1 - FLOW CHART
CICLO PRODUTTIVO RIMOZIONE E BONIFICA SERBATOI
INTERRATI |
All. 2/A
ISTITUTO
SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione
serbatoi interrati |
2.
CODICI ISTAT |
37.10 |
90.00. |
45.11 |
45.12 |
28.51 |
74.00 |
3.
CODICE ISPESL (riservato all’ufficio) |
|
4.
NAZIONALE: |
|
5.
REGIONALE |
|
6.
PROVINCIALE |
|
7.
A.S.L. |
Azienda Sanitaria Locale
della Città di Milano
|
8.
ANNO DI RILEVAZIONE |
2002 |
9.
NUMERO ADDETTI: |
90 |
9a. IMPIEGATI: |
|
Uomini
|
|
Donne
|
9b. OPERAI: |
90 |
Uomini
|
|
Donne
|
10.
NUMERO AZIENDE: |
30 |
All. 2/B
11.
STRUTTURA DI RILEVAZIONE |
Servizio Prevenzione e
Sicurezza Ambienti di Lavoro
|
|
Dipartimento
di Prevenzione
|
|
Azienda
Sanitaria Locale
della
Città di Milano
|
12.
REFERENTE: |
Dario Bottino
|
INDIRIZZO: |
Via Oglio, 18
|
CAP: |
20139
|
CITTA’: |
Milano
|
PROVINCIA: |
MI |
TELEFONO: |
02/85789512-9522 |
FAX: |
02/85786809 |
E-MAIL: |
uopsald4@tiscalinet.it |
Per
la realizzazione di questa Specifica di Rischio ha collaborato il sig. Gianni
Saccu, Tecnico della Prevenzione del Servizio P.S.A.L. - Azienda Sanitaria
Locale della Città di Milano.
13.
INFORTUNI: |
2 |
||
TOTALE |
2 |
DI CUI MORTALI |
|
14.
MALATTIE PROFESSIONALI: |
0 |
DENOMINAZIONE |
N° CASI |
COD. INAIL |
NOTE:
codici ATECO 91 37.10: recupero e preparazione
per il riciclaggio di rottami metallici (è da considerarsi l’attività
principale in quanto è quella che determina la destinazione finale degli
involucri, serbatoi metallici) in
qualità di prodotti intermedi;
90.00:
smaltimento di rifiuti solidi e delle
acque e simili, derivati dalla bonifica interna dei serbatoi;
45.11:
preparazione del cantiere, demolizione di strutture, scavi per poter accedere
alla installazione;
45.12:
trivellazioni e perforazioni per il controllo del terreno sotto l’impianto, nel
caso in cui ARPA ne richieda il campionamento;
28.51: pulitura dei metalli, rivestimento non metallico dei metalli: intesa la prima finalizzata alla produzione di un rifiuto meno tossico-nocivo, ed entrambe di manutenzione per il riutilizzo del bene;
74.70: pulizia di caldaie e simili, intesa come attività generica di manutenzione.
ALLEGATO 1
DOCUMENTO DI COMPARTO
La
presenza di migliaia di serbatoi interrati nell’area milanese costituisce un
rilevante problema ambientale.
Indagini
effettuate negli ultimi anni sui terreni e sulle acque di falda hanno
evidenziato la presenza di idrocarburi e solventi organici in tali matrici; tra
le fonti ritenute responsabili di questo inquinamento figurano i serbatoi
interrati. In particolare preoccupa la loro età, spesso elevata (si toccano
punte di 50 anni) che ne favorisce la corrosione e di conseguenza le perdite,
talora consistenti. Né vanno sottovalutate le operazioni di carico che,
ripetendosi numerose volte nel corso degli anni, sono in grado di contaminare
il terreno sottostante.
Sul
piano normativo il problema è stato affrontato dal Decreto
Ministeriale n. 246 del 24 Maggio 1999 che ha imposto per i nuovi serbatoi ad uso commerciale e industriale
la doppia camicia, e per quelli già esistenti la sostituzione o la messa in
sicurezza. Il decreto è però stato annullato dalla Corte
Costituzionale con sentenza
n. 266 del 5 luglio 2001 per
difetto di base legislativa.
A
livello locale il Regolamento di Igiene del Comune di Milano (art. 2.2.7)
impone per i nuovi impianti l’utilizzo di serbatoi a doppia camicia e la
graduale sostituzione dei serbatoi in esercizio con serbatoi anch’essi a doppia
camicia. Attualmente è vigente il Decreto Ministero
dell’Interno del 29 Novembre 2002 che reca
i requisiti tecnici per la costruzione, installazione e l’esercizio dei
serbatoi interrati.
Oltre a questi indirizzi legislativi occorre
considerare alcuni fenomeni e tendenze in atto che consentono di stimare la
portata degli interventi sui serbatoi interrati che è legittimo attendersi nei
prossimi anni.
Ø Nel nostro paese ha preso
l’avvio una campagna di razionalizzazione della rete di distribuzione dei
carburanti per autotrazione che comporterà la dismissione di migliaia di
impianti; i relativi serbatoi dovranno essere rimossi o adeguati sotto il
profilo della sicurezza.
Ø Inoltre, la graduale
eliminazione dal mercato della benzina con piombo comporterà l’utilizzo dei
serbatoi, a questa attualmente dedicati, per un diverso carburante e tale
operazione dovrà essere preceduta dalla preliminare bonifica dei serbatoi
stessi.
Ø L’esistenza di numerose aree
industriali dismesse con presenza di serbatoi interrati.
Ø Gli impianti di
riscaldamento degli stabili alimentati a gasolio e olio combustibile, per i
quali è previsto lo smantellamento, anche a seguito della metanizzazione.
Ø Infine, tutti i serbatoi
interrati in esercizio che sono soggetti a periodica manutenzione.
Il
Servizio P.S.A.L. (Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) della
Azienda Sanitaria Locale della Città di Milano, alla luce dell’evoluzione
legislativa e dei fenomeni di riconversione sopra accennati, ha ritenuto
opportuno approfondire l’argomento e vigilare attentamente sulle attività di
rimozione e di bonifica dei serbatoi interrati, sia per l’intrinseca elevata
pericolosità di queste operazioni, sia per concorrere in sinergia con gli
organi deputati (ARPA) alla prevenzione dell’inquinamento dei terreni e della
falda.
In collaborazione con alcune Imprese che operano nel settore e con le relative Associazioni imprenditoriali e professionali è stato elaborato un documento d’indirizzo per l’esecuzione in sicurezza dei lavori di rimozione e di bonifica dei serbatoi interrati. Il suo contenuto non è vincolante per le Imprese e può subire cambiamenti nel corso del tempo, alla luce dell’evoluzione della normativa, della tecnica e dell’esperienza.
Il comparto oggetto di questo studio, se così è definibile per la varietà di attività che lo compongono, è stato sottoposto nel periodo che va dall’anno 1999 al 2001 ad un controllo mirato, in quanto inserito in un progetto finalizzato alla predisposizione di strumenti di vigilanza. Tale progetto è stato definito nell’ambito di una Conferenza del Servizio PSAL della Azienda Sanitaria Locale della Città di Milano, in riferimento alle indicazioni della Regione Lombardia che sollecitava la realizzazione di progetti obiettivi finalizzati al contenimento del rischio infortunistico. Attualmente la vigilanza su i fattori di rischio determinati da questa attività nel nostro territorio è divenuta di routine, ad essa sono deputati almeno 6 operatori addestrati appositamente.
Sulla base di un censimento degli impianti effettuato dal Dipartimento di Prevenzione e terminato nel 1996, di cui più oltre si forniscono i dati numerici, si è potuto stabilire l’entità del rischio potenziale e la conseguente predisposizione delle risorse necessarie sul piano umano e organizzativo per poterlo affrontare.
L’obiettivo programmato è stato portato a compimento nell’arco di tre anni e contemporaneamente si è sviluppata l’attività di vigilanza e di controllo statistico delle rimozioni.
Si è dovuto quindi procedere per fasi differenziate di approccio, così riepilogabili:
I.
Acquisizione, studio ed elaborazione dei
numeri (dati) derivati dal censimento;
II.
Formazione del personale addetto alla
vigilanza;
III.
Studio e fornitura degli strumenti per
l’acquisizione delle notizie di rimozione;
IV.
Studio e fornitura di un protocollo di
controllo durante le ispezioni;
V.
Realizzazione di un supporto informativo per
l’acquisizione e l’archiviazione dei dati riscontrati, prima conferenza
divulgativa Giu/2000;
VI.
Fornitura di un documento d’indirizzo
operativo per le imprese;
VII.
Valutazione finale e riepilogo dell’attività
di rimozione e bonifica nel triennio.
I.
