BANCA NAZIONALE DELLE SOLUZIONI

Regione: Toscana           

                        Usl:           

      Cod. Regione:           

           Cod. ispesl:           

                     Anno:           

Riservato all’ufficio

     Fonte dell'informazione

e

1.  Unita’ Sanitaria Locale

1.1.                                                                        Organizzazione: 

1.2.                                                                        Via /Piazza: 

                                                                        Cap.:      Comune:             Prov.:

                                                                        Tel.:       Fax.:  

1.3.                                                                        Persona da contattare:

1.4.                                                                        Qualifica:  

2.  Luogo di Lavoro  Richard Ginori

2.1.                                                                      Partita I.V.A.:                 

2.2.                                                                      Cod. ISTAT:        

2.3.                                                                      Ragione sociale:      .

2.4.                                                                      Via /Piazza:           

                    Cap.:                                      Comune:        Prov.:

                    Tel.:                                       Fax.:

2.5.                                                                      Comparto:  Lavorazione della ceramica artistica

2.6.                                                                                               Produzione: Stoviglie e vasellame in ceramica

2.7.                                                                                                     Referente per la soluzione:          

3.  Processo lavorativo e natura del problema

3.1.                    Ciclo di lavorazione:    

La produzione dei manufatti ceramici prevede varie fasi di lavorazione. In estrema sintesi: 1. Stampaggio dei manufatti; 2. Essiccazione degli stessi ad una temperatura di 60° C; 3. Rifinitura di tali semilavorati (scostolatura con “lamino” e spugnatura); 4. Cottura; 5. Decorazione; 6. Ulteriore cottura.

3.2.                    Lavorazione/Fase di lavorazione/Prodotto o materiale impiegato:   

Nella postazione di lavoro analizzata viene svolta un'attività di rifinitura dei manufatti semilavorati. I pezzi, dopo essere stati stampati, vengono essiccati ad una temperatura di 60° CD. Una volta tolti dallo stampo vengono ripuliti dalle “sbavature “ e dalle imperfezioni del materiale, cotti, decorati e quindi nuovamente cotti. I manufatti da rifinire possono essere: zuppiere, vaseria di vario tipo, vasi o teiere grandi o pezzi molto piccoli, come coperchi o vasetti.

L’attività svolta nella postazione di lavoro studiata consiste pertanto nella seguente sequenza di azioni tecniche:

-          prendere il manufatto dall’asse su cui sono disposti i semilavorati,

-          passare uno o più tipi di lametta nei bordi e in alcuni punti del manufatto per  eliminare le sbavature da stampo,

-          aspirare all’interno del pezzo i residui di lavorazione e la polvere di ceramica,

-          passare una o più spugne bagnate sull’intera superficie del vaso o della zuppiera per uniformare e lisciare ulteriormente i bordi e le pareti del manufatto o per eliminare eventuali impronte o imperfezioni,

-          rifinire le parti più minute (come i beccucci delle teiere o i punti nascosti dei manici) con un pennello intinto nell’acqua,

-          riporre il pezzo finito sull’asse dei semilavorati.

A volte le operatrici ritengono più pratico portare a termine prima un’intera fase della lavorazione (ad esempio la “spugnatura”) per tutti i pezzi, e poi passare ad un’altra, anziché svolgere tutte le fasi su di un solo pezzo per volta.

 

3.3.                    Impianto/Macchina/Parte di macchina/Attrezzo:       

La postazione di lavoro in uso consiste di un tavolo non regolabile in altezza, dotato di un sistema di aspirazione per eliminare i residui di lavorazione e le polveri prodotte dai materiali impiegati e di una seduta non regolabile senza poggiapiedi.

Accessori della lavorazione sono:

-          due tipi di lampada, una (a fluorescenza) per illuminare uniformemente la postazione di lavoro, l’altra, a luce più intensa (a incandescenza), per illuminare il pezzo ed esaltare ombre, contrasti, ed asperità sulle superfici;

-          una vaschetta d’acqua, costantemente rifornita, che viene usata per bagnare spugne e pennelli;

-          un tornietto mobile, a funzionamento manuale, usato nella lavorazione di alcuni pezzi, che può essere alzato o abbassato con spessori aggiuntivi.

