BUONE PRATICHE  -    IPOTESI DI SOLUZIONI  -     RIPROGETTAZIONE

A) MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI, POSTURE INCONGRUE, MOVIMENTI RIPETITIVI DELL’ARTO SUPERIORE

L’interesse dimostrato dagli armatori allo studio di alcune modifiche organizzative e strutturali si inserisce fra le problematiche più attuali del Comparto:

·        valorizzazione del pescato con ricadute commerciali ed economiche;

·        riduzione dei “fattori di fatica” e dei rischi per la sicurezza e per la salute in modo da ridurre assenze per infortuni e malattie;

·        variazione delle tabelle d’armamento: una migliore organizzazione del lavoro può richiedere meno manodopera;

·        carenza di manodopera locale e ricorso a lavoratori stranieri extracomunitari con problematiche culturali e di comunicazioni.

Dall’analisi dei dati elaborati nella nostra ricerca e relativi ai rischi movimentazione manuale dei carichi, posture incongrue e movimenti ripetitivi dell’arto superiore sono emerse criticità  in tutti i cicli lavorativi della imbarcazioni testate e quindi in ogni tipologia di pesca rappresentata nella nostra zona.

Queste criticità sono state evidenziate già in sede di “"verifica sul campo” iniziando a discutere ,da subito, con i diretti interessati sulle possibilità di modifica e di miglioramento del ciclo produttivo.

Ci è sembrata fondamentale la condivisione delle idee con i diretti interessati anche per valutarne la “fattibilità” e la eventuale possibile realizzazione; elementi questi che coinvolgono sia problematiche economiche che tecniche e quindi di stabilità dell’imbarcazione.

 

Nella nostra zona il sistema è abbastanza versatile e non è raro che una stessa imbarcazione passi da una tipologia di pesca ad un’altra per proprie motivazioni economiche o particolari esigenze di mercato. Questo fa sì che la conoscenza dei vari metodi di pesca sia condivisa fra gli equipaggi.

 

Per questo motivo abbiamo consegnato ai quattro Comandanti del team di progetto le copie delle cassette VHS con la registrazione integrale delle riprese eseguite durante le uscite in mare, in modo  che tutti i partecipanti alla ricerca potessero dare un contributo in merito alla “riprogettazione” di qualsiasi tipo di pesca.

Allo stesso tempo gli operatori dell’ASUR ed i Consulenti si sono impegnati per contestualizzare la propria professionalità  all’organizzazione del sistema complessivo di gestione della sicurezza e della salute sull’imbarcazione da pesca.

E’ stata condotta un’analisi dei rischi per l’apparato locomotore derivante da movimentazione manuale di carichi e da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.

La movimentazione manuale di carichi ha comportato il calcolo degli indici di sollevamento tramite formula del NIOSH per compiti semplici e multipli .Il rischio è risultato presente nella “volante”così come per le operazioni di trasporto, analizzate attraverso le Tavole di Snook e Ciriello, almeno per il trasporto di carichi di peso superiore ai 10 KG.

Nello strascico il rischio è risultato presente ma non elevato come nella pesca volante e di fatto limitato alle fasi di scarico delle ceste da 13 Kg, carico e scarico della ghiacciaia e di scarico finale se si trasportano 2 cassette alla volta.

Nei rapidi il rischio è risultato lieve perchè limitato nella durata e nell’entità del carico. Infatti rispetto agli altri due tipi di pesca le cassette finali prodotte arrivano ad un numero di 50-60 del peso di 6-7 Kg l’una oltre a non più di 8-10 sacchi di molluschi da 20 kg l’una, da movimentare in 3-4 operatori.

Oltre al rischio ben valutato dagli indici, va evidenziata la presenza di altri fattori di rischio, segnalati nell’allegato del D.Lgs 626/94, che non entrano in tali indici quali:

-         pavimento scivoloso;

-         piano di lavoro instabile.

Tali fattori incrementano il carico biomeccanico oltre che la possibilità di infortuni.

