrebbe già di per sé provocare danni alle
persone nel caso, ad esempio, che nei locali vi siano presenti gas tossici.
2.
Dovrà
essere prevista una via di sfuggita alternativa all’ingresso da utilizzare in caso di emergenza (ad esempio mediante
l’apertura di più portelli di accesso). Tale accorgimento permetterà di
evacuare più rapidamente il locale qualora all’interno di questo vi siano più
persone.
3.
Il
locale in cui accedere dovrà essere reso sicuro verificando la chiusura di
tutte le valvole delle linee connesse al locale stesso ed ai locali adiacenti.
Tutto il personale di bordo ed in particolare l’Ufficiale di guardia dovranno
essere informati circa le operazioni in corso allo scopo di evitare manovre
potenzialmente pericolose per il personale che si troverà all’interno dello
spazio chiuso.
4.
Eventuali
residui di qualsiasi natura dovranno
essere per quanto possibile prosciugati e qualora anche i locali adiacenti ne
contengano sarà necessario assicurarsi che eventuali gas pericolosi non possano
entrare nel locale da ispezionare.
5.
Il
locale dovrà essere adeguatamente ventilato con mezzi naturali o meccanici
(apertura di due accessi, sufficiente lasso di tempo di ventilazione, utilizzo
di ventilatori e estrattori) e quindi testato con adeguati strumenti di analisi
dell’aria per verificare che non vi siano gas tossici o infiammabili o carenza
di ossigeno.
6.
I
locali dovranno essere adeguatamente illuminati con lampade di sicurezza ed il personale che entra nel locale dovrà
essere fornito di lampade portatili di sicurezza.
7.
Dovrà
essere disponibile un adeguato e sicuro sistema di comunicazione tra le persone
all’interno e quelle all’esterno del locale. Lo stesso sistema dovrà essere
provato prima dell’ingresso e bisognerà concordare le procedure di
comunicazione.
8.
Dovranno
essere individuate con precisione le persone che dovranno accedere al locale e
quelle che dovranno occuparsi della sicurezza al di fuori dello stesso.
9.
In
prossimità dell’ingresso dovranno essere rese
disponibili le attrezzature di pronto soccorso e di rianimazione
(apparato per la respirazione, bombole di riserva, mezzi di recupero persone prive di conoscenza, mezzi di
rianimazione). Dovranno essere altresì stabilite le procedure per l’evacuazione
del locale o per eventuali interventi di emergenza.
10.
Personale
di assistenza all’esterno del locale dovrà essere immediatamente pronto ad
intervenire con gli autorespiratori. Ulteriori autorespiratori dovranno essere
disponibili in prossimità dell’ingresso e/o
all’interno del locale in posizione ben determinata e conosciuta. Tutte
le apparecchiature dovranno essere verificate e controllate per verificarne il
corretto funzionamento.
11. Il personale deve indossare idonei indumenti e Dispositivi di Protezione Individuale: scarpe idonee (le scale di accesso e le superfici entro lo spazio possono essere sdrucciolevoli); elmetti (a protezione della caduta di oggetti e, in spazi ristretti, contro gli urti); indumenti che non presentino rischio di impigliarsi e che proteggano da agenti chimici pericolosi se vi è rischio di possibile contatto. Non dovranno essere introdotti nel locale attrezzi che possano essere fonte di ignizione.
12.
Nel
caso in cui all’interno del locale vi sia pericolo di caduta il personale dovrà
essere assicurato con idonee cinture di sicurezza.
Autorizzazione all’ingresso (Permesso di lavoro):
Nessuna persona deve accedere ad uno spazio chiuso senza la
preventiva autorizzazione del comandante o dell’ufficiale incaricato e senza
che siano state poste in essere le adeguate procedure di sicurezza. In particolare
deve essere rilasciato uno specifico permesso per l’ingresso contenente una
lista di controlli di sicurezza, da sottoscriversi dalla persona che rilascia
il permesso, da colui che supervisiona le operazioni e dalle persone che
entrano nel locale.
