PROFILO DI RISCHIO NEL COMPARTO DISTRIBUTORI DI BENZINA



1. COMPARTO          : DISTRIBUTORI DI CARBURANTE
2. CODICI ISTAT      : G.50.50
3. CODICE ISPESL     : 

ZONA DI RILEVAZIONE
4. NAZIONALE         : 
5. REGIONALE         : 
6. PROVINCIALE       : BERGAMO
7. USL               : ASL  DI BERGAMO
8. ANNO RILEVAZIONE  : 1999

9. NUMERO ADDETTI
  9A. IMPIEGATI : 212 uomini 42 donne
  9B. OPERAI    : 38 uomini 

10. N.AZIENDE        : 122

11. STRUTTURA DI RILEVAZIONE : DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE
                               ASL DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

12. REFERENTE

  QUALIFICA : DIRIGENTE MEDICO I LIVELLO MEDICO DEL LAVORO
  NOME      : PIETRO
  COGNOME   : IMBROGNO
  INDIRIZZO : SERVIZIO P.S.A.L. ASL BERGAMO, VIA PAGLIA , 40
  CAP       : 24100
  CITTÀ     : BERGAMO
  PROVINCIA : BG
  TELEFONO  : 035/ 4991126 - 385335
  FAX       : 035/4942179 -385315
  E-MAIL    : bpesenti@asl.bergamo.it

13. INFORTUNI: TOTALE 37 DI CUI MORTALI 0

14. MALATTIE PROFESSIONALI

DENOMINAZIONE N.CASI COD.INAIL
  0  
     
     
     
     
     
     
     


NOTE:

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CICLO PRODUTTIVO - FASI DI LAVORO





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DOCUMENTO COMPARTO

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Il comparto oggetto di studio si caratterizza dalla distribuzione di carburante (benzine gasolio, GPL) agli utenti finali - utilizzatori ovvero a proprietari e conducenti di veicoli (automobili, motocicli ecc..). La distribuzione di carburante avviene attraverso impianti ubicati in Stazioni di Servizio caratterizzati da unestrema variabilità e complessità di rapporti tra titolari degli impianti stessi e titolari delle aziende che costituiscono i servizi e da un certo grado di varietà di struttura societaria alla base delle stesse aziende. In Italia infatti, dove le stazioni di servizio sono stimate essere poco più di 33.000 ed in cui lavorano circa 100.000 addetti, il settore si presenta con una notevole parcellizzazione degli impianti, con una diffusione di impianti di piccole dimensioni e frequentemente a conduzione familiare o da parte di un ristretto numero di soci. Negli ultimi 8 anni il comparto in questione stato oggetto di studi e ricerche finalizzate soprattutto ad una valutazione dellesposizione a benzene degli erogatori di carburante, in quanto tale sostanza nota per la sua cancerogenicità ed in particolare per il suo effetto leucemogeno.

Anche il nostro studio programmato nel 1995, era stato concepito al fine di effettuare una valutazione in tal senso, ed in particolare al fine di stimare il rischio di leucemia negli esposti (vedasi relazione allegata su Misurazione dell'esposizione a Benzene e stima del rischio di leucemia negli addetti all'erogazione e vendita di carburante).

Lo studio ha permesso successivamente di integrare le informazioni ricavate ai fini della valutazione dellesposizione a benzene, con unanalisi sullesposizione a diversi fattori di rischio presenti nel comparto. I distributori interessati allo studio, durato circa 48 mesi (giugno 1995 - giugno 1999), sono stati complessivamente 122 ovvero il 35% di tutti i distributori della provincia di Bergamo.

Il lavoro stato realizzato in sei fasi (vedasi relazione allegata):

  1. censimento delle stazioni di servizio;
  2. sopralluogo conoscitivo e compilazione dei questionari;
  3. monitoraggio ambientale;
  4. monitoraggio biologico;
  5. elaborazione dati e relazione finale;
  6. socializzazione dei risultati.

Il 70% dei distributori indagati sono risultati ubicati nei centri abitati ( Bergamo e paesi limitrofi).

Sono stati compilati 90 questionari mirati alla valutazione dellattività lavorativa ed alla ricostruzione delle mansioni, sono stati effettuati 90 sopralluoghi ed indagini ambientali in 49 stazioni di servizio. Sono state effettuate 407 analisi per la determinazione della concentrazione di benzene e metil benzene ( toluene, xilene) aerodispersi e 40 misure di Acido trans-trans muconico urinario in soggetti esposti. Sono stati individuati 292 addetti allerogazione di carburante di cui il 19% prestava lattività come dipendente in di impianti di piccole dimensioni e frequentemente a conduzione familiare o da parte di un ristretto numero di soci. Il numero di addetti per stazione di servizio risultato in media di 2.3 (range: 1 -5).

Frequentemente la stazione di servizio in merito agli impianti ed attrezzature si caratterizza da unarea asfaltata delimitata , da uno o più totem per pubblicità , una copertura ( pensiline metallica portata su due o una colonna) , pali per illuminazione, isole di erogazione, protette da coperture, di benzina super, verde, ( a doppia o singola erogazione), di miscela, gasolio , accettatori pre - pagament , serbatoi interrati, un chiosco per il ricovero del gestore e per la vendita di prodotti per veicoli , servizi igienici, ed in alcuni casi da unarea per il lavaggio manuale oppure per un impianto di lavaggio automatico a rullo delle vetture e più raramente di una piccola autofficina dotata di ponte sollevatore, e di un servizio bar. Tra le attrezzature si citano, i gonfiagomme portatili o fissi, uno smontagomme trifase ed un vulcanizzatore aspirapolveri manuali o automatiche per lavaggio fai da te", sollevatore autovetture parziale portatile, chiavi, giraviti , martelli, chiavi speciali per chiusini. In tutti i distributori si riscontra la presenza di Pos per carte di credito e bancomat meno frequentemente un P.C. ed apparecchiatura per fax e piccole calcolatrici.

La documentazione controllata soprattutto in fase di rilascio di certificazione di sicurezza sanitaria ed ambientale od in fase di Collaudo ( 1998 - 1999) ai sensi del D.Lsvo n.32/98 e succ. modifiche ( D.Lsvo n.346 8/9/1999), e per lo più non sempre aggiornata o in possesso dei gestori dei Distributori di carburante si elenca come segue:

Planimetria dellimpianto e Concessione Edilizia rilasciata da Comune;

Autorizzazione Comunale vincolato al Parere ASL sul rispetto della normativa in materia di sicurezza sanitaria ed ambientale;

Verbale di Collaudo impianti (VVFF , UTF ASL) (D.L. 32/98)

Mod. A - Protezione contro le scariche atmosferiche;

Mod. B- denuncia impianto di messa a terra (con dichiarazione di conformità ai sensi della L. 46/90)

Mod. C - denuncia di impianti elettrici in atmosfera con rischio di esplosione /incendio

CPI - possesso di Certificato Prevenzione incendi;

Cartellino di verifica periodica estintori ;

Denuncia di esercizio dei serbatoi per GPL ( art. 44-46 RD 824 /27);

Verbali di verifica valvole di sicurezza impianti a pressione ( GPL) rilasciati dall ISPESL;

Certificato omologazione colonnine erogatrici (Ministero dei trasporti);

Certificati di tenuta serbatoi interrati (Regolamento Locale di Igiene)

Autorizzazione allo scarico delle acque (piazzale) ( L.R. 62/85 art 9) e di rifiuto

Registro dei rifiuti e degli oli esausti;

Denuncia annuale al catasto rifiuti;

Registro infortuni;

Documento di valutazione dei rischi o autocertificazione di avvenuta valutazione dei rischi ;

Nomina del R.S.P.P. e del Medico Competente ( se necessario);

Autorizzazione sanitaria per il bar ( ove presente)

Licenza per attività di lavaggio o per autofficina ( C.E. e Nulla Osta) :

Licenza di esercizio per vendita prodotti per autovetture.

Sono state individuate 8 fasi lavorative di cui 3 principali ( rifornimento impianto, stoccaggio ed erogazione di carburante), 2 secondarie (servizi vari alle autovetture, manutenzione e pulizia) e 3 supplementari ( autofficina, autolavaggio, vendita prodotti per veicoli e servizio Bar).

I fattori di rischio più importanti individuati nel comparto si possono classificare in rischi di tipo infortunistico e quelli di tipo igienico ambientale.

Tra i primi, i più importanti sono quelli legati alla presenza e movimentazione di sostanze pericolose infiammabili ( rischio incendio - esplosione ) , rischi molto rari ma potenzialmente con effetti molto gravi ; tuttavia nella nostra casistica gli infortuni rilevati ( complessivamente 37) erano di tipo lieve (piccole ferite, contusioni, lombalgie) legate ad attività manuali della prima fase, ( movimentazione tombini), o a fasi successive, ( servizi alle autovetture, cambio olio, pulizia, riparazione motori) e con prognosi relativamente basse ( da 1 a 7 giorni).

Il numero degli infortuni rilevati però sicuramente sottostimato a causa della tendenza ad una resistenza a denunciare infortuni lievi ( prognosi da 1 a 4 giorni) da parte degli stessi gestori infortunatisi o dei soci. In letteratura non si hanno dati sufficienti per una quantificazione precisa del fenomeno infortunistico nel comparto che comunque appare non rilevante ( indici di frequenza e di gravità bassi).

Tra i fattori di rischio igienico - ambientali il più importante lesposizione a benzene (agente cancerogeno certo).

Per una valutazione dellesposizione a tale fattore di rischio stato calcolato il quantitativo di carburante venduto allanno da ciascun distributore, differenziando tra carburante super, verde, miscela e diesel. In 21 stazioni di servizio sono state effettuate nel periodo 1995-97, 55 misure ambientali con 17 campionatori fissi e 38 campionatori personali per la determinazione della concentrazione di benzene e metil-benzeni aerodispersi; in totale sono state effettuate 155 analisi. Sono stati inoltre raccolti campioni di benzina al fine di determinare la concentrazione di benzene: sono stati misurati valori compresi tra 0,65% e 3 % (1995) . La concentrazione media di benzene aerodisperso misurata con campionatori personali, risultata nel 1995 pari a 560 gr./mc (DS:240) (Limite nuovo proposto TWA - ACGIH : 1600 gr./mc - 0,5 ppm), e valori di toluene e xilene al di sotto dei limiti ACGIH per i lavoratori professionalmente esposti. Il valore medio di benzene rilevato e risultato prossimo al valore medio nazionale rilevato dallo studio dellAGIP-Petroli del 1992 (482 gr. /mc) ma inferiore alla media rilevata nelle stazioni di rifornimento del Nord Italia (760 g. /mc) : i risultati del campionamento fisso (media 110 g. / mc, DS 58, Range 19 - 128 ) sono sovrapponibili ai risultati medi nazionali ( media 110 g./mc) . Le misure sono state ripetute nel 1996 in quei distributori dove si erano rilevati valori prossimi ai limiti proposti, ed ex novo nel 1997 in 9 distributori dopo una campagna di informazione sui rischi e sulle procedure di corretta erogazione in sicurezza e dopo adozione di misure tecniche preventive: le analisi hanno permesso di evidenziare una riduzione significativa ( p 0.001) ovvero un dimezzamento , in media , delle concentrazioni di benzene prelevato con campionatori personali (257.3 g/mc - DS: 148.2). E stata inoltre determinata la concentrazione di benzene nellaria per la valutazione dellinquinamento atmosferico urbano : i valori della media mobile del periodo di misura sono risultati inferiori ai limiti degli obbiettivi di qualità validi sino al 31.12.1998 (15 g./mc). Le misure ambientali sono state integrate dai dati di monitoraggio biologico: stata determinata la concentrazione dellAcido Trans-Trans Muconico in urine raccolte a fine turno in 40 addetti allerogazione di carburante ( ttMA: 262.7 g. /g. creat., DS 204.3) ed i risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo non professionalmente esposto ( ttMA :43.56 gr./g creat., DS 42.15).I dati biologici (ttMA urinario) confermano che si in presenza di bassi livelli di esposizione professionale a benzene, anche se con una differenza ancora significativa ( p 0.001) tra professionalmente esposti e non esposti. Dai risultati dello studio si può stimare molto basso il rischio di leucemia negli esposti delle stazioni di servizio: tale rischio per una esposizione media a benzene di 257.3 g./mc , risulta essere stimata inferiore a 0,5 casi per 1000 persone esposte per 40 anni.

I dati rilevati nel 1999 (28 distributori monitorati , 252 misure, di 84 relative al benzene) evidenziano una ulteriore riduzione dellesposizione in particolare in quei distributori dotati di impianto di recupero vapori, (83.8 micrg./mc) di impianto di aspirazione localizzata dei vapori ( 93.7 micrg./mc), ed di impianto fai da te ( 18.1 micrg./mc): si può considerare in questi ultimi casi soprattutto per gli addetti agli impianti fai da te irrilevante il rischio di leucemia .

