FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

 

 

Capitolo 1: La fase di lavorazione

Descrizione

La fase consiste nella movimentazione dei pacchi di tavole dai depositi intermedi a quelli del prodotto finito, ubicati all’interno o all’esterno dello stabilimento, nonchè nel carico del materiale e degli scarti di lavorazione (cippato e segatura) sugli automezzi di trasporto all’esterno.

Essa comprende anche eventuali interventi di consolidamento dei pacchi (refilatura e nastratura) e la gestione dei box e dei silos di accumulo degli scarti.

 

Modalità esecutive

a- Movimentazione materiali

L’operazione consiste nel trasportare, con l’ausilio di mezzi di movimentazione meccanica, i pacchi e gli scarti di lavorazione dai loro depositi agli automezzi di trasporto all’esterno.

La movimentazione degli scarti viene effettuata con l’ausilio di una pala gommata, mentre quella dei pacchi con carrelli elevatori a forca.

L’addetto aziona e governa il mezzo meccanico nel prelievo del materiale dai depositi, nel loro trasporto e carico sugli automezzi; in particolare nella movimentazione dei pacchi provvede anche alla loro sovrapposizione in cataste ordinate in file parallele.

 

b- Regolarizzazione pacchi

La lavorazione consiste nel regolarizzare e consolidare i pacchi con l’ausilio di una apposita macchina (tagliapacchi), che provvede alla refilatura dei margini ed alla nastratura del pacco: l’addetto aziona la macchina, governa il carico-scarico del pacco ed il funzionamento degli organi lavoratori, controllando il processo.

 

c- Realizzazione cataste

L’operazione consiste nell’impilare, con l’ausilio del carrello elevatore a forca, i pacchi secondo tecniche predefinite, onde realizzare cataste di dimensioni idonee, ordinatamente disposte in file parallele nel piazzale esterno o nel deposito.

La posa dei listelli viene effettuata di norma già al momento della predisposizione dei pacchi nella zona di accatastamento, ma può essere svolta al momento del posizionamento finale.

Se il deposito del prodotto finito è collocato in uno specifico reparto dello stabilimento, i pacchi possono essere dislocati a terra o su ripiani e scaffali.

 

d- Gestione box e silos

La gestione dei box consiste nel governare e regolarizzare gli accumuli di cippato e segatura con interventi meccanici (pala gommata) o manuali (badilatura); quella dei silos consiste invece nel controllo del corretto funzionamento dell’impianto, anche con ispezioni ed accessi all’interno del contenitore per interventi manuali di regolarizzazione e disostruzione (badilatura).

Il carico degli automezzi di trasporto all’esterno dai box può essere effettuato con sistemi meccanici o pneumatici; quello dai silos direttamente per gravità o con sistemi pneumatici; in ogni caso le operazioni di carico prevedono un coordinamento operativo con i conducenti degli automezzi.

 

Luogo di lavoro

a- Movimentazione materiali

Il trasferimento avviene dal reparto di deposito intermedio alla zona di deposito del prodotto finito, ubicata in specifico reparto di magazzino o nel piazzale esterno; il caricamento su automezzi nel piazzale esterno.

b- Regolarizzazione pacchi

La tagliapacchi è di solito collocata all’esterno dello stabilimento.

c- Realizzazione cataste

L’operazione viene svolta nel deposito del prodotto finito, che può essere collocato in specifico reparto di magazzino o nel piazzale esterno. 

d- Box e silos

Sono collocati all’esterno dello stabilimento.

 

Capitolo 2-Le attrezzature e le macchine

a- Movimentazione materiali.

Mezzi di movimentazione meccanica: carrelli elevatori a forca elettrici o a combustibile, pale gommate a combustibile, automezzi di trasporto all’esterno.

 

b- Regolarizzazione pacchi

La tagliapacchi consente la refilatura e la nastratura dei pacchi; è costituita da quadro comandi, piano di carico e scarico, nastro trasportatore di avanzamento, corpo macchina cofanato composto da motore ed organo lavoratore, rappresentatoto da una sega a catena montata su un sistema discendente e da una reggiatrice.

 

c- Realizzazione cataste

Carrelli elevatori a forca, bancali o listelli di appoggio, ondulati metallici per la controventura delle cataste collocate in ambiente esterno.

 

d- Box e silos

1- Box

Aree più o meno confinate, ubicate lungo il perimetro esterno dello stabilimento e destinate all’accumulo del cippato e della segatura. Il cippato può venire conferito da mezzi meccanici (pale gommate), da nastri trasportatori o per caduta da condotte di aspirazione pneumatiche collegate al truciolatore. La segatura viene invece veicolata dal condotto terminale dell’impianto generale di aspirazione, che prevede punti di presa su ogni macchina di taglio.

2- Silos

Viene utilizzato esclusivamente per lo stoccaggio della segatura ed è costituito da un contenitore di grandi dimensioni collocato all’esterno dello stabilimento ed alimentato dal condotto terminale dell’impianto di aspirazione generale. L’impianto è provvisto di una botola di scarico collocata sul fondo e da scale, andatoie e portelloni di ispezione per l’accesso all’interno del contenitore.

Lo scarico può avvenire per sola gravità o con l’ausilio di un sistema di svuotamento pneumatico e/o di raschiamento del fondo con pale rotanti, nel qual caso il silos è provvisto di quadro comandi per l’azionamento dei dispositivi automatici.

