FASE 6 - CIPPATURA

 

 

Capitolo 1- La fase di lavorazione.

Descrizione

La lavorazione  consiste nel trasformare gli scarti di segagione in trucioli (cippato)  mediante tritatura in impianto automatico e conferimento del prodotto in apposita area di stoccaggio.

 

Modalità esecutive

Trattandosi di lavorazione automatica, l’intervento degli addetti è limitato al controllo ed alla manutenzione dell’impianto.

La lavorazione viene svolta da un impianto automatico (cippatore) che raccoglie gli scarti degli scorzoni e dei listelli e li tritura in un truciolatore centrifugo, convogliando poi il trinciato in apposita zona di stoccaggio.

 

Luogo di lavoro

L’impianto è di norma collocato in area segregata del reparto di segagione, in posizione sottostante o a valle degli impianti di taglio.

I depositi sono collocati all’esterno dello stabilimento: quelli di cippato in box più o meno confinati, quelli di segatura in box o in silos.

 

Capitolo 2 - Le attrezzature e le macchine

a- Impianto di cippatura

L’impianto è costituito dai seguenti elementi:

1) Vibrovagli

Sono costituiti da piani in metallo collocati sotto le linee di trasporto dell’impianto di segagione, dove si raccolgono per caduta gli scarti di lavorazione inviati dai separatori della segatronchi, dei refendini e delle refilatrici.

Detti piani metallici sono collegati ad alberi eccentrici rotanti che impongono un movimento elissoidico ai piani. La componente verticale di tale movimento provoca il sobbalzo degli scarti e la loro separazione, mentre la componente orizzontale li fa avanzare a velocità diversa a seconda del peso e della dimensione, separando così le pezzature medie trattenute dai piani vaglianti (scarti di scorzoni e listelli) da quelli fini passanti (segatura residua delle operazioni di taglio).

Le prime vengono inviate al trituratore, mentre le seconde ad aspiratori di convogliamento alle apposite aree o silos di stoccaggio, che raccolgono la segatura captata direttamente dagli impianti.

I piani sono inolttre dotati di ammortizzatori sul telaio di appoggio, per assorbire i movimenti dei vibrovagli.

2) Truciolatore centrifugo

 E’ costituito da un telaio che racchiude gli organi lavoratori, costituiti da rulli portacoltelli fissati ad un albero rotante. La maggioranza degli impianti monta due cilindri contrapposti in posizione verticale o orizzontale, ma nelle versioni più moderne un solo rullo agisce contro un piano fisso. Nel tunnel dell’impianto sono inoltre spesso installati dosatori pneumatici (per regolare la discesa del cippato e favorire la caduta dei sassi eventualmente presenti) e un rullo deferrizzatore con piastra magnetica (per separare il cippato dalle parti metalliche).

3- Convogliatore

Il materiale triturato viene conferito per aspirazione pneumatica o per caduta e successiva movimentazione meccanica ad apposita area di stoccaggio esterna.

 

b- Depositi

1- Cippato: sono costituiti da box esterni di accumulo, più o meno confinati.

2- Segatura: sono costituiti da box o silos esterni di accumulo, che raccolgono sia la parte direttamente aspirata dagli impianti di segagione che la quota residua separata dai vibrovagli ed ivi conferita con sistemi meccanici o pneumatici.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 6.1.1. Rischi strutturali

6.1.1.1. Vie di transito

6.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Poichè l’impianto di cippatura è spesso collocato in posizione sottostante a quello di segagione, le vie di accesso ai vibrovagli ed al truciolatore sono spesso anguste e poco illuminate: l’operatore può quindi  urtare strutture del sovrastante impianto di segagione o inciampare contro ingombri durante il percorso.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177 (5.64%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per urto di parti del corpo degli operatori contro strutture dell’impianto o ingombri sulle vie di transito.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione e segnalazione di idonee vie di transito, adeguatamente illuminate e

    mantenute sgombre per l’accesso ai vibrovagli e al truciolatore.

2- Idonei DPI (indicate scarpe con puntale protetto).

b-Procedurali: rispetto dei percorsi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: Artt.8-11 DPR 547/55 e artt.6-7 DPR 303/56

- DPI: artt.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio” in quanto attività compresente sull’impianto).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 6.1.1. Rischi strutturali

6.1.1.1. Vie di transito

6.1.1.1.2. Caduta di gravi da luoghi elevati

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In caso di fuoriuscita delle assi dalle linee di trasporto dell’impianto di segagione, queste possono cadere sulle vie di transito sottostanti ai vibrovagli ed al truciolatore, investendo gli operatori in transito.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 15 casi su 177 (8.47%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi da schiacciamento per caduta di gravi dall’alto.

