FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

 

 

Capitolo 1- La fase di lavorazione.

Descrizione

La movimentazione dei tronchi consiste nello scarico degli stessi dagli automezzi provenienti dall’esterno, nel loro accatastamento in specifica area del piazzale destinata al deposito del tondo e nella loro successiva movimentazione ai piani di carico degli impianti di lavorazione.

In tale fase possono rendersi necessari anche brevi interventi di taglio con motosega  manuale ed in rari casi è presente anche un trattamento chimico con prodotti conservanti del legname proveniente dall’estero.

 

Modalità operative

Un operatore su mezzo di movimentazione e sollevamento gommato (autogru “ragno”)  scarica con la  pinza i tronchi dagli automezzi, per depositarli in definite aree del piazzale,  secondo tecniche di accatastamento predefinite in ogni azienda.

In alcuni casi l’operatore sale a piedi sulle cataste per ispezionarne lo stato, talvolta riposizionando da solo o con l’aiuto di colleghi alcuni tronchi instabili.

Successivamente l’operatore preleva con l’automezzo di movimentazione i tronchi dalle cataste per depositarli sul piano di carico degli impianti di lavorazione.

In alcuni rari casi tale fase è preceduta da analogo carico e scarico dei tronchi in una vasca di trattamento chimico; il riempimento della vasca viene effettuato da uno o più operatori mediante svuotamento manuale dei fusti, prelevati con mezzi meccanici (carrelli elevatori a forca) dall’apposito locale di stoccaggio.

L’ addetto svolge anche saltuarie operazioni di taglio, sezionatura e sramatura di tronchi con motosega manuale.

 

Il luogo di lavoro

La fase di lavoro viene eseguita interamente nel piazzale esterno, nel quale è presente una specifica area di deposito dei tronchi, costituita da vie di transito esterne ed interne alle cataste.

La vasca di trattamento chimico, presente in un numero molto limitato di aziende, è di solito collocata in zona periferica del piazzale, mentre i fusti dei prodotti chimici sono stoccati in locale chiuso ubicato all’interno o all’esterno dello stabilimento.

 

Capitolo 2 - Le attrezzature e le macchine

a- Automezzo di movimentazione e sollevamento gommato (autogru “ragno”): uno o più mezzi di movimentazione meccanica gommati azionati da motore termico, dotati di cabina girevole a quota variabile e di braccio montante una specifica pinza di sollevamento.

b- Attrezzature di contenimento: in funzione delle tecniche di accatastamento utilizzate possono essere presenti strutture (spalliere metalliche o in  legno, picchetti in legno) di fermo al piede delle cataste; in altri casi allo scopo ci si avvale semplicemente di tronchi o fasciame opportunamente posizionati in modo da costituire un elemento di contenimento.

c- Motosega: utensile manuale, azionato da motore a scoppio,  dotato di corpo macchina con impugnatura asimmetrica (anteriore di sostegno e guida, posteriore di governo e spinta) e braccio metallico che monta una sega a catena.

d- Prodotti chimici conservanti: i prodotti chimici utilizzati per i trattamenti conservativi di legni deteriorabili sono costituiti da antifungini ed antiparassitari confezionati in appositi fusti.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.1. Rischi da carenze strutturali

1.1.1.1. Vie di transito

1.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

L’operatore può venire a contatto in modo accidentale con parti sporgenti del tondo durante il transito sulle vie interne alle cataste.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva:  10 casi su 177 (5.64%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per urto di parti del corpo degli operatori contro oggetti fissi (tondo).

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a- Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione e segnalazione di idonee vie di transito con adeguata distanza dalle cataste; indicata la pavimentazione dei percorsi nel piazzale esterno con regolare pulizia da ingombri e manutenzione.

2- Idonei DPI (necessarie le scarpe con puntale protetto).

b- Procedurali: rispetto dei percorsi per uomini e mezzi nel piazzale esterno.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.8-11 DPR547/55.