 

 

FASE  9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO.

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.1. Rischi da carenze strutturali

9.1.1.1. Vie di transito

9.1.1.1.1. Ingombri da ostacoli fissi.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

L’operatore può venire a contatto in modo accidentale con parti sporgenti della tagliapacchi o del silos, con i pacchi e soprattutto con le cataste transitando nei percorsi dei depositi.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177 (5.64%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi  per urto di parti del corpo degli operatori contro oggetti fissi (parti sporgenti della tagliapacchi, dei pacchi e delle cataste).

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve)

Capitolo 5-”gli interventi”-

a-Tecnici:

1- Individuazione, delimitazione e segnalazione di idonee vie di transito per uomini e mezzi, sia nel deposito intermedio che in quello del prodotto finito, ad adeguata distanza dalle cataste; regolare pulizia e manutenzione delle stesse da ingombri. Indicata la pavimentazione del deposito esterno.

2- Idonei DPI: necessarie scarpe con puntale protetto.

b-Procedurali: rispetto dei percorsi per uomini e mezzi..

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: Art.8-11 DPR547/55.

- DPI: art.377-384 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V scarpe: “lavori di movimentazione e

  stoccaggio”).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.1 Rischi da carenze strutturali

9.1.1.1. Vie di transito

9.1.1.1.2. Ingombri da ostacoli mobili (investimenti)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nel transito dei mezzi di movimentazione, soprattutto tra le cataste, possono determinarsi investimenti di pedoni per carente visibilità o commistione dei percorsi di uomini e mezzi.

Nelle operazioni di accatastamento dei pacchi possono determinarsi investimenti di pedoni per manovra non segnalata o percorso improprio.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravi per investimento di persone da carrello elevatore o da grave movimentato.

 

Valutazione del rischio: R4: medio (poco probabile con danno grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a- Tecnici:

1- Identificazione, delimitazione e segnalazione delle vie di transito con apposizione di specchietti ove necessario; idonea segnalazione luminosa ed acustica del mezzo; individuazione mediante delimitazione (catenelle, transenne etc.) delle specifiche aree di lavoro.

2- Idonei DPI (indicato l’elmetto).

b- Procedurali: rispetto dei percorsi per uomini e mezzi; rispetto delle procedure di segnalazione di presenza e di manovra (in contemporanea presenza di pedone e di autista nella zona di movimentazione, posizionamento del primo operatore in zona di sicurezza rispetto al raggio di manovra del mezzo); divieto di presenza di persone non specificamente addette e formate.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: art.8-11 DPR547/55.

- Segnalazione manovre autogru: 175-186 DPR547/55.

- Formazione specifica alle segnalazioni: art.21-22 Dlgs626/94.

- DPI: art.377-381 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V elmetto: assimilabile a “Lavori con

  apparecchi di sollevamento, gru, etc.”).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.1. Carenze strutturali

9.1.1.1. Vie di transito

9.1.1.1.3. Caduta e/o rotolamento di gravi da luoghi elevati (forche o cataste)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

- Per errata manovra da parte dell’operatore addetto al carrello elevatore o per instabilità dello stesso (sbandamento su terreno pendente o scivoloso) o del carico (scorretto posizionamento)  può determinarsi la caduta del pacco dalle forche.

- Nelle operazioni di deposito dei pacchi  sulle cataste possono inoltre verificarsi urti accidentali tali da determinare condizioni di instabilità statica delle cataste con conseguente caduta di pacchi o tavole.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 15 casi su 177 (8.47%).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi per  caduta di gravi contro parti del corpo di pedoni o del conducente.

 

Valutazione del rischio: R5.5: medio-alto (probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Caduta dalle forche:

    - pavimentazione e manutenzione percorsi; controllo periodico di efficienza della forca e

       dell’automezzo;

     - idonei DPI (necessarie le scarpe con puntale protetto e suola chiodata; indicato l’elmetto nello

       stazionamento in prossimità del mezzo).

2- Caduta dalla catasta:

     - consigliata la collocazione di idonee strutture (paletti di contenimento e stabilizzazione); i listelli

       di stabilizzazione e sostegno, nonche di ondulati di controventatura posizionati all’apice delle

       cataste; cabinatura con vetri antisfondamento del mezzo;

     - idonei DPI (indicato l’elmetto e scarponi con puntale protetto) nello stazionamento di pedoni in

       prossimità in prossimità delle cataste.

 

b) Procedurali: 

1- Caduta dalla forca:

     corretta procedura di carico-scarico e trasporto; corretta distanza dei pedoni dal carrello; divieto di

     presenza nell’area di persone non specificamente addette e formate.

2- Caduta dalla catasta:

     Corretta procedura di accatastamento (base piana e stabile, altezza massima inferiore a 4  volte la

     larghezza per il listellato e 5 volte la larghezza per il non listellato, controllo verticalità,

     controventatura); corretta distanza delle cataste tra loro e dall’automezzo, collocato in posizione di

     sicurezza rispetto alla direzione prevedibile di sfaldamento della catasta; divieto di presenza di

     persone non specificamente addette e formate.