Il dato ambientale del 1999 stato confermato anche dal monitoraggio biologico su venti erogatori di carburante: i valori medi di acido trans trans muconico urinario di urine raccolte a fine turno ha evidenziato in media ( 231.17 micr.g/gr. Creatinina) una ulteriore riduzione dellesposizione anche se non significativa. Durante lultima campagna di monitoraggio biologico sono stati determinati anche l 1-Idrossipirene urinario, il 2,5 Esandione urinario ed in fase sperimentale il Platino urinario sempre sugli stessi 20 erogatori. I risultati che saranno oggetto di ulteriore approfondimento ed elaborazione statistica non hanno evidenziato superamenti dei valori di riferimento per la popolazione non esposta ( 0,67 micr./gr./g. creat.) per l 1- Idrossi pirene) ed i limiti per i lavoratori esposti per il 2,5 Esandione ( 0,96 mg/gr. creat. ). Per il Platino urinario i valori sono risultati tutti al di sotto dei limiti di rilevabilità analitica ( 2.00 ng/ml).

In merito al rischio delle altre sostanze chimiche , le misure per ridurre lesposizione a benzene permettono di tenere sotto controllo i rischi per la salute degli operatori dovuti agli altri componenti delle benzine ( metil-benzeni , ottano ..., 1-3 butadiene , piombo..).

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PROFILO DI RISCHIO DI COMPARTO: DISTRIBUTORI DI BENZINA

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MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N.1

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONE

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Rifornimento

impianto

Sotto fasi:

arrivo e manovra autobotte;

verifica livelli;

apertura chiusini,

caricamento serbatoi - travaso;

verifica pozzetti.,

operazioni di pulizia.

Rischi strutturali e da macchine

-essere investiti dalla autocisterna

-caduta dallautobotte durante la verifica dei livelli

-caduta nei pozzetti aperti

- scivolamento

Rischi da mov. carichi

- traumi acuti da sollevamento chiusini e da schiacciamento (dorso-lombari, dita mani e piedi)

- Rischio elettrico

Rischio incendio ed esplosione

(in particolare per il GPL)

- predisporre idonea segnaletica

- mantenere distanze di sicurezza

- delimitazione area

--ringhiera di protezione, corrimano sollevabile passerella boccaporti autocisterna

-superfici di calpestio inclinate per favorire il deflusso dei liquidi eventualmente dispersi

- frequente ed adeguata pulizia delle superfici, utilizzando ove possibile anche materiale assorbente

- utilizzare scarpe antisdrucciolo

utilizzo di idonee attrezzature, DPI e posture per il sollevamento e movimentazione chiusini

- far rispettare il divieto di fumare

- estintori a portata di mano

- messa a terra collegata

- recupero vapori attivo

- motori autoveicoli spenti

-

Rischi chimici

-rischio di inalazione di vapori di solventi e contatto con liquidi.

- ustioni da freddo (GPL)

Rischi posturali e da movimentaz. carichi

-traumi ripetuti colonna vertebrale

Rischi fisici

- esposizione ad agenti fisici ( fattori microclimatici rumore da traffico)

-corrette procedure

- idonei DPI ed indumenti

- distanze di sicurezza

-informazione e formazione sui rischi.


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Rifornimento impianto
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 122

FASE 1: Rifornimento impianto

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

E caratterizzata da una seri di sotto fasi: arrivo e manovra autobotte, verifica livelli, apertura chiusini caricamento serbatoi - travaso , verifica pozzetti ed operazioni di pulizia:

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine ed Impianti"

Sono interessati in questa fase lautocisterna, serbatoi interrati, chiusini/tombinature , dispositivi per aprire e spostare i chiusini, sistema recupero vapori.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

Vengono identificati i seguenti fattori di rischio:

- infortunistici

1) investimento dallautocisterna;

2) caduta dallautobotte durante la verifica dei livelli;

3) caduta nei pozzetti aperti;

4) scivolamento sul piazzale , su superfici sdrucciolevoli;

5) traumi acuti da sollevamento chiusini e da schiacciamento (dorso-lombari, dita mani e piedi);

6) rischio incendio ed esplosione.

igienico - ambientali ed organizzativi

1) rischio di inalazione di vapori di solventi e contatto con liquidi.

2) ustioni da freddo (esposizione a GPL)

3) traumi ripetuti colonna vertebrale

4) esposizione ad agenti fisici ( fattori microclimatici , rumore da traffico)

Capitolo 4 - Il danno atteso"

Si possono verificare con bassa probabilità, lesioni gravi e gravissime ed infortuni mortali in questa fase sia per il rischio di incendio ed esplosione che per investimento da autocisterna, caduta dallalto (dai boccaporti dei serbatoi delle autocisterne) : non sono stati rilevati infortuni di questo tipo nelle aziende indagate. Più probabile il verificarsi di lesioni lievi da schiacciamento delle dita mani e piedi e contusioni da scorretta movimentazione del chiusino, (22 infortuni negli ultimi 5 anni)

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- predisposizione di idonea segnaletica e delimitazione area di rifornimento;

- mantenere distanze di sicurezza per evitare di essere investiti durante le manovre dellautobotte;

- predisporre la ringhiera di protezione per il controllo livelli sullautobotte, corrimano sollevabile

della passerella lungo i boccaporti dei serbatoi dellautobotte;

- utilizzo di scarpe antinfortunistiche ed antisdrucciolo;

superfici di calpestio leggermente inclinate per favorire il deflusso dei liquidi eventualmente

dispersi;

- frequente ed adeguata pulizia delle superfici, utilizzando ove possibile anche materiale assorbente;

- evitare che nei pozzetti si depositi materiale estraneo;

- utilizzo di idonee attrezzature (chiave - sollevatore chiusino), DPI (guanti ) e corrette posture per il

sollevamento e movimentazione chiusini;

- far rispettare il divieto di fumare e di usare fiamme libere;

- estintori omologati , regolarmente verificati , a portata di mano;

- messa a terra collegata e prima delle operazioni di scarico delle autocisterne utilizzare pinze in

esecuzione AD per garantire lequipotenzialità tra le strutture metalliche;

- recupero vapori attivo

- motori autoveicoli spenti

- utilizzo di procedure in sicurezza

- informazione e formazione sui rischi.

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico - ambientale ed organizzativo sono:

- corrette procedure da utilizzarsi da parte del conducente dellautocisterna durante il riempimento dei serbatoi ;

- mantenere distanze di sicurezza;

- utilizzo di maschera con filtro a carbone attivo in occasione di eventuali controlli a vista dei livelli di carburante dai boccaporti dellautobotte;

- evitare la permanenza degli addetti vicino agli sfiati dei serbatoi interrati;

- idonei DPI ed indumenti idonei per proteggersi dal freddo e dalla pioggia;

- informazione e formazione sui rischi.

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

Il rifornimento dellimpianto avviene tramite i fornitori delle compagnie .

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

R.D. 824/27 ( artt. 44 -46)

D.M. 31.07.1934

DPR 547/55

DPR 303//56

Circ. Min. 8.7.1970

D.Lsvo 285/92 (Codice stradale)

D.Lsvo 626/94

Legge n. 413/97

D.L. 32/98

DPR n. 37/98

D.M. 20.10.98

D.M. n.246 del 24/5/1999

Documentazione da acquisire/disponibile presso limpianto

Autorizzazione Comunale vincolato al Parere ASL sul rispetto della normativa in materia di sicurezza sanitaria ed ambientale;

Verbale di Collaudo impianti (VVFF , UTF ASL) (D.L. 32/98)

Mod. A - Protezione contro le scariche atmosferiche;

Mod. B- denuncia impianto di messa a terra (con dichiarazione di conformità ai sensi della L. 46/90)

Mod. C - denuncia di impianti elettrici in atmosfera con rischio di esplosione /incendio

CPI - possesso di Certificato Prevenzione incendi;

Denuncia di esercizio dei serbatoi per GPL ( art. 44-46 RD 824 /27)

Certificati di tenuta serbatoi interrati (Regolamento Locale di Igiene)

Autorizzazione allo scarico delle acque (piazzale) ( L.R. 62/85 art 9) e di rifiuto

Certificato omologazione colonnine erogatrici (Ministero dei trasporti)

Registro infortuni.

Capitolo 8 - Il Rischio esterno"

Possibilità di inquinamento del sottosuolo da carburanti per mancanza di tenuta di serbatoi , per sversamenti. Inquinamento atmosferico da vapori di solventi in caso di sversamenti e da prodotti di combustione in caso di incendio.

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N.2MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Stoccaggio in serbatoi

-controllo giacenze, livelli ed eventuali perdite serbatoi interrati;

-apertura e chiusura

tombino.

Rischi strutturali

- caduta nei pozzetti aperti

- scivolamento

Rischi da movim. carichi

-traumi acuti (dorso-lombari), da sollevamento chiusini e da schiacciamento (dita mani e piedi)

Rischi da macchine in movimento

-investimento da autovetture durante il controllo dei livelli

Rischio elettrico

Rischio incendio ed esplosione

- delimitazione area

-tenere a distanza i non addetti ai lavori

- superfici di calpestio inclinate per favorire il deflusso dei liquidi eventualmente dispersi

- frequente ed adeguata pulizia delle superfici, utilizzando ove possibile anche materiale assorbente

- utilizzare scarpe antisdrucciolo

utilizzo di idonee attrezzature, chiave di manovra, DPI e posture per il sollevamento e movimentazione chiusini

-idonea posizione in equilibrio stabile per non cadere nel pozzetto

- messa a terra collegata;

- far rispettare il divieto di fumare

-estintori a portata di mano.

Rischio Chimico

-rischio di inalazione di vapori di solventi e contatto con liquidi.

Rischio posturale e movimenta. carichi

-traumi ripetuti colonna vertebrale

- Rischi fisici

- esposizione ad agenti fisici ( fattori microclimatici rumore da traffico)

-corrette procedure

- idonei DPI ed indumenti

-informazione e formazione sui rischi.


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Stoccaggio in serbatoi
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 122

FASE 2: Stoccaggio

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

E caratterizzata apertura tombini, controllo giacenze, livelli ed eventuali perdite serbatoi interrati ed operazioni di pulizia.

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine ed Impianti"

Sono interessati in questa fase i serbatoi interrati (per benzina super, verde", gasolio e GPL) chiusini/tombinature , dispositivi per aprire e spostare i chiusini.

I serbatoi ( da 7, 10 , 15 mc) sono prevalentemente a doppio mantello e realizzati in lamiera di acciaio saldato con fondi bombati. La camera risultante riempita di gas inerte segnalata da un manometro, posto in posizione visibile .Tutti i serbatoi sono collegati mediante conduttori isolanti in rame, sono collegati allanello di terra mediante corda in rame avente sezione di 50 mmq. I serbatoi presentano la superficie esterna adeguatamente protetta contro la corrosione. Sono muniti di un passo duomo del diametro interno di 50 cm con coperchio in flangia imbullonato , a tenuta assicurata mediante guarnizione, e sono dotati di dispositivo di sicurezza di primo grado a saturazione e dei dispositivi per la realizzazione del ciclo chiuso in fase di carico. Sul coperchio sono sistemati il tubo di carico con bocca di carico in bronzo e coperchietto a chiusura rapida, un tubo di aspirazione con valvola di fondo in bronzo a doppia sede e filtro, lapparecchiatura di sicurezza formata da gruppo di saturazione, tubo di saturazione, saturatore flangiato, tagliafiamma intermedio, valvola semiautomatica a pistone per ciclo chiuso a cui sono collegati il tubo di ciclo chiuso con raccordo rapido e coperchio, il tubo di equilibrio terminante allesterno ad unaltezza non inferiore a m 2,50, munito di tagliafiamme terminale

I serbatoi sono posati orizzontalmente su una platea di ghiaia e sabbia, rinfiancati in sabbia ed interrati ad una profondità tale da presentare la generatrice superiore ad oltre un metro dal livello del terreno sovrastante.

I passi duomo sono racchiusi in pozzetti in muratura a pareti impermeabilizzate con malta cementizia e con sovrastante chiusino metallico carrabile con chiusura quasi stagna di protezione, posti a livello del piazzale. Allinterno dei pozzetti risulta installata, sul duomo del serbatoio e collegata ai conduttori di terra, una bandella di rame per la messa a terra delle autobotti mediante collegamento con pinze AD-PE.