- DPI: art.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V scarpe: “lavori di movimentazione e

  stoccaggio”).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.1. Rischi da carenze strutturali

1.1.1.1. Vie di transito

1.1.1.1.2. Ingombri da ostacoli mobili (investimenti)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nel transito dell’automezzo di movimentazione tra le cataste possono determinarsi investimenti di pedoni per carente visibilità e commistione dei percorsi di uomini e mezzi;

Nelle operazioni di movimentazione del tronco possono determinarsi investimenti del tronco su pedoni presenti nel raggio di movimentazione del mezzo, per manovra non segnalata o percorso improprio.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: 0 casi du 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravi per investimento di persone da automezzo o da grave movimentato.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (poco probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a- Tecnici:

1- Identificazione, delimitazione e segnalazione delle vie di transito con apposizione di specchietti ove necessario; idonea segnalazione luminosa ed acustica del mezzo; individuazione mediante delimitazione (catenelle, transenne etc.) delle specifiche aree di lavoro.

2- Idonei DPI (indicato l’elmetto).

b- Procedurali: rispetto dei percorsi per uomini e mezzi; rispetto delle procedure di segnalazione di presenza e di manovra (in contemporanea presenza di pedone e di autista nella zona di movimentazione, posizionamento del primo operatore in zona di sicurezza rispetto al raggio di azione del braccio di movimentazione); divieto di presenza di persone non specificamente addette e formate.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: art.8-11 DPR547/55.

- Segnalazione manovre autogru: artt.175-186 DPR547/55.

- Formazione specifica alle segnalazioni: artt.21-22 Dlgs626/94.

- DPI: art.377-381 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V elmetto: assimilabile a “Lavori con

  apparecchi di sollevamento, gru, etc.”).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.1. Carenze strutturali

1.1.1.1. Vie di transito

1.1.1.1.3. Caduta e/o rotolamento di gravi da luoghi elevati (pinze o cataste).

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

- Per errata manovra da parte dell’operatore addetto all’automezzo di movimentazione o per instabilità dello stesso (sbandamento su terreno pendente o scivoloso) o del carico (scorretto aggancio o posizionamento)  può determinarsi la caduta del carico.

- Nelle operazioni di deposito dei tronchi sulle cataste o nell’arrampicamento dell’addetto sulle stesse per interventi e controlli possono inoltre verificarsi urti accidentali e sommovimenti tali da determinare condizioni di instabilità statica delle cataste con conseguente rotolamento di tronchi.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 15 casi su 177 (8.47%).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi per  caduta di gravi contro parti del corpo di pedoni o del conducente.

 

Valutazione del rischio: R5.5: medio-alto (probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Caduta dalla pinza:

    - pavimentazione e manutenzione percorsi; controllo periodico di efficienza della pinza e

       dell’automezzo;

     - idonei DPI (necessarie le scarpe con puntale protetto e suola chiodata; indicato l’elmetto nello

       stazionamento in prossimità dell’automezzo).

2- Caduta dalla catasta:

     - collocazione di idonee strutture (spalliere o pioli) di contenimento e stabilizzazione delle cataste;

       cabinatura con vetri antisfondamento dell’automezzo;

     - idonei DPI (indicato l’elmetto) nello stazionamento di pedoni in prossimità delle pile e scarpe con

       puntale protetto e chiodate nella salita sulle pile.

b) Procedurali: 

1- Caduta dalla pinza:

     corretta procedura di carico e scarico; corretta distanza dei pedoni dall’automezzo; divieto di

     presenza nell’area di persone non specificamente addette e formate.

2- Caduta dalla catasta: corretta procedura di accatastamento; corretta distanza dalle cataste

    dell’automezzo, collocato in posizione di sicurezza rispetto alla direzione prevedibile di caduta dei

    tronchi in caso di sfaldamento della stessa; divieto di presenza di persone non specificamente

    addette e formate.

    Poichè la salita di addetti sulle cataste non può avvalersi di validi agganci di sicurezza, tale

    operazione deve essere di norma evitata, salvo accessi eccezionali di addetti debitamente formati

    secondo procedure prestabilite (es. accesso elettivo alla parte intermedia della catasta etc.), che

    comprendano la presenza di altro addetto con funzioni di controllo ed allertamento.

c) Organizzativi: in caso di presenza contemporanea di pedone e di autista, posizionamento del primo

    operatore a distanza di sicurezza ed in zona visibile; presenza di secondo addetto con funzioni di

    controllo ed allertamento durante la salita sulle cataste.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Manovre dell’automezzo: artt.168-169-186 DPR 547/55;

- Formazione sulle tecniche di salita sulle pile: artt.21-22Dlgs626/94.