Nel tavolo sono integrati anche un cassetto portautensili, un aspiratore ed una struttura di appoggio per l’asse dei semilavorati. Gli utensili utilizzati sono: lamini, spugne e pennelli.

 

3.4.                                               Modello:            Tipo:         Anno di costr.:   -

3.5.             Costruttore / Importatore:          
                                                 

3.6.                    Descrizione dei rischi (e stima del n. di soggetti esposti):      

 

La postazione di lavoro è stata studiata al fine di evidenziare le seguenti problematiche:

1.        rischio da movimenti ripetitivi;

2.        rischio posturale

3.        incongruenze strutturali in rapporto ai compiti da svolgere;

4.        struttura non adeguata alle caratteristiche antropometriche

 

Le modalità di analisi:

1.        videoregistrazione ed applicazione del metodo OWAS per l’analisi del rischio posturale; determinazione dello Strain index di Moore e Garg  per l'analisi dei movimenti ripetitivi;

2.        osservazione diretta del lavoro e incontro con i lavoratori addetti alla rifinitura (gruppo omogeneo) per quanto concerne l’analisi dei compiti svolti e la loro congruenza rispetto alle caratteristiche del posto di lavoro;

3.        confronto tra i dati rilevati nella situazione esistente rispetto a quanto consigliato dalle normative o dalla letteratura scientifica.

L’attività lavorativa del settore ceramico può essere causa di disturbi muscolo-scheletrici conseguenti ad attività ripetitive o all’assunzione dei posture incongrue.

L’indagine è stata mirata ad evidenziare: la presenza di eventuali condizioni lavorative che configurassero un rischio di esposizione a tale patologia , con particolare riferimento a quelle a carico dell’arto superiore (sindrome del tunnel carpale) e del rachide (lombalgia).

La valutazione del rischio è stata effettuata mediante videoregistrazione dei compiti lavorativi e studio dei seguenti fattori posturali: stress meccanico, forza muscolare, postura di lavoro, ripetitività.

L’analisi complessiva della postazione di lavoro ha messo in evidenza una serie di problemi: i posti di lavoro esaminati hanno mostrato alcune anomalie dal punto di vista ergonomico. E’ emerso che il lavoro espone ad un’attività ripetitiva con impegno muscolare in particolare delle mani e dei polsi in atteggiamento posturale incongruo (postura fissa assisa o in piedi per lacune ore al giorno, con un braccio sollevato oltre il livello della spalla talvolta per buona parte del tempo).

 

4.23.                        Descrizione dei danni (e stima del n. di soggetti danneggiati):    

Alcuni soggetti hanno presentato in passato disturbi muscolo-scheletrici a carico del rachide e dell'arto superiore.


 

4.  Soluzione

                   Tipo di intervento:

4.1.             Disegno industriale                                               

L’analisi della postazione di lavoro ha messo in luce alcune incongruenze strutturali dal punto di vista ergonomico ed antropometrico. Sono stati quindi previsti due differenti tipi di progetto. Uno di ergonomia correttiva dell’esistente, da attuarsi nell’immediato, ed uno di riprogettazione dell’intera postazione di lavoro, da realizzarsi non appena possibile. I due progetti sono accomunati dall’intenzione di rendere la postazione di lavoro quanto più adattabile alle differenti tipologie di lavorazione ed alle differenti caratteristiche antropometriche dei lavoratori, tradizionalmente donne.

Progetto di minima

Nell’intervento progettuale di tipo correttivo è stato utilizzato un prototipo in parte già sviluppato dall’azienda e si è cercato, per quanto possibile, di adattare l’esistente alle necessità antropometriche delle operatrici, nonostante i vincoli posti dalle attrezzature.

