PROFILO DI RISCHIO

 

 

COMPARTO TRATTAMENTO RIFIUTI

SOLIDI URBANI

selezione e stabilizzazione

 

 

 

 

a cura dell’Azienda Sanitaria Locale Città di Milano

SERVIZIO PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

con la collaborazione di :

 

·      Cantoni S. - Medico del Lavoro – Responsabile SPSAL

·      Borello  F. - A.S. - SPSAL

·      Tassi A. – P.I. - UOPSAL distretto 3

·      Venturini G. – P.I. - UOPSAL distretto 3


Casella di testo: ALL. 1 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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comparto  trattamento rifiuti

solidi urbani

 

 

 

1.      Comparto: trattamento rifiuti solidi URBANI

selezione e stabilizzazione

 

  1. Codici ISTAT (ATECO 91):  37.20.2

 

 

  1. Codice ISPESL

 

 

ZONA DI RILEVAZIONE

 

 

  1. nazionale

 

 

  1. regionale

 

 

  1. provinciale:  Città di Milano

 

 

  1. usl: asl citta’ di milano

 

 

  1. Anno di rilevazione: 1997/2001

 

 

  1. Numero Addetti:  90

 

 

  1. Numero Aziende: quattro unita’ produttive locali per il trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani mediante selezione e stabilizzazione

 

 

11.  Struttura di rilevazione: asl citta’ di milano – servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro

 

 

  1. Referente:  DR.ssa Susanna Cantoni

 

indirizzo: via ricordi 1

 

Cap: 20131

 

citta’: Milano

 

Provincia: milano

 

telefono: 02/29505562

 

fax: 02/29505656

 

e.mail: cantoni.spsal@libero.it

 

 

13. infortuni:    dal  1998    al  2001

 

totale: 49              di cui mortali: nessuno

 

 

14. malattie professionali: n.1 caso di “micosi cutanea”  

 

 

 

 

 

 

 

PREMESSA

 

L’impianto di selezione e stabilizzazione dei rifiuti solidi urbani (compostaggio), in relazione alle caratteristiche degli stessi, realizza la loro separazione in diverse frazioni che, a loro volta, subiscono trattamenti diversi. Da tale frazionamento derivano i seguenti prodotti:

1.    frazione secca (sovvallo della linea di selezione) con limitata presenza di sostanza organica imballata e pressata,da conferire a discarica di II categoria, tipo B;

2.    frazione secca sfusa (sovvallo della linea di raffinazione dell’organico      compostato);

3.    frazione di sottovaglio fine stabilizzata ed igienizzata, da conferire ad altra Azienda di trattamento dei rifiuti,;

4.    frazione umida da stabilizzare con produzione di “compost” classificabile ai sensi del DPR 915/82;

5.    frazione ferrosa che viene separata dal resto per essere riutilizzata in processi produttivi;

6.    scarti (vetro e inerti) proveniente dalla linea di raffinazione del compost.

 

La finalità dell’impianto e’ quella di separare le varie frazioni del rifiuto al fine di contenere l’impatto ambientale dello smaltimento: la frazione secca così ottenuta, può essere smaltita in discarica o essere termodistrutta in inceneritore; le frazioni organiche, opportunamente stabilizzate, sono utilizzabili come materiale di ricopertura  in discarica e di riqualificazione ambientale.

 

Inoltre, i processi di biotrasformazione delle frazioni organiche comportano una riduzione del volume del rifiuto per perdita di acqua. Una riduzione del volume si ottiene anche dalla pressatura della frazione secca.

La potenzialità dell’impianto e’ di 2000 ton/giorno; lo stesso si compone di 4 linee distinte tra loro e con tecnologie differenti di separazione delle frazioni del rifiuto e di stabilizzazione dello stesso.

 

Le diverse fasi del ciclo si svolgono in ampi capannoni di una area dismessa con volumetrie pari a circa 60.000/80.000 mc per ogni linea e possono essere così schematizzate (vedasi anche schema allegato):

 

1.    ricezione e pre-trattamento RSU;

2.    selezione;

3.    compattazione della frazione secca ed invio a smaltimento;

4.    stabilizzazione della frazione organica e stabilizzazione ed igienizzazione della frazione fine;

5.    raffinazione del compost.


 

 

Per ogni linea operano 4 squadre di operai su 3 turni di 6 ore e 15 minuti al giorno, ad esclusione dei responsabili di impianto; le loro mansioni, per ogni fase di lavoro, possono essere così suddivise:

 

ricevimento e pretrattamento RSU:

Ø      scarico del rifiuto da trattare dai camion

Ø      alimentazione della rompisacchi mediante pala meccanica

 

selezione:

Ø      controllo della vagliatura e dell’allontanamento dei sottoprodotti mediante carrelli, nastri trasportatori e pale meccaniche

Ø      interventi saltuari di disincaglio e manutenzione

 

stabilizzazione:

Ø      trasferimento del sovvallo su nastri trasportatori

Ø      rivoltamento dei cumuli meccanizzato con coclee, o mediante automezzo rivoltacumuli

Ø      controllo parametri di processo

 

stoccaggio finale:

Ø      carico e scarico materiale nel vibrovaglio

Ø      controllo del processo ed allontanamento dei prodotti finiti mediante pale meccaniche e carrelli

 

confezionamento frazione secca e suo allontanamento

 

 

I capiturno svolgono i seguenti compiti:

·        addetto pressa imballatrice

·        jolly

·        addetto impianti di  abbattimento

                                     

I responsabili dell’impianto di selezione e stabilizzazione svolgono mansioni di  supervisione nelle diverse aree operative


 

 

SELEZIONE E STABILIZZAZIONE RSU

 

CAPITOLO GENERALE

 

I fattori di rischio

 

 

I rischi presenti nelle diverse fasi di lavorazioni sono ormai simili e riconducibili ad alcune grandi tipologie. Per questo motivo dopo averli puntualmente elencati verranno trattati in forma unitaria.

Le differenze sostanziali consistono nel fatto che le fasi di ricezione, selezione e compattazione sono in particolare caratterizzate da rischi legati alla movimentazione di RSU e dei loro derivati, mentre le fasi di stabilizzazione e di raffinazione sono caratterizzate da condizioni microclimatiche assai sfavorevoli, non presenti nelle altre fasi.

 

Fasi di ricezione,  selezione, compattazione frazione secca con invio  a smaltimento

 

Rischi per la sicurezza dovuti alle caratteristiche degli ambienti di lavoro o alle procedure improprie di lavoro:

·       rischi di caduta nel caso di irregolarità della pavimentazione;

·       rischi di scivolamento nel caso di presenza sul pavimento di residui di rifiuti trattati o da trattare;

·       rischi di caduta dei mezzi di trasporto dei rifiuti nelle buche di raccolta per il caricamento sui nastri trasportatori;

·       rischi dovuti alla circolazione dei mezzi (investimenti da veicoli in movimento all’interno delle aree di lavoro);

·       rischio di traumi o schiacciamenti durante le attività di manutenzione ordinaria/ straordinaria e pulizia degli impianti;

·       rischio incendio, dovuto al tipo di attività e al materiale trattato, ed al possibile conferimento incontrollato di sostanze infiammabili.

 

Rischi igienico-ambientali dovuti ad agenti chimici, fisici e biologici:

·       rischio dovuto all’esposizione ad agenti inquinanti derivanti prevalentemente dalla produzione di gas o aerosol che i rifiuti producono;

·       rischio da inalazione di polveri, legato alla movimentazione delle frazioni del rifiuto;

·       rischio legato a tagli e punture con oggetti potenzialmente infetti;

·       rischio da agenti biologici, dovuto alla potenziale esposizione ad agenti presenti nel rifiuto o derivanti dai processi di degradazione;  

·       rischi legati alla possibilità di contatto con parassiti provenienti dagli escrementi di specie murine;

·       rischio correlato alla presenza di insetti vettori di agenti biologici;

·       rischio da esposizione a rumore, prodotto dagli impianti e dalle macchine presenti negli ambienti di lavoro;

·       rischio da vibrazioni durante la guida di automezzi;

·       rischi legati a fattori ergonomici per l’assunzione di posture incongrue sia nella guida degli automezzi che nelle operazioni di pulizia in punti di difficile accesso;

·       rischi legati alla  necessità di compiere sforzi fisici rilevanti durante le attività di selezione e movimentazione manuale di rifiuti ingombranti.


 

Rischi trasversali o organizzativi:

·       fattori di stress dovuti al lavoro notturno e a turni;

·       fattori psicologici legati all’oggetto della mansione ed allo scarso riconoscimento sociale della professione.

 

Fasi di stabilizzazione frazione organica e raffinazione compost

 

Rischi per la sicurezza dovuti alle caratteristiche degli ambienti di lavoro, o alle procedure improprie di lavoro:

·       rischi di caduta nel caso di irregolarità della pavimentazione;

·       rischi di caduta dall’alto per scivolamenti dalle postazioni di lavoro degli impianti o delle macchine che si trovano in quota;

·       rischi dovuti alla circolazione dei mezzi (investimenti da veicoli in movimento all’interno delle aree di lavoro);

·       rischio di traumi o schiacciamenti durante le attività di manutenzione ordinaria/ straordinaria e pulizia degli impianti.

 

Rischi igienico-ambientali dovuti ad agenti chimici, fisici e biologici:

·       rischio dovuto all’esposizione ad agenti inquinanti derivanti prevalentemente dalla produzione di gas o aerosol che i rifiuti producono;

·       sversamenti di sostanze chimiche nei punti di travaso o interconnessione tra serbatoi e apparecchiature;

·       rischio da inalazione di polveri, legato alla movimentazione delle frazioni del rifiuto;

·       rischio da agenti biologici, dovuto alla potenziale esposizione ad agenti presenti nel rifiuto o derivanti da processi di degradazione;  

·       rischi legati alla possibilità di contatto con parassiti provenienti dagli escrementi di specie murine;

·       rischio correlato alla presenza di insetti vettori di agenti biologici;

·       rischio da esposizione a rumore, prodotto dagli impianti e dalle macchine presenti negli ambienti di lavoro;

·       rischio da vibrazioni durante la guida di automezzi;

·       rischi legati a fattori ergonomici per l’assunzione di posture incongrue sia nella guida degli automezzi che nelle operazioni di pulizia in punti di difficile accesso;

·       rischio da condizioni microclimatiche sfavorevoli (elevata temperatura ed umidità).

 

Rischi trasversali o organizzativi:

·       fattori psicologici legati all’oggetto della mansione ed allo scarso riconoscimento sociale della professione

·       fattori di stress dovuti al lavoro notturno e a turni.

 


 

I rischi per la sicurezza sono da attribuire principalmente alle macchine nelle fasi di pulizia e manutenzione. Da non trascurare gli ambienti di lavoro, sia per quanto riguarda i rischi di caduta e scivolamento per presenza sulla pavimentazione di materiale di rifiuto, sia per la presenza di buche e sporgenze createsi per usura e scarsa manutenzione, ma anche per il rischio di investimento dei pedoni nella circolazione dei mezzi.

