FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Capitolo 1- La fase di lavorazione.
Descrizione
Il
taglio dei tronchi comprende sia un taglio trasversale (intestatura) che
ripetuti tagli longitudinali (segagione) per ricavare travi o tavole di
lunghezza desiderata.
La
lavorazione si articola nelle seguenti sottofasi:
a) Intestatura del tronco
La
lavorazione consiste nel taglio trasversale del tronco per ridurlo alla
lunghezza desiderata e viene effettuata con l’ausilio di in impianto specifico
(intestatrice).
b) Segagione del tronco
La
lavorazione consiste nel taglio longitudinale ripetuto del tronco, ricavandone
travi o tavole dalla parte centrale e scorzoni dalle fasce laterali, che
vengono separati ed inviati a diversa successiva lavorazione; tale sottofase
viene realizzata con l’ausilio di un impianto specifico (segatronchi).
c) Segagione degli scorzoni
La
lavorazione consiste nel taglio longitudinale dello scorzone, ricavandone
tavole di risulta e scarti, che vengono separati ed inviati a diversa
successiva lavorazione; tale sottofase viene realizzata con l’ausilio di un
impianto specifico (refendino).
Modalità esecutive
a) Intestatura
L’operazione
viene effettuata prevalentemente da un impianto automatico; un operatore dal
pulpito di comando attiva e regola l’intestatrice, governando la progressione
del tronco e l’operazione di taglio trasversale alla lunghezza desiderata.
Se
l’intestatrice è collegata alla scortecciatrice o alla segatronchi, la
lavorazione viene governata da un unico pulpito di comando.
b) Segagione del tronco:
1- Impianti
automatici:
1.1. Segatronchi
tradizionale:
Un operatore da
un pulpito di comando fisso aziona e governa l’impianto, prima asservendo il
pezzo dalla rampa di carico al carro portatronchi, poi guidando quest’ultimo
nei ripetuti passaggi sull’organo lavoratore, rappresentato da una sega a
nastro montata sul corpo macchina.
L’addetto aziona inoltre una serie di pistoni mobili posizionati sul
carro, che imprimono al tronco un movimento rotatorio, consentendone il
ricollocamento in posizione utile per il successivo taglio; infine permette ad
ogni tavola di procedere sul nastro di uscita verso un separatore che guida il
diverso invio di tavole e scorzoni alle successive lavorazioni.
Nelle versioni
cabinate l’operatore svolge tali operazioni assiso di fronte al quadro comandi;
nelle versioni non cabinate staziona invece in posizione eretta davanti al
quadro comandi stesso.
1.2. Segatronchi
volgatter:
L’operatore
staziona in posizione assisa su un pulpito di comando collocato direttamente
sul carro portatronchi e si muove quindi solidalmente con questo; l’addetto aziona e governa l’impianto come
al punto precedente, sospingendo il pezzo sull’organo lavoratore, costituito da
una serie di lame a movimento verticale alternativo che effettuano il taglio
contemporaneo del tronco in più tavole.
2-Impianti
semiautomatici:
L’operatore
staziona in posizione eretta accanto al quadro comandi, collocato vicino al
corpo macchina; dopo aver avviato l’impianto ed il movimento sia della sega a
nastro che del carro portatronchi, si sposta accanto a quest’ultimo per
accompagnarlo nel suo tragitto sui binari, sostenendo manualmente il pezzo
durante la fase terminale del taglio.
c) Segagione degli scorzoni:
1-Impianti
automatici
Un operatore dal
pulpito di comando aziona e governa l’impianto, che provvede autoamaticamente
allo scarico di ogni singolo scorzone dalla rampa di carico collegata alla
segatronchi al nastro trasportatore di ingresso al refendino; il pezzo avanza
quindi fino al rullo di aggancio che lo convoglia all’organo lavoratore,
costituito da una sega a nastro montata sul corpo macchina; l’addetto governa
infine un separatore collocato sul nastro di uscita, che trasferisce le tavole
e gli scarti alle diverse successive lavorazioni.
Nelle versioni
cabinate l’addetto esegue tali operazioni seduto di fronte al quadro comandi,
mentre in quelle non cabinate opera in piedi davanti allo stesso quadro.
2-Impianti
semiautomatici
L’operatore
effettua le diverse operazioni da una postazione di lavoro non cabinata che dà
accesso lateralmente alla rampa di carico collegata alla segatronchi e
frontalmente al nastro di ingresso del refendino. In sequenza l’addetto prima
accede alla rampa di carico, azionando con un comando a pulsante o a pedale lo
scarico di ogni singolo scorzone su un piano di deposito; poi movimenta manualmente ogni pezzo
depositato al refendino, guidandone l’inserimento nel rullo di presa, che
convoglia il pezzo alla zona di taglio. accompagna quindi il pezzo fino al
rullo di aggancio che lo trasporta alla zona di taglio; infine governa il
separatore, collocato sul nastro di uscita, che trasferisce le tavole e gli
scarti alle diverse successive lavorazioni.
Luogo di lavoro
L’intestatura
del tronco può essere realizzata sia all’esterno che all’interno dello
stabilimento, in ragione della sua collocazione sulla linea dell’impianto
generale, in coda alla scortecciatrice o in testa alla segatronchi.
La segagione del
tronco e degli scorzoni viene realizzata in un unico reparto, che di norma
ospita anche la refilatrice.
Capitolo 2 -
Le attrezzature e le macchine
a) Intestarice
Mediante
taglio trasversale dimensiona la lunghezza del tronco, prima di avviarlo alla
segatronchi.
