2.3 FORMATURA E LAVORAZIONE A CALDO VETRO E CRISTALLO

2.3.6 RISCHI E SOLUZIONI

I principali rischi delle lavorazioni di fornace sono costituiti dall'esposizione agli agenti chimici e fisici presenti e dalla movimentazione dei carichi pesanti. Inoltre le lavorazioni, considerato il tipo di materiale e le sue condizioni di temperatura, presentano anche notevoli rischi di natura infortunistica.

Gli agenti chimici e fisici presenti nelle lavorazioni sono: le polveri nocive, il rumore, il calore, le radiazioni infrarosse ed i fumi degli oli lubrificanti.

Per quanto riguarda l’amianto utilizzato per rivestire gli utensili o come coibente nei forni di ricottura, che costituiva uno dei rischi storici di queste lavorazioni, è stata ottenuta la completa eliminazione con materiali sostitutivi a base di fibre ceramiche o fibre di vetro.

Nonostante i possibili effetti irritativi della cute che possono produrre, i materiali realizzati con filamenti continui di vetro sono comunque preferibili per la minore "respirabilità" dei frammenti che possono prodursi per effetto dell’azione meccanica a cui essi vengono sottoposti.

L'esposizione a polveri si configura essenzialmente per i levatori che eseguono la colorazione per riscaldo sulla pallina e per gli addetti alla riproduzione dell'effetto scavo.

Per la colorazione a riscaldo i rischi sono dovuti all'impiego di ossidi di cobalto, cadmio, nichel, cromo, manganese, rame ecc. o di metalli come il selenio.

I valori di esposizione per questi addetti sono risultati molto inferiori rispetto a quelli rilevati per i composizionieri.

Nella riproduzione dell'effetto scavo, il piombo contenuto nelle fritte vetrose impiegate nella miscela d'impolveramento costituisce il principale elemento di rischio.

 

Tabella 12 - VALORI di ESPOSIZIONE a SOSTANZE CHIMICHE sulla PIAZZA (µg/m3)

 

Arsenico

Antimonio

Cadmio

 

Cromo(VI)

 

Nichel

 

Selenio

 

Cobalto

Piombo

Å

RANGE

 

1.9-37

0.1-10

0-2.2

nd

nd

nd

0.03-0.04

8-43

MEDIA

GEOM.

 

5.8

0.63

(0.63)

nd

nd

nd

(0.015)

9,8

T.L.V.

 

10

500

10

10

1000

200

20

150

Å Cristallerie zona Alta Val d’Elsa anni 1987-1992.

Tabella 13 - VALORI di ESPOSIZIONE a PIOMBO nella realizzazione dell'effetto SCAVO (µg/m3)

MANSIONE

RANGE

MEDIA

GEOMETRICA

VALORE LIMITE

DLgs 277/91

IMPOLVERAMENTO PEZZO

2,4 ÷ 122

30,54

150

IMPOLVERAMENTO PEZZO e PULIZIA CABINA

381 ÷ 719

508

150

 

Per quanto riguarda il rumore, nelle fornaci si rilevano delle sorgenti comuni a tutte le tipologie produttive, quali i bruciatori, i ventilatori di raffreddamento e di alimentazione dell'aria di combustione dei forni, ed altre sorgenti particolari, tipiche di alcune lavorazioni, come la battitura delle canne, nella soffiatura a bocca, i sistemi di raffreddamento degli stampi, nella formatura semiautomatica e le fiaccole impiegate nella ribruciatura dei pezzi formati a pressa.

I maggiori livelli di esposizione si registrano per i portantini addetti alla battitura delle canne, con valori superiori ai 90 dB(A). Questa operazione viene ripetuta ciclicamente al termine di ogni pezzo ed influenza l'intero ambiente di lavoro, contribuendo così all'esposizione di tutti i lavoratori della piazza, levatori, pallinai, tagliatori, soffiatori, ecc. che si trovano indebitamente esposti a livelli di rumore superiori anche agli 85 dB(A).

Negli ambienti dove vengono svolte lavorazioni con sistemi semiautomatici l'inquinamento acustico è più uniforme e si attesta intorno a 85 - 90 dB(A) soprattutto a causa dell’aria compressa utilizzata per il raffreddamento.