 

c) Organizzativi:

In caso di presenza contemporanea di pedone e di autista, posizionamento del primo operatore a distanza di sicurezza ed in zona visibile; presenza di secondo addetto con funzioni di controllo ed allertamento durante la realizzazione di cataste.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Manovre dell’automezzo: artt.168-169-186 DPR 547/55;

- Formazione sulle tecniche di accatastamento: artt.21-22Dlgs626/94.

- DPI: art.377-381-384 DPR547/55 e art.43 DLgs626/94 (All.V casco: assimilabile a “Lavori con

  apparecchi di sollevamento, gru, etc.”; scarpe: lavori di movimentazione e stoccaggio).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

9.1.1. Rischio da carenze strutturali

9.1.1.1. Vie di transito

9.1.1.1.4. Caduta di persone in piano per inciampo o scivolamento

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nei casi in cui i piazzali esterni non siano pavimentati, possono essere presenti buche e sporgenze,  pozzanghere e terreno scivoloso in caso di pioggia.  In queste condizioni il transito di persone può determinare rischi di caduta in piano per scivolamento o inciampo.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 21 casi su 177 (11.86%).

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi per scivolamento su terreno viscido o inciampo su per ingombri.

 

Valutazione del rischio: R4.5: medio (altamente probabile con danno medio-lieve).

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Identificazione, delimitazione e segnalazione dei percorsi pedonali;  pavimentazione delle vie di transito e periodica manutenzione delle stesse.

2- Idonei DPI (necessarie le scarpe con suola antiscivolamento).

b) Procedurali: rispetto delle vie di transito pedonali.

 

Capitolo 6-appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: art.8-11 DPR547/55;

- DPI: art.377 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V scarpe: lavori di “movimentazione e

   stoccaggio”).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.1. Rischi da carenze strutturali

9.1.1.1. Vie di transito

9.1.1.1.5. Pavimenti sconnessi

9.1.1.1.5.1. Ribaltamento automezzi

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nei casi in cui i piazzali esterni non siano pavimentati, possono essere presenti buche e sporgenze,  pozzanghere nel terreno scivoloso in caso di pioggia.  In queste condizioni il transito può determinare rischi  di  sbilanciamento, perdita di controllo e ribaltamento del mezzo per instabilità del terreno o errata manovra.

 A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi del conducente per ribaltamento del mezzo a seguito di sbandamento o sbilanciamento  su terreno pendente o scivoloso .

 

Valutazione del rischio: R3.5: medio-lieve (improbabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: pavimentazione delle vie di transito e periodica manutenzione delle stesse con particolare riferimento al livellamento; cabinatura del mezzo meccanico o predisposizione di apprestamenti di protezione contro il ribaltamento (intelaiatura).

b) Procedurali: attenta manovra in caso di condizioni sfavorevoli del terreno; adeguata formazione del conducente.

 

Capitolo 6-appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: art.8-11 DPR547/55.

- Stabilità carico automezzo: art.169 DPR547/55.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.1. Carenze strutturali

9.1.1.2. Depositi (cataste e silos)

9.1.1.2.1. Caduta di persone da luoghi elevati

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

a- Cataste

Nell’accesso con scale mobili alle cataste per interventi di messa a punto e controllo, si possono verificare cadute dall’alto per sbilanciamento della scala stessa o dell’addetto.

 

b- Silos

1- Caduta all’interno del silos: nelle operazioni di manutenzione e regolazione del silos può rendersi necessario l’accesso all’interno dello stesso mediante botole e portelloni di ispezione; nel caso all’interno non siano presenti percorsi protetti o l’addetto non sia assicurato con funi di tenuta, si può verificare il rischio di caduta di persone dall’alto all’interno del silos.

Lo stasso rischio si può determinare in caso di cedimento degli accumuli di segatura per vuoti sottostanti durante operazioni non protette (da ballatoi transennati o con funi di tenuta) di badilatura e sondaggio per favorire lo scarico del materiale sugli automezzi; in tal caso si può determinare anche un rischio di sommersione o di contatto con gli organi lavoratori in movimento se l’impianto è in funzione.

2- Caduta all’esterno del silos: durante l’accesso alle botole di ispezione o alla sommità del silos si possono determinare rischi di caduta di persone dall’alto da scale fisse e ballatoi non idoneamente protetti.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 9 casi su 177 (5.08%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravissimi per caduta di persone da luoghi elevati (cataste e silos); in caso di caduta all’interno del silos si può verificare danno gravissimo per maciullamento da contatto con le pale rotanti in movimento o per soffocamento da sommersione.

 

Valutazione del rischio: R5.5: medio-alto (probabile con danno grave o gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a- Tecnici

1- Cataste

1.1. Scale mobili idonee (dispositivi antisdrucciolo, ganci di trattenuta).

1.2.  Idonei DPI (necessarie le scarpe di sicurezza con puntale protetto e suola antiscivolo).

2- Silos:

2.1. Interno: andatoie protette o sistemi di ancoraggio per funi di tenuta; dispositivi di segnalazione di

       presenza all’interno del silos in caso di emergenza.

2.2. Esterno: scale e fisse ed andatoie con parapetti normali.

 

b-Procedurali:

1- Cataste

    Corretto posizionamento della scala mobile.