La valvola semiautomatica a pistone presenta il seguente funzionamento: togliendo il coperchio del tubo di ciclo chiuso, una molla interna alla valvola spinge lotturatore troncoconico, munito di foro assiale passante, contro la sede, chiudendo completamente la luce che comunica con il tubo di equilibrio: in questo modo, durante le operazioni di carico, i vapori contenuti nel serbatoio fluiscono attraverso il tubo di ciclo chiuso e la tubazione flessibile di raccordo, finendo nel duomo dellautocisterna.

Se si chiude il tubo di ciclo chiuso con lapposito coperchio, si agisce invece sul pistoncino solidale allotturatore che , comprimendo la molla, scopre la luce di attacco del tubo di equilibrio, consentendo la saturazione e lequilibrio della pressione durante il normale funzionamento del serbatoio.

Sullimpianto prevista la rete interrata delle tubazioni del sistema di recupero vapori delle benzine realizzato secondo quanto previsto dalle direttive tecniche di cui D.L 196/05/96 G.U. 5.7.96 e D.M. n. 294 del 27.05.96.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

Vengono identificati i seguenti fattori di rischio:

- infortunistici

1) caduta nei pozzetti aperti;

2) scivolamento sul piazzale , su superfici sdrucciolevoli;

3) traumi acuti da sollevamento chiusini e da schiacciamento (dorso-lombari, dita mani e piedi);

4) investimento da autovetture durante il controllo dei livelli

  1. rischio incendio ed esplosione.

igienico - ambientali ed organizzativi

1) rischio di inalazione di vapori di solventi

e contatto con liquidi.

2) traumi ripetuti colonna vertebrale

3) esposizione ad agenti fisici ( fattori microclimatici , rumore da traffico)

Capitolo 4 - Il danno atteso"

Si possono verificare con bassa probabilità, lesioni gravi e gravissime ed infortuni mortali in questa fase sia per il rischio di incendio ed esplosione che per investimento da autovetture, caduta nei pozzetti : non sono stati rilevati infortuni di questo tipo nelle aziende indagate. Più probabile il verificarsi di lesioni lievi da schiacciamento delle dita mani e piedi e contusioni da scorretta movimentazione del chiusino.

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- delimitazione area;

- tenere a distanza i non addetti ai lavori;

- superfici di calpestio inclinate per favorire il deflusso dei liquidi eventualmente dispersi;

- frequente ed adeguata pulizia delle superfici, utilizzando ove possibile anche materiale assorbente;

- utilizzo di scarpe antisdrucciolo;

- utilizzo di idonee attrezzature, chiave di manovra, DPI e posture per il sollevamento e movimentazione chiusini;

- idonea posizione in equilibrio stabile per non cadere nel pozzetto;

- far rispettare il divieto di fumare;

- distanze di sicurezza tra serbatoi interrati (D.M. 31.07.1934);

- estintori a portata di mano;

- verifica messa a terra collegata;

- motori autoveicoli spenti;

- utilizzo di procedure in sicurezza;

- informazione e formazione sui rischi.

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico - ambientale ed organizzativo sono:

- evitare la permanenza degli addetti vicino agli sfiati dei serbatoi interrati;

- idonei DPI ,utilizzo di idonee attrezzature, chiave di manovra per chiusini;

- dopo lapertura posizionare il chiusino idoneamente e stabilmente sul pavimento una volta

sollevato;

- indumenti idonei per proteggersi dal freddo e dalla pioggia;

- informazione e formazione sui rischi.

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

Verifica tenuta e manutenzione serbatoi.

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

R.D. 824/27 ( artt. 44 -46)

D.M. 31.07.1934

DPR 547/55

DPR 303//56

Circ. Min. 8.7.1970

DPR N.524 8/6/1982

D.Lsvo 626/94

D.L. 196/05/96

Legge n. 413/97

D.L. 32/98

D.M. 20.10.98

D.M. n.246 del 24/5/1999

Documentazione da acquisire/disponibile presso limpianto

Mod. A - Protezione contro le scariche atmosferiche;

Mod. B- denuncia impianto di messa a terra (con dichiarazione di conformità ai sensi della L. 46/90)

Mod. C - denuncia di impianti elettrici in atmosfera con rischio di esplosione /incendio

CPI - possesso di Certificato Prevenzione incendi;

Denuncia di esercizio dei serbatoi per GPL ( art. 44-46 RD 824 /27)

Certificati di tenuta serbatoi interrati (Regoalmento Locale di Igiene)

Verbale di di Collaudo impianti (VVFF , UTF ASL) (D.L. 32/98)

Capitolo 8 - Il Rischio esterno"

Possibilità di inquinamento del sottosuolo da carburanti per mancanza di tenuta di serbatoi , per sversamenti. Inquinamento atmosferico da vapori di solventi in caso di sversamenti e da prodotti di combustione in caso di incendio.

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N.3

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONE

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Erogazione carburante

Erogazione carburante

erogazione di carburante

Rischi strutturali e da mezzi in movimento

- in vestimento da

autovetture,

- da scivolamento

- di inciampo o trascinamento del tubo di erogazione (partenza anticipata del veicolo)

Sostanze pericolose

- inalazione e contatto con vapori e getti e schizzi di carburante

ustioni da freddo (GPL)

Rischio incendio ed

esplosione

Rischio elettrico

- spazi sufficienti per lattesa ed il rifornimento , mantenere larea libera da ostacoli;

- prestare particolare attenzione alle autovetture in moviment;o

- adeguata pulizia del piazzale

- pulire immediatamente eventuali fuoriuscite di carburante

- utilizzo di scarpe antiscivolo

- se possibile utilizzare guanti protettivi

- ove possibile utilizzare la predeterminazione automatica dellerogazione;

- durante lerogazione la pistola deve essere posizionata stabilmente nel bocchettone;

- nel caso di richiesta di pieno, ridurre al minimo i tempi di arrotondamento;

- verificare il corretto riempimento del serbatoio per evitare fuoriuscite accidentali di carburante;

- assumere una posizione laterale e di sicurezza rispetto al bocchettone per evitare inalazioni eventuali di vapori o contatto con benzine;

- togliere la pistola dal bocchettone del veicolo e riporla nellapposita colonnina prima di procedere alla riscossione del pagamento;

- sistema di recupero vapori

- far rispettare il divieto di fumare

- lerogazione deve avvenire a motore spento;

- non tenere nelle tasche stracci sporchi di carburante, materiale di possibile innesco (accendini)

- estintori posizionati correttamente ed in efficienza (controlli periodici)

- CPI aggiornato;

- impianto elettrico a norma;

- Norme CEI 64-2 N. 1431 e CEI 64 - 2/A

n. 1432

- verifica messa a terra

-distanze di sicurezza

( D.M. 31.07.1934, C.M. N. 10 10.02.1969)

Rischo chimico

- esposizione per via inalatoria a vapori di miscele di idrocarburi aromatici

(benzene, toluene, xilene, etilbenzene)

e di idrocarburi alifatici ( esano, eptano , ottano ecc..)

- assorbimento per contatto diretto cute e mucose con i relativi prodotti liquidi o con indumenti sporchi;

- esposizione a piombo;

-esposizione per via aerea a gas esausti da traffico veicolare

Rischi fisici

- esposizione a microclima

sfavorevole;

- uso di benzine a basso contenuto di benzene (< 1% in peso) e di idrocarburi aromatici ( 30 %)

- dotare gli impianti di sistema di recupero vapori solidali con le pistole di erogazione ( D.M. 16.05.96)

- aspirazioni

localizzate a livello di pistole di erogazione;

- corrette procedure di lavoro in sicurezza ;

- maggior diffusione dei sistemi a self -service (fai da te)

- se possibile utilizzare guanti protettivi

- evitare la contaminazione degli indumenti;

-cambiare immediatamente gli indumenti imbrattati;

- non usare la benzina per pulire le mani o altro;

- non fumare o consumare cibo con le mani sporche e sul posto di lavoro;

- usare per la pulizia delle mani possibilmente carta a strappo monouso ;

- ove possibile utilizzare la predeterminazione automatica dellerogazione;

- durante lerogazione la pistola deve essere posizionata stabilmente nel bocchettone;

- nel caso di richiesta di pieno, ridurre al minimo i tempi di arrotondamento;

- verificare il corretto riempimento del serbatoio per evitare fuoriuscite accidentali di carburante;

- assumere una posizione laterale e di sicurezza rispetto al bocchettone per evitare inalazioni eventuali di vapori o contatto con benzine;

- divieto di minori di 18 anni ad essere adibiti allerogazione di carburante;

(D.Lsvo n. 345 4 agosto 1999)

- corretta manutenzione periodica dellimpianto;

- protezione area erogazione da idonea pensilina e fabbricato o prefabbricato per il ricovero del gestore ed adeguati servizi igienici ;

- usare adeguati indumenti protettivi per difendersi dalla pioggia e dal freddo;

- formazione ed informazione;

sorveglianza sanitaria graduata al rischio.


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Erogazione di carburante ai veicoli
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 292

FASE 3: Erogazione carburante

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

Si possono distinguere le seguenti modalità di erogazione:

1) erogazione manuale classica;

2) erogazione con predeterminatore;

  1. self-service / fai da te con o senza personale.

Gli impianti possono essere classificati in ;

a) esistenti non dotati di sistema di recupero vapori ( in attesa di adeguamento ai sensi del D.M 294 del 27.05.96 e Legge n. 413 del 4 /11/97 - D.M n. 76 del 20.01.1999 );

b) impianti esistenti adeguati di recente;

c) impianti nuovi con sistema recupero vapori;

d) impianti con aspirazione localizzata dei vapori.

In tale fase di lavorazione loperatore , nella maggior parte dei casi lo stesso gestore del distributore, eroga la quantità di carburante richiesta, dopo aver aperto il serbatoio dellautoveicolo e riscuote il denaro dopo aver richiuso il serbatoio.

La permanenza vicino alla fonte di emissione dei vapori (pistola erogatrice - serbatoio) ridotta in presenza di predeterminatori .

In caso di presenza di impianto fai da te con pre-pagamento (self-service pre-pay), il conducente dellautoveicolo compie le operazioni da solo dopo aver pagato con denaro o con carta magnetica il compenso dovuto nellapposita colonnina di riscossione (accettatore di banconote e carte di credito) vicino alla pompa. Dove cè la presenza di personale può essere aiutato se in difficoltà.

In altri casi il conducente dopo aver erogato la quantità di carburante voluta si reca nel vicino chiosco" del distributore per effettuare il pagamento del compenso che viene riscosso da personale del Servizio.

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine ed Impianti"

Larea di distribuzione costituita da più isole" protette da pensilina prefabbricata metallica con controplafonature in materiale autoestinguente, dal chiosco del gestore , servizi igienici , e dalle colonnine di erogazione.

Limpianto costituito prevalentemente da erogatori multiprodotto (in genere 3) per lerogazione di benzina super, senza piombo, gasolio collegati ai rispettivi serbatoi ed asserviti o meno a impianto fai da te, self - service pre - pagamento , da accettore di banconote e carte di credito, da distributore semplice per lerogazione di miscela collegato al serbatoio di benzina super ed al serbatoio di olio lubrificante (0,3 mc).

Le colonnine fornite di certificato di omologazione, sono installate in apposite isole di distribuzione, hanno le testate di tipo elettronico e sono approvate ai sensi del titolo 1 cap XVII del D.M. 31. Luglio 1934.

Il loro collegamento allimpianto elettrico e di terra effettuato nel rispetto delle Norme CEI 64-2 n. 1431 e CEI 64-2 / A n. 1432.

In caso di malfunzionamento degli erogatori prevista la presenza di valvole antispandimento", in grado di interrompere lerogazione del prodotto.

Le distanze di sicurezza interne, esterne e di protezione risultano nei limiti imposti dal D.M. 21.07.1934 e dalla Circolare del Ministero degli interni n. 10 del 10.02.1969.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

Vengono identificati i seguenti fattori di rischio:

- infortunistici

1) in vestimento da autovetture,

2) da scivolamento

3) di inciampo o trascinamento del tubo di erogazione (partenza anticipata del veicolo)

  1. inalazione e contatto con vapori e getti e schizzi di carburante, ustioni da freddo (GPL);

5) rischio incendio ed esplosione;

6) rischio elettrico.

igienico - ambientali ed organizzativi

1) esposizione per via inalatoria a vapori di miscele di idrocarburi aromatici (benzene, toluene, xilene, etilbenzene) e di idrocarburi alifatici ( esano, eptano , ottano ecc..), 1-3 butadiene;

2) esposizione per contatto diretto cute e mucose con i relativi prodotti liquidi o con indumenti sporchi;

3) esposizione per via aerea a gas esausti da traffico veicolare;

4) esposizione a piombo;

5) esposizione a microclima sfavorevole .