Lo stress termico da calore interessa soprattutto i levatori, a causa dell'esposizione cui sono sottoposti durante la levata. I maggiori valori di carico termico si realizzano nel periodo estivo per i lavoratori che eseguono la levata a puntello nelle lavorazioni semiautomatiche ed è dovuto al loro continuo stazionamento davanti alla bocca del forno ed al maggior sforzo fisico prestato rispetto agli altri levatori. Tuttavia, anche per i levatori a canna si configura sicuramente una condizione di sollecitazione termica dell'organismo che, in situazioni ambientali e lavorative particolarmente gravose, può raggiungere i livelli di stress.

Per queste mansioni il rischio è stato stimato sia mediante la misurazione diretta della sudorazione effettiva e la frequenza cardiaca degli addetti durante il lavoro e sia attraverso l'indice della sudorazione richiesta, calcolato dai valori dei parametri microclimatici rilevati nelle postazioni di lavoro e dei parametri personali risultati dall'analisi della mansione. I due metodi impiegati, proposti dalle norme ISO 9886 e 7933, rispettivamente, hanno fornito dati comparabili tra loro ed in linea con i risultati attesi in base alle sensazioni soggettive.

Gli indici di riferimento determinati nel periodo di massima esposizione per i levatori a puntello sono risultati in alcuni casi superiori anche ai limiti di attenzione stabiliti per soggetti acclimatati.

Ai rischi dovuti alle radiazioni infrarosse sono interessati tutti i lavoratori della piazza, pallinai, levatori, tagliatori, soffiatori e scalottatori, addetti alle lavorazioni a caldo di formatura e di rifinitura dei pezzi,. L'entità dell'esposizione è determinata dalla durata dell'intervento richiesto e dalla temperatura mantenuta dal vetro nel corso della singola lavorazione.

Le temperature di lavorazione del vetro variano dagli oltre 1000ºC della levata ai 700ºC, con valori inferiori di circa 100ºC nel caso del cristallo al piombo.

Per gli addetti alle lavorazioni semiautomatiche, considerata la maggiore frequenza d'impiego degli oli lubrificanti rispetto alle lavorazioni a mano, si configura un'esposizione agli idrocarburi policiclici aromatici (I.P.A.) eventualmente contenuti nei fumi che si sviluppano dagli oli lubrificanti a contatto con il vetro caldo.

Nella Val d’Elsa senese sono state eseguite nel 1989 una serie di indagini ambientali sugli oli minerali utilizzati e sulla esposizione dei lavoratori, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. Dall’analisi degli oli non è stata rilevata la presenza di cancerogeni del primo gruppo secondo IARC. I.P.A erano comunque presenti in quantità relativamente basse (alcuni p.p.m. al massimo).

Misure di esposizione personale alle nebbie hanno evidenziato valori prevalentemente al di sotto di 5 mg/mc e raramente superiori a 1,5 mg/mc. Nei prelievi d’aria ambientale non è stata rilavata la presenza di I.P.A. dei gruppi 1 e 2 secondo IARC.

Gli interventi adottati di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità sono stati essenzialmente: favorire al massimo la ventilazione naturale dei locali, sostituire gli oli che presentavano minori garanzie di raffinazione con altri a raffinazione più spinta, e soprattutto, contenere l’uso di tali sostanze eliminando gli usi impropri anche attraverso una ottimizzazione dell’uso degli stampi.

Sono in corso ulteriori indagini sulla esposizione dei lavoratori e sull’assorbimento biologico.

Contro la diffusione delle polveri che si sviluppano nelle operazioni di colorazione e di decorazione a caldo, sono stati studiati dei sistemi di aspirazione conformati allo svolgimento delle lavorazioni ed in grado di garantire una velocità di cattura degli inquinanti, misurata nel punto limite di sviluppo, di almeno 0,5 m/s.

Nella colorazione a caldo l'operazione di deposito degli ossidi coloranti sulla pallina deve avvenire su un banchetto aspirato frontalmente rispetto all'operatore (foto 23).