Il permesso di accesso deve
essere rilasciato per un determinato periodo di tempo allo scadere del quale ne
va emesso uno ulteriore dopo avere, naturalmente, verificato che vi siano le
condizioni per il rilascio dello stesso.
Nel corso dell’ingresso:
Le precauzioni da adottare
nel corso dell’ingresso negli spazi chiusi sono determinate in funzione delle
due diverse situazioni di rischio ipotizzabili:
1.
Vi
è un rischio minimo per la salute o la vita delle persone, oppure non vi è un
immediato rischio per la salute e la vita delle persone ma vi è la possibilità
che sopraggiunga una situazione di pericolo nel corso delle operazioni; in tale
situazione le precauzioni devono essere:
· la persona responsabile,
normalmente un ufficiale, deve sovrintendere alle operazioni dall’esterno del
locale ed in posizione per quanto possibile adiacente all’ingresso stesso;
· l’atmosfera del locale dovrà
essere frequentemente analizzata e le
persone dovranno essere precisamente
informate circa le procedure da seguire nel caso che sopraggiungano situazioni
di pericolo (evacuazione, uso di autorespiratori ecc.);
· la ventilazione del locale
dovrà essere continua e costante per tutta la durata delle operazioni. Qualora
siano state effettuate delle interruzioni delle operazioni si dovrà procedere
ad un ulteriori analisi dello stato dell’atmosfera preliminarmente alla ripresa delle stesse. In caso di avaria al
sistema di ventilazione le persone
dovranno immediatamente evacuare il locale. In tale situazione potrebbe essere
opportuno indossare gli autorespiratori resi disponibili nel locale;
· nel corso dell’ingresso
dovrà essere prestata particolare attenzione all’integrità delle condotte di
ventilazione, qualora presenti, allo scopo di
assicurarsi che la ventilazione possa efficacemente servire tutto il
locale. Tale verifica deve essere effettuata ad ogni ponte o copertino nel
corso della discesa fino al locale chiuso in questione;
· In caso di emergenza nessuna
persona dovrà scendere nel locale se non dopo aver correttamente valutato la
situazione ed adottato le necessarie precauzioni a garanzia della sicurezza
delle persone che dovranno intervenire. Si dovrà informare l’Ufficiale di
guardia e si potrà scendere nel locale solo dopo aver pianificato l’intervento
di soccorso, indossato gli autorespiratori ed essersi assicurati che almeno una
persona resti in prossimità dell’accesso del locale.
2.
Nel
locale è stato identificato un pericolo per la salute o la vita delle persone
oppure non è noto lo stato dell’atmosfera. In tale situazione si dovrà evitare
di entrare nello spazio chiuso eccetto che nei casi in cui tale ingresso sia
essenziale per la sicurezza della vita umana o per la sicurezza della nave.
Qualora una delle sopracitate circostanze renda inevitabile l’ingresso si dovrà
procedere con l’osservanza delle seguenti precauzioni, oltre tutte quelle già
descritte per il caso a rischio minimo:
· il numero delle persone che
accedono al locale dovrà essere il minimo indispensabile;
· tutte le persone che entrano
nel locale dovranno essere attrezzate con l’autorespiratore;
· dovrà essere evitato
l’ingresso di persone non adeguatamente addestrate all’uso dell’autorespiratore
e dei sistemi di recupero persone prive di conoscenza;
· possono essere effettuati
solo lavori che non richiedono una lunga permanenza;
· la pressione dell’aria degli
autorespiratori deve essere sempre positiva;
· se il locale è tale che per
soccorrere la persona è necessario un sistema di sollevamento questo deve
essere predisposto prima dell’inizio del lavoro.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.Lgs.vo 272/99
Art.48
Lavoro in locali chiusi e angusti
Art.49
Lavori entro cisterne, casse, depositi di combustibile, doppi fondi e locali
simili
Risoluzione IMO A.864 (20)
del 27/11/1997
“Raccomandazioni per l’accesso in spazi chiusi a bordo”
Risoluzione IMO A.741 del
4/11/1993
“Codice International Safety Management” Cap.6 - 7
|
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|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
manutenzioni meccaniche |
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3. COD.INAIL: |
6422 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature, Manipolazione di Sostanze pericolose, Carenza di sicurezza degli Impianti elettrici, Incendio e/o Esplosioni Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici, Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Condizioni di lavoro difficile |
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|
5. CODICE DI
RISCHIO |
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|
(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
130 |
|
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|
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Molte tipologie di manutenzione si svolgono a bordo
in relazione alle varie esigenze che si possono determinare nella navigazione;
la nave assomma quindi anche molte funzioni lavorative specialistiche svolte in
locali appositamente attrezzati o in ogni locale o ambiente nave che necessiti
di manutenzione.
