2.3 FORMATURA E LAVORAZIONE A CALDO VETRO E CRISTALLO

2.3.2 SOFFIATURA A BOCCA

La soffiatura a bocca costituisce il sistema di formatura più tradizionale e viene eseguita utilizzando una canna attraverso la quale il maestro vetraio o soffiatore, ruotandola continuamente, soffia aria con la bocca per conferire al pezzo la forma voluta. La formatura viene eseguita a mano libera oppure, più frequentemente, utilizzando una forma. All'inizio della lavorazione, organizzata solitamente in piazze, un primo levatore, detto pallinaio, realizza all’estremità della canna una piccola pallina di vetro fuso che serve a garantire la giusta adesione ed il sostegno alla levata vera propria che viene di seguito eseguita da un secondo levatore con la stessa canna. Il vetro raccolto viene modellato a forma di palla dal levatore ruotandolo continuamente, per mezzo della canna, contro un attrezzo di legno munito di un incavo emisferico chiamato maioscio (foto 13a). Una volta ottenuta la forma e la consistenza necessaria la palla di vetro viene passata al soffiatore (foto 13b) per la formatura del pezzo cavo, denominato paraison, che successivamente può essere completato con gambi, piedi, manici e decori vari da parte di addetti specifici detti attacca-gambi, attacca-piedi, ecc. (foto 13c). Questi provvedono ad applicare alla paraison la quantità di vetro necessaria servitagli da un terzo levatore ed a modellarla opportunamente servendosi di vari utensili, come pinze a molla, palette, gnacchere, ecc. di varia foggia e dimensioni (foto 14).

Il pezzo finito viene quindi staccato dalla canna dal portantino e consegnato allo scalottatore che provvede ad eliminare la parte di paraison che era attaccata alla canna mediante una macchina scalottatrice, costituita da un albero munito di una pinza mosso elettricamente e da un fornello anulare entro cui il pezzo viene fatto ruotare fino alla completa esecuzione del taglio (foto 15). Il portantino, dopo aver staccato il pezzo, ripulisce la punta della canna dai residui di vetro, battendola ripetutamente con una barra metallica su un bidone di ferro per raccogliere il rottame (foto 16).

Dopo la scalottatura un secondo portantino preleva il manufatto con una forca di ferro e lo introduce nel forno di tempera, all’uscita del quale viene infine sottoposto al controllo finale da un addetto chiamato temperista.

Le lavorazioni artistiche o di rifinitura che possono essere eseguite durante o dopo la formatura sono molteplici, come: la colorazione per riscaldo con ossidi coloranti (foto 17), la riproduzione di effetti particolari quali il vetro reticolato, ottenuto annegando delle bacchette di vetro colorato nel fuso, il vetro incamiciato, realizzato con più levate di vetri di colore diverso sullo stesso pezzo, e la realizzazione dell’effetto scavo.

Tra le lavorazioni riportate, quest’ultima, diffusasi recentemente, viene eseguita per conferire al vetro un aspetto simile a quello dei reperti archeologici, impolverando il manufatto con una miscela contenente principalmente silice e fritte vetrose a basso punto di fusione ed introducendo il pezzo, prima e dopo l’impolveramento, in un forno di riscaldo.