 

Valutazione del rischio: R4: medio (probabile con danno grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici: guide e protezioni sulle linee di trasporto dell’impianto di segagione contro il deragliamento di tronchi, scorzoni ed assi.

b-Procedurali: rispetto dei percorsi e divieto di percorsi impropri sugli impianti.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.8-11 DPR 547/55.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.1. Rischi per la sicurezza.

Rischi 6.1.1.Rischi strutturali

6.1.1.1. Vie di transito

6.1.1.1.3. Caduta di persone in piano per inciampi o scivolamenti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Poichè l’impianto di cippatura è spesso collocato in posizione sottostante a quello di segagione, le vie di accesso ai vibrovagli ed al truciolatore sono spesso anguste, poco illuminate e non pavimentate: l’operatore può quindi  inciampare contro ingombri durante il percorso o scivolare su terreno e segatura bagnata.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 21 casi su 177 (11.86%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per caduta di persone su terreno accidentato o per scivolamento.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (altamente probabile con danno medio-lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione, segnalazione di idonee vie di transito per l’accesso ai vibrovagli ed al truciolatore; pavimentazione e manutenzione dei percorsi.

2- Idonei DPI (indicate scarpe con suola antiscivolamento e puntale protetto).

b-Procedurali: rispetto dei percorsi.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.8-11 DPR547/55 e art.7 DPR303/56.

- DPI: artt.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: scarpe: assimilabile a “Lavori di

  movimentazione e stoccaggio” in quanto attività compresente sull’impianto).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

.

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 6.1.1. Rischi strutturali

6.1.1.2. Botole

6.1.1.2.1. Caduta di persone da luoghi elevati.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Quando il truciolatore è collocato in posizione sottostante all’impianto di segagione, spesso l’accesso è garantito da botole, che se non opportunamente segnalate e protette, possono provocare il rischio di caduta di persone dall’alto sui vibrovagli e nel locale sottostante ove è collocato l’impianto trituratore.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 9 casi su 177 (5.08%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  anche gravi per caduta di persone sui vibrovagli o sul locale di triturazione sottostanti;

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (probabile con danno medio-grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici: segnalazione e protezione delle botole di accesso ai vibrovagli e all’impianto di triturazione.

b-Procedurali: rispetto dei percorsi  e divieto di accessi impropri ai vibrovagli ed all’impianto di triturazione.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.11-16-26-27 DPR547/55.

- Silos: arftt.236-242 DPR547/55

- Formazione: artt.21-22 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 6.1.1. Rischi strutturali

6.1.1.3. Uscite di sicurezza

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Non adeguato numero e dimensionamento delle uscite di sicurezza o difficoltà di raggiungere le stesse, anche per ostacoli sulle vie di fuga, in caso di incendio o altra emergenza interna o esterna.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Danni gravi o gravissimi per impossibilità di evacuazione (ustioni, asfissia da inalazione di fumi e gas nocivi come CO ed HCN. Per altre emergenze (alluvioni, terremoti etc) i danni sono correlati alla magnitudo dell’evento ed al numero di perosne presenti.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (poco probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici:

Dotazione di uscite di sicurezza in numero e dimensioni idonee al rischio d’incendio dell’attività, apribili verso l’esterno, mantenute aperte durante le lavorazioni, dotate di maniglione antipanico e di idonea segnaletica, preferibilmente con illuminazione di sicurezza; vie di fuga  di dimensioni idonee, con segnaletica orizzontale e verticale e non ingombrate da ostacoli lungo il percorso.

b- Procedurali:

Informazione e formazione dei lavoratori sull’evacuazione e sui riferimenti alla squadra antincendio ed evacuazione; informazione e formazione dei componenti della squadra antincendio ed evacuazione alle misure di emergenza.

c- Organizzativi

Redazione del Piano di evacuazione e creazione della squadra di prevenzione incendi ed evacuazione.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Uscite di sicurezza: art.13 DPR547/55 e art.3 Decr.Intermin.10/03/98.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.1.Rischi per la sicurezza.