In linea generale, le parti in movimento dei macchinari e i macchinari stessi che possono costituire un pericolo, presentano protezioni mobili o fisse (carter, barriere, schermi protettivi) e in alcuni casi sono montati dispositivi di sicurezza (microinterruttore) come richiesto dalla normativa.

 

Per quanto le caratteristiche strutturali dei macchinari operanti presso i diversi reparti siano tra loro assai differenti, i rischi da essi derivanti possono essere ricondotti a due principali categorie:

1.        rischi derivanti dalle parti in movimento dei macchinari e apparecchiature

2.        rischi derivanti dal contatto con le parti sotto tensione dei macchinari e dagli impianti elettrici.

 

Le principali operazioni svolte dall’operatore sono:

1.        controllo della operatività della macchina/apparecchiatura;

2.        scarico della macchina/apparecchiatura nel caso di intasamento;

3.        pulizia della macchina/apparecchiatura.

 

Si possono considerare i seguenti fattori di pericolo potenziale:

1.        eventuale inefficienza delle protezioni e dei dispositivi di sicurezza per guasti e/o rimozioni;

2.        eventuali cattivi funzionamenti dei macchinari che possono portare ad interventi di manutenzione straordinaria;

3.        inaspettato movimento di parti delle macchine durante alcune fasi di preparazione della stessa;

4.        comportamenti inadeguati del personale nello svolgere le attività sui macchinari dovuti alla scarsa conoscenza dei pericoli o al mancato utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale.

 

I rischi di natura igienico ambientale sono principalmente dovuti all’esposizione ad agenti inquinanti chimici derivanti prevalentemente dalle emanazioni gassose, per i quali il principale è l’ammoniaca (NH3).

I lavoratori risultano esposti anche al rischio di inalazione di polveri organiche, soprattutto durante le operazioni di agitazione meccanica del materiale da sottoporre a digestione. Tale fase operativa pare essere il tipo di lavorazione a maggior rischio di dispersione di polveri, stimabile in 30-80 mg per ogni m3 di materiale trattato, soprattutto quando la lavorazione avviene in impianti che operano al chiuso.

 

I rischi dovuti al microclima, presenti nelle fasi di stabilizzazione frazione organica e raffinazione compost, sono dovuti a condizioni microclimatiche altamente sfavorevoli, legate all’alto tasso di umidità relativa (prossima al 100%) associata ad un’alta temperatura (che nella stagione estiva può arrivare a 36°C.) e tali da determinare situazioni di stress termico 

 

Il rischio da agenti biologici è connesso all’esposizione ai microrganismi presenti nel materiale trattato o che in esso naturalmente si sviluppano. Gli addetti al trattamento dei RSU, infatti, possono venire in contatto con batteri, virus, miceti, parassiti.

Occorre, inoltre, considerare che i RSU sono anche veicolo di diffusione di agenti biologici responsabili di antropozoonosi, essendo rifugio e habitat di animali quali roditori, insetti, ecc; quindi, nella valutazione dei rischi presenti nelle varie fasi di trattamento dei RSU vanno prese in considerazione tutte le possibili vie di trasmissione all’uomo.


 

Con il monitoraggio microbiologico ambientale è possibile determinare la concentrazione aerodispersa dei microrganismi nell’ambiente.

 

Studi epidemiologici sui RSU hanno valutato come i rifiuti domestici siano contaminati da una elevata flora batterica essendo ricchi di sostanza organica. Elevate concentrazioni di microrganismi si registrano anche nei prodotti che possono scaturire naturalmente dagli RSU  come il percolato, o dal loro riciclo tecnologico; è questo il caso del compost. Va comunque tenuto in considerazione che i dati rilevati hanno una valenza indicativa; infatti, metodi di analisi e rappresentatività dei campioni presentano, nei diversi studi, un’elevata variabilità.

Negli aerosol respirabili un’alta percentuale dei microrganismi (80%) è rappresentata da miceti, con prevalenza di Aspergillus, Penicillum, Cladosporum, che spesso possono causare sindromi irritativo-allergiche. Sono presenti anche batteri ed endotossine.

 

Studi epidemiologici effettuati sui lavoratori addetti alla produzione di compost hanno evidenziato sintomatologie quali mal di testa, diarrea o disturbi agli occhi ascrivibili alle esposizioni ad endotossine batteriche, indipendentemente dalla presenza di cellule batteriche integre. Per questo la sola enumerazione dei Gram neg,. replicabili o vitali, non è sufficiente per valutare il rischio espositivo nel suo complesso, specie nei settori in cui risulti elevata la produzione di polveri o di bioaerosol.

 

Anche l’inalazione di polveri contenenti batteri Gram neg. potrebbe essere causa di patologie allergiche.

 

Altri studi hanno evidenziato che le cariche batteriche e fungine, talvolta anche potenzialmente patogene, presenti durante le fasi di compostaggio, possono giungere a concentrazioni tali da causare alveoliti allergiche, patologie ampiamente studiate nei lavoratori del settore agricolo.

Il microrganismo più diffuso è l’Aspergillus fumigatus, che può raggiungere  anche elevate cariche. Tuttavia ricerche sierologiche effettuate sui lavoratori esposti non indicano, attraverso gli antigeni circolanti, che tale pericolo si concretizzi in rischio effettivo.

Una elevata frequenza di isolamento di A. fumigatus si è riscontrata nell’orofaringe e nelle narici di lavoratori addetti, anche se non è certo che tutti i ceppi di A. fumigatus abbiano la stessa potenzialità patogena.

 

Il rischio da agenti biologici è presente anche per la possibile esposizione ad altri microrganismi presenti nei RSU, o derivanti dai processi di degradazione degli stessi. Le caratteristiche, la qualità e l’entità del rischio sono ancora da studiare e definire.

La letteratura riporta solo generiche ipotesi di rischi potenziali da altri agenti biologici, di cui uno specifico esempio citato è quello della Leptospirosi.

Organismi contenenti rischio biologico per gli operatori sono anche gli attinomiceti, in quanto una massiva ed improvvisa esposizione a tali batteri (108 ufc/m3), può scatenare reazioni allergiche, con anticorpi circolanti misurabili nei soggetti colpiti.

Dai dati epidemiologici, quindi, si evince che il rischio prevalente nelle lavorazioni con RSU non sembra essere tanto quello infettivo quanto quello allergico o tossico. 

 

Per valutare il grado di inquinamento ambientale ed il conseguente rischio per i lavoratori esposti alcuni Paesi hanno proposto lo standard di 10~ufc di Gram neg./m3 di aria. Per le endotossine batteriche sono stati postulati valori di concentrazione compresi tra 20 ng/m3 e 1000 ng/m3, in rapporto alle sintomatologie sviluppate; altri autori hanno proposto, invece, un valore di 10-14 ng/m3 quale soglia entro la quale non si manifestano effetti sulla salute.

 


 

 

Odori: una nota di attenzione merita in proposito il problema degli odori le cui origini sono essenzialmente dovute a:

1.        sostanze odorose già presenti nei rifiuti (naturali o sintetiche)

2.        composti maleodoranti che si sviluppano a seguito di processi fermentativi, già durante la raccolta o lo stoccaggio, in attesa del trattamento, o durante i processi di compostaggio (composti del carbonio, acidi, grassi, composti dello zolfo o dell’azoto).

Gli odori sono provocati dalla presenza di sostanze volatili che, se in concentrazione  superiore ad una determinata soglia, sono in grado di provocare uno stimolo olfattivo.

Il primo effetto nocivo è pertanto collegato alla sensazione odorosa sgradevole che può altresì provocare disturbi a livello gastrico.

Va comunque considerato che gli odori sgradevoli non sono patogeni; infatti, la soglia olfattiva è generalmente più bassa dei TLV; lo stimolo olfattivo generato ha quindi una funzione di allerta che evidenzia la presenza di una sostanza volatile. A questo tipo di rischio sono potenzialmente esposti tutti i lavoratori presenti sull’impianto.

 

Il rischio connesso alla assunzione di posture incongrue ed allo sforzo fisico, presente nelle fasi di ricezione,  selezione e compattazione frazione secca con invio  a smaltimento, è principalmente conseguente alla movimentazione manuale dei rifiuti ingombranti che, talvolta, vengono erroneamente conferiti in questi impianti e non nelle apposite discariche.

 

La stima del rischio connesso al disagio psicologico non e’ facilmente valutabile anche per l’assenza di specifiche indagini.

 

 

 

 

 

SELEZIONE E STABILIZZAZIONE RSU

 

CAPITOLO GENERALE

 

Il danno rilevato

 

 

 

 

Lo studio del fenomeno infortunistico, relativo all’azienda oggetto di questa indagine, è stato condotto analizzando le informazioni contenute nel registro infortuni del quadriennio 1998/2001.

Non è stata possibile una riconduzione puntuale degli infortuni avvenuti per singola fase lavorativa in quanto le stesse non sono esplicitamente riportate nel registro infortuni.

E’ da considerare, inoltre, che il personale ruota nei vari compiti svolgendo, così, tutte le mansioni presenti nelle diverse fasi lavorative del ciclo produttivo.

 

L’impianto oggetto di indagine è di recente realizzazione: l’attività ha preso avvio a pieno regime nell’estate 1997.

Nei 4 anni di attività monitorata si sono verificati n.49 infortuni relativi in particolare a schiacciamenti di arti e cadute dall’alto durante la manutenzione delle macchine, punture da ago e tagli agli arti superiori.

L’indice di frequenza calcolato è prossimo a 9; tale indice risulta inferiore a quello dell’azienda che effettua la raccolta ed il conferimento del rifiuto.

Questo dato va considerato anche alla luce del fatto che nelle linee sono presenti esclusivamente attrezzature di lavoro di nuova generazione con marchio “CE”, nelle quali l’operatore interviene quasi esclusivamente per interventi di manutenzione e di controllo.

Per quanto riguarda malattie correlabili al lavoro è stato segnalato n.1 caso di “micosi cutanea”.

Accertamenti sono in corso su patologie di altra natura probabilmente correlate ad esposizioni pregresse.

 

 

 

 

SELEZIONE E STABILIZZAZIONE RSU

 

CAPITOLO GENERALE

 

Il rischio esterno

 

 

I principali problemi di impatto ambientale che un impianto di selezione e stabilizzazione dei RSU può comportare sono:

 

Ø       problemi viabilistici

Ø       dispersione di odori

Ø       infestazione da insetti

Ø       dispersione di microrganismi

Ø       diffusione di sostanze chimiche

 

L’entità di tali problemi è connessa alle dimensioni dell’impianto e alla sua capacità produttiva, alle modalità operative seguite nella conduzione dello stesso, alle misure adottate per l’abbattimento degli inquinanti. Elemento che condiziona fortemente i disagi della popolazione è, inoltre, la distanza che intercorre tra l’impianto e le aree abitate.