L’impianto
è composto da pulpito di comando, rampa di carico, linee di trasporto di ingresso ed uscita, corpo macchina
cofanato, utensile costituito da una sega circolare gigante o da una sega a
catena, montate su braccio mobile che si abbassa sul pezzo per realizzare il
taglio; negli impianti automatici il pulpito di comando può essere collocato in
cabina.
L’impianto
può essere governato anche dalla postazione di comando della scortecciatrice o
del segatronchi; in questo ultimo caso la sega circolare può essere collocata
sotto il nastro di entrata, sollevandosi nella fase di taglio.
b)
Segatronchi
Mediante tagli longitudinali ripetuti
seziona longitudinalmente il tronco ricavandone travi o tavole dalla parte
centrale e scorzoni dalle sezioni laterali.
1-Impianti automatici
1.1. Segatronchi tradizionale
L’impianto è costituito da pulpito di
comando, rampa di carico, carro portatronchi su rotaie munito di pistoni mobili
di riposizionamento del tronco per il successivo taglio, corpo macchina fisso
costituito da una biella cofanata che monta una sega a nastro, nastro
trasportatore di uscita con separatore per le tavole e gli scorzoni. La
postazione di comando è spesso cabinata o cabinabile, salvo carenze di spazio o
interferenze con il carro portatronchi.
1.2. Segatronchi volgatter
La segatronchi volgatter è un impianto
automatico nel quale la postazione di
comando è montata direttamente sul carro portatronchi: è anch’essa costituita
da pulpito di comando (in questo caso mobile), carro portatronchi su rotaia con
pistoni di riposizionamento del tronco, rampa di carico, corpo macchina fisso
che monta lame oscillanti con movimento verticale alternativo per i tagli
multipli, nastro trasportatore di uscita con separatore. La postazione di
comando è raramente cabinata, ma quasi sempre cabinabile.
2- Impianti semiautomatici
Presenti in un limitato numero di casi
(prevalentemente nelle piccole aziende), sono costituiti da una postazione di
comando, carro portatronchi su rotaia,
corpo macchina costituito da una biella cofanata che monta una sega a nastro.
La postazione di comando è collocata accanto al corpo macchina e ai binari; non
è cabinata, ma cabinabile in funzione degli spazi disponibili e delle
interferenze col movimento del carro e col raggio di apertura del portellone
della cofanatura.
c) Refendino
Mediante
taglio longitudinale seziona lo scorzone, ricavandone tavole residue e scarti;
i primi vengono conferiti alla refilatrice mentre i secondi raggiungono un
piano vibrante di cippatura oppure ritornano all’impianto per un’altra
sezionatura.
1-Impianti
automatici:
L’impianto
è costituito da pulpito di comando, rampa di carico collegata alla segatronchi,
corpo macchina costituito da una biella cofanata che monta una sega a nastro,
nastro di uscita con separatore. La postazione di comando è spesso cabinata o
cabinabile, salvo vincoli di spazio.
2-
Impianti semiautomatici:
L’impianto
è costituito da due componenti distinte: la rampa di carico ed il refendino.
2.1.
Rampa di carico
Collocata lateralmente alla postazione
di lavoro, comprende un nastro di avanzamento, collegato
più o meno direttamente alla
segatronchi e azionato da un comando a pedale o a pulsante, ed un
piano di deposito per la raccolta degli
scorzoni, che vengono movimentati manualmente al
refendino.
2.2.
Refendino
Collocato in posizione frontale alla
postazione di lavoro, comprende un nastro di entrata, un rullo
o ganasce per il trascinamento del
pezzo alla zona di taglio, un corpo macchina costituito da una
biella cofanata che monta una sega a
nastro, un nastro trasportatore di scarico con separatore.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.1. Vie di transito
4.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
L’operatore può
venire a contatto in modo accidentale con parti sporgenti del tondo o degli
impianti durante il transito sulle vie di accesso alle postazioni di comando
degli stessi.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177
(5.64%).
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi per urto di parti del corpo degli addetti
contro materiali o parti sporgenti degli impianti.
Valutazione del rischio:
R3: lieve (probabile con danno lieve).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici:
1-
Individuazione, delimitazione e segnalazione di idonee vie di transito per
l’accesso alle postazioni di comando e ai componenti dei diversi impianti,
adeguatamente distanti dalle zone di movimentazione e di lavorazione.
2- idonei DPI
(indicate scarpe con puntale protetto).
b-Procedurali: rispetto dei percorsi.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Vie di
transito: artt.8-11 DPR 547/55;
- DPI:
artt.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a
“Lavori di
movimentazione e stoccaggio” in quanto
attività compresente sull’impianto).
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischi 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.1. Vie di transito
4.1.1.1.2. Ingombri da ostacoli mobili
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
1- Rampe di
carico: laddove le vie di transito di accesso alle postazioni di comando siano
adiacenti alle rampe automatiche degli impianti, può verificarsi il rischio di investimento
di addetti da parte di tronchi e scorzoni in movimento.
2- Carro
portatronchi: nel caso le vie di transito all’affileria o ai componenti della
segatronchi attraversino le rotaie del carro portatronchi, può verificarsi il
rischio di investimento di addetti da parte di quest’ultimo.
3- Linee di
trasporto: in caso le vie di transito per l’accesso alle postazioni di lavoro o
ai componenti degli impianti attraversino le linee di trasporto, può
verificarsi il rischio di investimento degli addetti da parte di tronchi e
scorzoni in movimento.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 8 casi su 177
(4.51%).
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi
gravi o gravissimi per investimento di parti del corpo dell’addetto da parte di
tronchi, scorzoni e carro portatronchi in movimento.
Valutazione del rischio:
R4.5: medio (poco probabile con danno grave o gravissimo).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici:
1- Rampe di
carico:
- Identificazione, delimitazione e
protezione di idonee vie di transito per l’accesso alle postazioni di
comando degli impianti.