Acquisizione, studio ed elaborazione dei
numeri (dati) derivati dal censimento;
CENSIMENTO DEI SERBATOI
INTERRATI A MILANO ANNO 1996
Dati forniti dal
Dipartimento di Prevenzione A.S.L. Città di Milano
All’interno di
98 impianti industriali
IN USO |
NON IN USO |
325 |
307 |
Totale 632
All’interno di 568 stazioni di servizio
IN USO |
NON IN USO |
2542 |
114 |
Totale 2656
Per impianti di riscaldamento
IN USO |
NON IN USO |
10257 |
1182 |
Totale in uso
13124
Totale
generale 14727
Serbatoi
rimossi, inertizzati, sostituiti nel corso del 1996/97
|
Industriali |
Riscaldamento |
Distributori |
Totale |
|
|
|
|
|
Rimossi |
81 |
16 |
67 |
164 |
Inertizzati |
13 |
11 |
0 |
24 |
Sostituiti |
0 |
11 |
88 |
88 |
|
|
|
|
|
Totali |
94 |
27 |
155 |
276 |
Totale generale esistente al 01/01/98: (14727 - 276) = 14451
Nel 1998 ARPA ha riscontrato la rimozione di
c.a. 1000 serbatoi.
Dei 13451 serbatoi rimanenti il 65,3 %, pari a 8783 sono stati installati prima del 1973 e, stante il vigente Regolamento Locale di Igiene del Comune di Milano, dovranno essere rimossi, inertizzati, ricondizionati o sostituiti entro l’Agosto 2004; i rimanenti 4668 serbatoi più quelli nuovi installati saranno soggetti alle attività di manutenzione programmata.
Il numero dei serbatoi (8783) indica quindi anche il numero minimo di volte in cui almeno un addetto si calerà nel loro interno nell’arco di tempo considerato, per condurre operazioni varie di manutenzione e/o bonifica. Nel periodo dal 01/01/2001 al 31/08/04 è prevedibile quindi una frequenza minima di c.a. 12 ingressi/die.
All’attività di cui sopra va aggiunto comunque per i rimanenti 4668 impianti un’attività periodica di
pulizia e smaltimento dei fondami, ecografia dei lamierati, riparazioni e rivestimenti interni, manutenzione programmata, trasformazione da parete semplice a parete doppia.
Per ciascuna di queste operazioni è previsto l’ingresso di personale all’interno dei manufatti.
Nell’ultimo triennio 98/2000 si ha notizia di un
unico infortunio grave accaduto in Milano, quando la frequenza di ingressi era
inferiore a quella ipotizzabile per il 2001/2004 . Il numero di imprese
(specializzate per la bonifica di residui infiammabili) attualmente operanti è
stimabile attorno alle 10 unità, con una media di tre dipendenti l’una; altre
ulteriori sono quelle che si occupano di raccolta di liquami meno pericolosi
(spurghi) da assommarsi a quelle che si occupano di cantieristica.
II.
Formazione del personale addetto alla
vigilanza.
Il personale appartenente ai 6 Distretti
territoriali della ASL di Milano (1 tecnico per Distretto) è stato selezionato
in base all’esperienza professionale acquisita nell’attività di vigilanza, la
scelta è caduta preferibilmente fra coloro che avevano operato nel settore
edile.
La formazione è avvenuta nel corso del triennio ed è
stata effettuata attraverso almeno due corsi teorici e un addestramento
pratico, un tutor ha sempre accompagnato gli addetti nei primi sopralluoghi.
I corsi hanno spaziato da quanto presente in
letteratura; sono stati incaricati vari docenti per le singole materie,
riguardanti le sostanze chimiche e il rischio di intossicazione, il rischio
d’incendio ed esplosione e le cause d’innesco, la lettura e la comprensione dei
piani operativi di sicurezza (POS), l’osservazione della predisposizione del
cantiere e degli gli scavi, le varie fasi operative dell’attività, i mezzi di
soccorso e di pronto soccorso, le norme applicabili, il controllo e l’uso dei
DPI, le emergenze. Nello specifico si sono trattati i seguenti argomenti:
§ lezione teorica sull’interpretazione delle schede tecnico - tossicologiche
§ lezione con fornitura di dispense sulle cause d’incendio e di esplosione, cause d’innesco
§ illustrazione della circolare del Ministero del Lavoro (POS) e sua applicazione
§ visite guidate nei cantieri e illustrazione delle fasi operative
§ informazione su come attivare un primo intervento di emergenza
§ informazione circa le ultime norme applicabili per l’utilizzo dei DPI
§ informazione relativa a tutte le norme di legge applicabili in sede di vigilanza, riferite all’attività
§ lezione teorica e pratica per l’utilizzo di esplosimetri antideflagranti per il controllo dell’infiammabilità delle atmosfere.
III.
Studio e fornitura degli strumenti per
l’acquisizione delle notizie di rimozione;
La difficoltà maggiore è stata sicuramente quella di acquisire le notizie dell’attività in essere, cioè l’informazione entro tempi utili dell’inizio dei lavori di rimozione e/o bonifica per attivare la vigilanza preventiva.
Trattandosi infatti di tempi di lavorazione estremamente brevi (bonifica e rimozione di un serbatoio max 2 gg.) ad eccezione delle grandi bonifiche in aree dismesse, il problema è stato affrontato cercando di unificare le singole fonti informative coordinandone i flussi:
- si sono presi accordi in sede locale con ARPA, cui fossero giunte notizie di dismissioni obbligatorie (ingiunzioni) o denunce ai sensi dell’Art. n. 17 del DECRETO LEGISLATIVO n. 22 del 5 Febbraio 1997 (siti inquinati), per la creazione di sinergie ai fini ispettivi;
- si è attivata una procedura di screening delle comunicazioni pervenute in ufficio ai fini della detrazione d’imposta previsto dall’Art. n. 1 Legge n. 449/97 – Benefici fiscali per opere di ristrutturazione edilizia, defiscalizzazione degli oneri a seguito di attività edile, di manutenzione ecc.;
-
medesima procedura è stata attivata per lo screening delle
comunicazioni di inizio lavori: dell’Art.
n. 11 del DECRETO LEGISLATIVO n. 494 del 14 agosto 1996 modificato dall'Art. n. 10 del DECRETO LEGISLATIVO n. 528
del 19 novembre 1999;
- si sono forniti agli operatori obiettivi minimi da raggiungere, stabilendo il numero di ispezioni e di serbatoi da controllare, sulla base del consuntivo dell’anno precedente e in base al numero e alla tipologia delle notizie che via via pervenivano.
IV.
Studio e fornitura di un protocollo di
controllo durante le ispezioni;
Uno degli obbiettivi del progetto triennale era proprio quello di unificare sia i comportamenti dei singoli addetti, ricordiamo che i sei Distretti nascevano dalle ceneri di altrettante USSL, e che quindi si trattava non solo di omogeneizzare atteggiamenti comportamentali ma anche di unificazione procedurale dell’attività, sia i criteri di scelta degli interventi che la modalità applicativa delle eventuali contravvenzioni riscontrate:
- criteri di scelta degli interventi: sulla base delle segnalazioni ricevute nei singoli Distretti si è data priorità d’indagine in quei siti ove vi erano più impianti da rimuovere (aree dismesse), ove vi erano sostanze tossiche ed infiammabili, ove vi erano serbatoi con grandi capacità > 10.000 lt., lasciando per ultime le rimozioni effettuate nei condomini (gasolio);
- fornitura di alcune norme tecniche di riferimento:
I Norma CEI 31/30 - Costruzioni elettriche per atmosfere
esplosive per la presenza di gas Parte 10: Classificazione dei luoghi
pericolosi
I Norma CEI 31/35 - G.B. 5.1.1. - (Calcolo del volume
<Sfera> per la definizione della zona sicura
I Norma EN 139 – Apparecchi di protezione delle vie
respiratorie. Respiratori ad adduzione d'aria compressa per l'uso con maschera
intera, semimaschera o boccaglio. Requisiti, prove, marcatura
I Norma UNI 8364/Febbraio 1984 – Impianti di riscaldamento.
Controllo e manutenzione
I Norma UNI EN 131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi,
dimensioni funzionali
I Norma UNI EN 131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove,
marcatura
- fornitura di un Protocollo Operativo per l'Attività di vigilanza
- fornitura di uno schema di flusso informativo;
Flusso informativo
----------------------------
Fase preliminare
* se su suolo pubblico il coordinamento fra le imprese è organizzato
dal Comune di Milano: Ufficio coordinamento scavi.
** POS: piano operativo di sicurezza
*** PSC: piano di sicurezza e coordinamento
V.
Realizzazione di un supporto informativo per
l’acquisizione e l’archiviazione dei dati riscontrati;
- per poter dare accesso e libera circolazione ai dati raccolti è stato utilizzato un software già presente al Servizio PSAL;
- si è proceduto quindi dalla creazione cartacea di un fascicolo per ogni segnalazione, alla sua registrazione nell’archivio elettronico (prestazione);
- gli esiti della prestazione (vigilanza serbatoi interrati), sono stati archiviati elettronicamente al termine di ogni indagine;
- quanto sopra ci permette allo stato attuale una gestione statistica in tempo reale dei dati raccolti.
VI.
Fornitura di un Documento di indirizzo operativo per le
imprese
presentato nella Prima Conferenza divulgativa svoltasi nel Giugno 2000.