 

I problemi viabilistici, e i relativi problemi di inquinamento da rumore e da gas di scarico, sono connessi all’elevato afflusso dei camion che conferiscono i RSU all’impianto, generalmente concentrato nelle prime ore della mattinata. Occorre, pertanto, che, nella progettazione dell’insediamento, vengano attentamente studiati i percorsi dei camion, in entrata e in uscita, al fine di evitare sovraccarichi di traffico in aree già critiche in particolare nelle ore mattutine (ingressi/uscite da tangenziali, raccordi, punti di ingresso/uscita dalla città).

 

Uno dei principali elementi di disagio per la popolazione circostante l’impianto è costituito dalla diffusione di odori sgradevoli originati dai RSU stessi e dai loro prodotti di degradazione.

I principali provvedimenti per limitare l’impatto olfattivo sono connessi alla limitazione delle giacenze di materiali non lavorati, al mantenimento in depressione degli ambienti di lavoro e ad un corretto convogliamento e  abbattimento dell’aria prelevata dagli stessi. Questo può essere effettuato mediante sistemi chimici o biologici (biofiltri), anche associati tra loro, come nel caso da noi esaminato. La valutazione della dispersione di sostanze odorose risulta alquanto difficoltosa.

Sono possibili due strade:

Ø       la determinazione, per via chimica, delle concentrazioni di sostanze a bassa soglia olfattiva

Ø       l’analisi olfattometrica

 

Nel primo caso la difficoltà è data principalmente dall’elevato numero di sostanze potenzialmente coinvolte. Occorreranno, pertanto, diverse campagne al fine di individuare uno spettro più ristretto di sostanze da utilizzare come traccianti, le cui concentrazioni dovranno essere correlate alle numerose variabili che condizionano il funzionamento dell’impianto nel suo complesso.

Gli inquinanti odorosi generalmente presenti sono: ammoniaca, terpeni e acidi organici quali acetico, butinico e propionico. In basse concentrazioni sono presenti anche metano e dimetilsolfuro.

 


 

La questione dei sistemi di abbattimento delle sostanze odorose può comportare rischi per gli addetti a sversamenti di sostanze chimiche nei punti di travaso o interconnessione tra serbatoi e apparecchiature.

 

Le misure olfattometriche presentano il vantaggio di essere meglio correlate alla molestia olfattiva. Tuttavia, standards e metodiche, disponibili in alcuni paesi della UE, non sono attualmente previsti dalla normativa italiana. Inoltre, pochi sono i laboratori attrezzati a tale scopo.

In entrambi i casi la valutazione dei dati analitici deve essere strettamente correlata con le condizioni metereologiche presenti al momento.

 

Un altro problema di una certa rilevanza è costituito dalla diffusione di insetti, in particolare mosche.

Gli RSU e i loro prodotti di trasformazione costituiscono un ottimo pabulum per il loro sviluppo. Maggiore è la vicinanza di abitazioni e maggiore è la possibilità che la presenza di insetti costituisca un importante fonte di disturbo per la popolazione.

 

La prevenzione è data dalle misure atte a ridurre lo sviluppo delle larve (si veda il capitolo 5 -“Gli interventi”), in particolare nelle fasi di maturazione del compost, oltre che dalle periodiche campagne di disinfestazione da attuarsi all’interno dell’impianto ma anche all’esterno.

Un altro problema da considerare è il possibile inquinamento da agenti biologici.

Le analisi da noi ripetutamente eseguite hanno dimostrato l’assenza di un inquinamento biologico se non nelle zone immediatamente limitrofe alle aree di lavorazione e di trattamento delle emissioni (entro 40 metri).

 

Anche per quel che concerne l’inquinamento da agenti chimici, le numerose analisi da noi effettuate hanno consentito di escludere che le emissioni, convenientemente trattate, diano luogo alla dispersione di sostanze che possano provocare effetti patogeni.

L’avvio di questa tipologia di impianti è comunque soggetta, oltre che al nulla osta all’esercizio, previsto dal T.U.LL.SS., all’autorizzazione prevista dalla Legge 203/88 per quel che riguarda  specificamente le emissioni. 

 

 

 

 

 

 

 

1.COMPARTO: TRATTAMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

SELEZIONE E STABILIZZAZIONE

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE: RICEZIONE E PRE-TRATTAMENTO RSU

 

 

3. COD. INAIL: 37.20.2

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

 

RISCHI PER LA SICUREZZA DOVUTI ALL’USO DI ATTREZZATURE;

 

RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI DOVUTI AD AGENTI FISICI E BIOLOGICI;

 

RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI DOVUTI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FATTORI PSICOLOGICI, FATTORI ERGONOMICI, CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

6. N. ADDETTI:  90

           


 

Capitolo 1 -“La fase di lavorazione”

 

I rifiuti conferiti all’impianto arrivano dagli automezzi di raccolta (compattatori) che li scaricano sul pavimento, o in buche di raccolta, nell’area di impianto destinata a tale fase di lavoro. L’area e’ separata dal resto dell’impianto ed e’ mantenuta in leggera depressione da un sistema di condotti di aspirazione dell’aria; la stessa  viene quindi inviata all’impianto di abbattimento ad umido delle polveri  e successivamente  trattata in un biofiltro per il trattamento degli odori.

L’apertura del portone di ingresso alla ricezione è automatica e funziona con un sistema a fotocellula; l’automezzo, una volta entrato nel fabbricato, attende il suo turno per scaricare il contenuto nell’area predisposta e, terminato lo scarico, esce dallo stesso portone azionato da un sensore di prossimità. In questa zona non e’ normalmente prevista la permanenza di persone se non per quanto riguarda l’addetto al carico del rifiuto nella macchina lacerasacchi  e per le operazioni di manutenzione.

I rifiuti vengono poi avviati alla fase di  pre-trattamento previa separazione dei materiali ingombranti.  

La sezione comprende un dilaceratore/aprisacchi, che rende il materiale idoneo alle successive fasi di selezione; l’alimentazione di tale attrezzatura si trova all’interno dell’area di ricezione.

L’area ricezione/alimentazione è separata dalle altre zone di lavoro da un telo in PVC ignifugo o da pareti in muratura; ciò permette di evitare la propagazione delle polveri nella zona di selezione e consente altresì il miglioramento delle condizioni ambientali.

 

 

Capitolo 2 - “Le attrezzature e le macchine”

 

Macchine:

Ø      Il rifiuto indifferenziato, conferito in sacchi, viene movimentato con  automezzi con pala meccanica o ragno. Il limite tecnologico riguardante l’utilizzo di mezzi ad  alimentazione elettrica costringe all’impiego di motori diesel dotati di dispositivo di abbattimento al terminale di scarico. I rischi connessi all’esposizione a gas di scarico sono mantenuti sotto controllo dal sistema di ventilazione generale, che in area ricezione risulta maggiore rispetto alle rimanenti aree dell’impianto, e dal fatto che ogni mezzo e’ dotato di cabina con impianto di condizionamento e filtrazione dell’aria. Quando l’automezzo rimane in posizione fissa (ad esempio durante il carico del rifiuto nella tramoggia della macchina rompisacchi) il terminale di scarico e’ connesso all’impianto di estrazione dell’aria.

Ø      La macchina dilaceratrice o rompisacchi, ha la funzione di aprire il sacco al fine di permetterne la selezione e  presenta gli organi lavoratori pericolosi, in genere cesoie a coltello, completamente segregati; la macchina e’ dotata di cappa di ripresa delle polveri, posizionata sulla tramoggia di carico. I rischi prevalenti, di natura biologica o meccanica sono riferiti soprattutto ad interventi di manutenzione, in quanto costringono l’operatore ad intervenire a contatto con i rifiuti e con le parti in movimento della macchina.

 

 

Ø      Il materiale in lavorazione viene movimentato tramite nastri trasportatori  segregati sia lateralmente che nella parte superiore; ciò al fine di  limitare la dispersione di polveri ed odori, oltre che di impedire la caduta di frammenti di rifiuto. Nei tratti di raccordo tra i nastri, sono inoltre installati dispositivi di captazione localizzata delle polveri. I rischi di origine biologica e meccanica sono riferibili agli interventi manuali dell’operatore per effettuare disincagli di materiale e per la pulizia periodica. 

 

 

Attrezzature:

Ø      utensili portatili per interventi di manutenzione/riparazione quali: mole, trapani,  saldatrici elettriche, piattaforme elevabili per l’esecuzione di lavori in altezza, motospazzatrici per la pulizia degli ambienti.

 

 

Tutte le attrezzature di lavoro sono dichiarate conformi ai requisiti di sicurezza di cui al DPR 459/96 e marcate CE in quanto prodotte dopo il 1996.

 

 

Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”

 

Per l’analisi dei fattori di rischio relativi alla fase di lavoro in oggetto si riporta il lettore al capitolo generale “I fattori di rischio”.

 

 

Capitolo 4 “Il danno atteso

 

·      contusioni, distorsioni, fratture, ferite, da cadute in piano o dall’alto o da investimenti di veicoli;

·      ferite e traumatismi da proiezione di materiali;

·      traumi, schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori da interventi di manutenzione/pulizia di impianti;

·      ferite da punta e da taglio;

·      irritazione delle congiuntive e delle vie aeree da inquinanti chimici e/o biologici

·      micosi cutanee;

·      infezioni respiratorie, asma, alveoliti allergiche da agenti biologici;

·      ipoacusia da rumore;

·      danni osteoarticolari da vibrazioni alla guida di automezzi, posture incongrue, movimentazione manuale dei carichi.

 


 

Il danno rilevato

 

Il fenomeno infortunistico e delle patologie correlate al lavoro è descritto nel capitolo generale “Il danno rilevato” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

Capitolo 5 “Gli interventi 

 

Rispetto alle condizioni di progetto e di avvio dell’impianto, sono stati introdotti processi di bonifica relativi ad alcune situazioni di rischio.

In via preliminare, il rischio di natura biologica e’ stato ritenuto maggiormente rilevante rispetto agli altri; per questo motivo e’ stata avviata un’attenta verifica delle modalità di pulizia degli ambienti e delle attrezzature di lavoro, valutando l’inquinamento di origine biologica durante le varie fasi di lavoro ed al termine delle stesse.

In questo ambito è stato necessario intervenire sulle procedure di pulizia degli  automezzi utilizzati nella movimentazione dei materiali, le cui condizioni sono risultate particolarmente critiche. 

In questa ottica, inoltre, sono state vietate operazioni a rischio quali l’utilizzo di aria compressa o “soffioni a spalla”, che venivano utilizzati per asportare la polvere depositata sugli impianti; le ditte hanno inoltre acquistato motospazzatrici da utilizzarsi nella pulizia degli ambienti.

 

In alcune zone degli impianti e’ stata ripristinata la pavimentazione, in modo da agevolare le operazioni di pulizia dell’ambiente.

 

Dove tecnicamente possibile, sono stati introdotti nastri trasportatori per il materiale in lavorazione, onde evitare il transito dei mezzi che, oltre a costituire rischio di collisione, contribuivano al peggioramento dello stato di pulizia degli ambienti.