- Idonei DPI (indicate scarpe con puntale
protetto).
2- Carro
porta-tronchi:
- Protezione degli attraversamenti dei
binari (passaggi sopraelevati e ponti con parapetti idonei;
cancelletti apribili solo ad impianto
non in fase di lavoro, dispositivi elettrici di arresto dei
movimenti pericolosi dell’impianto
all’apertura dei cancelli o al passaggio di persone etc.);
dispositivi di segnalazione di presenza
ai conduttori per consentire il fermo dei movimenti
pericolosi degli impianti e l’apertura
dei cancelletti per gli attraversamenti
- Idonei DPI (indicate scarpe con puntale
protetto).
3- Linee di
trasporto:
- Protezione degli attraversamenti delle
linee (passaggi sopraelevati e ponti con parapetti idonei;
cancelletti apribili solo ad impianti
non in funzione o dispositivi elettrici di arresto delle linee
all’apertura dei cancelli o al passaggio
di persone etc.); dispositivi di segnalazione di presenza ai
conduttori per consentire il fermo delle
linee e l’apertura dei cancelletti per gli attraversamenti.
-
Idonei DPI (indicate scarpe con puntale protetto).
b-Procedurali:
1- Rampe di carico:
rispetto dei percorsi; divieto di accesso alla postazione di comando ad
impianti
in funzione, senza il consenso
dell’operatore che preventivamente escluderà i movimenti pericolosi.
2- Carro
portatronchi: rispetto dei percorsi; procedure di segnalazione di presenza ai
conduttori dell’
impianto per consentire il fermo del carro
e l’apertura dei cancelletti per gli attraversamenti.
3- Linee di
trasporto: rispetto dei percorsi; procedure di segnalazione di presenza ai
conduttori degli
impianti per consentire il fermo delle
linee e l’apertura dei cancelletti per gli attraversamenti.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Vie di
transito: artt.8-11 DPR 547/55.
- Formazione:
artt.21-22 DLgs626/94.
- DPI: artt.377-384
DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di
movimentazione e stoccaggio” in quanto
attività compresente sull’impianto).
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.1. Vie di transito
4.1.1.1.3. Caduta di gravi da luoghi elevati
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
In caso di fuoriuscita
di tronchi, scorzoni e tavole dalle linee di trasporto, spesso adiacenti o
sopraelevate rispetto alle vie di transito, si può verificare il rischio di
investimento degli addetti da parte di gravi caduti dall’alto. Nei refendini
semiautomatici è inoltre possibile la caduta di scorzoni dalla rampa di carico
sulla postazione di lavoro.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 15 casi su 177
(8.47%).
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi da
schiacciamento per caduta di gravi dall’alto.
Valutazione del rischio:
R5.5: medio-alto (probabile con danno grave o gravissimo).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici:
1- Linee e
nastri di trasporto: protezioni e guide contro il deragliamento di tronchi,
scorzoni e tavole.
2- Refendino
semiautomatico: ripari di contenimento anticaduta sul piano di deposito e
idoneo dimensionamento dello stesso; azionamento ad uomo presente
(singolarizzatore a pulsantiera o a pedale) dell’avanzamento della rampa di
carico.
3- Idonei DPI
(indicate scarpe con puntale protetto).
b-Procedurali:
rispetto dei percorsi; nei refendini semiautomatici vincolo allo scarico
singolo di tavole e scorzoni.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Vie di
transito: artt.8-11 DPR 547/55.
- Formazione:
artt.21-22 Dlgs626/94.
- DPI:
artt.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a
“Lavori di
movimentazione e stoccaggio” in quanto
attività compresente sull’impianto).
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischi 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.1. Vie di transito
4.1.1.1.4. Caduta di persone in piano per
ostacoli o scivolamento
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
L’operatore può scivolare
o inciampare, specialmente in presenza di percorsi angusti, bagnati o con
ingombri, nel transito di accesso alle postazioni di comando o ai componenti
dei diversi impianti.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 21 casi su 177
(11.86%).
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi per caduta di persone su terreno accidentato
o per scivolamento.
Valutazione del rischio:
R4.5: medio (altamente probabile con danno lieve o medio).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici:
1-
Individuazione, delimitazione, segnalazione di idonee vie di transito per
l’accesso alle postazioni di comando e ai componenti dei diversi impianti; scale fisse e passerelle idonee per
l’accesso a dette postazioni (parapetti normali, consigliato pavimento
grigliato o zigrinato antisdrucciolo) e manutenzione delle stesse.
2- Protezione
degli organi di lavoro e degli utensili (cuffia di protezione sulle seghe
circolari di intestatura e guida coprilama per le seghe a nastro della
segatronchi e del refendino, che scendono automaticamente a proteggere
l’utensile quando l’impianto non è in fase di lavoro).
2- Idonei DPI
(indicate scarpe con suola antiscivolamento e puntale protetto).
b-Procedurali: rispetto dei percorsi; procedure di
segnalazione di presenza ai conduttori degli impianti per consentire il fermo
delle linee e l’apertura dei cancelletti negli attraversamenti.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Vie di transito:
artt.8-11 DPR547/55 e art.7 DPR303/56.
- Protezione
organi di lavoro: artt.68-72-75 DPR547/55.
- Formazione:
artt.21-22 DLgs626/94.
- DPI:
artt.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a
“Lavori di
movimentazione e stoccaggio” in quanto
attività compresente sull’impianto).
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.1. Vie di transito
4.1.1.1.4. Caduta di persone da luoghi elevati
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Caduta di
persone da scale e passerelle di accesso alle postazioni di comando, a
componenti dei diversi impianti o durante percorsi impropri sugli stessi.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 9 casi su 177
(5.08%).