Nel sito internet http://www.asl.milano.it/Dipartimento di Prevenzione: Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro - vi è un’ampia sintesi del documento di cui sopra.
VII.
Valutazione finale
e riepilogo dell’attività di rimozione e bonifica nel triennio.
CONSUNTIVO PER
IL QUADRIENNIO 1999/2002
Anno |
Interventi attivati |
Serbatoi-rimossi |
Serbatoi-visti |
Sopralluoghi |
1999 |
77 |
120 |
28 |
6 |
2000 |
115 |
190 |
146 |
60 |
2001 |
295 |
442 |
202 |
92 |
2002 |
71 |
149 |
69 |
33 |
QUADRIENNIO |
558 |
901 |
445 |
191 |
E’ ovvio che il dato complessivo fornito riguarda unicamente il bonificato/rimosso segnalatoci o di cui si è avuta notizia, che probabilmente rappresenta una sottostima del dato reale di almeno un 50% annuo. Inoltre il dato relativo al 2002 che indica un calo rispetto al precedente anno è determinato sicuramente dall’abbassamento dell’attenzione da parte degli operatori, a seguito della conclusione del progetto obiettivo avvenuta nel 2001.
Alla realizzazione del progetto di cui sopra hanno partecipato i seguenti tecnici della Azienda Sanitaria Locale di Milano:
Giuseppe Antonini Tecnico della Prevenzione
Sergio Pezzoli Tecnico della Prevenzione
Emilio Anelli Tecnico della Prevenzione
Costantino D’Angelo Tecnico della Prevenzione
Ivano Boati Tecnico della Prevenzione
Antonio Ferro Tecnico della Prevenzione
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Tutte |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Trasversale – Organizzativo; Elettrico |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
90 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Tutte le fasi descritte successivamente.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Tutte quelle descritte nelle fasi successive.
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
trasversale - organizzativo: la domanda del mercato, viste le scadenze dettate
dalle Leggi e/o dai Regolamenti locali, ha creato la necessità di interventi
immediati da realizzarsi nel più breve tempo possibile e a basso costo, ha
inevitabilmente generato la frammentazione delle imprese. Molti artigiani edili
si sono riciclati nel settore, intravedendo opportunità di guadagni certi con
l’utilizzo di manodopera a basso costo e non specializzata. Lo scarso o
assoluto non rispetto delle normative vigenti è massimamente basato sulla
mancanza di chiare procedure lavorative, sulla mancata formazione -
informazione degli addetti oltreché degli imprenditori, sulla non conoscenza
dei rischi collegati all’attività preliminare di predisposizione dei cantieri e
sull’attività di bonifica di tali impianti in generale. Il fattore di rischio
qui esaminato ricalca esattamente quello considerato (C) nell’allegato 3 della
linea guida dell’ISPESL: si possono, infatti, riconoscere quasi interamente i
punti C1, C2, C3, C4 del documento.
C1
- organizzazione del lavoro - mancata pianificazione degli aspetti attinenti
alla sicurezza e la salute: controllo e monitoraggio degli ambienti e del
personale; assenza di procedure per far fronte alle emergenze e agli incidenti.
C2 - psicologici - intensità, solitudine e monotonia
del lavoro.
C3 - ergonomici - sistemi di sicurezza inadeguati,
scarse capacità e conoscenze del personale
C4 -
condizioni di lavoro difficili - condizioni climatiche esasperate, lavoro in
condizioni difficoltose, ergonomia delle attrezzature.
Inoltre collegato alla disorganizzazione vi è
sicuramente il rischio elettrico: a causa di contatti accidentali con linee e
cavi interrati non rilevati.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Relativamente ai punti C la letteratura (Medicina
del Lavoro) riporta un’ampia casistica, si tratterà di stabilire eventualmente
in quanto tempo si manifesteranno i danni, se a breve o a lungo periodo.
D’altronde possiamo sicuramente affermare che relativamente alle emergenze, la
mancata predisposizione di sistemi di intervento può sicuramente aggravare i
danni.
Dall’inizio del progetto 1999 ad oggi non sono stati segnalati infortuni nell’ambito del nostro territorio; si ha notizia di due infortuni, di cui uno grave, occorsi nel 1998 in Milano. Si ha notizia al contrario di numerosi incidenti che non hanno comportato infortunio per gli addetti, determinati in gran parte da contatti con condutture elettriche da parte di macchine (escavatori ) o di attrezzature manuali.
Nei casi rilevati si trattava di linee elettriche interrate da 9000 V.
Il committente prima di procedere alla predisposizione del cantiere deve esplicare alcuni adempimenti previsti dalle leggi:
a)
comunicazione
(notifica preliminare) agli Organi di Vigilanza, ai sensi dell’Art. n. 11 del DECRETO LEGISLATIVO n. 494
del 14 agosto 1996
modificato dall'Art.
n. 10 del DECRETO LEGISLATIVO n. 528 del 19 novembre 1999:
Imprese |
Uomini/Giorno |
Rischi
particolari all.
II |
Verifica
idoneità tecnica |
Notifica
preliminare |
Coordinamento
progettazione esecuzione |
Piano
di sicurezza e coordinamento |
Piano
operativo di sicurezza |
1 |
-200 |
no |
sì |
no |
no |
no |
sì |
1 |
-200 |
sì |
sì |
no |
no |
no |
sì |
1 |
+200 |
no /sì |
sì |
sì |
no |
no |
sì |
2+ |
-200 |
no |
sì |
no |
no |
no |
sì |
2+ |
+200 |
no |
sì |
sì |
sì |
sì |
sì |
2+ |
-200 |
sì |
sì |
sì |
sì |
sì |
sì |
L’impresa e/o le imprese, a seconda dei casi sopra
riportati, avranno come minimo l’obbligo della redazione del Piano Operativo di
Sicurezza (POS), ai sensi della Circolare
del Ministero del lavoro N° 2/2001 del 8 Gennaio 2001
e del Regolamento sui contenuti minimi dei Piani di Sicurezza nei cantieri D.P.R. n. 222 del
3 Luglio 2003.
Sono escluse dalla redazione del POS solo le imprese artigianali senza
dipendenti che effettuano interventi di manutenzione e che non operano
contemporaneamente ad altre. In merito la Norma UNI 8364/FEB/84 “Impianti di
Riscaldamento Controllo e Manutenzione” ai punti 2.5.4. (manutenzione
ordinaria) e 2.5.5. (manutenzione straordinaria) dà utile indicazione.
b)
Redazione
del POS che comprenderà:
· descrizione attività
lavorativa
· suddivisione in fasi di
lavoro (sottofasi)
· inizio e fine della fase
lavorativa
· descrizione della fase
lavorativa
· composizione delle squadre
di lavoro coinvolte
· attrezzature utilizzate
· materiali e sostanze
utilizzate
· sovrapposizione con altre
fasi di lavoro gestite dall’impresa
· rischi:
§ derivanti dalle
caratteristiche del sito e che possono incidere sull’attività
§ trasmessi all’ambiente
circostante
§ per interferenze con altre
attività gestite dall’impresa
§ intrinseci all’attività
lavorativa
· Misure di prevenzione e
protezione per le quattro tipologie di rischi citate al punto precedente
(riportanti le procedure di sicurezza operative per eliminare o ridurre i
rischi: chi fa cosa, come e quando la fa, di cosa si serve per farla, ecc.).
· Dispositivi di protezione
individuale (DPI) da utilizzare
· Stima dell’entità del
rischio residuo della fase/sottofase.
· Misure per le emergenze
valutate: infortuni, soccorso, ecc...
c)
se
la rimozione è su suolo pubblico: permesso di occupazione di spazio,
attestazioni (planimetrie ed altro) riportanti la presenza di condutture
(elettriche, acqua, gas, telefonia, ecc.) che è fornito dal coordinamento scavi
del Comune di Milano;
se in sito privato, la presenza di quanto sopra andrà individuata e riportata nel POS preliminarmente dall’impresa che effettuerà i lavori.
d)
saranno
valutate anche:
· la zona pericolosa ai fini
di incendio e scoppio; in genere quella in cui si prevede la presenza di vapori
infiammabili. Un’utile indicazione per il calcolo del volume (sfera) è data
dalla formula contenuta nella Norma CEI 31/35 - G.B. 5.1.1. - e comunque la
distanza dal centro di pericolo è generalmente compresa fra gli 8 e 10 mt.,
oltre la quale dovranno essere posizionate tutte le fonti di innesco.
e)
informazione
e formazione del personale.
Capitolo 6
- “Appalto a ditta esterna”
L’attività di predisposizione del cantiere, di scavo
e di ablazione del/dei serbatoi è effettuato da impresa edile specializzata:
nelle aree dismesse, su suolo pubblico (ex distributori di carburante)
direttamente appaltata dal committente i lavori. L’attività di bonifica ad
altra impresa specializzata.
Per la rimozione di serbatoi adibiti al
riscaldamento degli ambienti (gasolio - nafta) nei condomini e/o comunque
all’interno di edifici, i lavori vengono appaltati ad imprese artigiane anche
di un singolo addetto che eseguono tutto il lavoro.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I
Art.
n. 9 Comma 1 del Decreto
Legislativo n. 494 del 14 Agosto
1996
I
Art.
n. 4 Comma 2 del Decreto
Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I
Decreto
Presidente della Repubblica n.