Le funzioni principali sono aggregabili in
manutenzioni meccaniche, manutenzioni elettriche, falegnameria, pitturazioni,
lavori in quota.
Queste lavorazioni sono a carico del personale di
macchina e di coperta e sono generalmente aggiuntive rispetto ad altri compiti operativi delle figure coinvolte.
L’esposizione ai fattori di rischio descritti non riguarda quindi l’intero
nastro lavorativo degli addetti ma il periodo limitato in cui svolgono quelle
operazioni di manutenzione (generalmente saltuarie). E’ ancora da tener
presente che per i traghetti, che scalano porti pressoché quotidianamente, le
manutenzioni in navigazione sono limitate agli interventi strettamente
necessari, con conseguente riduzione delle dotazioni delle officine di bordo.
Manutenzioni Meccaniche
Preparazione piccoli pezzi per eventuali
riparazioni/manutenzioni presso l’officina meccanica di bordo, a carico della
sezione macchina (tornitori, ottonai, operai di macchina) – interventi di
riparazione e manutenzione meccanica sugli impianti a carico di personale di
macchina.
(vedi foto
Manutenzioni Meccaniche)
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Macchine utensili (tornio – trapano a colonna –
troncatrice – mole), saldatrice elettrica, bombole e cannello ossiacetilenico,
attrezzi manuali ed elettrici portatili (trapani, flessibili, avvitatori).
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
pericolo
di traumi, schiacciamenti, tagli, amputazioni per l’utilizzo di macchine
utensili (tornio, trapano a colonna, troncatrice, mola) inidonee e per urto e
caduta di pezzi metallici
·
pericolo
di caduta dall’alto e in piano
·
pericolo
di urto, schiacciamento di parti del corpo da pezzi metallici
·
rischio
infortunistico (traumi e ustioni) per fuoriuscita di vapore, liquidi o aria in
pressione
·
pericolo
di corpi estranei negli occhi
·
rischio
elettrico legato all’utilizzo di apparecchiature elettriche inidonee
·
rumore
prodotto da macchine utensili o dagli impianti su cui si interviene in
manutenzione
·
vibrazioni
per l’uso di utensili vibranti
·
esposizione
a fumi/gas/polveri nelle operazioni di saldatura elettrica o con cannello ossiacetilenico
·
pericolo
di contatto con fiamme libere o parti calde
·
esposizione
a radiazioni UV durante la saldatura
·
pericolo
di incendio – esplosione per presenza di gas combustibili
·
esposizione
a fibre minerali artificiali negli interventi su tubazioni coibentate
·
movimentazione
manuale dei carichi
N.B.: Nelle navi del comparto considerato non è
presente amianto. Non è pertanto attivato a bordo l’insieme delle misure di prevenzione disposte sulle
navi italiane dal D.M. 20 agosto 1999 All. 1 (Normative e metodologie tecniche
per la rimozione di materiali contenenti amianto presenti a bordo di navi o
unità equiparate). Sono presenti coibentazioni contenenti fibre minerali
artificiali la cui manipolazione da parte di personale di bordo è consentita
solo in situazioni di emergenza, quando l’intervento sull’elemento in avaria
richiede la preliminare limitata
asportazione delle coibentazioni.