Per la realizzazione dell'effetto scavo, l'impolveramento dei pezzi deve essere eseguito entro cabine aspirate munite internamente di un sistema di spolvero automatico comandato a pedale dall'operatore. Il sistema è realizzato con una piccola coclea di ripresa della miscela dal fondo della cabina e da un vaglio vibrante (foto 24).

Per ridurre l'esposizione a rumore dei lavoratori sono state realizzate diverse bonifiche, intervenendo sia sulle operazioni particolarmente rumorose che espongono direttamente l'addetto, come la battitura delle canne e la ribruciatura, sia su tutte le sorgenti presenti nella fornace responsabili dell'elevato inquinamento acustico.

Per la battitura delle canne sono state adottate pesanti incudini di appoggio fissate elasticamente ad un proprio montante separato dal contenitore del vetro e delle cabine fonoisolanti munite di uno schermo di protezione posizionato al livello delle testa dell'operatore (foto 25). Questa soluzione consente di ridurre sensibilmente sia il rumore diretto che quello diffuso nell'ambiente. I livelli di esposizione degli addetti, seppur ancora elevati, sono scesi al disotto dei 90 dB(A).

Per la ribruciatura devono essere impiegate delle fiaccole munite di fiamma pilota per evitare i frequenti scoppi d'accensione generati dal gas.

I forni fusori ed i forni di riscaldo devono avere i bruciatori accoppiati ermeticamente alla parete del forno e devono essere muniti di schermi refrattari azionabili automaticamente dal levatore al momento di introdurre o estrarre la canna, per limitare efficacemente la diffusione del rumore prodotto dalla turbolenza dei gas di combustione ed il tempo di apertura della bocca di levata.

I forni fusori, inoltre, devono avere un sistema centralizzato di alimentazione dell'aria ai bruciatori oppure si deve procedere all'insonorizzazione dei singoli ventilatori mediante coperture integrali o loro spostamento in locali appositi.

La rumorosità delle lavorazioni semiautomatiche può essere ridotta intervenendo sui ventilatori e sui circuiti dell'aria di raffreddamento ed in particolare:

· insonorizzando con coperture integrali o spostando in locali appositi tutti i ventilatori di raffreddamento

· installando silenziatori a sbocco ramificato o a doppio flusso sugli sbocchi dell'aria di raffreddamento delle forme e degli stampi

· utilizzando alle presse dei maschi cavi raffreddati anche internamente.

Altri interventi di carattere generale sono l'impiego di ventilatori assiali a basso numero di giri e maggiore diametro per il raffreddamento delle postazioni di lavoro ed il silenziamento degli sfiati d'aria compressa tramite sistemi dissipativi multipli o singoli.

Lo stress da calore può essere efficacemente prevenuto sia migliorando la ventilazione generale degli ambienti e delle postazioni di levata, sia schermando opportunamente tutte le sorgenti di calore, come i forni e le relative bocche, cui si trovano esposti i lavoratori e sia, infine, organizzando opportunamente la produzione. È noto, infatti, che sulla condizione termica dell'organismo insistono contemporaneamente sia i fattori ambientali dovuti alle condizioni microclimatiche, come la temperatura, la velocità e l'umidità dell'aria e la temperatura radiante ecc., sia dei fattori detti personali, come il livello dell'attività fisica prestata e l'isolamento termico del vestiario indossato.

Per una ottimale ventilazione generale la struttura dell'ambiente deve essere realizzata in modo da permettere una circolazione dell'aria in grado di favorire il deflusso dell’aria calda verso l'alto. A tale scopo devono essere previste delle ampie superfici apribili nelle pareti, a circa 1 metro dal pavimento, e degli estrattori d'aria sulla copertura. Il flusso d'aria ascendente determinato consente anche un più rapido allontanamento dei fumi degli oli lubrificanti utilizzati.

A specifica difesa del levatore contro le alte temperature, le postazioni di lavoro devono essere protette dal calore e dall'irraggiamento dei forni con pannelli e schermi e ventilate dal basso tramite delle aperture grigliate sul pavimento collegate ad un sistema di immissione naturale o forzato dell'aria.