222 del 3 Luglio 2003 (Regolamento Applicativo - definizione del POS, PSC, PSS)
I
Decreto
Ministero dell’Interno del 29 Novembre 2002
I Sentenza
n. 266 della Corte Costituzionale del 5 luglio 2001
I
Circolare
del Ministero del lavoro N° 2/2001 del 8 Gennaio 2001
I
Decreto
Ministeriale n. 246 del 24 Maggio 1999
I
Art.
n. 17 del Decreto Legislativo n. 22 del 5 Febbraio 1997
I
Art.
n. 11 del Decreto Legislativo n.
494 del 14 agosto 1996 modificato dall'Art.
n. 10 del Decreto Legislativo n.
528 del 19 novembre 1999
I
Art.
n. 7 del Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 277 del 15 Agosto 1991
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Legge n. 449/97
I
Norma CEI 31/30
- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte
10: Classificazione dei luoghi pericolosi
I Norma CEI 31/35 - G.B. 5.1.1. - (Calcolo del volume
<Sfera> per la definizione della zona sicura
I
Norma EN 139 –
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Respiratori ad adduzione
d'aria compressa per l'uso con maschera intera, semimaschera o boccaglio.
Requisiti, prove, marcatura
I Norma UNI 8364/Febbraio 1984 – Impianti di riscaldamento.
Controllo e manutenzione
I
Norma UNI EN
131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
I
Norma UNI EN
131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove, marcatura
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
Emissione di rumore, con relativa creazione di
disagio per i cittadini, valutabile come quello prodotto nelle attività di
generica cantieristica; emissione di polvere come sopra; danni a terzi per
mancata segnalazione o delimitazione del cantiere; incendi ed esplosione;
danneggiamenti alle condutture elettriche, gas, telefonia, acqua ecc. con
conseguenti black out.
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO
I.S.P.E.S.L. PROGETTO SI.PRE. REGIONI
BANCA NAZIONALE DEI PROFILI DI RISCHIO DI COMPARTO
|
|
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Predisposizione
del Cantiere |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
|
|
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Predisposizione del cantiere:
si riporta uno schema tipo di cantiere, realizzato
con la collaborazione di UNICHIM
Operativamente la fase comprende:
·
delimitazione
dell’area
·
scollegamento
utilities esterne (elettricità, acqua ecc..)
·
taglio
e sigillatura delle condutture, previa bonifica e controllo dell’atmosfera
·
demolizione
dei manufatti: es. chioschi, pensiline, colonnine di distribuzione ecc.
·
lo
sgombero e la pulizia dell’area soggetta ai lavori
·
predisposizione
area di lavoro.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
In questa fase di predisposizione del cantiere che
consiste da un minimo di recinzione con cordoli, sino all’erezione di una
palizzata, le macchine utilizzate sono quelle operatrici di cantiere, di
movimentazione e scavo (ruspe, pale meccaniche, ecc.); le attrezzature sono
quelle utilizzate per le demolizioni e per lo sgombero delle aree, per il
montaggio delle opere provvisionali, per lo smontaggio e il taglio delle
tubazioni.
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Il fattore di rischio trasversale organizzativo
funge da catalizzatore rispetto a quello più specifico della fase considerata:
rischi da carenze strutturali degli ambienti, della pavimentazione, delle
solette, presenza di botole, movimento
macchine di cantiere. Tale fattore se non analizzato anche in fase di
predisposizione del POS porta a conseguenze e a danni ben più disastrosi (C)
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Da crolli di solette durante i lavori d’escavazione
o di trivellazione del terreno con la conseguenza di lesioni: mortali, permanenti,
temporanee.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Il committente prima di procedere alla
predisposizione del cantiere deve considerare ulteriori fattori sui quali
operare oltre quelli già predisposti con la realizzazione del POS:
·
gli
spazi di manovra delle macchine operatrici e dei mezzi pesanti
·
la
distanza macchina/uomo
·
la
portata delle solette
·
la
distanza da edifici confinanti
·
la
posizione del serbatoio nel sottosuolo
·
la
distanza del serbatoio da muri portanti, perimetrali, di sostegno di strutture
site in aree dismesse
·
la
verifica di potenziali disturbi a fondamenta di stabili ed altro
·
la
verifica dell’eventuale presenza di sostanze pericolose, es. Amianto, con
valutazione dei rischi correlati ad ex attività in siti dismessi e/o
abbandonati, il controllo della presenza di sorgenti ionizzanti
·
la
verifica preliminare della documentazione esistente sulla storia del serbatoio,
dimensioni, posizione e configurazione geometrica, la sostanza contenuta
·
informazione
e formazione del personale
·
predisposizione
di procedure di sicurezza
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
L’attività di predisposizione del cantiere, di scavo
e di ablazione del/dei serbatoi è effettuato da impresa edile specializzata:
nelle aree dismesse e su suolo pubblico (ex distributori di carburante)
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I
Decreto
Ministero dell’Interno del 29 Novembre 2002
I
Decreto
Ministeriale n. 246 del 24 Maggio 1999
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I Decreto Legislativo n. 277 del 15 Agosto 1991
I
Circolare
del Ministero del lavoro N° 2/2001 del 8 Gennaio 2001
I
Art.
n. 9 Comma 1 del Decreto Legislativo n. 494 del 14 Agosto 1996
I
Art.
n. 4 Comma 2 del Decreto Legislativo
n. 626 del 19 Settembre 1994
I
Art.
n. 17 del Decreto Legislativo n. 22 del 5 Febbraio 1997
I
Art.
n. 11 del Decreto Legislativo n. 494 del 14 agosto 1996 modificato dall'Art.
n. 10 del Decreto Legislativo n. 528 del 19 novembre 1999
I
Art.
n. 7 del Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre
1994
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase è prevedibile emissione di rumore,
con relativa creazione di disagio per i cittadini, valutabile come quello
prodotto nelle attività di generica cantieristica; emissione di polvere come
sopra; danni a terzi per mancata segnalazione o delimitazione del cantiere;
danneggiamenti alle condutture con conseguenti black out energetici, nelle
comunicazioni, nei rifornimenti idrici.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. SOTTOFASE
DI LAVORAZIONE |
Predisposizione
del Cantiere: Predisposizione
e Organizzazione delle Emergenze |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
|
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
90 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Inserendola nella fase di preparazione del cantiere
abbiamo voluto definire l’ emergenza come una
vera sottofase di lavoro. Essa comunque attraversa tutta l’attività
lavorativa, proprio perché nel POS sono
state definite le procedure sia comportamentali che tecniche.
Infatti
sia nel caso di presenza di prodotti infiammabili e/o per la presenza di
sostanze tossiche non infiammabili o altre ancora, le procedure operative per
l’emergenza sono condizione essenziale per la formazione degli addetti che
utilizzeranno la loro conoscenza a partire dalla preparazione del cantiere.
Va premesso in ogni caso che ai sensi della Tab.
A (N. ord. 10-11)
del Decreto del Presidente della Repubblica n.
689 del 26 Maggio 1959, nel caso di presenza di
sostanze infiammabili, l’attività di vigilanza è di competenza dei VVFF, e che
in tal senso, all’interno del documento di valutazione deve essere definito, ai
sensi del Decreto
Ministeriale del 10 Marzo 1998 la qualità del rischio
d’incendio (basso, medio, alto) con la conseguente predisposizione del piano di
emergenza relativo. Ciò detto resta comunque a capo nostro (vigilanza ASL) il
controllo igienico ed antinfortunistico, nella gestione dell’emergenza e in
generale del primo intervento.
Questo Servizio PSAL, a suo tempo infatti, proprio
in relazione a quanto stabilito con il Progetto Obiettivo Regionale 1999/2001,
ha contribuito a creare, attraverso varie forme divulgative e con
l’organizzazione di una conferenza nell’anno 2000 che ha visto la
partecipazione di numerose imprese del settore, operatori, specialisti, enti
pubblici, sinergie con il Comando Provinciale dei VV.FF. Collaborazione poi
sfociata con la pubblicazione di un
documento di indirizzo per le aziende, sottoscritto anche da ARPA e divulgato dalla rivista Prevenzione e
Sicurezza I Vigili del Fuoco d’Italia, mensile per gli operatori di antincendio
e sicurezza, Agosto/2002.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: altri DPI non di routine quali autorespiratore, maschere antigas a pieno facciale, dotate di filtri specifici e/o alimentate dall’esterno in sovrapressione d’aria; imbragature per il recupero dell’uomo (vedi fase ingresso nel serbatoio); tute monouso antistatiche; estintori, cassetta di pronto soccorso il cui contenuto va definito dal medico competente.