- DPI: art.377-381-384 DPR547/55 e art.43 DLgs626/94 (All.V casco: assimilabile a “Lavori con

  apparecchi di sollevamento, gru, etc.”; scarpe: lavori di movimentazione e stoccaggio).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

1.1.1. Rischio da carenze strutturali

1.1.1.1. Vie di transito

1.1.1.1.4. Caduta di persone in piano per inciampo o scivolamento

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nei casi in cui i piazzali esterni non siano pavimentati, possono essere presenti buche e sporgenze,  pozzanghere e terreno scivoloso in caso di pioggia.  In queste condizioni il transito di persone può determinare rischi di caduta in piano per scivolamento o inciampo.

 A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 21 casi su 177 (11.86%).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi per scivolamento su terreno viscido o inciampo su per ingombri.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (altamente probabile con danno lieve o medio).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Identificazione, delimitazione e segnalazione dei percorsi pedonali;  indicata la pavimentazione delle vie di transito con periodica manutenzione delle stesse.

2- Idonei DPI (necessarie le scarpe con suola antiscivolamento).

b) Procedurali: rispetto delle vie di transito pedonali.

 

Capitolo 6-appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.8-11 DPR547/55;

- DPI: art.377 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V scarpe: lavori di “movimentazione e

   stoccaggio”).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

1.1.1. Rischio da carenze strutturali

1.1.1.1. Vie di transito

1.1.1.1.5. Pavimenti sconnessi

1.1.1.1.5.1. Ribaltamento automezzi

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nei casi in cui i piazzali esterni non siano pavimentati, possono essere presenti buche e sporgenze,  pozzanghere nel terreno scivoloso in caso di pioggia.  In queste condizioni il transito di mezzi e persone può determinare rischi  di  sbilanciamento, perdita di controllo e ribaltamento del mezzo per instabilità del terreno o errata manovra.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi del conducente per ribaltamento del mezzo a seguito di sbandamento o sbilanciamento  su terreno pendente o scivoloso.

 

Valutazione del rischio: R3.5: medio-lieve (improbabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: indicata la pavimentazione delle vie di transito con periodica manutenzione delle stesse e con particolare riferimento al livellamento; cabinatura del mezzo meccanico o predisposizione di apprestamenti di protezione contro il ribaltamento (intelaiatura).

b) Procedurali: attenta manovra in caso di condizioni sfavorevoli del terreno; adeguata formazione del conducente.

 

Capitolo 6-appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.8-11 DPR547/55.

- Stabilità carico automezzo: art.169 DPR547/55.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.1. Carenze strutturali

1.1.1.2. Depositi (pile di accatastamento tronchi)

1.1.1.2.1. Caduta di persone da luoghi elevati

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nella salita e nello stazionamento dell’operatore sulla catasta per interventi e controlli si possono verificare cadute dall’alto per scivolamento, sbilanciamento o cedimento dell’appoggio.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 9 casi su 177 (5.08%).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi per  caduta di persone dall’alto.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (probabile con danno medio o grave).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: idonei DPI (necessarie le scarpe di sicurezza con puntale protetto e suola chiodata; indicato l’elmetto).

b) Procedurali: poichè la salita di addetti sulle cataste non può avvalersi di  validi agganci di sicurezza, tale operazione deve essere di norma evitata, salvo accessi eccezionali di addetti debitamente formati secondo procedure prestabilite, che comprendano la presenza di altro addetto con funzioni di controllo ed allertamento; corretta informazione e formazione sulle tecniche di valutazione di stabilità della catasta e sulle procedure di accesso alla stessa in condizioni di maggior sicurezza possibile (es. accesso elettivo alla parte intermedia della catasta etc.).

c) Organizzativi: presenza di secondo addetto con funzioni di controllo ed allertamento.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- DPI: art.377-381-384 DPR 547/55; artt.21-22-43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: lavori di

  movimentazione e stoccaggio; casco: lavori su impianti di sollevamento, gru, etc.).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1- MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.2. Carenze di sicurezza su macchine

1.1.2.1. Protezione degli organi di lavoro

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nell’utilizzo della motosega può detrminarsi il rischio di contatto di parti del corpo con l’organo lavoratore (sega a catena) per incauta o involontaria manovra o movimento; la lavorazione può inoltre provocare la proiezione di schegge di legno.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 41 casi su 177 (23.16%) per il contatto con organi di lavoro e 10 su 177 (5.64%) da proiezione di schegge.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche molto gravi per contatto con parti taglienti; lesioni oculari o cutanee da proiezione di schegge e, anche se raramente, della catena in seguito a rottura della stessa.