La pannellatura di coibentazione deve essere perimetrale e gli schermi alle bocche di levata possono essere mobili ed azionabili dal levatore tramite pedane sensibili o comandi a pedale.

In alternativa e solo quando effettive esigenze tecniche non consentano quest'ultimo intervento, la bocca di levata deve essere ridotta alle minime dimensioni consentite dalla lavorazione svolta e devono essere previsti degli schermi a leggio orientabili, realizzati con vetri opportunamente trattati per assorbire e riflettere la radiazione infrarossa (foto 26).

Quando la temperatura esterna è maggiore di 35ºC l'aria immessa deve essere raffreddata al di sotto di tale valore.

Gli interventi tecnici devono essere integrati da un'adeguata organizzazione del lavoro che preveda lo svolgimento delle lavorazioni pesanti nelle ore più fresche della mattinata con delle pause orarie di alcuni minuti per consentire il recupero dei lavoratori maggiormente esposti. Per tali periodi di recupero deve essere previsto un ambiente confortevole possibilmente attiguo alla fornace.

Considerata la particole importanza rivestita dal grado di acclimatazione fisiologica, durante la prima settimana di lavoro o al rientro da assenze prolungate (ferie, malattia, infortunio, ecc.) i levatori devono essere sottoposti ad un periodo di graduale esposizione della durata di almeno una settimana lavorativa.

Per la protezione contro il calore e l'irraggiamento i levatori devono essere muniti di indumenti protettivi, come guanti, manicotti e grembiuli, in cotone alluminizzato esternamente o materiale analogo che permetta una ottima traspirazione.

È molto importate, infine, attuare quanto raccomandato dall’ACGIH per i lavoratori sottoposti a stress termico: i lavoratori abbiano a disposizione acqua potabile in modo che siano stimolati a berne frequentemente piccole quantità (ad esempio una tazza ogni 15 - 20 minuti). L’acqua dovrà essere mantenuta fresca e vicina al posto di lavoro in modo che gli addetti non abbiano necessità di abbandonarlo. Per compensare la sudorazione corporea, i lavoratori dovranno essere incoraggiati a salare bene il loro cibo e dovrà essere messa a loro disposizione anche dell’acqua leggermente salata (alla concentrazione del 1%, cioè un grammo di sale per litro d’acqua). Il sale dovrà essere completamente disciolto prima di distribuire l’acqua e mantenuta a temperatura ragionevolmente fresca. Possono essere utilizzate anche bevande a base di integratori salini. Inoltre i lavoratori dovranno essere esortati a non assumere bevande alcoliche, poiché queste hanno un effetto vasodilatatore che, in ambiente caldo, può aumentare il riscaldamento dell'organismo.

Contro l'esposizione alle radiazioni infrarosse, vista la natura delle sorgenti di emissione, possono essere adottati sia interventi di riduzione del rischio alla fonte, sia dispositivi di protezione personale per i lavoratori.

Per quanto riguarda gli interventi tecnici gli stessi sistemi mobili o fissi di protezione adottati contro il calore risultano ugualmente efficaci contro le radiazioni infrarosse.

A tutti i lavoratori della piazza devono comunque essere forniti occhiali o visiere di colore verde con grado di protezione 2 contro le radiazioni infrarosse (norma UNI EN 171/93).

Per i rischi legati all'impiego degli oli lubrificanti devono essere innanzitutto scelti dei prodotti raffinati con sistemi al solvente o all'idrogeno e che non contengano idrocarburi policiclici aromatici in concentrazione superiore a 0.03 % in peso, evitando assolutamente prodotti la cui etichetta riporti le frasi di rischio R45 e R49.

Non sono risultati attuabili dei sistemi di aspirazione localizzata, per cui la diffusione dei fumi deve essere limitata aumentando la ventilazione generale dell’ambiente tramite gli stessi interventi già descritti nella parte relativa al controllo della situazione climatica.

Nei casi dove lo sviluppo dei fumi è circoscritto, come nel caso delle soffiatrici e delle presse, si ritiene possibile evitarne la diffusione mediante una barriera verticale di aria forzata dal basso, interposta tra l'operatore ed il punto di sviluppo dell'inquinante.

