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Uno
degli obiettivi dell’ ISPESL nell’ambito del Sistema Informativo
Prevenzionale (SIPRE) è quello della semplificazione e della fruibilità delle
informazioni da parte delle imprese e delle varie figure che si rapportano
alla gestione della sicurezza sul lavoro.
In questa ottica, tenuto conto che il comparto
produttivo rappresenta il fulcro per l’aggancio delle varie informazioni
disponibili, è stata creata una classificazione ad hoc delle attività
economiche che, riorganizzando i “codici
ATECO91”, ha portato all’individuazione di più di cento settori lavorativi, cioè di
raggruppamenti all’interno dei quali le imprese (o le unità locali) possano
facilmente riconoscersi.
E’ stato, in tal modo, possibile attribuire
all’anagrafe dei luoghi di lavoro un ulteriore valore aggiunto associando ad
ogni unità locale, in funzione del codice ATECO, il settore lavorativo (che,
per la sola Industria, prende il nome di settore produttivo)
corrispondente; giova sottolineare che non sempre è stato possibile
identificare biunivoca mente la corrispondenza codice ATECO/settore
produttivo, nel qual caso (associazione di uno stesso codice ATECO a più di
un settore – max. 2 -) si è ritenuto di attribuire, in mancanza di altri elementi,
il numero di unità locali e di addetti di tali codici ATECO ad entrambi i
settori produttivi di pertinenza.
Nelle
tabelle riepilogative sono riportate, per ciascun settore produttivo e per
ciascuna regione italiana, le distribuzioni delle unità locali e degli
addetti (le cui risultanze a livello nazionale sono fortemente concordanti
con l’analogo dato ISTAT), ovvero delle sole unità locali, tutte di fonte
Infocamere, nei casi in cui non è stato possibile ricostruire il dato
occupazionale per mancanza di accoppiamento con l’archivio INPS. Tale mancato
accoppiamento potrebbe essere dovuto, tra l’altro, ad una errata
registrazione della partita IVA (chiave di linkage) o ad una trascurata
eliminazione all’archivio Infocamere di unità locali non più attive.
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