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi anche gravi per caduta di persone
dall’alto..
Valutazione del rischio: R4.5:
medio (probabile con danno medio-grave).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici: parapetti idonei e completi sui percorsi
aerei (passerelle sospese e ponti) e scale fisse.
b-Procedurali: divieto di percorsi impropri sugli
impianti.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Vie di transito:
artt.11-16-26-27 DPR547/55
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.2. Superficie di lavoro
4.1.1.2.1. Spazi inadeguati delle postazioni di
lavoro e dei passaggi.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Le postazioni di
lavoro (soprattutto le cabine) ed i passaggi possono essere angusti con
costrittività per l’operatore e rischi infortunistici aggiuntivi.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Disconfort da costrittività
fisica ed organizzativa; rischio infortunistico accresciuto (vedi rischi
precedenti delle vie di transito).
Valutazione del rischio:
R2: lieve (poco probabile con danno lieve).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici: corretto dimensionamento delle
superfici delle postazioni di lavoro, delle cabine e dei passaggi.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Superfici di
lavoro: artt.6-7 DPR303/56.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.1. Rischi strutturali
4.1.1.2. Superficie di lavoro
4.1.1.2.1. Spazi inadeguati delle postazioni di
lavoro e dei passaggi.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Non adeguato
numero e dimensionamento delle uscite di sicurezza o difficoltà di raggiungere
le stesse, anche per ostacoli sulle vie di fuga, in caso di incendio o altra
emergenza interna o esterna.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: 0 casi su 177.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Danni gravi o
gravissimi per impossibilità di evacuazione (ustioni, asfissia da inalazione di
fumi e gas nocivi come CO ed HCN. Per altre emergenze (alluvioni, terremoti
etc) i danni sono correlati alla magnitudo dell’evento ed al numero di perosne
presenti.
Valutazione del rischio:
R4.5: medio (poco probabile con danno grave o gravissimo).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a-Tecnici:
Dotazione di
uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio
dell’attività, apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le
lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica,
preferibilmente con illuminazione di sicurezza; vie di fuga di dimensioni idonee, con segnaletica
orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.
b- Procedurali:
Informazione e
formazione dei lavoratori sull’evacuazione e sui riferimenti alla squadra
antincendio ed evacuazione; informazione e formazione dei componenti della squadra
antincendio ed evacuazione alle misure di emergenza.
c- Organizzativi
Redazione del
Piano di evacuazione e creazione della squadra di prevenzione incendi ed
evacuazione.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
- Uscite di
sicurezza: art.13 DPR547/55 e art.3 Decr.Intermin.10/03/98.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.2. Carenza di sicurezza su macchine.
4.1.2.1. Protezioni inadeguate degli organi di
trasmissione.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
- Possibilità di
contatti accidentali con gli organi di trasmissione (rulli, ingranaggi, perni,
cinghie e
catenarie) in caso di presenza degli
addetti in prossimità dei nastri trasportatori.
- Possibilità di
contatto con gli organi di trasmissione del moto per incongrue operazioni di
regolazione e manutenzione sugli impianti.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177
(5.64%).
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi
anche gravi per contatto con gli organi di trasmissione in movimento.
Valutazione del rischio:
R5: medio (probabile con danno grave).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a)Tecnici:
1- Nastri
trasportatori
Organi di trasmissione
del moto (ingranaggi, perni, cinghie e catenarie dei nastri trasportatori e
delle rampe di carico e scarico) carterati laddove accessibili.
2- Impianti in
genere
Cofanatura degli
organi di trasmissione del moto (volani, rulli etc.) presenti nel corpo
macchina o protezione degli stessi ove accessibili; dispositivi elettrici e/o
meccanici di blocco collegati con gli organi di messa in moto e di movimento a
controllo del corretto posizionamento delle protezioni (carter, cofanature,
portelloni); dispositivi elettrici contro l’avviamento accidentale degli
impianti; comandi degli impianti dotati di dispositivi di arresto di emergenza
facilmente identificabili ed opportunamente dislocati.
3- Refendini
semiautomatici
Dispositivi
elettrici o meccanici (barra di arresto) di arresto, attivati da parti del
corpo dell’operatore quando entrano in contatto con lo stesso in caso di
trascinamento verso gli organi di trasmissione (rulli di presa degli
avanzamenti automatici).
b)Procedurali: divieto di regolazione e manutenzione
degli organi di trasmissione, nonchè di avvicinamento ad organi di trasmissione
in movimento; divieto di accesso all’impianto in moto di altri addetti, se non
con il consenso dell’operatore, che preventivamente escluderà i movimenti pericolosi.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Organi di
trasmisione: artt.55-61 DPR 547/55.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.2. Carenza di sicurezza su macchine.
4.1.2.2. Protezioni inadeguate degli organi di
lavoro.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Possibilità di
contatto con gli organi lavoratori della macchina (seghe circolari e lame a nastro,
teste fresanti) per incongrue operazioni di regolazione e manutenzione degli
impianti.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 41 casi su 177
(23.16%) per il contatto con organi lavoratori in movimento e 10 su 177 (5.64%)
per la proiezione di schegge.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Traumatismi
gravi e gravissimi per contatto con gli organi di lavoro.
Valutazione del rischio:
R6.5: alto o altissimo (altamente probabile con danno grave o gravissimo) per
il contatto con organi lavoratori in movimento; R3: lieve (probabile con danno
lieve) per la proiezione di schegge.