Capitolo 4 - Il danno atteso"

Si possono verificare con bassa probabilità, lesioni gravi e gravissime ed infortuni mortali in questa fase sia per il rischio di incendio ed esplosione che per investimento da autovetture. Tuttavia non sono stati rilevati infortuni di questo tipo nelle aziende indagate e ne malattie professionali.

Rischio chimico: benzene

Il Benzene , contenuto nelle benzine in percentuali variabili tra l0,5% e il 3,4% in peso ( 1-5-19-20-32) un agente cancerogeno per luomo; lesposizione a questo composto comporta il rischio di sviluppare leucemie, in particolare leucemie mieloidi acute. Tali patologie sono state per la prima volta segnalate negli anni 70 in lavoratori chimici addetti alla produzione di pellicola di gomma ( Pliofilm ) ed esposti a concentrazioni di benzene dellordine di centinaia di ppm (28). Per questo, il benzene allocato nel gruppo 1 (agenti cancerogeni per luomo) dallAgenzia Internazionale per le ricerche sul cancro (IARC) . I vapori di benzina ed i gas di scarico di motori a benzina vengono considerati dalla IARC come possibili cancerogeni per luomo (Gruppo 2B) mentre le emissioni di veicoli Diesel sono classificate nel gruppo (Gruppo 2A) dei cancerogeni probabili. Lesposizione prolungata ad alte dosi benzene puo inoltre provocare anemia aplastica, leucopenia, piastrinopenia effetti neurotossici (29-42). La cancerogenicità per luomo in conseguenza di esposizione ad alte dosi dimostrata con certezza: infatti gli studi che hanno evidenziato unassociazione epidemiologica tra leucemia ed esposizione a benzene fanno riferimento a lavoratori esposti a dosi elevate di benzene , mentre restano molti dubbi sul rischio di leucemia per bassi livelli di esposizione. Il benzene, il cui uso come solvente ora vietato nei paesi dellUE presente in concetrazioni variabili in matrici biologiche (vegetali) , residui di combustione e nelle benzine per autotrazione disponibili in commercio. La presenza ubiquitaria nellecosistema comporta che ampie fasce della popolazione siano esposte a basse dosi.

In tutto il territorio Nazionale si stanno svolgendo da alcuni anni diverse indagini, alcune delle quali coordinate dallIstituto Superiore di Sanita, sulla valutazione del rischio associato allesposizione a benzene contenuto nei carburanti autoveicolari. Studi retrospettivi di mortalita su 2665 gestori delle stazioni di rifornimento di carburante della regione Lazio (33 ) hanno evidenziato incrementi non significativi di tumori dellesofago, della vescica, dellencefalo e di linfomi non Hodgkin, mentre tumori del rene, del polmone e leucemie sono risultati meno frequenti rispetto agli attesi; altri studi hanno suggerito un aumentato rischio di tumori respiratori, e di tumore del rene tra i benzinai (30-34) ma non di leucemia mieloide acuta (27) .In una coorte di 23.306 lavoratori inglesi addetti alla distribuzione di carburante con autocisterne sono stati osservati modesti ma significativi incrementi di leucemie, tumori del rene, della vescica e della prostata (41). Una recente meta-analisi realizzata su 208.741 addetti dellindustria del petrolio esposti a livelli in generale più elevati rispetto agli addetti alle stazioni di servizio , non ha evidenziato un incremento significativo di mortalità per leucemia (46). Nessuna conferma di associazione certa stata dimostrata tra esposizione a benzene ed incremento di leucemia e mortalità per leucemia in studi ecologici" riguardanti la distribuzione di carburante in 19 paesi Europei (44). In una coorte di 19.000 esposti a vapori di benzene persumibilmente a concentrazioni comprese tra 500 - e 1000 g./mc nelle stazioni di rifornimento in 4 paesi del Nord Europa (343.000 persone /anno) non si evidenziato un eccesso di rischio per leucemia ed in particolare per leucemia mieloide acuta (35). Anche se gli studi sopra citati non evidenziano un associazione tra leucemia ed esposizione a basse dosi di benzene , interessante citare una recente indagine condotta su 65 gestori di stazioni di rifornimento di Roma che ha evidenziato una relazione dose-risposta tra lescrezione urinaria di 8-idrossideossiguanosina (8-OHdG ,indicatore di danno ossidativo del DNA) e lincremento dellintensita di esposizione personale a benzene (13). I risultati di ricerche condotte dallAGIP-Petroli sull intero territorio nazionale (1-39) hanno evidenziato una esposizione degli addetti alle stazioni di servizio a concentrazione media di 482 g./mc (Limite proposto ACGIH per il 1997: 1600 g./mc - 0,5 ppm ). Un recente studio finanziato dal Ministero del Lavoro e dalla CEE e condotto dallIstituto Superiore di Sanita sullesposizione professionale a benzene di 27 gestori di stazioni di rifornimento, ha evidenziato livelli pari a 1730 g/mc ( DS= 5530) e concentrazioni di benzene nei carburanti pari al 2,86% in volume di benzina super e al 2,65% in campioni di benzina senza piombo.Lo studio ha inoltre evidenziato associazioni statisticamente significative tra esposizione professionale a benzene e quantita di benzina erogata e quantita di benzene presente nel carburante venduto nel giorno del monitoraggio ( 32 ) . La Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale ha stimato il rischio di contrarre la leucemia ,in tutta la popolazione italiana, correlato allesposizione a benzene, da un minimo di 17 ad un massimo di 246 casi di leucemia anno ,ovvero su 1000 casi di leucemia da 3 a 50 sarebbero dovuti allesposizione a benzene da emissione autoveicolare. La CCTN ha inoltre stimato che il numero aggiuntivo di casi di leucemia per 1000 persone esposte professionalmente per 40 anni di lavoro alla concentrazione media di 480 microgrammi/mc (0,16 ppm) di benzene ,e compreso tra 0.5 e 2.1. ( 18 - 23 ).In Italia le stazioni di rifornimento sono circa 34.000 in cui sono impiegati circa 100.000 addetti: la conoscenza e la valutazione dellesposizione professionale a benzene presso i distributori di carburante assume una notevole importanza ,sia per il tipo di patologia correlata alla sostanza e per il numero di esposti, sia perche le informazioni che si possono ottenere da studi sui lavoratori possono essere utili per indagini sui livelli di esposizione della popolazione generale ai vapori di benzina ed ai gas di scarico degli autoveicoli.

Per una valutazione dell'esposizione professionale a benzene e per effettuare una stima del rischio di leucemia negli erogatori sono state censite 122 stazioni di rifornimento di carburante nel territorio di competenza dellASL di Bergamo della Regione Lombardia; in 90 di queste sono state effettuate interviste, previo sopralluogo conoscitivo, con compilazione di una scheda - questionario e sono stati individuati 292 addetti allerogazione e vendita di carburante. Nelle stazioni di rifornimento, ubicate prevalentemente (70%) in centri abitati e dove solo il 19% lavora come dipendente ed il 16% e risultato di sesso femminile , e stato calcolato il quantitativo di carburante venduto allanno da ciascun distributore, differenziando tra carburante super, verde, miscela e diesel. In 21 stazioni di servizio sono state effettuate nel periodo 1995-97, 55 misure ambientali con 17 campionatori fissi e 38 campionatori personali per la determinazione della concentrazione di benzene e metil-benzeni aerodispersi; in totale sono state effettuate 155 analisi. Sono stati inoltre raccolti campioni di benzina al fine di determinare la concentrazione di benzene: sono stati misurati valori compresi tra 0,65% e 3 % (1995) . La concentrazione media di benzene aerodisperso misurata con campionatori personali, risultata nel 1995 pari a 560 gr./mc (DS:240) (Limite nuovo proposto TWA - ACGIH : 1600 gr./mc - 0,5 ppm), e valori di toluene e xilene al di sotto dei limiti ACGIH per i lavoratori professionalmente esposti. Il valore medio di benzene rilevato e risultato prossimo al valore medio nazionale rilevato dallo studio dellAGIP-Petroli del 1992 (482 gr. /mc) ma inferiore alla media rilevata nelle stazioni di rifornimento del Nord Italia (760 g. /mc) : i risultati del campionamento fisso (media 110 g. / mc, DS 58, Range 19 - 128 ) sono sovrapponibili ai risultati medi nazionali ( media 110 g./mc) . Le misure sono state ripetute nel 1996 in quei distributori dove si erano rilevati valori prossimi ai limiti proposti, ed ex novo nel 1997 in 9 distributori dopo una campagna di informazione sui rischi e sulle procedure di corretta erogazione in sicurezza e dopo adozione di misure tecniche preventive: le analisi hanno permesso di evidenziare una riduzione significativa ( p 0.001) ovvero un dimezzamento , in media , delle concentrazioni di benzene prelevato con campionatori personali (257.3 g/mc - DS: 148.2). E stata inoltre determinata la concentrazione di benzene nellaria per la valutazione dellinquinamento atmosferico urbano : i valori della media mobile del periodo di misura sono risultati inferiori ai limiti degli obbiettivi di qualità validi sino al 31.12.1998 (15 g./mc). Le misure ambientali sono state integrate dai dati di monitoraggio biologico: stata determinata la concentrazione dellAcido Trans-Trans Muconico in urine raccolte a fine turno in 40 addetti allerogazione di carburante ( ttMA: 262.7 g. /g. creat., DS 204.3) ed i risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo non professionalmente esposto ( ttMA :43.56 gr./g creat., DS 42.15).I dati biologici (ttMA urinario) confermano che si in presenza di bassi livelli di esposizione professionale a benzene, anche se con una differenza ancora significativa ( p 0.001) tra professionalmente esposti e non esposti. Dai risultati dello studio si può stimare molto basso il rischio di leucemia negli esposti delle stazioni di servizio: tale rischio per una esposizione media a benzene di 257.3 g./mc , risulta essere stimata inferiore a 0,5 casi per 1000 persone esposte per 40 anni.

I dati rilevati nel 1999 (28 distributori monitorati , 252 misure, di 84 relative al benzene) evidenziano una ulteriore riduzione dellesposizione in particolare in quei distributori dotati di impianto di recupero vapori, (83.8 micrg./mc) di impianto di aspirazione localizzata dei vapori ( 93.7 micrg./mc), ed di impianto fai da te ( 18.1 micrg./mc): si può considerare in questi ultimi casi sopratutto per gli addeti agli impianti fai da te irrilevante il rischio di leucemia .

In merito al rischio delle altre sostanze chimiche , le misure per ridurre lesposizione a benzene permettono di tenere sotto controllo i rischi per la salute degli operatori dovuti agli altri componenti delle benzine ( metil-benzeni , ottano ..., 1-3 butadiene , esano, piombo..).

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- predisporre spazi sufficienti per lattesa ed il rifornimento , mantenere larea libera da ostacoli;

- prestare particolare attenzione alle autovetture in movimento;

- adeguata pulizia del piazzale;

- pulire immediatamente eventuali fuoriuscite di carburante;

- utilizzo di scarpe antiscivolo;

- se possibile utilizzare guanti protettivi;

- ove possibile utilizzare la predeterminazione automatica dellerogazione;

- durante lerogazione la pistola deve essere posizionata stabilmente nel bocchettone;

- nel caso di richiesta di pieno, ridurre al minimo i tempi di arrotondamento;

- verificare il corretto riempimento del serbatoio per evitare fuoriuscite accidentali di carburante;

- assumere una posizione laterale e di sicurezza rispetto al bocchettone per evitare inalazioni

eventuali di vapori o contatto con benzine;

- togliere la pistola dal bocchettone del veicolo e riporla nellapposita colonnina prima di procedere

alla riscossione del pagamento;

- sistema di recupero vapori;

- far rispettare il divieto di fumare

- lerogazione deve avvenire a motore spento;

- non tenere nelle tasche stracci sporchi di carburante, materiale di possibile innesco (accendini);

- estintori posizionati correttamente ed in efficienza (omologat e controllati periodicamente)

ed in numero sufficiente (es. n. 5) : estintori in polvere da kg 6 cad. con capacità estinguente uguale o superiore a 89 B e C posizionati ai piedi dei distributori, e secchi di sabbia (n. 4 -5);

- CPI aggiornato;

- impianto elettrico a norma;

- Norme CEI 64-2 N. 1431 e CEI 64 - 2/A

n. 1432

- collaudo secondo Norma CEI 17-13/1 - IEC 439-1 - EN 60439-1

- verifica messa a terra;

- erogatori omologati ai sensi del D.M. 31.07.1934

- distanze di sicurezza ( D.M. 31.07.1934, C.M. N. 10 10.02.1969):

- le colonnine di distribuzione devono essere poste ad una distanza superiore a m 6 da

ferrovie o tramvie percorrenti strade ordinarie;