2- Silos:

    Divieto assoluto di accesso al portellone di ispezione di personale non adeguatamente formato; se

    all’interno non sono presenti andatoie protette, divieto assoluto di ingresso al’interno del silos ad

    impianto in funzione e senza idoneo aggancio con funi di tenuta; idonea procedura di lavoro che

    preveda anche possibilità di allertamento immediato all’esterno ed il coordinamento tra gli addetti

    alla gestione dell’impianto ed i conducenti degli automezzi.

 

c- Organizzativi:

1- Cataste: presenza di secondo addetto con funzioni di controllo ed allertamento.

2- Silos: Piano di emergenza per allertamento e soccorso all’interno del silos.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vie di transito: artt.11-16-26-27 DPR547/55.

- Silos: arftt.236-242 DPR547/55

- Formazione: artt.21-22 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.2. Carenza di sicurezza su macchine.

9.1.2.1. Protezioni inadeguate degli organi di trasmissione.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In presenza di tagliapacchi con rulli e catenarie di trasmissione del moto non protetti e durante incongrue operazioni di manutenzione ad organi di trasmissione in funzione può verificarsi il rischio di contatti accidentali con gli stessi.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 10 casi su 177 (5.64%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi anche gravi per contatto con gli organi in movimento e trasmissione.

 

Valutazione del rischio: R5: medio (probabile con danno grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici: Cofanatura degli organi di trasmissione del moto presenti sul corpo macchina o protezione degli stessi con ripari ove accessibili; dispositivi elettrici e/o meccanici di blocco collegati con gli organi di messa in moto e di movimento a controllo del corretto posizionamento delle protezioni (cofanatura, portelloni); dispositivi elettrici contro l’avviamento accidentale degli impianti; comandi degli impianti dotati di dispositivi di arresto di emergenza facilmente identificabili ed opportunamente dislocati.

b)Procedurali: divieto di regolazione e manutenzione, nonchè di avvicinamento, ad organi di trasmissione e di lavoro in movimento.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Organi di trasmissione del moto: artt.55-61-72 DPR547/55.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 -MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1.Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.2.Carenza di sicurezza su macchine.

9.1.2.2. Protezioni inadeguate degli organi di lavoro.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Possibilità di contatto con gli organi lavoratori della tagliapacchi (sega a catena) e con le pale rotanti del silos per incogrue operazioni di regolazione e manutenzione; alla tagliapacchi si possono anche produrre proiezioni di schegge..

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 41 casi su 177 (23.16%).

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Traumatismi gravi e gravissimi per contatto con gli organi di lavoro.

 

Valutazione del rischio: R6.5: alto-altissimo per contatto con organi lavoratori in movimento (altamente probabile con danno grave o gravissimo); R3: lieve per proiezione di schegge (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici:

1- Contatto organi di lavoro in movimento: cofanatura degli organi di lavoro presenti nel corpo macchina e dell’utensile della tagliapacchi (sega a catena) o protezione degli stessi ove accessibili

(schermi); dispositivi elettrici e/o meccanici di blocco collegati con gli organi di messa in moto e di movimento, a controllo del corretto posizionamento delle protezioni (cofanatura e schermi); dispositivi elettrici contro l’avviamento accidentale degli impianti; comandi degli impianti dotati di dispositivi di arresto di emergenza facilmente identificabili ed opportunamente dislocati.

2. Proiezione di schegge: schermi e ripari.

b)Procedurali:

Divieto di regolazione e manutenzione, nonchè di avvicinamento, ad organi di lavoro in movimento sia sulla tagliapacchi che soprattutto all’interno del silos.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Protezione organi lavoratori: artt.68-72-75-77 DPR547/55.

- Formazione: artt.21-22 Dlgs626/94.

- DPI: art.377-382-383-385 DPR547/55 e art.43 Dlgs626/94 (All.V: occhiali o visiere: lavori che

  producono trucioli corti; guanti: assimilabile a lavori edili all’aperto con clima piovoso e freddo).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9- MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1-Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.2.-Carenze di sicurezza su macchine.

9.1.2.1.Protezione nell’uso di apparecchi di sollevamento..

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

In caso di mezzi di movimentazione meccanica (carrelli elevatori) con sistemi di sicurezza inidonei o avariati può verificarsi lo sgancio dei gravi per inefficienza delle strutture di sollevamento o l’investimento di oggetti fissi e persone per avviamento accidentale del mezzo per inefficienza degli organi di comando o manovre errate con danno al conducente.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 1 caso su 177 (0.56%).

 

 Capitolo 4-Il danno atteso

Traumatismi anche gravi per investimenti di persone da parte di gravi caduti dall’alto; traumatismi amche gravi di pedone investito o del conducente per investimento di oggetti fissi.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (improbabile con danno grave).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: utilizzo di automezzi a norma, regolarmente verificati.

b) Procedurali: corretta esecuzione delle manovre.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Idoneità automezzo: art.168-183 DPR547/5.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - TAGLIO DELLE TAVOLE

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.3. Rischio da carenza di sicurezza elettrica.

9.1.3.1. Non idoneità impianto elettrico.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di elettrocuzione per gli operatori, dovuto a non idoneità o carente manutenzione (usura, rotture) dell’impianto elettrico del silos e della tagliapacchi, tenuto anche conto che tali impianti sono collocati all’esterno e quindi esposti all’azione degli agenti atmosferici (pioggia, gelo etc.).

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni, arresto cardiaco) da elettrocuzione sia per gli operatori direttamente interessati, sia per eventuali soccorritori che non adottino idonee procedure di sicurezza durante l’intervento.