 

Per quanto riguarda gli arti superiori, i lavori ripetitivi sono principalmente legati alla fase di preparazione delle cassette di pesce .

Si segnala il  rilevante sovraccarico biomeccanico del gomito, ma soprattutto della spalla durante il sollevamento e il trasporto dei carichi.

Andrebbe raccomandato di evitare il “lancio” delle cassette come tecnica di scarico perché comporta elevato rischio sia per la schiena che per gli arti superiori.

Dall’analisi dei dati e dalla partecipazione attiva di tutti i componenti del “team di progetto” sono emerse criticità che possono essere così riassunte:

 
 
 
PROBLEMI ORGANIZZATIVI

Problemi organizzativi generali validi per qualsiasi tipo di pesca e
legati alla macro-organizzazione del lavoro

Ø      Movimentazione ripetuta dello stesso carico (trasporto cassette): a causa dell’esiguità degli spazi sull’imbarcazione da pesca e della impossibilità di mantenere in forma stabile piani  d’appoggio che ostruirebbero la circolazione, gli ingombri vengono movimentati più volte durante una bordata. L’esempio più evidente è il trasporto delle cassette semiconfezionate e confezionate che subiscono spostamenti continui.

Volante: Trasporto cassette al corridoio di fiancata

Volante: Trasporto cassette fuori dalla ghiacciaia

Volante: Trasporto cassette fuori dalla ghiacciaia con “lancio”

Strascico: Trasferimento cassette dalla fiancata alla ghiacciaia

Ø     Pulizia continua e ripetuta del piano di calpestio dell’imbarcazione per eliminazione dei residui: insieme al “pescato” viene catturata una notevole quantità di rifiuti costituita sia da materiale non commestibile sia da specie di pesce senza interesse commerciale. Lo “sporco” mescolato a sabbia , detriti e residui di ogni genere  si accumula sul pavimento dell’imbarcazione o viene convogliato nelle canaline di raccolta per essere eliminato insieme al pescato deteriorato. 

Eliminazione residui dal piano di calpestio

Ø      Prelievo del ghiaccio: è un’operazione ripetuta più volte in tutte le imbarcazioni testate ad eccezione della vongolara. Il mantenimento delle caratteristiche organolettiche, della freschezza e dell’integrità del prodotto costringono gli addetti a movimentare carichi pesanti e ad assumere posture incongrue. Il ghiaccio cade in una grossa vasca posizionata a livello del pavimento; dalla vasca viene prelevato mediante pale per essere messo in ceste che vengono poi trasportate dove servono.

Volante: carico del ghiaccio nelle ceste

Strascico: carico del ghiaccio nelle ceste

Ø      Posizionamento del frigorifero: le operazioni di trasporto delle cassette confezionate dentro e fuori dalla ghiacciaia creano problematiche  legate alla movimentazione dei carichi  e al microclima. Questi rischi sono presenti indipendentemente dal posizionamento del frigorifero(sopra o sotto coperta)nell’imbarcazione. Dove però la ghiacciaia è posizionata sotto coperta, come per esempio nella nostra “volante”, si vengono a creare notevoli problemi aggiuntivi che elevano l’indice di rischio per compiti multipli a causa di frequenti torsioni del tronco e flessioni del rachide.

Volante: trasporto cassette in ghiacciaia:operatore fuori

Volante: trasporto cassette in ghiacciaia:operatore sulla scala

Strascico: trasferimento cassette in ghiacciaia

Problemi organizzativi particolari per ogni tipologia di pesca

VOLANTE: è il tipo di pesca in cui l’esigenza di attenzione al pescato è massima. Il pesce azzurro si deteriora facilmente e pertanto ha bisogno di essere “toccato” il meno possibile ed ha bisogno di essere rinfrescato di continuo.

Aprire la saccata a poppa per poi riprenderla con le ceste e trasportarla nelle baie prevede una serie di passaggi che possono essere eliminati sia per migliorare lo stato di conservazione del pescato sia per eliminare movimentazioni e spostamenti di carichi.