 

Valutazione del rischio: R6: alto per contatto con organi lavoratori in movimento (altamente probabile con danno grave); R3: lieve per la proiezione di schegge (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Motosega con dispositivo di comando della ad uomo presente e dispositivo di blocco della catena. 2- Idonei DPI (necessari occhiali o visiere, indicati guanti e vestiario antitaglio specifici per utilizzo di

    motoseghe).

b) Procedurali: corretta informazione e formazione sulle tecniche di utilizzo della motosega

    (sezionatura ed eventuale sramatura).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Protezione organi lavoratori: art.68-71-77 DPR547/55.

- Formazione all’uso: art.21-22 Dlgs626/94.

- DPI: art.377-382-383-385 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: occhiali o visiere: lavori che

  producono trucioli corti; guanti: assimilabile a lavori edili all’aperto con clima piovoso e freddo).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.2. Carenze di sicurezza su macchine.

1.1.2.2. Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In caso di automezzi con sistemi di sollevamento inidonei o avariati può verificarsi lo sgancio dei gravi per inefficienza o per rottura delle strutture di sollevamento, con possibile caduta di gravi su persone.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva 1 caso su 177 (0.56%).

In caso di inefficienza degli organi di comando con avviamento accidentale del mezzo o per manovre errate si possono inoltre verificare investimenti di pedoni ed urti contro oggetti fissi con danni al conducente.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 1 caso su 177 (0.56%).

 

 Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi per investimenti di persone da parte di gravi caduti dall’alto; traumatismi anche gravi di pedone investito o del conducente per urto del mezzo contro oggetti fissi.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (improbabile con danno grave).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: verifica e frequente manutenzione dell’automezzo.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Idoneità automezzo: artt.168-183 DPR547/55.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 1.1.3. Rischi da incendio.

1.1.3.1. Presenza di depositi di materiali infiammabili

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di incendio per presenza di materiale combustibile; l’evento può essere determinato esclusivamente da inneschi dolosi, salvo non siano rispettate opportune distanze di sicurezza tra i depositi e gli impianti o nelle adiacenze siano stoccati depositi di prodotti infiammabili (preservanti, impregnanti , vernici e solventi) non proteti in idonei locali chiusi.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni)

 

Valutazione del rischio: R4: medio (poco probabile con danno grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici

Realizzazione degli interventi tecnici ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI (Certificato Prevenzione Incendi) nei casi previsti; aree di deposito ubicate ad opportuna distanza dagli impianti (circa 15m); rete idrica antincendio (manichette antincendio UNI45: idranti con portata d’acqua sufficiente per almeno 120 minuti da acquedotto o riserva d’acqua); stoccaggio di eventuali prodotti infiammabili in idonei locali chiusi, naturalmente ventilati e di idonea resistenza al fuoco.

 b) Procedurali

Realizzazione delle procedure ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI nei casi previsti; rispetto delle aree di deposito e pulizia periodica delle stesse; informazione e formazione di tutti i lavoratori sulle procedure di emergenza ed evacuazione e sui rapporti con la squadra di prevenzione antiincendio ed evacuazione dell’azienda; informazione e formazione dei componenti della squadra di prevenzione antincendio ed evacuazione sulle procedure di intervento ordinario e straordinario.

c) Organizzativi

Inoltro richiesta ai Vigili del Fuoco al fine dell’ottenimento del CPI nei casi prevsiti; creazione squadra prevenzione antiincendio ed evacuazione; redazione del piano di emergenza antincendio ed evacuazione; attività di vigilanza sull’area di lavoro da parte degli operatori addetti alle lavorazioni della fase.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

a- Competenze VVFF:

- CPI: art.4 L966/65 e Decreto Interministeriale 16/2/82 (voce 46): obbligo CPI sopra i 500q. in

   deposito (sono esclusi i depositi esterni con distanze di sicurezza non inferiori ai 100m).

