Regione:

Usl:

Cod.Regione:

Cod. ISPESL:

Anno:

                   Riservato all’ufficio

 

 

 

Fonte dell’informazione

 

 

 

1.1  Organizzazione: 

1.2   Via/Piazza: 

 Cap.: Comune:      Prov.:

 Tel.:     Fax:                                      e-mail:

1.3  Persona da contattare:

1.4   Qualifica:

 

 

2. Luogo di lavoro

 

 

2.1 Partita

2.2 Cod.

2.3 Ragione sociale:

2.4 Via/Piazza:

       Cap.:.Comune:           Prov.: 

       Tel.: Fax:  e-mail:

2.5 Comparto: Sanitario

2.6 Produzione:Assistenza sanitaria ospedaliera e territoriale

2.7

 

 

3. Processo lavorativo e natura del problema

 

 

3.1 Ciclo di lavorazione:

GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO

I rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo vengono classificati ed identificati come: Tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonché da ambienti ove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie causate da agenti biologici di gruppo 4 (isolamento stretto o respiratorio)

 

Tessuti, organi e parti anatomiche non riconoscibili. Animali da esperimento. Tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica, nonché da ambienti ove soggiornino pazienti in isolamento infettivo affetti da agenti biologici di gruppo IV di cui all’allegato XI del D.lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni.

Piastre, terreni di coltura e altri presidi utilizzati in microbiologia e contaminati da agenti patogeni.

I rifiuti quali, bastoncini cotonati per colposcopia e paptest, bastoncini oculari, cannule e drenaggi, cateteri, raccordi, sonde, circuiti per circolazione extracorporea, cuvette monouso per prelievo bioptico endometriale, deflussori, flebocisti contaminate, filtri di dialisi, filtri esausti provenienti da cappe, guanti monouso, materiale monouso, materiale per medicazione, sacche, set di infusione, sonde rettali e gastriche, sondini, spazzole e cateteri per prelievo citologico, speculum auricolare monouso, suturatici automatiche monouso, gessi e bendaggi, rifiuti taglienti  a condizione che presentino almeno una delle caratteristiche di provenienza da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico, secreto od escreto dei pazienti isolati; siano contaminati da: sangue o altri liquidi biologici che contengano sangue in quantità tale da renderlo visibile; feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti; liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido pericardio o liquido amniotico; i rifiuti provenienti da attività veterinaria che: siano contaminati da agenti patogeni per l’uomo o per gli animali; siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico, secreto od escreto per i quali sia  ravvisato dal veterinario un rischio di patologia trasmissibile attraverso tali liquidi.

 

La gestione dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo prevede diverse fasi di lavorazione quali:1. Raccolta  nelle aree di produzione; 2. Confezionamento; 3.Trasporto al punto convenzionale di raccolta; 4.Trasporto al deposito temporaneo; 5. Deposito temporaneo.

 

3.2 Lavorazione/Fase di lavorazione/Prodotto o materiale impiegato:

La raccolta dei rifiuti sanitari a rischio infettivo  nelle aree di produzione viene attuata dal personale in servizio che provvede a depositare nel momento della loro produzione e previa accurata selezione, direttamente negli appositi contenitori.

Il trasporto dei contenitori confezionati al punto convenzionale di raccolta dai reparti ospedalieri è effettuato a cura degli addetti al trasporto. I rifiuti dovranno essere trasportati utilizzando i percorsi verticali “ sporchi “ fino al punto convenzionale di raccolta più vicino. I punti convenzionali di raccolta sono  evidenziati nella planimetria al punto 4.17.

Il trasporto  dei rifiuti dai punti convenzionali di raccolta fino al deposito temporaneo situato nell’area ecologica ospedaliera è effettuato ad opera degli addetti al trasporto con l’utilizzo degli appositi carrelli motorizzati. L’asporto dei rifiuti è effettuato più volte al giorno ( in ogni caso non meno di due volte ) per evitare eccessivi accumuli.

Il deposito temporaneo dei rifiuti di cui alla presente procedura è localizzato nell’area ecologica, i rifiuti devono essere depositati nel box contraddistinto dalla scritta RIFIUTI SANITARI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO ed il simbolo di rischio biologico come evidenziato al punto 4.17

 

3.3 Impianto/Macchina/Parte di macchina/Attrezzo:

 

3.4 Modello: Tipo:  Anno di costr.:

 

3.5 Costruttore/Importatore:

 

3.6 Descrizione dei rischi (e stima del n. di soggetti esposti):

Il 70 % degli operatori dipendenti ulss è esposto  a rischio di tagli e punture accidentali, oltre a quello di contaminazione con agenti biologici patogeni, durante le operazioni di: produzione del rifiuto sanitario,  manipolazione e trasporto degli imballaggi per rifiuti sanitari pericolosi.