 

Valutazione del rischio: R5: medio (poco probabile con danno gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici: valutazione di idoneità dell’impianto elettrico generale e degli impianti specifici (impianto elettrico almeno IP44), della presenza della messa sulla macchina e di un dispositivo di sgancio tensione generale.

b) Procedurali: corretta manutenzione elettrica.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

Si: la manutenzione dell’impianto elettrico e tutti gli interventi specifici sono appaltati ad impiantisti specializzati esterni.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Impianti elettrici: Titolo VII DPR547/55 e artt.6-9 L46/90; nore CEI 64-8 e 20-13.

- Formazione: artt.21-22 Dlgs626/94.

- Appalti: art.7 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.4. Rischio di incendio.

9.1.4.1. Presenza di depositi di materiali infiammabili.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

a- Cataste:

Rischio di incendio per presenza di materiale combustibile; l’evento può essere determinato esclusivamente da inneschi dolosi, salvo non siano rispettate opportune distanze di sicurezza tra i depositi e gli impianti o nelle adiacenze siano stoccati prodotti infiammabili (preservanti, impregnanti , vernici e solventi) non protetti (idonei locali chiusi).

b- Nei Box di deposito degli scarti

Oltre che dalle cause precedenti, l’incendio può essere innescato anche da materiali metallici incandescenti convogliati dalle condotte di aspirazione degli impianti di segagione o da lavorazioni a caldo effettuate in aree adiacenti.

c- Silos

Oltre che dalle cause precedenti, l’incendio può essere innescato dalle stesse polveri fini movimentate, che caricate elettricamente e surriscaldate o a contatto con microscintille e materiali metallici incandescenti, possono innescare una reazione esplosiva che dà origine all’incendio. 

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni)

 

Valutazione del rischio: R4: medio (poco probabilità con danno grave) in quanto lavorazione in ambiente esterno e con sufficienti vie di fuga.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici:

Realizzazione degli interventi tecnici ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI (Certificato Prevenzione Incendi) nei casi previsti; rete idrica antincendio (manichette antincendio UNI45: idranti con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti da acquedotto o riserva d’acqua).

 

1- Depositi

 Aree di deposito ubicate ad opportuna distanza dagli impianti (circa 15m); rete idrica antincendio (manichette antincendio UNI45); stoccaggio di eventuali prodotti infiammabili in idonei locali chiusi, naturalmente ventilati e di idonea resistenza al fuoco; per i depositi interni occorre inoltre realizzare strutture edilizie (pavimenti, pareti, soffitti) compartimentati e di idonea resistenza al fuoco (tenuto conto dell’ingente carico di incendio prevedibile per i depositi interni di segherie e della conseguente onerosità degli interventi richiesti, è opportuno collocare il prodotto finito in stoccaggi esterni).

2- Tagliapacchi

Impianto elettrico generale e di macchina idonei e manutenzione dello stesso; pulizia giornaliera dell’area di lavoro; aree di deposito provvisorio a distanza si almeno 15m. dai motori degli impianti.

3- Box di accumulo

Sistemi antiscintilla in uscita ai condotti aspiranti provenienti dagli impianti di segagione; dispositivi di spegnimento rapido (tipo Sprinkler o a diluvio).

4- Silos

Sistemi antiscintilla in uscita ai condotti aspiranti provenienti dagli impianti di segagione; dispositivi di spegnimento rapido (tipo Sprinkler o a diluvio); nei silos dotati di impianti elettrici propri è cautelativo installare opportuni sistemi elettrici a protezione antideflagrante.

 

b) Procedurali:

Realizzazione delle procedure ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI nei casi previsti; divieto di fumo.

1- Depositi

Rispetto delle aree di deposito e pulizia periodica delle stesse; informazione e formazione di tutti i lavoratori sulle procedure di emergenza ed evacuazione e sui rapporti con la squadra di prevenzione antiincendio ed evacuazione dell’azienda; informazione e formazione dei componenti della squadra di prevenzione antincendio ed evacuazione sulle procedure di intervento ordinario e straordinario.

2 Impianti, box e silos

Divieto di  utilizzo di apparecchi di riscaldamento a fiamma (a segatura o ad altro combustibile) e di stoccaggio non protetto di prodotti infiammabili; permessi di lavoro a caldo (saldatura etc.).

 

c) Organizzativi:

Inoltro richiesta ai Vigili del Fuoco al fine dell’ottenimento del CPI nei casi prevsiti; creazione squadra prevenzione antiincendio ed evacuazione; redazione del piano di emergenza antincendio ed evacuazione; attività di vigilanza sull’area di lavoro da parte degli operatori addetti alle lavorazioni della fase.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

a- Competenze VVFF:

- CPI: art.4 L966/65 e Decreto Interministeriale 16/2/82 (voce 46): obbligo CPI sopra i 500q. in

   deposito (sono esclusi i depositi esterni con distanze di sicurezza non inferiori ai 100m).

- Criteri generali di prevenzione incendi: DM 10.03.98 n.64.

b- Competenze ASL:

- Installazioni elettriche nei luoghi a rischio di esplosione: art. 336 DPR547/55

- Tecniche di intervento antincendio: artt.34-36-37 DPR 547/55

- Organizzazione squadre intervento: artt.12-13-14 Dlgs 626/94

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

Esiste la possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti civili circostanti con possibili danni a cose e persone.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.1. Rischi per la sicurezza.