- Criteri generali di prevenzione incendi: DM 10.03.98 n.64.

b- Competenze ASL:

- Tecniche di intervento antincendio: artt.34-36-37 DPR 547/55

- Organizzazione squadre intervento: artt.12-13-14 Dlgs 626/94

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

Esiste la possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti civili circostanti con possibili danni a cose e persone.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.1. Agenti chimici

1.2.1.1. Contatto cutaneo (ed inalatorio)

1.2.1.1.1. Preservanti (antifungini, antiparassitari)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

I composti presevanti (antifungini ed antiparassitari) sono di norma costituiti da carbammati, ditiocarbammati e altri organofosforici, piretroidi, composti dell’ammonio quaternario, diclofluanide, ferormoni etc.

Per tronchi utilizzati in opere esterne (palerie, traverse ferroviarie, opere idrauliche), che debbono quindi resistere ad azioni aggressive importanti, vengono effettuati trattamenti con derivati del catrame (creosoto etc.).

a- Caricamento della vasca di trattamento

Il rischio è legato alla possibilità di contatto cutaneo ed inalatorio con composti chimici liquidi (antifungini, antiparassitari etc.) nel versamento dei fusti nella apposita vasca di trattamento.

b- Stagionatura

Durante lo stazionamento all’aperto dei tronchi trattati vi può essere un rischio di contatto cutaneo con i residui secchi delle sostanze chimiche; quello inalatorio è legato alle esalazioni nell’asciugamento in ambiente esterno.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Patologia irritativa ed allergica cutanea e respiratoria, danni neurologici centrali e periferici; proprietà mutagene per alcuni composti.

 

Valutazione del rischio: R1.5: trascurabile (improbabile con danno medio-lieve) in quanto lavorazione rara ed in ambiente esterno con tempo di esposizione limitato.

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Locale separato e chiuso di stoccaggio dei fusti.

2- Idonei DPI nel versamento dei fusti (necessari guanti, occhiali, grembiule impermeabile) e nella

    manipolazione dei tronchi trattati (guanti)

b) Procedurali: corretta informazione sui rischi da pesticidi (etichettatura, schede tecniche); corrette

    tecniche di movimentazione e versamento dei fusti;  stazionamento solo per brevi periodi in

    prossimità della vasca o dello stoccaggio dei tronchi trattati.

c) Organizzativi:

1- Piano di soccorso in caso di intossicazione acuta o di contatto oculare e cutaneo (schede tecniche).

2- Sorveglianza sanitaria trimestrale degli esposti (salvo eventuali deroghe o disposizioni dell’Organo

     di Vigilanza ex artt.34-35 DPR303/56).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Sostanze nocive: art.18 DPR303/56 e art.64 DLgs626/94.

- Formazione all’uso: art.21-22-66 Dlgs626/94.

- DPI: art.377-383-385 e art.43 DLgs626/94.

- Sorveglianza sanitaria: art.33 (voci 7-18-20-28-34 Tabella) e art.16-69 DLgs626/94.

- Pronto soccorso: artt.12-15 DLgs626/94.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI.

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.1. Agenti chimici

1.2.1.2. Rischio inalatorio

1.2.1.2.1. Polveri

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Il rischio è provocato dal sollevamento di polveri di legno depositate sul piazzale per effetto del vento o del passaggio di automezzi e dalla sezionatura con motoseghe.

La valutazione del rischio dipende ovviamente dal tipo di legno utilizzato. In provincia di Sondrio la materia prima è costituita quasi esclusivamente da legni morbidi (conifere) : in questo caso i livelli di rischio e di esposizione, pur condizionati dalla meteorologia del luogo ed in particolare da umidità e ventilazione, sono da considerarsi trascurabili (PT<1mg/m3 su un TLV di 5 mg/m3), anche per la dimensione prevalentemente grossolana delle particelle. Laddove si utilizzino invece legni duri (Faggio, Quercia etc.) il giudizio deve essere più cautelativo per le dimostrate proprietà mutagene di tali legni (TLV 1 mg/m3). Nel caso del taglio con motosega la polverosità totale è lievemente superiore (3.2mg/m3), ma l’esposizione resta anch’essa contenuta per il limitato tempo di utilizzo giornaliero dell’utensile.