 

3.7 Descrizione dei danni (e stima del n. di soggetti danneggiati):  infortunio con possibile  trasmissione di malattia infettiva ( puntura o taglio accidentale, contaminazione della cute o delle mucose ).

30 infortuni / anno ogni 1000 esposti, ( dati nazionali indicano 0,3 sieroconversioni ogni 1000 infortunati ).

 

 

4. Soluzione

 

 

Tipo di intervento:

La gestione prevede l’adozione di iniziative dirette a favorire, in via prioritaria, la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti. In particolare la gestione dei rifiuti ha lo scopo di:  garantire che tutte le  sue fasi  dalla produzione alla movimentazione interna al deposito temporaneo e allo smaltimento, avvengano senza pericolo per la salute degli operatori e della collettività e pregiudizio per l’ambiente; e di favorire attraverso un’accurata e puntuale selezione all’origine, la riduzione della produzione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo al fine di contenere i costi di smaltimento di tale tipologia di rifiuto e di rispettare il limite massimo di produzione stabilito dalla Regione ( la deliberazione della Giunta Regionale del Veneto del 30 maggio 1995 nn. 3095 fissa il quantitativo massimo di riferimento di rifiuto pericoloso a rischio infettivo che ogni Ospedale può produrre in 0,500 Kg per giornata di presenza, prevedendo un monitoraggio continuo della quantità con obbligo di comunicazione trimestrale al Dipartimento Ecologia della Regione del rapporto rifiuto prodotto / giornata di presenza).

 

4.1   Ingegneristico:  Identificazione dei punti convenzionali di raccolta e dell’area ecologica per il deposito    

temporaneo; un  esempio di mappatura è rappresentato  nella planimetria al punto 4.17

 

4.2   Protezione personale:

In ogni fase di gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo devono essere utilizzati i Dispositivi di Protezione Individuali ( DPI ) messi a disposizione : guanti, indumenti protettivi e calzature antisdrucciolo nella fase di trasporto ai punti di raccolta.

 

4.3   Cambiamento dell’organizzazione del lavoro:

La Direzione Sanitaria, nell’ambito della gestione dei rifiuti di cui alla presente procedura, ha la Responsabilità di adottare misure generali dirette a favorire la riduzione della produzione di tale tipologia di rifiuti e lo smaltimento senza pericolo per la salute e pregiudizio per l’ambiente.

Il Direttore medico di Presidio Ospedaliero, il Direttore del Dipartimento di Prevenzione e il Direttore del Distretto detengono le responsabilità per quanto riguarda la corretta gestione dei rifiuti prodotti nelle strutture di rispettiva pertinenza.

Responsabile Servizio Gestione Rifiuti (qualora identificato),  detiene la responsabilità della corretta gestione dei rifiuti assicurando: la fornitura ai reparti di produzione di appositi contenitori conformi, per caratteristiche costruttive, alla destinazione di utilizzo e disposizione di legge; la diffusione al personale interessato di procedure ben definite e l’organizzazione di momenti di formazione e di aggiornamento continuo in tema di gestione dei rifiuti; la corretta registrazione dei movimenti di carico-scarico in appositi Registri (sede centrale e sedi periferiche); la corretta compilazione dei formulari di accompagnamento, la corretta compilazione della denuncia annuale (MUD). In assenza di questa figura tali responsabilità rientrano fra quelle attribuite al responsabile sanitario di struttura (vedi punto precedente).

Il caposala ed il personale responsabile delle sedi periferiche detiene la responsabilità della corretta gestione dei rifiuti nell’ambito del servizio di sua competenza; esercita una vigilanza continua sul rispetto della procedura e sul corretto utilizzo dei DPI durante la manipolazione dei rifiuti da parte del personale di reparto ed in particolare vigila sulla corretta selezione del rifiuto all’origine.

Il personale sanitario di reparto e il personale addetto alle pulizie è responsabile: della corretta gestione del rifiuto secondo le indicazioni ricevute curandone in modo scrupoloso la selezione al fine di ridurne il quantitativo prodotto; del corretto utilizzo dei DPI messi a sua disposizione.

Qualora gli addetti siano dipendenti di ditte esterne la materia viene regolamentata ai sensi dell’art. 7 del D.lgs. 626/94.