- non devono essere presenti in prossimità dell'impianto ferrovie o tramvie in sede propria ad una distanza inferiore a 20 metri;

- tra i serbatoi interrati deve intercorrere una distanza superiore a 50 cm;

- i serbatoi interrati devono essere posti ad una distanza superiore a 2 metri da cantine e simili;

- tra l'impianto ed il perimetro di edifici carcerari e terreni annessi deve intercorrere una distanza superiore a 100 metri;

- le isole di distribuzione devono essere poste ad una distanza superiore a 9 metri da aree specificamente indicate a parcheggio, da moteels, da posti di ristoro, da bar, ristoranti, snack-bar, tavole calde con superficie superiore a 20 mq

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico - ambientale ed organizzativo sono:

- attuazione di quanto previsto dal Titolo VII da art. 60 a 72 D.Lsvo 626/94 - Protezione da agenti cancerogeni)

- uso di benzine a basso contenuto di benzene (< 1% in peso) e di idrocarburi aromatici ( 30 %)

- dotare gli impianti di sistema di recupero vapori solidali con le pistole di erogazione (D.M. 16.05.96 , D.M 294 del 27.05.96 e Legge n. 413 del 4 /11/97 - D.M n. 76 del 20.01.1999 );

- aspirazioni localizzate a livello di pistole di erogazione;

- segnaletica ed etichettatura di sicurezza;

- maggior diffusione dei sistemi a self -service (fai da te);

- se possibile utilizzo di guanti protettivi;

- corrette procedure di lavoro in sicurezza;

- evitare la contaminazione degli indumenti;

- cambiare immediatamente gli indumenti imbrattati;

- non usare la benzina per pulire le mani o altro;

- non fumare o consumare cibo con le mani sporche e sul posto di lavoro;

- usare per la pulizia delle mani possibilmente carta a strappo monouso ;

- ove possibile utilizzare la predeterminazione automatica dellerogazione;

- durante lerogazione la pistola deve essere posizionata stabilmente nel bocchettone;

- nel caso di richiesta di pieno, ridurre al minimo i tempi di arrotondamento;

- verificare il corretto riempimento del serbatoio per evitare fuoriuscite accidentali di carburante;

- assumere una posizione laterale e di sicurezza rispetto al bocchettone per evitare inalazioni

eventuali di vapori o contatto con benzine;

- divieto di minori di 18 anni ad essere adibiti allerogazione di carburante;

- corretta manutenzione periodica dellimpianto;

- protezione area erogazione da idonea pensilina e fabbricato o prefabbricato per il ricovero del gestore ed adeguati servizi igienici ;

- usare adeguati indumenti protettivi per difendersi dalla pioggia e dal freddo;

- formazione ed informazione;

- registro degli esposti (art. 70 D.Lsvo 626/94) ;

- sorveglianza sanitaria graduata al rischio;

- 2) per gli altri:

a) visita medica preventiva integrata da

b) esame emocromocitometrico, creatininemia , ggt, cot, gpt;

c) ttMA di fine turno.

Visita medica periodica comprensiva degli accertamenti b) e c) :

- annuale fino al 1 luglio 2000

( da tale data tutti gli impianti saranno dotati di sistemi di captazione dei vapori);

- biennale comprensiva degli accertamenti b) e c) per i nuovi distributori , per tutti a partire dal 1 luglio 2000;

Qualora , dopo tale data , il livello di esposizione non evidenzi rischi per la salute dei lavoratori, (anche tramite monitoraggio ambientale e biologico), la Sorveglianza sanitaria (Titolo VII Capo III art. 69 D.Lsvo 626/94) può essere sospesa , previa richiesta di esenzione ai sensi dellart. 35 DPR 303/56 e a giudizio del Medico Competente e del Datore di Lavoro ai sensi del D.Lsvo 626/94 e quindi essere esonerati anche alla tenuta del Registro degli esposti di cui allart. 70 del D.Lsvo 626/94.

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

Manutenzione , pulizia e controllo impianti.

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

R.D. 824/27

D.M. 31.07.1934

DPR 547/55

DPR 303//56 (art. 35)

D.M.1877654 del 17.06.59

Circ. Min. 8.7.1970

DPR N.524 8/6/1982

D.M342425 del30.07.83

Norme CEI 64-2 N. 1431 e CEI 64 - 2/A n. 1432

Norma CEI 17-13/1 - IEC 439-1 - EN 60439

D.M. 332746 del 21.11.81

D.Lsvo 277/91

D.Lsvo 626/94 (Titolo VII art.. 60 -72)

D.L. 196/05/96

Legge n. 413/97

D.M. 16.05.96

D.M 294 del 27.05.96 - Legge n. 413 del 4 /11/97 ,

D.L. 32/98

DPR n. 37 del 12.01.1998

D.M. n. 64 10.03.1998

Circolare M. n. 95.5.1998

D.M. 20.10.98

D.M n. 76 del 20.01.1999 ;

D.M. n. 246 del 24/5/1999

D.Lsvo n. 346 08.9.1999

D.Lsvo 345 4 agosto 1999

Documentazione da acquisire/disponibile presso limpianto

Mod. A - Protezione contro le scariche atmosferiche /calcolo di fulminazione;

Mod. B- denuncia impianto di messa a terra (con dichiarazione di conformità ai sensi della L. 46/90)

Mod. C - denuncia di impianti elettrici in atmosfera con rischio di esplosione /incendio

CPI - possesso di Certificato Prevenzione incendi;

Certificati omologazione colonnine di erogazione

Verbale di Collaudo impianti (VVFF , UTF ASL) (D.L. 32/98)

Registro infortuni

Nomina RSPP

Nomina Medico Competente

Giudizi idoneità alla mansione

Registro di esposizione.

Capitolo 8 - Il Rischio esterno"

Possibilità di inquinamento sottosuolo per sversamenti e gocciolamento. Inquinamento atmosferico da vapori di solventi in caso di sversamenti e da prodotti di combustione in caso di incendio.

Il rischio di inquinamento atmosferico può essere rilevante solo in caso di incendio non controllato.

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N. 4

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONe

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Servizi vari alle autovetture:

- controllo livelli

- controllo pneumatici

- lavaggio parabrezza

Rischi strutturali e da macchine in movimento

e da attrezzi.

- investimento da veicoli in transito;

- ustioni da contatto con parti calde del motore ed a seguito di apertura di tappi radiatore (getti di vapore o acqua calda) o con oli motore;

- scivolamento;

- lesioni da caduta del cofano non idoneamente bloccato;

- lesioni da contatto con organi in movimento del motore;

- scoppio pneumatici durante il controllo;

- spazi sufficienti ed in sicurezza per tali operazioni;

- prestare attenzione ai veicoli in transito;

-adeguate procedure

- far spegnere il motore durante le operazioni;

- bloccare adeguatamente il cofano in posizione aperta prima di iniziare le operazioni allinterno del vano motore;

- lasciar raffreddare il motore prima di svitare il tappo del radiatore o svitarli lentamente con le dovute cautele facendo sfogare la pressione e luso di guanti protettivi;

- se non strettamente necessario, non operare su motori accesi e non avvicinare le mani ad organi in movimento o che possono entrare in movimento;

- gonfiagomme portatile a norma e periodicamente controllato;

Rischio posturale

- posturale;

Rischio chimico

- contatto oli motore;

- contatto prodotti per la pulizia parabrezza;

- inalazioni di vapori di solventi di provenienti dal carburatore o dallattività di erogazione;

Rischio fisico

- microclima sfavorevole ( alte e basse temperature ambientali);

- posture corrette e non fisse;

- uso di DPI (guanti protettivi);

- uso di ausili idonei per la pulizia parabrezza;

- sistema recupero vapori;

- corrette procedure di lavoro;

- evitare di effettuare le attività in vicinanza delle pompe;

- idonei indumenti di protezione da intemperie;

- formazione ed informazione;


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Servizi vari alle autovetture
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 292

Fase 4: Servizi vari alle autovetture

Capitolo 1 - La fase di lavorazione

Le principali attività che vengono effettuate in questa fase di lavoro sono: controllo livelli , lavaggio parabrezza e controllo pressione pneumatici: le prime due spesso effettuate in contemporanea allerogazione di carburante. Durante il controllo dei livelli si potrà rendere necessario effettuare delle aggiunte di liquidi per il radiatore, oli per motore, liquidi per i freni. La pulizia del parabrezza viene effettuato con specifiche attrezzature e prodotti (spugne, stracci, pulivetro).

Il controllo della pressione dei pneumatici viene effettuato con gonfiagomme portatile o fisso.

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine e Impianti"

Vengono utilizzate attrezzature per la pulizia del parabrezza: spugna-tergivetro con impugnatura, spugne , stracci, detergenti parabrezza.

Vengono utilizzati liquidi per radiatore , liquidi per freni, liquidi per batteria, oli motore per rabbocchi.

Per il controllo della pressione delle gomme : un gonfiagomme portatile o fisso in zona di sicurezza.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

I principali rischi di tipo infortunistico sono

- investimento altri veicoli in transito;

- ustioni da contatto con parti calde del motore ed a seguito di apertura di tappi radiatore (getti di vapore o acqua calda) o con oli motore;

- scivolamento;

- lesioni da caduta del cofano non idoneamente bloccato;

- lesioni da contatto con organi in movimento del motore;

- scoppio pneumatici durante il controllo.

I principali rischi igienico - ambientali ed organizzativi

- posturale;

- contatto oli motore;

- contatto prodotti per la pulizia parabrezza (saponi, detergenti anionici e cationici...);

- microclima sfavorevole ( alte e basse temperature ambientali);

- inalazioni di vapori di solventi di provenienti dal carburatore o dallattività di erogazione;

Capitolo 4 - Il danno atteso"

Questa fase lavorativa può essere considerata a rischio basso per gli addetti: nessuna malattia professionale rilevata e 10 infortuni lievi negli ultimi 5 anni segnalati, verificatisi durante lattività di controllo livelli ( piccole ustioni allavambraccio - mani, lombalgie) .

Non si sono riscontrate dermatiti allergiche ed irritative da contatto ne follicoliti cute arti superiori.

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- spazi sufficienti ed in sicurezza per tali operazioni;

- segnaletica ed attenzione ai veicoli in transito;

- adeguate procedure

- far spegnere il motore durante le operazioni;

- bloccare adeguatamente il cofano in posizione aperta prima di iniziare le operazioni allinterno del vano motore;

- lasciar raffreddare il motore prima di svitare il tappo del radiatore o svitarli lentamente con le dovute cautele facendo sfogare la pressione e luso di guanti protettivi;

- se non strettamente necessario, non operare su motori accesi e non avvicinare le mani ad organi in movimento o che possono entrare in movimento;

- gonfiagomme portatile a norma e periodicamente controllato;

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico - ambientale ed organizzativo

- posture corrette e non fisse o prollungate;

- uso di DPI (guanti protettivi);

- uso di ausili idonei per la pulizia parabrezza;

- idonei indumenti di protezione da intemperie;

- sistema recupero vapori;

- corrette procedure di lavoro;

- evitare di effettuare le attività in vicinanza delle pompe;

- formazione ed informazione.

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

No

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

DPR 547/55

DPR 303/56

D.Lsvo 626/94.

Legge n. 413/97

D.M. 16.05.96

D.M 294 del 27.05.96 - Legge n. 413 del 4 /11/97 ,

Alcuni documenti importanti :

Schede tecniche di sicurezza e tossicologiche dei prodotti utilizzati

Registro oli esausti

Registro rifiuti speciali

Capitolo 8 - Il rischio esterno

Nessuno o irrilevante rischio per lambiente per adeguata raccolta scarichi delle acque di rifiuto e pulizia dellarea di lavoro.

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N. 5

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONe

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Servizi di

manutenzione e pulizia:

interventi su apparecchiature

per riparare guasti semplici o per pulizia;

controlli periodici su apparecchiature;

pulizie area , servizi igienici, chiosco, manipolazione rifiuti.