A- Risultati dell’indagine campionaria (PT = Polveri Totali; TLV 5mg/m3):

- piazzale (zona accatastamento): Range 0.27-1.20mg/m3; M 0.59mg/m3.

B- Risultati di indagini di letteratura:

- addetto alla motosega: 3.2mg/m3 per 15’-30’/die.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

a-      Legni morbidi (conifere): Teorica possibilità di patologia irritativa ed allergica delle vie respiratorie;

b-     Legni duri (faggio, quercia etc): anche epistassi e mutagenesi delle cavità nasali e paranasali; per alcuni legni esotici (mansonia, teak, etc) anche effetti tossici (aritmie, iperpilessia, oliguria) da componenti naturali (glucoside e saponina)

 

Valutazione del rischio:

a-      Legni morbidi (conifere): R3: lieve (poco probabile con danno medio) per il rischio allergico; R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) per quello irritativo, in quanto da polveri grossolane in ambiente esterno.

b-      Legni duri (faggio, quercia etc): R5: medio (poco probabile con danno gravissimo).
 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Asfaltatura delle vie di transito con periodica pulizia delle stesse; cabinatura condizionata degli

    automezzi.

2- Idonei DPI (consigliata mascherina antipolvere) nella sezionatura con motosega.

b) Organizzativi:

1- Sorveglianza sanitaria soprattutto ad esposizione a polveri di legni duri

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

-         Polveri: art.21 DPR 303/54.

-         Cancerogeni e mutageni: artt. 63-66-69-70-71 Dlgs 626/94;

-         Dl 66/2000; in riferimento a Elenco LEGNI DURI IARC/95;

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

Possibile inquinamento ambientale esterno per sollevamento delle polveri da azione eolica e da movimentazione di automezzi. Rispetto limiti L203/88 per polveri totali di piazzale (All.6 Decr.Intermin.12/07/90).

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.1. Agenti chimici

1.2.1.2. Rischio inalatorio

1.2.1.2.2. Fumi e gas

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Basso rischio inalatorio da fumi e gas di scarico degli automezzi e delle motoseghe funzionanti con motore a scoppio (Particelle solide, IPA, CO, NOx, SO2 per diesel ecc.), in quanto impiegati in ambiente esterno.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Teorica possibilità di patologia irritativa e neoplastica delle alte e basse vie respiratorie.

 

Valutazione del rischio: R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) in quanto in ambiente esterno.

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: cabina condizionata sull’automezzo di movimentazione; corretta manutenzione del motore e delle marmitte di scarico dei mezzi di movimentazione e delle motoseghe a combustibile.

b) Procedurali: adeguata distanza di altri operatori dagli automezzi e dai loro scarichi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Fumi e gas: art.20 DPR 303/54.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.2. Agenti fisici

1.2.2.1. Rumore

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Il rumore è provocato dal motore del mezzo di sollevamneto meccanico durante il funzionamento dello stesso.

I livelli di rumorosità (Leq) sono definibili come discreti (80-85dBA) sull’autogru (ragno),  trascurabili (70-75dBA) nel piazzale esterno ed invece molto elevati nell’utilizzo della motosega (90-95dBA).

I livelli di esposizione dell’addetto all’autogru, al piazzale ed alla motosega (Lepd) sono definibili come discreti (80-85 dBA).

A- Risultati dell’indagine campionaria:

a- Leq:

- autogru: Range 75-87dBA; MG 82,7dBA; Mediana 81.4dBA.

- motosega: Range 90.5-95.0dBA; MG 93.2dBA; Mediana 93.0dBA.

- piazzale esterno: Range 69-78dBA; MG 73.7dBA; Mediana 73.0dBA.

b- Lepd:

- addetto all’autogru e piazzale: Range 77.2-82.7dBA; MG 80.9dBA; Mediana 81.2dBA.

- addetto alla motosega (indiretto):   15’-30’: 78-81dBA.

- addetto all’autogru (4h) - piazzale (3.30h) - motosega (0.30h) (indiretto): 83.7dBA.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Ipoacusia professionale da rumore.

