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DECONTAMINAZIONE E LAVAGGIO DI STRUMENTI E MATERIALE SANITARIO

Rischi cui è rivolta la soluzione

ferita o puntura, contaminazione con prodotti chimici pericolosi

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Descrizione del ciclo

3. Processo lavorativo e natura del problema


3.1 Ciclo di lavorazione:


DECONTAMINAZIONE E LAVAGGIO DI STRUMENTI E MATERIALE SANITARIO
Subito dopo l’uso tutti gli strumenti e gli articoli sanitari riutilizzabili, usati nell’assistenza al paziente, devono essere trattati in modo da eliminare e/o ridurre a livelli di sicurezza la carica microbica patogena.
Gli strumenti possono essere suddivisi, in base al rischio potenziale di infezione connesso al loro uso, in tre grandi categorie: articoli critici, semicritici, non critici.
Per articoli critici si intendono strumenti che vengono a contatto con tessuti sterili, sangue, mucose lesionate, osso. I criteri che li fanno rientrare in questa categoria sono connessi: alla loro specifica natura (aghi, taglienti, pinze), all’indicazione d’impiego (es. drenaggi), alle caratteristiche del paziente (se immunodepresso o infetto).
Per gli articoli critici è indicata la sterilizzazione con mezzi fisici.
Per articoli semicritici si intendono strumenti che vengono a contatto con cute e mucose integre (es. endoscopi a fibre ottiche). Per questi strumenti è raccomandata la sterilizzazione con mezzi fisici o, se si tratta di materiale termosensibile, la disinfezione ad alto livello.
L’ intervento indicato con il termine “decontaminazione” ha lo scopo di prevenire la dispersione di contaminanti nell’ambiente, di rendere più sicure le procedure di detersione e di proteggere gli operatori sanitari addetti.
La decontaminazione degli strumenti e del materiale sanitario contaminati si può ottenere con l’uso di apparecchiature automatiche che associano la detersione ad un idoneo trattamento termico e/o chimico oppure con l’uso di disinfettanti di sicura efficacia sull’HIV.
E’ necessario quindi che tutto il materiale e gli strumenti chirurgici, prima della sterilizzazione o disinfezione ad alto livello, siano decontaminati.

Decontaminazione di ferri chirurgici e di altro materiale metallico
Il requisito indispensabile che devono avere i ferri chirurgici in acciaio inossidabile o in leghe di carbonio al momento dell’utilizzo è la sterilità.
La gestione dei ferri chirurgici da inviare alla sterilizzazione prevede diverse fasi di lavorazione quali: 1. Decontaminazione; 2. Pulizia manuale; 3. Trattamento con ultrasuoni.

3.2 Lavorazione/Fase di lavorazione/Prodotto o materiale impiegato:

“Tutti gli strumenti e i presidi riutilizzabili debbono, dopo l’uso, essere immediatamente immersi in disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull’HIV prima delle operazioni di smontaggio e di pulizia da effettuare come preparazione alla sterilizzazione” (D.L. 28.9.1990 – regole per il personale sanitario per la prevenzione delle infezioni da HIV). La decontaminazione preventiva serve ad abbassare la carica batterica per garantire più sicurezza all’operatore durante la successiva procedura di detersione.

Per la decontaminazione possono essere utilizzati agenti fisici (vapore) o chimici (disinfettanti):

- vapore con il lavaggio meccanico nella lavastrumenti (90° per 10 minuti)
- soluzione disinfettante detergente per immersione dello strumento (20 minuti)


I prodotti e i materiali impiegati durante la lavorazione sono:

- Disinfettante: polifenolo 3-4% per strumenti
- Detergente enzimatico all’1%
- Vaschette in plastica con coperchio
- Vasca ad ultrasuoni
- Spazzole e scovolini

meccanismo d’azione
I polifenoli agiscono come veleni citoplasmatici denaturando le lipoproteine della membrana cellulare e alterando i sistemi enzimatici fino ad arrivare, ad elevate concentrazioni, alla coagulazione delle proteine con effetto battericida anche grazie alla estrema solubilità che ne facilita la penetrazione all’interno della cellula.

I D.P.I. a disposizione sono:

- Guanti in gomma per uso domestico (sono preferibili a quelli in latice perché sono più spessi, e possono essere decontaminati e riutilizzati)
- Mascherina con visiera o mascherina e occhiali di protezione
- Grembiule impermeabilizzato o sovracamice






3.6 Descrizione dei rischi (e stima del n. di soggetti esposti):

L’attività svolta comporta l’esposizione
1)degli operatori al rischio di incidente occupazionale
2)degli utenti al rischio di infezioni

Gli operatori sono esposti al rischio di ferita o di puntura, oltre a quello di contaminazione con prodotti chimici pericolosi attraverso cute e mucose o per inalazione o per ingestione.
La contaminazione può avvenire durante le operazioni di manipolazione, miscelazione e travaso, ma anche a seguito di eventi incidentali durante l’utilizzo (sversamenti, spandimenti, schizzi).

L’organismo viene a contatto con i prodotti chimici attraverso queste tre vie:
contatto cutaneo
alcuni prodotti come le sostanze irritanti e corrosive agiscono localmente nel punto di contatto con la pelle, le mucose o gli occhi; altri prodotti, solubili nei grassi, agiscono sulla pelle e, penetrando e diffondendosi in tutto l’organismo, provocano disturbi a livello sistemico.
inalazione
si tratta di una via di penetrazione molto frequente sul luogo di lavoro, poiché le sostanze inquinanti, durante la loro manipolazione possono mescolarsi con l’aria respirabile e penetrare contemporaneamente nei polmoni. Dopo essere state inalate, queste sostanze veicolate dal sangue possono provocare disturbi sia dell’apparato respiratorio che di altri organi.
Ingestione
avviene quasi sempre accidentalmente.


natura del rischio
I polifenoli possono dare una tossicità locale, cioè intossicazione per assorbimento cutaneo, o sistemica, per ingestione

3.7 Descrizione dei danni (e stima del n. di soggetti danneggiati):

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