 

Sono state, inoltre,  potenziate le segregazioni dei nastri trasportatori ed i dispositivi di captazione nei tratti di raccordo al fine di limitare la dispersione delle polveri.

 

In alcune linee di produzione si sono potute migliorare le condizioni ambientali agendo sulla segregazione dell’area di ricezione e aumentando il numero di ricambi d’aria, tramite impianti che garantiscono almeno 4 ricambi ambiente/ora.

Considerato che al termine delle lavorazioni gli impianti di ventilazione rimangono in funzione, al fine di mantenere in depressione gli ambienti, si ottiene un adeguato ricambio d’aria che consente la riduzione della carica batterica totale.

 

Inoltre, sono stati introdotti dispositivi di captazione localizzata dei gas di scarico degli automezzi, con conseguente riduzione dell’esposizione ad agenti chimici; i punti di maggior dispersione delle polveri sono racchiusi con cappe.


 

Il reporting periodico dei dati ambientali dei materiali in giacenza e delle portate d’aria dell’impianto di ventilazione, consente di mantenere sotto controllo le condizioni di salubrità ambientale.

 

Gli spogliatoi degli operatori sono realizzati in modo da differenziare l’ambiente “sporco”, dove vengono conservati gli indumenti da lavoro, dall’ambiente “pulito”, in cui sono a disposizione armadietti per gli abiti civili.

 

Al fine di ottenere una riduzione degli odori all’interno dei locali di lavoro, il committente e’ stato impegnato a conferire i RSU all’impianto nel più breve tempo possibile dalla raccolta, ed il titolare dell’impianto di compostaggio a lavorare immediatamente, e comunque non oltre 24 ore, i RSU. Anche l’allontanamento tempestivo dei materiali lavorati favorisce la riduzione della diffusione degli odori.

 

La problematica degli insetti e del contenimento della specie murina e’ stata affrontata attraverso una più accurata pulizia degli ambienti, con periodiche campagne di disinfestazione, oltre che con la riduzione dei tempi di stazionamento dei RSU nell’area.

 

Per la protezione degli operatori dal rischio biologico e dagli infortuni da taglio o puntura con oggetti contaminati e’ stata valutata l’idoneità dei DPI, imponendo alle aziende un rigido controllo circa il loro utilizzo.

 

La fornitura individuale per ogni operatore comprende:

·      facciale filtrante FFP1 (a perdere)   

·      scarpa di sicurezza con suola antiscivolo  e puntale rinforzato

·      tuta in Tyvek (a perdere)

·      guanti antitaglio

·      cuffie o tappi  auricolari

·      elmetto

 

Il rischio di natura infortunistica e’ stato, inoltre, affrontato predisponendo accessi sicuri ai punti di lavoro in altezza. E’ stato anche prescritto l’utilizzo di piattaforme elevabili per l’accesso a punti di lavoro saltuari.

Per alcune situazioni sono state formalizzate procedure di lavoro specifiche soprattutto per gli interventi manutentivi.

 

Interventi sanitari preventivi

 

Sotto il profilo sanitario, il personale è stato sottoposto a vaccinazione antitetanica e, previo consenso, a vaccinazione antiepatite B. Inoltre, a cura del medico competente, i lavoratori vengono sottoposti a visite mediche periodiche, con particolare attenzione per gli apparati cardiorespiratorio, cutaneo e osteoarticolare, integrate da prove di funzionalità respiratoria ed esami ematochimici, con elettrocardiogramma e audiometria. 

 


 

Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”

 

In questa fase di lavorazione non sono previsti appalti a ditte esterne.

 

 

Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”

 

I riferimenti legislativi e bibliografici sotto elencati riguardano tutte le fasi dell’intero ciclo lavorativo.

 

·      D.P.R  547/55 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro

·      D.P.R. 303/56 - Norme generali per l’igiene del lavoro

·      D.P.R. 164/56 - Norme per la prevenzione degli infortuni in edilizia

·      D.Lgs. 277/91 - Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30 luglio 1990 n. 212

·      D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, in attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE  riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

·      D.Lgs 475/92 - Attuazione delle direttive 89/686/CEE del Consiglio del 21/12/1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale

·      D.Lgs 532/99 – Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell’art.17 comma 2 della legge n. 25 del 5/2/99

·      D.P.R. 459/96 - Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine

·      D.P.R. 224/88 – Rumorosità delle macchine

·      Legge 292 del 5/3/63 (vaccinazione antitetanica obbligatoria)

·      D.M. 26/4/90 e D.M. 4/10/91 (individuazione delle categorie a rischio per la vaccinazione contro l’epatite virale B)

·      D.P.R. 203/88 - Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualita’ dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183

·      D.P.R. 915/82 - Attuazione delle direttive CEE numeri 75/442 relativa ai rifiuti, n.76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n.78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi

·      Linee guida di applicazione del D.Lgs 626/94 a cura del Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome - Ottobre 96 


 

·      Ministero della Sanità - Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS - Linee guida di comportamento per gli operatori sanitari per il controllo delle infezioni da HIV - Roma 6.9.89

·      Legge 5.6.90 n. 135 - Programma di interventi urgenti per la prevenzione e lotta contro l’AIDS

·      Decreto del Ministero della Sanità 28.9.1990 - Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private

·      NIOSH: “Work practices guide for manual lifting”, NIOSH technical report, n. 81-122. U.S., 1981

·      Norma UNI - EN 292 - 1: Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Terminologia e metodologia di base

·      Norma UNI - EN 292 - 2 : Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Specifiche e principi tecnici

·      Norma CEI - EN 60204 – 1: Sicurezza delle macchinario – Equipaggiamento elettrico delle macchine – Requisiti generali

·      Atti del I Seminario nazionale “Rischi professionali e prevenzione nel terziario arretrato (rifiuti solidi urbani, servizi mortuari, supermercati)” - SNOP - Milano, 23 maggio 1994

·      Occhipinti, Menoni, Fenaroli, Colombini – Movimentazione di pesi e patologie del rachide in portasacchi addetti alla raccolta della nettezza urbana. Atti del Seminario Nazionale “Lavoro e patologia del rachide”, Milano 29-30 maggio1989

·      Indagine epidemiologica relativa alla contaminazione biologica aerodispersa negli ambienti lavorativi eseguita nel 2000 a cura dell’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano in collaborazione con l’azienda oggetto della nostra ricerca

 

 

Capitolo 8 - “Il rischio esterno”

 

L’analisi dei fattori di rischio relativi a questo capitolo sono descritti nel capitolo generale “Il rischio esterno”, con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

 

 

 

1. COMPARTO: TRATTAMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

 SELEZIONE E STABILIZZAZIONE

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE: SELEZIONE RSU

 

 

3. COD. INAIL: 37.20.2

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

 

RISCHI PER LA SICUREZZA DOVUTI ALL’USO DI ATTREZZATURE;

 

RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI DOVUTI AD AGENTI FISICI E BIOLOGICI;

 

RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI DOVUTI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FATTORI PSICOLOGICI, FATTORI ERGONOMICI, CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

6. N. ADDETTI:  90

           


 

Capitolo 1 -“La fase di lavorazione”

 

I rifiuti pretrattati sono inviati al vaglio rotante  che provvede a separare tre frazioni costituite rispettivamente da:

 

a)   frazione di sottovaglio intermedia, costituita essenzialmente da materiale organico compostabile;

b)  frazione di sottovaglio fine, inviata ad un box di raccolta, pronta per essere trasferita alla successiva fase di stabilizzazione e di igienizzazione;

c)   frazione di sopravaglio, rappresentata dalla frazione secca dei RSU.

 

La frazione compostabile, previa separazione dei materiali ferrosi, è inviata a un box di raccolta dove si provvede all’eventuale condizionamento del contenuto di umidità della matrice organica prima del trasferimento alla fase di trasformazione biologica che dura circa 40 gg.

La frazione di sottovaglio fine viene stabilizzata per un tempo pari a circa 15 gg, prima di subire le successive fasi di lavorazione (raffinazione).

La frazione di sopravaglio, dopo la separazione dei materiali ferrosi, è inviata a una pressolegatrice: le balle, dopo la legatura, vengono stoccate provvisoriamente per un tempo massimo di 48 ore  e quindi caricate sui mezzi della ditta committente e smaltite dalla stessa.

I materiali ferrosi separati dagli elettro-magneti sono inviati a un box di raccolta dedicato, in attesa di conferimento all’esterno dell’impianto.

Anche l’area selezione, alloggiata all’interno di un capannone chiuso, è dotata di condotti di aspirazione che la collegano al sistema centralizzato di abbattimento degli odori.

 

Capitolo 2 - “Le attrezzature e le macchine”

 

Macchine:

Ø      Il cuore del sistema e’ costituito da un vaglio a tamburo rotante che separa le  frazioni del rifiuto. Anche per  questa attrezzatura i rischi sono associati agli interventi di pulizia del tamburo rotante, poiché  gli operatori vengono a diretto contatto con i rifiuti.

Ø      Il materiale prima di essere inviato alla fase di compattazione (frazione secca) o stabilizzazione (frazione umida), viene deferrizzato con magneti. Il deferrizzatore conferisce il materiale all’interno di box predisposti per la successiva movimentazione; detti box sono dotati di paratie per evitare i rischi relativi alla proiezione di rifiuto.

Ø      Il materiale in lavorazione viene movimentato tramite nastri trasportatori  segregati sia lateralmente che nella parte superiore; ciò al fine di  limitare la dispersione di polveri ed odori, oltre che di impedire la caduta di frammenti di rifiuto. Nei tratti di raccordo tra i nastri, sono inoltre installati dispositivi di captazione localizzata delle polveri. I rischi di origine biologica e meccanica sono riferibili agli interventi manuali dell’operatore per effettuare disincagli di materiale e per la pulizia periodica. 


 

Attrezzature:

Ø      utensili portatili per interventi di manutenzione/riparazione quali: mole, trapani,  saldatrici elettriche, piattaforme elevabili per l’esecuzione di lavori in altezza, motospazzatrici per la pulizia degli ambienti.

 

 

Tutte le attrezzature di lavoro sono dichiarate conformi ai requisiti di sicurezza di cui al DPR 459/96 e marcate CE in quanto prodotte dopo il 1996.

 

 

Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”

 

Per l’analisi dei fattori di rischio relativi alla fase di lavoro in oggetto si riporta il lettore al capitolo generale “I fattori di rischio”.

 

 

Capitolo 4 “Il danno atteso

 

·      contusioni, distorsioni, fratture, ferite, da cadute in piano o dall’alto o da investimenti di veicoli

·      ferite e traumatismi da proiezione di materiali

·      traumi, schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori da interventi di manutenzione/pulizia di impianti

·      ferite da punta e da taglio

·      irritazione delle congiuntive e delle vie aeree da inquinanti chimici e/o biologici

·      micosi cutanee

·      infezioni respiratorie, asma, alveoliti allergiche da agenti biologici

·      ipoacusia da rumore

 

 

Il danno rilevato

 

Il fenomeno infortunistico e delle patologie correlate al lavoro è descritto nel capitolo generale “Il danno rilevato” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 


 

Capitolo 5 “Gli interventi  

 

Rispetto alle condizioni di progetto e di avvio dell’impianto, sono stati introdotti processi di bonifica relativi ad alcune situazioni di rischio.