 

4.4   Informazione del personale:

Sono state fornite  Indicazioni operative da attuare  nelle fasi di :  raccolta nelle aree di produzione; trasporto al punto convenzionale di raccolta;  trasporto al deposito temporaneo; deposito temporaneo.

 

4.5    Cambiamento delle sostanze o dei materiali in uso: adozione di contenitori:

I materiali utilizzati sono:  

      a) contenitore rigido: 

soluzione 1 contenitore in cartone

soluzione 2 contenitore in plastica non perforabile impermeabile con sacco di plastica ( imballaggio flessibile con la scritta rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo ) , capacità di 40 – 60  litri, con la scritta contenitore monouso per rifiuto sanitario pericoloso a rischio infettivo, destinato all’incenerimento e simbolo del rischio biologico, spazio per indicare destinazione, reparto di produzione, data di confezionamento. I contenitori devono essere dotati di manici che consentono un’agevole presa e trasporto.

      b) contenitore per taglienti e pungenti :

contenitore rigido di plastica, capacità da 0,6 a 7 litri,  con le scritte e simbolo: rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti ed il simbolo di rischio biologico.

 

4.6    Altro

 

4.7   Descrizione: Indicazioni operative da applicare

Fase di raccolta nelle aree di produzione 

Tutti  i rifiuti taglienti ( aghi, lame, venaflon, bisturi monouso, ecc. ) devono essere inseriti nel contenitore rigido di plastica per taglienti e pungenti: è tassativamente proibito introdurre qualsiasi rifiuto tagliente o pungente direttamente nel contenitore rigido e sacco in plastica per evitare perforazioni che comportano un rischio di tagli e punture accidentali agli operatori addetti alla manipolazione e trasporto degli imballaggi.

Porre la massima attenzione nella manipolazione dei rifiuti pungenti e taglienti, evitando ogni manovra che possa esporre al rischio di punture e tagli accidentali; evitare nel modo più assoluto di incappucciare l’ago usato o di piegarlo o romperlo prima della sua introduzione nel contenitore apposito.

I contenitori per pungenti e taglienti devono essere collocati in posti idonei, comodi e vicini al luogo in cui devono essere utilizzati.

I contenitori  per pungenti e taglienti, una volta pieni, devono essere chiusi ed inseriti nel contenitore rigido  e sacco  assieme ad altri rifiuti potenzialmente infetti.

In ogni fase di gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo devono essere utilizzati i Dispositivi di Protezione Individuali ( DPI ) messi a disposizione.

Deve essere operata una accurata selezione dei rifiuti all’origine introducendo negli appositi contenitori solo ed esclusivamente i rifiuti che presentano le caratteristiche di rischio infettivo; tutti gli altri rifiuti dovranno essere smaltiti secondo le modalità più opportune in rapporto alla tipologia: raccolta differenziata, rifiuti solidi urbani ecc. Si raccomanda la massima attenzione nella selezione al fine di ridurre la quantità di rifiuto prodotto e conseguentemente  il costo e l’impatto ambientale relativi allo smaltimento per incenerimento.

Chiudere accuratamente il sacco utilizzando l’apposito laccio di chiusura e successivamente chiudere il contenitore rigido seguendo le indicazioni riportate sullo stesso.

Riportare, utilizzando un pennarello indelebile, nell’apposito spazio di ciascun contenitore confezionato:

- reparto di produzione,

- data di confezionamento.

Si raccomanda che i contenitori di cui al punto 4.5 lettera a), b) non vengano riempiti più di ¾ della specifica capacità di contenimento al fine di evitare possibili incidenti causati da aghi sporgenti dal contenitore. 

Lo stoccaggio nei reparti ospedalieri dei contenitori confezionati deve essere effettuato negli idonei locali appositamente individuati.

Fase di trasporto al punto convenzionale di raccolta

In tutte le fasi di manipolazione del rifiuto devono essere usate misure di protezione individuali ( guanti e indumenti protettivi ).

Per il trasporto devono essere usati correttamente carrelli metallici, dotati di superfici facilmente lavabili, a quattro ruote evitando eventuale spargimento di materiale.

Depositare in modo ordinato i contenitori nei punti convenzionali di raccolta.

 

In tutte le fasi di manipolazione del rifiuto devono essere usate misure di protezione individuali ( idonei guanti in cuoio, indumenti protettivi e calzature antisdrucciolo ).