Raccolta del pescato

Le ceste vengono riempite col pesce pescato, spingendo le medesime sul pavimento fino ad ottenerne il riempimento (30 kg circa). Le ceste vengono poi trasportate alla baia e in esse svuotate nell’acqua e ghiaccio salato. La postura di raccolta del pesce risulta altamente sovraccaricante per la colonna vertebrale specie lombo-sacrale.

Raccolta del pesce

 

Trasporto pesce in ghiacciaia

La ghiacciaia è posta nella stiva: quattro operatori si passano ad una ad una le cassette piene (10 kg): un operatore sta fuori, un altro rimane sulla scala, uno appena giù dalla scala e l’ultimo depone i prodotti nel frigorifero. La frequenza è molto elevata (circa 8 sollevamenti al minuto): presenti torsioni del tronco e flessioni del rachide.

Trasporto cassette in ghiacciaia

Scarico delle cassette in banchina

Tutti gli operatori partecipano allo scarico delle cassette. Ad una ad una passano di mano in mano: alcuni operatori sono sulla nave, altri in banchina. Le cassette vengono collocate su bancale.

I ritmi di lavoro sono elevati (9 sollevamenti al minuto): frequenti le torsioni del tronco e, nei due operatori a monte e a valle della “catena di scarico”, frequenti sia le torsioni che le flessioni del tronco.

Scarico cassette in banchina

STRASCICO e RAPIDI: sono due tipi di pesca che hanno in comune una fase di selezione del pescato in cui l’operatore lavora a schiena flessa,o in ginocchio o in posizione “accucciata”o seduto nella canalina di raccolta residui. Inoltre le operazioni di cernita a poppa avvengono con l’uso di particolari “rastrelli”. Sono le tipologie di pesca i cui  operatori sono costretti ad assumere più frequentemente posture incongrue.

Nello strascico il rischio, analizzato attraverso il NIOSH, è risultato presente, ma non elevato come nella pesca volante e di fatto limitato alle fasi di scarico delle ceste da 13 Kg (per compiti semplici), carico e scarico della ghiacciaia e di scarico finale se si trasportano 2 cassette alla volta (compiti multipli).

Nei rapidi il rischio, analizzato attraverso il NIOSH, è risultato lieve perché limitato nella durata e nell’entità del carico. Infatti rispetto agli altri 2 tipi di pesca le cassette finali prodotte ad un numero di 50-60 del peso di 6-7 Kg l’una, oltre a non più di 8-10 sacchi di molluschi da 20 Kg l’uno da movimentare in 3-4 operatori.

Selezione del pescato e preparazione cassette

Per quanto riguarda gli arti superiori, i lavori ripetitivi sono legati a più fasi operative che occupano di fatto la maggior parte del tempo: la selezione e la preparazione delle cassette (la selezione del pesce è invece assai limitata nella pesca volante).

Si segnala il sovraccarico biomeccanico  (rischio medio/alto) della mano e del polso per la presenza di rapidi movimenti di presa effettuati con entrambe le mani (prendere e posizionare) che avvengono in pinch.

Selezione del pescato “sporco” nelle coffe

Sistemazione del pesce nelle cassette

Non trascurabili i tempi dedicati alla pulizia della poppa dai detriti: l’accorciamento di questa fase potrebbe liberare tempo da dedicare al riposo.

Cernita a poppa

Pulizia dei detriti

Il problema di affaticamento maggiormente segnalato riguarda la postura a schiena flessa durante la cernita a poppa.

Problemi organizzativi legati all’esecuzione dei singoli compiti

Per operazioni di cernita nello “strascico” e nei “rapidi” è stata eseguita un’analisi tempi e metodi a tempi predeterminati col metodo MTM-UAS per studiare se la velocità di lavoro utilizzata nello svolgere il compito è congrua rispetto ai tempi suggeriti da tale metodo.