Capitolo 5-”gli interventi”-
a)Tecnici:
1-Impianti in
genere:
1.1. Contatto
con organi di lavoro in movimento: cofanatura degli organi lavoratori presenti
nel corpo macchina o protezione degli stessi ove accessibili; dispositivi
elettrici e/o meccanici di blocco collegati con gli organi di messa in moto e
di movimento, a controllo del corretto posizionamento delle protezioni
(cofanatura e portelloni); dispositivi elettrici contro l’avviamento
accidentale degli impianti; comandi degli impianti dotati di dispositivi di
arresto di emergenza facilmente identificabili ed opportunamente dislocati.
1.2. Contatto
con utensili: carter per seghe circolari e coprilame per quelle a nastro
discendenti sull’utensile nelle fasi di non lavoro dell’impianto.
1.3. Proiezione
di schegge: cabinatura della postazione di lavoro ove possibile, cofanatura del
corpo macchina, carter sugli utensili e ripari per la postazione di lavoro.
2- Impianti
semiautomatici: dispositivo elettrici o meccanici di arresto (barra di
arresto), attivati da parti del corpo dell’operatore che entrano in contatto
con la stessa in caso di trascinamento verso gli organi lavoratori negli
avanzamenti automatici.
b)Procedurali: divieto di regolazione e manutenzione;
divieto di accesso all’impianto in moto di altri addetti, se non con il
consenso dell’operatore, che preventivamente escluderà i movimenti pericolosi.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Organi di
lavoro: artt.68-72-75 DPR547/55.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.3. Rischio da carenza di sicurezza
elettrica.
4.1.3.1. Non idoneità impianto elettrico.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Rischio di
elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carente manutenzione
(usura, rotture) dell’impianto elettrico.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Lesioni gravi o
gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori
direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino
idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.
Valutazione del rischio:
R5: medio (poco probabile con danno gravissimo).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a) Tecnici: valutazione di idoneità dell’impianto
elettrico generale e delle macchine (impianto elettrico almeno IP44), della
presenza della messa sulle macchine e di un dispositivo di sgancio tensione
generale.
b) Procedurali: corretta manutenzione elettrica.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
Si: la
manutenzione dell’impianto elettrico e tutti gli interventi specifici sono
appaltati ad impiantisti specializzati esterni.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Impianti
elettrici: Titolo VII DPR547/55 e artt.6-9 L46/90; nore CEI 64-8 e 20-13.
- Formazione:
artt.21-22 Dlgs626/94.
- Appalti: art.7
Dlgs626/94.
Capitolo 8- Il rischio esterno.
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.1. Rischi per la sicurezza.
Rischio 4.1.3. Rischio di incendio.
4.1.3.1. Presenza di materiali infiammabili in
uso.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Rischio di incendio
per presenza di materiale combustibile; l’evento può essere determinato da
inneschi accidentali (sovracorrenti negli impianti elettrici generali o delle
macchine, mozziconi di sigaretta accesi, per mancanza di opportune distanze di
sicurezza tra i depositi e gli impianti o per presenza nelle adiacenze di
prodotti infiammabili, quali preservanti, impregnanti , vernici e solventi) o
dolosi.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Lesioni gravi o
gravissime (ustioni)
Valutazione del rischio:
R4.5: medio (poco probabile con danno grave o gravissimo) in quanto lavorazione in ambiente
confinato con possibile difficoltà di fuga.
Capitolo 5-”gli interventi”-
a)Tecnici:
Realizzazione
degli interventi tecnici ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del
CPI (Certificato Prevenzione Incendi) nei casi previsti; estintori a polvere di
tipo ABC (carrellati da 50kg o portatili da 6-9kg) in numero sufficiente ed
opportunamente dislocati; rete idrica antincendio (manichette antincendio
UNI45: idranti con portata d’acqua sufficiente per almeno 120 minuti da
acquedotto o riserva idrica) nel caso l’attività rientri nella previsione CPI.
1- Stoccaggi provvisori dei materiali
Aree di stoccaggio provvisorio dei materiali
ubicate ad opportuna distanza dagli impianti (circa 15m); stoccaggio di
eventuali prodotti infiammabili in idonei locali chiusi, naturalmente ventilati
e di idonea resistenza al fuoco.
2- Impianti
Impianto
elettrico generale e delle macchine idonei e manutenzione degli stessi;
aspirazione sulla zona di lavoro della macchina onde asportare le polveri
prodotte (per il rischio che particelle fini restino a contatto con organi
lavoratori surriscaldati); pulizia giornaliera dell’area di lavoro e della
macchina (onde asportare le polveri anche fini dal contatto con gli organi
lavoratori).
b) Procedurali:
Realizzazione
delle procedure ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI nei
casi previsti; divieto di fumare.
1- Stoccaggi provvisori dei materiali
Rispetto delle
aree di deposito e pulizia periodica delle stesse; informazione e formazione di
tutti i lavoratori sulle procedure di emergenza ed evacuazione e sui rapporti
con la squadra di prevenzione antiincendio ed evacuazione dell’azienda;
informazione e formazione dei componenti della squadra di prevenzione
antincendio ed evacuazione sulle procedure di intervento ordinario e
straordinario.
2 Impianti
Divieto di utilizzo di apparecchi di riscaldamento a
fiamma (a segatura o ad altro combustibile) e di stoccaggio non protetto di
prodotti infiammabili; permessi di lavoro a caldo (saldatura etc.).
c) Organizzativi:
Inoltro
richiesta ai Vigili del Fuoco al fine dell’ottenimento del CPI nei casi prevsiti;
creazione squadra prevenzione antiincendio ed evacuazione; redazione del piano
di emergenza antincendio ed evacuazione; attività di vigilanza sull’area di
lavoro da parte degli operatori addetti alle lavorazioni della fase.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
a- Competenze
VVFF:
- CPI: art.4
L966/65 e Decreto Interministeriale 16/2/82 (voce 46): obbligo CPI sopra i
500q. in
deposito (sono esclusi i depositi esterni
con distanze di sicurezza non inferiori ai 100m).