I rischi legati alla movimentazione manuale di carichi pesanti riguardano soprattutto i levatori ed i portantini e possono essere ridotti mediante l'impiego di mezzi ausiliari di sostegno e di trasporto, come macchinette gira-canna e carrelli (foto 27) e la turnazione del lavoro tra più operatori.

Anche l'uso di guanti anticalore consente di ridurre lo sforzo richiesto poiché permette una più favorevole presa della canna o della forca rispetto al peso movimentato, con un migliore sfruttamento dell'effetto leva dell'attrezzo (foto 28).

I risultati forniti dall'analisi del fenomeno infortunistico mostrano un'elevata incidenza degli infortuni dovuti a tagli ed ustioni agli arti ed alle estremità del corpo dei lavoratori.

Per prevenire tali rischi i lavoratori devono essere forniti di guanti e scarpe antinfortunistiche leggere a slacciamento rapido.

Considerata, inoltre, la forte componente radiante del calore emesso dai forni e dal materiale in lavorazione, è consigliabile che gli addetti e soprattutto i levatori, indossino degli indumenti interi per ridurre la superficie corporea esposta al rischio di ustioni e tagli ed all’irraggiamento termico.

Tali indumenti non devono logicamente ostacolare la normale traspirazione cutanea.

Per quanto riguarda i rischi infortunistici presenti negli ambienti di lavoro o determinati dalle macchine utilizzate si deve far riferimento ai precetti stabiliti dalla normativa vigente in materia (DPR 547/56 e DLgs 626/94) per le specifiche situazioni di rischio rilevate, che sono dovute a:

- le aperture nel pavimento costituite dalle buche di alloggiamento degli stampi per la soffiatura a bocca,

- la carenza di vie di fuga e di transito sicuro nei locali di lavoro,

- il pericolo di proiezione di vetro fuso nella formatura con stampo centrifugo,

- il pericolo di schiacciamento determinato da parti in movimento delle macchine formatrici multiple, a pressa o a stampo centrifugo, dette giostre e dai robot leva-vetro.

Riferendosi alla disposizioni di legge in merito, per tali situazioni sono stati prescritti i seguenti interventi.

BUCHE DI FORMATURA:

1) protezione dei lati non interessati dalla lavorazione con parapetto normale

2) segnalazione perimetrale delle buche di formatura mediante striscia giallo-nera distante almeno 1 m dal bordo

3) chiusura delle buche nei momenti di non utilizzo mediante solide coperture calpestabili

VIE DI TRANSITO:

1) individuazione di vie di transito sicure per la circolazione interna delle persone e dei mezzi di movimentazione dei materiali.

2) segnalazione delle vie individuate.

3) mantenimento del libero transito delle vie e segnalazione degli eventuali ostacoli fissi inamovibili.

4) garantire una illuminazione adeguata.

PROIEZIONE DI MATERIALI ALLE FORMATRICI A STAMPO CENTRIFUGO:

1) utilizzo dei coperchi copri-stampo per tutti i tipi di manufatti per integrare lo schermo regolabile presente (insufficiente dato che l'addetto durante la formatura si sporge oltre la linea di protezione dello schermo per seguire visivamente l'operazione)

2) adozione di un dispositivo di blocco degli organi motori per impedire l'avviamento della rotazione dello stampo quando il coperchio copri-stampo non è abbassato

PERICOLI DI SCHIACCIAMENTO:

1) segregazione delle zone sottostanti il piano di lavoro delle giostre con rete di protezione

2) segregazione dell'area operativa dei robot leva-vetro mediante barriere di protezione provviste di dispositivi di interblocco sulle aperture d'accesso interno (norma UNI EN 775/94)

Per le presse formatrici non sono stati rilevati rischi di schiacciamento delle mani dei lavoratori, poiché, date le condizioni di temperatura del materiale l’alimentazione della macchina e l’estrazione ed il trasferimento dei pezzi viene eseguita esclusivamente con attrezzi, come puntelli di levata, pinze porta-collare e palette, che consentono al lavoratore di mantenere le mani sempre molto lontane dalla zona di discesa del maschio.