In via preliminare, il rischio di natura biologica e’ stato ritenuto maggiormente rilevante rispetto agli altri; per questo motivo e’ stata avviata un’attenta verifica delle modalità di pulizia degli ambienti e delle attrezzature di lavoro, valutando l’inquinamento di origine biologica durante le varie fasi di lavoro ed al termine delle stesse.

In questa ottica sono state vietate operazioni a rischio quali l’utilizzo di aria compressa o “soffioni a spalla”, che venivano utilizzati per asportare la polvere depositata sugli impianti; le ditte hanno inoltre acquistato motospazzatrici da utilizzarsi nella pulizia degli ambienti.

 

Dove tecnicamente possibile, sono stati introdotti nastri trasportatori per il materiale in lavorazione, onde evitare il transito dei mezzi che, oltre a costituire rischio di collisione, contribuivano al peggioramento dello stato di pulizia degli ambienti.

 

Sono state, inoltre, potenziate le segregazioni dei nastri trasportatori ed i dispositivi di captazione nei tratti di raccordo al fine di limitare la dispersione delle polveri.

 

In alcune linee di produzione si sono potute migliorare le condizioni ambientali isolando quest’area rispetto a quella di ricezione, fonte di maggior produzione di odori e di inquinamento biologico.

Considerato che al termine delle lavorazioni gli impianti di ventilazione rimangono in funzione, al fine di mantenere in depressione gli ambienti, si ottiene un adeguato ricambio d’aria che consente la riduzione della carica batterica totale.

 

Gli spogliatoi degli operatori sono realizzati in modo da differenziare l’ambiente “sporco”, dove vengono conservati gli indumenti da lavoro, dall’ambiente “pulito”, in cui sono a disposizione armadietti per gli abiti civili.

 

La freschezza del rifiuto da lavorare è garanzia di una minore produzione di odori e di inquinamento biologico. A tal fine il committente e’ stato impegnato a conferire i RSU nel più breve tempo possibile dalla raccolta, ed il titolare dell’impianto di compostaggio a lavorare immediatamente, e comunque non oltre 24 ore, i RSU. Anche l’allontanamento tempestivo dei materiali lavorati favorisce la riduzione della diffusione degli odori.

 

La problematica degli insetti e del contenimento della specie murina e’ stata affrontata, attraverso periodiche campagne di disinfestazione, oltre che con una più accurata pulizia di ambienti ed attrezzature.

Per la protezione degli operatori dal rischio biologico e dagli infortuni da taglio o puntura con oggetti contaminati, e’ stata valutata l’idoneità dei DPI imponendo alle aziende un rigido controllo circa il loro utilizzo.

 

La fornitura individuale per ogni operatore comprende:

·      facciale filtrante FFP1 (a perdere)   

·      scarpa di sicurezza con suola antiscivolo  e puntale rinforzato

·      tuta in Tyvek (a perdere)

·      guanti antitaglio

·      cuffie o tappi  auricolari

·      elmetto

 

Il rischio di natura infortunistica e’ stato, inoltre, affrontato predisponendo accessi sicuri ai punti di lavoro in altezza. E’ stato anche prescritto l’utilizzo di piattaforme elevabili per l’accesso a punti di lavoro saltuari.

Per alcune situazioni sono state formalizzate procedure di lavoro specifiche soprattutto per gli interventi manutentivi.

 

 

Interventi sanitari preventivi

Sotto il profilo sanitario, il personale è stato sottoposto a vaccinazione antitetanica e, previo consenso, a vaccinazione antiepatite B. Inoltre, a cura del medico competente, i lavoratori vengono sottoposti a visite mediche periodiche, con particolare attenzione per gli apparati cardiorespiratorio, cutaneo e osteoarticolare, integrate da prove di funzionalità respiratoria ed esami ematochimici, con elettrocardiogramma e audiometria. 

 

 

Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”

 

In questa fase di lavorazione non sono previsti appalti a ditte esterne.

 


 

Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”

 

I riferimenti legislativi e bibliografici sotto elencati riguardano tutte le fasi dell’intero ciclo lavorativo.

 

·      D.P.R  547/55 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro

·      D.P.R. 303/56 - Norme generali per l’igiene del lavoro

·      D.P.R. 164/56 - Norme per la prevenzione degli infortuni in edilizia

·      D.Lgs. 277/91 - Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30 luglio 1990 n. 212

·      D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, in attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE  riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

·      D.Lgs 475/92 - Attuazione delle direttive 89/686/CEE del Consiglio del 21/12/1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale

·      D.Lgs 532/99 – Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell’art.17 comma 2 della legge n. 25 del 5/2/99

·      D.P.R. 459/96 - Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine

·      D.P.R. 224/88 – Rumorosità delle macchine

·      Legge 292 del 5/3/63 (vaccinazione antitetanica obbligatoria)

·      D.M. 26/4/90 e D.M. 4/10/91 (individuazione delle categorie a rischio per la vaccinazione contro l’epatite virale B)

·      D.P.R. 203/88 - Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualita’ dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183

·      D.P.R. 915/82 - Attuazione delle direttive CEE numeri 75/442 relativa ai rifiuti, n.76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n.78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi

·      Linee guida di applicazione del D.Lgs 626/94 a cura del Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome - Ottobre 96 


 

·      Ministero della Sanità - Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS - Linee guida di comportamento per gli operatori sanitari per il controllo delle infezioni da HIV - Roma 6.9.89

·      Legge 5.6.90 n. 135 - Programma di interventi urgenti per la prevenzione e lotta contro l’AIDS

·      Decreto del Ministero della Sanità 28.9.1990 - Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private

·      NIOSH: “Work practices guide for manual lifting”, NIOSH technical report, n. 81-122. U.S., 1981

·      Norma UNI - EN 292 - 1: Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Terminologia e metodologia di base

·      Norma UNI - EN 292 - 2 : Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Specifiche e principi tecnici

·      Norma CEI - EN 60204 – 1: Sicurezza delle macchinario – Equipaggiamento elettrico delle macchine – Requisiti generali

·      Atti del I Seminario nazionale “Rischi professionali e prevenzione nel terziario arretrato (rifiuti solidi urbani, servizi mortuari, supermercati)” - SNOP - Milano, 23 maggio 1994

·      Occhipinti, Menoni, Fenaroli, Colombini – Movimentazione di pesi e patologie del rachide in portasacchi addetti alla raccolta della nettezza urbana. Atti del Seminario Nazionale “Lavoro e patologia del rachide”, Milano 29-30 maggio1989

·      Indagine epidemiologica relativa alla contaminazione biologica aerodispersa negli ambienti lavorativi eseguita nel 2000 a cura dell’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano in collaborazione con l’azienda oggetto della nostra ricerca

 

 

Capitolo 8 - “Il rischio esterno”

 

L’analisi dei fattori di rischio relativi a questo capitolo sono descritti nel capitolo generale “Il rischio esterno”, con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

 

 

 

1. COMPARTO: TRATTAMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

 SELEZIONE E STABILIZZAZIONE

 

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE: STABILIZZAZIONE DELLA FRAZIONE

ORGANICA (sottovaglio intermedio)

IGIENIZZAZIONE DELLA FRAZIONE FINE (sottovaglio)

 

 

3. COD. INAIL: 37.20.2

 

 

 4. FATTORE DI RISCHIO:

 

RISCHI PER LA SICUREZZA DOVUTI ALL’USO DI ATTREZZATURE;

 

RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI DOVUTI AD AGENTI FISICI E BIOLOGICI;

 

RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI DOVUTI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FATTORI PSICOLOGICI, FATTORI ERGONOMICI, CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

6. N. ADDETTI:  90

           

 


 

Capitolo 1 -“La fase di lavorazione”

 

In questa fase sono state raggruppate due diverse lavorazioni, che tuttavia presentano identiche problematiche ambientali e di sicurezza per i lavoratori addetti:

 

 

La stabilizzazione o compostaggio aerobico avviene, sia per i rifiuti umidi che per la frazione fine del rifiuto, in un unico ambiente denominato “aia di compostaggio”.

Per entrambe le lavorazioni vengono utilizzate uguali attrezzature; la differenziazione consiste unicamente nel periodo necessario alla biotrasformazione, o stabilizzazione, che risulta essere di 42 giorni per quanto riguarda la frazione umida e di 15 giorni per la frazione fine del rifiuto.

 

Sia l’organico che la frazione fine separata vengono trasferiti all’area di compostaggio aerobico tramite pala gommata o nastro trasportatore.

In questa area i microrganismi aerobi trasformano le frazioni organiche del rifiuto in sostanza stabilizzata, altrimenti denominata “compost”.

Tale processo viene facilitato da condizioni microclimatiche caratterizzate da temperature ambientali intorno a 35°C e umidità vicina al 100%.

Al fine di favorire il processo il materiale viene movimentato di frequente per ottenere una migliore ossigenazione.

Nel caso della frazione organica il tempo di permanenza minimo del rifiuto organico nell’area è dell’ordine di 42 giorni al termine del quale il materiale viene inviato alla raffinazione.

Il materiale fine subisce invece un processo di biotrasformazione a ciclo breve, che dà luogo ad un prodotto utilizzato per la ricopertura di discariche o di aree oggetto di riqualificazioni ambientali.

Il materiale viene, quindi, impilato in un cumulo separato e al termine del processo, dopo una permanenza minima di 15 giorni, viene allontanato dall’impianto senza necessità di raffinazione.

 

 

Capitolo 2 - “Le attrezzature e le macchine”

 

Macchine:

Ø      Esistono diverse tecnologie per rivoltare i materiali in stabilizzazione presenti nell’aia di compostaggio, al fine di consentire l’ossigenazione dei cumuli per favorire i processi di biotrasformazione,. La tecnica più semplice consiste nell’utilizzo di un automezzo, dotato di nastro trasportatore (rivoltacumuli), che percorre l’aia di stabilizzazione rivoltando il cumulo mediante  il nastro trasportatore dotato di apposite nervature. L’operatore, in questo caso, conduce l’automezzo e permane in aia di compostaggio per tutto il tempo necessario all’effettuazione del ciclo di rivoltamento.


 

In considerazione del fatto che l’ambiente si trova in condizioni particolarmente sfavorevoli sotto il profilo microclimatico per l’alto tasso di umidità e per l’elevata temperatura, oltre che per l’elevato inquinamento da microrganismi biologici, l’automezzo rivoltacumuli e’ dotato di cabina di guida chiusa e provvista di impianto di climatizzazione e filtrazione dell’aria immessa.