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
· Traumi, schiacciamenti,
amputazioni dita arti superiori per utilizzo di macchine utensili
· Politraumatismi da cadute in
piano e dall’alto
· Ipoacusia da rumore
· Patologia distrettuale da
strumenti vibranti (lesioni vascolari, osteo-articolari, neurologiche e
tendinee)
· Patologia da vibrazioni
trasmesse a tutto il corpo
· Ferite e traumatismi da
proiezione di materiali per effetto di getti di vapore, liquidi o aria in pressione
· Corpi estranei negli occhi
· Ustioni da vapore o liquidi
ad alta temperatura nella manutenzione su linee e impianti o da contatto con
parti calde
· Broncopneumopatie da
esposizione a fumi di saldatura
· Patologie delle mucose
oculari di tipo irritativo in relazione alle operazioni di saldatura e di
intervento su coibentazioni a base di fibre minerali artificiali
· Dermatiti da contatto
irritative
· Patologie a carico delle vie
respiratorie su base irritativa
· Folgorazione: effetti
generali /lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico)
· Ustioni in relazione a
incendi
· Lesioni da esplosione
prevalentemente di carattere contusivo, ma talora con effetto di punta, taglio
e fendente (per azione di schegge proiettate dall’esplosione
· Malattie
muscolo-scheletriche
In una nave del comparto nell’anno 2000, nel corso
di una operazione di manutenzione in sala macchine, un operaio di macchina è
morto a seguito di traumi e ustioni derivati dalla proiezione violenta, da
parte di un getto di vapore, di una valvola su cui stava lavorando.
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Formazione del personale al
rischio specifico delle lavorazioni e delle macchine
Ø Predisposizione di rigorose
procedure di lavoro nelle manutenzioni sulle linee e sugli impianti e adozione
di sistemi di efficace controllo sul rispetto delle procedure
Ø Predisposizione di procedura
di “permesso di lavoro” per l’autorizzazione e il controllo dell’esecuzione dei
lavori di saldatura e dei lavori su
impianti in pressione; per nave in porto le operazioni di saldatura devono essere
assoggettate alle procedure di nullaosta all’uso di fiamma valide secondo la
legislazione del porto (per gli scali italiani applicazione dell’art.46
D.L.272/99)
Ø Corretta dotazione di
sicurezza delle macchine
Ø Corretta e costante
manutenzione delle macchine
Ø Utilizzo di sistemi di
aspirazione localizzata dei fumi di saldatura/ossitaglio (applicata alla fonte
di produzione dei fumi) e di un adeguato sistema di ventilazione forzata di
mandata, in situazioni con scarso ricambio naturale.
Ø Adozione di procedure di
prevenzione nella rimozione di coibentazioni in fibre minerali artificiali
(bagnatura del materiale, contenimento della produzione di sfridi, rimozione e
insaccamento immediato dei rifiuti, pulizia per aspirazione)
Ø Utilizzo di DPI (scarpe,
cuffie o tappi, caschi con visiera, occhiali anti-schegge, occhiali per
ossitaglio, grembiuli e ghette per la saldatura)
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo V Movimentazione manuale dei carichi
Art. 48 obblighi del datore di lavoro
Art. 49 informazione e formazione
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
10 Contratto d’appalto o d’opera
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.Lgs.vo 272/99
Art. 46 Misure di prevenzione in caso di uso di
miscele ossiacetileniche, della fiamma ossidrica, della saldatura elettrica e
sicurezza nelle operazioni di ossitaglio
Art.