In caso di fuoriuscita accidentale di rifiuti per rottura dei contenitori è necessario procedere come segue:

-         raccolta dei rifiuti in un nuovo contenitore confezionato come specificato nell’istruzione operativa raccolta nelle aree di produzione;

-         bonifica dell’area con l’utilizzo di disinfettante clorossidante elettrolitico e successivamente lavare con acqua.

 

Fase di deposito temporaneo

Riporre in maniera ordinata i contenitori nell’apposito box protetto da manomissioni evitando di accumulare rifiuti al di fuori di esso.

I colli devono essere stivati in modo da essere facilmente accessibili, devono essere depositati solo in luoghi freschi, lontani dalle sorgenti di calore.

 

 

4.8   Eventuali materiali utilizzati: vedi fotografie allegate dei vari tipi di contenitori presenti sul mercato  

 

4.9   Risultati ottenuti/Efficacia:  vedi allegato 1 ( scheda di valutazione delle procedure.doc )

 

 

4.10 Norme Legislative di riferimento:

Decreto Legislativo n. 22 del 5 febbraio 1997 “ Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”

Decreto del Presidente della repubblica 15 luglio 2003, n. 254 ( vedi allegato A ) 

Direttiva del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del 9 aprile 2002 “ Indicazioni per la corretta e piena applicazione del regolamento comunitario n. 2557/ 2001 nelle spedizioni di rifiuti ed in relazione al nuovo elenco dei rifiuti.

Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 3095 del 30 maggio 1995 “ Smaltimento dei rifiuti solidi di origine sanitaria destinati all’incenerimento ( R.S.O.) “.

Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto del 6 ottobre 1998 n. 3606 “ Indirizzi operativi “.

 

 

Documentazione disponibile:

 

 

4.17 Figure o disegni

 

 

Esempi di planimetrie con collocazione dei punti di deposito temporaneo e suddivisione delle aree dielle aree di raccolta rifiuti secondo le varie tipologie di prodotti.

A: Padiglione 1 - Ala OVEST- Piano seminterrato, B: Padiglione 1 -Ala EST- Piano seminterrato, C: Padiglione 2-Ala EST- Piano semiinterrato, D: Padiglione 3 Ala OVEST-Piano seminterrato, E: Padiglione 4- Tunnel di collegamento piano seminterrato, F: Padiglione 1 Piano seminterrato collegamento.

 

 

 

 

 

 

 

4.19 Testo Dpr 15 luglio 2003, n. 254:

 

Il Dpr 15 luglio 2003, n. 254

 (Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari), modificando ed integrando il Decreto Legislativo n. 22 del 1997,  prende specificamente in esame i rifiuti sanitari pericolosi e non, prevedendo che gli stessi debbano essere smaltiti in modo da non causare rischi per la salute e danni all’ambiente.

Questo Decreto all’art. 2, comma 1, punto d), definisce ed identifica i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo (codici CER 18.01.03 e 18.02.02) come segue:

 

a)     tutti i rifiuti che provengono da ambienti di isolamento infettivo nei quali sussiste un rischio di trasmissione biologica aerea, nonché da ambienti ove soggiornano pazienti in isolamento infettivo affetti da patologie causate da agenti biologici di gruppo 4(*), di cui all'allegato XI del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni;

b)     i rifiuti elencati a titolo esemplificativo nell'allegato I del presente regolamento che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:

b1) provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dei pazienti isolati;

b2) siano contaminati da:

b2a) sangue o altri liquidi biologici che contengono sangue in quantità tale da renderlo visibile;

b2b) feci o urine, nel caso in cui sia ravvisata clinicamente dal medico che ha in cura il paziente una patologia trasmissibile attraverso tali escreti;

b2c) liquido seminale, secrezioni vaginali, liquido cerebro-spinale, liquido sinoviale, liquido pleurico, liquido peritoneale, liquido pericardico o liquido amniotico;

c)   i rifiuti provenienti da attività veterinaria, che:

c1) siano contaminati da agenti patogeni per l'uomo o per gli animali;
c2) siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto per il quale sia ravvisato, dal medico veterinario competente, un rischio di patologia trasmissibile attraverso tali liquidi;

 

(*) Come riferimento si riportano di seguito l’elenco non esaustivo degli agenti biologici di gruppo IV°:

·        virus Junin

·        virus Lassa

·        virus Machupo

·        virus della febbre emorragica di Crimea/Congo

·        virus Ebola

·        virus Marburgo

·        Variola maior e minor

·        Whitepox virus

 

 

 

 

4.20 Foto o diapositive:

 

I° soluzione:contenitore monouso in cartone da 40 litri adatto a materiale contaminato che non sia in grado di tagliare o  perforare.