Impianti: per l’alimentazione
dell’aria alle maschere, per l’estrazione e/o immissione d’aria nel serbatoio
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
q
tutti
quelli attribuiti alle singole fasi lavorative
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
q tutti quelli attribuiti alle
singole fasi lavorative
Capitolo 5
- “Gli interventi”
q
tutti
quelli previsti nelle singole fasi lavorative
q
procedure
di emergenza per l’attivazione dei soccorsi esterni
q
formazione
e informazione
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
Ministeriale del 10 Marzo 1998
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Apertura del chiusino |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da esposizione a Sostanze Chimiche,
Movimentazione dei Carichi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
E’
l’operazione che viene effettuata prima di predisporre l’ingresso degli
operatori nell’impianto; essa comprende, come preliminare iniziale, il
controllo dell’esplosività all’interno del pozzetto anche se nel POS non è stata evidenziata la presenza di
infiammabili.
L’area
operativa all’intorno è già stata predisposta, il sistema per le emergenze
attivato, è stato avviato l’impianto per l’aspirazione dei vapori. Il
sollevamento del chiusino può avvenire manualmente con l’ausilio di attrezzature
e/o con macchine. E’ obbligatoria la presenza di un sovraintendente i lavori,
il che definisce anche che la composizione minima della squadra operativa deve
essere di tre persone, di cui due addetti alle operazioni subordinate.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature
manuali:
paranchino, piede di porco, chiave, mazza, altre d’uso cantieristico
(antiscintilla se in presenza di infiammabili: berillio, bronzo). Esplosimetro
in esecuzione antideflagrante dotato di sonda per l’inserimento nel chiusino.
Macchine: di cantiere con braccio
estendibile oltre la zona di pericolo, dotate di gancio e fune per il
sollevamento di carichi.
Impianti: di aspirazione vapori,
motore in esecuzione antideflagrante, dotati di filtri a carbone attivo; l’aspirazione
è ritenuta di maggior garanzia rispetto alla ventilazione perché evita
l’accumulo di vapori pesanti di difficile dispersione.
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5)
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche (vapori, gas) (B1)
Rischio
da movimentazione manuale dei carichi (C1)
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni
Intossicazioni
e irritazioni mucoso - cutanee
Lesioni
tendinee/muscolari, osteoarticolari, da schiacciamento
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
Verifica
delle condizioni di infiammabilità/esplosione delle sostanze presenti: schede
tecniche e tossicologiche
·
Misura
dell’esplosività degli ambienti (esplosimetro)
·
Bonifica
ambienti con aspirazione dei vapori
·
Uso
di DPI antistatici
·
Uso
di attrezzature antiscintilla
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio di
esposizione a sostanze chimiche
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(miscele)
·
Costante
aspirazione dei vapori (gas)
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio da
movimentazione manuale dei carichi
·
Utilizzo
di ausilii meccanici
·
Utilizzo
di macchine per la movimentazione
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Da questa fase in poi il lavoro è effettuato da
impresa specializzata: nelle aree dismesse, su suolo pubblico (ex distributori
di carburante) direttamente appaltata dal committente i lavori.
Nella bonifica dei serbatoi condominiali l’appalto
può essere assegnato ad artigiani attrezzati con automezzo di spurgo.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione ed emissione di vapori e gas con conseguente formazione
di un’onda d’urto, fumi/odori che potrebbero coinvolgere attività o
insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Pulizia Pozzetto |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Sostanze Chimiche, Cadute
dall’alto |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
La profondità dei pozzetti è variabile, da 1 m a 1,
50 m e in alcuni casi superiore, per cui viene considerata, prima dell’ingresso
dell’operatore, anche il tipo di cautela da adottare. Prima dell’accesso del
personale viene eventualmente rimossa la fase liquida sovrastante il fondo
(acque meteoriche, condense, perdite ) con l’utilizzo di mezzi esterni.
Sotto aspirazione costante dei vapori l’operatore,
con un ausilio di scala e assistito all’esterno, si cala all’interno del
pozzetto ed effettua l’asportazione manuale (con idonea attrezzatura) della
fanghiglia residua. Effettua lo scollegamento delle tubazioni, previa loro
bonifica.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: scala, imbragatura di
sicurezza, treppiede con verricello, utensileria (antiscintilla se l’atmosfera
è infiammabile), pompa manuale o alimentata ad aria compressa
Impianti: di aspirazione vapori,
motore in esecuzione antideflagrante, dotati di filtri a carbone attivo:
l’aspirazione è ritenuta di maggior garanzia rispetto alla ventilazione perché
evita l’accumulo di vapori pesanti di difficile dispersione.
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio da incendio e/o esplosione per la presenza
di vapori infiammabili (A5)
Rischio di esposizione a sostanze chimiche (vapori,
gas) (B1)
Rischio di cadute determinate da condizioni
organizzative per mancanza di procedure adeguate (C1)
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni
Intossicazioni
e irritazioni mucoso - cutanee
Lesioni
osteo - articolari
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio da incendio
e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
Verifica
delle condizioni di infiammabilità/esplosione della sostanza presente: scheda
tecnica e tossicologica
·
Bonifica
ambienti con aspirazione dei vapori
·
Uso
di DPI antistatici
·
Uso
di attrezzature antiscintilla
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio di
esposizione a sostanze chimiche
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(miscele)
·
Costante
aspirazione dei vapori (gas)
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio di
cadute determinate da condizioni organizzative per mancanza di procedure
adeguate (Rischio organizzativo)
·
formazione
e informazione
·
vigilanza
del sovraintendente
·
utilizzo
di imbragature anticaduta
·
scale
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata:
nelle aree dismesse, su suolo pubblico (ex distributori di carburante)
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Nella bonifica dei serbatoi condominiali l’appalto
può essere assegnato ad artigiani attrezzati con automezzo di spurgo.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione ed emissione di vapori e gas con conseguente formazione
di un’onda d’urto, fumi/odori che potrebbero coinvolgere attività o
insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Apertura passo d’uomo |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da
Esposizione a Sostanze Chimiche,
Rischi Trasversali e Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
L’apertura del passo d’uomo avviene generalmente con
l’utilizzo di chiavi manuali o meccaniche (alimentate ad aria compressa); dopo
aver estratto la bulloneria il chiusino viene rimosso e sollevato, in genere
con l’ausilio di mezzi di sollevamento.
Nelle situazioni in cui, a causa della vetustà
dell’impianto non si riuscisse a rimuovere la bulloneria, l’Art.
n. 250 del D. P.R. n. 547 del 27
Aprile 1955
pone il divieto di eseguire tagli con l’utilizzo del cannello o con dispositivi
elettrici, in presenza di sostanze infiammabili vedi fase relativa alla
saldatura e al taglio).
L’operatore opera posizionandosi sopra il boccaporto
oppure dal bordo del pozzetto con idonee chiavi allungate.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: chiavi fisse o snodate a T, paranchini,
scale
Macchine: le macchine per il
sollevamento sono quelle di cantiere (vedi fase di predisposizione
del cantiere).
Impianti: gli impianti sono di aspirazione vapori (vedi fase
ingresso del personale).
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5)
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche (vapori, gas) (B1)
Rischio
di cadute determinate da condizioni organizzative per mancanza di procedure
adeguate (C1)
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni
Intossicazioni
e irritazioni mucoso-cutanee
Lesioni
osteoarticolari
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio da
incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
Equipotenzializzazione
delle masse interagenti (serbatoio/macchine) con l’utilizzo di pinze in
esecuzione antideflagrante
·
Verifica
delle condizioni di infiammabilità/esplosione della sostanza presente: scheda
tecnica e tossicologica
·
Bonifica
ambienti con aspirazione dei vapori
·
Uso
di DPI antistatici
·
Uso
di attrezzature antiscintilla
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio di esposizione a sostanze chimiche
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(miscele)
·
Costante
aspirazione dei vapori (gas)
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio di
cadute determinate da condizioni organizzative per mancanza di procedure
adeguate
(Rischio
organizzativo)
·
formazione
e informazione
·
vigilanza
del sovraintendente
·
utilizzo
di imbragature anticaduta
·
scale
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata:
nelle aree dismesse, su suolo pubblico (ex distributori di carburante)
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Nella bonifica dei serbatoi condominiali l’appalto
può essere assegnato ad artigiani.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione ed emissione di vapori e gas con conseguente formazione
di un’onda d’urto, fumi/odori che potrebbero coinvolgere attività o
insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Aspirazione fase liquida |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Sostanze Chimiche |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Se l’ambiente interno del serbatoio, per l’originale
provenienza del contenuto, non è a rischio di infiammabilità in condizioni
normali, si può procedere all’introduzione del pescante per l’aspirazione della
fase liquida. In presenza di infiammabili sono necessarie alcuni provvedimenti
preliminari (vedi Capitolo 5 – “Gli interventi”).
Capitolo 2 - ”Attrezzature,
Macchine, Impianti”
Attrezzature: esplosimetro in esecuzione
antideflagrante per la misura dell’atmosfera interna, pompa manuale o
alimentata ad aria compressa per l’aspirazione di liquidi
Impianti: di aspirazione della fase liquida (furgoni o camion
attrezzati).