Rischio 9.1.4. Rischio di incendio ed esplosione.

9.1.4.2. Non idoneità dei sistemi antincendio.

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Rischio di esplosione e conseguente incendio nei box e nei silos per presenza di particelle fini, elettricamente caricate, che per contatto con organi lavoratori surriscaldati, con microscintille o materiali ferrosi incandescenti convogliati dai sistemi di aspirazione o da lavorazioni a caldo nelle adiacenze, possono innescare la reazione esplosiva.

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 0 casi su 177.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Lesioni gravi o gravissime (ustioni)

 

Valutazione del rischio: R4: medio (poco probabilità con danno grave) in quanto lavorazione in ambiente esterno e con sufficienti vie di fuga.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a)Tecnici:

Realizzazione degli interventi tecnici ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI (Certificato Prevenzione Incendi) nei casi previsti; rete idrica antincendio (manichette antincendio UNI45: idranti con portata d’acqua sufficiente per 120 minuti da acquedotto o riserva d’acqua).

1- Box di accumulo

Sistemi antiscintilla in uscita ai condotti aspiranti provenienti dagli impianti di segagione; dispositivi di spegnimento rapido (tipo Sprinkler o a diluvio).

2- Silos

Sistemi antiscintilla in uscita ai condotti aspiranti provenienti dagli impianti di segagione; dispositivi di spegnimento rapido (tipo Sprinkler o a diluvio); nei silos dotati di impianti elettrici propri è cautelativo installare opportuni sistemi elettrici a protezione antideflagrante.

 

b) Procedurali:

Realizzazione delle procedure ai fini della prevenzione incendi e del rilascio del CPI nei casi previsti; divieto di fumo.

1- Impianti, box e silos

Divieto di  utilizzo di apparecchi di riscaldamento a fiamma (a segatura o ad altro combustibile) e di stoccaggio non protetto di prodotti infiammabili; permessi di lavoro a caldo (saldatura etc.).

 

c) Organizzativi:

Inoltro richiesta ai Vigili del Fuoco al fine dell’ottenimento del CPI nei casi prevsiti; creazione squadra prevenzione antiincendio ed evacuazione; redazione del piano di emergenza antincendio ed evacuazione; attività di vigilanza sull’area di lavoro da parte degli operatori addetti alle lavorazioni della fase.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

a- Competenze VVFF:

- CPI: art.4 L966/65 e Decreto Interministeriale 16/2/82 (voce 46): obbligo CPI sopra i 500q. in

   deposito (sono esclusi i depositi esterni con distanze di sicurezza non inferiori ai 100m).

- Criteri generali di prevenzione incendi: DM 10.03.98 n.64.

b- Competenze ASL:

- Installazioni elettriche nei luoghi a rischio di esplosione: art. 336 DPR547/55

- Tecniche di intervento antincendio: artt.34-36-37 DPR 547/55

- Organizzazione squadre intervento: artt.12-13-14 Dlgs 626/94

 

Capitolo 8- Il rischio esterno.

Esiste la possibilità di propagazione dell’incendio agli insediamenti civili circostanti con possibili danni a cose e persone.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO.

Rischio 9.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 9.2.1. Agenti chimici

9.2.1.1. Rischio inalatorio

9.2.1.1.1. Polveri

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Il rischio è generato dal sollevamento di polveri di legno depositate sul piazzale (per effetto del vento o del passaggio di automezzi), dalla dispersione di quella prodotta dal contatto dei pacchi con gli organi lavoratori della tagliapacchi; nelle operazioni nei box o all’interno dei silos l’esposizione può ovviamente essere elevata.

Nel piazzale i livelli di rischio e di esposizione, pur condizionati dalla meteorologia del luogo ed in particolare da umidità e ventilazione, sono da considerarsi mediamente contenuti (PT<1mg/m3), anche per la dimensione prevalentemente grossolana delle particelle; anche alla tagliapacchi il rischio è scarso in quanto lavorazione all’aperto e di solito protetta da schermi e ripari; nei box e silos l’esposizione dipende dalle corrette procedure utilizzate, ma è comunque alta, anche se gli interventi sono di solito di breve durata.

La valutazione del rischio dipende comunque principalemente dal tipo di legno utilizzato. In provincia di Sondrio la materia prima è costituita quasi esclusivamente da legni morbidi (conifere) : in questo caso i livelli di rischio e di esposizione sono da considerarsi contenuti (Pt inferiori al TLV di 5 mg/m3 salvo singoli picchi) per quantità.

Laddove si utilizzino invece legni duri (Faggio, Quercia etc.) il giudizio deve essre più cautelativo per le dimostrate proprietà mutagene di tali legni (TLV 1mg/m3), anche se I lavori sono all’aperto.