Rischio 6.1.2.Carenza di sicurezza su macchine.

6.1.2.1. Protezioni inadeguate degli organi di lavoro.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Possibilità di contatto con organi lavoratori in movimento (rullo e coltelli) per incogrue operazioni di regolazione e manutenzione.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 41 casi su 177 (23.16%) per il contatto con organi lavoratori in movimento e 10 su 177 (5.64%) per la proiezione di schegge.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi gravi e gravissimi per contatto con gli organi di lavoro.

 

Valutazione del rischio: R6: alto per il contatto con gli organi lavoratori (altamente probabile con danno grave); R3: lieve per la proiezione di schegge (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici: dispositivi elettrici di arresto dell’impianto all’apertura del portellone dello stesso; dispositivi elettrici contro l’avviamento accidentale dell’impianto; comandi dotati di dispositivo di arresto di emergenza facilmente identificabile ed opportunamente collocato.

b)Procedurali: divieto di manutenzione e regolazione ad orgabni di lavoro in movimento.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Organi di lavoro: artt.68-72-75 DPR547/55.

- Formazione: artt.21-22 DL.gs 626/94.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 5 - TAGLIO DELLE TAVOLE

Rischio 5.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 5.1.3. Rischio da carenza di sicurezza elettrica.

5.1.3.1. Non idoneità impianto elettrico.

 

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carente manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico generale e della macchina.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.

 

Valutazione del rischio: R5: medio (poco probabile con danno gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici: valutazione di idoneità dell’impianto elettrico generale e del cippatore (impianto elettrico almeno IP44), della presenza della messa sulla macchina e di un dispositivo di sgancio tensione generale.

b) Procedurali: corretta manutenzione elettrica.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

Si: la manutenzione dell’impianto elettrico e tutti gli interventi specifici sono appaltati ad impiantisti specializzati esterni.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Impianti elettrici: Titolo VII DPR547/55 e artt.6-9 L46/90; nore CEI 64-8 e 20-13.

- Formazione: artt.21-22 Dlgs626/94.

- Appalti: art.7 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

No.

 

 

FASE 6 -CIPPATURA

Rischio 6.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 6.1.4. Rischio di incendio.

6.1.4.1. Presenza di materiali infiammabili in uso.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di incendio per presenza di materiale combustibile; l’evento può essere determinato da inneschi accidentali (sovracorrenti negli impianti elettrici generali o della macchina, mozziconi di sigaretta accesi, per mancanza di opportune distanze di sicurezza tra i depositi e gli impianti o per presenza nelle adiacenze di prodotti infiammabili, quali preservanti, impregnanti , vernici e solventi) o dolosi.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni)

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (poco probabile con danno grave o gravissimo) in quanto lavorazione in ambiente confinato con possibile difficoltà di fuga.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici:

Realizzazione degli interventi tecnici ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI (Certificato Prevenzione Incendi) nei casi previsti; estintori a polvere di tipo ABC (carrellati da 50kg. o portatili da 6-9kg.) in numero sufficiente ed opportunamente dislocati; rete idrica antincendio (manichette antincendio di tipo UNI45: idranti con portata d’acqua sufficiente per almeno 120 minuti da acquedotto o riserva idrica) laddove l’attività rientri nelle previsioni del CPI.

1- Depositi (box e silos)

 Aree di deposito degli scarti ubicate ad opportuna distanza dagli impianti (circa 15m); dispositivi antiscintilla in uscita dei condotti di aspirazione che convogliano le polveri dagli impianti di segagione alle aree di deposito, provviste di sistemi di spegnimento rapido (tipo Sprinkler o a diluvio); stoccaggio di eventuali prodotti infiammabili in idonei locali chiusi, naturalmente ventilati e di idonea resistenza al fuoco.

2- Impianti

Impianto elettrico generale e di macchina idonei e manutenzione dello stesso; aspirazione sulla zona di lavoro della macchina onde asportare le polveri prodotte (per il rischio che particelle fini restino a contatto con organi lavoratori surriscaldati); pulizia giornaliera dell’area di lavoro e della macchina (onde asportare le polveri anche fini dal contatto con gli organi lavoratori).

 

 b) Procedurali:

Realizzazione delle procedure ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI nei casi previsti; divieto di fumare.