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5)
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche liquide, vapore, gas (B1)
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni
Intossicazioni
e irritazioni mucoso - cutanee
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio da
incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
Verifica
delle condizioni di infiammabilità/esplosione della sostanza presente: scheda
tecnica e tossicologica, verifica del LEL: i limiti di infiammabilità devono
essere inferiori all’8%
·
Equipotenzializzazione
delle masse interagenti (serbatoio/impianto di aspirazione) tramite pinze in
esecuzione antideflagrante
·
Uso
di DPI antistatici
·
Predisposizione
di misure di emergenza e richiesta soccorso
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio di
esposizione a sostanze chimiche
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(miscele)
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il
lavoro è effettuato da impresa specializzata: nelle aree dismesse, su suolo
pubblico (ex distributori di carburante) direttamente appaltata dal committente
i lavori.
Nella bonifica dei serbatoi condominiali l’appalto può essere assegnato ad artigiani.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione ed emissione di vapori (gas); quindi onda d’urto e
fumi/odori che potrebbero coinvolgere attività o insediamenti esterni al
cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Ingresso personale e pulizia interna |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Sostanze Chimiche, Rischi
trasversali e Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
E’
sicuramente l’operazione più delicata perché comporta l’ingresso di un
operatore all’interno dell’impianto attraverso il passo d’uomo: Art. 235 del
D.P.R. n. 547 del 27 Aprile 1955. Ricordiamo che la
capacità dei serbatoi può variare da 5000 Lt. a 50000 Lt ed oltre e la loro
configurazione interna può essere ostruita da strozzature, tubazioni,
serpentine. L’attività di pulizia può durare alcuni minuti o frazioni d’ora,
sino ad alcune ore in condizioni di stress ambientale elevato. Previamente
viene misurata l’esplosività dell’atmosfera interna, viene attivato il sistema
di aspirazione dei vapori fino al raggiungimento di condizioni di sicurezza
(vedi Capitolo 5 di questa fase).
L’ingresso avviene solitamente con scala. Vengono calate all’interno le attrezzature necessarie all’attività.
L’operatore procede con illuminazione, in genere
proveniente da lampade, e provvede alla raccolta e
all’allontanamento delle morchie e dei cascami giacenti sul fondo. I secchi
riempiti vengono tirati verso l’uscita del boccaporto dall’addetto esterno. Le
pareti interne vengono raschiate e pulite, tutti i residui raccolti sono
smaltiti come rifiuto.
Terminata la pulizia l’addetto esce aiutato
dall’esterno. Al termine di questa fase è misurata la presenza di atmosfera
esplosiva. Verrà effettuata subito la messa in sicurezza (vedi fase
successiva).
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: scale (per profondità
superiori a 2 Mt., se non è possibile accedere al fondo con scala fissa, è da
utilizzarsi una scala portatile dotata di ganci di trattenuta). E’ da
escludersi l’uso di scale semplici all’italiana anche se sporgenti di un metro
dal boccaporto.
Spazzole, secchi, pale,
raschietti, stracci e quant’altro necessario all’ottenimento di un rifiuto
finale bonificato e pronto per il recupero e/o la rottamazione.
Imbragatura di sicurezza
dotata di cavo per il recupero, verricello o carrucola montata su treppiede per
il recupero dell’uomo. Lampada di sicurezza a basso voltaggio
< 25 V, a tenuta stagna, o a sovrapressione interna.
Impianti: per estrazione continua e ricircolo dell’aria
(20-30 ricambi/ora).
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5)
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche liquide, vapore, gas (B1)
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per far fronte
all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione individuale C1 -
C4.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni
Intossicazioni
e irritazioni mucoso-cutanee
Danni
all’apparato muscolo-scheletrico
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio da
incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
Verifica
delle condizioni di infiammabilità/esplosione della sostanza presente: scheda
tecnica e tossicologica, misurazione del LEL: i limiti di infiammabilità devono
essere inferiori all’8%
·
Ventilazione
continua
·
mantenimento
dell’equipotenzializzazione delle masse interagenti (serbatoio/impianto di
aspirazione)
·
Uso
di DPI antistatici
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Attrezzatura
antiscintilla
·
Impianti
elettrici a sicurezza
·
Formazione
e informazione
Rischio di
esposizione a sostanze chimiche liquide, vapore, gas
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(miscele)
·
Ventilazione
continua (Aspirazione)
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio trasversale dovuto a condizioni
climatiche esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per
far fronte all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione
individuale (Rischio organizzativo)
·
formazione
e informazione
·
vigilanza
del sovraintendente
·
assistenza
del 2° operatore
·
utilizzo
di robot per la pulizia interna dove possibile
·
maschera
a pieno facciale alimentata a sovrapressione d’aria (EN 139)
·
pause
di lavoro programmate dal medico competente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata:
nelle aree dismesse, su suolo pubblico (ex distributori di carburante)
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Nella bonifica dei serbatoi condominiali l’appalto
può essere assegnato ad artigiani.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
I
Norma CEI 31/30
- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte
10: Classificazione dei luoghi pericolosi
I
Norma UNI EN
131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
I
Norma UNI EN
131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove, marcatura
I
Norma EN 139 –
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Respiratori ad adduzione
d'aria compressa per l'uso con maschera intera, semimaschera o boccaglio.
Requisiti, prove, marcatura
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione ed emissione di vapori e gas con conseguente formazione
di un’onda d’urto, fumi/odori che potrebbero coinvolgere attività o
insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Manutenzione straordinaria |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Sostanze Chimiche, Rischi
Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Questa attività viene ovviamente effettuata su tutti
quegli impianti che devono essere mantenuti in esercizio. La materia è regolata
dal Decreto
Ministero dell’Interno del 29 Novembre 2002 che
all’art 3, comma 1 parla di conduzione dei
serbatoi interrati e della messa in opera di tutte le procedure di buona
gestione, ecc. La manutenzione straordinaria rientra, come quella ordinaria, a
pieno titolo in questo dispositivo di legge.
La Norma UNI 8364/FEB/84 - Impianti di riscaldamento
Controllo e Manutenzione - differenzia in modo esaustivo i vari
aspetti della manutenzione (ordinaria e straordinaria) e i controlli da
condursi sugli impianti di riscaldamento, compresi i serbatoi interrati e fuori
terra.
Vengono
citati alcuni interventi quali: ispezioni del serbatoio (interne) con
asportazione dei fondami e ripristino dell’efficienza, la verifica di perdite,
il controllo e la pulizia del filtro di fondo, ecografia dei lamierati; tutte
operazioni che prevedono il susseguirsi di fasi uguali a quelle trattate fino a
questo punto: predisposizione dell’area di lavoro, emergenza, apertura chiusino
e relativa pulizia del pozzetto se esistente, apertura passo d’uomo,
svuotamento della fase liquida, pulizia interna.
Nel territorio di nostra competenza il Regolamento
d’Igiene del Comune di Milano esige, per il riutilizzo di vecchi impianti,
l’installazione di una doppia parete all’interno del serbatoio ed esclude il
semplice rivestimento ai fini della nuova conduzione. Il rivestimento interno
altrimenti è realizzabile solo per la messa in sicurezza provvisoria,
definitiva, di preparazione all’introduzione della doppia camicia: questa
attività specifica (rivestimento) verrà trattata nel capitolo successivo.
In questo capitolo quindi affronteremo solo la
problematica relativa alla creazione di una doppia parete interna, attività che
rientra nella manutenzione straordinaria.
Dopo aver provveduto ad effettuare la pulizia del
serbatoio, vedi fasi precedenti, si procede ad effettuarne il rivestimento.
Vengono rilevate le misure interne del serbatoio:
lunghezza, diametro, ecc., per consentire la realizzazione di un involucro in
PVC, ad alta resistenza meccanica e compatibile con gli idrocarburi. Il serbatoio
viene preparato per alloggiare l’involucro, rivestendolo completamente con
appositi teli in feltro che costituiranno l’intercapedine. Si inserisce
l’involucro all’interno, lo si gonfia con soffiaggio di aria compressa, si
mette in depressione lo spazio compreso fra la parete esterna, rivestita col
feltro, e l’involucro stesso sino alla creazione dell’intercapedine. Viene
installata una sonda in grado di segnalare, allarme acustico o visivo, la
tenuta e il funzionamento del sistema.
Si provvede poi, se necessaria, alla
impermeabilizzazione del pozzetto, là dove esistente e viene rilasciato un
certificato di garanzia quinquennale. Vengono poi applicate le targhe di
sicurezza e di istruzione in caso di emergenza.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: spatole per l’applicazione
e l’incollaggio del feltro
Macchine: compressore
Impianti: per il vuoto,
per l’aspirazione dei vapori derivati dalle colle utilizzate
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili, solventi (A5).
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche (colle) (B1).
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure adeguate per far fronte
all’emergenza, ergonomia delle attrezzature di protezione individuale C1 - C4.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni.
Intossicazioni
e irritazioni mucoso-cutanee.
