FASE 2 - SCORTECCIATURA

 

 

Capitolo 1- La fase di lavorazione.

Descrizione

La scortecciatura consiste nell’asportazione della corteccia dal tronco; tale operazione può essere effettuata avvalendosi di una macchina specifica (scortecciatrice) che interviene a monte dell’impianto di segagione. La lavorazione descritta non è tuttavia una fase obbligata, sia perchè i tronchi possono pervenire in segheria già scortecciati in precedenza (manualmente sul letto di caduta della pianta o meccanicamente su piazzali di raccolta), che perchè la corteccia può essere scartata anche con un uso appropriato delle macchine di segagione.

 

Modalità esecutive

La scortecciatura propriamente detta viene realizzata facendo passare il tronco, caricato su nastro trasportatore e fatto avanzare da una morsa di rulli contrapposti muniti di punzoni, attraverso degli utensili (frese, coltelli rotanti).

L’operatore governa il processo da un pulpito di comando solitamente cabinato, prima azionando e regolando l’impianto, poi gestendo il passaggio del pezzo negli organi lavoratori, per conferirlo infine ad apposite giacitoie di scarico o direttamente all’impianto di segagione attraverso un nastro trasportatore di collegamento.

Nel primo caso il tronco viene successivamente movimentato con il mezzo di movimentazione meccanico (autogru “ragno”) a specifiche aree di deposito sul piazzale esterno o direttamente alle rampe di carico della segatronchi.

 

Luogo di lavoro

La scortecciatrice è collocata nel piazzale esterno.

 

Capitolo 2 - Le attrezzature e le macchine

a- Scortecciatrice

Impianto composto da rampa di carico, nastro trasportatore, corpo macchina cofanato che contiene gli organi lavoratori (rulli contrapposti ruotanti muniti di punzoni di presa nelle scortecciatrici a testa fresante, coltelli in quelle a rotore), pulpito di comando di norma cabinato; l’impianto può montare, a valle del corpo macchina, anche una sega circolare gigante per l’intestatura.

Il nastro trasportatore in uscita può essere collegato a giacitoie di scarico o direttamente agli impianti di segagione.

b- Automezzo di movimentazione (autogru “ragno”)

Analogo a quello descritto nella Fase 1 (vedi rischi correlati), viene utilizzato nelle scortecciatrici non direttamente collegate all’impianto di segagione per prelevare i tronchi dalle giacitoie, accatastarli nuovamente nel piazzale o conferirli alla rampa di carico della segatronchi.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.1. Rischi strutturali

2.1.1.1. Vie di transito

2.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

L’operatore può venire a contatto in modo accidentale con parti sporgenti del tondo o dell’impianto di scortecciatura nel transito sulle vie di accesso al pulpito di comando o a componenti dell’impianto.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177 (5.64%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per urto di parti del corpo degli operatori contro tronchi o parti sporgenti dell’impianto.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione e segnalazione di idonee vie di transito per l’accesso al pulpito di comando dell’impianto ed a suoi componenti per la regolazione e manutenzione, adeguatamente distanti dalle zone di movimentazione e lavorazione.

2- Idonei DPI (indicate scarpe con puntale protetto).

b-Procedurali: rispetto dei percorsi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: art.8-11 DPR547/55.

- DPI: art.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio in quanto lavori all’aperto).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.1. Rischi strutturali

2.1.1.1. Vie di transito

2.1.1.1.2. Ingombri da ostacoli mobili

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In caso di presenza di vie di transito di accesso alla postazione di comando o a componenti dell’impianto adiacenti alla rampa di carico o alle giacitoie di scarico, può verificarsi il rischio di investimento dell’addetto da parte di tronchi in movimento, anche in ragione della variabilità dimensionale dei pezzi.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 8 casi su 177 (4.51%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravi per investimento di persone da parte dei tronchi in movimento.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (poco probabile con danni gravi o gravissimi).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione, segnalazione delle vie di transito, a distanza di sicurezza dalla rampa di carico e dalle giacitoie di scarico; ripari di protezione delle stesse dagli scostamenti dei tronchi in movimento.

2- Idonei DPI (indicate le scarpe con puntale protetto).

b) Procedurali: rispetto dei percorsi, divieto di accesso alla postazione di comando da parte di altri addetti ad impianto in funzione, se non previo consenso dell’operatore, che preventivamente escluderà i movimenti pericolosi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Vie di transito: artt.8-11 DPR547/55 e art.7 DPR303/56.