1- Depositi (box e silos)

Rispetto delle aree di deposito e pulizia periodica delle stesse; informazione e formazione di tutti i lavoratori sulle procedure di emergenza ed evacuazione e sui rapporti con la squadra di prevenzione antiincendio ed evacuazione dell’azienda; informazione e formazione dei componenti della squadra di prevenzione antincendio ed evacuazione sulle procedure di intervento ordinario e straordinario.

2 Impianti

Divieto di  utilizzo di apparecchi di riscaldamento a fiamma (a segatura o ad altro combustibile) e di stoccaggio non protetto di prodotti infiammabili; permessi di lavoro a caldo (saldatura etc.). 

 

c) Organizzativi:

Inoltro richiesta ai Vigili del Fuoco al fine dell’ottenimento del CPI nei casi prevsiti; creazione squadra prevenzione antiincendio ed evacuazione; redazione del piano di emergenza antincendio ed evacuazione; attività di vigilanza sull’area di lavoro da parte degli operatori addetti alle lavorazioni della fase.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

a- Competenze VVFF:

- CPI: art.4 L966/65 e Decreto Interministeriale 16/2/82 (voce 46): obbligo CPI sopra i 500q. in

   deposito (sono esclusi i depositi esterni con distanze di sicurezza non inferiori ai 100m).

- Criteri generali di prevenzione incendi: DM 10.03.98 n.64.

b- Competenze ASL:

- Tecniche di intervento antincendio: artt.34-36-37 DPR 547/55

- Organizzazione squadre intervento: artt.12-13-14 Dlgs 626/94

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

Esiste la possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti civili circostanti con possibili danni a cose e persone.

 

 

FASE 6 -CIPPATURA

Rischio 6.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 6.2.1. Agenti chimici

6.2.1.1. Rischio inalatorio

6.2.1.1.1. Polveri.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Prodotta dalla caduta di trucioli e segatura dal soprastante impianto di segagione, dalla loro dispersione nell’ambiente provocata dal movimento sussultorio dei vibrovagli, dal contatto dei trucioli con gli organi lavoratori del trituratore, da condutture inefficienti degli impianti di aspirazione sugli impianti di segagione.

Esposizione: elevata per quantità, con buona prevalenza di particelle medio-fini, ma contenuta per segregazione dell’impianto di triturazione e ridotto tempo di permanenza di operatori nelle aree considerate.

La valutazione del rischio dipende ovviamente dal tipo di legno utilizzato. In provincia di Sondrio la materia prima è costituita quasi esclusivamente da legni morbidi (conifere) : in questo caso i livelli di rischio e di esposizione sono da considerarsi contenuti (PT<2,5 mg/m3 su un TLV di 5 mg/m3), nonostante la granulometria delle particelle comprenda polveri sia grossolane che medio-fini; la permanenza degli addetti è tuttavia limitata e gli impianti sono spesso segregati. Laddove si utilizzino invece legni duri (Faggio, Quercia etc.)il giudizio deve essere molto più cautelativo per le dimostrate proprietà mutagene di tali legni (TLV 1mg/m3).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

a-      Legni morbidi (conifere): Teorica possibilità di patologia irritativa ed allergica delle vie respiratorie;

b-     Legni duri (faggio, quercia etc): anche epistassi e mutagenesi delle cavità nasali e paranasali; per alcuni legni esotici (mansonia, teak, etc) anche effetti tossici (aritmie, iperpilessia, oliguria) da componenti naturali (glucoside e saponina)

 

Valutazione del rischio:

a-      Legni morbidi (conifere): R3: lieve (poco probabile con danno medio) per il rischio allergico; R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) per quello irritativo, in quanto da polveri grossolane in ambiente esterno.

b-      Legni duri (faggio, quercia etc): R6: alto (probabile con danno gravissimo).
 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Asfaltatura delle vie di transito con periodica pulizia delle stesse; cabinatura condizionata degli

    automezzi.

2- Idonei DPI (consigliata mascherina antipolvere) nella sezionatura con motosega.

b) Organizzativi:

1- Sorveglianza sanitaria soprattutto ad esposizione a polveri di legni duri

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

-         Polveri: art.21 DPR 303/54.

-         Cancerogeni e mutageni: artt. 63-66-69-70-71 Dlgs 626/94;

-         Dl 66/2000; in riferimento a Elenco LEGNI DURI IARC/95;

 

Capitolo 8- Il rischio esterno

No

 

 

FASE 6-CIPPATURA

Rischio 6.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 6.2.2. Agenti fisici

6.2.2.1. Rumore.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Il rumore è provocato da: motore e dagli organi lavoratori del truciolatore in attività, dagli impianti di aspirazione dell’impianto, dal movimento sussultorio dei vibrovagli, dalla caduta degli scarti sugli stessi.