Il piano di lavoro non è stato modificato e il meccanismo di regolazione in altezza permane complicato e lento da utilizzare. La posizione del tornietto è stata modificata per consentirne un utilizzo più comodo. L’asse per i semilavorati è stata resa regolabile in altezza ed in profondità, per evitare alle operatrici l’iperestensione degli arti superiori e del busto per il raggiungimento dei pezzi. I poggiabraccia sono stati modificati in modo da non urtare gli oggetti sul tavolo, da ampliare le possibilità di posizionamento e da favorire un appoggio del braccio più corretto e confortevole. Piccole correzioni dimensionali sull’impianto di aspirazione e sulla vaschetta dell’acqua hanno aumentato lo spazio a disposizione, e diminuito l’estensione dei movimenti degli arti superiori.

Dal momento che le lavoratrici alternano la posizione seduta e quella in piedi si è raccomandata l’assunzione di tre soluzioni alternative: una sedia regolabile di tipo rialzato con poggiapiedi, un siedi-in-piedi e, per chi vuole lavorare solo in piedi, un tappeto antifatica da associare ad un poggiapiedi per scaricare alternativamente il carico sugli arti inferiori.

Una sagomatura morbida è stata aggiunta sui bordi e gli spigoli del banco di lavoro per evitare compressioni delle braccia o di altre parti del corpo sui punti ad angolo. Si è consigliato l’impiego di materiali e finiture a basso indice di riflessione della luce, per evitare che l'illuminazione localizzata possa arrecare affaticamento ulteriore della vista.

 

Progetto di massima

Il secondo progetto, più completo, ha previsto l’adozione di un nuovo tavolo di lavoro, regolabile in altezza per mezzo di un dispositivo      ( a cremagliera con riduttore)      idraulico      di semplice utilizzo.

Per quanto riguarda l’impianto di aspirazione, il blocco situato sotto la superficie del piano di lavoro è stato modificato nella forma per permettere l’inserimento delle gambe sotto il tavolo in posizione seduta. Allo stesso modo è stato rivisto il profilo della “cappa”. Il nuovo disegno del blocco metallico permette anche la riduzione dello spessore del piano di lavoro, almeno nella parte anteriore del tavolo.

In linea generale si raccomanda una riprogettazione dell’impianto di aspirazione, che preveda l’eliminazione definitiva dell’ingombro sotto il tavolo e che occupi meno spazio sul piano di lavoro.

Per il tornio si è mantenuta la possibilità di muoverlo verticalmente mediante il pistone pneumatico ma si prevede che sia possibile bloccarlo al punto desiderato (le posizioni possibili siano almeno più di due) come richiesto dalle operatrici.  Inoltre è stata previsto che il pistone sia ancorato sul fondo del banco e possa essere arretrato verso il fondo del tavolo ( con un sistema a pantografo), per permettere un range maggiore di movimento senza togliere spazio alle gambe.

Un braccio di collegamento ( a pantografo) è stato posizionato tra pistone e tornio per consentirne il posizionamento in qualunque punto del piano, a seconda della lavorazione da svolgere. Se non utilizzato il tornietto può essere sistemato in prossimità della “cappa” in modo da non ingombrare la superficie di lavoro.

E’ stato previsto inoltre un nuovo poggia braccia, regolabile in altezza, posizionabile in qualunque punto, tramite un braccio snodato ed un morsetto, e dotato di un appoggio anatomico e morbido.

Un supporto simile può inoltre essere utilizzato (se si volesse) anche come base per una nuova vaschetta per l’acqua.

In questo modo i due ausili (poggia-braccia e porta-vaschetta) possono essere intercambiabili in base alle necessità della lavorazione e delle operatrici (quelle mancine, per esempio).

La vaschetta è stata riprogettata con un nuovo profilo e pareti inclinate per evitare una flessione del polso troppo pronunciata nel movimento di immersione della spugna. Il bordo superiore ha un profilo asimmetrico per costituire un alloggio naturale per i pennelli che nella vaschetta esistente si perdono facilmente nell’acqua.

        La vaschetta è stata riprogettata, variandone   dimensioni in larghezza, profondità e ubicazione, portandola nell’arco di azione delle braccia della operatrice, (come richiesto dalle dalle stesse ) Il movimento del polso, con questi accorgimenti,  non risulta più a 90° poichè tutta la postura , sia in piedi che a sedere essendo più corretta, permette l’allungamento del braccio senza piegare troppo il polso durante la bagnatura della spugna.