- DPI: art.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio in quanto lavoro all’aperto).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.1. Rischi strutturali

2.1.1.1. Vie di transito

2.1.1.1.3. Caduta di gravi da luoghi elevati

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In caso di presenza di vie di transito di accesso alla postazione di comando o a componenti dell’impianto adiacenti alla rampa di carico o alle giacitoie di scarico, può verificarsi il rischio di investimento dell’addetto da parte di tronchi in movimento, anche in ragione della variabilità dimensionale dei pezzi

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 15 casi su 177 (8.47%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravissimi per investimento di persone da parte di tronchi caduti dai nastri.

 

Valutazione del rischio: R5.5 medio-alto (probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici:

1- Idonee guide sui nastri trasportatori.

2- Idonei DPI (indicate scarpe con puntale protetto)

b) Procedurali: rispetto dei percorsi e divieto di avvicinamento ai nastri con macchina in funzione.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Vie di transito: artt.8-11 DPR547/55

- DPI: art.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio in quanto lavoro all’aperto).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.1. Rischi strutturali

2.1.1.1. Vie di transito

2.1.1.1.4. Caduta di persone in piano per inciampi o scivolamenti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

L’operatore può scivolare o inciampare, specialmente in presenza di terreno bagnato o di ingombri, nel transito di accesso al pulpito di comando o a componenti dell’impianto per manutenzione.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 21 casi su 177 (11.86%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per caduta di persone su terreno accidentato o per scivolamento.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (altamente probabile con danno lieve o medio).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione e segnalazione di idonee vie di transito per l’accesso al pulpito di comando ed alle componenti dell’impianto per manutenzione; scale e passerelle di accesso al pulpito di comando idonee (consigliato pavimento grigliato o zigrinato antisdrucciolo) e loro manutenzione.

2- Idonei DPI (indicate scarpe con suola antisdrucciolo).

b-Procedurali: rispetto dei percorsi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: art.8-11 DPR 547/55.

- DPI: art.377 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio”in quanto lavoro all’aperto).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio2. 1.1. Rischi strutturali

2.1.1.2. Pavimenti e passaggi

2.1.1.2.1. Caduta di persone da luoghi elevati

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Caduta di persone da scale e passerelle di accesso al pulpito di comando o a componenti dell’impianto non protette o durante percorsi impropri di accesso a parti dell’impianto per manutenzione.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 9 casi su 177 (5.08%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per caduta di persone dall’alto.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (probabile con danno medio-grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici: parapetti idonei e completi su scale e passerelle di transito.

b-Procedurali: divieto di percorsi impropri sull’impianto.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.16-17-26-27 DPR547/55 e art.7 DPR303/56.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.1. Rischi strutturali

2.1.1.3. Superficie di lavoro

2.1.1.3.1. Spazi inadeguati delle postazioni di lavoro e dei passaggi

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

La postazione di comando sull’impianto (anche la eventuale cabina) ed i passaggi possono essere angusti con costrittività operativa per l’addetto e rischi infortunistici aggiuntivi.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Disconfort da costrittività fisica ed organizzativa; rischio infortunistico accresciuto.

 

Valutazione del rischio: R2: lieve (poco probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici: adeguata superficie della postazione di comando, della eventuale cabina e dei passaggi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Superfici di lavoro: artt.6-7 DPR303/56.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.2. Carenza di sicurezza su macchine.

2.1.2.1. Protezioni inadeguate degli organi di trasmissione

 

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In caso di presenza di addetti in prossimità di nastri trasportatori non protetti, per transito o manutenzione, può verificarsi il rischio di contatti accidentali con gli organi di trasmissione del moto (ingranaggi, cinghie e catene, rulli contrapposti punzonati).

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177 (5.64%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravi per contatto con gli organi di trasmissione in movimento.

 

Valutazione del rischio: R5.5: medio-alto (probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici: ingranaggi e catenarie dei nastri trasportatori carterati laddove in posizione accessibile; disposivi contro l’avviamento accidentale dell’impianto; comandi dell’impianto dotati di dispositivi di arresto di emergenza facilmente identificabili ed opportunamente dislocati.

b) Procedurali: divieto di regolazione e manutenzione ad organi di trasmissione in movimento; divieto di accesso all’impianto in moto di altri addetti, se non con il consenso dell’operatore, che preventivamente escluderà i movimenti pericolosi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Organi di trasmisione: artt.55-61 DPR 547/55.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.2. Carenza di sicurezza su macchine.

2.1.2.2. Protezioni inadeguate degli organi di lavoro

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Possibilità di contatto con organi lavoratori per incogrue operazioni di manutenzione della macchina o di regolazione di suoi componenti; proiezioni di schegge di legno nella scortecciatura.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 41 casi su 177 (23.12%) per il contatto con gli organi lavoratori, 10 su 177 (5.64%) per la proiezione di schegge.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi gravi e gravissimi per contatto con gli organi di lavoro; lesioni oculari e cutanee da proiezione di schegge.