 

Ø      Un'altra tecnologia, invece, consente la “stabilizzazione” all’interno di vasche di ampie dimensioni segregate rispetto alle rimanenti aree di lavoro. Il rivoltamento viene ottenuto mediante coclea montata su carro ponte che scorre lungo le pareti della vasca. In questa fase l’operatore interviene solo per operazioni di manutenzione.

 

Ø      Il materiale in lavorazione viene movimentato tramite nastri trasportatori  segregati sia lateralmente che nella parte superiore; ciò al fine di  limitare la dispersione di polveri ed odori, oltre che di impedire la caduta di frammenti di rifiuto. Nei tratti di raccordo tra i nastri, sono inoltre installati dispositivi di captazione localizzata delle polveri. I rischi di origine biologica e meccanica sono riferibili agli interventi manuali dell’operatore per effettuare disincagli di materiale e per la pulizia periodica. 

 

 

Attrezzature:

Ø      utensili portatili per interventi di manutenzione/riparazione quali: mole, trapani,  saldatrici elettriche, piattaforme elevabili per l’esecuzione di lavori in altezza, motospazzatrici per la pulizia degli ambienti.

 

 

Tutte le attrezzature di lavoro sono dichiarate conformi ai requisiti di sicurezza di cui al DPR 459/96 e marcate CE in quanto prodotte dopo il 1996.

 

 

Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”

 

Per l’analisi dei fattori di rischio relativi alla fase di lavoro in oggetto si riporta il lettore al capitolo generale “I fattori di rischio”.

 

 

Capitolo 4 “Il danno atteso

 

·      contusioni, distorsioni, fratture, ferite, da cadute in piano o dall’alto o da investimenti di veicoli;

·      traumi, schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori da interventi di manutenzione/pulizia di impianti:

·      ferite da punta e da taglio;


 

·      irritazione delle congiuntive e delle vie aeree da inquinanti chimici e/o biologici;

·      micosi cutanee;

·      infezioni respiratorie, asma, alveoliti allergiche da agenti biologici;

·      ipoacusia da rumore:

·      danni osteoarticolari da vibrazioni alla guida di automezzi, posture incongrue, movimentazione manuale dei carichi;

·      stress termico.

 

 

Il danno rilevato

 

Il fenomeno infortunistico e delle patologie da lavoro correlate è descritto nel capitolo generale “Il danno rilevato” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

Capitolo 5 “Gli interventi

 

Rispetto alle condizioni di progetto e di avvio dell’impianto, sono stati realizzati processi di bonifica relativi ad alcune situazioni di rischio.

In via preliminare, il rischio di natura biologica e’ stato ritenuto maggiormente rilevante rispetto agli altri; per questo motivo e’ stata avviata un’attenta verifica delle modalità di pulizia degli ambienti e delle attrezzature di lavoro, valutando l’inquinamento di origine biologica durante le varie fasi di lavoro, ed al termine delle stesse.

In questo ambito è stato necessario intervenire sulle procedure di pulizia degli  automezzi utilizzati nella movimentazione dei materiali, le cui condizioni sono risultate particolarmente critiche. 

In questa ottica, inoltre, sono state vietate operazioni a rischio quali l’utilizzo di aria compressa o “soffioni a spalla”, che venivano utilizzati per asportare la polvere depositata sugli impianti; le ditte hanno inoltre acquistato motospazzatrici da utilizzarsi nella pulizia degli ambienti.

 

Gli impianti di ventilazione rimangono in funzione al fine di mantenere in depressione gli ambienti, ciò permette un adeguato ricambio d’aria che consente la riduzione della carica batterica totale.

 

Il reporting periodico dei dati ambientali dei materiali in giacenza e delle portate d’aria dell’impianto di ventilazione consente di mantenere sotto controllo le condizioni di salubrità ambientale.

 

Data la condizione microclimatica particolarmente sfavorevole ed il rischio di natura biologica presente nell’aia di stabilizzazione, e’ stata impartita una specifica prescrizione, affinché gli operatori addetti ad interventi in tale area utilizzino tute a perdere e facciano uso della doccia a fine operazione, oltre ad usufruire di adeguate pause.


 

Gli spogliatoi degli operatori sono realizzati in modo da differenziare l’ambiente “sporco”, dove vengono conservati gli indumenti da lavoro, dall’ambiente “pulito”, in cui sono a disposizione armadietti per gli abiti civili.

 

La meccanizzazione dell’operazione di rivoltamento dei cumuli ha consentito, inoltre, di limitare il numero di accessi all’aia di compostaggio; al fine di ridurre i rischi di natura biologica e microclimatica sono state introdotte macchine operatrici rivoltacumuli dotate di cabina climatizzata.

 

La problematica degli insetti e del contenimento della specie murina e’ stata affrontata, attraverso una più accurata pulizia degli ambienti, con periodiche campagne di disinfestazione, ed anche mantenendo i cumuli di materiale in fase di stabilizzazione a temperature che non favoriscono lo sviluppo e la riproduzione delle larve delle mosche. In particolare, facendo in modo che la temperatura elevata necessaria per innescare i processi di biotrasformazione venga raggiunta nel più breve tempo possibile.

 

Per la protezione degli operatori dal rischio biologico e dagli eventuali infortuni da taglio o puntura con oggetti contaminati, e’ stata valutata l’idoneità dei DPI imponendo alle aziende un rigido controllo circa il loro utilizzo.

 

La fornitura individuale per ogni operatore comprende:

·      facciale filtrante FFP1 (a perdere)   

·      scarpa di sicurezza con suola antiscivolo  e puntale rinforzato

·      tuta in Tyvek (a perdere)

·      guanti antitaglio

·      cuffie o tappi  auricolari

·      elmetto

 

Interventi sanitari preventivi

Sotto il profilo sanitario, il personale è stato sottoposto a vaccinazione antitetanica e, previo consenso, a vaccinazione antiepatite B. Inoltre, a cura del medico competente, i lavoratori vengono sottoposti a visite mediche periodiche, con particolare attenzione per gli apparati cardiorespiratorio, cutaneo e osteoarticolare, integrate da prove di funzionalità respiratoria ed esami ematochimici, con elettrocardiogramma e audiometria. 

 

 

Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”

 

In questa fase di lavorazione non sono previsti appalti a ditte esterne.

 


 

Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”

 

I riferimenti legislativi e bibliografici sotto elencati riguardano tutte le fasi dell’intero ciclo lavorativo.

 

·      D.P.R  547/55 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro

·      D.P.R. 303/56 - Norme generali per l’igiene del lavoro

·      D.P.R. 164/56 - Norme per la prevenzione degli infortuni in edilizia

·      D.Lgs. 277/91 - Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30 luglio 1990 n. 212

·      D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, in attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE  riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

·      D.Lgs 475/92 - Attuazione delle direttive 89/686/CEE del Consiglio del 21/12/1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale

·      D.Lgs 532/99 – Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell’art.17 comma 2 della legge n. 25 del 5/2/99

·      D.P.R. 459/96 - Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine

·      D.P.R. 224/88 – Rumorosità delle macchine

·      Legge 292 del 5/3/63 (vaccinazione antitetanica obbligatoria)

·      D.M. 26/4/90 e D.M. 4/10/91 (individuazione delle categorie a rischio per la vaccinazione contro l’epatite virale B)

·      D.P.R. 203/88 - Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualita’ dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183

·      D.P.R. 915/82 - Attuazione delle direttive CEE numeri 75/442 relativa ai rifiuti, n.76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n.78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi

·      Linee guida di applicazione del D.Lgs 626/94 a cura del Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome - Ottobre 96 

 

·      Ministero della Sanità - Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS - Linee guida di comportamento per gli operatori sanitari per il controllo delle infezioni da HIV - Roma 6.9.89

·      Legge 5.6.90 n. 135 - Programma di interventi urgenti per la prevenzione e lotta contro l’AIDS


 

·      Decreto del Ministero della Sanità 28.9.1990 - Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private

 

·      NIOSH: “Work practices guide for manual lifting”, NIOSH technical report, n. 81-122. U.S., 1981

·      Norma UNI - EN 292 - 1: Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Terminologia e metodologia di base

·      Norma UNI - EN 292 - 2 : Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Specifiche e principi tecnici

·      Norma CEI - EN 60204 – 1: Sicurezza delle macchinario – Equipaggiamento elettrico delle macchine – Requisiti generali

·      Atti del I Seminario nazionale “Rischi professionali e prevenzione nel terziario arretrato (rifiuti solidi urbani, servizi mortuari, supermercati)” - SNOP - Milano, 23 maggio 1994

·      Occhipinti, Menoni, Fenaroli, Colombini – Movimentazione di pesi e patologie del rachide in portasacchi addetti alla raccolta della nettezza urbana. Atti del Seminario Nazionale “Lavoro e patologia del rachide”, Milano 29-30 maggio1989

·      Indagine epidemiologica relativa alla contaminazione biologica aerodispersa negli ambienti lavorativi eseguita nel 2000 a cura dell’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano in collaborazione con l’azienda oggetto della nostra ricerca

 

 

Capitolo 8 - “Il rischio esterno”

 

L’analisi dei fattori di rischio relativi a questo capitolo sono descritti nel capitolo generale “Il rischio esterno” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO: TRATTAMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

SELEZIONE E STABILIZZAZIONE

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE: RAFFINAZIONE DEL COMPOST

 

 

3. COD. INAIL: 37.20.2

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

 

RISCHI PER LA SICUREZZA DOVUTI ALL’USO DI ATTREZZATURE;

 

RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI DOVUTI AD AGENTI FISICI E BIOLOGICI;

 

RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI DOVUTI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FATTORI PSICOLOGICI, FATTORI ERGONOMICI, CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

6. N. ADDETTI:  90

           

 


 

Capitolo 1 -“La fase di lavorazione”

 

L’organico viene sottoposto a raffinazione per eliminare grumi e zolle, nonchè materiali plastici che comprometterebbero la qualità del prodotto finito.

L’area in cui avviene la lavorazione e’ dotata di impianto di aspirazione delle polveri separato dall’impianto generale, in quanto in questa zona sussistono problemi connessi all’elevata polverosità ambientale.

 

Dall’impianto escono due prodotti:

1.    compost raffinato, che viene  stoccato all’interno di un  fabbricato e successivamente prelevato a cura della committenza;

2.    scarti di lavorazione che, dopo stoccaggio in box di raccolta, vengono inviati allo smaltimento.

 

 

Capitolo 2 - “Le attrezzature e le macchine”

 

Macchine:

Ø      Al fine di migliorare le caratteristiche qualitative del compost, la frazione  stabilizzata  viene trattata in un apposito impianto di raffinazione; l’alimentazione di tale impianto,  avviene con l’ausilio di pale meccaniche, attraverso  una  tramoggia dotata di cappa per la captazione delle polveri.

Ø      La selezione della frazione avviene su vagli vibranti, che permettono la separazione in base alla granulometria. In questa fase di lavoro si ha una certa dispersione di polveri, che vengono però captate alla sorgente dal sistema di depolverazione; quest’ultimo, e’ impiantisticamente separato dal sistema di  ventilazione generale degli ambienti, ed e’ costituito da un filtro a ciclone associato ad un filtro a maniche autopulente.