        La struttura che sostiene l’asse dei semilavorati è stata rivista in funzione di una maggiore semplicità d’uso e di un più corretto movimento nell’atto di depositare o prendere i pezzi senza alzarsi in piedi o allungarsi troppo per la postura di sedimpiedi. Il meccanismo di regolazione in altezza è comandato da un manovella sul retro del tavolo, mentre la regolazione in profondità è resa possibile dallo scorrimento dei profili delle aste orizzontali. Su queste sono montati dei rulli che permettono lo scivolamento parallelo dell’asse rispetto alla superficie di lavoro. In tal modo l’operatrice può far scorrere i pezzi davanti senza doversi sempre estendere od alzarsi per raggiungerli.

Per quanto riguarda la seduta vale quanto detto per il progetto minimo: si è consigliata una seduta rialzata ergonomica con regolazione a pistone. E’ però opportuno lasciare la possibilità ad ogni operatrice di scegliere la posizioni di lavoro preferita. Alla sedia rialzata andrà pertanto affiancato anche un siedi-in-piedi ed un tappeto antifatica associato ad un poggiapiedi opportunamente regolabile in altezza ed in inclinazione.

Le superfici su cui è possibile appoggiare gli arti superiori o altre parti del corpo sono state studiate in modo da non presentare bordi taglienti.

I materiali e le finiture devono essere a basso indice di riflessione della luce.

Per quanto riguarda i colori da utilizzare per le finiture delle varie parti si è sconsigliato l’uso del bianco e di colori scuri, e raccomandato l’uso di colori tenui più riposanti e gradevoli per la vista e per l’estetica dell’ambiente di lavoro.

 

4.2.                    Protezione personale

I dispositivi di protezione individuale sono rimasti quelli che erano già in dotazione alle operatrici (cuffie e guanti in lattice). Il dispositivo di aspirazione delle polveri di lavorazione è stato rivisto come spiegato nel paragrafo precedente, ma senza modificarne le caratteristiche tecniche e di portata.

 

4.3.             Cambiamento dell’organizzazione del lavoro      

4.3.                    Informazione del personale

Il personale è stato coinvolto in un incontro di gruppo omogeneo che aveva lo scopo di raccogliere informazioni utili sulla lavorazione e le necessità delle operatrici, ma anche di informarle sui possibili rischi derivanti dal loro lavoro. E’ stato spiegato loro come assumere posture corrette durante la lavorazione di lavoro per non affaticare troppo la schiena, le gambe e gli arti superiori e come utilizzare la nuova postazione di lavoro. Durante la lavorazione sul prototipo sono stati raccolti i pareri del personale, mentre con il loro aiuto si testava l’efficacia del banco di lavoro.

Un questionario è stato messo a punto per raccogliere le impressioni dei dipendenti sulla nuova sistemazione, dopo che questa fosse stata provata per un certo periodo di tempo.

4.5.             Cambiamento delle sostanze o dei materiali in uso      

4.6.             Altro:                                                      

4.7.             Descrizione:

4.8.               Eventuali materiali utilizzati:     

4.9.             Risultati Ottenuti/Efficacia: Le operatrici sembrano essere state soddisfatte dalla modifiche apportate al  banco.

4.10.           Norme Legislative di riferimento: art. 3 Dlgs 6262/94

4.11.           Norme Tecniche di riferimento:  letteratura scientifica       

4.12.           La soluzione è coperta da brevetto?                         NO          data:    

4.13.           La soluzione è coperta da segreto industriale?       NO   

4.14.                     Durata della soluzione:        

4.15.                 Costo della soluzione:

Il  progetto di minima ha previsto la correzione del prototipo proposto dall’azienda.

Il  costo previsto è sostanzialmente contenuto perché l’operazione consiste nell’apportare solo alcune modifiche alla postazione già esistente (migliorare il poggia braccia, ingrandire la vaschetta, ecc.). Il costo maggiore è riferibile all’acquisto della seduta ergonomica (£. 400.000 c.)