 

Valutazione del rischio: R6.5: alto o altissimo (altamente probabile con danni gravi o gravissimi) per il contatto con gli organi lavoratori in movimento; R3: lieve (probabile con danno lieve) per la proiezione di schegge.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici:

Protezione degli organi lavoratori della macchina ove accessibili con cofanature e griglie; ripari contro la proiezione di materiali; dispositivi elettrici e/o meccanici di blocco collegati con gli organi di messa in moto e di movimento a controllo del corretto posizionamento delle protezioni (carter, cofanature, portelloni, griglie); dispositivi elettrici contro l’avviamento accidentale degli impianti; comandi degli impianti dotati di dispositivi di arresto di emergenza facilmente identificabili ed opportunamente dislocati; cabinatura della postazione di comando o ripari anche verso le vie di accesso contro la proiezione di schegge.

b) Procedurali: divieto di manutenzione su organi lavoratori in movimento; divieto di accesso all’impianto in moto di altri addetti, se non con il consenso dell’operatore, che preventivamente escluderà i movimenti pericolosi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Organi di lavoro: artt.68-72-75 DPR 547/55.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.3. Rischio da carenza di sicurezza elettrica.

2.1.3.1. Non idoneità impianto elettrico.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carente manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico, tenuto anche conto che la macchina è collocata all’esterno ed è quindi esposta all’azione degli agenti atmosferici (pioggia, gelo etc.).

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.

 

Valutazione del rischio: R5: medio (poco probabile con danno gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici: valutazione di idoneità dell’impianto elettrico generale e della scortecciatrice (impianto elettrico almeno IP44), della presenza della messa sulla macchina e di un dispositivo di sgancio tensione generale.

b) Procedurali: corretta manutenzione elettrica.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

Si: la manutenzione dell’impianto elettrico e tutti gli interventi specifici sono appaltati ad impiantisti specializzati esterni.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Impianti elettrici: Titolo VII DPR547/55 e artt.6-9 L46/90; nore CEI 64-8 e 20-13.

- Formazione: artt.21-22 Dlgs626/94.

- Appalti: art.7 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

No.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 2.1.4. Rischio di incendio.

2.1.4.1. Presenza di materiali infiammabili in uso

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di incendio per presenza di materiale combustibile; l’evento può essere determinato da inneschi accidentali (sovracorrenti negli impianti elettrici generali o della macchina, mozziconi di sigaretta accesi, per mancanza di opportune distanze di sicurezza tra i depositi e gli impianti o per presenza nelle adiacenze di prodotti infiammabili, quali preservanti, impregnanti , vernici e solventi) o dolosi.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni)

 

Valutazione del rischio: R4: medio (poco probabilità con danno grave) in quanto lavorazione in ambiente ampiamente comunicante con l’esterno e con sufficienti vie di fuga.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici:

Realizzazione degli interventi tecnici ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI (Certificato Prevenzione Incendi) nei casi previsti; rete idrica antincendio (manichette antincendio UNI45: idranti con portata d’acqua sufficiente per almeno 120 minuti da acquedotto o riserva d’acqua).

1- Stoccaggi provvisori 

 Stoccaggi provvisori ubicati ad opportuna distanza dagli impianti (circa 15m); rete idrica antincendio (manichette antincendio UNI45); stoccaggio di eventuali prodotti infiammabili in idonei locali chiusi, naturalmente ventilati e di idonea resistenza al fuoco.

2- Impianti

Impianto elettrico generale e della macchina idonei e manutenzione degli stesso; aspirazione sulla zona di lavoro della macchina onde asportare le polveri prodotte (per il rischio che particelle fini restino a contatto con organi lavoratori surriscaldati); pulizia giornaliera dell’area di lavoro e della macchina (onde asportare le polveri anche fini dal contatto con gli organi lavoratori).

 

 b) Procedurali:

Realizzazione delle procedure ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI nei casi previsti.

1- Stoccaggi provvisori

Rispetto delle aree di deposito e pulizia periodica delle stesse; informazione e formazione di tutti i lavoratori sulle procedure di emergenza ed evacuazione e sui rapporti con la squadra di prevenzione antiincendio ed evacuazione dell’azienda; informazione e formazione dei componenti della squadra di prevenzione antincendio ed evacuazione sulle procedure di intervento ordinario e straordinario.