- Criteri
generali di prevenzione incendi: DM 10.03.98 n.64.
b- Competenze
ASL:
- Tecniche di
intervento antincendio: artt.34-36-37 DPR 547/55
- Organizzazione
squadre intervento: artt.12-13-14 Dlgs 626/94
Capitolo 8- Il rischio esterno.
Esiste la
possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti civili circostanti
con possibili danni a cose e persone.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.2. Salute e igienico-ambientali.
Rischio 4.2.1. Agenti chimici
4.2.1.1. Rischio inalatorio
4.2.1.1.1. Polveri
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Le polveri sono
prodotte dal contatto dei tronchi e degli scorzoni con gli utensili e gli
organi di lavoro degli impianti.
La valutazione
del rischio dipende ovviamente dal tipo di legno utilizzato. In provincia di
Sondrio la materia prima è costituita quasi esclusivamente da legni morbidi
(conifere) : in questo caso i livelli di rischio e di esposizione sono da
considerarsi trascurabili (PT<1mg/m3 su un TLV di 5 mg/m3), per la
dimensione prevalentemente grossolana delle particelle e per la frequente
cabinatura delle postazioni di lavoro. Laddove si utilizzino invece legni duri
(Faggio, Quercia etc.)il giudizio deve essere più cautelativo per le dimostrate
proprietà mutagene di tali legni (TLV 1mg/m3).
Ovviamente le
cabinature delle postazioni di lavoro risultano protettive anche rispetto a
questo rischio.
A- Risultati
dell’indagine campionaria: Polvere Totale (PT): TLV 5mg/m3.
a-
Intestatrice:
0.72mg/m3.
b- Segatronchi
cabinata: M 0.29mg/m3; Range
0.34-034mg/m3.
non cabinata: 0.36mg/m3.
area: 0.81mg/m3
c- Refendino: cabinato: M 0.21mg/m3; Range
0.12-0.26mg/m3.
area: M 0.16mg/m3;
Range 0.08-0.24mg/m3.
Capitolo 4-Il danno atteso
a- Legni
morbidi (conifere): Teorica
possibilità di patologia irritativa ed allergica delle vie respiratorie;
b- Legni
duri (faggio, quercia etc):
anche epistassi e mutagenesi delle cavità nasali e paranasali; per alcuni legni
esotici (mansonia, teak, etc) anche effetti tossici (aritmie, iperpilessia,
oliguria) da componenti naturali (glucoside e saponina)
Valutazione del rischio:
a- Legni
morbidi (conifere): R3: lieve (poco probabile con danno medio)
per il rischio allergico; R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) per
quello irritativo, in quanto da polveri grossolane in ambiente esterno.
b-
Legni duri (faggio, quercia etc): R5:
medio (poco probabile con danno gravissimo).
Capitolo 5-Gli interventi.
a) Tecnici:
1- Asfaltatura
delle vie di transito con periodica pulizia delle stesse; cabinatura
condizionata degli
automezzi.
2- Idonei DPI
(consigliata mascherina antipolvere) nella sezionatura con motosega.
b) Organizzativi:
1- Sorveglianza
sanitaria soprattutto ad esposizione a polveri di legni duri
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi”
-
Polveri:
art.21 DPR 303/54.
-
Cancerogeni
e mutageni: artt. 63-66-69-70-71 Dlgs 626/94;
-
Dl 66/2000;
in riferimento a Elenco LEGNI DURI IARC/95;
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.2. Salute e igienico-ambientali.
Rischio 4.2.2. Agenti fisici
4.2.2.1. Rumore
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Il rumore è
provocato da: contatto del tronco e degli scorzoni con gli organi lavoratori,
motori delle diverse macchine, sussulti del tronco e degli scorzoni sui rulli
dei nastri trasportatori, caduta degli scorzoni sulla rampa di carico del
refendino e delle assi sulla rampa di carico della refilatrice o sui
giacitoi di deposito negli impianti non
collegati.
I livelli di
rumorosità (Leq) dipendono innanzitutto dalla presenza o meno di cabine sulle
postazioni di comando e dalla loro efficienza.
Essi sono quindi definibili come trascurabili,
bassi o discreti negli impianti cabinati (da 70 a 85dBA); elevati o molto elevati (85-95dBA) sugli
impianti non cabinati; elevati (85-90dBA) nell’area di lavoro.
I livelli di
esposizione degli addetti (Lepd ) variano conseguentemente da discreti a
elevati (80-90dBA) in rapporto alla presenza o meno di postazioni cabinate,
alla loro efficienza, ma soprattutto al tempo effettivo di stazionamento degli
addetti nelle cabine in ragione della continuità o meno di utilizzo
dell’impianto.
A- Risultati
dell’indagine campionaria:
a- Leq:
- intestatrice
cabinata: Range 66-70dBA; MG68.4dBA;
non cabinata: Range 88.0-93.0dBA; MG 90.6dBA; Mediana
90.5dBA.
- segatronchi
cabinata: Range 69.0-83.5dBA; MG 76.9dBA; Mediana 72.0dBA;
non cabinata: Range 85.5-89.1dBA; MG 88.2dBA; Mediana
89.0dBA;
- area di lavoro
segatronchi: Range 72.0-90.0.dBA; MG 85.5dBA; Mediana 77.6dBA.
- volgatter non
cabinato: 89.1dBA.