 

A- Risultati dell’indagine campionaria (PT = Polveri Totali; TLV 5mg/m3):

- piazzale (zona accatastamento): Range 0.27-1.20mg/m3; M 0.59mg/m3.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

a-      Legni morbidi (conifere): Teorica possibilità di patologia irritativa ed allergica delle vie respiratorie;

b-     Legni duri (faggio, quercia etc): anche epistassi e mutagenesi delle cavità nasali e paranasali; per alcuni legni esotici (mansonia, teak, etc) anche effetti tossici (aritmie, iperpilessia, oliguria) da componenti naturali (glucoside e saponina)

 

Valutazione del rischio:

a-      Legni morbidi (conifere): R3: lieve (poco probabile con danno medio) per il rischio allergico; R1: trascurabile (improbabile con danno lieve) per quello irritativo, in quanto da polveri grossolane in ambiente esterno.

b-      Legni duri (faggio, quercia etc): R6: alto (probabile con danno gravissimo) soprattutto ai box e silos.
 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici:

1- Asfaltatura delle vie di transito con periodica pulizia delle stesse; cabinatura condizionata degli

    automezzi.

2- Idonei DPI (consigliata mascherina antipolvere) nella sezionatura con motosega.

b) Organizzativi:

1- Sorveglianza sanitaria soprattutto ad esposizione a polveri di legni duri

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

-         Polveri: art.21 DPR 303/54.

-         Cancerogeni e mutageni: artt. 63-66-69-70-71 Dlgs 626/94;

-         Dl 66/2000; in riferimento a Elenco LEGNI DURI IARC/95;

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

Possibile dispersione di polveri di piazzale nel vicinato, sollevate dall’azione eolica o dalla movimentazione di mezzi meccanici: rispetto limiti L203/88 (All.6 Decr. Intermin. L2/07/90 per polveri di piazzale)

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 9.2.1. Agenti chimici

9.2.1.1. Rischio inalatorio

9.2.1.1.2. Fumi e gas

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nel caso siano presenti mezzi di movimentazione meccanica (carrelli elevatori) e combustibile vi è il rischio di fumi di scarico (CO, Nox, IPA, SO2 per diesel ecc.); tali mezzi sono impiegati in ambiente sia esterno che interno, anche se quest’ultimo non è sempre confinato, ma spesso direttamente comunicante con l’esterno.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Patologia irritativa e neoplastica delle alte e basse vie respiratorie.

 

Valutazione del rischio: R1: trascurabile (improbabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: corretta manutenzione del motore e delle marmitte di scarico

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Gas e fumi: art.20 DPR 303/54

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE INTERNA DELLE ASSI

Rischio 9.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 9.2.2. Agenti fisici

9.2.2.1. Rumore

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Il rumore  è provocato da: contatto dei pacchi con gli organi lavoratori della tagliapacchi e motore della stessa; motori dei mezzi di movimentazione meccanica (carrelli elevatori); motore dei silos.

I livelli di rumorosità (Leq) sono elevati alla tagliapacchi e sui carrelli elevatori  (85-90dBA), bassi nel caricamento della segatura (75-80dBA). I livelli di esposizione (Lepd) sono discreti (80-85dBA).

A- Risultati dell’indagine campionaria:

a- Leq:

- area di lavoro di accatastamento: Range 67.0-82.0dBA; MG 78.1dBA; Mediana 80.0dBA.

- tagliapacchi: Range 86.5-89.0dBA; MG 87.9dBA; Mediana 87.9dBA.

- carrelli elevatori: Range 72.5-93.0dBA; MG 85.6dBA; Mediana 83.8dBA.

- carico segatura: 78.5dBA.

b- Lepd:

- addetto all’accatastamento: Range 72.8-85.5dBA; MG 83.4dBA; Mediana 84.5dBA.

- addetto al carrello elevatore: Range 78.5-84.5dBA; MG 81.9dBA; Mediana 80.5dBA.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Ipoacusia professionale da rumore .

 

Valutazione del rischio: R4: medio (probabile con danno medio).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a)Tecnici:

1- Incapsulamento o schermatura della tagliapacchi con lubrificazione e manutenzione ingranaggi (rulli e catenarie); carrelli elevatori elettrici.

2- Messa a disposizione di otoprotettori se richiesto da valutazione specifica del rischio ex DLgs277/91.

b) Organizzativi: sorveglianza sanitaria a richiesta.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Rumore: artt.40-43-44 DLgs277/91

 

Capitolo 8-Il rischio esterno

Dovuto eventualmente alla tagliapacchi: rispetto limiti di tutela abitato ex L447/95.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.2. Rischi igienico-ambientali.

Rischio 9.2.2. Agenti fisici

9.2.2.2. Vibrazioni (scuotimenti)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio

Il rischio è dovuto agli scuotimenti (vibrazioni total body) trasmessi dal motore del mezzo di movimentazione meccanica (carrello elevatore) al sedile di guida.

 

Capitolo 4-Il danno atteso

Patologia osteoarticolare (elettivamente a carico del rachide lombare, ma con possibili effetti sul rachide cervicali e sulle articolazioni degli arti superiori.

 

Valutazione del rischio: R4: medio (probabile con danno medio).

 

Capitolo 5-Gli interventi.

a) Tecnici: asfaltatura delle vie di transito, sedili ammortizzati, manutenzione delle sospensioni.

b) Organizzativi: introduzione di pause espositive sulla base della valutazione del rischio.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi”

- Vibrazioni e scuotimenti: art.24 DPR303/56.

 

Capitolo 8-”rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.2. Salute e igienico-ambientali.