 

Valutazione del rischio:  R4: medio (probabile con danno medio).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: cabinatura del mezzo con vetri antirumore.

b) Organizzativi: sorveglianza sanitaria a richiesta del dipendente (salvo diversa specifica valutazione del rischio ex DLgs277/91).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Rumore: art.40-44 Dlgs 277/91.

 

Capitolo 8-”rischio esterno”

Bassa probabilità di inquinamento acustico esterno: rispetto dei limiti ex L447/95.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.2. Agenti fisici

1.2.2.2. Vibrazioni (di tutto il corpo e segmento mano-braccio)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

a- Scuotimenti (vibrazioni di tutto il corpo)

Il rischio è discreto, soprattutto su terreno non pavimentato: esso è dovuto agli scuotimenti (vibrazioni di tutto il corpo) trasmessi dal motore dell’automezzo al sedile di guida.

b- Vibrazioni mano-braccio

Il rischio è dovuto alle vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio dall’utilizzo della motosega; poichè l’impugnatura dell’utensile non è simmetrica tale rischio è superiore nell’impugnatura posteriore (di spinta e governo) rispetto a quella anteriore (di sostegno e guida).

I livelli di  vibrazioni emesse sono da considerarsi molto elevati nell’utilizzo di utensili tradizionali (>5m/sec2) ed invece discreti (>1m/sec2) con i modelli antivibranti.

I livelli di esposizione dell’addetto sono invece decisamente inferiori, tenuto conto della limitata esposizione media giornaliera in segheria (15-30 min./die); essi sono infatti da considerarsi generalmente discreti con gli utensili tradizionali (tra 1 e 2.5m/sec2) e bassi con quelli antivibranti (<1m/sec2), anche se con alcuni modelli in cattivo stato di manutenzione si possono raggiungere esposizioni elevate (tra 2.5 e 5m/sec2).

A- Risultati di indagini di letteratura (motoseghe in bosco):

                                                                        8h                30min.            15min.         

- Impugnatura posteriore:  AEQT (m/sec2):      7.94                 2.0                  1.4            

- Impugnatura anteriore:                                   6.45                 1.6                  1.1

- Motoseghe tradizionali:                              10.0-17.0           4.3-2.5            3.0-1.8

- Motoseghe antivibranti:                                2.0-  2.5           0.5-0.6              0.4

 

Dir.90/071/02: Livello soglia 1m/sec2;      Livello di azione 2.5m/sec2;       Livello massimo 5m/sec2

 

Capitolo 4-Il danno atteso

a- Scuotimenti

Patologia osteoarticolare (elettivamente a carico del rachide lombare, ma con possibili effetti sul rachide cervicali e sulle articolazioni degli arti superiori).

b- Vibrazioni mano-braccio

Patologia da strumenti vibranti (vascolare, mioosteoarticolare e neurologica a carico degli arti superiori, con lieve prevalenza a destra).

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio per gli scuotimenti (probabile con danno medio-grave);

medio-lieve per le vibrazioni con motoseghe tradizionali (poco probabile con danno medio-grave); R1: trascurabile con quelle antivibranti (improbabile con danno lieve), anche in considerazione del limitato tempo di esposizione.

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Scuotimenti:

     asfaltatura delle vie di transito, sedili ammortizzati, manutenzione delle sospensioni.

2- Vibrazioni mano-braccio:

2.1. Motoseghe antivibranti; adeguata manutenzione degli utensili.

2.2. Idonei DPI (consigliati guanti che ammortizzano le vibrazioni).

b) Procedurali: adeguato addestramento.

c) Organizzativi: introduzione di pause espositive sulla base della valutazione del rischio; sorveglianza

    sanitaria annuale (salvo deroghe o prescrizioni dell’Organo di Vigilanza ex artt.34-35 DPR303/56).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vibrazioni: art.24 DPR 303/54

- Sorveglianza sanitaria: art.33 DPR303/56 (voce 48 Tabella).

 

Capitolo 8-”rischio esterno”

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.2. Agenti fisici

1.2.2.3. Microclima

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Discreto rischio microclimatico per lavoro all’aperto, condizionato quindi dalla metereologia locale (basse temperature nei mesi invernali, elevata umidità nei giorni di pioggia, etc.).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologie da perfrigerazione, in particolare alle alte vie respiratorie.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici:

1- Cabine climatizzate sull’automezzo.