Manutenzione impianti e riparazione guasti importanti ( a cura di ditte esterne)

Rischi strutturali , da attrezature

- rischio di scivolamento;

- punture e tagli;

- caduta da scale portatili durante la pulizia vetrate , plafoniere;

- ustioni;

Sostanze pericolose

- contatto con prodotti irritanti per la cute;

(manipolazione rifiuti)

Rischio elettrico

(elettrocuzione)

Rischio incendio

- adeguata pulizia area di lavoro;

- uso di scarpe antisdrucciolo;

-uso di adeguati guanti protettivi;

- utilizzo di scale portatili stabili e solide, non usurate, controllate periodicamente ed in modo appropriato e sicuro ( corretto posizionamento, giusta inclinazione , appoggio stabile di tutti i piedi, corretta inclinazione, corretto bilanciamento del corpo);

- non utilizzare prodotti infiammabili;

- adeguata manutenzione degli impianti di trattamento acque reflue;

- controllo periodico del livello dei fanghi e dellolio , rimuovendoli e smaltendoli come rifiuti a termini di legge;

- togliere la tensione elettrica

sugli impianti ed attrezzature su cui si effettuano gli interventi;

- Conformità alle Norme CEI e Legge 46/90

- attrezzature provviste di certificazioni di sicurezza (marchio CE, conformità UNI)

- far rispettare il divieto di fumare e di usare fiamme libere;

- verificare corretto funzionamento delle attrezzature ed impianti segnalando le anomalie e richiedendo lintervento delle ditte di manutenzione;

- contratto dappalto e misure di sicurezza ai sensi dellart. 7 D.Lsvo 626/94 (Piano di lavoro coordinato)

Rischi posturali e moviment. Carichi

- (rischi di lesioni dorso lombari);

Rischio chimico

- dermatiti irritative o allergiche da contatto con prodotti per la pulizia;

Rischio biologico

- rischio biologico durante la pulizia dei servizi igienici;

- manipolazione rifiuti;

Rischi fisici

- microclima sfavorevole;

- corrette procedure;

- non superare i carichi di 30 kg

- movimentazione con ausili;

- uso di adeguati indumenti protettivi e DP I ( guanti, stivali, scarpe protettive...)

( a norma C.E.)

- schede tecniche di sicurezza e tossicologiche dei prodotti utilizzati;

-uso di adeguati indumenti protettivi

- formazione ed informazione


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Servizi di manutenzione e pulizia
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 150

Fase n. 5: Servizi di manutenzione e pulizia

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

Questa fase si caratterizza da una attività che viene effettuata da personale del distributore ovvero interventi su apparecchiature per riparare guasti semplici o per pulizia , controlli periodici su apparecchiature ,pulizie dellarea di lavoro dei servizi igienici e del chiosco, ed interventi rilevanti per la manutenzione e pulizia periodica degli impianti (erogatori, pompe, serbatoi, autolavaggio, ponte sollevatore, gonfiagomme ecc..) e per la riparazione di guasti importanti che vengono effettuati da ditte esterne specializzate , nonchè verifiche e controlli periodici degli impianti elettrici ed antincendio comprese le verifiche periodiche degli estintori.

Le attività di pulizia nei casi di Distributori delle stazioni di servizio autostradali o di grosse dimensioni sono effettuate da imprese di pulizia esterne

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine e Impianti"

Sono utilizzate attrezzature e prodotti per la pulizia : scale portatili, motospazzatrici, aspiraliquidi ed aspirapolveri, lucidatrici , spazzole pulitrici prodotti detergenti ( alcolli + sodio alcansolfonato, isopropanolo + essenze profumate ecc..) ,detersivi es. carbonato di sodio + perborato di sodio + alchilbenzensolfonato...), saponi, shampoo, disinfettanti (formaldeide, alcool), disincrostanti, pulitori spray per vetri ( 2-Butossietanolo) e per mobili ( tensioattivi non ionici, olio di paraffina e silicone, isoparaffina), candeggina, soluzioni di acidi forti, acido muriatico ammoniaca al 3% - 5% - 6%....

Le attrezzature utilizzate per la manutenzione e riparazione degli impianti sono quelle in uso delle ditte esterne chiamate ad intervenire.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

I principali rischi di tipo infortunistico sono:

- rischio di scivolamento;

- punture e tagli;

- caduta da scale portatili durante la pulizia vetrate , plafoniere;

- ustioni;

- contatto con prodotti irritanti per la cute e mucose;

- rischio elettrico;

(elettrocuzione)

- rischio incendio ed esplosione.

I principali rischi igienico - ambientali ed organizzativi

- posture e movimentazione di. carichi con rischi di lesioni dorso lombari;

- dermatiti irritative o allergiche da contatto con prodotti per la pulizia;

- rischio biologico durante la pulizia dei servizi igienici;

- microclima sfavorevole ( sbalzi termici);

- manipolazione rifiuti.

Capitolo 4 - Il danno atteso"

I rischi individuati messi in atto gli interventi preventivi previsti possono stimarsi molto bassi. Nessun infortunio e malattia professionale rilevati negli ultimi 5 anni.

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- adeguata pulizia area di lavoro;

- uso di scarpe antisdrucciolo;

- uso di adeguati guanti protettivi;

- non utilizzare prodotti infiammabili;

- utilizzo di scale portatili stabili e solide, non usurate, controllate periodicamente ed in modo appropriato e sicuro ( corretto posizionamento, giusta inclinazione , appoggio stabile di tutti i piedi, corretta inclinazione, corretto bilanciamento del corpo);

- adeguata manutenzione degli impianti di trattamento acque reflue;

- controllo periodico del livello dei fanghi e dellolio , rimuovendoli e smaltendoli come rifiuti a termini di legge;

- togliere la tensione elettrica sugli impianti ed attrezzature su cui si effettuano gli interventi;

- Conformità alle Norme CEI e Legge 46/90

- attrezzature provviste di certificazioni di sicurezza (marchio CE, conformità UNI)

- far rispettare il divieto di fumare e di usare fiamme libere;

- verificare corretto funzionamento delle attrezzature ed impianti segnalando le anomalie e richiedendo lintervento delle ditte di manutenzione;

- contratto dappalto e misure di sicurezza ai sensi dell art. 7 D.Lsvo 626/94 (Piano di lavoro coordinato).

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico - ambientale ed organizzativo

- adozione di corrette procedure di lavoro in sicurezza;

- non superamento dei carichi di 30 kg

- movimentazione con ausili;

- uso di adeguati indumenti protettivi e DP I ( guanti, stivali, scarpe protettive...)

( a norma C.E.)

- formazione ed informazione

- messa a disposizione ed informazione sulle schede tecniche di sicurezza e tossicologiche dei prodotti utilizzati;

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

Sono in appalto le attività di manutenzione degli impianti ed in alcuni casi le attività generali di pulizia. Lattività degli operatori della Stazione di Servizio si caratterizza nel verificare corretto funzionamento delle attrezzature ed impianti segnalando le anomalie e richiedendo lintervento delle ditte di manutenzione con le quali si stipula un contratto dappalto che preveda misure di sicurezza ai sensi dellart. 7 D.Lsvo 626/94 (Piano di lavoro coordinato).

3

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

DPR 547/55

DPR 303/56

D.Lsvo 626/94 ( art. 7).

D.L.svo 22/97 e succ.

Capitolo 8 - Il rischio esterno

Possibilità di inquinamento sottosuolo per sversamenti (carburanti) e perdite durante interventi di pulizia e menutenzione e da prodotti utilizzati per la pulizia ( detergenti, detersivi) . Inquinamento atmosferico da vapori di solventi e da prodotti di combustione in caso di incendio.

Il rischio di inquinamento atmosferico può essere rilevante solo in caso di incendio non controllato.

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N. 6

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONe

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Autofficina

- Riparazione motori e parti meccaniche autoveicoli;

- revisione e messa a punto autoveicoli;

- controllo livelli e carica batterie;

- sostituzione olio motore;

- controllo pressione e sostituzione gomme;

- magazzino.

- attività con ponte sollevatore;

Rischi strutturale e da macchine in movimento

- investimento da autoveicoli

in transito o in prova;

Rischi da macchine ed attrezzi

- lesioni arti superiori per schiacciamento, ferite tagli , impigliamento per luso di attrezzature manuali e contatto con parti taglienti;

( cacciavite , pinze , martelli, mola , piccolo trapano a colonna, smeriglio portatile, apparecchiatura per il caricamento dellaria condizionata, recipienti in pressione per il caricamento dellolio,.)

- proiezioni schegge;

- ustioni da contatto con parti calde del motore ed a seguito di apertura di tappi radiatore (getti di vapore o acqua calda) o con oli motore;

- lesioni da caduta del cofano non idoneamente bloccato;

Sostane pericolose

- schizzi liquidi - acidi dalle batterie,

Altri rischi

- scivolamento ed inciampo;

- lesioni da contatto con organi in movimento del motore;

- scoppio pneumatici durante il controllo o sostituzioni;

- cadute nella buca per riparazioni dal basso;

- traumi dorso-lombari;

- caduta di materiali dallalto (dal ponte sollevatore, da scafali o imballi del magazzino);

Rischio elettrico

- da elettrocuzione per contatti accidentali con cavi elettrici danneggiati, attrezzature in cattivo stato di manutenzione, lampade elettriche portatili)

Rischio incendio ed esplosione (sostanze infiammabili)

- spazi sufficienti ed in sicurezza per tali operazioni;

- prestare attenzione ai veicoli in transito;

- segnaletica e cartellonistica di sicurezza;

- macchine , utensili , attrezzature ed apparecchiature installati come previsto dal costruttore ed utilizzati in modo appropriato e corredate da libretto di istruzioni per luso;

- protezioni fisse o mobile per le macchine utensili;

- utilizzo di occhiali di protezione;

- adeguate procedure

- far spegnere il motore durante le operazioni;

- bloccare adeguatamente il cofano in posizione aperta prima di iniziare le operazioni allinterno del vano motore;

- lasciar raffreddare il motore prima di svitare il tappo del radiatore o svitarli lentamente con le dovute cautele facendo sfogare la pressione e luso di guanti protettivi;

- adeguata e frequente pulizia dei pavimenti;

- utilizzo di scarpe antiinfortunistiche antisdrucciolo;

- se non strettamente necessario, non operare su motori accesi e non avvicinare le mani ad organi in movimento o che possono entrare in movimento;

- gonfiagomme portatile a norma e periodicamente controllato;

- Rispetto Norme UNI per le fosse di lavoro per autoveicoli;

- idonea segnaletica e protezione delle fosse";

- utilizzo di ausili ed attrezzature idonee per la movimentazione di pezzi pesanti;

- utilizzo di sollevatori idraulici a pedali;

- scafalature stabili e materiali ordinati in posizione sicura;

utilizzo di scale sicure e stabili;

- dichiarazioni di conformità e revisioni periodiche ponti di sollevamento;

- indicazioni di portata massima del ponte di sollevamento autoveicoli;

- posizionamento correto del veicolo sul ponte senza sbilanciamento del peso, marcia innescata e freno a mano tirato;

- prestare attenzione alle fasi di salita e discesa del veicolo;

- utilizzo , se necessario dei cunei blocca ruota;

- nessuna persona deve restare a bordo del veicolo durante le operazioni sul ponte;

impianto elettrico realizzato in conformità alla Regola dArte (L. 46/90);

- denuncia di impianto di messa a terra e verifiche periodiche (biennali);

- parere ASL per licenza ;

- far rispettare il divieto di fumare e di produrre fiamme libere;

- evitare la formazione di miscele esplosive;

- CPI ove previsto ;

- presenza di estintori (A-B-C) portatili o fissi e loro controllo periodico;

- addestramento squadra antincendio;

- vie di uscita sgombre da materiali;

Rischi posturali e moviment.carichi

- posture scomode e forzate;

- movimentazione pezzi motore;

Rischio chimico

- contatto con oli motore esausti;

- sgrassanti per pulizia pezzi;

- eventuali fibre di amianto durante la sostituzione dei freni e frizioni;

- fumi e gas di scarico autoveicoli ;

- strumentazione ed attrezzi idonei;

- organizzare il lavoro in modo tale da evitare posture fisse e protratte

- adeguate procedure di lavoro;

- non superare pesi di 30 kg;

- utilizzo di idonei ausili;

- utilizzo di indumenti protettivi idonei e DPI resistenti agli oli

( guanti, scarpe antiinfortunistiche, tute e grembiuli..)

- evitare di tenere stracci unti di olio nelle tasche della tuta;

- evitare di pulirsi le mani con gli stessi stracci o pezzi di carta utilizzati per pulire i pezzi o gli attrezzi , non usare paste abrasive, solventi o emulsioni;

- utilizzare adeguati prodotti detergenti, come saponi liquidi neutri o leggermente acidi, ed adatti mezzi per asciugarsi e pulirsi allinterno dei locali di lavoro come asciugamani monouso, preferibilmente di carta e comunque puliti. Intorno alle unghie può essere utile usare un idoneo spazzolino;

- pulire frequentemente la cute durante le pause di lavoro, prima di mangiare ed urinare, utilizzare creme emoliienti dopo il lavaggio a fine turno nei mesi invernale e per chi tende ad avere una pelle secca;

- non consumare alimenti in officina.