Rischio 9.2.2. Agenti fisici

9.2.2.3. Microclima

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Poichè le aree di di lavoro sono collocate in ambiente esterno o in reparti con questo ampiamente comunicanti, sussite il rischio di microclima sfavorevole in rapporto alle condizioni climatiche esterne.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologie da perfrigerazione, in particolare alle alte vie respiratorie.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici:

1- Cabine climatizzate sui mezzi di movimentazione (carrelli elevatori).

2- Idonei DPI (indicato idoneo abbigliamento nella stagione invernale: giubbotto impermeabile, guanti

     e scarpe con suola antiscivolamento).

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativ

- DPI: Artt. 377-379 DPR547/55; art.43 Dlgs626/94 (All.V: indumenti contro le intemperie:

  assimilabile a “lavori edili all’aperto con clima piovoso e freddo”).

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.2. Salute e igienoco-ambientali.

Rischio 9.2.3. Agenti biologici

9.2.3.1. Batteri (tetano)

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Schegge di legno, potenzialmente contaminate da tetano, possono infiggersi nella cute del personale addetto alla movimentazione manuale delle assi nell’assistenza alla movimentazione ed alla realizzazione di cataste.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologie infettiva (tetano) da infissione nella cute di schegge contaminate da Clostridium tetani.

 

Valutazione del rischio: R4: medio (improbabile con danno gravissimo).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

Vaccinazione antitetanica obbligatoria (ciclo di base e richiami)

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Vaccinazione selettiva obbligatoria: L.292/63 modificata con L.419/68

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.3. Rischi trasversali e organizzativi

Rischio 9.3.1. Organizzazione del lavoro

9.3.1.1. Manutenzione degli impianti

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Manutenzione dei mezzi di movimentazione (carrelli elevatori) e tagliapacchi: vedi Rischio 9.1.2.3. Protezione apparecchi di sollevamento”; 9.1.2.1. Protezione organi di trasmissione del moto; 9.1.2.2. Protezione organi di lavoro.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Vedi Rischi sopracitati.

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

Vedi Rischi sopracitati.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

Vedi Rischi sopracitati.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.3. Trasversali o organizzativi.

Rischio 9.3.1. Organizzazione del lavoro

9.3.1.2. Movimentazione manuale dei carichi

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Nell’assistenza alla movimentazione meccanica e soprattutto nella realizzazione di cataste si verifica la necessità di movimentazione manuale dei carichi (listellizzazione manuale).

Nelle stesse operazioni può verificarsi anche il rischio infortunistico di caduta di gravi sfuggiti dalle mani. 

A- Risultati dello studio epidemiologico decennale: modalità complessiva: 4 casi su 177 (2.25%) di sforzi muscolari nella movimentazione; 47 casi su 177 (26.55%) di schiacciamenti per gravi sfuggiti dalle mani.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Patologia osteoarticolare del rachide dorso-lombare, del rachide cervicale e dell’arto superiore; traumatismi da schiacciamento per gravi sfuggiti dalle mani.

 

Valutazione del rischio: R2.5: lieve per il rischio del rachide (poco probabile con danno medio-grave); R5.5: medio-alto per gli schiacciamenti (altamente probabile con danno medio-grave).

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a- Tecnici: Idonei DPI (guanti per facilitare la presa).

b- procedurali: tecniche di movimentazione adeguate con informazione e formazione degli addetti.

c- organizzativi: vincolo al sollevamento in coppia delle assi di maggiori dimensioni in funzione del peso e della lunghezza e della presa; sorveglianza sanitaria.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Movimentazione manuale dei carichi: artt.48-49 Dlgs626/94.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.

 

 

FASE 9 - MOVIMENTAZIONE PRODOTTO FINITO

Rischio 9.3. Rischi trasversali e organizzativi

Rischio 9.3.2. Rischi ergonomici

9.3.2.1. Conoscenze e capacità del personale

 

Capitolo 3-”il fattore rischio”-

Costrittività organizzativa:

- necessità di adeguate conoscenze sulle tecniche di accatastamento dei pacchi;

- vincolo di valutazioni estemporanee e ravvicinate sulla stabilità delle cataste in funzione delle

  manovre effettuate, della stabilità del terreno, della metereologia (pioggia, vento etc.).

Un’errata valutazione o un incongruo comportamento può provocare lo sfaldamento di elementi

della catasta con grave rischio infortunistico per il conducente e per eventuali addetti presenti nell’area.

 

Capitolo 4-”il danno atteso”-

Stress dell’operatore per rischio di possibile investimento dello stesso o di altri lavoratori da sfaldamento delle cataste.

 

Valutazione del rischio: R3: lieve (probabile con danno lieve)

 

Capitolo 5-”gli interventi”-

a) Tecnici: protezione delle cataste con elementi di contenimento (appoggi laterali e spalliere, paletti)

b) Procedurali: corretta esecuzione delle manovre con interruzione delle stesse in caso di situazioni

     anomale; corretta disposizione dei pacchi in modo da assicurare stabilità e contenimento.

c) Organizzartivi: adeguata formazione dell’operatore alle tecniche di accatastamento e di

     emergenza; riferimento gerarchico per scelte lavorative in  situazioni anomale.

 

Capitolo 6-”appalto a ditta esterna”-

No.

 

Capitolo 7-”riferimenti legislativi

- Formazione: art.21-22 DLgs 626/94.

 

Capitolo 8-”il rischio esterno”

No.