II° soluzione: contenitore monouso da 60 litri imperforabile e impermeabile in plastica rigida (riduzione degli eventi di contaminazione accidentale a seguito di rottura del sacco impermeabile interno, eliminazione, nella fase di trasporto, del rischio da puntura per aghi accidentalmente inseriti senza l’apposito contenitore, per taglienti e pungenti).

Esempi di contenitori per taglienti e pungenti

Si evidenziano due tipi di contenitori per taglienti e pungenti. E’ necessario prevedere la verifica periodica del mantenimento delle caratteristiche qualitative di tali contenitori in quanto si è verificato che variazioni del 10 % in peso    può provocare un grave decadimento delle caratteristiche di resistenza del contenitore con rischio di infortunio.

Esempio:  un contenitore da 0,7 litri utilizzato per attività su territorio, presentava  uno spessore  inferiore della plastica (  54, 5 gr di peso contro 63,5 gr della fornitura standard ). Questo ha permesso all’ago di perforare il contenitore provocando un infortunio.

 


 

 

 

5. Valutazione

 

 

5.1 Difficoltà di utilizzo:

non raccolta la valutazione sulla difficoltà di utilizzo; si propone una scheda di valutazione da parte dei lavoratori delle procedure proposte ( Allegato 1)

5.2 Sono stati informati i lavoratori/utilizzatori sull’uso/funzione della soluzione? Sì

5.3 Parere dei lavoratori/utilizzatori/rappresentante per la sicurezza

       se indifferente o negativo specificare: Non ancora raccolto

5.4 Parere dell’imprenditore/datore di lavoro/

      Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’azienda

       se indifferente o negativo specificare: Non raccolto

5.5 La soluzione modifica sostanzialmente le modalità di lavoro?

       se sì specificare: rispetto a pratiche antecedenti l’applicazione del D.lgs. 626/94 sì

5.6 La soluzione deve essere rimossa per la normale manutenzione dell’impianto/

       macchina/ecc.: non pertinente

5.7 La soluzione deve essere rimossa per il carico/scarico dei prodotti in lavorazione?

       se sì l’impianto/macchina/ecc. può funzionare?: Non pertinente

5.8 La soluzione necessita di particolari cure o manutenzione?

       se sì specificare : No

 


 

ALLEGATO 1

 

SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE  PROCEDURE

 

 

Al fine di migliorare le procedure operative Vi chiediamo di compilare e consegnare all'ufficio ……………. la presente scheda. La scheda è anonima.

 

1.      Ritengo la procedura :

 

GIUDIZIO

X

PUNTEGGIO

UTILE

 

10

SUPERFLUA

 

1

 

 

GIUDIZIO

X

PUNTEGGIO

COMPLETA

 

10

INCOMPLETA

 

1

 

2.      Ritengo la descrizione della procedura:

 

GIUDIZIO

X

PUNTEGGIO

CHIARA

 

10

ABBASTANZA CHIARA

 

5

INCOMPRENSIBILE

 

1

 

3.      La procedura ha modificato il comportamento in riferimento ai rischi?

 

GIUDIZIO

X

PUNTEGGIO

MOLTO

 

10

ABBASTANZA

 

5

PER NIENTE (APPLICAVO GIA’ LE INDICAZIONI IN ESSA CONTENUTE)

 

5

PER NIENTE (RITENGO INADEGUATE LE INDICAZIONI IN ESSA CONTENUTE)

 

1

 

4.      Ho rilevato i seguenti errori / omissioni nella  procedura:      

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

5.      Propongo le seguenti variazioni:

_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

 

 

 

 

Riservato all’ufficio……………….

 

N° schede : ………………

 

Punteggio: SOMMARE I PUNTI PER OGNI RISPOSTA

 

PUNTEGGIO

 

VALUTAZIONE

N°SCHEDE 

%

DA 35 A 40

PROCEDURA RITENUTA VALIDA DALL’OPERATORE

 

 

DA 11 A 34

L’OPERATORE RITIENE UTILE LA PROCEDURA MA RILEVA ALCUNE CARENZE O INCONGRUENZE DELLA STESSA

 

 

INFERIORE A 11

L’OPERATORE RITIENE LA PROCEDURA NON IDONEA O NON ATTUABILE

 

 

 

 

CONDIZIONI DI VALIDITÀ:

Procedura valida se soddisfatte le due seguenti condizioni:

- punteggio da 35 a 40        > 70% 

- punteggio inferiore a 11    < 10%

In tutti gli altri casi la procedura va rivista.