- refendino cabinato:
Range 67.0-89.5dBA; MG 82.8dBA; Mediana 72.0dBA;
non cabinato: Range 85.8-92.0dBA; MG 89.1dBA; Mediana
87.0dBA.
- Area di lavoro
refendino: Range 86.0-92.0dBA; MG 88.6dBA; Mediana 88.0dBA.
b- Lepd:
- addetto all’intestatrice cabinata: 70.4dBA.
- addetto alla
segatronchi cabinata: Range 70.5-84.6dBA; MG 81.8dBA; Mediana 82.2dBA;
- addetto alla
segatronchi non cabinata: Range 82.9-89.5dBA; MG 87.0dBA; Mediana 86.3dBA.
- addetto al
volgatter: 89.5dBA.
- addetto al
refendino cabinato: Range 77.5-86.6dBA; MG 83.1dBA; Mediana 79.9dBA.
- addetto al
refendino non cabinato: Range 86.1-91.3dBA; MG 89.4dBA; Mediana 89.4dBA.
Capitolo 4-Il danno atteso
Ipoacusia
professionale da rumore per gli addetti agli impianti cabinati, discreta
probabilità per gli addetti agli impianti non cabinati.
Valutazione del rischio:
R6: alto (altamente probabile con danno grave) per le postazioni non cabinate;
R4: medio (probabile con danno medio) per quelle cabinate.
Capitolo 5-Gli interventi.
a) Tecnici:
1- Linee di trasporto:
manutenzione organi di trasmissione del
moto; per le caditoie ammortizzatori a cinghia o
rivestimenti dei piani metallici con
materiali fonoassorbbenti (gomma, plastica etc.), onde
attutire il rumore impulsivo provocato
dalla caduta dei pezzi.
2- Postazioni di
comando:
2.1.
Intestatrice:
- autonoma: cabinatura con vetri
antirumore.
- non autonoma: cabinatura della
postazione di comando dell’impianto principale.
2.2.
Segatronchi:
- automatica: cabinatura con vetri
antirumore ed impianto di climatizzazione (tranne nel caso di
spazi troppo angusti e di
interferenze pericolose col carro porta-tronchi). Le interferenze con il
raggio di azione del portellone della
cofanatura del corpo macchina possono essere risolte con
cabine scorrevoli su ruote e rotaie o
girevoli su perni.
- non automatica: cabinatura della
postazione di comando, con le specifiche di cui sopra.
- Volgatter: cabinatura della postazione
mobile di lavoro con impianto di climatizzazione, onde
ovviare al surriscaldamento
dell’ambiente confinato provocato dal motore posto sotto il sedile.
2.3. Refendino:
- automatico: cabinatura della
postazione di lavoro con vetri antirumore.
- semiautomatico: nessuno.
3- Corpo
macchina:
Segregazione degli organi lavoratori
nella cofanatura, imbottita di materiale fono-assorbente.
4- Utensili:
Cuffie imbottite di materiale
fonoassorbente e dischi silenziati (a sandwitch, a placca laterale, a
dentatura inversa, ad inserzioni
disarmoniche sulle seghe circolari per tagli trasversi (intestatrici,
segatronchi).
6- Idonei DPI:
messa a disposizione di otoprotettori per gli addetti alle postazioni non
cabinate e per
quelli stazionanti nelle aree limitrofe a
tali impianti (salvo diversa valutazione specifica del rischio
ex Dlgs.277/91).
b) Procedurali: limitare la presenza di altri addetti
nell’area dell’impianto.
c) Organizzativi: sorveglianza sanitaria biennale per gli
addetti alle postazioni non cabinate e di area,
a richiesta del dipendente per quelli
addetti a postazioni cabinate (salvo diversa valutazione
specifica ex DLgs277/91).
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Rumore:
artt.40-43-44 DLgs277/91
Capitolo 8-Il rischio esterno
Possibile
inquinamento acustico dell’area circostante: valutazione e rispetto dei limiti
ex L447/95.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.2. Salute ed igienico-ambientali.
Rischio 4.2.2. Agenti fisici.
4.2.2.2. Microclima.
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Nelle postazioni
di comando non cabinate e nelle aree di lavoro di segagione in genere il
rischio microclimatico è condizionato dalla meteorologia del luogo (con
disconfort termico soprattutto invernale, condizionato anche dalla sedentarietà
della mansione di conduttore di impianti), anche perchè spesso il reparto è
ampiamente comunicante con l’esterno (in qualche caso sotto tettoie).
Nelle postazioni
di comando cabinate, ma non provviste di impianto di condizionamento il
disconfort può essere anche estivo, per insufficiente ventilazione.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Patologie da
perfrigerazione, in particolare alte vie respiratorie. Disconfort termico,
soprattutto estivo, nelle cabine non climatizzate (climatizzazione
indispensabile in particolare nei Volgatter cabinati in quanto il motore è
collocato sotto il sedile).
Valutazione del rischio:
R2: lieve (poco probabile con danno lieve) in quanto ambiente confinato, ma spesso ampiamente
comunicante con l’esterno.
Capitolo 5-”gli interventi”-
a) Tecnici:
1- Cabinatura
climatizzata; idoneo riscaldamento degli ambienti di lavoro.
2- Idonei DPI
(giubbotto impermeabile e scarpe idonee, tenuto conto che gli ambienti sono
largamente comunicanti con l’esterno).
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Temperatura:
art.11 DPR303/56 ed Regolamenti Locali di Igiene.
- DPI: artt. 377-379
DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe e indumenti: assimilabili a
“lavori
di movimentazione e stoccaggio in quanto
attività compresente sugli impianti).
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.2. Salute ed igienico-ambientali.