47 Operazioni di saldatura elettrica
D.P.R. 547/55: Norme per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro
Titolo
III Norme generali di protezione delle macchine
Titolo
IV Norme particolari di protezione per determinate macchine
Capo I Mole abrasive
Artt. 89 e 90 Cuffie di
protezione
Art. 91 Poggiapezzi
Art. 92 Protezione
contro le schegge
Capo IV Macchine utensili per
metalli
Art. 101 Torni
Art. 104 Trapani
Art. 105 Seghe per metalli
UNI ISO 2923 Misura del rumore a bordo di
navi
IMO Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on
board ships
Risoluzione IMO A.741 del
4/11/1993
“Codice International Safety Management” Cap.6
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
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|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
manutenzioni elettriche |
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3. COD.INAIL: |
6561 |
|
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Machine e Apparecchiature, Carenza di sicurezza degli Impianti elettrici Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Fisici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Condizioni di lavoro difficili |
|
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|
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5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
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|
|
|
6. N. ADDETTI: |
70 |
|
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Capitolo 1 - “La fase di lavorazione”
Manutenzioni Elettriche
Ripristino
impianti elettrici, manutenzione apparecchiature elettriche, sostituzione
cavi-prese-spine a carico degli elettricisti di bordo (personale di macchina).
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Attrezzi
manuali, strumenti di misura.
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
rischio
infortunistico legato all’impiego di utensili manuali
·
rischio
infortunistico da interventi su macchine e impianti in funzione
·
pericolo
di urto, schiacciamento di parti del corpo da pezzi o attrezzi
·
rischio
di contatto accidentale con parti in tensione
·
rumore
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Traumi,
schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori per utilizzo di utensili
portatili
·
Traumi,
schiacciamenti da parte di macchine in fase di manutenzione
·
Ferite
e traumatismi da proiezione o caduta di materiali
·
Ipoacusia
da rumore in caso di interventi in sala macchine o in prossimità di macchine
rumorose
· Folgorazione: effetti generali e lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico)
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Per le tipologie di lavori
più a rischio, predisposizione di procedura di “permesso di lavoro” per
l’autorizzazione e il controllo dell’esecuzione
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
UNI ISO 2923 Misura del rumore a bordo di
navi
IMO Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on
board ships
|
|
|
|
1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
|
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|
|
|
|
2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
manutenzioni:
falegnameria |
|
|
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|
|
3. COD.INAIL: |
5230 |
|
|
|
|
|
|
4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenza di sicurezza su Macchine e Apparecchiature, Manipolazione di Sostanze pericolose, Carenza di sicurezza degli Impianti elettrici Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici, Agenti fisici |
|
|
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|
|
|
5. CODICE DI
RISCHIO |
|
|
|
(riservato all’
ufficio) |
|
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6. N. ADDETTI: |
50 |
|
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|
|
Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Manutenzione:
Falegnameria
Interventi di piccola manutenzione (per es. su
mobili, elementi in legno) a carico dei carpentieri di bordo (personale di
coperta). I lavori di falegnameria stanno progressivamente esaurendosi a bordo
delle navi passeggeri anche in relazione al processo di eliminazione di
materiali in legno dalle navi.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
·
macchine
utensili (sega a nastro – combinata – trapano a colonna)
·
utensili
elettrici (avvitatori – trapano – levigatrici)
·
utensili
manuali
Capitolo 3 - “Il fattore di
rischio”
·
pericolo
di traumi, schiacciamenti, amputazioni per utilizzo delle macchine utensili
·
pericolo
di contatto accidentale con parti in tensione
·
esposizione
ad agenti chimici pericolosi per inalazione di aerosol di pitture e solventi