Tale metodo è in generale utilizzato nell’industria per assegnare un tempo di esecuzione ad un ciclo di lavoro.

In questa sede viene sperimentalmente applicato ad alcune operazioni di cernita del pescato; ciò consentirà di determinare il livello di rendimento del marinaio, così come naturalmente eseguito.

Uno o più oggetti vengono presi sotto controllo dalla mano o dalle dita e successivamente piazzati in un luogo predeterminato. L’elemento di tempo comprende la sequenza fondamentale:


L’elemento di tempo

PRENDERE E PIAZZARE

(GET AND PLACE) ricopre mediamente

l’85% del tempo di lavoro



 

Cernita a poppa



 

Selezione pesce su banco

In conclusione, relativamente a questi compiti analizzati risultano rendimenti elevati:

Questi dati riconfermano ulteriormente la presenza di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori da movimenti ripetitivi e la necessità di ricavare momenti di recupero.

 

VONGOLARA: questa tipologia di pesca  è caratterizzata da uscite che richiedono tempi limitati. Le fasi in cui sono state evidenziate criticità sono le seguenti:

In generale si può concludere che il lavoro di pesca delle vongole è il meno sovraccaricante rispetto alle diverse tipologie di pesca fin qui analizzate.

Le due fasi che meritano un commento sono:

1.Il trasporto dei I sacchetti (10,5 kg l’uno) pieni a due alla volta (uno per mano).

2.lo svuotamento delle ceste di 30 KG in mare.

Cucitura dei sacchetti pieni: operatore B

Scarico in mare delle vongole di piccolo e medio taglio contenute nelle ceste



Per la prima sarebbe opportuno dotare i sacchetti di maniglia per migliorare la loro presa (presa in grip) che consentirebbe una sostanziale riduzione della forza durante il trasporto. Meglio eseguire l’operazione su un banchetto. Si eviterebbero inutili posture incongrue del rachide.

Per la seconda sarebbero da utilizzare contenitori più piccoli, in modo tale che a pieno riempimento non superino i 10/15 Kg.

IPOTESI DI SOLUZIONE E DI RIPROGETTAZIONE

La ricerca di soluzioni condivise ha, innanzitutto, tenuto conto delle operazioni senza “valore aggiunto”. La loro individuazione ha permesso un’analisi dei fattori di fatica valutati come effetto di condizioni organizzative sicuramente migliorabili.

Problemi organizzativi generali

Presenza di numerose operazioni SENZA valore aggiunto quali:

• Movimentazione carichi impegnativa e sovraccaricante per la colonna vertebrale e arti superiori dovuta allo scarico del pescato sul piano di calpestio

• Movimentazione ripetuta dello stesso carico (spostamento delle cassette e delle ceste piene).

• Pulizia ripetuta del piano calpestio per scarti gettati a terra

“volante”:riempimento delle ceste

“strascico”:selezione del pescato



“rapidi”:lavaggio del piano di calpestio

“Strascico”lavaggio pesce nelle ceste e trasferimento in cassetta



La fase operativa denominata “trasporto del ghiaccio” nelle baie potrebbe essere eliminata con il posizionamento all’interno delle baie stesse di “serpentine” refrigeranti.

 La produzione del ghiaccio potrebbe essere migliorata prevedendo la caduta diretta del ghiaccio nella cesta. La vasca di raccolta dovrebbe essere spostata dal piano pavimento ad altezza uomo. A questo punto da uno sportello apribile sul lato della vasca di raccolta , il ghiaccio cadrebbe direttamente nella cesta posta ad altezza “nocche” evitando posture incongrue a schiena flessa.

Produzione del ghiaccio



Il ghiaccio può essere prelevato "per caduta diretta nella cesta" da uno sportello apribile posto sul lato della vasca di raccolta del ghiaccio; la cesta va posta ad "altezza nocche" .

La movimentazione delle cassette confezionate potrebbe essere effettuata tramite un trasportatore a rulli anche di tipo “passivo” su cui far avanzare le cassette di pesce. Il nastro trasportatore potrà essere utilizzato anche come piano d’appoggio per le cassette non ancora completate.