- evitare la dispersione di polverio e fibre di amianto durante la manutenzione di freni e frizioni;

- ambienti idonei ben areati e ventilati;

- utilizzo impianto aspirazione gas di scarico ( es. CO) lnnestabile al tubo dellautomezzo;

-Formazione ed informazione;

- sorveglianza sanitaria solo per autofficine di grandi dimensioni e con elevata attività specifica e prevalente e con documentata stima di possibili danni alla salute ( dermatiti irritativeed allergiche da contatto, patologia o disturbi dorso-lombari, patologia irritativa dellapparato respiratorio, rischio cancerogeno da esposizione ad I.P.A da oli esausti.

-


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Autofficina
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 12

Fase n. 6: Autofficina

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

Questa attività lavorativa può essere considerata supplementare nelle stazioni di servizio. In quelle indagate solo 6 ( 5%) esercitavano questo tipo di attività: tuttavia quando viene effettuata con una certa intensità può risultare importante dal punto di vista dellesposizione a fattori di rischio per gli addetti. Le principali attività effettuate sono risultate la riparazione motori e parti meccaniche autoveicoli, revisione e messa a punto , controllo livelli e carica batterie, sostituzione olio motore, controllo pressione e sostituzione gomme. Alcune di queste attività richiedono luso di fosse (attività da sotto) o di ponti sollevatori.

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine e Impianti"

Vengono utilizzate le seguenti attrezzature: cacciavite , pinze , martelli, mola , piccolo trapano a colonna, smeriglio portatile, apparecchiatura per il caricamento dellaria condizionata, recipienti in pressione per il caricamento dellolio, carica batterie, lampade elettriche portatili, , ponti sollevatori, gonfiagomme portatile o fisso, smontagomme trifase e vulcanizzatore, impianto di aspirazione CO dai tubi di scappamento, , compressori per alimentazione impianto di aria compressa , tester, correttore assetto fari.

Vengono utilizzati prodotti per la pulizia e sgrassaggio pezzi, ( solventi tipo acqua ragia) , detergenti universali, , lubrificanti per cambi automatici e servosterzo, per trasmissioni, per differenziali autobloccanti, per autotrazione, anticongelanti e detergenti per parabrezza.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

I principali rischi di tipo infortunistico sono:

- investimento da autoveicoli in transito o in prova;

- lesioni arti superiori per schiacciamento, ferite tagli , impigliamento per luso di attrezzature

manuali e contatto con parti taglienti ( cacciavite , pinze , martelli, mola , piccolo trapano a

colonna, smeriglio portatile, apparecchiatura per il caricamento dellaria condizionata, recipienti in

pressione per il caricamento dellolio );

- proiezioni schegge;

- ustioni da contatto con parti calde del motore ed a seguito di apertura di tappi radiatore (getti di

vapore o acqua calda) o con oli motore;

- lesioni da caduta del cofano non idoneamente bloccato;

- schizzi liquidi - acidi dalle batterie,

- scivolamento ed inciampo;

- lesioni da contatto con organi in movimento del motore;

- scoppio pneumatici durante il controllo o sostituzioni;

- cadute nella buca per riparazioni dal basso;

- traumi dorso - lombari;

- caduta di materiali dallalto (dal ponte sollevatore, da scafali o imballi del magazzino);

- rischio elettrico: da elettrocuzione per contatti accidentali con cavi elettrici danneggiati,

attrezzature in cattivo stato di manutenzione, lampade elettriche portatili)

- rischio incendio ed esplosione (sostanze infiammabili).

I principali rischi igienico - ambientali ed organizzativi

- posture scomode e forzate;

- movimentazione pezzi motore;

- contatto con oli motore esausti;

- sgrassanti per pulizia pezzi (acqua ragia, trielina, benzine);

eventuali fibre di amianto durante la sostituzione dei freni e frizioni;

- fumi e gas di scarico autoveicoli (piombo tetraetile, monossido di carbonio, benzene e metil -benzeni, esano..)

Capitolo 4 - Il danno atteso"

Nelle officine dei distributori indagati il rischi possono considerarsi bassi una volta completate ed attuate le misure tecniche preventive, organizzative e procedurali; sono stati tuttavia rilevati 3 infortuni lievi negli ultimi 5 anni: 1 corpo estraneo occhio, 1 contusione dita mano, 1 lombalgia acuta. Nessuna malattia professionale segnalata o rilevata. Su 12 soggetti addetti alle operazioni di officina sono stati effettuati nel 1997 i seguenti esami di monitoraggio biologico: Pb emia, ZPP, HbCO, Acido Transmuconico Urinario di fine turno per una valutazione dellesposizione a fumi e gas di scarico e vapori di benzina: sono risultati al di sopra del valore limite biologico per la popolazione generale il 50% ( 6 soggetti) dei valori riferiti alla HbCO (5 di tali soggetti erano però fumatori). Gli altri valori sono risultati al di sotto dei VLB.

Non sono state rilevate dermatiti irritative o allergiche da contatto.

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- utilizzo di spazi sufficienti ed in sicurezza per tali operazioni;

- prestare attenzione ai veicoli in transito;

- segnaletica e cartellonistica di sicurezza;

- macchine , utensili , attrezzature ed apparecchiature installati come previsto dal costruttore ed utilizzati in modo appropriato e corredate da libretto di istruzioni per luso;

- protezioni fisse o mobile per le macchine utensili;

- utilizzo di occhiali di protezione;

- adeguate procedure

- far spegnere il motore durante le operazioni;

- bloccare adeguatamente il cofano in posizione aperta prima di iniziare le operazioni allinterno del

vano motore;

- lasciar raffreddare il motore prima di svitare il tappo del radiatore o svitarli lentamente con le

dovute cautele facendo sfogare la pressione e luso di guanti protettivi;

- adeguata e frequente pulizia dei pavimenti;

- utilizzo di scarpe antiinfortunistiche antisdrucciolo;

- se non strettamente necessario, non operare su motori accesi e non avvicinare le mani ad organi in

movimento o che possono entrare in movimento;

- gonfiagomme portatile a norma e periodicamente controllato;

- Rispetto Norme UNI per le fosse di lavoro per autoveicoli;

- idonea segnaletica e protezione delle fosse";

- utilizzo di ausili ed attrezzature idonee per la movimentazione di pezzi pesanti;

- utilizzo di sollevatori idraulici a pedali;

- scaffalature stabili e materiali ordinati in posizione sicura;

- utilizzo di scale sicure e stabili;

- dichiarazioni di conformità e revisioni periodiche ponti di sollevamento;

- indicazioni di portata massima del ponte di sollevamento autoveicoli;

- posizionamento corretto del veicolo sul ponte senza sbilanciamento del peso, marcia innescata e

freno a mano tirato;

- prestare attenzione alle fasi di salita e discesa del veicolo;

- utilizzo , se necessario dei cunei blocca ruota;

- nessuna persona deve restare a bordo del veicolo durante le operazioni sul ponte;

- impianto elettrico realizzato in conformità alla Regola dArte (L. 46/90);

- denuncia di impianto di messa a terra e verifiche periodiche (biennali);

- parere ASL per licenza ;

- far rispettare il divieto di fumare e di produrre fiamme libere;

- evitare la formazione di miscele esplosive;

- CPI ove previsto ;

- presenza di estintori (A-B-C) portatili o fissi e loro controllo periodico;

- addestramento squadra antincendio;

- vie di uscita sgombre da materiali.

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico-ambientale ed organizzativo

- utilizzo di strumentazione ed attrezzi idonei;

- organizzare il lavoro in modo tale da evitare posture fisse e protratte

- adeguate procedure di lavoro;

- non superare pesi di 30 kg;

- utilizzo di idonei ausili;

- utilizzo di indumenti protettivi idonei e DPI resistenti agli oli

( guanti, scarpe antinfortunistiche, tute e grembiuli..)

- evitare di tenere stracci unti di olio nelle tasche della tuta;

- evitare di pulirsi le mani con gli stessi stracci o pezzi di carta utilizzati per pulire i pezzi o gli attrezzi , non usare paste abrasive, solventi o emulsioni;

- utilizzare adeguati prodotti detergenti, come saponi liquidi neutri o leggermente acidi, ed adatti mezzi per asciugarsi e pulirsi allinterno dei locali di lavoro come asciugamani monouso, preferibilmente di carta e comunque puliti. Intorno alle unghie può essere utile usare un idoneo spazzolino;

- pulire frequentemente la cute durante le pause di lavoro, prima di mangiare ed urinare, utilizzare creme emollienti dopo il lavaggio a fine turno nei mesi invernale e per chi tende ad avere una pelle secca;

- non consumare alimenti in officina.

- evitare la dispersione di polverio e fibre di amianto la dove ancora ci fossero, durante la manutenzione di freni e frizioni;

- lavorare in ambienti idonei ben areati e ventilati;

- utilizzo impianto aspirazione gas di scarico ( es. CO) innestabile al tubo dellautomezzo;

- Formazione ed informazione;

- sorveglianza sanitaria solo per autofficine di grandi dimensioni e con elevata attività specifica e prevalente e con documentata stima di possibili danni alla salute ( dermatiti irritative ed allergiche da contatto, patologia o disturbi dorso - lombari, patologia irritativa dellapparato respiratorio, rischio cancerogeno da esposizione ad I.P.A da oli esausti).

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

Lattività di sostituzione pneumatici , bilanciamento e revisioni autoveicoli sono effettuate in Officine specializzate (ad eccezione di due Stazioni di Servizio). La riparazione della carrozzeria degli autoveicoli effettuata presso apposite Carrozzerie esterne".

3

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

DPR 547/55

DPR 303/56

L. 691/82

Legge 46/90

D.Lsvo 277/91

L.95/92

D.Lsvo 626/94

D.Lsvo 22/97 e succ.

D.Lsvo 389/97

DPR n. 37 del 12.01.1998

D.M. n. 64 10.03.1998

Circolare M. n. 95.5.1998

Capitolo 8 - Il rischio esterno

Vi la possibilità di inquinamento del sottosuolo , delle falde acquifere e dei corsi dacqua a seguito di cattiva gestione della raccolta stoccaggio e smaltimento dei rifiuti pericolosi ( batterie esauste, oli motore, solventi) (D.Lsvo 22/97 - D.Lsvo 389/97 - L. 691/82 L.95/92)

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N. 7

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONe

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Autolavaggio

- Lavaggio manuale;

- Lavaggio automatico.

Rischio strutturale

- investimento da autovetture

- scivolamento.

Macchine ed impianti

(impianto lavaggio automatico a spazzole rotanti, aspirapolvere)

- rischio di ferite da taglio e da punta di parti sporgenti e/o taglienti dei veicoli;

- rischio meccanico da movimento parti rotanti (lavaggio automatico);

Rischio elettrico.

- area specifica destinata allautolavaggio , sufficientemente estesa e delimitata;

- segnaletica e cartellonistica di sicurezza;

- area mantenuta pulita da sostanze scivolose e libera da ostacoli;

- i veicoli in attesa devono avere il motore spento e freno a mano inserito;

- uso di scarpe antisdrucciolo - stivali antiscivolo;

- uso di guanti protettivi ed adeguati accorgimenti per la protezione delle mani durante il fasi non automatiche del lavaggio;

- attenersi alle procedure duso fornite dal fabbricante dellimpianto di lavaggio automatico e di aspirapolveri;

(libretto manutenzione - marcatura CE)

- corretta manutenzione e verifiche sistemi di sicurezza dellimpianto;

-presenza di interrutore di Stop - Emergenza, per interrompere il ciclo di lavaggio in caso di emergenza;

- tenersi fuori dalla portata di parti in movimento durante il lavaggio automatico;

- non far restare nessuno a bordo delle vetture durante il lavaggio;

- messa a terra e dispositivi contro scariche atmosferiche : cerificazioni e verifiche periodiche;

- impianto collegato ad apparato salvavita;

- sportello quadro elettrico dotato di interrutore di chiusura per interruzione di energia elettrica in caso di apertura sportello.

Rischio posturale

- posture scorrette per pulizia parti interna autovetture;

Rischio fisico

- rumore impianto lavaggio automatico;

(rumore disturbante, per operatori e per la popolazione)

microclima sfavorevole (alte- basse temperature, tempertura acqua nel lavaggio manuale),

Rischio chimico

- contatto cute e mucose con prodotti di pulizia e lavaggio tipo detergenti (potassio idrato, sodio-metasilicato +2-Butossietanolo...), shampoo) , lucidante protettivo per pneumatici ( glicole - dietilenico),;

- inalazione prodotti volatili (spray) per pulizia vetri ed interni abitacolo.

- Misure procedurale ed organizzative;

- impianto insonorizzato (es. cabinatura parziale o completa),

- adeguai indumenti protettivi ed attrezzature di lavoro;

- idonea temperatura acqua (lavaggio manuale)

- informazione e formazione (schede di sicurezza e tossicologiche dei prodotti)

- uso di mezzi di protezione personale (guanti protettivi)

- durante luso di prodotti volatili per la pulizia abitacolo tenere aperte le portiere delle autovetture.