·
rischio
di contatto con agenti chimici irritanti/tossici (pitture, solventi, collanti)
·
rumore
·
vibrazioni
mano-braccio per utilizzo di strumenti vibranti
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Traumi,
schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori da utilizzo di macchine
utensili
·
Ipoacusia
da rumore
·
Folgorazione:
effetti generali / lesioni locali (ustioni elettriche – marchio elettrico)
·
Intossicazioni
acute e/o croniche da collanti e solventi (organi bersaglio: sistema nervoso,
fegato, reni, sistema emopoietico)
·
Dermatiti
da contatto su base irritativa o allergica
·
Patologia
distrettuale da strumenti vibranti (lesioni vascolari, osteo-articolari,
neurologiche, tendinee)
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Formazione specifica del
personale sull’utilizzo corretto delle attrezzature e sugli agenti chimici in
uso
Ø
Corretta
dotazione di sicurezza delle macchine
Ø
Corretta
e costante manutenzione delle macchine
Ø
Utilizzo
di macchine per legno provviste di aspirazione e di sistema di raccolta polveri
Ø
Utilizzo
di sistemi di aspirazione di vapori e aerosol di collanti/solventi
Ø
Presenza
delle schede informative di sicurezza dei prodotti in uso
Ø Utilizzo di DPI (cuffie o
tappi, guanti, maschere a filtro in caso di uso di agenti chimici con
insufficiente aspirazione, tute, scarpe)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.P.R. 547/55: Norme per la prevenzione
degli infortuni sul lavoro
Titolo
III Norme generali di protezione delle macchine
Titolo
IV Norme particolari di protezione per determinate macchine
Capo V Macchine utensili per legno e
materiali affini
Art. 108 Seghe a nastro
Art. 109 Seghe circolari
Art. 111 Pialle a filo
Art. 114 Lavorazione piccoli
pezzi
D.M. 7/9/02: modalità della informazione
su sostanze e preparati pericolosi
UNI ISO 2923 Misura del rumore a bordo di
navi
IMO Resolution A.468 (XII) Code on noise levels on
board ships
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
manutenzioni:
pitturazione |
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3. COD.INAIL: |
6282 |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Incendio e/o Esplosioni Rischi per la
salute o igienico ambientali: Agenti Chimici Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
210 |
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Manutenzione: Pitturazione
Consiste in operazioni di routine di manutenzione,
ripristino e ritocco alle estese superfici verniciate, che avvengono
frequentemente a bordo a carico di personale di coperta (nostromo, marinai),
sia in ambienti interni che esterni. Comporta la preventiva preparazione dei
materiali nella cala nostromo (magazzino di stoccaggio di tutti i preparati
pericolosi per la sezione coperta e di preparati infiammabili per la sezione
hotel). Le pitturazioni avvengono con attrezzi manuali, se sono necessari
interventi di pitturazioni consistenti con apparecchiature a spruzzo, gli
interventi vengono appaltati a imprese di terra e i lavori sono effettuati
durante le periodiche soste lavori.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Attrezzature
manuali (pennelli, rulli).
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
·
esposizione
ad agenti chimici pericolosi per inalazione di aerosol di pitture e solventi
· rischio di contatto con
agenti chimici irritanti/tossici (pitture, solventi)
·
pericolo
di incendio ed esplosione
·
movimenti
ripetitivi e/o forzati degli arti superiori
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Condizioni
morbose respiratorie da inalazione di sostanze tossiche
·
Intossicazioni
acute e/o croniche da solventi (organi bersaglio: sistema nervoso, fegato,
reni, sistema emopoietico)
·
Asma
da sensibilizzazione a componenti della vernice
·
Patologie
delle mucose oculari di tipo irritativo
·
Dermatiti
da contatto allergiche o irritative
·
Ustioni
da incendio
·
Intossicazione
da fumi e gas prodotti da incendio
·
Patologie
da movimenti ripetitivi degli arti superiori
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Formazione specifica del
personale sull’utilizzo corretto delle attrezzature e sugli agenti chimici in
uso
Ø Utilizzo di ventilazione
forzata e sistemi di aspirazione di vapori e aerosol in zone ove non sia
possibile un sufficiente ricambio naturale
Ø Utilizzo di DPI (guanti,
maschere a filtro, tute monouso, scarpe di sicurezza; nelle pitturazioni
all’aperto occhiali da sole e copricapo per protezione dal sole)
Ø Presenza delle schede
informative di sicurezza di tutti i prodotti in uso
Ø Definizione di procedure