Il disegno schematico che segue evidenzia anche un’altra particolarità del piano, consistente nella sua apertura soltanto durante le fasi di reale utilizzo.

Piano di lavoro a rulli



 

L’accumulo di residui sul piano di calpestio dell’imbarcazione,è un problema che riguarda tutte le fasi operative compresa la cernita su banco ; la loro eliminazione avviene tramite l’utilizzo di un tubo che assicura un flusso d’acqua continuo. L’acqua di mare è sicuramente la maggiore risorsa disponibile.

Nella pesca a“strascico” e nella pesca con i “rapidi”, i residui accumulati a poppa vengono eliminati tramite una canalina rialzabile con scarico  diretto in mare attraverso un foro presente sulla fiancata dell’imbarcazione.

Anche per la fase di “cernita su banco” potrebbe essere creata una connessione con flusso d’acqua continuo fra piano di lavoro e fori d’uscita presenti sulla fiancata delle barche così come schematizzato nel disegno seguente.

Selezione su banco:sistema di eliminazione residui diretto in mare con l’ausilio di flusso d’acqua continuo



Problemi particolari per ogni tipo di pesca - Ipotesi di soluzioni e buone pratiche

Volante - le prime idee di soluzione

L’apertura  del sacco potrebbe avvenire direttamente nelle baie anziché sul pavimento di poppa .Le ipotesi di realizzazione sono più di una: la prima prevede lo studio di un convogliatore costituito da più bracci d’apertura che permettano di ridistribuire il peso e di suddividere il quantitativo di pescato; la seconda prevede lo spostamento di alcune attrezzature fisse in modo da permettere lo scorrimento del sacco pieno in una zona coperta per la successiva apertura nella baia.

Seguono alcuni disegni esemplificativi della prima ipotesi: la fase n°1 prevede l’abbassamento della rete appena salpata sopra un contenitore a forma di grosso “calzone”.

 Fase n°1



La fase 2 prevede l’aggancio del “calzone” alla rete piena tramite un anello di chiusura

 Fase n°2



La fase 3 prevede l’innalzamento della rete e l’aggancio delle gambe del “calzone” alle baie e successiva apertura della rete attraverso un foro e svuotamento del pescato nelle baie

 Fase n°3



Inoltre la baia potrebbe essere dotata di divisori interni da utilizzare o meno sulla base del quantitativo del pescato. Infine la movimentazione delle baie anziché essere esclusivamente manuale potrebbe avvenire tramite rotaie fisse e con meccanismo di freno delle ruote.

 

In sintesi

Con l’adozione di un convogliatore diretto tra rete e baie si ottiene una totale riduzione delle operazioni senza valore aggiunto quali:

• Le posture incongrue e la movimentazione carichi tramite ceste da 25-30 kg con il pesce da trasferire nelle baie, operazione impegnativa e estremamente sovraccaricante per la colonna vertebrale.

• diminuire drasticamente la necessità di pulire il ponte.

Strascico e Rapidi - le prime idee di soluzione

Per migliorare i movimenti della mano e del polso, il rastrello potrebbe essere riprogettato in senso ergonomico modificando l’impugnatura in modo da “bloccare” il polso ed evitarne i movimenti ripetitivi .

Per quanto riguarda la presenza di  posture incongrue, specie del rachide (schiena in flessione pressocchè massimale) è da segnalare la necessità di:

La realizzazione di una piattaforma rialzabile ed inclinabile a poppa permetterebbe agli operatori di effettuare questa parte di cernita “a schiena diritta” essendo il piano sollevabile, tramite meccanismo idraulico (pistone a cannocchiale), fino a 80 cm dal pavimento dell’imbarcazione (piano di calpestio). Anche la canalina di eliminazione residui, collegata direttamente fuori bordo,potrebbe essere portata alla stessa altezza rendendola solidale al piano rialzato e dotata di getto continuo d’acqua.