Rischio 4.2.3. Agenti biologici
4.2.3.1. Miceti
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Possibili
dispersioni di polvere di legno contaminate da miceti nella corteccia degli
scorzoni.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Patologie
allergica basse e alte vie respiratorie; patologie infettive (micosi
sottocutanee e profonde).
Valutazione del rischio:
R3: lieve (poco probabile con danno medio) per il rischio allergico; R1:
trascurabile (improbabile con danno lieve) per quello infettivo.
Capitolo 5-”gli interventi”-
a) Tecnici: cabinatura della postazione di comando;
aspirazioni di polveri alla fonte.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Agenti biologici: art.78 Dlgs 626/94
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4. 2. Salute ed igienico-ambientali.
Rischio 4.2.3. Agenti biologici
4.2.3.2. Batteri (tetano)
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Durante il
taglio schegge di legno, potenzialmente contaminate da tetano possono infiggersi
nella cute del personale presente nell’area di lavoro.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Teorica
possibilità di patologia infettiva (tetano) da infissione nella cute di schegge
contaminate.
Valutazione del rischio:
R4: medio (improbabile con danno gravissimo).
Capitolo 5-”gli interventi”-
Vaccinazione
antitetanica obbligatoria (ciclo di base e richiami).
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Vaccinazione selettiva
obbligatoria: L.292/63 modificata con L.419/68
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE
4 - TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.3. Rischi trasversali e organizzativi
Rischio 4.3.1. Organizzazione del lavoro
4.3.1.1. Manutenzione degli impianti
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Manutenzione
degli impianti: vedi Rischio 4.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi; 4.1.1.1.2.
Ingombri da ostacoli mobili; 4.1.1.1.3. Caduta di gravi da luoghi elevati;
4.1.1.1.4. Caduta di persone in piano per inciampo o scivolamento; 4.1.2.1.
Protezione inadeguata degli organi di trasmissione; .4.1.2.2. Protezione inadeguata organi di lavoro.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Vedi Rischi
sopraelencati.
Valutazione del rischio:
vedi rischi sopraelencati.
Capitolo 5-”gli interventi”-
Vedi Rischi
sopraelencati: in ogni caso divieto di manutenzione manuale ad organi di
trasmisione e di lavoro in movimento.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-
No
Capitolo 7-”riferimenti legislativi
- Manutenzione: vedi
Rischi sopraelencati; artt.48-49 DPR547/55.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 -TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.3. Trasversali o organizzativi.
Rischio 4.3.1. Organizzazione del lavoro
4.3.1.1. Movimentazione manuale dei carichi
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Nelle
segatronchi semiautomatici l’addetto
movimenta manualmente le tavole e gli scorzoni dal carro portatronchi della
segatronchi alla zona di deposito; nei refendini semiautomatici movimenta
manualmente gli scorzoni dalla rampa di carico collegata alla segatronchi al
refendino, inserendo manualmente ogni pezzo. Oltre ai rischi per la colonna
lombosacrale vi sono rischi infortunistici aggiuntivi per gravi sfuggiti dalle
mani per difettosa presa e trasporto, sbilanciamento, eccessivo peso.
A- Risultati
dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 4 casi su 177
(2.25%) di strappi muscolari nella movimentazione manuale e 47 casi su 177
(26.55%) di gravi sfuggiti dalle mani.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Patologia
osteoarticolare del rachide dorso-lombare, del rachide cervicale e dell’arto
superiore; schiacciamenti da gravi sfuggiti dalle mani.
Valutazione del rischio:
R2.5: lieve (poco probabile con danno medio-grave) per il rischio del rachide;
R5.5: medio-alto (altamente probabile con danno medio-grave) per quella da
schiacciamento.
Capitolo 5-”gli interventi”-
a- Tecnici: automazione degli impianti: segatronchi
automatica o apparecchi di sollevamento e trasporto per le tavole e gli
scorzoni della segatronchi; refendini automatici.
b- Procedurali: tecniche di movimentazione adeguate con
informazione e formazione degli addetti.
c- Organizzativi: vincolo alla movimentazione in coppia
delle tavole di maggiori dimensioni in funzione del peso, della lunghezza e
della presa, secondo procedure prestabilite; sorveglianza sanitaria.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti
legislativi
-
Movimentazione manuale dei carichi: artt.21-22-48-49 Dlgs626/94.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.
FASE 4 -TAGLIO DEI TRONCHI
Rischio 4.3. Trasversali o organizzativi.
Rischio 4.3.2. Fattori psicologici
4.3.2.1. Ritmi elevati
Capitolo 3-”il fattore rischio”-
Nei refendini
semiautomatici l’addetto movimenta manualmente gli scorzoni dalla rampa di
carico collegata alla segatronchi al refendino, inserendo manualmente ogni
pezzo, con ritmi spesso elevati. Inoltre l’attività esige un costante controllo
e può necessitare interventi urgenti sulle linee di trasporto per rimuovere
scorzoni malposizionati.
Capitolo 4-”il danno atteso”-
Stress e
patologia psiconeurologica da ritmi elevati e costrittività organizzativa
(elevata attensione in ciclo scarsamente interrompibile).
Valutazione del rischio:
R2: lieve (poco probabile con danno lieve).
Capitolo 5-”gli interventi”-
a- Tecnici: automazione degli impianti, apparecchi
di sollevamento e trasporto.
b- Organizzativi: pause e turnazioni nelle postazioni con
movimentazione manuale dei carichi o attività di controllo ed intervento sulle
linee di trasporto.
Capitolo 6-”appalto a ditta esterna
No.
Capitolo 7-”riferimenti
legislativi
-
Formazione e Movimentazione manuale dei carichi: artt.21-22-48-49 Dlgs626/94.
Capitolo 8- Il rischio esterno
No.