I livelli di rumorosità sono molto elevati (90-95dBA) all’impianto di triturazione, quasi sempre segregati e dove tuttavia la presenza degli addetti è molto saltuaria.

I livelli di esposizione degli addetti non sono attendibili, in quanto inficiati da altre lavorazioni prevalenti.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Ipoacusia professionale da rumore.

 

Valutazione del rischio: R6: alto (altamente probabile con danno grave).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a)Tecnici:

1- Trituratore:

1.1. Segregazione del truciolatore in area confinata e acusticamente protetta; incapsulamento della macchina in apposito telaio imbottito di materiale fonoassorbente; manutenzione e lubrificazione ingranaggi vibrovagli; rivestimento con materiali fonoassorbenti caditoie dalle linee di segagione.

1.2. Idonei DPI: utilizzo di otoprotettori in funzione della valutazione del rischio ex Dlgs.277/91 nelle operazioneni di accesso e manutenzione dell’impianto (vibrovagli e truciolatore).

b) Procedurali: limitare la presenza di altri addetti nell’area dell’impianto.

c) Organizzativa: Sorveglianza sanitaria biennale degli addetti (salvo diversa valutazione specifica del rischio ex DLgs277/91).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Rumore: artt.40-43-44 DLgs277/91.

 

Capitolo 8-Il rischio esterno

Possibile inquinamento acustico dell’area circostante: valutazione e rispetto dei limiti ex L447/95.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 6.2.2. Agenti fisici

6.2.2.2. Vibrazioni (scuotimenti)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Possibilità di trasmissione delle vibrazioni prodotte dai vibrovagli al pavimento ed alle strutture del sovrastante impianto di segagione.

 

 Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologia da scuotimenti (disturbi neurovegetativi, cefalea, disturbi visivi).

 

Valutazione del rischio: R1: trascurabile (improbabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a)Tecnici: ammortizzatori sulle strutture dell’impianto e sui vibrovagli; valutare la costruzione di isole galleggianti sul pavimento attorno al truciolatore.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Vibrazioni: art.24 DPR303/56.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 6.2.2. Agenti fisici

6.2.2.3. Illuminazione

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Possibilità di carente illuminazione nelle vie di accesso all’area del truciolatore, in quanto spesso è collocato in posizione sottostante all’impianto di segagione.

 

 Capitolo 4-”il danno atteso”-

Esposizione limitata; il principale riflesso è quindi il rischio infortunistico nel transito e nella manutenzione dell’impianto.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: adeguata illuminazione.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Illuminazione: art.10 DPR303/56.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 6.2.3. Agenti biologici

6.2.3.1. Miceti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di inalazione di polveri di corteccia, contaminate da miceti.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologia allergica da miceti contaminanti la corteccia e patologia infettiva: micosi sottocutanee e profonde.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve per il rischio allergico (poco probabile con danno medio); R1: trascurabile per quello infettivo (improbabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Aspirazione adeguata sugli impianti di segagione e di cippatura e manutenzione degli stessi.

2- Idonei DPI: indicata mascherina antipolvere nell’accesso al trituratore.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Rischio biologico: art.78 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 6 - CIPPATURA

Rischio 6.3. Rischi trasversali e organizzativi

Rischio 6.3.1. Organizzazione del lavoro

6.3.1.1. Manutenzione degli impianti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Manutenzione degli impianti: vedi Rischio 6.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi;  6.1.1.1.2. Caduta di gravi da luoghi elevati;  6.1.1.1.3. Caduta di persone in piano per inciampo o scivolamento; 6.1.1.2.1. Caduta di persone da luoghi elevati; 6.1.2.1. Protezione inadeguata degli organi di trasmissione; 6.1.2.2.  Protezione inadeguata organi di lavoro.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Vedi Rischi sopraelencati.

 

Valutazione del rischio: vedi rischi sopraelencati.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

Vedi Rischi sopraelencati: in ogni caso divieto di manutenzione manuale ad organi di trasmisione e di lavoro in movimento.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Manutenzione: vedi Rischi sopraelencati; artt.48-49 DPR547/55.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.