rigorose rispetto al rischio di incendio (delimitare con apposite barriere
segnaletiche ed evidenziare con idonei cartelli la zona interessata alla
pitturazione; se la pitturazione avviene in zone chiuse predisporre estrattori
di idonea portata per l’estrazione dei vapori e garantire ventilazione in mandata;
vietare altre lavorazioni contemporanee alla pitturazione; l’estrazione dovrà
essere mantenuta anche nella fase di essiccazione; quando non usati, i
contenitori di pittura e di solvente devono essere chiusi e separati da fonti
di calore compresi i raggi del sole; al termine dei lavori ogni quantità
residua di pittura o solvente dovrà essere conservata in recipienti
ermeticamente chiusi; a fine pitturazione non dovrà essere autorizzata nessuna
altra lavorazione se non dopo un giudizio finale di idoneità, fatto nelle
condizioni peggiori - ore più calde)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Titolo VIIbis Protezione da agenti
chimici
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
D.M. 7/9/02: modalità della informazione
su sostanze e preparati pericolosi
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1. COMPARTO: |
Trasporto marittimo passeggeri |
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2. FASE DI
LAVORAZIONE: |
manutenzioni:
lavori in quota |
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3. COD.INAIL: |
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4. FATTORE DI
RISCHIO: |
Rischi per la
sicurezza: Carenze strutturali dell’Ambiente di lavoro Rischi trasversali
– organizzativi: Organizzazione del lavoro, Condizioni di lavoro difficili |
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5. CODICE DI
RISCHIO |
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(riservato all’
ufficio) |
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6. N. ADDETTI: |
280 |
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Capitolo 1 - “La fase di
lavorazione”
Manutenzione: Lavori in
quota
Si rende necessario a bordo delle navi del comparto
operare in quota: in tutte le fasi di controllo e manutenzione, pitturazione e
pulizia che possono riguardare le numerose apparecchiature sopraelevate
presenti sulla nave (interne o sui ponti esterni quali sirena, antenne radio e
radar), le superfici, gli accessori in quota negli ampi locali interni (hall) o
in posizione esterna (ciminiera, murate, coperta, estese superfici vetrate).
Un’operazione particolare, anch’essa routinaria in quanto si svolge, a
rotazione per le numerose scialuppe di salvataggio, con cadenza giornaliera, è
la manutenzione alle scialuppe e accessori per l’ammaraggio ed il recupero a
bordo, che espone anche a rischio di caduta fuoribordo.
Capitolo 2 – “Attrezzature,
Macchine e Impianti”
Scale, trabatelli, ponteggi, sistemi di sollevamento
persone (ponti sospesi).
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
· pericolo di caduta dall’alto
di persone e oggetti (verso persone sottostanti)
· pericolo di caduta in mare
dall’alto e rischio di sommersione o
annegamento
Entrambi questi rischi di caduta dall’alto sono
aumentati, in termini di probabilità, dalla instabilità e dai movimenti della
nave in navigazione.
Capitolo 4 - “Il danno
atteso”
·
Traumi
e lesioni gravi da caduta
·
Traumi
e lesioni da caduta di oggetti
·
Ipotermia
per caduta in mare
·
Sommersione
o annegamento
Capitolo 5 - “Gli
interventi”
Ø Adeguata formazione degli
addetti all’utilizzo delle attrezzature che permettono il lavoro in quota
Ø Predisposizione di rigorose
procedure per i lavori in quota che valutino i rischi propri del lavoro in
quota e i rischi derivati dall’attrezzatura/superficie/contesto dove si deve
svolgere il lavoro e le misure da mettere in opera
Ø Predisposizione di procedura
di “permesso di lavoro” per l’autorizzazione e il controllo dell’esecuzione del
lavoro in quota
Ø Utilizzo di attrezzature
idonee e in buono stato di manutenzione, certificate e verificate
Ø Utilizzo di ponteggi fissi e
mobili realizzati a norma e correttamente mantenuti in efficienza
Ø Utilizzo di DPI anticaduta
(imbracatura, collegamenti fissi o retrattili) e addestramento all’uso (in
quanto DPI di terza categoria)
Capitolo 7 - “Riferimenti
legislativi”
Titolo III Uso delle attrezzature di lavoro
Art. 35 obblighi del datore di lavoro
Art. 36 disposizioni concernenti le attrezzature di lavoro
Art. 37 informazione sulle attrezzature di lavoro
Art. 38 formazione ed addestramento
Art. 39 obblighi dei lavoratori
Titolo IV Uso dei dispositivi di protezione individuale
Art. 41 obbligo d’uso
Art. 42 requisiti dei DPI
Art. 43 obblighi dei datori di lavoro
Art. 44 obblighi dei lavoratori
Art.