Ø      Il materiale in lavorazione, in tutte le fasi, viene movimentato tramite nastri trasportatori  segregati sia lateralmente che nella parte superiore; ciò al fine di  limitare la dispersione di polveri ed odori, oltre che di impedire la caduta di frammenti di rifiuto. Nei tratti di raccordo tra i nastri, sono inoltre installati dispositivi di captazione localizzata delle polveri. I rischi di origine biologica e meccanica sono riferibili agli interventi manuali dell’operatore per effettuare disincagli di materiale e per la pulizia periodica. 

 

 

Attrezzature:

Ø      utensili portatili per interventi di manutenzione/riparazione quali: mole, trapani,  saldatrici elettriche, piattaforme elevabili per l’esecuzione di lavori in altezza, motospazzatrici per la pulizia degli ambienti.

 

Tutte le attrezzature di lavoro sono dichiarate conformi ai requisiti di sicurezza di cui al DPR 459/96 e marcate CE in quanto prodotte dopo il 1996.


 

Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”

 

Per l’analisi dei fattori di rischio relativi alla fase di lavoro in oggetto si riporta il lettore al capitolo generale “I fattori di rischio”.

 

 

Capitolo 4 “Il danno atteso

 

·      contusioni, distorsioni, fratture, ferite, da cadute in piano o dall’alto o da investimenti di veicoli;

·      ferite e traumatismi da proiezione di materiali;

·      traumi, schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori da interventi di manutenzione/pulizia di impianti:

·      ferite da punta e da taglio;

·      irritazione delle congiuntive e delle vie aeree da inquinanti chimici e/o biologici;

·      micosi cutanee;

·      infezioni respiratorie, asma, alveoliti allergiche da agenti biologici;

·      ipoacusia da rumore:

·      danni osteoarticolari da vibrazioni alla guida di automezzi, posture incongrue, movimentazione manuale dei carichi;

·      stress termico.

 

 

Il danno rilevato

 

Il fenomeno infortunistico e delle patologie correlate al lavoro è descritto nel capitolo generale “Il danno rilevato” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

Capitolo 5 “Gli interventi

 

Rispetto alle condizioni di progetto e di avvio dell’impianto, sono stati introdotti processi di bonifica relativi ad alcune situazioni di rischio.

In via preliminare, il rischio di natura biologica e’ stato ritenuto maggiormente rilevante rispetto agli altri; per questo motivo e’ stata avviata un’attenta verifica delle modalità di pulizia degli ambienti e delle attrezzature di lavoro, valutando l’inquinamento di origine biologica durante le varie fasi di lavoro ed al termine delle stesse.

In questo ambito, è stato necessario intervenire sulle procedure di pulizia degli  automezzi utilizzati nella movimentazione dei materiali, le cui condizioni sono risultate particolarmente critiche. 

In questa ottica, inoltre, sono state vietate operazioni a rischio quali l’utilizzo di aria compressa o “soffioni a spalla”, che venivano utilizzati per asportare la polvere depositata sugli impianti; le ditte hanno inoltre acquistato motospazzatrici da utilizzarsi nella pulizia degli ambienti.


 

In alcune zone degli impianti e’ stata ripristinata la pavimentazione, in modo da agevolare le operazioni di pulizia dell’ambiente.

 

Dove tecnicamente possibile, sono stati introdotti nastri trasportatori per il materiale in lavorazione, onde evitare il transito dei mezzi che, oltre a costituire rischio di collisione, contribuivano al peggioramento dello stato di pulizia degli ambienti.

 

Sono state, inoltre, potenziate le segregazioni dei nastri trasportatori ed i dispositivi di captazione nei tratti di raccordo al fine di limitare la dispersione delle polveri.

 

In alcune linee di produzione si sono potute migliorare le condizioni ambientali isolando quest’area da quelle circostanti, sedi di altre lavorazioni.

Considerato che al termine delle lavorazioni gli impianti di ventilazione rimangono in funzione, al fine di mantenere in depressione gli ambienti, si ottiene un adeguato ricambio d’aria che consente la riduzione della carica batterica totale.

 

Inoltre, sono stati introdotti dispositivi di captazione localizzata dei gas di scarico degli automezzi, con conseguente riduzione dell’esposizione ad agenti chimici. I punti di maggior dispersione delle polveri sono racchiusi con cappe.

 

Il reporting periodico dei dati ambientali dei materiali in giacenza e delle portate d’aria dell’impianto di ventilazione, consente di mantenere sotto controllo le condizioni di salubrità ambientale.

 

Gli spogliatoi degli operatori sono realizzati in modo da differenziare l’ambiente “sporco”, dove vengono conservati gli indumenti da lavoro, dall’ambiente “pulito”, in cui sono a disposizione armadietti per gli abiti civili.

 

La problematica degli insetti e del contenimento della specie murina e’ stata affrontata, oltre che attraverso periodiche campagne di disinfestazione, evitando lo stazionamento dei materiali.

 

Per la protezione degli operatori da infortuni dal rischio biologico e’ stata valutata l’idoneità dei DPI imponendo alle aziende un rigido controllo circa il loro utilizzo.

 

La fornitura individuale per ogni operatore comprende:

·      facciale filtrante FFP1 (a perdere)   

·      scarpa di sicurezza con suola antiscivolo  e puntale rinforzato

·      tuta in Tyvek (a perdere)

·      guanti antitaglio

·      cuffie o tappi  auricolari

·      elmetto


 

Il rischio di natura infortunistica e’ stato affrontato predisponendo accessi sicuri ai punti di lavoro in altezza. Inoltre, è stato prescritto l’utilizzo di piattaforme elevabili per l’accesso a punti di lavoro saltuari.

Per alcune situazioni sono state formalizzate procedure di lavoro specifiche soprattutto per gli interventi manutentivi.

 

 

Interventi sanitari preventivi

Sotto il profilo sanitario, il personale è stato sottoposto a vaccinazione antitetanica e, previo consenso, a vaccinazione antiepatite B. Inoltre, a cura del medico competente, i lavoratori vengono sottoposti a visite mediche periodiche, con particolare attenzione per gli apparati cardiorespiratorio, cutaneo e osteoarticolare, integrate da prove di funzionalità respiratoria ed esami ematochimici, con elettrocardiogramma e audiometria. 

 

 

Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”

 

In questa fase di lavorazione non sono previsti appalti a ditte esterne.

 


 

Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”

 

I riferimenti legislativi e bibliografici sotto elencati riguardano tutte le fasi dell’intero ciclo lavorativo.

 

·      D.P.R  547/55 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro

·      D.P.R. 303/56 - Norme generali per l’igiene del lavoro

·      D.P.R. 164/56 - Norme per la prevenzione degli infortuni in edilizia

·      D.Lgs. 277/91 - Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30 luglio 1990 n. 212

·      D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, in attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE  riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

·      D.Lgs 475/92 - Attuazione delle direttive 89/686/CEE del Consiglio del 21/12/1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale

·      D.Lgs 532/99 – Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell’art.17 comma 2 della legge n. 25 del 5/2/99

·      D.P.R. 459/96 - Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine

·      D.P.R. 224/88 – Rumorosità delle macchine

·      Legge 292 del 5/3/63 (vaccinazione antitetanica obbligatoria)

·      D.M. 26/4/90 e D.M. 4/10/91 (individuazione delle categorie a rischio per la vaccinazione contro l’epatite virale B)

·      D.P.R. 203/88 - Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualita’ dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183

·      D.P.R. 915/82 - Attuazione delle direttive CEE numeri 75/442 relativa ai rifiuti, n.76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n.78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi

·      Linee guida di applicazione del D.Lgs 626/94 a cura del Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome - Ottobre 96 

·      Ministero della Sanità - Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS - Linee guida di comportamento per gli operatori sanitari per il controllo delle infezioni da HIV - Roma 6.9.89


 

·      Legge 5.6.90 n. 135 - Programma di interventi urgenti per la prevenzione e lotta contro l’AIDS

·      Decreto del Ministero della Sanità 28.9.1990 - Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private

·      NIOSH: “Work practices guide for manual lifting”, NIOSH technical report, n. 81-122. U.S., 1981

·      Norma UNI - EN 292 - 1: Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Terminologia e metodologia di base

·      Norma UNI - EN 292 - 2 : Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Specifiche e principi tecnici

·      Norma CEI - EN 60204 – 1: Sicurezza delle macchinario – Equipaggiamento elettrico delle macchine – Requisiti generali

·      Atti del I Seminario nazionale “Rischi professionali e prevenzione nel terziario arretrato (rifiuti solidi urbani, servizi mortuari, supermercati)” - SNOP - Milano, 23 maggio 1994

·      Occhipinti, Menoni, Fenaroli, Colombini – Movimentazione di pesi e patologie del rachide in portasacchi addetti alla raccolta della nettezza urbana. Atti del Seminario Nazionale “Lavoro e patologia del rachide”, Milano 29-30 maggio1989

·      Indagine epidemiologica relativa alla contaminazione biologica aerodispersa negli ambienti lavorativi eseguita nel 2000 a cura dell’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano in collaborazione con l’azienda oggetto della nostra ricerca

 

 

Capitolo 8 - “Il rischio esterno”

 

L’analisi dei fattori di rischio relativi a questo capitolo sono descritti nel capitolo generale “Il rischio esterno” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 

 

 

 

 

 

1. COMPARTO: TRATTAMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

 SELEZIONE E STABILIZZAZIONE

 

 

2. FASE DI LAVORAZIONE: COMPATTAZIONE FRAZIONE SECCA

ED INVIO A SMALTIMENTO

 

 

3. COD. INAIL: 37.20.2

 

 

4. FATTORE DI RISCHIO:

 

RISCHI PER LA SICUREZZA DOVUTI ALL’USO DI ATTREZZATURE;

 

RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI DOVUTI AD AGENTI FISICI E BIOLOGICI;

 

RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI DOVUTI ALLA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, FATTORI PSICOLOGICI, FATTORI ERGONOMICI, CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI

 

 

5. CODICE DI RISCHIO

 

 

6. N. ADDETTI:  90

           


 

Capitolo 1 -“La fase di lavorazione”

 

La frazione di sopravaglio, ottenuta per separazione dimensionale, contiene rifiuti definiti “secchi”, costituiti  prevalentemente da imballi e quasi totalmente privi di materiale organico putrescibile.

Tale frazione rappresenta il 60-70% in peso del totale dei rifiuti trattati e viene inviata tramite nastri trasportatori alla pressa imballatrice che ha lo scopo di ridurre il volume del materiale, anche al fine di facilitarne la movimentazione.

Le balle così ottenute vengono stoccate in aree adiacenti alla pressa prima di essere inviate allo smaltimento o termodistruzione.