 

Il progetto di massima ha previsto l’utilizzo di alcuni prodotti presenti sul mercato. Questi sono stati modificati in alcuni punti per poter essere utilizzati nel caso specifico. La spesa totale per ogni postazione di lavoro è di circa  4 milioni e mezzo (banco realizzato da Ginori in acciaio inox)

                                                          

4.16.                 Anno installazione:                      2000

                   Documentazione disponibile:

4.16.           Inesistente:                       

4.17.                 Figure o disegni:

I due progetti, di minima e di massima, sono stati redatti in tavole e relazione esplicativa.     

4.18.                 Audiovisivi:

E’ stata effettuata una videoregistrazione della lavorazione specifica in funzione dell’analisi con Metodo OWAS.     

4.19.                 Testo:

La relazione completa prevede un’analisi del lavoro, la relazione che accompagna i progetti, un’analisi sulle possibilità di sviluppo del progetto, una bibliografia, una relazione dettagliata sull’analisi effettuata tramite Metodo OWAS, una relazione sull’incontro di gruppo omogeneo, il questionario da somministrare alle lavoratrici, il confronto tra le dimensioni del prototipo e i valori forniti dalla letteratura e le tavole di progetto.

4.20.                 Foto o diapositive:

Molte fotografie sono state scattate a supporto dell’analisi del lavoro e durante le prove sul prototipo   

4.21.           Ditta installatrice/produttrice della soluzione:
Ragione Sociale:                                                   

4.22.           Via/Piazza:                                                                  Cap:  
Comune:                  
                        Provincia:    
Tel.:                          
                        Fax.:        

Referente per la soluzione:             

 


 

5.  Valutazione

5.1.                    Difficoltà di utilizzo:              

Gran parte dello sforzo progettuale è stato teso a semplificare l’utilizzo della postazione di lavoro e degli utensili necessari alla rifinitura dei semilavorati, nonché al miglioramento delle condizioni di lavoro e delle posture. In tal senso il progetto di massima è senza dubbio il più completo.

 

                                                                  se difficile specificare:

    Il problema di favorire l'utilizzazione dei miglioramenti  risulta sempre di difficile soluzione. I risultati migliori si ottengono facendo azione di informazione sul personale e realizzando interventi di ergonomia partecipativa, in particolare coinvolgendo i lavoratori più  giovani e  “neoassunti”

5.2.                                                                      Sono stati informati i lavoratori/utilizzatori sull'uso/funzione della soluzione.

I lavoratori sono stati informati sulle modalità di utilizzo della nuova postazione di lavoro sia in occasione dell’incontro di gruppo omogeneo avvenuto in fase di analisi e progettazione, sia in occasione delle prove sul prototipo che sono state effettuate con l’aiuto delle stesse dipendenti.

5.3.                                                                      Parere dei lavoratori/utilizzatori/rappresentante per la sicurezza    

Il parere espresso durante le prove sul prototipo è stato sostanzialmente positivo. Qualche perplessità è stata espressa per quanto riguardava dispositivi come i poggiabraccia, che la quasi totalità delle operatrici non erano abituate ad usare, ma si è spiegato loro che gli ausili, in quanto tali, servono a facilitare le operazioni da svolgere e rendere più confortevoli le posture, o anche ad evitare l’assunzione di posture incongrue. Il loro uso è stato consigliato. Sono state invitate a provarli per qualche tempo, e solo dopo decidere se proseguire ad utilizzarli o meno.
                                                        se indifferente o negativo specificare:  
     

5.4.                                                                      Parere dell'imprenditore/datore di lavoro/responsabile servizio di prevenzione e protezione dell’azienda :                                                        


                                                                        se indifferente o negativo specificare: 

5.5.                                                                      La soluzione modifica sostanzialmente le modalità di lavoro?    
                                                                        se si specificare:  
     

5.6.                                                                      La soluzione deve essere rimossa per la normale manutenzione dell'impianto/macchina/ecc.:         

5.7.                                                                      La soluzione deve essere rimossa per il carico/scarico dei prodotti in lavorazione? 

                                                                  se si l'impianto/macchina/ecc. può funzionare?      

5.8.                                                                      La soluzione necessita di particolari cure o manutenzione?           
                                                                        se si specificare:  
     
                                                                        Certamente il banco definitivo richiede manutenzione periodica sui “leverismi” pneumatici