2 Impianti

Divieto di  utilizzo di apparecchi di riscaldamento a fiamma (a segatura o ad altro combustibile) e di stoccaggio non protetto di prodotti infiammabili; permessi di lavoro a caldo (saldatura etc.). 

 

c) Organizzativi:

Inoltro richiesta ai Vigili del Fuoco al fine dell’ottenimento del CPI nei casi prevsiti; creazione squadra prevenzione antiincendio ed evacuazione; redazione del piano di emergenza antincendio ed evacuazione; attività di vigilanza sull’area di lavoro da parte degli operatori addetti alle lavorazioni della fase.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

a- Competenze VVFF:

- CPI: art.4 L966/65 e Decreto Interministeriale 16/2/82 (voce 46): obbligo CPI sopra i 500q. in

   deposito (sono esclusi i depositi esterni con distanze di sicurezza non inferiori ai 100m).

- Criteri generali di prevenzione incendi: DM 10.03.98 n.64.

b- Competenze ASL:

- Tecniche di intervento antincendio: artt.34-36-37 DPR 547/55

- Organizzazione squadre intervento: artt.12-13-14 Dlgs 626/94

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

Esiste la possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti civili circostanti con possibili danni a cose e persone.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 2.2.1. Agenti chimici

2.2.1.1. Rischio inalatorio

2.2.1.1.1. Polveri.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Le polveri sono prodotte dal contatto del tronco con gli organi lavoratori della scortecciatrice.

La valutazione del rischio dipende ovviamente dal tipo di legno utilizzato. In provincia di Sondrio la materia prima è costituita quasi esclusivamente da legni morbidi (conifere) : in questo caso i livelli di rischio e di esposizione, pur condizionati dalla meteorologia del luogo ed in particolare da umidità e ventilazione, sono da considerarsi trascurabili (PT<1mg/m3 su un TLV di 5 mg/m3), anche per la dimensione prevalentemente grossolana delle particelle e per la frequente cabinatura delle scortecciatrici. Di seguito tale intervento tecnico risulta protettivo anche laddove si utilizzino invece legni duri (Faggio, Quercia etc.) per i quali il giudizio deve essere più cautelativo per le dimostrate proprietà mutagene di tali legni (TLV 1 mg/m3).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

a-      Legni morbidi (conifere): Teorica possibilità di patologia irritativa ed allergica delle vie respiratorie;

b-     Legni duri (faggio, quercia etc): anche epistassi e mutagenesi delle cavità nasali e paranasali; per alcuni legni esotici (mansonia, teak, etc) anche effetti tossici (aritmie, iperpilessia, oliguria) da componenti naturali (glucoside e saponina)

 

Valutazione del rischio:

a-      Legni morbidi (conifere): R3: lieve (poco probabile con danno medio) per il rischio allergico; R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) per quello irritativo, in quanto da polveri grossolane in ambiente esterno.

b-      Legni duri (faggio, quercia etc): R5: medio (poco probabile con danno gravissimo).
 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Asfaltatura delle vie di transito con periodica pulizia delle stesse; cabinatura condizionata degli

    automezzi.

2- Idonei DPI (consigliata mascherina antipolvere) nella sezionatura con motosega.

b) Organizzativi:

1- Sorveglianza sanitaria soprattutto ad esposizione a polveri di legni duri

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

-         Polveri: art.21 DPR 303/54.

-         Cancerogeni e mutageni: artt. 63-66-69-70-71 Dlgs 626/94;

-         Dl 66/2000; in riferimento a Elenco LEGNI DURI IARC/95;

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

Possibile inquinamento ambientale esterno per sollevamento delle polveri da azione eolica e da movimentazione di automezzi. Rispetto limiti L203/88 per polveri totali di piazzale (All.6 Decr.Intermin.12/07/90).

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 2.2.2. Agenti fisici

2.2.2.1. Rumore.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Il rumore è  provocato da: contatto del tronco con gli organi lavoratori, motore  dalla macchina, scorrimento degli organi di trasmissione del moto (rulli, ingranaggi e catenarie), sussulti del tronco sui rulli del nastro trasportatore, caduta del tronco nelle giacitoie di deposito delle scortecciatrici non collegate all’impianto di segagione.

I livelli di rumorosità (Leq) sono definibili come discreti (80-85dBA) sulla scortecciatrice e bassi   (75-80dBA) nell’area di lavoro. I livelli di esposizione dell’addetto (Lepd ) risentono invece troppo significativamente di altre esposizioni in quanto l’attività non risulta esclusiva o prevalente: essi  sono comunque induttivamente bassi (75-80dBA), ove le scortecciatrici  sono cabinate e discreti (80-85dBA) dove non lo sono.