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Autolavaggio
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici ,igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 56

Fase n. 7: Autolavaggio.

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

Questa fase di lavoro presente nel 45% dei Distributori indagati, di cui il 30 % possiede un impianto automatico di lavaggio. Lattività diventa particolarmente rilevante nella bella stagione e durante tutto lanno il giorno di sabato . Normalmente tale fase seguita da uno o due operatori che effettuano anche attività di erogazione carburante. Loperatore dopo aver fatto posizionare il veicolo nellapposito spazio di lavaggio, fa scendere il conducente ed avvia limpianto . Il lavaggio può limitarsi solo alle parti esterne e su richiesta viene completato manualmente anche per le parti interne dellabitacolo con utilizzo di aspiratore . Sempre viene utilizzato il lucidante protettivo per la parte esterna visibile dei pneumatici. Il trattamento completo dura in media circa 20 -25 minuti, il solo lavaggio automatico esterno 7 -10 minuti.

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine e Impianti"

Oltre allimpianto di lavaggio automatico a spazzole rotanti, vengono utilizzati aspirapolveri, attrezzi strizza stracci",, spugne , pelle di daino o sintetiche per asciugatura e lucidatura, pennello per lucidante pneumatici. Come prodotti di pulizia e lavaggio vengono utilizzati shampoo e detergenti a base di potassio idrato (< 2%), sodio - metasilicato + 2-Butossietanolo ( 10 %) e come lucidante protettivo per pneumatici un prodotto contenente glicole - dietilenico in concentrazioni al 25%.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

I principali rischi di tipo infortunistico sono:

Rischio strutturale

- investimento da autovetture;

- scivolamento.

Macchine ed impianti

(impianto lavaggio automatico a spazzole rotanti, aspirapolveri)

- rischio di ferite da taglio e da punta di parti sporgenti e/o taglienti dei veicoli;

- rischio meccanico da movimento parti rotanti (lavaggio automatico);

Rischio elettrico.

I principali rischi igienico - ambientali ed organizzativi

Rischio posturale

- posture scorrette per pulizia parti interna autovetture;

Rischio fisico

- rumore impianto lavaggio automatico, non otolesivo , ma disturbante, per operatori ( 80 Lepd. -dB(A) ) e per la popolazione)

microclima sfavorevole (alte - basse temperature, temperatura acqua nel lavaggio manuale),

Rischio chimico

- possibilità di insorgenza di lievi dermatiti irritative o allergiche, soprattutto per alterazione del film idrolipidico cutaneo , per contatto cute e mucose con prodotti di pulizia e lavaggio tipo detergenti (potassio idrato, sodio-metasilicato +2-Butossietanolo, tensioattivi non ionici, essenze profumate,...), shampoo , lucidante protettivo per pneumatici ( glicole - dietilenico),;

- inalazione prodotti volatili (spray), contenenti essenze profumate, per pulizia vetri ed interni dell abitacolo.

I rischi sopra evidenziati possono considerasi irrilevanti una volta messe in atto le relative misure preventive .

Capitolo 4 - Il danno atteso"

E difficile fare una stima del danno atteso: non si conoscono sufficienti dati a riguardo.

Nessuna malattia professionale stata rilevata nella nostra indagine negli ultimi 5 anni e solo 2 infortuni lievi (una leggera distorsione alla caviglia - una piccola ferita sottoungueale dita mano, con prognosi inferiore a 1 giorno).

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- area specifica destinata allautolavaggio , sufficientemente estesa e delimitata;

- segnaletica e cartellonistica di sicurezza;

- area mantenuta pulita da sostanze scivolose e libera da ostacoli;

- i veicoli in attesa devono avere il motore spento e freno a mano inserito;

- uso di scarpe antisdrucciolo - stivali antiscivolo;

- uso di guanti protettivi ed adeguati accorgimenti per la protezione delle mani durante il fasi non automatiche del lavaggio;

- attenersi alle procedure duso fornite dal fabbricante dellimpianto di lavaggio automatico e di aspirapolveri;

(libretto manutenzione - marcatura CE)

- corretta manutenzione e verifiche sistemi di sicurezza dellimpianto;

- presenza di interruttore di Stop - Emergenza, per interrompere il ciclo di lavaggio in caso di emergenza;

- tenersi fuori dalla portata di parti in movimento durante il lavaggio automatico;

- non far restare nessuno a bordo delle vetture durante il lavaggio;

- messa a terra e dispositivi contro scariche atmosferiche : certificazioni e verifiche periodiche;

- impianto collegato ad apparato salvavita;

- sportello quadro elettrico dotato d interruttore di chiusura per interruzione di energia elettrica in

caso di apertura sportello.

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico-ambientale ed organizzativo:

- misure procedurale ed organizzative;

- impianto insonorizzato (es. cabinatura parziale o completa),

- adeguai indumenti protettivi ed attrezzature di lavoro;

- idonea temperatura acqua (lavaggio manuale)

- informazione e formazione (schede di sicurezza e tossicologiche dei prodotti)

- uso di mezzi di protezione personale (guanti protettivi)

- durante luso di prodotti volatili per la pulizia abitacolo tenere aperte le portiere delle autovetture.

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

La manutenzione dellimpianto di autolavaggio effettuato da ditte esterne, di solito dalla ditta fornitrice dellimpianto stesso.

3

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

DPR 547/55

DPR 303/56

Legge 46/90

Norme CEI

D.Lsvo 277/91

D.Lsvo 626/94 .

D.Lsvo 22/97 e succ

L. reg. 62/85 - art.9

Capitolo 8 - Il rischio esterno

Il rischio esterno costituito principalmente dalla possibilità di infiltrazione e contaminazione del sottosuolo dellacqua di lavaggio inquinata dallo sporco e dai prodotti utilizzati per lautolavaggio. Oltre allautorizzazione generale comunale per limpianto occorre essere autorizzati dal Comune per lo scarico delle acque di lavaggio (acque di rifiuto) ed occorre provvedere alla pulizia periodica delle vasche di decantazione dei fanghi di lavaggio o di depuratore per riciclo acque di lavaggio.

In merito al rischio rumore , in caso di ubicazione in vicinanza di abitazioni civili occorre provvedere alla misurazione del rumore prodotto e provvedere alla sua riduzione in caso di superamento dei limiti previsti per le zone residenziali o miste (zonizzazione acustica comunale) .

MATRICE FASE LAVORATIVA / FATTORI DI RISCHIO/MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA

FASE LAVORATIVA

N. 8

RISCHI INFORTUNISTICI

MISURE DI

SICUREZZA

E PREVENZIONe

RISCHI IGIENICO -AMBIENTALI ED ORGANIZZATIVI

MISURE DI SICUREZZA

E PREVENZIONE

Vendita prodotti

per autoveicoli/ altro.

- oli per motore;

- liquidi per radiatore;

- spazzole tergicristalli

- erogatori di profumo

-altro

altre attività

- servizio bar;

- gestione cassa.

Rischi strutturali :

- traumi contusivi da urti per carenza di spazio, ingombro ostacoli;

- caduta di prodotti dallalto degli scaffali;

- rischio ed sicurezza ed incolumità del personale a causa di malviventi.

Rischio incendio;

- deposito sostanze infiammabili;

- Rischio elettrico

( L.46/90 - Norme CEI)

Impianti elettrici, VDT, Cassa di registrazione, Fax...

- locale specificamente dedicato con idonea superficie e spazio di lavoro privo di ostacoli e materiale ingombrante;

- materiale ben ordinato

negli scafali ed in posizione di equilibrio stabile;

- sistema antifurto e contratto con Servizio Vigilanza in caso di servizio notturno;

- far rispettare il divieto di fumo nel locale;

- presenza di estintore omologato e periodicamente verificato;

- impianto elettrico a regola darte e messa a terra;

- quadro elettrico lontano dalla zona di deposito prodotti .

- Rischi posturali (cassiera);

- VDT

Rischi fisici

- microclima inadeguato ( locale di dimensioni ridotte)

- illuminazione inadeguata;

Inquinanti/rischio chimico

- esposizione a fumo passivo del personale (bar)

- formazione ed informazione;

- locale specificamente dedicato con idonea superficie e ricambi daria sufficienti;

- sedile ergonomico per addetto al computer

- corretto posizionamento dei VDT, dei corpi illuminanti e Lux sufficienti (500 -700 lux) (Norme DIN)

- ventilazione condizionamento locale bar, o divieto di fumare (art. 2087 C.C., D.Lsvo 626/94).

- Licenza di esercizio

Autorizzazione Sanitaria L. 283/62, DPR 327/80


1. FASE DI LAVORAZIONE  : Vendita prodotti per  veicoli (oli lubrificanti....) -   / SERVIZIO BAR
2. COD.INAIL            : 
3. FATTORE DI RISCHIO   : Infortunistici , igienico ambientali ed organizzattivi
4. CODICE DI RISCHIO    : 
5. N.ADDETTI            : 92 /  8 (baristi)

Fase n. 8: Vendita prodotti per autoveicoli /altro

Capitolo 1 - La fase di lavorazione"

Lattività di vendita prodotti per autoveicoli può essere considerata una fase marginale dal punto di vista dellesposizione a fattori di rischio professionali. Il punto vendita di solito una area appositamente dedicata del chiosco, già sotto dimensionato del gestore. In alcuni casi vi la presenza di un locale ad hoc, oppure annesso ad unarea del servizio bar. Principalmente vengono venduti i seguenti prodotti: oli per motore, liquidi per radiatore, spazzole tergicristalli, erogatori di profumo etc.. Altra attività presente nei distributori il servizio bar.

Capitolo 2 - Attrezzature, Macchine e Impianti"

Le principali attrezzature utilizzate in tale lavorazione sono: bancone, scaffalature di esposizione prodotti, personal computer, fax, registratore di cassa, macchina da caffè espresso", fornetto a microonde, ,tostapane.

Capitolo 3 - Il fattore di rischio"

I principali rischi di tipo infortunistico sono:

Rischi strutturali :

- traumi contusivi da urti per carenza di spazio, ingombro ostacoli;

- caduta di prodotti dallalto degli scaffali;

- rischio per la sicurezza ed incolumità del personale a causa di malviventi.

-Rischio incendio;

- deposito sostanze infiammabili;

- Rischio elettrico

( L.46/90 - Norme CEI)

Impianti elettrici, VDT, Cassa di registrazione, Fax...

I principali rischi igienico - ambientali ed organizzativi

- Rischi posturali (cassiera);

- VDT

- microclima inadeguato ( locale di dimensioni ridotte)

- illuminazione inadeguata;

- Inquinanti/rischio chimico (esposizione a fumo passivo del personale bar) .

Capitolo 4 - Il danno atteso"

I principali danni attesi sono per lo più legati allattività di rapinatori, ed allesposizione di fumo passivo di sigaretta per loperatore/trice addetto bar ( rischio relativo 2 rispetto a non esposti a fumo passivo ). Nessun infortunio o malattia professionale segnalata o rilevata negli ultimi 5 anni.

Capitolo 5 - Gli interventi"

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio infortunistico sono:

- locale specificamente dedicato con idonea superficie e spazio di lavoro privo di ostacoli e materiale

ingombrante;

- materiale ben ordinato

negli scafali ed in posizione di equilibrio stabile;

- sistema antifurto e contratto con Servizio Vigilanza in caso di servizio notturno;

- far rispettare il divieto di fumo nel locale;

- presenza di estintore omologato e periodicamente verificato;

- impianto elettrico a regola darte e messa a terra;

quadro elettrico lontano dalla zona di deposito prodotti .

I principali interventi individuati per la sicurezza e prevenzione del rischio igienico-ambientale ed

organizzativo:

- formazione ed informazione;

- locale specificamente dedicato con idonea superficie e ricambi daria sufficienti;

- sedile ergonomico per addetto al computer

- corretto posizionamento dei VDT, dei corpi illuminanti e Lux sufficienti (500 -700 lux) (Norme

DIN)

- ventilazione condizionamento locale bar, o divieto di fumare (art. 2087 C.C., D.Lsvo 626/94).

- Licenza di esercizio

- Autorizzazione Sanitaria L. 283/62, DPR 327/80.

Capitolo 6 - Appalto a ditta esterna"

Impresa di pulizie ed impresa di vigilanza.

(D.Lsvo 626/94 art. 7)

3

Capitolo 7 - Riferimenti legislativi"

DPR 547/55

DPR 303/56

D.Lsvo 626/94

L. 283/62, DPR 327/80.

Capitolo 8 - Il rischio esterno

Nessun rischio esterno se effettuata correttamente la gestione dei rifiuti provenienti dallattività di ristorazione (bar).