Seguono alcuni disegni schematici relativi alle prime idee di riprogettazione

Piano di poppa rialzabile

Piano di poppa rialzato



Piano rialzato con canalina e carrello porta ceste



Potrebbe essere studiato anche un elemento di continuità fra il piano rialzato di poppa e la fase di cernita intesa come momento di prima suddivisione delle varie specie di pesci, molluschi e crostacei catturati. Potrebbe , per esempio, trattarsi di  carrelli (su ruote bloccabili) porta ceste  e piani rimovibili “a incastro” da utilizzare come piani operativi agganciati alla canalina .

In sintesi

Con l’innalzamento del piano di lavoro ed altri eventuali piani di supporto che permettono il posizionamento delle coffe vicino a tali piani e l’introduzione di un canale di scolo a flusso continuo di acqua, si ottiene una significativa riduzione delle operazioni senza valore aggiunto quali:

• Drastica riduzione delle posture incongrue e delle movimentazione carichi impegnativa e sovraccaricante per la colonna vertebrale.

• Drastica riduzione delle movimentazione ripetuta dello stesso carico (spostamento delle ceste piene).

• Eliminazione degli scarti direttamente in mare

Vongolara

Per agevolare il trasporto dei sacchi confezionati si potrebbe migliorare la “presa”dotando i sacchetti di maniglia.

Le operazioni di cucitura potrebbero avvenire su banchetto per evitare inutili posture incongrue del rachide.

Potrebbero essere utilizzati contenitori più piccoli per raccogliere la vongole di taglio inferiore da scaricare in mare in modo che ogni cesta piena non superi i 10/15 Kg.

Sperimentazione di una ipotesi di soluzione

Ancor più che in altri settori, la riprogettazione su una unità di pesca  deve prevedere momenti di sperimentazione sia in considerazione dei costi da affrontare sia per le problematiche tecniche legate alla navigazione e quindi alla stabilità della nave.

Abbiamo quindi colto la disponibilità e l’interesse dimostrati dall’armatore di una delle imbarcazioni  testate per sperimentare una delle ipotesi sopra descritte.

Presso un cantiere marchigiano è stata realizzato un piano rialzabile tramite meccanismo pneumatico ed è stato posizionato a poppa del Motopeschereccio DESTRIERO. La modifica realizzata riguarda soltanto la piattaforma e non contiene anche la canalina per l’eliminazione dei residui che continua, per il momento ,ad essere posizionata sul pavimento.

Non è stato possibile ,per motivi tecnici (mal funzionamento nel giorno stabilito per la verifica) ed organizzativi (bordate di 24 ore) legati a vincoli autorizzativi da parte del l’Autorità Marittima . verificare l’attrezzatura durante una regolare bordata di pesca.

Abbiamo comunque potuto registrare il funzionamento del piano rialzato ed inclinabile durante una uscita in mare di tipo “amatoriale” con simulazione delle operazioni di salpamento di un rapido e di cernita a poppa (FILMATO).

La posizione eretta del busto tenuta dagli operatori durante la cernita limita notevolmente le posture incongrue, gli inginocchiamenti, gli accucciamenti.

E’ stato intervistato anche l’equipaggio del DESTRIERO che si è dimostrato particolarmente soddisfatto dell’uso della nuova attrezzatura sia per quanto concerne le posture e le movimentazioni, sia per quanto riguarda il risparmio in termini di tempo.

 

 

B) RUMORE

Nel ricercare modalità onde ottenere in qualche misura una riduzione dell’entità rumorosa alla quale risultano esposti i lavoratori del settore, si è tentato inizialmente di trovare proposte valide genericamente per le varie imbarcazioni, quindi di entrare nello specifico delle tipologie, nonché delle attrezzature utilizzate.

  Primo passo in tale direzione potrebbe essere quello di proporre concretamente una “coibentazione” dei motori e delle zone motori, verificando concomitantemente la presenza, nonché curando la manutenzione ordinaria e/o straordinaria di quei supporti fissi a difesa degli stessi, situazioni troppo spesso non considerate o non ben mantenute, in particolare nelle imbarcazioni di piccole dimensioni presenti nella locale realtà.