5 Misure generali di tutela
Art.
6 Obblighi dell’Armatore e del Comandante
Art.
7 Obblighi del Comandante
Art.
8 Obblighi del lavoratore marittimo
Art.
27 Informazione e formazione dei lavoratori marittimi
Risoluzione IMO A.741 del
4/11/1993
“Codice International Safety Management” Cap.7
INDICE
1. FLOW CHART............................................................................................................................... 1
2. DOCUMENTO COMPARTO........................................................................................................ 8
3. DOCUMENTO
FASE/FATTORE DI RISCHIO....................................................................... 21
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 21
Imbarco e sistemazione
veicoli.................................................................................................................................................. 21
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 26
Imbarco e smistamento
bagagli................................................................................................................................................. 26
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 28
Imbarco e sistemazione
passeggeri........................................................................................................................................... 28
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 30
Rifornimenti vari........................................................................................................................................................................... 30
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 33
Rifornimenti:
bunkeraggio.......................................................................................................................................................... 33
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 35
Gestione impianti
ausiliari ed avviamento motori principali.................................................................................................. 35
IMBARCO – PARTENZA............................................................................................................. 37
Disormeggio................................................................................................................................................................................. 37
NAVIGAZIONE............................................................................................................................. 39
Conduzione nave......................................................................................................................................................................... 39
NAVIGAZIONE............................................................................................................................. 41
Gestione apparato
motore ed impianti accessori.................................................................................................................... 41
NAVIGAZIONE............................................................................................................................. 44
Gestione passeggeri –
Escursioni con tender......................................................................................................................... 44
NAVIGAZIONE............................................................................................................................. 46
Gestione rifiuti.............................................................................................................................................................................. 46
ARRIVO – SBARCO..................................................................................................................... 48
Ormeggio....................................................................................................................................................................................... 48
ARRIVO – SBARCO..................................................................................................................... 50
Sbarco veicoli............................................................................................................................................................................... 50
ARRIVO – SBARCO..................................................................................................................... 55
Sbarco bagagli.............................................................................................................................................................................. 55
ARRIVO – SBARCO..................................................................................................................... 57
Spegnimento motori
principali e gestione impianti ausiliari.................................................................................................. 57
ARRIVO – SBARCO..................................................................................................................... 59
Sbarco rifiuti................................................................................................................................................................................. 59
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 61
Cucina – Ristorante –
Bar........................................................................................................................................................... 61
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 64
Lavanderia.................................................................................................................................................................................... 64
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 66
Pulizie............................................................................................................................................................................................. 66
FASI DI LAVORO TRASVERSALI.............................................................................................. 68
Accesso/ispezione in
locali chiusi di bordo............................................................................................................................ 68
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 74
Manutenzioni meccaniche.......................................................................................................................................................... 74
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 78
Manutenzioni elettriche.............................................................................................................................................................. 78
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 80
Manutenzioni:
falegnameria....................................................................................................................................................... 80
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 82
Manutenzioni:
pitturazione........................................................................................................................................................ 82
FASI DI LAVORO
TRASVERSALI.............................................................................................. 84
Manutenzioni: lavori in
quota.................................................................................................................................................... 84