 

 

 

Capitolo 2 - “Le attrezzature e le macchine”

 

Macchine:

Ø      La frazione secca viene compattata in una pressa automatica. L’intervento dell’operatore, e’ limitato alla  manutenzione e alla alimentazione del filo metallico occorrente per la confezione delle balle.

Ø      La zona intorno alla pressa deve sempre risultare sgombra, per consentire una adeguata visibilità nelle operazioni di allontanamento delle balle prodotte tramite carrelli trasportatori. Il caricamento dei camion avviene appunto mediante carrelli trasportatori.

Ø      Il materiale in lavorazione viene movimentato tramite nastri trasportatori  segregati sia lateralmente che nella parte superiore; ciò al fine di  limitare la dispersione di polveri ed odori, oltre che di impedire la caduta di frammenti di rifiuto. Nei tratti di raccordo tra i nastri, sono inoltre installati dispositivi di captazione localizzata delle polveri. I rischi di origine biologica e meccanica sono riferibili agli interventi manuali dell’operatore per effettuare disincagli di materiale e per la pulizia periodica. 

 

Attrezzature:

Ø      carrelli elevatori per la movimentazione delle balle di rifiuto secco pressato

Ø      utensili portatili per interventi di manutenzione/riparazione quali: mole, trapani,  saldatrici elettriche, piattaforme elevabili per l’esecuzione di lavori in altezza, motospazzatrici per la pulizia degli ambienti.

 

Tutte le attrezzature di lavoro sono dichiarate conformi ai requisiti di sicurezza di cui al DPR 459/96 e marcate CE in quanto prodotte dopo il 1996.

 


 

Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”

 

Per l’analisi dei fattori di rischio relativi alla fase di lavoro in oggetto si riporta il lettore al capitolo generale “I fattori di rischio”.

 

 

Capitolo 4 “Il danno atteso

 

·      contusioni, distorsioni, fratture, ferite, da cadute in piano o dall’alto o da investimenti di veicoli;

·      ferite e traumatismi da proiezione di materiali;

·      traumi, schiacciamenti, amputazioni dita arti superiori da interventi di manutenzione/pulizia di impianti;

·      ferite da punta e da taglio;

·      irritazione delle congiuntive e delle vie aeree da inquinanti chimici e/o biologici

·      micosi cutanee;

·      infezioni respiratorie, asma, alveoliti allergiche da agenti biologici;

·      ipoacusia da rumore;

·      danni osteoarticolari da vibrazioni alla guida di automezzi, posture incongrue.

 

 

Il danno rilevato

 

Il fenomeno infortunistico e delle patologie correlate al lavoro è descritto nel capitolo generale “Il danno rilevato” con riferimento all’intero comparto lavorativo.

 


 

Capitolo 5 “Gli interventi

 

Rispetto alle condizioni di progetto e di avvio dell’impianto, sono stati introdotti processi di bonifica relativi ad alcune situazioni di rischio.

In via preliminare, il rischio di natura biologica e’ stato ritenuto maggiormente rilevante rispetto agli altri; per questo motivo e’ stata avviata un’attenta verifica delle modalità di pulizia degli ambienti e delle attrezzature di lavoro, valutando l’inquinamento di origine biologica durante le varie fasi di lavoro ed al termine delle stesse.

In questo ambito è stato necessario intervenire sulle procedure di pulizia degli  automezzi utilizzati nella movimentazione dei materiali, le cui condizioni sono risultate particolarmente critiche. 

In questa ottica sono state vietate operazioni a rischio quali l’utilizzo di aria compressa o “soffioni a spalla”, che venivano utilizzati per asportare la polvere depositata sugli impianti; le ditte hanno inoltre acquistato motospazzatrici da utilizzarsi nella pulizia degli ambienti.

 

In alcune zone degli impianti e’ stata ripristinata la pavimentazione, in modo da agevolare le operazioni di pulizia dell’ambiente.

 

Dove il progettista aveva adottato soluzioni di trasporto dei materiali con automezzi e laddove era tecnicamente possibile, sono stati introdotti nastri trasportatori per il materiale in lavorazione, onde evitare il transito dei mezzi che, oltre a costituire rischio di collisione, contribuivano al peggioramento dello stato di pulizia degli ambienti.

 

Sono state, inoltre, potenziate le segregazioni dei nastri trasportatori ed i dispositivi di captazione nei tratti di raccordo al fine di limitare la dispersione delle polveri.

 

In alcune linee di produzione si sono potute migliorare le condizioni ambientali isolando quest’area rispetto a quella di ricezione, fonte di maggior produzione di odori e di inquinamento biologico.

Considerato che al termine delle lavorazioni gli impianti di ventilazione rimangono in funzione, al fine di mantenere in depressione gli ambienti, si ottiene un adeguato ricambio d’aria che consente la riduzione della carica batterica totale.

 

Inoltre, sono stati introdotti dispositivi di captazione localizzata dei gas di scarico degli automezzi, con conseguente riduzione dell’esposizione ad agenti chimici; i punti di maggior dispersione delle polveri sono racchiusi con cappe.

 

Il reporting periodico dei dati ambientali dei materiali in giacenza e delle portate d’aria dell’impianto di ventilazione, consente di mantenere sotto controllo le condizioni di salubrità ambientale.


 

Gli spogliatoi degli operatori sono realizzati in modo da differenziare l’ambiente “sporco”, dove vengono conservati gli indumenti da lavoro, dall’ambiente “pulito”, in cui sono a disposizione armadietti per gli abiti civili.

 

La freschezza del rifiuto da lavorare è garanzia di una minore produzione di odori e di inquinamento biologico. A tal fine il committente e’ stato impegnato a conferire i RSU nel più breve tempo possibile dalla raccolta, ed il titolare dell’impianto di compostaggio a lavorare immediatamente, e comunque non oltre 24 ore, i RSU. Anche l’allontanamento tempestivo dei materiali lavorati favorisce la riduzione della diffusione degli odori.

 

La problematica degli insetti e del contenimento della specie murina e’ stata affrontata, oltre che attraverso periodiche campagne di disinfestazione, evitando lo stazionamento delle balle confezionate nel reparto.

 

Per la protezione degli operatori dal rischio biologico e dagli infortuni da taglio o puntura con oggetti contaminati, e’ stata valutata l’idoneità dei DPI imponendo alle aziende un rigido controllo circa il loro utilizzo.

 

La fornitura individuale per ogni operatore comprende:

·      facciale filtrante FFP1 (a perdere)   

·      scarpa di sicurezza con suola antiscivolo  e puntale rinforzato

·      tuta in Tyvek (a perdere)

·      guanti antitaglio

·      cuffie o tappi  auricolari

·      elmetto

 

Il rischio di natura infortunistica e’ stato, inoltre, affrontato predisponendo accessi sicuri ai punti di lavoro in altezza. E’ stato prescritto l’utilizzo di piattaforme elevabili per l’accesso a punti di lavoro saltuari.

Per alcune situazioni sono state formalizzate procedure di lavoro specifiche soprattutto per gli interventi manutentivi.

 

 

Interventi sanitari preventivi

Sotto il profilo sanitario, il personale è stato sottoposto a vaccinazione antitetanica e, previo consenso, a vaccinazione antiepatite B. Inoltre, a cura del medico competente, i lavoratori vengono sottoposti a visite mediche periodiche, con particolare attenzione per gli apparati cardiorespiratorio, cutaneo e osteoarticolare, integrate da prove di funzionalità respiratoria ed esami ematochimici, con elettrocardiogramma e audiometria. 


 

Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”

 

In questa fase di lavorazione non sono previsti appalti a ditte esterne.

 

 

Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”

 

I riferimenti legislativi e bibliografici sotto elencati riguardano tutte le fasi dell’intero ciclo lavorativo.

 

·      D.P.R  547/55 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro

·      D.P.R. 303/56 - Norme generali per l’igiene del lavoro

·      D.P.R. 164/56 - Norme per la prevenzione degli infortuni in edilizia

·      D.Lgs. 277/91 - Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n. 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n. 88/642/CEE, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell’art. 7 della legge 30 luglio 1990 n. 212

·      D.Lgs. 626/94 e successive modifiche, in attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE  riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro

·      D.Lgs 475/92 - Attuazione delle direttive 89/686/CEE del Consiglio del 21/12/1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale

·      D.Lgs 532/99 – Disposizioni in materia di lavoro notturno, a norma dell’art.17 comma 2 della legge n. 25 del 5/2/99

·      D.P.R. 459/96 - Regolamento per l’attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368/CEE, 93/44/CEE e 93/68/CEE concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine

·      D.P.R. 224/88 – Rumorosità delle macchine

·      Legge 292 del 5/3/63 (vaccinazione antitetanica obbligatoria)

·      D.M. 26/4/90 e D.M. 4/10/91 (individuazione delle categorie a rischio per la vaccinazione contro l’epatite virale B)

·      D.P.R. 203/88 - Attuazione delle direttive CEE numeri 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualita’ dell’aria, relativamente a specifici agenti inquinanti e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali, ai sensi dell’art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183

·      D.P.R. 915/82 - Attuazione delle direttive CEE numeri 75/442 relativa ai rifiuti, n.76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n.78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi

·      Linee guida di applicazione del D.Lgs 626/94 a cura del Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome - Ottobre 96 


 

 

·      Ministero della Sanità - Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS - Linee guida di comportamento per gli operatori sanitari per il controllo delle infezioni da HIV - Roma 6.9.89

·      Legge 5.6.90 n. 135 - Programma di interventi urgenti per la prevenzione e lotta contro l’AIDS

·      Decreto del Ministero della Sanità 28.9.1990 - Norme di protezione dal contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie ed assistenziali pubbliche e private

·      NIOSH: “Work practices guide for manual lifting”, NIOSH technical report, n. 81-122. U.S., 1981

·      Norma UNI - EN 292 - 1: Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Terminologia e metodologia di base

·      Norma UNI - EN 292 - 2 : Sicurezza del macchinario – Concetti fondamentali, principi generali di progettazione – Specifiche e principi tecnici

·      Norma CEI - EN 60204 – 1: Sicurezza delle macchinario – Equipaggiamento elettrico delle macchine – Requisiti generali

·      Atti del I Seminario nazionale “Rischi professionali e prevenzione nel terziario arretrato (rifiuti solidi urbani, servizi mortuari, supermercati)” - SNOP - Milano, 23 maggio 1994

·      Occhipinti, Menoni, Fenaroli, Colombini – Movimentazione di pesi e patologie del rachide in portasacchi addetti alla raccolta della nettezza urbana. Atti del Seminario Nazionale “Lavoro e patologia del rachide”, Milano 29-30 maggio1989

·      Indagine epidemiologica relativa alla contaminazione biologica aerodispersa negli ambienti lavorativi eseguita nel 2000 a cura dell’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università di Milano in collaborazione con l’azienda oggetto della nostra ricerca

 

 

Capitolo 8 - “Il rischio esterno”

 

L’analisi dei fattori di rischio relativi a questo capitolo sono descritti nel capitolo generale “Il rischio esterno”, con riferimento all’intero comparto lavorativo.