2- Idonei DPI (indicato idoneo abbigliamento nella stagione invernale: giubbotto impermeabile, guanti

     e scarpe con suola antiscivolamento).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativ

- DPI: Artt. 377-379 DPR547/55; art.43 Dlgs626/94 (All.V: indumenti contro le intemperie:

  assimilabile a “lavori edili all’aperto con clima piovoso e freddo”).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.3. Agenti biologici

1.2.3.1. Batteri (tetano)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Rischio infettivo potenziale (tetano) per infissione di schegge di legno, potenzialmente contaminate dal Clostridium tetani, nella salita sulle pile senza idonei DPI (guanti).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Teorica possibilità di patologia infettiva (tetano).

 

Valutazione del rischio: R4: medio (improbabile con danno gravissimo).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a)Tecnici: vaccinazione selettiva obbligatoria (antitetanica: cicli di base e richiamo).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vaccinazione antitetanica selettiva obbligatoria: L292/63 modificata con L419/68

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 1.2.3. Agenti biologici

1.2.3.2. Miceti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Rischio allergologico e biologico per inalazione di polveri di legno, potenzialmente contaminate da miceti nella corteccia, che si depositano sul piazzale e possono essere sollevate dal vento o dalla movimentazione di automezzi sul piazzale. La dimensione grossolana delle particelle (frammenti di corteccia) riduce sensibilmente il rischio, confinandolo di fatto alla sola sezionatura con motosega.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Patologia allergica oculare ed respiratoria; patologia infettiva (micosi sottocutanea e profonda).

 

Valutazione del rischio: R3: lieve per la patologia allergica (poco probabile con danno medio); R1: trascurabile per quella infettiva (improbabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-Gli interventi-

a)Tecnici:

1- Asfaltatura delle vie di transito con periodica pulizia delle stesse.

2- Idonei DPI: consigliata mascherina antipolvere nella sezionatura con motosega.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Agenti biologici: art.78 DLgs 626/94.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

Vedi Rischio 1.2.1.2. Polveri.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.3. Rischi trasversali e organizzativi

Rischio 1.3.1. Organizzazione del lavoro

1.3.1.1. Manutenzione degli impianti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Manutenzione dell’automezzo di movimentazione (autogru “ragno”): vedi Rischio 1.1.2.2. Protezione apparecchi di sollevamento”.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Vedi Rischio 1.1.2.2. Protezione apparecchi di sollevamento”.

 

Valutazione del rischio: vedi 1.1.2.2.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

Vedi Rischio 1.1.2.2. Protezione apparecchi di sollevamento”.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

Vedi Rischio 1.1.2.2. “Protezione apparecchi di sollevamento”; Artt.48-49 DPR547/55.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 1 - MOVIMENTAZIONE TRONCHI

Rischio 1.3. Rischi trasversali e organizzativi

Rischio 1.3.2. Rischi ergonomici

1.3.2.1. Conoscenze e capacità del personale

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Costrittività organizzativa:

- necessità di adeguate conoscenze sulle tecniche di accatastamento dei tronchi;

- vincolo di valutazioni estemporanee e ravvicinate sulla stabilità delle cataste in funzione della

  variabilità di forma, dimensione e peso dei singoli tronchi.

Un’errata valutazione o un incongruo comportamento può provocare il rotolamento di elementi con grave rischio infortunistico per il conducente e per eventuali addetti presenti nell’area.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Stress dell’operatore per rischio di possibile investimento dello stesso o di altri lavoratori da sfaldamento o rotolamento delle cataste.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici: protezione delle cataste con elementi di contenimento ( barriere e pioli)

b) Procedurali: corretta esecuzione delle manovre con interruzione delle stesse in caso di situazioni

     anomale; corretta disposizione dei tronchi in modo da assicurare stabilità e contenimento.

c) Organizzartivi: adeguata formazione dell’operatore alle tecniche di accatastamento e di

    emergenza; riferimento gerarchico per scelte lavorative in  situazioni anomale.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Formazione autogruista: art.21-22 DLgs626/94

- Pronto soccorso: artt.12-15 DLgs626/94.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.