Zona d’accesso al vano motore

Particolare del vano motore



Certamente parimenti fondamentale risulta l’attivazione di una curata informazione degli operatori addetti, onde ottenere al meglio la sensibilizzazione dei medesimi, nell’ambito della quale, ai sensi della normativa specifica, coinvolgere le varie figure partecipanti alla prevenzione: RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e medico competente.

  Riguardo al verricello, gli studi dell’Ing. Bolognini ci portano in visione situazioni di entità rumorosa non particolarmente preoccupanti, essendo il Laeq delle stesse compreso, tra gli 81.00 e gli 87.00 dBA circa, comunque ulteriore proposta, onde ottenere una qualche diminuzione del rumore, può essere quella di privilegiare ai materiali metallici con cui la stessa attrezzatura risulta costituita, materiali costituiti da fibre sintetiche, la cui portata, come già si osserva nell’ambito del mercato specifico, può superare abbondantemente, a seconda delle necessità, dell’entità del pescato e delle caratteristiche dello stesso l’ordine delle migliaia di Kg.  Detti manufatti, il cui colore varia in base all’entità di carico, nonché in relazione alla modalità specifica di avvolgimento, presentano una completa immunità agli oli, ai grassi ed all’acqua, risultando pertanto idonei  anche nell’ambiente della pesca e con caratteristiche di resistenza particolari, non esistendo nessun fenomeno di attrito o abrasione all’interno del manufatto stesso. A ciò si aggiunge un dato antinfortunistico: non vi è nessun pericolo di slittamento del carico, inoltre, in caso di necessità, è possibile anche un uso senza l’ausilio di guanti protettivi.

  Analogamente riguardo al vaglio, attrezzatura utilizzata nelle fasi preliminari della pesca delle vongole, si potrebbe pensare alla progettazione di un rivestimento della totalità del piano di lavoro dello stesso, ad esempio in materiale simil-plastico, avente le stesse fattezze del già esistente piano in metallo, ma caratteristiche legate alla generazione di rumore differenti.

Particolare del vaglio

Convogliamento del pescato sul vaglio

Convogliamento del pescato sul vaglio

Cernita del pescato sul vaglio



L’uso dei DPI  risulta senza dubbio indispensabile nel settore della pesca, per motivi di tipo igienico-sanitari legati alla specifica tipologia lavorativa, nonché per motivazioni pratiche di utilizzo, sembra comunque che la scelta specifica non possa essere dettata in particolare dal livello di rumorosità riscontrata, quanto dalla “praticità d’uso”, conseguentemente legata all’accettabilità degli stessi da parte dei lavoratori, e da misure di igiene, riconoscendo pertanto un ruolo primario specifico agli “archetti”.

  Anche in tale caso la sensibilizzazione degli addetti, effettuata con ricorrente opera di informazione,  appare di massima importanza.

            Da ultimo sembra opportuno far cenno alla necessaria sorveglianza sanitaria da attivarsi nei confronti del rischio rumore ed espletata ad opera del medico competente.

  Come si è già avuto occasione di esporre nell’ambito del Convegno Internazionale sulla Sicurezza e Salute nel comparto pesca, tenutosi nel giugno 2003 a Mazara del Vallo, (“Proposta di un protocollo di sorveglianza sanitaria nell’ambito della pesca”), questo Servizio, in base alla Letteratura già esistente in proposito, facendo buon riferimento ai valori di rumorosità rilevati negli studi propri della realtà marchigiana condotti dall’Ing. Bolognini, nonché prendendo come ulteriore parametro quanto emerso dal comparto locale di San Benedetto del Tronto, si sente di riproporre a data attuale per la sorveglianza sanitaria specifica sul rumore, una periodicità annuale che consenta di monitorare nel corso del tempo i lavoratori del settore.