A- Risultati dell’indagine campionaria:

a- Leq:

- scortecciatrice:  MG 85.0dBA.

- area di lavoro:          75.5dBA.

b- Lepd:

livelli di esposizione non attendibili (91.3dBA), in quanto significativamente inficiati da altre lavorazioni prevalenti.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Ipoacusia professionale da rumore.

 

Valutazione del rischio: R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) nelle postazioni cabinate; R4: medio (probabile con danno medio) in quelle non cabinate, anche in considerazione della non continuatività della lavorazione.

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Cabinatura della postazione di comando con vetri antirumore; segregazione degli organi lavoratori nella cofanatura del corpo macchina, imbottita con materiali fonoassorbenti; ammortizzatori a cinghia nelle giacitoie onde attutire il rumore impulsivo prodotto la caduta dei tronchi; manutenzione degli organi di trasmissione del moto.

2- Idonei DPI: messa a disposizione di otoprotettori  per le postazioni di comando non cabinate e per gli eventuali addetti presenti nell’area di lavoro (salvo diversa  specifica valutazione del rischio ex Dlgs.277/91).

b) Procedurali: limitare la presenza di altri addetti nell’area dell’impianto quando in funzione.

c) Organizzativi: sorveglianza sanitaria biennale (salvo diversa valutazione specifica ex DLgs277/91).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Rumore: art.40-43-44 DLgs277/91.

 

Capitolo 8-Il rischio esterno

Probabile inquinamento acustico dell’area circostante: rispetto dei limiti ex L447/95.

 

 

FASE 2 - SCORTECCIATURA

Rischio 2.2. Salute ed igienico ambientali

Rischio 2.2.2. Agenti Fisici

2.2.2.2. Microclima

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In quanto l’impianto è collocato nel piazzale esterno, il rischio microclimatico è deterrminato dalla metereologia del luogo (pioggia, gelo, vento ecc.).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologie da perfrigerazione, in particolare alle vie respiratorie.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve) in quanto lavorazione in ambiente esterno.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici:

1- Cabinatura climatizzata dell’impianto.

2- Idonei DPI (indicate scarpe con suole antiscivolo e giubbotto impermeabile tenuto conto che le

    operazioni vengono svolte comunque all’esterno).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- DPI: artt.377-379-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio” in quanto all’aperto).

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2- SCORTECCIATURA

Rischio 2.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 2.2.3. Agenti biologici

2.2.3.1. Miceti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di inalazione di particelle di polveri di legno, in quanto grossolane, potenzialmente contaminate da miceti nella corteccia.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologia allergica alle alte e basse vie respiratorie; patologia infettiva (micosi sottocutanea e profonda).

 

Valutazione del rischio: R3: lieve per rischio allergico (poco probabile con danno medio); R1: trascurabile per quello infettivo (improbabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici: cabinatura della postazione di comando.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Agenti biologici: art.78 DLgs626/94

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

Vedi Rischio 2.2.1.2 Polveri.

 

 

FASE 2- SCORTECCIATURA

Rischio 2.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 2.2.3. Agenti  biologici

2.2.3.2. Batteri (tetano)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Durante la scortecciature schegge di legno, potenzialmente contaminate da Clostridium tetani, possono infiggersi nella cute del personale presente nell’area di lavoro..

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologia infettiva (tetano) da infissione nella cute di schegge contaminate.

 

Valutazione del rischio: R4: medio (improbabile con danno gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

Vaccinazione antitetanica obbligatoria (ciclo di base e richiami ).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Vaccinazione antitetanica selettiva obbligatoria: L292/63 modificata con L419/68

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 2- SCORTECCIATURA

Rischio 2.3. Rischi trasversali e organizzativi

Rischio 2.3.1. Organizzazione del lavoro

2.3.1.1. Manutenzione degli impianti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Manutenzione dell’impianto: vedi Rischio 2.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi; 2.1.1.1.2. Ingombri da ostacoli mobili; 2.1.1.1.3. caduta di gravi da luoghi elevati; 2.1.1.4. Pavimenti sconnessi (caduta di persone in piano per inciampo o scivolamento); 1.1.1.2.1. Caduta di persone da luoghi elevati; 2.1.2.1. Protezione inadeguata degli organi di trasmissione del moto; .2.1.2.2.  Protezione inadeguata degli organi di lavoro.

 

Valutazione del rischio: vedi rischi specifici.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Vedi Rischi sopraelencati.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

Vedi Rischi sopraelencati; in ogni caso divieto di manutenzione ad organi di trasmissione e di lavoro in movimento.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

Vedi Rischi sopraelencati. Manutenzione: artt.48-49 DPR547/55. 

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.