Danni
all’apparato muscolo-scheletrico.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili, solventi
·
Misurazione
del LEL, aspirazione dei vapori
·
mantenimento
dell’equipotenzializzazione delle masse interagenti (serbatoio/impianto esterno
di ventilazione)
·
Uso
di DPI antistatici
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Attrezzatura
antiscintilla
·
Impianti
elettrici a sicurezza
·
Formazione
e informazione
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche (Rischio di esposizione a colle)
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(Colle)
·
Aspirazione
continua
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio trasversale dovuto a condizioni
climatiche esasperate, movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per far
fronte all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione individuale
(Rischio organizzativo)
·
formazione
e informazione
·
vigilanza
del sovraintendente
·
assistenza
del 2° operatore
·
maschera
a pieno facciale alimentata a sovrapressione d’aria (EN 139)
·
pause
di lavoro programmate dal medico competente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
I
Norma CEI 31/30
- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte
10: Classificazione dei luoghi pericolosi
I
Norma UNI EN
131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
I
Norma UNI EN
131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove, marcatura
I
Norma EN 139 –
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Respiratori ad adduzione
d'aria compressa per l'uso con maschera intera, semimaschera o boccaglio.
Requisiti, prove, marcatura
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti a incendio/esplosione, rumore, disturbi che potrebbero coinvolgere attività o insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Messa in sicurezza |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Sostanze Chimiche, Rischi
Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Riportiamo la definizione che da il Gruppo di Lavoro
di ARPA Lombardia nelle “Linee Guida
Serbatoi Interrati” - Decreto
istitutivo del Direttore Generale del 29/03/02: “ ..il serbatoio dismesso,
oltre essere svuotato e bonificato, deve essere messo in sicurezza fino alla
eventuale rimozione e smaltimento o comunque fino a quando non sussistano reali
condizioni di fattibilità di tale adempimento.
Messa in sicurezza temporanea:
operazione contraddistinta dall’adozione di misure che, oltre ad assicurare
condizioni di non contaminazione residua del terreno, elimina il rischio
d’incendio e scoppio, che potrebbe essere determinato da vapori residui in
concentrazioni superiori al limite inferiore di infiammabilità (tipico il caso
dei vapori di benzina/solventi che vengono trattenuti dalla superficie
metallica delle pareti interne del serbatoio e che anche dopo una bonifica
superficiale possono essere rilasciati); elimina anche la possibilità di
sfondamento del contenitore svuotato. Comunque tutte le misure prese oltre ad
assicurare condizioni di sicurezza, devono anche poter essere rimosse, per
garantire il definitivo smaltimento e/o il riutilizzo del manufatto.
Questa attività comprende quindi quali sottofasi
dopo la pulizia, la sabbiatura interna, la riparazione (saldatura), il
rivestimento interno, il riempimento con inerti, da valutarsi perché
difficilmente reversibile e più idoneo per evitare cedimenti strutturali.
Messa in sicurezza definitiva:
nel caso in cui il serbatoio dismesso venga mantenuto nel sottosuolo e la
rimozione non sia tecnicamente e/o (economicamente) fattibile. Tale intervento
è caratterizzato dall’effettuazione di opere che garantiscono in via permanente
la staticità del sito e, soprattutto, la sicurezza ambientale: in particolare,
questa operazione, consiste nel riempimento con materiali inerti.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. SOTTOFASE
DI LAVORAZIONE |
Messa in sicurezza - Sabbiatura |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Agenti Chimici, Rischi da
esposizione a Rumore, Rischi Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Dopo
essersi assicurati dell’asciugatura delle pareti e aver provveduto alla misura
del LEL, l’operatore con apposita apparecchiatura, calatosi all’interno, provvede
alla sabbiatura
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: Scala, imbragatura collegata con fune per il
recupero uomo, treppiede con carrucola.
Impianto: compressore ad aria,
contenitore per la sabbia, tubazione con ugello; per la ventilazione della
maschera a pieno facciale; per l’aspirazione.
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5).
Rischio
di esposizione a sostanze chimiche: polveri (B1).
Rischio
di esposizione a rumore (B2.2.).
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure adeguate per far fronte
all’emergenza, ergonomia delle attrezzature di protezione individuale C1 - C4.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni.
Pneumopatie,
irritazioni mucoso-cutanee.
Ipoacusie.
Danni
all’apparato muscolo-scheletrico.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
misurazione
del LEL
·
mantenimento
dell’equipotenzializzazione delle masse interagenti (serbatoio/impianto
esterno)
·
Uso
di DPI antistatici
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Attrezzatura
antiscintilla
·
Impianti
elettrici a sicurezza
·
Formazione
e informazione
Rischio di
esposizione a agenti chimici (Rischio di esposizione a polveri)
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle polveri
(sabbia)
·
Utilizzo
di indumenti protettivi antistatici di protezione del corpo
·
Segnaletica
·
Aspirazione
·
Formazione
e informazione
Rischio di
esposizione a rumore
·
DPI
idonei
·
Formazione
e informazione
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per far fronte
all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione individuale
(Rischio organizzativo)
·
formazione
e informazione
·
vigilanza
del sovraintendente
·
assistenza
del 2° operatore
·
maschera
a pieno facciale alimentata a sovrapressione d’aria (EN 139)
·
pause
di lavoro programmate dal medico competente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I
Norma CEI 31/30
- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte
10: Classificazione dei luoghi pericolosi
I
Norma UNI EN
131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
I
Norma UNI EN
131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove, marcatura
I
Norma EN 139 –
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Respiratori ad adduzione
d'aria compressa per l'uso con maschera intera, semimaschera o boccaglio.
Requisiti, prove, marcatura
I Decreto Legislativo n. 277 del 15 Agosto 1991
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione, rumore, disturbi che potrebbero coinvolgere attività o
insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. SOTTOFASE
DI LAVORAZIONE |
Messa in sicurezza - Saldatura |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi da Incendio e/o Esplosione, Rischi
da Esposizione a Agenti Chimici, Rischi Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Le saldature all’interno di recipienti sono vietate;
esse sono fattibili solo alle condizioni dettate dall’ Art. n. 250
del D. P.R. n. 547 del 27 Aprile 1955
(vedi anche fase di taglio).
In genere tale operazione è giustificabile se di breve
durata, se è utilizzata per riparazioni fattibili ai fini del ricondizionamento
del serbatoio, se è economicamente conveniente il ripristino dello stesso
piuttosto che la sostituzione. Essa comporta l’ingresso dell’operatore
all’interno dell’impianto che deve avvenire comunque sempre dopo la bonifica e
la sabbiatura delle pareti.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: idonee per la saldatura con
gas inerte (argon); scala;
imbragatura collegata con fune per il recupero uomo, treppiede con carrucola
Impianti: per l’evacuazione dei fumi
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5).
Rischio
di esposizione a agenti chimici: fumi (B1).
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure adeguate per far fronte
all’emergenza, ergonomia delle attrezzature di protezione individuale C1 - C4.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni.
Pneumopatie,
irritazioni mucoso-cutanee.
Danni
all’apparato muscolo-scheletrico.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio da
incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili
·
misurazione
del LEL
·
mantenimento
dell’equipotenzializzazione delle masse interagenti (serbatoio/impianto
esterno)
·
Uso
di DPI antistatici
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Attrezzatura
antiscintilla
·
Impianti
elettrici a sicurezza
·
Formazione
e informazione
Rischio
di esposizione a agenti chimici (Rischio di esposizione a fumi)
·
Verifica
preliminare della scheda tecnica e tossicologica relativa all’elettrodo
(escludere il cadmio)
·
Utilizzo
di indumenti protettivi antistatici di protezione del corpo
·
Segnaletica
·
Aspirazione
dei fumi di saldatura
·
Controlli
periodici del medico competente
·
Idonei
DPI
·
Formazione
e informazione
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per far fronte
all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione individuale
(Rischio organizzativo)
·
formazione
e informazione
·
vigilanza
del sovraintendente
·
assistenza
del 2° operatore
·
maschera
a pieno facciale alimentata a sovrapressione d’aria (EN 139)
·
pause
di lavoro programmate dal medico competente
·
sorveglianza da parte di tecnico esperto
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I
Norma CEI 31/30
- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte
10: Classificazione dei luoghi pericolosi
I
Norma UNI EN
131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
I
Norma UNI EN
131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove, marcatura
I
Norma EN 139 –
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Respiratori ad adduzione d'aria
compressa per l'uso con maschera intera, semimaschera o boccaglio. Requisiti,
prove, marcatura
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione, disturbi che potrebbero coinvolgere attività o insediamenti
esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. SOTTOFASE
DI LAVORAZIONE |
Messa in sicurezza - Rivestimento interno |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi
da Incendio e/o Esplosione, Rischi da Esposizione a Agenti Chimici, Rischi
Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
L’attività viene effettuata per rimettere in
efficienza le pareti interne del serbatoio, quando queste appaiono danneggiate,
ma non tanto gravemente da richiedere la sostituzione dello stesso; tenendo
conto ovviamente delle compatibilità economiche, vista l’onerosità
dell’operazione, e del successivo riutilizzo dell’impianto. Ricordiamo che il
reimpiego è possibile con l’istallazione dell’involucro interno (doppia parete)
.
