2.2 - CARICAMENTO FORNI E FUSIONE

2.2.1 DESCRIZIONE DELLA LAVORAZIONE

Per la fusione della miscela vetrificabile vengono utilizzati dei forni fusori, di vario tipo e dimensione, in materiale refrattario alimentati a metano o elettrici. Il sistema di riscaldamento ad olio combustibile è stato definitivamente abbandonato da almeno una decina di anni ed attualmente tutti i forni hanno il camino di tiraggio collegato all'esterno.

Per soddisfare le diverse esigenze produttive senza dover ricorrere ad impegnative e laboriose operazioni di ripulitura, le aziende dispongono sempre di un numero adeguato di forni che cercano di impiegare, per quanto possibile, per lo stesso tipo di vetro.

Gli impianti di piccola e media capacità, fino a 2-3 ton/giorno, sono costituiti da forni discontinui a crogiolo e a vasca alimentati a metano, mentre negli impianti più grandi vengono impiegati dei forni continui a bacino, elettrici o a metano, muniti di sistemi automatici di caricamento. Ogni forno è provvisto di una bocca di carico della composizione che, nei forni discontinui, costituisce anche una delle bocche di levata del fuso.

Nei forni discontinui il caricamento o infornaggio, viene eseguito generalmente da due lavoratori, detti sottofonditori al termine delle lavorazioni di fornace. Quando la miscela viene preparata e movimentata con le stesse tramogge di raccolta dei mescolatori rotanti il caricamento viene eseguito mediante una coclea di trasporto alimentata direttamente dalla tramoggia (foto 10). In questo caso l’addetto posiziona il contenitore della composizione sulla coclea mediante un carrello elevatore ed esegue poi l'infornaggio. Questo viene effettuato, generalmente, in tre riprese per facilitare la fusione della miscela.

Con i piccoli forni a crogiolo oppure dove la movimentazione della composizione avviene con cassoncini a ruote, come nel caso degli impianti di miscelazione a betoniera, si ricorre ancora all’infornaggio manuale, che viene eseguito, sempre in più riprese, con una pala o con bilancino (foto 11 e12)

La durata di ogni infornaggio varia da alcuni minuti a un quarto d’ora circa, a seconda della quantità di composizione da caricare e del sistema impiegato. Durante l'infornaggio il bruciatore del forno viene spento per limitare la diffusione di polveri dalla bocca di carico; successivamente il forno viene riportato alla temperatura di fusione stabilita a seconda del tipo di vetro (1200÷1450°C) o cristallo (1200÷1350°C).

Una volta terminata la fusione dell'ultima carica, inizia la fase di affinaggio, durante la quale il fuso viene mantenuto a riposo ad una temperatura prossima o uguale a quella di fusione per permetterne una completa omogeneizzazione attraverso il rimescolamento operato, principalmente, dalle bolle di gas provenienti dalla decomposizione termica o dalla volatilizzazione di alcune sostanze, dette appunto affinanti, appositamente introdotte.

Ultimato l'affinaggio inizia la fase detta di mantenimento, durante la quale la temperatura del forno viene abbassata intorno ai 1000°C per rendere la massa fusa idonea alla lavorazione. Tale temperatura dipende con precisione dalla composizione della miscela e dal sistema di formatura che seguirà.

Tutto il processo di fusione viene seguito da un addetto, il fonditore, che provvede a controllarne l'andamento operando ripetuti prelievi ed osservazioni del fuso e regolando le temperature secondo le necessità.

Figura 4 - ANDAMENTO della TEMPERATURA nei FORNI FUSORI

 

 

Nei forni a bacino, invece, grazie alla separazione interna tra zona di fusione affinaggio e zona di riposo, il processo di fusione è continuo e pertanto il caricamento viene eseguito con dei sistemi meccanici a coclea che intervengono automaticamente all'abbassarsi del livello nella camera di fusione. In questi casi la lavorazione può svolgersi anche su 2 o 3 turni di 8 ore e richiede, in genere, l'intervento del solo fonditore per i controlli e le regolazioni necessarie.

Nel corso della produzione i vari forni vengono impiegati, di volta in volta, per la fusione di diversi tipi di vetro, pertanto capita spesso che, al termine di una campagna, si debba passare ad un materiale di colore più chiaro del precedente. In questo caso è necessario sottoporre il crogiolo o la vasca ad un lavaggio per eliminare il vetro residuo. Questa operazione viene eseguita dai sottofonditori, i quali, a turno, con un lungo uncino di ferro, estraggono dalla bocca del forno il materiale fuso, costituito da una miscela per vetro trasparente appositamente aggiunta in più riprese e dal vetro residuo della precedente lavorazione, fino alla completa eliminazione di quest’ultimo.