Dopo la pulizia e l’asciugatura, si procede alla
sabbiatura interna (vedi sottofase) e si effettua la sigillatura delle parti
ammalorate (saldatura). Si procede alla stesura manuale di resina epossidica,
all’applicazione (incollaggio) di un telo in lana minerale, alla successiva
stesura manuale (vietata l’elettrodeposizione) di altre tre passate di resina.
Trascorsi dieci giorni l’applicazione può essere considerata conclusa, viene
rilasciato un certificato di garanzia decennale, nel pozzetto viene applicata
una targa con i dati.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
attrezzature: spatole, pennelli per
l’applicazione e l’incollaggio del telo e per la verniciatura
macchine: compressore
impianti: per l’aspirazione dei
vapori
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5).
Rischio
di esposizione a agenti chimici: vernici, solventi, colle (B1).
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure adeguate per far fronte
all’emergenza, ergonomia delle attrezzature di protezione individuale C1 - C4.
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Morte,
ustioni.
Intossicazioni
e irritazioni mucoso-cutanee.
Danni
all’apparato muscolo-scheletrico.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio da incendio e/o esplosione per la
presenza di vapori infiammabili
·
Misurazione
del LEL, aspirazione dei vapori
·
Mantenimento
dell’equipotenzializzazione delle masse interagenti (serbatoio/impianto
esterno)
·
Uso
di DPI antistatici (S)
·
Divieto
di fumare
·
Segnaletica
·
Attrezzatura
antiscintilla
·
Impianti
elettrici a sicurezza
·
Formazione
e informazione
Rischio di esposizione a agenti chimici
(vernici, solventi, colle)
·
Verifica
preliminare delle schede tecniche e tossicologiche relative alle sostanze
(colle, resine)
·
Aspirazione
dei vapori
·
Utilizzo
DPI specifici
·
Segnaletica
·
Formazione
e informazione
Rischio trasversale dovuto a condizioni climatiche
esasperate, a movimentazione dei carichi, procedure inadeguate per far fronte
all’emergenza, disergonomia delle attrezzature di protezione individuale
(Rischio organizzativo)
·
Formazione
e informazione
·
Vigilanza
del sovraintendente
·
Assistenza
del 2° operatore
·
Maschera
a pieno facciale alimentata a sovrapressione d’aria (EN 139)
·
Pause
di lavoro programmate dal medico competente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Presidente della Repubblica n. 303 del 19 Marzo 1956
I
Decreto
Ministeriale del 28 Gennaio 1992 e seguenti
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
I
Decreto
del Ministero della Salute del 07 Settembre 2002
I
Norma CEI 31/30
- Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas Parte
10: Classificazione dei luoghi pericolosi
I
Norma UNI EN
131 Parte 1 – Scale. Terminologia, tipi, dimensioni funzionali
I
Norma UNI EN
131 Parte 2 - Scale. Requisiti, prove, marcatura
I
Norma EN 139 –
Apparecchi di protezione delle vie respiratorie. Respiratori ad adduzione
d'aria compressa per l'uso con maschera intera, semimaschera o boccaglio.
Requisiti, prove, marcatura
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
In questa fase sono ipotizzabili rischi conseguenti
a incendio/esplosione, disturbi olfattivi che potrebbero coinvolgere attività o
insediamenti esterni al cantiere.
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. SOTTOFASE
DI LAVORAZIONE |
Messa in sicurezza - Inertizzazione |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
Quando
per necessità tecniche* e/o
compatibilità economiche, ottenuta deroga dall’Organo di Vigilanza, una volta
bonificato l’impianto, esso debba essere mantenuto in sito è possibile
procedere alla sua inertizzazione. Essa viene realizzata con il riempimento di
materiale inerte. Questa soluzione è determinata dal fatto che i lamierati, nel
tempo, a causa della loro porosità potrebbero rilasciare vapori di idrocarburi:
la presenza di correnti vaganti potrebbe generarne l’innesco di un incendio. Il
riempimento viene effettuato con sabbia silicea o argilla espansa; viene quindi
sigillato il passo d’uomo.
L’operazione di travaso del materiale è realizzata
direttamente dal cassone di un mezzo pesante dotato di tramoggia sino al
riempimento del serbatoio.
* Le necessità tecniche
potrebbero essere quelle determinate dalla posizione del serbatoio: adiacente a
muri portanti, sotto solette poste a copertura di passaggi, sotto costruzioni.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: da cantiere, pale; per la sigillatura finale
(saldatura).
Macchine: mezzo dotato di tramoggia di scarico
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio trasversale dovuto a movimentazione dei
carichi, organizzazione del cantiere (C).
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Traumi
da schiacciamento.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio trasversale dovuto a movimentazione dei
carichi, organizzazione del cantiere (Rischio organizzativo)
·
Formazione
e informazione
·
Vigilanza
del sovraintendente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
Irrilevante
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. FASE
DI LAVORAZIONE |
Rimozione |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
E’ l’ultima operazione strettamente cantieristica
che viene effettuata prima del conferimento finale del serbatoio, come rifiuto
a discarica o al recupero del metallo.
L’ablazione è differenziabile in alcune diverse modalità a seconda della dimensione del manufatto e del suo stato di conservazione. Per contenitori di dimensioni superiori ai 10.000 Lt. è preferibile eseguire il taglio delle lamiere in loco perché, a causa del loro stato di conservazione, potrebbero collassare e fratturarsi durante l’estrazione. Onde evitare incidenti quindi si può procedere al taglio con fiamma, nelle condizioni già descritte nella fase saldatura, oppure al cesoiamento meccanico o con taglio ad acqua, non sempre possibile quest’ultimo in relazione allo spessore della lamiera (vedi sottofase). In ogni caso effettuato lo sbancamento di terreno attorno all’impianto, con l’ausilio di una gru si solleva il serbatoio e lo si deposita al suolo, in area di cantiere già predisposta, o direttamente su mezzo di trasporto.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: imbragatura, cavi in
acciaio, funi, ganci (soggetti a verifica periodica).
Macchine: da cantiere, pala meccanica, gru.
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio trasversale dovuto a movimento delle
macchine, organizzazione del cantiere (C).
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Traumi
da schiacciamento.
Capitolo 5
- “Gli interventi”
Rischio trasversale dovuto a movimento delle
macchine, organizzazione del cantiere (Rischio organizzativo)
·
Formazione
e informazione
·
Vigilanza
del sovraintendente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
Irrilevante
1.
COMPARTO |
Bonifica e rimozione serbatoi interrati |
|
|
2. SOTTOFASE
DI LAVORAZIONE |
Rimozione – Taglio Meccanico o ad acqua |
|
|
3. COD.INAIL: |
|
|
|
4. FATTORE
DI RISCHIO: |
Rischi Trasversali Organizzativi |
|
|
5. CODICE
DI RISCHIO (riservato all’ufficio) |
|
|
|
6. N.
ADDETTI: |
30 |
Capitolo 1
- “La fase di lavorazione”
L’operazione
avviene con l’utilizzo di una cesoia meccanica, dopo aver verificato l’assenza
di atmosfera infiammabile all’interno del serbatoio, questa verifica (gas -
free) dovrebbe essere già stata
effettuata al termine della bonifica. Se però il taglio delle lamiere avviene
dopo un periodo di fermo cantiere è necessario ripetere il controllo. Per il
taglio ad acqua effettuato con una macchina in grado di “sparare” graniglia
metallica con un getto d’acqua ad alta pressione, non appare necessario il
controllo dell’atmosfera interna, ma comunque è sempre cautelativo il
farlo.
Capitolo 2 - ”Attrezzature, Macchine, Impianti”
Attrezzature: imbragatura, cavi in acciaio, funi, ganci
(soggetti a verifica periodica).
Macchine: cesoia meccanica, cesoia ad acqua.
Capitolo 3
- “Il fattore di rischio”
Rischio: trasversale dovuto a movimento delle
macchine, organizzazione del cantiere (C).
Rischio di esposizione a rumore (B2.2.)
Rischio
da incendio e/o esplosione per la presenza di vapori infiammabili (A5)
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
Traumi
da schiacciamento, ipoacusie.
Rischio
esplosione ed incendio: controllo dell’atmosfera interna al serbatoio
Rischio trasversale dovuto a movimento delle
macchine, organizzazione del cantiere (Rischio organizzativo)
·
Formazione
e informazione
·
Vigilanza
del sovraintendente
Rischio di
esposizione a rumore
·
DPI
·
Controllo
del Medico Competente
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
Il lavoro è effettuato da impresa specializzata
direttamente appaltata dal committente i lavori.
Capitolo 7 - “Riferimenti legislativi”
I Decreto Presidente della Repubblica n. 547 del 27 Aprile 1955
I Decreto Presidente della Repubblica n. 164 del 7 Gennaio 1956
I Decreto Legislativo n. 277 del 15 Agosto 1991
I Decreto Legislativo n. 626 del 19 Settembre 1994
I Decreto Legislativo n. 493 del 14 Agosto 1996
Capitolo 8 - “Il rischio esterno
Disturbi
provocati dalla rumorosità dell’operazione.